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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario su tutti gli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.400, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 4.3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente vorrei farle notare che ho chiesto di parlare prima ancora che lei aprisse la votazione sul precedente emendamento, quindi avevo diritto di intervenire!
PRESIDENTE. Onorevole Pecorella, le pare che io (Commenti)...
GAETANO PECORELLA. Credo che lei, signor Presidente, non abbia bisogno di suggerimenti!
PRESIDENTE. Questo è sicuro! Ma le pare che io abbia qualche problema a darle la parola, onorevole Pecorella?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 4.4 e Vitali 4.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo stabilire la situazione per la quale, nel consiglio direttivo della Corte di cassazione, il primo presidente, il procuratore generale e il presidente del Consiglio nazionale forense sono membri di diritto. Si tratta di un inciso che nella formulazione attuale di questo articolo manca e pertanto invitiamo a sostenere e sosteniamo caldamente questo emendamento, invitando l'Assemblea ad approvarlo.
Pag. 108PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con questo emendamento si cerca di reintrodurre, come ha chiarito il collega Vitali, la componente laica all'interno dei consigli giudiziari almeno attraverso la previsione della presenza di diritto dell'Avvocato generale. Credo che ciò sia un atto di buon senso perché il tentativo, annunciato anche dal Ministro, di ridurre l'atteggiamento autoreferenziale della magistratura sicuramente non si porta a compimento attraverso iniziative come quella di ridurre la componente laica e di lasciare sempre più in mano alla sola magistratura tutte le valutazioni, che attengono al percorso di vita di ciascun magistrato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 4.4 e Vitali 4.53, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 470
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 289).
Prendo atto che le deputate Balducci e Goisis hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buemi 4.301. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, noi proponiamo un emendamento soppressivo dell'esclusione, che viene prevista nell'attuale testo, della presenza del presidente dell'ordine degli avvocati dentro il consiglio giudiziario. Questa esclusione è un fatto particolarmente grave, perché il consiglio giudiziario è chiamato a giudicare i comportamenti e le attività di magistrati, non certamente nel merito delle sentenze, ma rispetto ai comportamenti più generali. Lasciare all'esclusiva presenza di magistrati, quindi dei colleghi di coloro che vengono ad essere giudicati, il compito di valutare i comportamenti, quindi anche i risultati, è un fatto - credo - di una certa gravità, perché continuiamo a realizzare una situazione, che peraltro si realizza in molti altri casi, sempre riguardanti i magistrati, di coincidenza tra controllore e controllato.
La presenza di un punto di vista non distante, ma quantomeno frutto di un'esperienza diversa, è un contributo ad una valutazione più equilibrata e anche più rispondente ai fatti. È evidente che in un consiglio composto soltanto da magistrati, che giudica di colleghi, si fa in fretta a mettersi d'accordo rispetto alle eventuali sanzioni o ai richiami che devono essere effettuati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere questo emendamentoPag. 109e per illustrare che su di esso si compie un particolare e curioso paradosso della storia. Il sottosegretario Scotti in precedenza è stato costretto a dare parere contrario su un emendamento che prevede l'allargamento dei consigli giudiziari a membri laici, oggetto di una battaglia storica della corrente della magistratura di cui faceva parte. Vorrei capire, perché è strano: quando Magistratura Democratica doveva combattere contro un potere costituito, chiedeva la democrazia; oggi che ha raggiunto il potere, dimentica le vecchie battaglie e si arrende alla conservazione e al potere costituito!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Onorevoli colleghe e colleghi, signor Presidente, in questo caso si tratta di un emendamento che vuole superare una strana concezione, per la quale, in sostanza, magistrati e avvocati debbono essere mondi separati, non comunicanti, e gli affari della magistratura e le carriere devono essere gestite in totale autonomia da chi con la giustizia e con loro si confronta ogni giorno. Non accade da nessun'altra parte ed è persino curioso che in questo Parlamento se ne debba parlare ancora. Un solo avvocato è troppo poco, tre non è l'optimum, ma certo è una soluzione di compromesso. È un emendamento davvero molto importante anche questo (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buemi 4.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario e che il deputato Buemi ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzoni 4.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Anche con l'emendamento in esame si persegue lo stesso obiettivo e si cerca di correggere lo stesso errore commesso dal Governo con questa nuova composizione. Noi chiediamo che invece di un solo componente dell'avvocatura ce ne siano almeno tre, per rendere un minimo di risposta al bilanciamento necessario, per le valutazioni cui è chiamato questo organismo collegiale. I requisiti che chiediamo per l'indicazione di questi componenti sono gli stessi previsti dal Governo nel testo base. Chiedo quindi che venga approvato questo emendamento, perché sicuramente faremmo un favore alla giustizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, contrariamente a quanto sostenuto da diversi colleghi, sono convinto che la presenza massiccia del Governo, in particolare del Presidente del Consiglio, sia dovuta alla particolare importanza del momento. Il Presidente del Consiglio non è in quest'aula né per una seduta spiritica, né per le dietrologiche ragioni del dietrologo portavoce. Pertanto chiedo, signor Presidente del Consiglio, particolare attenzione, perché questo è un emendamento non di natura politica, ma di assoluto buonsensoPag. 110e un accoglimento favorevole del Governo sicuramente ci aiuterebbe ad andare avanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo anch'io a sostegno dell'emendamento in esame, che aumenta da uno a tre la componente dell'avvocatura per quanto riguarda la nuova composizione del consiglio direttivo della Corte di cassazione. È chiaro che tale potenziamento della presenza della componente del mondo dell'avvocatura può andare nella direzione di un miglioramento dell'attività che detti organismi debbono svolgere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Se c'è una categoria che ha interesse al buon funzionamento della Cassazione è certamente quella degli avvocati, tanto più di quelli iscritti all'albo speciale. Possiamo constatare un fatto molto semplice: che sono una specie di cenerentola, perché ci sono dieci magistrati, due professori, che peraltro secondo me c'entrano pochissimo con le funzioni di un comitato come questo, di tipo organizzativo, e c'è un avvocato. Un avvocato mi pare, in questo numero, assai poco e insufficiente. Ecco perché noi voteremo a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 4.8 e Consolo 4.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà (Commenti)...
Ho capito male? Era un'indicazione di voto?
ERMINIA MAZZONI. No, signor Presidente, era proprio una richiesta di parola, perché voglio comunque tentare un ulteriore appello. Forse la richiesta che ho formulato con l'emendamento appena votato era sovradimensionata, tre al posto di uno: con questi emendamenti, che posso definire «a scalare»rispetto all'emendamento presentato dall'UDC, si propone di raddoppiare almeno la componente laica, la componente degli avvocati, da uno attualmente previsto nel testo a due. Credo che il Governo potrebbe fare almeno questo atto di ossequio ad un tentativo di riequilibrio dovuto. È una modifica minima, ma che rende giustizia di una partecipazione più equilibrata, che è necessaria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 4.8 e Consolo 4.10, non accettati dalla Commissione né dal Governo, e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 292).Pag. 111
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 297).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 294).
Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 298).
Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 297).Pag. 112
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 4.28 e Mazzoni 4.304.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo si tratti di una questione importante; penso al riguardo che dovremmo essere più stanchi noi, che insistiamo nel cercar di migliorare questo testo, piuttosto che coloro che ci stanno ascoltando. Il problema è quello della presenza dell'avvocatura nei consigli giudiziari: averla esclusa è stato un inutile schiaffo all'avvocatura e significa semplicemente che la si considera una sorta di cenerentola della giustizia, il che è francamente ingiusto. Credo che anche il sottosegretario Scotti, che conosce bene gli avvocati, sappia quanto sia utile il loro parere per garantire il miglior funzionamento del sistema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, non si comprende per quale ragione la magistratura viva con preoccupazione, con apprensione addirittura, la presenza dell'avvocatura all'interno dei consigli giudiziari. Gli avvocati sono a pieno titolo operatori della giustizia, come lo sono i magistrati, i funzionari amministrativi e i giudici di pace. Se, dunque, il consiglio giudiziario deve essere il luogo della valutazione non solo dei magistrati, ma anche delle strutture organizzative, nonché della soluzione dei problemi della giustizia, immaginare un organismo di questo genere senza una rilevante e sostanziale presenza dell'avvocatura significa farlo partire zoppo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 4.28 e Mazzoni 4.304, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 4.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 4.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, con l'emendamento de quo si vuole evitare che venga escluso, quale membro di diritto, il presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati del capoluogo del distretto del consiglio giudiziario.
La norma cui fa riferimento, cioè l'articolo 4, comma 8, del disegno di legge al nostro esame, è quella contro cui si è sollevata la classe forense. Eliminando dai consigli giudiziari la figura del presidente dell'Ordine degli avvocati quale membro di diritto, si ledono gravemente le prerogative della classe forense. Noi ci opponiamo fermamente a ciò e chiediamo l'approvazione dell'emendamento Pecorella 4.33.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, l'emendamento Pecorella 4.33 al nostro esame risponde all'emendamento di uguale contenuto che abbiamo presentato a proposito del consiglio forense presso la Corte di Cassazione.
Riteniamo che la presenza della componente di diritto dell'avvocatura sia essenziale. Quindi, come abbiamo tentato di reintrodurre la presenza di diritto del presidente nazionale del consiglio forense, così riteniamo che parimenti, nei consigli distrettuali, debba essere presente il presidente dell'Ordine degli avvocati.
Quello tenuto dall'attuale Governo è un comportamento assolutamente non condivisibile, che tende ad emarginare la categoria forense, che - come hanno giustamente ripetuto, ma invano, tutti i colleghi dell'opposizione - è soggetto del mondo della giustizia e dovrebbe essere trattato allo stesso modo di tutti gli altri operatori della giustizia. Invece, manca questo tipo di cultura nel centrosinistra e manca la cultura dell'equidistanza rispetto agli operatori del mondo della giustizia; in tal modo si continua a divaricare e ad allargare il solco tra la politica e la giustizia, e in particolare, all'interno del mondo della giustizia, tra magistrati ed avvocati.
CAROLINA LUSSANA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Scusi signor Presidente, intervengo solo per un chiarimento: su quale emendamento stiamo intervenendo?
PRESIDENTE. Onorevole Lussana, sull'emendamento Pecorella 4.33.
CAROLINA LUSSANA. Grazie, signor Presidente, allora mi riservo di intervenire sul successivo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, gli emendamenti al nostro esame sono di contenuto identico e qualora non fossero approvati, ci sarebbe la prova provata, la prova della pistola formante, di quanto questo Governo e questa maggioranza parlamentare avversino la classe forense.
Mi sembra logico che il gruppo di Alleanza Nazionale sottolinei questo tentativo di emarginazione e non capisco perché nei consigli distrettuali i presidenti dei consigli dell'Ordine non possano avere ingresso. Tra l'altro, nella XIII legislatura è stato varato il nuovo articolo 111 della nostra Carta costituzionale, che prevedevaPag. 114l'uguaglianza tra le due parti: se i rappresentanti dei pubblici ministeri, in quanto magistrati, possono essere presenti, perché non lo devono essere gli avvocati? Voteremo, dunque, a favore dell'emendamento Pecorella 4.33.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, i gruppi sono stati invitati a svolgere un intervento per gruppo - e fin qui ci siamo riusciti - per governare insieme questa fase dei nostri lavori. È già intervenuta a nome del gruppo di Forza Italia la sua collega, l'onorevole Gelmini, pertanto la prego di accogliere questo invito, come hanno fatto tutti gli altri colleghi del suo e degli altri gruppi.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, le chiedo un minuto per esprimere le mie idee (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo); non credo di dover seguire logiche che non permettono a un deputato di esprimere...
PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, le consento di intervenire per non più di trenta secondi, prego.
GABRIELE BOSCETTO. In trenta secondi non dico neanche il mio cognome (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. E, allora, la ringrazio, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. Voglio dirle, signor Presidente, che è una vergogna che gli avvocati siano trattati in questo modo: noi, di fronte ad una superprofessione, come quella che aveva indicato la legge Castelli, potevamo anche pensare che gli avvocati dovessero diventare, dopo aver superato i loro esami e dopo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Boscetto. Onorevole Benedetti Valentini, anche per lei vale lo stesso discorso, quindi parlerà successivamente.
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo non certo per informare lei, che ne ha ben conoscenza, ma i colleghi che il nostro Regolamento - e in tale direzione sempre è stato applicato, senza alcuna eccezione - prevede all'articolo 50, comma 1, una norma fondamentale, nel senso che ogni volta che l'Assemblea o la Commissione stia per procedere ad una votazione, i deputati hanno sempre facoltà di parlare per dichiarare la propria volontà di voto.
Le prassi interpretative della norma, che sono sempre esistite nel nostro Regolamento, sono state nel senso che, signor Presidente, come lei ricordava, che, anche qualora il contingentamento dei tempi, che abbiamo ritenuto comunque ristretto e ampliato in maniera ridotta, si esaurisse, la prerogativa del Regolamento è sempre stata garantita, concedendo un minuto o, è vero, i trenta secondi, introdotti dal presidente Violante, poi diventati venti e, qualche volta, anche quindici.
Signor Presidente, lei non può rivolgere al nostro gruppo o ad altri gruppi alcun invito a governare insieme l'andamento della seduta, perché è evidente che non stiamo governando insieme l'andamento della seduta. Noi contestiamo l'andamento della seduta e la volontà della maggioranza di approvare senza modifiche il disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), che limita profondamente il diritto della Camera di esaminare i testi. Tra l'altro, stiamo facendo riferimento ad un termine di proroga che scade il 31 luglio - ed oggi è il 27 - ed il calendario dei lavori approvato dalla maggioranza in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo prevede che si lavori anche nella giornata di sabato. Pertanto, non vi è alcuna ragione per la quale, signor Presidente, lei debba costringere i gruppi a trasformare un invito, che - lo sa perfettamente - non può fare, in una ulteriore limitazione delle nostre prerogative e dei nostri diritti ad esprimere unaPag. 115umile dichiarazione di voto. Stiamo discutendo di temi importantissimi, colleghi, e a voi preme semplicemente poter andare a casa questa sera (Commenti dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
Credo che tale vicenda non faccia onore al Parlamento. Abbiamo chiesto al Presidente della Camera e al Governo, con i roghi che ancora bruciano a Cosenza, di venire a riferire sull'emergenza incendi e ci è stato detto di affrettare la votazione del provvedimento, affinché questa informativa sia resa. Tutto ciò non è dignitoso e credo che abbiamo il tempo per ascoltare, per qualche secondo in più, il collega Boscetto, considerando la passione e l'interesse dei colleghi ad intervenire sul merito delle questioni. Se la maggioranza non ha tale interesse, ritengo che la Presidenza debba tutelare la parte più debole, che, in questa circostanza e come spesso avviene, è l'opposizione.
PRESIDENTE. Onorevole Vito, naturalmente il principio del nostro Regolamento che lei ha richiamato, come sa benissimo, si contempera con le esigenze previste da un altro articolo del Regolamento, quello relativo al contingentamento, rispetto al quale la giornata di oggi ha visto una evoluzione: esaurimento dei tempi, richieste di intervento a titolo personale, tempi aggiuntivi. Lei mi dice che non posso rivolgere inviti ed appelli, quindi la Presidenza se ne assume la responsabilità, senza chiedere che essi vengano accolti. La Presidenza ha inoltrato una forma di invito, sino ad ora, pertanto chiede, assumendo una certa determinazione, che i gruppi abbiano a disposizione un minuto per ogni gruppo, perché, onorevole Vito, i tempi sono del tutto esauriti e la Presidenza potrebbe non concedere più la parola. Non si tratta di una mia facoltà. Come lei sa, non è una facoltà della Presidenza, ma del Presidente che tra poco arriverà e a cui rappresenterò la sua ulteriore richiesta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 4.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 290).
Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita a votare.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Le do la parola successivamente, onorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 4.34, Mazzoni 4.35, Vitali 4.55 e Buemi 4.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella...
GABRIELE BOSCETTO. Presidente!
PRESIDENTE. Sull'emendamento ha chiesto la parola per primo l'onorevole Pecorella. Se lei intende parlare sull'ordine dei lavori le do la parola, onorevole Boscetto, come può fare qualunque collega. Mi dica lei, onorevole Boscetto, su cosa intende parlare, se sull'emendamento o sull'ordine dei lavori.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, intervengo sugli identici emendamenti in esame. Duecentomila avvocati rispetto a otto mila magistrati! Non vi è rispetto di questa Repubblica! Gli avvocati possono diventare avvocati per partecipare soltanto ad un concorso.
Noi abbiamo parlato una vita di reclutamento straordinario che raccogliesse avvocati per portarli nella magistratura. I magistrati, quando finiscono il loro lavoro,Pag. 116possono diventare avvocati. Oggi come oggi non abbiamo, non solo la possibilità di intervenire negli organismi tipo i consigli giudiziari, ma di far valere la nostra voce alla stregua di questo ordinamento giudiziario.
È la peggiore perdita di dignità dell'avvocatura ed è una vergogna che tanti parlamentari avvocati non tutelino la loro classe forense (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, penso che, come i politici non siano una casta, non lo siano neanche i magistrati. Tuttavia, il fatto di non introdurre una significativa presenza nei consigli giudiziari di un punto di vista diverso da quello dei magistrati, ma comunque sempre coinvolto nell'azione di giustizia del nostro Paese, sia un errore.
Non dobbiamo proteggere punti di vista unilaterali. Dobbiamo realizzare quella convergenza di valutazioni che è indispensabile in ogni luogo ma, in particolare, in quello in cui si fa giustizia. Senza equilibrio e senza la convergenza dei punti di vista non si fa giustizia neanche se si ha ragione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, con gli identici emendamenti al nostro esame si vuole insistere per la soppressione della lettera a) del comma 8 dell'articolo 2, che elimina del tutto, nel testo Mastella, il presidente dell'ordine degli avvocati avente sede nel capoluogo del distretto dai membri di diritto dei consigli giudiziari.
Vorremmo ribadire anche le motivazioni con cui il Governo ha confermato tale esclusione, dicendo che vi sarebbero ragioni di incompatibilità che si potrebbero verificare per gli avvocati chiamati a concorrere nella valutazione dei magistrati.
Non capiamo come mai il Governo abbia rilevato tale incompatibilità soltanto per i magistrati e non anche per i pubblici ministeri, che pure hanno, nei confronti dei giudici, una posizione di parte alla stregua degli avvocati, tanto più dopo l'eliminazione della separazione delle funzioni che noi avevamo previsto.
Si tratta di una scelta lesiva della dignità e dell'integrità del ruolo degli avvocati nell'amministrazione della giustizia e, quindi, noi la contestiamo pesantemente e chiediamo, con la proposta emendativa in esame, di rimuovere tale discriminazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, anche come relatore di minoranza credo di poter esprimere, molto rapidamente, la mia opinione.
Credo che la gravità di questa esclusione si rinvenga nel fatto che il presidente dell'ordine rappresenta l'intera avvocatura di un distretto o di un circondario. Non è un avvocato qualunque ad essere stato escluso. È stata esclusa la rappresentanza degli avvocati di quel distretto.
È chiaro che ciò significa emarginare l'intera avvocatura di quel distretto, il che comporta una visione delle professioni liberali che non può che essere condannata. Ciò significa essere contro le professioni liberali, il che la dice lunga sulla concezione dei diritti e delle libertà che ha questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 18,45)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
Pag. 117
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, intervengo brevemente per esprimere anch'io, dal banco della maggioranza, l'esigenza di una risposta del Governo su questa questione che credo non sia affatto trascurabile e che sia degna di nota nei lavori pesanti e faticosi che siamo svolgendo.
Voglio, tuttavia, ricordare al mio Governo che io, deputato di maggioranza, che non faccio parte della Commissione giustizia, non so perché vi è un veto su una situazione che credo sia obiettivamente poco giustificabile, se non per le motivazioni tecniche e legislative per cui in questo momento siamo costretti a votare un provvedimento blindato.
Io non so perché escludiamo il Presidente dell'ordine forense (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, questa indifferenza del Governo dà risposta alle perplessità sollevate dalla collega Lussana e da qualche altro collega rispetto alle dichiarazioni di questa mattina del Ministro Chiti.
Non abbiamo bisogno del voto di fiducia perché abbiamo strumenti ancor più gravosi per la democrazia; vedo, infatti, che c'è un componente della maggioranza, e non dell'opposizione - lo ripeto: un rappresentante della maggioranza - che afferma di non sapere e di non capire, leggendo il testo, perché vi sia questo atteggiamento e l'esclusione dell'avvocatura. Nonostante ciò, il Governo è indifferente!
Ci troviamo in un'aula militarizzata, signor Presidente! Invito il Governo a ripensare tale atteggiamento perché allora sarebbe stato meglio porre la questione di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo per riprendere le considerazioni svolte dal collega Mellano, mi unisco alla richiesta (Commenti)...
PRESIDENTE. Mi scusi, sono arrivato da poco in aula, e lei ne ha approfittato perché per il gruppo di Forza Italia aveva già parlato un suo collega.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Intervengo per pochi secondi, signor Presidente, per affermare che il rischio dell'occupazione corporativa da parte della magistratura della giurisdizione italiana passa anche attraverso la scelta corporativa e l'esclusione delle corporazioni che sono meno corporazioni delle altre. Ritengo che questo sia intollerabile!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, lei è arrivato da pochi secondi in aula e quindi non poteva aver ascoltato il dibattito così come si è sviluppato. Il problema è che da questa opposizione è stato rivolto un interrogativo a codesta maggioranza, che non ha ricevuto risposta.
La stessa domanda è stata posta dall'onorevole Mellano, il quale ha ricordato - e lei era presente in quel momento - che, contrariamente al sottoscritto, appartiene a codesta maggioranza e, allo stesso modo, non riceve risposta. Chiedo al Presidente della Camera, che è un po' la vittima di questo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE CONSOLO. Le chiedo scusa, ma mi rivolgo a lei simbolicamente, perché non ci vogliono spiegare il motivo per il quale gli avvocati vengono esclusi?
CESARE CAMPA. Le risposte!
Pag. 118
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 4.34, Mazzoni 4.35, Vitali 4.55 e Buemi 4.300, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)).
(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 274).
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, si vergogni (Proteste)!
PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Velo, Mura e Borghesi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, mi scusi, le voglio rappresentare la mia vibrata protesta perché avevo chiesto di parlare, l'assistente parlamentare l'ha segnalato - lo abbiamo visto dai banchi - e lei deliberatamente non mi ha dato la parola sull'emendamento precedente. È un fatto che ritengo assolutamente grave e lesivo della mia dignità parlamentare! E non è la prima volta!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, si vergogni! Lei è un Presidente di parte!
PRESIDENTE. Smentisco nella maniera più assoluta. E lei, deputato Marinello, non urli visto che ciò che ha affermato il deputato Neri non corrisponde al vero!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Si vergogni!
PRESIDENTE. Lei, per favore, mi lasci parlare!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Si vergogni, Presidente (Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Lei mi lascia parlare! Se io dico che non mi è stata segnalata la richiesta di intervento, loro sono chiamati a credermi. In ogni caso, qualora non mi credessero, si istruisca un giurì, considerato che è qui presente l'assistente parlamentare che può rispondere.
Vi sono delle cose che rientrano nel conflitto politico che sono ammissibili, ma le accuse di malafede no (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, intervengo solo per chiudere questo spiacevole episodio, in quanto la vicenda è di una pochezza tale che non è il caso di investire nessun giurì. Tutti hanno visto quello che è successo, tanto basta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Basta e avanza anche a me.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, comprendo che lei non possa vederePag. 119tutti coloro che alzano la mano però, tendenzialmente, è meglio se rileva lei le alzate di mano piuttosto che affidarsi alla signora che le è vicino e che noi ringraziamo, perché diversamente si dà l'impressione che magari non si voglia far parlare qualcuno (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori )! Io ho troppo stima di lei per pensare ciò. La prego, però, di dire alla maggioranza, che vuole tornare a casa stasera, che non la faremo tornare a casa stasera (Applausi polemici dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
PRESIDENTE. Deve concludere.
GABRIELE BOSCETTO. Mi lasci parlare, Presidente, perché altrimenti il mio minuto si esaurisce. Di fronte a scioperi, di settimane, di 200 mila avvocati, il Governo non ha detto nulla!
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GABRIELE BOSCETTO. Di fronte ad un annunciato sciopero dell'Associazione nazionale magistrati il Governo si è «calato le brache»! Interverrò, nel prosieguo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, a me sembra una cosa seria che un provvedimento che - come ho detto prima - ha avuto sei letture parlamentari tra Camera e Senato e tre anni di lavoro svolto nella precedente legislatura, venga liquidato in quindici giorni. Inoltre, quando un componente della maggioranza chiede autorevolmente al Governo di spiegare un aspetto fondamentale della riforma, da parte dell'Esecutivo vi è un assoluto silenzio. Ciò è offensivo per la Presidenza e per l'intero Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, non ha bisogno della mia testimonianza e, quindi, la renderò per me. La sua buona fede, nell'episodio precedente, era innegabile. Tuttavia, vi è una cattiva fede, quella del Governo. La prego, Presidente, di non chiudere l'intervento passando alla votazione senza risolvere la questione.
Qui, vi è un problema politico (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
PRESIDENTE. Vi prego, colleghi, per favore, lasciate concludere l'intervento senza interrompere: non è utile.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, questo è l'andazzo. Il problema politico è che l'opposizione, ma anche la maggioranza - ricordate gli interventi degli onorevoli Bianco e Mellano -, ha posto un quesito: perché sono stati esclusi i rappresentanti di 200 mila avvocati?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE CONSOLO. La prego, signor Presidente, non lasci cadere la questione. Il Governo risponda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Lei sa bene che le sue parole sono rivolte direttamente, non indirettamente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 4.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 289).
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, si è ripetuta esattamente la stessa scena di poco fa. Le è stata segnalata la mia richiesta, ma non mi ha dato la parola.
PRESIDENTE. La prego di mettere fine a questa pantomima perché non mi è stato segnalato nulla.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Consolo 4.44 e Mazzoni 4.302.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, mi appello all'articolo 11 del nostro Regolamento, che in particolare prevede i compiti attribuiti ai segretari di Presidenza.
Ho l'impressione che sul regolare andamento dei lavori - mi riferisco anche ad un controllo dell'Assemblea e, in particolare, dei colleghi che chiedono regolarmente la parola - dovremmo far sì che i segretari di Presidenza vi rivolgessero una particolare attenzione, al fine di evitare questi spiacevoli incidenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, i colleghi hanno sollecitato una risposta del Governo sull'intervento dell'onorevole Bianco e dell'onorevole Mellano, ma dal Governo non è arrivata alcuna risposta: le chiedo, pertanto, di convocare il Ministro Di Pietro, che forse è l'unico che può risponderci in materia di giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, non sono ancora intervenuto su una riforma che pure mi ha visto nella scorsa legislatura in qualche modo protagonista: insieme ad un collega per ciascun partito di maggioranza abbiamo molto lavorato, all'epoca, per cercare di «scontentare» sia i magistrati sia gli avvocati (non dico «accontentare» gli uni e gli altri). Forse ci eravamo riusciti, come segno della volontà di non farci dettare da nessuno la riforma che doveva servire ai cittadini e non agli avvocati, né ai magistrati.
Mi rivolgo al Governo: in questo caso, a nostro avviso, chi vi ha un po' troppo dettato questa riforma, nell'ansia di parte, si è dimenticato che nei distretti vanno anche i nemici, cioè gli avvocati (nemici di chi dettava, naturalmente). Allora vorrei capire, senza urlare...
PRESIDENTE. Deputato La Russa, concluda.
IGNAZIO LA RUSSA. Concludo, Presidente. Possiamo procedere ad una sospensione di cinque minuti (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)? Tutto mi potete dire tranne che AN, in questo momento, stia facendo ostruzionismo! È un problema serio, non strumentale: Presidente Prodi, Ministro Mastella, c'è modo di avere qualche risposta su questo aspetto, oppure dobbiamo dire agli avvocati che sono «pezze» daPag. 121buttare via per questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)?
SEBASTIANO NERI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, mi è accaduto per due volte - diamo per scontato, come ha fatto il collega Consolo, la sua buona fede: non mi costa alcuna fatica farlo - di aver ritualmente chiesto di parlare e di essere stato regolarmente visto dall'organo preposto, che non è il Presidente, ma il segretario di Presidenza. Da questo momento, pertanto, desidero sapere qual è la prassi che devo seguire per potere intervenire - come è mio diritto - nei lavori d'Assemblea. Diversamente, se non è possibile esercitare legittimamente un diritto che attiene a ciascun parlamentare, mi consideri iscritto a parlare su tutti gli emendamenti, fino all'esaurimento del tempo a mia disposizione. Così non si corre il rischio che lei non mi veda o si dimentichi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia e Forza Italia).
PRESIDENTE. Naturalmente lei accede al diritto alla parola come ogni altro parlamentare, sulla base di una consuetudine lungamente e storicamente consolidata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici gli emendamenti Consolo 4.44 e Mazzoni 4.302, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 290).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzoni 4.303.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Onorevole Presidente, quando parliamo non lo facciamo per lasciare una traccia a futura memoria: ci aspettiamo la possibilità di un'ipotesi di risposta da un Governo sordo, dal presidente della Commissione, da un esponente della maggioranza.
Non è arrivata dal Governo alcuna risposta al problema che abbiamo posto, non è arrivata alcuna risposta dal presidente della Commissione, così come non è arrivata alcuna risposta da nessun esponente della maggioranza!
Il gruppo di Alleanza Nazionale abbandona l'aula per protesta, in solidarietà con gli avvocati d'Italia (I deputati del gruppo di Alleanza Nazionale escono dall'aula - Applausi polemici dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, sono davvero costernato...
PRESIDENTE. Mi scusi. Invito l'Assemblea a tenere un atteggiamento particolarmente composto, visto che siamo in un momento che merita tutta l'attenzione possibile.
ELIO VITO. Signor Presidente, non voglio intervenire su questo, ma non si stupisca. Fino a pochi minuti fa vi era chi votava per tre, per quattro, in manieraPag. 122molto scomposta, anche fra i banchi del suo gruppo. Quindi, non è una questione di particolarità nel momento.
PRESIDENTE. Io non ho un gruppo.
ELIO VITO. Signor Presidente, come dicevo, sono sconcertato che, anche dopo l'annuncio dei colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale, non vi sia nessuno che senta il dovere istituzionale e politico di intervenire a difendere il testo o a spiegare una scelta.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Perdevano l'aereo!
ELIO VITO. Ministro Chiti, come può dire che questo è un regolare andamento dei lavori e che non avete limitato il dibattito, se su nessuna questione un responsabile della maggioranza o del Governo è intervenuto? Credo che occorra impedire che un gruppo abbandoni i lavori dell'Assemblea e che ci debba pur essere una risposta ad una questione data e richiesta dagli stessi partiti di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 4.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 138
Hanno votato no 284).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, colgo l'occasione del voto sull'articolo 4, senza minacciare o annunciare che il nostro gruppo terrà il comportamento di altri gruppi parlamentari, ma per ricollegarmi al modo di procedere dei lavori.
All'inizio della mattinata, ho fatto presente quali erano i rischi e l'opportunità di un procedere, che poi, come abbiamo visto, sta evolvendo proprio come avevo paventato.
Chiederei - lo dico sinceramente - che, pur non volendo intervenire il Governo per ragioni che si possono anche comprendere, almeno il capogruppo del partito di maggioranza relativa o il relatore dessero una spiegazione sui tanti argomenti che si è preferito, in qualche modo, bypassare, per la supponente urgenza di dover votare il provvedimento entro il 31 luglio. In molti casi, come questo del voto sull'articolo 4, l'atteggiamento del Governo e della maggioranza stride con il buonsenso.
Se qualcuno dicesse qual è stata la motivazione di fondo almeno di alcune grandi scelte, non metterebbe a rischio l'urgenza con cui si sta procedendo in questo momento su un argomento importante, che nella scorsa legislatura ha comportato tre anni di lavori del Parlamento, tra giudizi contrastanti dell'allora opposizione, e che, invece, in questa legislatura, richiederebbe, a vostro avviso, solo qualche giorno. Mi sembra sconvolgente che nessuno colga l'occasione per dire una parola a questo proposito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, molti sono i temi che ci hanno visto divisi in materia di giustizia, nei diversi ruoli di maggioranza e opposizione, ma quello sui consigli giudiziari, sull'allargamento per motivi di trasparenza - soprattutto di trasparenza - dell'operato giudiziario era uno dei pochi temi su cui sia il centrodestra sia il centrosinistra convergevano. Questo fino al passaggio parlamentarePag. 123precedente. È un problema importante, perché l'ordinamento giudiziario, signor Presidente del Consiglio, non appartiene a questa maggioranza, non appartiene a questo Parlamento, ma ai cittadini italiani.
Stiamo facendo delle scelte di cui dovremo rispondere alla gente. Allora, su un dato così importante è possibile una decisione così poco trasparente?
È possibile che il Governo non senta la necessità...
PRESIDENTE. Deve concludere.
JOLE SANTELLI. ...di giustificare perché, dopo sei anni in cui ha sostenuto determinate scelte, oggi fa retromarcia?
PRESIDENTE. Per favore, vi chiedo anche una collaborazione per quanto riguarda i tempi, perché comprendo benissimo che, in una condizione tesa, il richiamo a concludere l'intervento è molto antipatico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo anch'io chiaramente per dichiarare il voto contrario del gruppo della Lega Nord Padania sull'articolo in esame. Molti colleghi dell'opposizione si chiedono come mai il Governo non interviene, come mai vi è il silenzio assoluto in questa aula parlamentare su una questione che, nei pur sporadici interventi di alcuni colleghi della maggioranza, è sentita e condivisa, poiché concerne l'estromissione di fatto dell'avvocatura, una componente così importante, dai consigli giudiziari.
Perché non si interviene? Cosa potrebbe dire il Governo, il quale ha ceduto al diktat...
PRESIDENTE. Deve concludere.
CAROLINA LUSSANA. ...proveniente dalla magistratura associata, e che ha chinato supinamente il capo...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento.
CAROLINA LUSSANA. ...di fronte a quanto affermato dall'Associazione nazionale magistrati?
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento.
CAROLINA LUSSANA. Non vi interessa il dialogo con chi è presente in questa Assemblea, vi interessano le intese concluse fuori da questa aula, e tutto ciò è gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Lei ha concluso il suo intervento!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Voteremo contro l'articolo in esame, perché in questo modo state creando il danno maggiore, rappresentato dall'instabilità delle future regole dell'ordinamento giudiziario, in primo luogo, perché nella vostra stessa maggioranza vi è dissenso e, quindi, tali regole andranno cambiate e, in secondo luogo, perché è chiaro che approvare tale disciplina completamente contro l'attuale opposizione comporterà che la stessa, se sarà maggioranza, la riprenderà in esame.
L'instabilità è la peggiore delle cose che si possono fare in una materia di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, annuncio il voto contrario del gruppo del Movimento per l'autonomia sull'articolo 4 del provvedimento in esame per una serie di considerazioni che vorrei brevemente sviluppare.Pag. 124
L'unico organo di autogoverno che la Costituzione prevede per la magistratura, al fine di garantirne l'indipendenza finalizzata alla terzietà della funzione, è il Consiglio superiore della magistratura. Gli altri organi sono strumenti di amministrazione ordinaria che dovrebbero presiedere sul piano territoriale al buon andamento dell'amministrazione giudiziaria.
Pertanto, a meno di non volere introdurre, come filosofia di fondo di un provvedimento quale quello che ci accingiamo ad approvare, l'idea che vi sia qualcuno padrone del processo e che gli altri siano semplici comparse, considerato che non è in gioco, con la composizione degli organi di amministrazione territoriale dell'attività giudiziaria, il principio di autonomia ed indipendenza della magistratura, è davvero incomprensibile che non si sia voluto dare adeguata rappresentanza agli avvocati.
Infatti, fin quando non riscriveremo totalmente le regole del gioco giudiziario del Paese, credo che dobbiamo immaginare il processo con un arbitro - il giudice - e delle parti che, in sede civile, sono parti private rappresentate dagli avvocati e che, in sede penale, possono - per quanto riguarda l'accusa - essere rappresentate dal pubblico ministero.
Se quindi il processo è uno dei servizi principali da rendere ai cittadini, perché soltanto attraverso il processo può esservi una corretta amministrazione della giustizia e una corretta applicazione della legge, è chiaro che tutto ciò che presiede... Signor Presidente, non so a chi mi sto rivolgendo perchè ...
LUCA VOLONTÈ. A noi (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
SEBASTIANO NERI. Non ho un interlocutore, lei non mi ascolta, né lo fa il Governo, e capisco che sto affermando cose di nessuno valenza...
PRESIDENTE. Per favore, lei prosegua, e loro non interrompano!
SEBASTIANO NERI. Stavo dicendo, quindi, che, se vogliamo continuare ad attribuire al processo una funzione di amministrazione della giustizia e di corretta applicazione della legge, mi pare assolutamente irresponsabile escludere una componente fondamentale del gioco processuale - quale è l'avvocatura - dai ruoli determinanti svolti nell'ambito degli organi di amministrazione territoriale dell'amministrazione giudiziaria. A meno che non si voglia affermare che i padroni del processo siedono tutti all'interno di quella associazione dei magistrati che evidentemente ha scritto il provvedimento in esame, e non si voglia, invece, riconoscere che l'unico padrone dell'amministrazione della giustizia deve essere il primato assoluto della legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tenaglia. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, mi pare un po' strano il dibattito odierno: oggi, in questa sede, si invoca la partecipazione degli avvocati nella fase della valutazione dei magistrati, dal momento che in tutte le altre fasi, dall'organizzazione degli uffici alla fase della formazione, gli avvocati partecipano a pieno diritto. Viene richiesto il loro intervento nella fase di valutazione, quando nell'ordinamento Castelli non era assolutamente prevista la partecipazione degli avvocati in questa fase. Noi l'abbiamo prevista, perché il consiglio dell'ordine, al pari dei capi degli uffici giudiziari, formula un parere per ciascun magistrato sottoposto alla valutazione (ieri ho ricordato che noi li sottoponiamo tutti alla valutazione, diversamente da quanto accadeva nell'ordinamento Castelli, dove la valutazione era riservata solo ai pochi che si sottoponevano ai concorsi) e, inoltre, deve segnalare tutti i fatti specifici a sua conoscenza che riguardino la professionalità del magistrato stesso. Mi pare che la classe forense entri a pieno titolo nell'ambito del circuito dell'autogoverno.
In più, il contributo della classe forense è richiesto per quanto riguarda le situazioni di incompatibilità e soprattutto laPag. 125partecipazione, quale membro alla pari del Presidente della Cassazione e del Procuratore generale della Cassazione, al consiglio direttivo della Corte di Cassazione. Senza dimenticare, poi, la partecipazione di due avvocati al consiglio direttivo della scuola di formazione della magistratura. Se non è questa una pari dignità, se non è questa una partecipazione attiva al circuito di autogoverno e all'ambito di responsabilità nella formazione e nel controllo della professionalità dei magistrati, non ce n'è altra francamente. Certamente, la vostra non era alla pari della nostra, anzi era nulla (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Ho fatto rilevare alla deputata Gelmini che avevano già parlato due esponenti del suo gruppo e alla deputata Mazzoni che è già intervenuto un deputato del suo gruppo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 418
Astenuti 10
Maggioranza 210
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 138).