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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro della giustizia, il Ministro dei trasporti, il Ministro della solidarietà sociale e il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali.
(Bilancio del programma di Governo in materia di liberalizzazioni - n. 3-01098)
PRESIDENTE. Il deputato Sanga ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Lulli n. 3-01098, concernente il bilancio del programma di Governo in materia di liberalizzazioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.
GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, signor Ministro, nell'arco dell'anno il Governo e il Parlamento hanno approvato importanti provvedimenti nell'interesse dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. Sto parlando delle liberalizzazioni, che gli italiani oggi conoscono bene per l'impatto che hanno avuto sui bilanci dei consumatori e delle aziende. Con tali provvedimenti si è favorita la competitività del sistema economico, la crescita del Paese; si sono rimosse incrostazioni, ridotte procedure e adempimenti inutili. Inoltre, si è semplificata la vita di ogni giorno e sono stati abbattuti i costi per i cittadini, le famiglie e le imprese. A tal proposito, si pensi solo a ciò che è avvenuto nell'ambito del sistema bancario, assicurativo e dei servizi più in generale.
Signor Presidente, vorrei chiedere al ministro Bersani un primo bilancio concreto di tali provvedimenti, ma soprattutto come pensa di muoversi in prospettiva sul tema delle liberalizzazioni.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, un anno fa abbiamo presentato il primo pacchetto con un decreto-legge che è stato convertito; sei mesi fa ne abbiamo presentato un secondo, che pure è stato convertito dal Parlamento. Si tratta di 30 misure che coinvolgono all'incirca la totalità dei servizi, in termini di liberalizzazioni e di vantaggi per i consumatori. Abbiamo cominciato a misurarne gli effetti, calcolando le prime cinque misure più rilevanti, quelle che sono state immediatamente applicate, e possiamo ritenere che il vantaggio per i consumatori sia stato fra i 2,4 e i 2,8 miliardi di euro.
Le altre misure si stanno progressivamente applicando, con problemi - basti pensare all'universo dei temi che riguardano, per esempio, il sistema bancario - ma anche risultati di grande efficacia. Attualmente, il 65 per cento degli incidenti stradali viene risolto con un rimborso in 40 giorni e senza contenzioso, solo per fare uno dei tanti possibili esempi.
Si è registrato anche un altro risultato nel campo dell'inflazione. Tali misure hanno infatti consentito, per la prima volta dopo molti mesi, di riallineare il tasso di inflazione italiana a quello europeo, essendo emersa una tendenza alla riduzione dello stesso, che procede in direzione opposta rispetto alla tendenza europea. Come gli interroganti sanno, è in discussione in Parlamento - gli onorevoli parlamentari che hanno presentato l'interrogazione hanno partecipato molto attivamente a tale iniziativa legislativa - laPag. 72cosiddetta «lenzuolata», ovvero 55 articoli che contengono rilevantissime misure a favore del consumatore (tale normativa è stata già approvata della Camera e se ne attende l'approvazione al Senato).
Noi contiamo sul fatto che vi sia una sollecita approvazione anche di queste misure. Nell'insieme vi sono altri sette provvedimenti, sottoposti all'esame del Parlamento che riguardano le liberalizzazioni e gli interessi dei consumatori; a tale proposito, contiamo su una sollecita attenzione da parte del Parlamento e dell'opinione pubblica. Il risultato è che, durante questo primo anno di Governo, abbiamo iniziato a rimettere un po' di soldi nelle tasche degli italiani attraverso risparmi concreti; abbiamo consentito ai giovani di muoversi meglio nell'esercizio dei mestieri e delle professioni e fatto in modo che il cittadino consumatore non sia considerato un suddito, laddove consuma e si avvale dei diritti riconosciutigli in qualità di consumatore. Vi è ancora moltissimo da fare, ma quel che mi preme dire è che non vi è uno stallo, come risulta da molti commenti apparsi sui giornali; vi sono operazioni in corso nel contesto di un'azione politica difficile, ma molto innovativa. Il Parlamento sta dando una mano al Governo e spero che la dia sempre di più.
PRESIDENTE. Il deputato Lulli ha facoltà di replicare.
ANDREA LULLI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta che il Ministro Bersani ci ha fornito. Anch'io auspico che il complesso dei decreti-legge posti all'attenzione del Parlamento da parte del Consiglio dei ministri sia presto convertito in legge. Ciò è molto importante e ritengo si tratti - mi permetto di sottolinearlo - di uno degli aspetti che il Governo e la maggioranza farebbero meglio a valorizzare maggiormente, perché testimonia la grande fiducia che noi riponiamo nelle italiane e negli italiani. Sappiamo bene che, se riusciremo a spezzare i tanti feudi e i tanti orticelli, ai quali molti sono affezionati, il Paese sarà ancora in grado di crescere civilmente e qualitativamente, nonché di dare una prospettiva giusta alle giovani generazioni.
Vorrei dire che, tra l'altro, sono state intraprese alcune iniziative nella direzione indicata dal Ministro Bersani in relazione all'inflazione, perché mi preme sottolineare che anche i costi bancari hanno iniziato a ridursi, benché il sistema bancario rappresenti ancora un problema piuttosto complesso nei confronti delle imprese (soprattutto di quelle piccole) e le famiglie. Quindi, dobbiamo trarre da questo aspetto maggiore forza e maggiore convinzione per andare avanti, anche sul piano delle semplificazioni. In questo processo di liberalizzazione ne abbiamo inserite molte e ne vorrei citare una per tutte: l'abolizione degli adempimenti a tutela della privacy, che gravano sulle imprese fino a 15 dipendenti...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANDREA LULLI. ...perché sappiamo che ciò comporta grandi difficoltà nella vita quotidiana e su questo terreno siamo impegnati ad andare avanti, ribadendo la nostra fiducia nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Interventi in relazione alla crisi dell'azienda Richard Ginori - n. 3-01099)
PRESIDENTE. Il deputato Mario Ricci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01099, concernente interventi in relazione alla crisi dell'azienda Richard Ginori (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
MARIO RICCI. Signor Presidente, signor Ministro, gli interroganti, nonché i lavoratori e le lavoratrici della Richard Ginori sono molto attenti e curiosi di conoscere la risposta alla nostra interrogazione, perché le prospettive di salvataggio e di rilancio dell'azienda più antica e prestigiosa d'Europa con il marchio della porcellana, com'è la Richard Ginori, dipendono anche dal percorso delle relazioniPag. 73avviate dal Ministero in questa sede rappresentato, delle quali vogliamo anche dare atto.
Sappiamo bene che, nel mese di luglio, sono intervenuti altri incontri con le organizzazioni sindacali; chiediamo, inoltre, al Governo solerzia e continuità, affinché, attraverso tale tavolo di relazioni, si riesca a individuare una soluzione di fuoriuscita dalla crisi finanziaria dell'azienda Richard Ginori e della casa madre Pagnossin. Noi vorremmo ricordare e sottolineare che il marchio Richard Ginori rappresenta un gioiello della manifattura made in Italy...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO RICCI. ...e perciò la vertenza non va relegata nel contesto locale, perché sono in gioco trecento posti di lavoro.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, abbiamo preso atto della grave situazione e di questa grave vertenza. Come Ministero ed avvalendoci dell'attività svolta dal sottosegretario Gianni, ci siamo interessati alla vertenza e, a parte le questioni di natura giudiziale di cui fa cenno anche la sua interrogazione, abbiamo preso atto, nelle riunioni, dell'intenzione della finanziaria Starfin di procedere alla ricapitalizzazione della Richard Ginori. La finanziaria svizzera, durante gli incontri, si era dichiarata disponibile a sottoscrivere interamente l'aumento di capitale a condizione di acquisire, a seguito dell'operazione, la maggioranza della società, previa verifica dello stato patrimoniale.
In queste ore abbiamo notizie di un certo ripensamento da parte della Starfin che, probabilmente, vuol porre nuove condizioni. Comunque, siamo impegnatissimi a considerare tale ripensamento e a continuare il dialogo. Voglio sottolineare che, in ogni caso - e anche questa mi sembra un'affermazione importante - intendiamo portare avanti iniziative che, comunque, evitino il fallimento di questa società.
In ordine alla questione degli omessi versamenti IVA, la società non aveva provveduto a versare quanto richiesto nei termini di 60 giorni dalla data di notifica delle cartelle e ha presentato, prima dell'inizio della procedura, un'istanza di rateizzazione. Tale istanza è stata accolta da parte degli uffici delle finanze di Firenze Tre. La legge subordina la concessione della rateizzazione alle prestazioni di polizze fideiussorie e di fideiussioni bancarie, quindi, ottemperando a quanto disposto dalla previsione normativa, l'azienda potrà beneficiare della rateizzazione degli importi iscritti a ruolo fino a un massimo di 60 rate mensili.
PRESIDENTE. Il deputato Mario Ricci ha facoltà di replicare.
MARIO RICCI. Signor Presidente, prendiamo positivamente atto delle posizioni e delle relazioni intraprese dal Ministero dello sviluppo economico in ordine alla vicenda della Richard Ginori, che rappresenta lo specchio di come, anche nel nostro Paese, il sistema di organizzazione della produzione, in relazione soprattutto ad una prevalente valutazione di carattere finanziario, il mercato e l'impresa costituiscano il paradigma che scandisce, in ordine di importanza, tempi, luoghi e forme del processo produttivo.
Lei sa meglio di me che, nella vicenda specifica della Richard Ginori, vi è stata la volontà delle organizzazioni sindacali, dei lavoratori e delle lavoratrici di impegnarsi nel rilancio del processo produttivo, tant'è che l'azienda, nonostante le sue traversie finanziarie per responsabilità diretta dei proprietari del management, ha aumentato il fatturato e presenta un portafoglio di ordini di notevole consistenza, che garantisce ad essa ancora un raccordo sui mercati internazionali per la storicità di questo marchio.
Invitiamo, dunque, il Governo a perseverare nel traguardare l'obiettivo di un rilancio, anche attraverso la forma che lei ha ultimamente indicato, ed evitare ilPag. 74fallimento. Quest'ultimo rappresenta la condizione, per i proprietari attuali, di portare avanti un'operazione speculativa e finanziaria sulle aree, mentre occorre conseguire, invece, l'obiettivo di un rilancio produttivo industriale di un marchio storico come la Richard Ginori. La ringraziamo e daremo tutto il nostro sostegno, affinché tale obiettivo sia perseguito.
(Orientamenti del Governo sulla riattivazione delle agevolazioni previste dalla legge n. 488 del 1992 a favore delle aziende che operano nel sud Italia - n. 3-01100)
PRESIDENTE. Il deputato Fundarò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01100, concernente orientamenti del Governo sulla riattivazione delle agevolazioni previste dalla legge n. 488 del 1992 a favore delle aziende che operano nel sud Italia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
MASSIMO SAVERIO ENNIO FUNDARÒ. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, la legge n. 488 del 1992 ha rappresentato un significativo strumento di supporto e di incentivo per le aziende del sud Italia, contribuendo così alla crescita complessiva dell'economia del Mezzogiorno. Il bilancio di questa legge, però, non è costituito solo da luci, ma anche da ombre, in considerazione delle quali il Governo si è imposto una pausa di riflessione e anche una rivisitazione complessiva delle misure agevolative nei confronti del sud Italia.
Chiedo al Ministro quali provvedimenti intenda adottare per il rilancio di tali misure e se rispondano a verità le anticipazioni giornalistiche, che individuano nei nuovi contratti di programma il nuovo strumento di intervento prioritario nel settore.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, la legge n. 488 del 1992 resta il principale strumento di sostegno agli investimenti attivati nelle cosiddette aree depresse. I documenti, a tal proposito, parlano chiaro: si parla del 16,4 per cento delle agevolazioni concesse, previsto dalla legge n. 488, nonché del 24 per cento degli investimenti attivati.
Solo nel 2006 i bandi chiusi al 31 dicembre hanno consentito la concessione di 1 miliardo e 700 milioni di euro per l'attivazione di investimenti per oltre cinque miliardi di euro. Tuttavia, come sosteneva l'interrogante, vi sono anche le ombre. Il controllo che abbiamo attivato presso il Ministero, anche in collaborazione con la Guardia di finanza, ha individuato in alcuni casi la presenza di irregolarità, che hanno determinato la concessione di agevolazioni in tutto o in parte non dovute. Abbiamo, quindi posto un'adeguata attenzione su tali casi e, in ragione delle patologie riscontrate, abbiamo pensato di introdurre alcune significative modifiche, che troveranno spazio in una proposta emendativa che il Governo sta apportando al cosiddetto «tesoretto» (in ordine alle nuove normative in materia finanziaria), al fine di semplificare, da un lato, e accelerare, dall'altro, la chiusura delle iniziative in atto e di individuare nuove modalità di attuazione della misura, che privilegino le iniziative più competitive e innovative, assicurando un miglior controllo e monitoraggio.
È necessaria una collaborazione da parte del sistema bancario che credo non vorrà negarla: queste norme, pertanto, possono consentirci di accelerare e migliorare la situazione nei prossimi mesi.
Quanto alle prospettive di una riorganizzazione del sistema degli incentivi, stiamo procedendo, alla luce del disegno di legge «Industria 2015», ad una complessiva riconsiderazione del nostro programma di politica industriale, della quale avremo modo di discutere ancora con il Parlamento e che dovrebbe, in sostanza, privilegiare le iniziative a sostegno dell'innovazione, quelle a carattere automatico ePag. 75quelle affidate ad un fondo di finanza di impresa, che possa far da sponda rispetto alle esigenze finanziarie del sistema delle piccole e medie imprese. Andrà riconsiderata, altresì, la prospettiva della legge n. 488: avremo modo, però, di approfondire nel dettaglio le nostre nuove proposte, trattandosi di tematiche complesse.
PRESIDENTE. Il deputato Fundarò ha facoltà di replicare per due minuti.
MASSIMO SAVERIO ENNIO FUNDARÒ. Signor Presidente, prendo atto con soddisfazione che il Ministro intende procedere speditamente all'individuazione delle nuove misure ed al loro affinamento. Ritengo che i nuovi contratti di programma - che rappresentano una forma di sostegno e di sviluppo sostenibile del territorio dal basso, attraverso la concertazione fra le imprese private e le amministrazioni locali (e da qui deriva la cosiddetta programmazione negoziata) - proprio perché prevedono la concessione di incentivi sotto forma di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati, possano rappresentare un formidabile strumento per rilanciare l'economia del sud, soprattutto se indirizzati in settori nevralgici. Mi riferisco al settore agro-industriale (attraverso la valorizzazione e la commercializzazione dei nostri prodotti tipici agricoli), a quello dell'industria (attraverso la produzione delle energie rinnovabili) ed a quello del turismo (attraverso la valorizzazione dei nostri beni architettonici, paesaggistici e culturali).
Ciò potrebbe contribuire ad arrestare il flusso migratorio di migliaia di giovani del sud, che in questi ultimi anni non si è interrotto e che, a mio giudizio, sta impoverendo fortemente la struttura sociale e la classe dirigente di intere regioni del nostro Paese. La situazione è inaccettabile: credo, pertanto, che tali misure, che mi auguro siano adottate al più presto, possano contribuire ad invertire la tendenza.
(Orientamenti del Governo in campo energetico, con particolare riferimento all'ipotesi di sviluppo del nucleare - n. 3-01101)
PRESIDENTE. Il deputato Nucara ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01101, concernente orientamenti del Governo in campo energetico, con particolare riferimento alle ipotesi di sviluppo del nucleare (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, signor Ministro, l'Italia consuma il 2 per cento del petrolio che viene consumato in un anno in tutto il mondo; ha una dipendenza energetica dall'estero e, in particolare, quella da idrocarburi è pari all'80 per cento.
I black out estivi degli anni passati potrebbero ripetersi, perché, per fortuna, le condizioni di vita delle zone più povere del Mezzogiorno migliorano e l'uso di frigoriferi e di condizionatori avanzerà. Avremo, quindi, bisogno di una maggiore quantità di energia, malgrado l'incentivo a risparmiare. La nostra politica estera non può essere condizionata né tanto meno subordinata all'approvvigionamento di combustibili, si tratti di petrolio o di altro.
Il Paese deve avere indipendenza energetica, come il resto dei Paesi europei. Dire no al nucleare potrebbe significare compromissione della nostra indipendenza. Non vi saranno le guerre risorgimentali, ma la subordinazione dell'Italia ai Paesi produttori di petrolio.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Nel primo giorno di vita di questo Governo, nel primo Consiglio dei ministri, abbiamo approvato un disegno di legge sul completamento della liberalizzazione del mercato dell'elettricità e del gas ed il rilancio delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. TalePag. 76disegno di legge è ancora in discussione al Senato. Nel frattempo abbiamo adottato diversi strumenti per intervenire.
Da ultimo, è stato varato il decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, che accompagna gli utenti verso la totale apertura del mercato elettrico dal 1o luglio. Anche con la legge finanziaria 2007 abbiamo introdotto misure per il sostegno delle fonti rinnovabili e il risparmio energetico. Inoltre, ci siamo impegnati a livello europeo e stiamo predisponendo un piano d'azione sull'efficienza energetica, per rispondere ai nuovi obiettivi dell'Unione Europea per il 2020. Stiamo cercando accordi con diversi Paesi (Russia, Algeria, Tunisia, Qatar, Turchia, Grecia e Albania) per migliorare l'infrastrutturazione e consentirci un approvvigionamento più sicuro e più abbondante, anche per far diminuire i prezzi.
Quanto al nucleare, al di là delle diverse opinioni che possono esservi sul tema, avanzo in particolare una riflessione di tipo economico, concernente la difficoltà di integrare un'ipotesi nucleare nel mercato elettrico, tenuto conto degli elevati costi di investimento, delle difficoltà prevedibili di localizzazione, dei lunghi tempi di realizzazione degli impianti e dell'irrisolto problema delle scorie, compreso il relativo deposito.
Credo sia buona cosa togliere dal dibattito ideologico questo tema e cominciare a fare le cose pratiche che possiamo fare. La prima cosa pratica era che finalmente dopo anni di stasi cominciassimo ad essere adempienti sul tema dei residui del nucleare, realizzando il deposito di superficie. Abbiamo concluso recentemente un accordo con la Francia per il trattamento dei rifiuti e intendo attivare una procedura per l'individuazione di un deposito di superficie, perché se non riusciamo a trattare i rifiuti nucleari, diventa impensabile ragionare sul tema del nucleare.
La seconda questione riguarda la partecipazione italiana ai nuovi progetti di ricerca sul nucleare di nuova generazione. Stiamo stringendo accordi con la Francia e, in particolare, con gli Stati Uniti. Spero che vadano a buon fine entro l'anno, per partecipare alle più avanzate ricerche sul nucleare di quarta generazione.
Ritengo che il modo di procedere, se si vuole pragmatico, sia questo, cioè considerare che in Italia, in questo momento, un piano nucleare non ha fondamenti economici. Occorre attrezzarsi, invece, per rimanere dentro l'evoluzione tecnica e scientifica di questo settore.
PRESIDENTE. Il deputato Nucara ha facoltà di replicare.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, il Ministro risponde solo parzialmente al quesito. Certamente l'interrogante non pretendeva che domani mattina fosse adottato un decreto-legge che desse avvio al nucleare, ma voleva sapere se vi è l'idea di procedere in quella direzione. Su questo punto, il Ministro è stato poco chiaro. In realtà, il problema del nucleare e delle scorie esiste nel nostro come negli altri Paesi europei, come la Francia, che lo ha risolto.
Basterebbe utilizzare le tecnologie che si utilizzano in Francia per sapere come risolvere il problema delle scorie, perché in Francia lo risolvono.
Il fatto che importiamo energia nucleare dalla Francia, dalla Slovenia e da altri Paesi europei, forse ci dovrebbe indurre a dire che non dovremmo più importare energia nucleare da questi Paesi, perché il problema delle scorie sarebbe un problema europeo e non più italiano. Invece ci accontentiamo.
Considerato che lei, Ministro Bersani, è il Ministro dello sviluppo economico, mi rivolgo a lei per sapere come si può sviluppare il nostro Paese, se il costo di un kilowattora in Italia è di 5,6 centesimi, in Gran Bretagna di 3,9 centesimi, in Spagna di 3,6 centesimi, in Francia di 3,3 centesimi, in Germania di 2,7 centesimi.
Se questi sono i dati, non è il problema del costo del lavoro che tiene fermo il nostro Paese, ma è il problema dell'energia: non possiamo ambire ad uno sviluppo economico ordinato nel nostro Paese, fin quando non risolveremo il problema dell'energia.Pag. 77E certamente non lo risolveremo con il fotovoltaico o con l'eolico, che sono palliativi che non servono ad uno sviluppo industriale di un Paese come l'Italia, che è una potenza industriale. Lo è sempre di meno, per nostra sfortuna, ma vorremmo che si allineasse con i Paesi europei sulla produzione di energia. Mi auguro che il Governo, nel futuro, ci possa ripensare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori).
(Problematiche relative all'innalzamento dell'obbligo di istruzione scolastica a sedici anni - n. 3-01102)
PRESIDENTE. Il deputato Tranfaglia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01102, concernente problematiche relative all'innalzamento dell'obbligo di istruzione scolastica a sedici anni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
NICOLA TRANFAGLIA. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro della pubblica istruzione, in modo particolare, per il problema dell'innalzamento dell'obbligo scolastico a sedici anni, che è stato stabilito dall'articolo 1, comma 622, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007).
Il successivo comma 624 riguarda il modo di provvedere all'innalzamento di tale obbligo secondo quanto stabilito dall'articolo 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, che prevedeva di realizzarlo attraverso corsi sperimentali di istruzione e formazione professionale regionali.
Poiché la legge stabilisce che, dopo due anni di questa sperimentazione, si arriverà ad un decreto del Ministro della pubblica istruzione per provvedere a tale innalzamento, chiedo al signor Ministro che cosa intenda fare, attraverso questo decreto, in termini di formazione dei docenti.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, l'onorevole interrogante sa bene che l'introduzione, nel nostro ordinamento, dell'obbligo di istruzione afferisce ad una straordinaria opportunità che abbiamo non solo per aumentare la consapevolezza, le conoscenze e le competenze dei nostri ragazzi, ma anche per combattere quella piaga del nostro Paese rappresentata dalla dispersione scolastica che - non dimentichiamocelo mai - è il vero ed unico doppio canale che esiste, quando un ragazzo, anzi, un ragazzo e mezzo su tre, viene disperso, non arrivando né ad una qualifica né ad un diploma.
L'articolo 1, comma 624, della legge finanziaria per il 2007 prevede che, fino all'entrata a regime dell'obbligo di istruzione, detto obbligo possa essere svolto anche nei percorsi sperimentali di formazione triennale, avviati in alcune regioni del nostro Paese. Come prevede l'articolo 1, comma 622, della citata legge finanziaria per il 2007, ho emanato un decreto di natura regolamentare - attualmente all'esame del Consiglio di Stato - in cui viene definito, per la prima volta, in termini di competenze e di saperi, per assi e per aree, ciò che i nostri ragazzi, prescindendo dalle scuole che frequentano e dai luoghi dove svolgono l'obbligo di istruzione, devono tutti raggiungere.
Credo sia un passo avanti significativo, perché se anche il decreto regolamentare non individua modifiche dei curriculum e dei singoli indirizzi scolastici, fornisce però, per la prima volta, alle nostre scuole e ai luoghi che si occupano di istruzione, l'opportunità di lavorare per definire competenze comuni a tutti i ragazzi.
Tali competenze e saperi sono stati definiti in via sperimentale e si attueranno nei due prossimi anni, entro l'anno scolastico 2009-2010, mi auguro seguendo il percorso individuato dall'articolo 1, comma 622, della legge n. 296 del 2066,Pag. 78che prevede, di concerto con le regioni, di individuare non solo l'andamento definitivo dell'obbligo di istruzione ma anche i progetti e i percorsi che possano consentire di realizzare un abbattimento della dispersione scolastica.
Per quanto concerne le risorse, saranno emanate apposite linee guida riguardanti l'orientamento dei ragazzi e le loro famiglie, il sostegno alle istituzioni scolastiche, la formazione del personale docente, per la quale abbiamo previsto un ulteriore stanziamento di 20 milioni di euro rispetto agli anni precedenti, un'azione di monitoraggio, di valutazione e di sostegno da parte dell'Invalsi appositamente sostenuta e l'individuazione di risorse aggiuntive non inferiori ai 15 milioni di euro, che possano consentire di espletare in questa fase di prima attuazione anche quella ricerca sperimentale di progetti e di percorsi che abbattano la dispersione scolastica non ricorrendo mai più a quel proliferare di indirizzi e di studi delle scuole medie superiori che hanno fino ad oggi provocato soltanto un'anomalia rispetto al sistema di istruzione europeo e che vanno ridotti rispetto a quelli attuali.
PRESIDENTE. Il deputato Tranfaglia ha facoltà di replicare.
NICOLA TRANFAGLIA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per le indicazioni che fornisce e che corrispondono all'esigenza di deliberare all'interno della scuola e con gli organi scolastici questa parte importante della lotta contro la dispersione scolastica. Ritengo che la decisione sulla formazione dei docenti abbia una particolare importanza, perché tutte le ricerche e tutte le inchieste dimostrano che uno degli elementi che ha portato ad un abbassamento del livello medio dei giovani che escono dalle scuola va individuato proprio in un certo scollamento che si è verificato negli anni scorsi nella formazione dei docenti. A mio avviso bisogna stabilire un percorso chiaro, seguito dal Ministro e che vada in questa direzione.
(Iniziative in relazione all'insolvenza del Ministero della giustizia con riguardo alla fornitura di servizi e alla locazione di strutture - n. 3-01103)
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01103, concernente iniziative in relazione all'insolvenza del Ministero della giustizia con riguardo alla fornitura di servizi e alla locazione di strutture (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6 ).
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor Ministro, nei giorni scorsi il giornale La Stampa di Torino evidenziava la situazione gravissima del carcere Le Vallette: il direttore manifestava grande preoccupazione per il fatto che da ben tre anni il Ministero della giustizia non riusciva a pagare le bollette dell'acqua alla società concessionaria del servizio. L'arretrato nel pagamento delle bollette superava di gran lunga il milione di euro e ciò provocava una grande situazione di incertezza.
Lei conosce, signor Ministro, i problemi di questo tipo, e non sono tutti imputabili al suo anno di gestione del Ministero, ma una buona parte deriva dal passato. È però altrettanto evidente che i bilanci di previsione devono avere la capacità di sostenere le spese obbligatorie. In questo senso insisto per avere da lei delle risposte puntuali, e richiamo la sua attenzione sugli atti di sindacato ispettivo che ho già presentato al riguardo.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, proverò a rispondere all'onorevole Buemi, premettendo che dal 2002 al 2006 le risorse per la gestione del servizio giustizia sono diminuite del 51,22 per cento. Ha ragione lei, quindi, quando afferma che non appartiene alla mia gestione la diminuzione che è avvenuta. Gli stanziamenti destinati ai capitoli di spesa dei consumi intermediPag. 79sono passati dai 343 milioni di euro del 2002 ai 168 milioni di euro del 2006. La diminuzione delle risorse assegnate ha aumentato il debito del mio Ministero e di conseguenza l'esposizione debitoria del capitolo di spesa 1761, su cui gravano anche i consumi idrici della casa circondariale delle Vallette di Torino.
Con la legge finanziaria per il 2007 è stato istituito un fondo per il funzionamento del Ministero della giustizia, con una dotazione annuale di 200 milioni di euro per il 2007, il 2008 e il 2009, e una quota di tale fondo, pari a circa 71 milioni di euro, è stata destinata all'amministrazione penitenziaria, e di essa circa 47 milioni sono stati destinati proprio al ripianamento del capitolo di spesa 1761. Nonostante ciò, devo dirle che solo il 30 per cento dei debiti è stato estinto.
Per quanto riguarda le sedi della prefettura, della questura e della caserma Bergia di Torino, il Ministro dell'interno ha comunicato che la provincia è la proprietaria degli immobili e che il canone di locazione della sede della prefettura risulta regolarmente pagato. Quanto alla caserma Bergia, per la quale è in corso la stipula del contratto di locazione, sono state corrisposte le indennità di occupazione extracontrattuale maturate fino al 31 dicembre 2006 e sono stati accreditati gli importi relativi al 2007. Lo stesso è avvenuto per quanto riguarda la questura.
Per quanto concerne i profili di carattere generale di stretta pertinenza della mia amministrazione, faccio presente che sono i comuni - come lei sa - ad essere tenuti, a norma di legge, al pagamento dei costi relativi alle pigioni, alla manutenzione, all'illuminazione, al riscaldamento ed alla custodia di locali adibiti ad uso di giustizia. Le spese affrontate annualmente per tale causale sono parzialmente rimborsate attraverso un contributo economico dell'amministrazione statale. Negli ultimi due anni il contributo per il rendiconto 2002-2003 ha coperto il 95 per cento delle spese effettivamente affrontate dal comune. Tale contributo è spesso corrisposto in ritardo per ragioni fisiologiche. Proprio per porre rimedio alle difficoltà dei comuni nei pagamenti, è stata prevista nel 1998 la corresponsione del contributo in due rate: la prima, pari al 70 per cento dell'ultimo contributo erogato, viene pagata in acconto all'inizio di ciascun esercizio finanziario; la seconda, a saldo, è corrisposta entro il 30 settembre di ciascun anno. Tale strumento, anche se non ha risolto definitivamente il problema dei ritardi nel calcolo e nella corresponsione dei contributi, ha tuttavia ridotto notevolmente l'esposizione dei comuni, consentendo di anticipare il pagamento della maggior parte delle somme da loro dovute.
In conclusione posso garantire che mi adopererò - se anche il Parlamento contribuirà al riguardo - per ottenere lo stanziamento di nuovi fondi rispetto a quelli già assegnati al Ministero della giustizia dalla legge finanziaria per il 2007, in modo tale da permettere un più puntuale pagamento delle spese, così come è auspicato anche dal collega Buemi.
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di replicare.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per la puntuale risposta, e devo dire che ho presentato l'interrogazione in esame certamente per avere le risposte che lei mi ha dato, ma anche per porre, con un minimo di preavviso, i problemi che affronteremo nella stesura del bilancio di previsione per il 2008.
È evidente, infatti, che in quella sede dovremo tutti insieme fare uno sforzo per correggere le storture. Intendo inoltre far riferimento, per completare il quadro di questa situazione critica, all'audizione, che si è svolta ieri presso la I Commissione, del comandante generale dell'Arma dei carabinieri, il quale ha rilevato che la criticità relativa ai conti del Viminale riguarda in particolare le missioni di polizia giudiziaria, l'energia elettrica ed il riscaldamento. In materia di spese obbligatorie - i contratti di fornitura rappresentano spese obbligatorie, come quelle relative al personale - non vi è la facoltà di non prevedere: è obbligatorio prevedere il pagamentoPag. 80delle forniture, in quanto non si tratta di spese facoltative.
Pertanto - lo dico non al Ministro Mastella, ma al Ministro della giustizia - il Ministero della giustizia, ovvero l'organizzazione che sovraintende alla giustizia nel nostro Paese, non può essere credibile nei confronti dei cittadini chiamati in tribunale, oppure nei confronti di quelli cui viene tolta l'erogazione di un servizio se non pagano le bollette, se i primi a non pagare sono il Ministero della giustizia o dell'interno, o ancora altri ministeri, i quali spesso dimenticano che hanno degli obblighi nei confronti degli altri enti locali, delle aziende fornitrici di servizi, pubbliche o private, o dei privati cittadini fornitori.
Credo che dobbiamo ripristinare la legalità non soltanto in materia penale, signor Ministro, ma anche in materia civile, perché vi sono obblighi contrattuali che dobbiamo rispettare prima di tutto noi, che siamo lo Stato.
(Misure in materia di sicurezza stradale, con particolare riferimento all'istituzione di un'agenzia nazionale per la sicurezza stradale - n. 3-01104)
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01104, concernente misure in materia di sicurezza stradale, con particolare riferimento all'istituzione di un'agenzia nazionale per la sicurezza stradale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
MAURO FABRIS. Signor Presidente, signor Ministro, la strage - come purtroppo tutti sappiamo e lei ancor di più - continua. Sulle nostre strade si continua a morire, e purtroppo si tratta di una tragica consuetudine che si registra e non dell'emergenza degli ultimi giorni, come qualcuno vuol far credere. Quindici, diciassette morti ogni giorno è purtroppo la triste media di questo nostro Paese.
Si tratta di intervenire in maniera decisa di fronte ad una tragedia nazionale rispetto alla quale non si possono continuare ad usare strumenti ordinari. Proponiamo, dunque, al Governo - non solo in questa occasione: lo abbiamo già fatto anche in occasione della discussione sulla questione di fiducia - che venga istituito un organismo (un'agenzia nazionale, un dipartimento presso la Presidenza del Consiglio: decida il Governo quale forma usare) che abbia, così come il dipartimento per la protezione civile, poteri straordinari di coordinamento di tutte le realtà locali e centrali che si occupano della materia. Diversamente, continueremo a sentire i pianti del giorno dopo, le idee più diverse nel Governo, nel Parlamento, nel Paese di fronte ad una tragedia che non si arresta.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Fabris.
MAURO FABRIS. Questa è la nostra proposta. Vogliamo sapere dal Governo quale sia la sua idea in proposito.
PRESIDENTE. Il Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, nel rispondere alla domanda degli onorevoli interroganti parto dal presupposto, che gli stessi hanno evidenziato, che la situazione dell'incidentalità stradale nel nostro Paese ha assunto, come i dati dimostrano, il carattere di una vera e propria emergenza nazionale, anche se devo far presente che ancora non esistono dati ufficiali relativi al 2007 e che l'andamento fa pensare ad un numero complessivo su base annua tra 5 mila e 6 mila.
Nell'ambito del problema generale che investe aspetti e cause diverse, quello relativo alla guida in stato di ubriachezza o di alterazione psicofisica da stupefacenti rappresenta uno di quelli più gravi e in costante aumento. Ciò detto, proprio al fine di contrastare nel modo più efficace il fenomeno nella sua interezza, il Governo ha presentato un disegno di legge sullaPag. 81sicurezza stradale che la Camera ha approvato il 27 giugno scorso e che prevede un deciso inasprimento delle sanzioni. Il disegno di legge in questione ha iniziato oggi il suo iter nella Commissione trasporti del Senato, nell'auspicio - credo comune a tutti - che possa essere definitivamente approvato prima della pausa estiva. Contemporaneamente, il Ministero dei trasporti ha avviato una serie di azioni tendenti ad aumentare il numero dei controlli sulla strada e a sostenere campagne informative dirette soprattutto ai giovani. A tal fine, sta impegnando progressivamente la somma di 6 milioni di euro, come era stato richiesto in un ordine del giorno approvato alla Camera a conclusione del voto sul richiamato disegno di legge. In particolare, fin dalle prossime settimane si avvierà una campagna informativa e si procederà, in parallelo, all'acquisto di attrezzature tecniche, tipo etilometri, da fornire alle forze dell'ordine che operano sulla strada. Il che consentirà nelle nostre stime di aumentare i controlli specifici sui livelli alcolemici dagli attuali 200 mila all'anno a un milione e mezzo all'anno.
Per quanto riguarda, infine, il richiamo all'agenzia nazionale sulla sicurezza stradale, si tratta di un'iniziativa di sicuro interesse che mi riservo di vagliare attentamente con gli onorevoli proponenti anche alla luce della recente istituzione presso il Ministero dei trasporti di una direzione generale di sicurezza stradale.
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare.
MAURO FABRIS. Signor Ministro, la ringrazio perché lei continua a dimostrare una sensibilità certamente condivisibile rispetto alla questione dell'incidentalità stradale; una tragedia che ormai tocca tutte le famiglie italiane.
Devo dire grazie anche al Governo perché, diversamente da quello dei cinque anni precedenti, nell'ultima legge finanziaria ha rifinanziato il piano per la sicurezza stradale il quale non disponeva di alcuna risorsa. Tale misura ci aiuta senz'altro ad intraprendere le azioni che il Ministro ha poc'anzi indicato. Però, signor Ministro, a mio avviso, bisognerebbe essere più determinati al fine di fare, in questo momento di grande sensibilità, politica e sociale, qualcosa di più. Sono necessari, pertanto, più fondi per la Polizia di Stato, come prevedeva l'ordine del giorno approvato qualche settimana fa qui alla Camera. Tale ordine del giorno impegna il Governo, entro il 31 agosto, a destinare almeno un terzo di questi fondi all'incremento dei controlli in tema di sicurezza stradale.
Spero che il Senato, nella sua autonomia, approvi in fretta ciò che abbiamo già approvato in questo ramo del Parlamento, soprattutto per quanto riguarda l'inasprimento delle pene. Se ci sono cambiamenti da apportare, nella riforma del codice questi potranno essere introdotti. L'importante adesso è rendere subito effettive le norme dure contro chi guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti.
Occorre anche, signor Ministro, adottare strumenti straordinari. Ciò dipende da una volontà politica. Penso sarebbe un elemento di grande qualificazione per questo Governo se si volesse istituire, come è già avvenuto in altri Paesi europei, un ente, un'agenzia, un dipartimento della Presidenza del Consiglio che riassuma in sé, in questa materia, tutti i poteri.
La carenza di dati a cui lei si richiamava è dovuta anche alla mancanza di una legge che obblighi tutti i comuni a fornire dati in tema di decurtazione dei punti sulla patente o di guida pericolosa. Tale situazione rende difficile, anche ad uno strumento efficace, come è stata all'inizio la cosiddetta patente a punti, esplicare effetti positivi.
Si tratta, dunque, di trovare strumenti efficaci, di non limitarci...
PRESIDENTE. Deputato Fabris, deve concludere.
MAURO FABRIS. ...ai pianti del giorno dopo. In questo senso, mi auguro che la sua azione trovi solidarietà nel Governo, perché ritengo che ciò che lei ha fatto, in questo ramo del Parlamento, abbia già trovato una risposta positiva.
Pag. 82(Iniziative per una campagna di informazione e prevenzione da realizzarsi nelle scuole e nei principali luoghi di aggregazione dei giovani sui rischi nella circolazione stradale connessi all'assunzione di alcool - n. 3-01105)
PRESIDENTE. Il deputato Tassone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Volontè n. 3-01105, concernente iniziative per una campagna di informazione e prevenzione da realizzarsi nelle scuole e nei principali luoghi di aggregazione dei giovani sui rischi nella circolazione stradale connessi all'assunzione di alcool (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, signor Ministro, come ha potuto osservare anche dal titolo di questa interrogazione a risposta immediata, poniamo l'accento su tali drammi che oggi sono all'attenzione dell'opinione pubblica, purtroppo, in termini molto rapsodici. Le attenzioni, infatti, sono limitate ad un periodo in cui accadono fatti tragici, per poi ripiombare nel silenzio e nell'anonimato, quando non accadono fatti eclatanti, né vi sono comportamenti reattivi da parte di tutti noi.
Vi è un disegno di legge che prevede l'inasprimento delle sanzioni, ma non credo che sia esaustivo. C'è bisogno di una mobilitazione generale. Signor Ministro, lei sa che più volte ho posto l'accento sulla sicurezza stradale, che non può essere semplicemente una materia limitata alla competenza del Ministero dei trasporti - che la sta affrontando con estrema dignità - ma deve coinvolgere tutto il Paese e il Governo nel suo complesso. È necessario, altresì, operare una scelta sul piano culturale.
PRESIDENTE. Deputato Tassone, deve concludere.
MARIO TASSONE. Nel dibattito svoltosi sul disegno di legge citato sono emerse alcune resistenze antiproibizionistiche, per quanto riguarda la droga e, soprattutto...
PRESIDENTE. La prego, deputato Tassone, deve concludere.
MARIO TASSONE. ...su alcune situazioni di mantenimento e di tutela di interessi legati alla sicurezza stradale.
PRESIDENTE. Il Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, con riferimento a quanto richiesto dagli onorevoli interroganti, vorrei far rilevare, innanzitutto, che l'European transport safety council non ha bocciato tout court il nostro Paese in materia di sicurezza stradale. Ha dato atto, infatti, che tra il 2001 e il 2005 vi è stata una diminuzione degli incidenti stradali di circa il 18 per cento - dovuta prevalentemente al provvedimento noto come «patente a punti» -; tuttavia, ha fatto rilevare che nel nostro Paese si conducono pochi controlli, per quanto riguarda i tassi alcolemici, l'uso del casco e delle cinture di sicurezza.
Convengo con quanto esposto dagli onorevoli interroganti in premessa; in particolare sulla necessità che la questione degli incidenti stradali, pur tenendo conto della particolare gravità e drammaticità di alcuni eventi, vada affrontata quotidianamente, poiché in molte e diverse fattispecie si verificano ogni giorno incidenti gravi, anche se non così tragici.
In secondo luogo, convengo sulla necessità di rivolgere particolare attenzione alle fasce giovanili - e aggiungerei - in combinazione con la guida di motocicli, che continuano a determinare una crescita esponenziale degli incidenti più pericolosi, in controtendenza con l'andamento generale.
In terzo luogo, convengo sull'inderogabile necessità di accrescere in quantità e qualità i controlli sulla strada. Ciò premesso, accanto all'introduzione di misure più severe per la guida in stato di ubriachezza, contenute nel disegno di legge approvato, qui alla Camera dei deputati, il 27 giugno scorso, le iniziative che chiedonoPag. 83gli onorevoli interroganti - di sensibilizzazione, prevenzione ed educazione sui rischi connessi all'assunzione dell'alcool nei confronti dei giovani - sono già state avviate dal Ministero dei trasporti, sia nell'ambito del terzo Programma nazionale sulla sicurezza stradale, sia nel rispetto dell'impegno, già richiamato, per il recepimento dell'ordine del giorno della Camera sull'impegno di sei milioni di euro per tali campagne, che verranno attuate già nelle prossime settimane.
Quanto infine ai controlli, essi sono ad oggi, nel primo semestre del 2007, già arrivati a duecentomila e, entro la fine dell'anno, saranno moltiplicati per cinque - probabilmente fino a un milione e mezzo - grazie alla dotazione che il Ministero dei trasporti sta predisponendo, per le forze dell'ordine sulla strada, di attrezzature di ultima generazione e, in particolare, di etilometri.
PRESIDENTE. Il deputato Barbieri, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, signor Ministro, di buone intenzioni - come lei ben sa - è lastricata la via dell'inferno. Faccio fatica ad affermare che non condivido quanto lei ha sostenuto. È necessario, tuttavia, signor Ministro, passare dalle parole ai fatti.
Come pone in evidenza l'interrogazione a risposta immediata Volontè ed altri n. 3-01105, vi sono alcune questioni a cui non si sta ponendo, nel modo più assoluto, rimedio (anche se, poi, può darsi che lei ne abbia l'intenzione). È chiaro che, laddove non vi è un efficace rafforzamento della presenza della polizia stradale sulle strade, non si è in grado di evitare gli eventi a cui lei faceva riferimento. È necessario che il Governo tiri fuori i quattrini da destinare alla sicurezza sulle strade.
Signor Ministro, per quanto riguarda i dati da noi citati (e che lei conosce a memoria) relativi al 2005 - vale a dire 5400 morti sulle strade - mi rifaccio ad un'immagine molto bella, resa dall'UDC dell'Emilia Romagna in un manifesto in cui si diceva agli emiliano-romagnoli che in un anno vi sono stati più morti per incidenti stradali di quanti soldati americani siano morti in Iraq dal marzo del 2003 ad oggi. Ho fatto riferimento a tale immagine perché si deve avere consapevolezza che questa è una guerra, non dichiarata, ma è una guerra, a fronte della quale bisogna assumere atteggiamenti forti!
Signor Ministro, da questo punto di vista sarebbe utile una risposta concreta del Governo, sua, del Ministro Mastella, perché non è bello (mi rivolgo a lei, che legge i giornali come me) che quella gente che ha ammazzato i ragazzi sulle strade (non mi interessa se extracomunitari o italiani), dopo due mesi...
PRESIDENTE. Deputato Barbieri, la prego di concludere.
EMERENZIO BARBIERI. ...dopo due mesi, possa passarci davanti mentre si passeggia in città. Quindi, poche parole e molti fatti (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
(Iniziative per una campagna di informazione e prevenzione sulla sicurezza stradale e per l'inasprimento delle sanzioni in relazione a violazioni del codice della strada - n. 3-01106)
PRESIDENTE. Il deputato Pini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01106, concernente iniziative per una campagna di informazione e prevenzione sulla sicurezza stradale e per l'inasprimento delle sanzioni in relazione a violazioni del codice della strada (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
GIANLUCA PINI. Signor Ministro, non scadrò nella demagogia - non me ne vogliano per questo i colleghi dell'UDC - del discorso «è una guerra o non è una guerra». Sappiamo che vi sono stragi sulle strade, che lei ha citato anzitempo - datoPag. 84che vi sono state altre interrogazioni - un disegno di legge approvato da questo ramo del Parlamento, che adesso è approdato al Senato e che doveva svolgere una funzione deterrente che, tuttavia, non ha avuto assolutamente.
Come lei ha avuto modo di dire attraverso i quotidiani nazionali e i media, è vero che sono aumentati i controlli sulle strade, tuttavia sono purtroppo aumentati anche i morti. Ci chiediamo, quindi, se le operazioni di deterrenza non abbiano funzionato, perché poi si incagliano laddove, forse, dovrebbero essere applicate le pene veramente severe. Ad esempio la magistratura che rimette in libertà, dopo una settimana, chi è colpevole di omicidio per guida in stato di ebbrezza, oppure quei prefetti che...
PRESIDENTE. Deputato Pini, la prego di concludere.
GIANLUCA PINI. ...danno nuovamente la patente a chi è stato beccato tre o quattro volte in guida in stato di ebbrezza e che, pertanto, non dovrebbe più averla. Ci chiediamo, quindi: il Governo intende applicare...
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
GIANLUCA PINI. ...queste pene severe, intende fare, veramente, campagne di informazione, anche shock, nelle scuole per istruire questi giovani?
PRESIDENTE. Il Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, vorrei anzitutto precisare che il disegno di legge sulla sicurezza stradale di cui stiamo parlando è stato approvato dalla Camera il 27 giugno, a distanza di soli tre mesi dall'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, dell'atto di indirizzo che ne ha creato i presupposti.
Detto ciò, non vi è dubbio che il particolare fenomeno a cui gli onorevoli interroganti si riferiscono - le cosiddette «stragi del sabato sera» - pur non essendo quantitativamente quello più rilevante (ricordo che oltre il 70 per cento degli incidenti avviene in condizioni di normale circolazione all'interno delle aree urbane), è certamente quello di maggiore impatto nei confronti dell'opinione pubblica, in quanto colpisce prevalentemente i giovani e con dinamiche particolarmente cruente.
La causa principale di tali incidenti è, con ogni evidenza, dovuta alla guida in stato di ebbrezza o di soggezione a sostanze stupefacenti, molto spesso alla combinazione di entrambe. Premesso ciò, ritengo di dover rispondere positivamente ai quesiti posti dagli onorevoli interroganti, nel senso che, in primo luogo, una campagna di informazione pubblicitaria è già stata avviata in ottemperanza alle finalità poste dal comma 1036 della legge finanziaria per il 2007 e ne avremo riscontro già nelle prossime settimane.
In secondo luogo, i controlli specifici relativi al tasso alcolemico, subiranno un deciso incremento a seguito dell'investimento che il Ministero sta compiendo, pari a circa cinque milioni di euro, per l'acquisto di attrezzature tecniche ivi compresi gli etilometri da fornire alle forze dell'ordine. Come ho già detto rispondendo in precedenza alle altre interrogazioni, si stima che tale tipo di controlli potrà salire da 200 mila ad un milione e mezzo all'anno.
In terzo luogo, l'inasprimento delle sanzioni relative a tale tipo di infrazione è già previsto nel disegno di legge in tema di sicurezza stradale - che proprio oggi ha intrapreso l'iter nella Commissione trasporti del Senato - sia sul piano amministrativo, con un forte e incremento delle ammende, sia sul piano dei tempi e modi di sospensione e revoca della patente, sia per la fattispecie che determina la possibilità di arresto che può arrivare da tre a sei mesi.
PRESIDENTE. Il deputato Pini ha facoltà di replicare per due minuti.
Pag. 85
GIANLUCA PINI. Signor Ministro, sospendiamo la nostra valutazione, positiva o negativa, sulla sua risposta data alla nostra interrogazione, che espliciteremo nel momento in cui i provvedimenti da lei citati daranno effettivamente buoni frutti.
Accogliamo con favore la notizia che è stata stanziata una piccola cifra, circa 5 milioni di euro, anche se, poiché avevate a disposizione un «tesoretto» enorme, l'ammontare delle risorse da destinare ai controlli avrebbe potuto essere un po' più elevato.
Sulle strade non sono sufficienti solo gli etilometri, ma occorrono anche gli addetti alla sicurezza, gli agenti di polizia il cui numero voi, invece, con la legge finanziaria per il 2007, avete tagliato. Voi da un lato predicate bene e dall'altro non razzolate altrettanto bene.
Dato - come giustamente ha detto un noto esponente del Governo - che si tratta di un problema che va affrontato in maniera bipartisan, vi chiediamo di affrontarlo in maniera seria, lanciando anche un segnale alla magistratura affinché, come ho già detto, mantenga in detenzione chi si è macchiato del reato di guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
Chiediamo, inoltre, al Ministro dell'interno di diramare una circolare che tenga conto in maniera seria di tutti quei soggetti colpevoli di essere recidivi alla guida, anche se non hanno commesso incidenti.
Da parte nostra verrà svolto uno studio approfondito, che successivamente verrà presentato in Parlamento, magari nell'ambito della Commissione della quale abbiamo chiesto l'istituzione presentando un apposito progetto di legge.
Sosteniamo ciò perché quello di cui si discute è un problema che sicuramente non si esaurisce semplicemente adottando provvedimenti ad hoc, sebbene duri, ma esso va studiato nelle sue radici profonde che sono sicuramente quelle di un disagio giovanile, che il Governo evidentemente fa fatica a comprendere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Italia dei Valori).
(Provvedimenti per contrastare le violazioni del codice della strada - n. 3-01107)
PRESIDENTE. Il deputato Moffa ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01107, concernente provvedimenti per contrastare le violazioni del codice della strada (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, signor Ministro, ritengo che il fatto stesso che a distanza di qualche settimana dal dibattito che si è svolto in Assemblea sul disegno di legge in materia di sicurezza stradale si debba ritornare sull'argomento, sia di per sé sintomatico di come anche quel provvedimento e quel dibattito non abbiano risolto alcuni problemi di fondo rispetto ai quali lei stesso ha già fornito alcune risposte nel corso delle interrogazioni precedenti.
La nostra interrogazione tende a mettere in evidenza, ancora una volta, la necessità di un riferimento ad un quadro normativo che aggredisca alcuni problemi. Come lei stesso ha poc'anzi affermato, il problema della incidentalità, legata soprattutto all'uso di sostanze stupefacenti e dell'alcol, è in grande aumento.
PRESIDENTE. Deputato Moffa, la invito a concludere.
SILVANO MOFFA. Tuttavia, proprio in quest'Assemblea si è registrata una grande contraddizione, soprattutto tra alcuni esponenti della maggioranza, da parte di chi chiede misure antiproibizioniste...
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
SILVANO MOFFA. ...e successivamente grida all'emergenza quando accadono episodi come quello avvenuto a Pinerolo.
PRESIDENTE. Il Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
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ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, nel rispondere agli onorevoli interroganti, premetto che naturalmente sono d'accordo sul fatto che il fenomeno degli incidenti stradali rappresenti oramai un'emergenza nazionale. Io stesso ho usato tale espressione fin dall'avvio dei provvedimenti che attualmente sono in fase di attuazione.
Posso però anche assicurare che il Governo considera un'assoluta priorità tale fenomeno tanto da aver approvato in data 27 giugno scorso in quest'Assemblea un disegno di legge presentato dal Governo. Ciò detto i provvedimenti che il Governo sta adottando sono di due tipi e ripeterò ovviamente cose già dette in precedenza: quelli contenuti nel già citato disegno di legge in materia di circolazione e sicurezza che si pone in continuità con il provvedimento noto come «patente a punti» che ha consentito, negli anni tra il 2002 e il 2004, una riduzione di circa il 20 per cento degli incidenti. Alcune norme del disegno di legge in questione tendono proprio a fare in modo che la patente a punti trovi un nuovo slancio prevedendo sanzioni più severe e allargando i casi di applicazione.
Per quanto riguarda il versante della prevenzione e dei controlli, sono già in corso azioni tendenti a potenziarlo; in particolare - come ho già detto - i controlli alla metà dell'anno in corso sono già pari al doppio di quelli degli anni precedenti, il che credo rappresenti un buon punto di avvio per cercare di adeguare il nostro Paese agli standard in vigore negli altri Paesi europei.
Quanto alle azioni di prevenzione e sensibilizzazione, il Ministero dei trasporti ha avviato una campagna informativa, diretta in modo particolare ai giovani, anche in ottemperanza al già richiamato ordine del giorno con cui in quest'aula il Ministro è stato impegnato ad una spesa di circa 6 milioni di euro.
Faccio presente inoltre che grazie alla disponibilità finanziaria resa con la legge finanziaria per il 2007, di 159 milioni di euro in tre anni, il piano nazionale per la sicurezza stradale è in fase di riavvio dopo un lungo periodo di fermo.
PRESIDENTE. Il deputato Moffa ha facoltà di replicare.
SILVANO MOFFA. Signor Ministro, mi auguro davvero che si possa andare verso una strada, diciamo così, di concretezza anche rispetto a quanto da lei affermato. Mi permetta, però, di sottolineare un aspetto: lei poco fa parlava di come attraverso alcune iniziative si stia incrementando il sistema dei controlli sulle nostre strade. Le faccio osservare - lei stesso ha citato l'agenzia europea dicendo che l'Italia non è tra i Paesi che in qualche modo sono in ritardo - che siamo invece proprio in una situazione di assoluto ritardo. Noi miriamo ad aumentare i controlli fino ad un milione e mezzo, come ha detto poc'anzi, ma dobbiamo renderci conto che in Francia, nel 2006, i controlli sono stati 11 milioni e che in Gran Bretagna e in Germania in un fine settimana si svolgono esattamente i controlli che noi facciamo in un anno sulle nostre strade.
Allora il problema non è solo il potenziamento e il finanziamento di questi interventi, ma anche capire, rispetto ad alcune problematiche come quella emersa in maniera così tragica nei fatti di Pinerolo, se dobbiamo ancora rimanere nel vago anche rispetto ad alcune responsabilità precise che si vanno a configurare nel caso in cui si guidi in stato di ubriachezza.
Voglio soltanto riportare brevemente parte di un fondo di giornale, proprio dei giorni scorsi, che afferma che non si può giudicare nello stesso modo la svista e il totale dispregio delle regole. Bisogna prendere atto che il concetto di colpevolezza, così come concepito dal nostro legislatore e applicato dalla giurisprudenza...
PRESIDENTE. Deputato Moffa, concluda.
SILVANO MOFFA. ...non è in grado di cogliere le differenze che i fatti della vita pongono sotto gli occhi di tutti. Siamo diPag. 87fronte a comportamenti dolosi. Ecco perché bisogna rivedere il quadro normativo (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
(Iniziative del Governo per garantire l'applicazione del principio europeo di continuità territoriale sul territorio nazionale - n. 3-01108)
PRESIDENTE. Il deputato Pedrini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01108, concernente iniziative del Governo per garantire l'applicazione del principio europeo di continuità territoriale sul territorio nazionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Ministro mi rivolgo a lei con l'interrogazione a mia firma per chiedere le sue indicazioni relative al principio della continuità territoriale che, secondo le nostre valutazioni, è un'applicazione distorta del principio di continuità territoriale così come l'ha voluto sancire l'Unione europea. Il principio di continuità territoriale si applica, secondo l'indicazione dell'Unione europea, laddove c'è carenza di mezzi di comunicazione o dove c'è necessità di stabilire che due poli sono strategici rispetto allo sviluppo degli interessi nazionali.
Ciò in molte zone dell'Italia non avviene perché va a consacrare situazioni di monopolio con danni enormi a quello che è lo sviluppo economico e politico di quelle zone.
PRESIDENTE. Il Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, vorrei fare una considerazione preliminare nel rispondere all'onorevole Pedrini, per dire che nell'ambito del settore aereo i vettori low cost sicuramente costituiscono un fattore di considerevole risparmio per l'utenza. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che molto spesso l'offerta di tariffe a costi contenuti è dovuta a contributi da parte degli enti locali, il che probabilmente comporta un aggravio per i contribuenti. In ogni caso, i voli low cost non possono sostituire completamente i voli in oneri di servizio pubblico in quanto i primi sono caratterizzati da un forte andamento stagionale.
Per quanto riguarda il caso specifico dei voli per la Sardegna, sono stati imposti oneri di servizio pubblico in ottemperanza della legge n. 144 del 1999 anche sulla spinta forte della regione Sardegna, che intendeva garantire la mobilità dei propri cittadini.
Questo regime onorato della Sardegna dovrà ora essere modificato a seguito di una decisione recente della Commissione europea, che ha rivolto allo Stato italiano una serie di quesiti volti a verificare se ricorrano o meno le condizioni per imporre gli oneri di servizio pubblico sull'isola, richiesta alla quale il Ministero ha ottemperato in data 30 maggio 2006 presentando una memoria.
Successivamente, in data 9 agosto 2006, la Commissione europea ha notificato un nuovo provvedimento con un'altra nutrita serie di quesiti, alla quale è stato risposto con un documento del 6 ottobre e un incontro in data 17 ottobre 2006. In quell'occasione, la Commissione ha deciso di autorizzare l'introduzione da parte dell'Italia di oneri di servizio pubblico su sedici rotte che collegano i tre aeroporti della Sardegna (Cagliari, Olbia ed Alghero) ai principali aeroporti continentali italiani (Roma, Milano, Bologna, Torino, Firenze, Verona, Napoli e Palermo), inserendo, tuttavia, alcune condizioni tese ad evitare restrizioni all'avvio di nuovi collegamenti aerei.
Citerò le principali: la prima fase degli oneri di servizio pubblico deve rimanere aperta a qualsiasi operatore rispetti le condizioni previste; la durata fissata per assicurare la continuità deve essere ragionevole e non superiore a un anno; le autorità non possono subordinare il diritto dei vettori aerei di effettuare il servizio su una rotta all'obbligo di effettuare un'altraPag. 88rotta fra altre due città; l'imposizione non deve riguardare l'intero sistema aeroportuale di Roma e Milano ma solo un aeroporto di detti sistemi.
Tale decisione è stata formalizzata il 23 aprile scorso e fissa al 1o agosto prossimo la data entro la quale l'Italia deve notificare le modifiche che intende apportare. In tal senso, l'amministrazione dei trasporti sta predisponendo appositi decreti, il primo dei quali, datato 3 luglio 2007, ottempera ad alcune di queste richieste, eliminando l'imposizione degli oneri agli interi sistemi aeroportuali di Roma e Milano, mantenendola però sugli aeroporti di Roma-Fiumicino e di Milano-Linate.
PRESIDENTE. Il deputato Pedrini ha facoltà di replicare.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Ministro, abbiamo valutazioni diverse sull'analisi dei costi delle low cost e sui contributi che ricevono. In realtà, è un fatto di marketing territoriale: si dà la possibilità a qualcuno di sviluppare un marketing territoriale affinché tutto il sistema ricettizio turistico possa beneficiare di quelli che sono i flussi di traffico che le low cost portano.
Nella seconda parte della sua risposta trovo degli elementi di soddisfazione per il fatto che anche la Comunità europea (ma da quel che ho capito anche il Governo italiano si sta adeguando) vuole eliminare le situazioni di monopolio e dare la possibilità di operare in aeroporti di sistema a compagnie, qualsiasi tipo di compagnia - non è detto debbano essere low cost -, che vogliano collegare questi aeroporti.
Sarebbe strano applicare il principio di continuità territoriale applicando un principio di monopolio, perché già sommando i due vettori - non voglio qui entrare nel merito della gara di Alitalia - si va a costituire una situazione di monopolio. Dobbiamo invece allargare il mercato! Allargando il mercato sulla base di quello che fanno anche altri Paesi, si arriverebbe a risparmiare per il singolo cittadino dal 40 al 60 per cento sul prezzo dei biglietti e questo comporterebbe un dato di mobilità maggiore, considerando che dobbiamo sempre tenere presente l'articolo 16 della Costituzione, che garantisce la mobilità dei cittadini.
Per la ristrettezza dei tempi non posso andare avanti. Avrei con me i dati di quello che è il decremento di traffico, comparato a quello che avviene sulle altre rotte, lì dove c'è la continuità territoriale. Al limite, non è detto che ci debba essere di mezzo il mare: è un dato di continuità territoriale strategica, e comunque non può andare a discapito della concorrenza.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Dove c'è servizio bisogna favorire la concorrenza a vantaggio dei cittadini - e chiudo, me lo permetta - andando semmai a mettere la continuità territoriale sul passeggero, non sulla rotta, perché bisognerebbe...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. ...far volare i sardi e non anche gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
(Normativa sul permesso di soggiorno inerente i motivi umanitari e i gravi motivi di salute - n. 3-01109)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01109, concernente la normativa sul permesso di soggiorno inerente i motivi umanitari e i gravi motivi di salute (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), per un minuto.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, da socialista riformista, pur nella fermezza delle misure volte ad arginare il fenomeno della clandestinità e a ridare sicurezza agli italiani, vorrei far presente che esistono dei casi in cui, per gravi motivi di salute, alcuni clandestini siPag. 89trovano a vedere negati diritti elementari, primo fra tutti quello della vita. Pertanto, nella mia dettagliata interrogazione, le segnalo la situazione limite sul piano sanitario nella quale si trova da tempo un giovane marocchino di 23 anni, il quale, in seguito a un incidente stradale, è rimasto tetraplegico ed è tutt'ora ricoverato in un ospedale di riferimento del comune di Villafranca in Lunigiana, di cui sono sindaco.
Per il suo Governo, signor Ministro, questo giovane clandestino, ancorché paralizzato, dovrebbe essere espulso...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. ...ma attualmente necessita di assistenza e cure. Si tratta di un caso non ordinario, di fronte al quale le leggi vigenti appaiono inadeguate: le chiedo pertanto un intervento straordinario.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, penso che l'interrogante abbia completamente ragione salvo che su un rilievo: non è per il mio Governo che questo cittadino deve essere espulso, ma purtroppo per le leggi tuttora in vigore sull'immigrazione che questo Governo non condivide (si tratta della cosiddetta legge Bossi-Fini), tant'è che sta lavorando per modificare la normativa.
Nello specifico, il disegno di legge già approvato dal Consiglio dei Ministri e che in queste settimane approderà in Parlamento prevede una revisione della disciplina del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che è esattamente il tipo di permesso di soggiorno che serve in questi casi. Si prevede un meccanismo di regolarizzazione ad personam: si prevede cioè di attribuire al prefetto, sentiti i consigli territoriali per l'immigrazione ed il questore, il potere di rilasciare un permesso anche in favore dello straniero che dimostri spirito di appartenenza alla comunità civile e non sia pericoloso per l'ordine pubblico e la sicurezza dello Stato. In questo modo, sia per l'attribuzione del potere al prefetto sia per il coinvolgimento del consiglio territoriale sull'immigrazione, si potrebbero affrontare i casi come quello da lei giustamente segnalato. Il Governo è quindi impegnato nella modifica legislativa, in modo da poter affrontare tali casi.
Abbiamo inoltre preparato un disegno di legge che permetta l'estensione dell'articolo 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998 non solo alle persone soggette al reato di tratta: si tratta di un articolo previsto per permettere la fuoriuscita dalla situazione di prostituzione, ma anche per gli immigrati sottoposti a supersfruttamento, che prevede la possibilità di avere un permesso di soggiorno di sei mesi; tale disegno di legge è tuttora in discussione in Commissione alla Camera.
Da ultimo, oltre a queste modifiche legislative a cui il Governo è impegnato per venire incontro ai casi come quello da lei giustamente segnalato, mi attiverò personalmente per verificare, date le condizioni di salute del soggetto e il fatto che la sua espulsione decreterebbe probabilmente danni irreversibili alla salute della persona se non addirittura la morte, quali strade vi siano nelle more della legge per cercare di venire incontro a una situazione qual è quella da lei fatta presente.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente apprezzo l'impegno del Ministro, ma occorrono i risultati. Un motto latino recita: primum vivere, deinde philosophari, quindi una cosa è l'impegno, altra cosa il risultato concreto. Ritengo di essere poco soddisfatto per tre motivi.
In primo luogo, si deve dire che è necessario impedire che, con un falso buonismo sempre pronto all'accoglienza, continuino ad entrare in Italia i clandestini, che effettivamente mettono a repentaglio la sicurezza nostra e delle nostre famiglie, né potrebbe essere altrimenti (miPag. 90riferisco ai clandestini). In secondo luogo, però, occorre aggiungere che dobbiamo trattare tali clandestini come esseri umani e non come bestie: ad essi dobbiamo garantire la sicurezza e la possibilità di creare intorno a sé le condizioni per rifarsi una vita, per avere una famiglia e un lavoro, per rispettare le nostre leggi, il nostro Paese, le nostre famiglie, per fare insomma quel che 30 milioni di italiani, da immigrati, hanno saputo fare conquistandosi il rispetto nel mondo. Tutto ciò non è possibile con lo status di clandestino. In terzo luogo, ogni qualvolta essi si trovino nella necessità di avere assistenza sanitaria e sociale, dobbiamo garantirla «senza se e senza ma», trattandoli ovviamente come esseri umani non come bestie.
La soluzione è, dunque, riuscire a far avere agli immigrati un permesso di soggiorno per la ricerca di lavoro, ovvero consentire loro di avere uno sponsor, cioè qualche forma di affidamento ad associazioni: solo così si può permettere loro di costruire quella rete di relazioni, che li metta in grado di entrare legalmente in Italia per cercare lavoro senza che invece siano abbandonati a se stessi, avendo anche un minimo di risorse per garantirsi la sopravvivenza per i primi mesi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. Queste sono anche le sue parole, signor Ministro: pertanto, attraverso la nostra ASL, la prefettura e la questura, lei deve fare in modo che questo giovane marocchino sfortunato non muoia, ma continui a vivere, grazie all'aiuto di un'associazione del comune di Villafranca, la Papa Giovanni XIII.
(Iniziative del Governo in merito alla collocazione in borsa di Fincantieri - n. 3-01110)
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Salvo n. 3-01110, concernente iniziative del Governo in merito alla collocazione in borsa di Fincantieri (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario, per un minuto.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, il gruppo della Sinistra Democratica, dopo la scelta contenuta nel DPEF di quotare in borsa il 49 per cento delle azioni Fincantieri, chiede una risposta chiara alle preoccupazioni dei lavoratori e dei sindaci delle tredici città interessate. Parliamo dell'azienda leader mondiale nella costruzione delle navi da crociera, che occupa quasi 9 mila persone, oltre che 18 mila nell'indotto, e che nel 2006 ha chiuso con 2,5 miliardi di fatturato.
Dopo sette anni di risultati positivi alle spalle, non condividiamo quanto ha affermato il sottosegretario Forcieri, che cioè a fare il piano industriale dovrà essere il mercato, in quanto i livelli di redditività in borsa della cantieristica non sono superiori al 2 per cento ed il rischio di contraccolpi è serio. Chiediamo, pertanto, come il Governo intenda salvaguardare i livelli occupazionali, non concedendo il via libera ad alcuno spezzatino o delocalizzazione di interi comparti produttivi.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, come si legge nell'interrogazione, Fincantieri è un'azienda che, negli ultimi anni, ha affrontato un processo complessivo di ristrutturazione, salvaguardando però la propria storia e il proprio radicamento sul territorio, anche se in un contesto di riferimento non favorevole, caratterizzato fra l'altro dal venir meno degli aiuti pubblici alla cantieristica, dal progressivo deprezzamento del dollaro e dal forte aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime.
Tuttavia, dati recenti confermano una raggiunta solidità economica e finanziaria della società: anche da un punto di vistaPag. 91industriale, si può ritenere che Fincantieri si confermi uno dei principali operatori mondiali, con un forte posizionamento in importanti settori, in particolare quello delle navi da crociera, in grado di sviluppare consistenti sinergie fra settore civile e militare, che più di recente si sviluppano in segmenti contigui come l'ammodernamento delle navi e di megayacht. Fincantieri, tuttavia, opera in un mercato dinamico, in cui le posizioni acquisite non restano se una azienda non è in grado di affrontare le sfide del futuro.
In questo senso, Fincantieri nei mesi scorsi ha predisposto un piano industriale di forte sviluppo delle proprie linee, preservando, però, la presenza sul territorio, prevedendo importanti investimenti nei cantieri nazionali, non riducendo, anzi sviluppando, l'occupazione in Italia.
Il Governo è convinto di questo piano, avendone discusso in questi mesi con l'azienda e partecipando a tavoli di confronto, ancora oggi, con le organizzazioni sindacali.
In questo scenario, il Governo non può, tuttavia, che constatare che la realizzabilità di tali obiettivi dipende necessariamente dalla finanziabilità del piano, avendo presente la realtà specifica di Fincantieri, nella quale l'autofinanziamento da solo non è in grado di assicurare le necessarie risorse finanziarie.
Con questa consapevolezza, il Governo ritiene che la quotazione in borsa della società risulti lo strumento più adeguato per il reperimento delle risorse che finanzino il piano industriale.
Il Governo, al tempo stesso, conferma che lo Stato conserverà una quota non inferiore al 51 per cento del capitale di Fincantieri: non si tratta quindi di privatizzazione, ma di cessione sul mercato di una quota di minoranza del capitale.
Questa impostazione è stata confermata nell'incontro che si è svolto oggi con le organizzazioni sindacali, nel quale è emersa la volontà di proseguire nel confronto sul piano industriale.
Infine, il Governo conferma il proprio impegno, affinché venga garantita la salvaguardia dell'integrità dell'azienda e non venga realizzata alcuna delocalizzazione di attività industriali attualmente svolte nei cantieri nazionali, per i quali, invece, si prevede un impegnativo programma di ammodernamento ed anche di possibile incremento dell'occupazione.
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta del ministro Chiti, anche se vorrei riflettere - sia pur brevemente - su un precedente illustre rispetto alla vicenda della quotazione in borsa.
L'azienda norvegese Aker Yards, unica azienda cantieristica europea già quotata in borsa, alcune settimane fa, in appena due giorni, ha perduto oltre il 35 per cento del suo valore, ovvero quasi mezzo miliardo di euro.
Il motivo del crollo non è dovuto a perdite o a inefficienze, ma ad un calo dal 7 al 5 per cento dei profitti. Pertanto, appare evidente - lo ripeto - che un settore a bassa redditività, come la cantieristica navale, rischia di più nell'esposizione sul mercato azionario, dove dominano cicli e logiche di rendimento a breve periodo.
Chiediamo, dunque, un piano industriale chiaro e realistico, con il pieno coinvolgimento dei lavoratori e delle comunità locali (oggi vi è un appuntamento importante al Ministero con i sindacati, che si sono organizzati in coordinamento anche con i sindaci).
Se i 400 milioni necessari per sostenere il piano industriale del 2007-2011 debbono arrivare dalla borsa, vogliamo sapere in quale direzione quella liquidità si dirige: rilancio o dismissione, questo è il punto.
Noi vogliamo e lotteremo perché ciò non accada e perché la vicenda Fincantieri non sia l'ennesima pagina dolorosa di un ciclo di privatizzazioni affrettate, che dall'inizio degli anni Novanta hanno contribuito a privare l'Italia di politiche industriali di profilo europeo e moderno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
(Disponibilità dei fondi da destinare alle infrastrutture per la viabilità secondaria in Sicilia - n. 3-01111)
PRESIDENTE. Il deputato Misuraca ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-01111 concernente disponibilità dei fondi da destinare alle infrastrutture per la viabilità secondaria in Sicilia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14), di cui è cofirmatario.
FILIPPO MISURACA. Signor Ministro, il Parlamento nella sua sovranità ha approvato, durante il dibattito sul disegno di legge finanziaria, il comma 1152 che prevedeva 500 milioni di euro da utilizzare - 350 per la Sicilia e 150 per la Calabria - rispettivamente per gli anni 2007-2008-2009 per la viabilità secondaria, ossia per quella viabilità che non appartiene all'ANAS e, in modo particolare, per le strade provinciali.
Lo stesso comma prevedeva un concerto tra il Ministero delle infrastrutture e quello dello sviluppo economico. La regione siciliana si è subito attivata; ha, in particolare, tenuto degli incontri (lo stesso assessorato ai trasporti e l'Urps, Unione regionale delle province siciliane) e si è già realizzato un primo accordo tra le province siciliane.
Ebbene, a sette mesi dall'approvazione della legge finanziaria, intendiamo sapere dal Governo se tali cifre siano esigibili, se effettivamente le tante attese, giuste e legittime, della popolazione siciliana possano essere soddisfatte.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, rispetto all'interrogazione che è stata presentata è bene, prima di tutto, precisare che il Ministro delle infrastrutture ha trasmesso, come detto, al Ministro dello sviluppo economico per la controfirma che è già intervenuta con la conseguente restituzione del provvedimento, il decreto relativo al riparto territoriale delle risorse assegnate dalla legge finanziaria a carico del fondo per le aree sottoutilizzate.
Il decreto, tenendo conto delle indicazioni espresse dalle regioni interessate, all'articolo 2 ripartisce le risorse tra le diverse province e all'articolo 3 collega l'efficacia dello stesso alla copertura, che sarà assicurata dal riparto del fondo per le aree sottoutilizzate. Il Ministero dello sviluppo economico porterà, quindi, la proposta di riparto del fondo al CIPE. Tale proposta, come ha precisato ieri nella Commissione bilancio della Camera il sottosegretario Lettieri, sarà sottoposta all'esame del CIPE il prossimo 3 agosto. Non poteva essere adottata prima che la Commissione Europea esprimesse il proprio avviso favorevole in ordine al quadro strategico nazionale 2007-2013, che definisce le linee portanti della programmazione unitaria per le politiche regionali di sviluppo che siano finanziate con fondi comunitari, di cofinanziamento nazionale e dal fondo delle aree sottosviluppate.
Il riparto del fondo delle aree sottosviluppate consentirà, perciò, già nel 2007 l'avvio delle opere previste, con particolare riferimento a quelle per la viabilità secondaria della Calabria e della Sicilia.
PRESIDENTE. Il deputato Misuraca ha facoltà di replicare.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, signor Ministro, da siciliano, così come tutti i colleghi presenti, non posso che essere contento, se i fatti da lei esposti si verificheranno. Mi permetta, però, di esternarle qualche dubbio. Non so cosa sia successo nell'arco di una settimana. Infatti, non più tardi dell'11 luglio il Ministro delle infrastrutture, l'onorevole Di Pietro, ha dichiarato in Commissione ambiente che non vi era la capienza, che mancavano i fondi. Contrariamente a quanto affermato, lo scorso lunedì, dopo un dibattito, il sottosegretario Lettieri in Commissione bilancio - mi permetta il termine - «messoPag. 93alle strette» dai colleghi di centrodestra e di centrosinistra, dopo aver anch'egli rilevato, secondo una prima posizione, che mancavano i fondi, si è salvato rendendo le dichiarazioni che lei ha testé ribadito, ossia che nella riunione del CIPE vi sarà l'approvazione dello stanziamento.
Tuttavia, nutro dei dubbi a tale proposito e ciò non perché voglia fare «l'uccello del malaugurio», ma perché al CIPE evidentemente è necessario il concerto anche con le altre regioni, considerato, come ha detto lei, che si tratta di fondi che provengono dalle aree sottoutilizzate. È proprio questo il punto! Saranno d'accordo le altre regioni? Infatti, si tratta di un problema che emergerà sempre. Lo avevamo sostenuto in Assemblea, in occasione dell'approvazione di tale comma, affermando che i fondi avrebbero dovuto essere prelevati da un capitolo a parte, quello del Ministero dell'economia, non da quello relativo alle aree sottoutilizzate, perché anche nella riunione del 3 agosto - non vorrei smentirla, glielo dico come siciliano e mi auguro che ciò non avvenga - ricadremo di nuovo nel dramma di una nuova presa in giro, perché, se così non fosse stato, ora avreste già erogato i fondi in questione.
Vi è qualcosa che non va: si tratta dell'abbandono da parte del Governo della Sicilia. È stato proprio così. Il fatto stesso che non siano state fornite risposte già ci fa capire il motivo per cui le norme della legge finanziaria, approvate per la Sicilia, non sono state attuate nemmeno in un caso. E ciò ne costituisce la riprova!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 16,50.