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Informativa urgente del Governo sull'emergenza incendi (ore 21,48).
(Intervento del Sottosegretario di Stato per l'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno Ettore Rosato.
ETTORE ROSATO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, sono particolarmente contento di essere oggi in quest'aula per relazionare la Camera sulla situazione verificatasi in questi giorni, iniziando col fare un quadro di quanto accaduto oggi e della situazione attuale, che - anche se è difficile usare questa parola in queste circostanze - va verso una normalizzazione. È difficile usare questa parola perché comunque oggi ci sono stati più di 300 incendi nella penisola, ma non siamo nella situazione dei giorni passati, anzi possiamo dire che essa è sotto controllo anche se oggi abbiamo vissuto alcuni momenti particolarmente complessi e difficili ad Ascoli Piceno, in provincia di Roma, in Calabria - sia a Cosenza sia a Catanzaro - a Salerno e ad Avellino. In provincia di Roma è stata anche interrotta la A1, in località Valmontone, c'è stato anche qualche altro episodio in Abruzzo e in Sardegna e a Bologna c'è stato anche un intervento sulla linea ferroviaria.
Abbiamo continuato nel rafforzamento dei dispositivi di sicurezza in collaborazione con tutte le regioni. Abbiamo inviatoPag. 155altri trenta vigili del fuoco in Abruzzo come supporto, in Calabria è stato conservato il dispositivo di ulteriori cento vigili del fuoco; la forestale e i vigili del fuoco hanno raddoppiato i turni, insomma le regioni hanno mobilitato in maniera massiccia tutto il sistema di volontariato e devo dire che anche molte amministrazioni comunali hanno compiuto un grande sforzo per mettere in campo tutte le risorse del volontariato e del personale a loro disposizione per dare un segnale di grande attenzione rispetto a questa emergenza particolarmente grave che ha colpito il nostro Paese.
È una situazione straordinaria quella che si è venuta a creare, derivata essenzialmente da due fattori, uno di carattere climatico dovuto ad un mix tra le temperature molto alte - che tutti abbiamo percepito - e il vento che le ha accompagnate e una situazione di siccità diffusa sul territorio. L'altro elemento è stato quello criminale, che sicuramente ha contribuito in maniera rilevantissima ed ha accompagnato e trovato terreno fertile nella situazione climatica.
Non sono certo in quest'aula per fare il profilo dei piromani perché ci hanno provato in molti, dico però che esistono tante tipologie umane deviate, persone che ci guadagnano, che ci godono, che hanno un grande senso di incoscienza e probabilmente le indagini sono indirizzate anche in questo senso, ma in qualche località c'è anche la mano della criminalità organizzata. Quello che senz'altro va rimarcato è che gli incendi sono per la stragrande maggioranza di natura dolosa e questo è un problema su cui dobbiamo avere la capacità di confrontarci con grande attenzione. In questi giorni ci sono stati almeno dieci arresti - secondo le ultime notizie che ci sono giunte - ma ci sono state anche moltissime segnalazioni all'autorità giudiziaria, che ci auguriamo possano portare, nel caso in cui le persone segnalate siano effettivamente ritenute colpevoli, al loro arresto.
Il culmine dell'emergenza si è registrato il 24 luglio, lo ricordiamo tutti. Quel giorno, solo per fornire qualche elemento utile a quantificare la drammaticità della situazione, sono pervenute solo ai centralini dei vigili del fuoco 40 mila chiamate, con 2 mila interventi da parte degli stessi vigili.
A ciò si aggiungano le chiamate al centralino del 1515 del Corpo forestale, gli interventi del Corpo forestale, quando non erano coordinati con quelli dei vigili del fuoco. Cento sono state le richieste al C.O.A.U., la sala operativa nazionale del coordinamento della protezione civile, dei mezzi e della flotta aerea, con il doppio dei picchi massimi registrati nel 2003, l'anno più caldo negli ultimi cinquant'anni (questo per dare un segnale della situazione che si è determinata).
Affermo ciò, con la consapevolezza che il Paese si era preparato a fronteggiare una situazione, così come ogni anno, perché non è che gli incendi estivi rappresentino una novità. La straordinarietà degli incendi dell'estate in corso è data da questi picchi, che si sono concentrati in queste giornate e che si sono estesi su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, il Presidente del Consiglio ha dettato gli indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione 2007 fin dal 1o giugno 2007, inviando una nota a tutte le regioni ed a tutti i ministeri coinvolti ai fini della predisposizione, nel rispetto delle competenze attribuite dalla legge n. 353 del 2000, delle misure necessarie a fronteggiare questa emergenza.
In tale nota si rimarcava, in particolare, il nocciolo e l'essenza del lavoro da portare avanti: mi riferisco al lavoro congiunto che consente di costruire una forte sinergia nello svolgimento di questa attività, nella quale si registrano una parcellizzazione di competenze - dobbiamo dircelo - soprattutto operative e l'intervento di diversi soggetti: dal volontariato alle amministrazioni regionali con la protezione civile regionale. Vi sono poi le competenze dei vigili del fuoco, della forestale, del dipartimento nazionale di protezione civile, nelle sue funzioni, in particolare, di controllo e di governo della flotta aerea.Pag. 156
Tutto questo deve funzionare con un forte spirito di collaborazione istituzionale e affermo che questo spirito si è riscontrato in maniera importante. Si sono registrate certo, come sempre, alcune difficoltà operative, ma ogni anno si cerca di fare in proposito dei passi avanti. Credo che anche quest'anno qualche passo avanti importante si sia compiuto.
L'attività di prevenzione e quella di spegnimento - lo prevede la legge - compete alle regioni. In questi anni tutte le regioni - lo dico con riferimento a quelle governate dal centrosinistra e dal centrodestra, prima o dopo, perché poi questa non è un'attività che ha di per sé un colore politico - si stanno impegnando su questo fronte.
È importante rimarcare sempre che si tratta di un'attività, nella quale gli investimenti che si sono effettuati spesso vedono il loro frutto quando gli incendi si riescono a governare, non quando non ci si riesce, naturalmente. Quindi, investire in questo ambito significa fare in modo che vi siano dei frutti, che il territorio venga preservato e non «mangiato», come è successo in questo caso in maniera così evidente.
Tuttavia, questa è stata - e lo è ancora - un'estate particolarmente calda. Non vorrei entrare in tutti i dettagli che riguardano i fatti accaduti nelle diverse località, ma credo sia importante fornire alcuni elementi; mi riferisco, in particolare a quelli più gravi che hanno riguardato la Puglia.
Quando parlo della Puglia mi riferisco, in particolare, al Gargano, alle situazioni più critiche della zona di Vieste e Peschici, ma anche dei comuni di Vico, Lesina e Mattinata, di tutta l'area del Subappennino Dauno, in cui, purtroppo, le vittime sono passate da due a tre, come sicuramente avete tutti saputo, con la morte di Domenico De Nittis, ustionato grave, che non ha superato la fase critica.
Naturalmente, si sono sollevate - ahimè - nel nostro Paese non mancano mai - polemiche sui soccorsi. In merito a tale aspetto, credo di dovervi fornire alcuni elementi conoscitivi: ve lo dico con grande serenità; mi sono recato anche sul posto e vi assicuro che ho riscontrato un grande impegno da parte di tutte le istituzioni, a cominciare da quello profuso nel comune di Peschici (in particolare, nella stanza del sindaco, erano presenti, oltre il sottoscritto, Bertolaso, il comandante dei carabinieri, il rappresentante della prefettura ed il comandante provinciale dei vigili del fuoco). L'intento era quello di far funzionare il sistema per quanto riguarda l'attività di spegnimento e di arginamento dell'incendio e, soprattutto in quel caso, perché la fase era quella avanzata di soccorso, di assistenza a tutti coloro (oltre tremilacinquecento persone tra i comuni di Peschici e di Vieste) che cercavano di trovare una sistemazione.
La prima parola che voglio spendere, al di là del lavoro dei soccorritori su cui mi soffermerò successivamente, è rivolta a tutti quei cittadini, a tutti quei pescatori, a tutti quei capitani di barca che, in quel giorno, con grandissima generosità, senza ricevere disposizioni o ordini da nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi), sono intervenuti con una solerzia, una generosità veramente incredibili.
Consentitemi di raccontare, in trenta secondi, la storia (l'ho vissuta di persona, non l'ho letta quindi da nessuna parte) di un bagnino che sopraggiunge in comune, indossando il costume da bagno e il suo zaino. Era tesissimo, perché era riuscito a scappare dall'incendio in maniera fortunosa, ma, dopo aver sfogato il suo nervosismo e la sua tensione anche con noi, si accorge che una signora, che parla tedesco, sta richiedendo assistenza in quella lingua. Poiché, però, nessuno conosce il tedesco, il bagnino le si avvicina e l'assiste nella telefonata ai suoi parenti. Credo che vi sono segnali di tante persone generose che hanno collaborato in prima persona, fornendo aiuto.
Poi naturalmente vi è stato l'intervento dei soccorsi, degli uomini del Corpo dei vigili del fuoco e della forestale. Quel giorno, solo sul Gargano, sono intervenute oltre 500 persone, dai carabinieri allaPag. 157capitaneria di porto, oltre che naturalmente i corpi già richiamati, con molti mezzi, con sei elicotteri.
Quando il COR regionale ha chiamato la sala operativa nazionale erano le 11,19 (credo sia opportuno segnalare questo dato): dopo quaranta minuti il primo elicottero già operava sull'area. Quindi, in una giornata così intensa, dove tutti i mezzi aerei del servizio di protezione civile erano operativi su tutto il territorio nazionale, è stata garantita la prontezza di intervento. Poiché, comunque, dobbiamo sempre migliorare il lavoro che svolgiamo, senza difendere ciò che accade, ma capendo dove è possibile apportare miglioramenti, si avverte assolutamente la necessità di qualche mezzo in più e di dislocarlo anche in maniera più periferica. Non tutti i mezzi sono equivalenti: la scelta del dipartimento di protezione civile di intervenire con gli elicotteri era dovuta al fatto che si interveniva in prossimità delle case e, quindi, l'elicottero, l'Ericsson in particolare, che ha la rilevante capacità di scaricare fino a 9 tonnellate di acqua, è più efficace del Canadair, che prevede una tipologia di intervento diversa.
In merito a tale aspetto, i nostri operatori stanno riflettendo, in particolare sotto il profilo tecnico e credo che anche questa esperienza sia stata utile. Dico che nel caso di cui si discute la situazione è stata particolare. Ho visto personalmente qualche centinaio di macchine bruciate nei campeggi: ciò dà il senso della difficoltà vissuta da quelle persone, della paura, del terrore che hanno provato, ma il fatto che siamo riusciti a limitare in questo modo il numero delle vittime vuol dire che le operazioni sono state gestite ponendo attenzione alla salvaguardia della vita umana.
Considerate che quei paesi non sono metanizzati: vi erano depositi GPL in ogni casa. I vigili del fuoco si sono dunque impegnati soprattutto su quei fronti, per evitare scoppi che avrebbero potuto rendere la situazione ancora più pericolosa.
Le condizioni climatiche erano poi assai difficili anche per i piloti e per l'operatività degli stessi elicotteri: l'elicottero del 118 della regione, ad un certo punto, non è stato più operativo poiché a tremila piedi vi erano oltre 40 gradi. La difficoltà di lavorare era dunque accresciuta dal fatto che, arrivate ad una certa temperatura, le macchine si surriscaldano. Vi è stato dunque davvero un intenso lavoro da parte di tutti i soccorritori.
Il secondo aspetto ha riguardato il soccorso alle persone coinvolte nel drammatico evento: si è data assistenza a 3.500 persone, anche grazie alla collaborazione, talora anche assai spinta, con gli albergatori. A San Giovanni Rotondo e nei comuni limitrofi sono state sistemate oltre 1.300 persone: in parte, esse sono poi tornate alle loro abitazioni; moltissime però sono volute restare nei luoghi di villeggiatura e sono tornate nei loro alberghi e nei loro campeggi entro il 26. Dunque, nel giro di due giorni, tutte le persone hanno trovato una sistemazione.
Credo che, per la valutazione di quel che è accaduto nel seguito sia utile considerare il dato delle strutture agibili: nel comune di Vieste, vi è ancora una struttura ricettiva non agibile; nel comune di Peschici, ve ne sono tre; le altre strutture sono state dichiarate agibili alla luce dei sopralluoghi dei vigili del fuoco, anche se talune presentano aree in cui l'operatività non è ancora consentita e vi è ancora una difficoltà nell'allaccio telefonico e nella fornitura dell'acqua. Comunque, va detto che da parte degli albergatori e delle istituzioni locali vi è stato un grande sforzo per ripartire immediatamente, e credo che questo vada ricordato come un dato assolutamente positivo.
Naturalmente, la crisi non ha riguardato solo la Puglia. Come ho affermato all'inizio, si sono registrate situazioni gravi in tutta Italia: nelle Marche, in Abruzzo, in Calabria. Catanzaro è stata aggredita dal fuoco su più fronti ed in più fasi (lo dico per chi non è di Catanzaro o non ha avuto l'occasione di riscontrarlo, ma il fuoco è arrivato a ridosso di tutte le case). Ciò è accaduto anche in Sardegna: a Nuoro, in particolare, vi è stata una situazione assai difficile. In alcune di queste regioni, poi, le autorità hanno dovuto sgomberare interePag. 158frazioni o case isolate: naturalmente vi è stata grande attenzione da parte dei vigili del fuoco e degli operatori in genere sulla messa in sicurezza delle case, così da salvaguardare anche il patrimonio, dopo essersi occupati della vita umana. Sono poi stati colpiti il Molise (Campomarino, ma non solo), la Basilicata, la Campania, il Lazio.
Già il 24 mattina, il Governo ha reso una dichiarazione di eccezionale rischio per la compromissione degli interessi primari del Paese, nominando Guido Bertolaso Commissario straordinario a questo fine. Oggi, poi, come tutti già sapete, vi è stata la dichiarazione dello stato di emergenza dal 1o giugno al 31 ottobre per la situazione degli incendi boschivi. A questa dichiarazione seguiranno i provvedimenti, da concertare con le regioni e con le autonomie locali, per il ristorno dei danni: ai danneggiati saranno garantiti il risarcimento dello Stato e la collaborazione delle regioni e degli enti locali. Si tratta di provvedimenti che vanno elaborati, raccogliendo tutti gli elementi e lavorando insieme alle autorità locali e alle regioni, che sono i primi attori e, per quanto ci riguarda, i primi con cui collaborare per contribuire a risolvere le questioni che dobbiamo affrontare.
Vorrei, inoltre, aggiungere alcune considerazioni e non solo sul quadro normativo. Sono convinto che sia necessario riflettere, prospettare una revisione, un'ipotesi di lavoro sul quadro normativo in ordine a certe competenze che, forse, devono funzionare meglio (a tale riguardo, le Commissioni della Camera e del Senato stanno iniziando a discutere della problematica in questione, attraverso la fase delle audizioni e prospettando alcune idee che devono, naturalmente, maturare).
Ma credo che vi sia una compartecipazione ed un lavoro comune che tutte le istituzioni debbono mettere in atto, anche sul piano operativo, che non riguardano solo le istituzioni (vale a dire regioni, comuni, province e Stato), ma anche i privati.
Vale, infatti, la pena ricordare che, in particolare in prossimità delle città, gli incendi boschivi hanno trovato grande facilità grazie alla presenza di aree non pulite e degradate: quando il ciglio di una strada non viene pulito mai, è naturalmente molto più facile che esso prenda fuoco, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Quindi, anche il richiamo al privato a fare ciò che deve nella pulizia delle aree di sua competenza non costituisce semplicemente un fatto di buon vicinato o di richiamo ad un senso civico, ma una competenza di cui ciascuno è responsabile.
Dobbiamo intensificare sicuramente il lavoro di prevenzione, anche sotto il profilo della sorveglianza delle aree boscate e degli avvistamenti.
Se il fuoco viene avvistato rapidamente e, di conseguenza, si spegne con rapidità, si evita l'estensione dei danni che si possono determinare in maniera molto più ampia anche rispetto a quanto abbiamo riscontrato in questi giorni: la sorveglianza e l'avvistamento sono stati due punti critici.
Alcune regioni, in questo campo, insieme allo Stato debbono ancora compiere passi in avanti. Ugualmente l'attività di repressione, come ho ricordato prima, sta dando dei frutti, ma va detto che riuscire a prendere i piromani è una attività difficile, perché le tecniche utilizzate per accendere i fuochi sono le più diverse: il nucleo specializzato della forestale sta trovando numerosi inneschi, caratterizzati da grande fantasia nella loro ideazione, e ciò naturalmente deve comportare, anche da parte nostra analisi ed indagini sempre più raffinate.
Credo che dobbiamo dare, tutti insieme, il messaggio che la lotta contro i piromani sarà senza tregua, così come ho visto con favore che alcuni enti locali ed alcuni privati si costituiscono parte civile nei processi contro i piromani (naturalmente credo che ciò sia assolutamente giusto).
Parimenti dobbiamo lavorare di più con le forze in campo, rafforzando la rete sul territorio e coordinandola meglio tra tutte le amministrazioni coinvolte.Pag. 159
Io spendo sempre una parola perché credo che il numero unico europeo per l'emergenza sia un obiettivo che deve essere finalizzato all'ottimizzazione delle nostre risorse, anche in un rapporto più chiaro con i cittadini. Dicevo in un'altra occasione che non si può camminare con la guida del telefono per sapere a chi telefonare in caso di emergenza, e questo vale anche per gli incendi boschivi.
Così come abbiamo bisogno di rafforzare il rapporto con le regioni: ieri abbiamo sottoscritto, come Ministero dell'interno, la convenzione con la Sicilia, nei giorni passati lo abbiamo fatto con la Campania, la Sardegna ed il Lazio e la prossima settimana lo faremo con il Veneto, le Marche ed il Piemonte.
Un rapporto di questo tipo mette insieme le energie nelle sale operative. Le sale operative non sono funzionanti quando si moltiplicano, ma quando si semplificano: meno sale operative ci sono, più funzionanti esse sono, perché le sale operative devono racchiudere al loro interno tutti gli elementi e tutti i soggetti che debbono intervenire. Quindi, fare questo lavoro per mettere insieme le nostre energie rappresenta un elemento fondamentale (lo stiamo realizzando attraverso i rapporti di convenzione con le regioni).
Credo di poter anche dare una buona notizia, almeno io la considero tale. Oggi, il Ministro Amato ha firmato il decreto, frutto dell'intesa con le organizzazioni sindacali per l'inizio del procedimento per la stabilizzazione dei precari nei vigili del fuoco; ciò consentirà di collocare all'interno del Corpo in tutte le regioni italiane un po' di risorse nuove e importanti, in modo da creare, anche sotto questo profilo operativo, una struttura più solida a quella che è la spina dorsale del sistema di protezione civile. A ciò si deve aggiungere anche le risorse che sono state destinate a questo scopo con l'ultimo provvedimento di natura finanziaria. A quest'ultimo riguardo, desidero ringraziare chi ha lavorato in questa sede per giungere a questo risultato.
Credo si tratti di un segnale importante, che spinge nella direzione dell'intensificazione delle risorse da destinare al comparto della sicurezza. Una risposta che i cittadini si attendono da qualsiasi Governo, sia di centrosinistra sia di centrodestra; la collaborazione che si riesce ad instaurare su tali tematiche fa onore alle forze politiche e alle istituzioni.
Ritengo di aver dato un quadro di una situazione che è in continua evoluzione.
In conclusione, in apertura del mio intervento ho detto che si va verso una normalizzazione della situazione; affermo ciò, però, con grande prudenza e con la consapevolezza che quando si parla di tali problematiche, in un contesto ambientale così mutevole, non dobbiamo rilassarci ma aumentare le attenzioni, anche perché negli incendi boschivi le braci possono riaccendersi anche dopo quarantotto ore e con molta più energia, vigore e violenza distruttiva. Dobbiamo, quindi, prestare veramente grande attenzione sul territorio.
Desidero rivolgere un sentito ringraziamento a tutti gli uomini che lavorano all'interno del comparto della protezione civile e della sicurezza; dicendo ciò credo di rappresentare anche il vostro pensiero, così come quello di tutti.
Oggi si è svolto, con la partecipazione della famiglia, la commemorazione a Ciampino del pilota del Canadair deceduto l'altro giorno in Abruzzo, mentre l'altro pilota è ancora ricoverato in ospedale in coma farmaceutico e proprio domani i medici proveranno - e noi ci auguriamo che sia proprio così - a risvegliarlo. Questi uomini rischiano seriamente la vita; il loro lavoro è sicuramente pericoloso e lo svolgono al servizio di tutti quanti noi. Il momento del ricordo, svolto in più occasioni, per queste persone, che impegnano le loro risorse e le loro energie per la salvaguardia di tutti noi, rappresenta un momento importante a cui le istituzioni devono far seguire atti concreti in termini di risorse da porre a loro disposizione in modo che essi possano lavorare con la massima sicurezza e serenità.
Sperando di aver dato le informazioni che il Parlamento si attendeva, vi ringrazio per l'attenzione.