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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Normativa sul permesso di soggiorno inerente i motivi umanitari e i gravi motivi di salute - n. 3-01109)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01109, concernente la normativa sul permesso di soggiorno inerente i motivi umanitari e i gravi motivi di salute (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), per un minuto.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, da socialista riformista, pur nella fermezza delle misure volte ad arginare il fenomeno della clandestinità e a ridare sicurezza agli italiani, vorrei far presente che esistono dei casi in cui, per gravi motivi di salute, alcuni clandestini siPag. 89trovano a vedere negati diritti elementari, primo fra tutti quello della vita. Pertanto, nella mia dettagliata interrogazione, le segnalo la situazione limite sul piano sanitario nella quale si trova da tempo un giovane marocchino di 23 anni, il quale, in seguito a un incidente stradale, è rimasto tetraplegico ed è tutt'ora ricoverato in un ospedale di riferimento del comune di Villafranca in Lunigiana, di cui sono sindaco.
Per il suo Governo, signor Ministro, questo giovane clandestino, ancorché paralizzato, dovrebbe essere espulso...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. ...ma attualmente necessita di assistenza e cure. Si tratta di un caso non ordinario, di fronte al quale le leggi vigenti appaiono inadeguate: le chiedo pertanto un intervento straordinario.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, penso che l'interrogante abbia completamente ragione salvo che su un rilievo: non è per il mio Governo che questo cittadino deve essere espulso, ma purtroppo per le leggi tuttora in vigore sull'immigrazione che questo Governo non condivide (si tratta della cosiddetta legge Bossi-Fini), tant'è che sta lavorando per modificare la normativa.
Nello specifico, il disegno di legge già approvato dal Consiglio dei Ministri e che in queste settimane approderà in Parlamento prevede una revisione della disciplina del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che è esattamente il tipo di permesso di soggiorno che serve in questi casi. Si prevede un meccanismo di regolarizzazione ad personam: si prevede cioè di attribuire al prefetto, sentiti i consigli territoriali per l'immigrazione ed il questore, il potere di rilasciare un permesso anche in favore dello straniero che dimostri spirito di appartenenza alla comunità civile e non sia pericoloso per l'ordine pubblico e la sicurezza dello Stato. In questo modo, sia per l'attribuzione del potere al prefetto sia per il coinvolgimento del consiglio territoriale sull'immigrazione, si potrebbero affrontare i casi come quello da lei giustamente segnalato. Il Governo è quindi impegnato nella modifica legislativa, in modo da poter affrontare tali casi.
Abbiamo inoltre preparato un disegno di legge che permetta l'estensione dell'articolo 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998 non solo alle persone soggette al reato di tratta: si tratta di un articolo previsto per permettere la fuoriuscita dalla situazione di prostituzione, ma anche per gli immigrati sottoposti a supersfruttamento, che prevede la possibilità di avere un permesso di soggiorno di sei mesi; tale disegno di legge è tuttora in discussione in Commissione alla Camera.
Da ultimo, oltre a queste modifiche legislative a cui il Governo è impegnato per venire incontro ai casi come quello da lei giustamente segnalato, mi attiverò personalmente per verificare, date le condizioni di salute del soggetto e il fatto che la sua espulsione decreterebbe probabilmente danni irreversibili alla salute della persona se non addirittura la morte, quali strade vi siano nelle more della legge per cercare di venire incontro a una situazione qual è quella da lei fatta presente.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente apprezzo l'impegno del Ministro, ma occorrono i risultati. Un motto latino recita: primum vivere, deinde philosophari, quindi una cosa è l'impegno, altra cosa il risultato concreto. Ritengo di essere poco soddisfatto per tre motivi.
In primo luogo, si deve dire che è necessario impedire che, con un falso buonismo sempre pronto all'accoglienza, continuino ad entrare in Italia i clandestini, che effettivamente mettono a repentaglio la sicurezza nostra e delle nostre famiglie, né potrebbe essere altrimenti (miPag. 90riferisco ai clandestini). In secondo luogo, però, occorre aggiungere che dobbiamo trattare tali clandestini come esseri umani e non come bestie: ad essi dobbiamo garantire la sicurezza e la possibilità di creare intorno a sé le condizioni per rifarsi una vita, per avere una famiglia e un lavoro, per rispettare le nostre leggi, il nostro Paese, le nostre famiglie, per fare insomma quel che 30 milioni di italiani, da immigrati, hanno saputo fare conquistandosi il rispetto nel mondo. Tutto ciò non è possibile con lo status di clandestino. In terzo luogo, ogni qualvolta essi si trovino nella necessità di avere assistenza sanitaria e sociale, dobbiamo garantirla «senza se e senza ma», trattandoli ovviamente come esseri umani non come bestie.
La soluzione è, dunque, riuscire a far avere agli immigrati un permesso di soggiorno per la ricerca di lavoro, ovvero consentire loro di avere uno sponsor, cioè qualche forma di affidamento ad associazioni: solo così si può permettere loro di costruire quella rete di relazioni, che li metta in grado di entrare legalmente in Italia per cercare lavoro senza che invece siano abbandonati a se stessi, avendo anche un minimo di risorse per garantirsi la sopravvivenza per i primi mesi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. Queste sono anche le sue parole, signor Ministro: pertanto, attraverso la nostra ASL, la prefettura e la questura, lei deve fare in modo che questo giovane marocchino sfortunato non muoia, ma continui a vivere, grazie all'aiuto di un'associazione del comune di Villafranca, la Papa Giovanni XIII.