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Seguito discussione del disegno di legge: S. 1649 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia (Approvato dal Senato) (A.C. 2910) (ore 18,55).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e si sono svolte le repliche del relatore e del Governo.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2910)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 2910 sezione 3), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 2910 sezione 4).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 2910 sezione 5).
Avverto, altresì, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 2910 sezioni 1 e 2), che sono distribuiti in fotocopia.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
RUGGERO RUGGERI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Fava 1.3 e Contento 1.20. Su tutti i restanti emendamenti, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 264).
Prendo atto che i deputati D'Agrò e Dato hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Piro ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 449
Astenuti 33
Maggioranza 225
Hanno votato sì 93
Hanno votato no 356).
Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.Pag. 104
Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Fava 1.7 e 1.9 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 1.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 474
Astenuti 4
Maggioranza 238
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 272).
Passiamo all'emendamento Fava 1.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO ALLASIA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo brevemente in relazione agli emendamenti in esame, volti tutti - come quest'ultimo - ad incidere specificamente sul contenuto del testo e a migliorarlo, per fare in modo (soprattutto, con l'emendamento Fava 1.7) che l'Authority bloccasse i prezzi solo per i primi due anni e vi fosse una tempistica transitoria, così che, successivamente, fosse il cosiddetto libero mercato ad indicare il prezzo dell'energia.
Il primo emendamento - Fava 1.3 - era esclusivamente riferito al fatto che questo è un provvedimento d'urgenza sull'energia elettrica; infatti, ci siamo sempre domandati cosa c'entrasse il gas. Infine, l'emendamento Fava 1.8 è riferito esclusivamente alla previsione di un parametro, ben preciso, di distinzione tra cliente domestico e industria, in modo tale che, rispetto ai consumi, vi sia un paletto di 2000 metri cubi annui.
Pertanto, anche per quanto riguarda l'emendamento Fava 1.8, così come per tutti gli altri, chiediamo che venga mantenuto e che si voti a favore almeno di questa proposta emendativa, in modo tale da distinguere tra cliente industriale e cliente domestico.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Contento 1.21 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore e insiste per la votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.Pag. 105
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 268).
Avverto che, consistendo il disegno di legge in un articolo unico, si procederà direttamente alla votazione finale.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2910)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2910 sezione 6).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
Prego, per favore, i colleghi in aula di non rumoreggiare, in modo da potere sentire il parere del Governo. Grazie.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo invita il presentatore al ritiro dell'ordine del giorno Quartiani n. 9/2910/1, in quanto la materia merita di attendere quanto il Senato sta determinando in relazione al disegno di legge A.S. 691. Le questioni poste, meritano gli approfondimenti dovuti. Per questa ragione, invito al ritiro, in quanto le questioni poste potranno trovare la soluzione giusta quando il predetto disegno di legge passerà all'esame della Camera.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Provera n. 9/2910/2 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole da «a stabilire» fino alla fine, con le seguenti: «a tutelare gli utenti deboli e, segnatamente, quelli rientranti nelle soglie di povertà, nonché a garantire facilitazioni economiche per quegli utenti ed in particolare per le persone anziane».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cacciari n. 9/2910/3.
PRESIDENTE. Per favore, è possibile evitare toni di voce troppo alta? Almeno questo, grazie!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo accoglie come raccomandazione anche gli ordini del giorno Trepiccione n. 9/2910/4, Francescato n. 9/2910/5 e Bonelli n. 9/2910/6, mentre accetta l'ordine del giorno Ruggeri n. 9/2910/7.
Inoltre, il Governo, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Raiti n. 9/2910/8, Bernardo n. 9/2910/9 e Turco n. 9/2910/10 in relazione al piano energetico nazionale, Fedele n. 9/2910/11, Galli n. 9/2910/12, Fasolino n. 9/2910/13, Mellano n. 9/2910/14.
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Quartiani se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/2910/1.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro in considerazione dell'impegno che il Governo assume per fare in modo che la materia trattata nell'ordine del giorno venga discussa e contenuta all'interno del disegno di legge sull'energia che il Senato affronterà e che, successivamente passerà all'esame della Camera.
PRESIDENTE. Deputato Provera, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2910/2 proposta dal Governo?
MARILDE PROVERA. Sì, signor Presidente.
Pag. 106
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Cacciari n. 9/2910/3, Trepiccione n. 9/2910/4, Francescato n. 9/2910/5, Bonelli n. 9/2910/6, Raiti n. 9/2910/8, accolti dal Governo come raccomandazione non insistono per la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardo n. 9/2910/9. Chiedo al presentatore se insista per la votazione.
MAURIZIO BERNARDO. Sì, signor Presidente insisto per la votazione.
PRESIDENTE. In questo caso qual è il parere del Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo lo accoglie come raccomandazione, ma se si insiste per la votazione non lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardo n. 9/2910/9, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 270).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Turco n. 9/2910/10, Fedele n. 9/2910/11, Galli n. 9/2910/12, Fasolino n. 9/2910/13, Mellano n. 9/2910/14 accolti dal Governo come raccomandazione non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2910)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà (Commenti). Per favore, cerchiamo di evitare questo pressing ogni volta qualcuno prende la parola.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Evangelisti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Mi pare che siamo d'accordo sul fatto che possa illustrare la mia dichiarazione di voto!
Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il tema della politica energetica rappresenta un esempio di continuità del lavoro svolto finora dal Parlamento che procede nelle ultime legislature, un lavoro che è iniziato con il Governo di centrosinistra, è proseguito con il Governo di centrodestra e ha trovato, infine, una prima attuazione con l'attuale Governo.
Ciò - come sostenuto anche dal relatore Ruggeri - dà il segno di una continuità della politica energetica del Paese e occorre prendere atto che su questi temi si registrano molte convergenze.
La liberalizzazione dei mercati con i decreti-legge Bersani ha rappresentato uno degli argomenti che ha caratterizzato la prima fase di impegno del Governo Prodi. Ci appare pertanto naturale che, anche nel settore dell'energia, l'impulso liberalizzatore debba proseguire attraverso l'apertura dei mercati, rendendo competitivi i prezzi sulla base di quanto ci impone la Commissione europea, ma tenendo sempre lo sguardo attento alle famiglie, conPag. 107l'intento di consentire una scelta libera, non condizionata da eventuali aumenti dei prezzi.
L'iter di questo disegno di legge già approvato dal Senato dispone la conversione in legge del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazioni dei mercati dell'energia.
La data del 1o luglio, che prevedeva, sulla base della direttiva europea, l'adozione da parte degli Stati membri di misure adeguate alla libera scelta del fornitore da parte dei clienti domestici, viene così rispettata. Il decreto-legge, però, impone tempi stretti per la conversione, di fatto comprimendo il dibattito in quest'aula, anche se l'esiguo numero di emendamenti presentati ha ribadito, con i necessari distinguo, che l'esigenza di urgenza è stata accettata, di fatto, da tutte le varie forze politiche presenti in quest'aula. Comunque, gli ordini del giorno presentati e quello proposto dal relatore, onorevole Ruggeri, recepiscono molte delle obiezioni poste in Commissione e in Assemblea e cercano di dare indicazioni utili al Governo per correggere le eventuali imprecisioni che derivano da un dibattito in Assemblea necessariamente affrettato.
D'altra parte, la priorità dell'obiettivo da raggiungere e i rischi che deriverebbero da ritardi nell'attuazione della materia, con conseguenti possibilità di procedure di infrazione da parte dell'Unione europea, non permettono oggi possibilità diverse da parte del Governo ed il riferimento ad una nuova decretazione d'urgenza, che le forze di opposizione hanno in questa sede segnalato o proposto per superare l'attuale situazione, non appare come una strada percorribile in questo momento.
Il provvedimento al nostro esame si propone obiettivi virtuosi, perché pone regole di trasparenza a vantaggio dei clienti domestici per l'avvio dei mercati dell'elettricità e del gas e prevede regimi di tutela e di garanzia. Condividiamo, quindi, pienamente l'esigenza di tutelare ed assicurare regole certe ai privati nella delicata fase del processo di liberalizzazione del mercato elettrico, anche al fine di evitare ulteriori sanzioni all'Italia da parte della Commissione europea. Il nostro mercato, infatti, non è in linea con i criteri comunitari, in quanto non è ancora totalmente aperto alla concorrenza e questo provvedimento accompagna gli utenti domestici nel passaggio dal sistema vincolato al sistema libero, evitando il verificarsi di interruzioni di forniture di energia elettrica e di aumenti ingiustificati dei prezzi.
Il decreto-legge, inoltre, ha l'enorme merito di comportare una notevole riduzione del costo dell'energia. Si stima che già nel primo trimestre si verificherà una riduzione delle bollette di circa 35 euro su base annua e ciò a vantaggio di tutti i cittadini, in particolare delle famiglie, che nella nostra società sono le prime a soffrire a causa dei costi elevati delle utenze domestiche. A questo riguardo, vorrei sottolineare che il dato Istat sull'inflazione di luglio appare incoraggiante: il calo dell'inflazione, che si allinea sul dato europeo, sottolinea il ruolo positivo fornito da alcuni settori oggetto delle misure di liberalizzazione, che hanno compensato i maggiori incrementi di prezzi dei comparti più dipendenti dai prezzi del petrolio.
Ora è importante, anche attraverso la liberalizzazione del mercato energetico, calmierare il prezzo dei servizi, neutralizzando così gli incrementi dei prezzi delle materie prime e dando una completa attuazione al programma di liberalizzazione. D'altronde, anche il Documento di programmazione economico-finanziaria si è messo in questa direzione e rispetta quel programma di attenzione verso le fasce più deboli della popolazione per le quali noi dell'Unione ci siamo battuti in questi mesi, con il nostro impegno sulle liberalizzazioni possibili, sull'ICI e sulle pensioni minime. Ora, tale percorso va completato attraverso il disegno di legge all'esame del Senato, in cui si attuerà la delega al Governo per il riordino del settore energetico, attraverso una politica attenta alla prevenzione, al risparmio energetico, alle fonti rinnovabili, alle diversificazioni deiPag. 108fornitori e delle fonti energetiche, ad una maggiore attenzione per le nostre imprese municipalizzate.
Per tutte queste ragioni, le forze di maggioranza esprimono oggi con convinzione il voto favorevole sul provvedimento al nostro esame ed auspicano che il processo di liberalizzazione del mercato dell'energia avvenga il più rapidamente possibile, al fine di ottenere lo smantellamento del sistema monopolistico che da troppi anni gestisce indisturbato un settore di mercato così delicato. È importante per le piccole imprese, per i professionisti, per le industrie e per tutti i privati che si lasci il posto ad un mercato totalmente aperto e concorrenziale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferdinando Benito Pignataro. Ne ha facoltà.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo solo per richiamare le considerazioni già svolte in sede di discussione sulle linee generali e per preannunciare il voto contrario di Alleanza Nazionale. Siamo infatti consapevoli del fatto che questo provvedimento è necessario per evitare un incremento dei prezzi, ma è evidente che esso è stato presentato in Parlamento solo per evitare l'ennesima inadempienza del Governo. Il nostro voto non può dunque che essere contrario, nonostante vi sia il rischio di un aumento dei prezzi qualora il decreto-legge non dovesse essere convertito: ci troviamo infatti di fronte all'ennesima incongruenza da parte di un Governo contraddittorio, che predica le liberalizzazioni ma non le realizza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, non chiederò la pubblicazione del testo del mio intervento in calce al resoconto della seduta odierna, poiché credo sia doveroso, per chi siede su questi banchi, svolgere una riflessione su quanto continua ad accadere quotidianamente e nel silenzio più totale anche della Presidenza. Anzi, mi spiace che il Presidente non ascolti quel che sto per dire poiché si tratta di qualcosa che lo riguarda da vicino. Già ieri, in sede di discussione sulle linee generali, avevo avuto modo di anticipare questo tema, ma desidero ora affrontarlo con serenità, anche se con fermezza. Ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale: proprio ieri, in sede di discussione sulle linee generali...
Se è vero che sono tenuto a parlare rivolto alla Presidenza, mi piacerebbe che la Presidenza mi ascoltasse: diversamente, cambiamo le regole e parlo con qualcun altro!
PRESIDENTE. La Presidenza ha anche il compito di organizzare i lavori. Prego, prosegua.
GIOVANNI FAVA. Benissimo: se lei ha necessità diverse, non ha che da dirmelo e mi interrompo.
PRESIDENTE. Può proseguire, grazie.
GIOVANNI FAVA. Ieri, con la tradizionale onestà intellettuale - e anche un poco con la semplicità - che contraddistingue chi viene delle mie parti, il mio illustre conterraneo, nonché relatore del provvedimento, onorevole Ruggeri, ha affermato in modo serafico, in quest'aula, che gli spiaceva che non gli fosse stato permesso di presentare emendamenti e che, per tale motivo, sarebbe stato costretto a presentarePag. 109un ordine del giorno. Oggi scopro che quell'ordine del giorno diviene motivo di vanto per la maggioranza, come emerge almeno dall'intervento del collega Affronti, che lo richiama quasi fosse un punto d'arrivo.
Forse non ci rendiamo conto che si è consumato un gravissimo crimine nei confronti del Parlamento quale istituzione: un crimine che si perpetua da giorni, settimane, mesi. Noi, di fatto, stiamo delegando la Camera dei deputati al ruolo di notaio chiamato a malapena a ratificare - negli scampoli di una giornata intensa come quella odierna - il lavoro svolto faticosamente dal Senato. Ciò, peraltro, su un provvedimento che viene pomposamente definito di liberalizzazione dei mercati dell'energia, ma che null'altro è se non l'adempimento di un obbligo comunitario che ci è stato imposto, con l'aggravante che siamo già in ritardo: stiamo infatti dando efficacia ad un provvedimento che avrebbe dovuto averla dal 1o luglio di quest'anno. Con la complicità della struttura parlamentare, abbiamo dunque colpevolmente evitato di discutere in quest'aula di tale provvedimento e di affrontare il tema nella sua complessità.
La realtà è ben diversa, signori: il provvedimento al nostro esame non liberalizza nulla, perché esso si limita a dare qualche competenza in più all'Authority per l'energia elettrica ed il gas. Al riguardo, bisognerebbe anche aprire un dibattito interessante, perché non si è mai visto che un'authority, che per definizione dovrebbe essere un arbitro del mercato, addirittura arrivi a fissarne i prezzi e le condizioni: non si è mai vista tutta questa arbitrarietà e tutta questa libertà nello stabilire ciò che viene definito anomalo. Quand'è, cioè, che l'authority interviene? Ma con quale autorevolezza interviene un'authority che, da oltre un anno dall'insediamento della maggioranza in questa legislatura, è composta da due membri invece da cinque? Si tratta di un'authority per la quale il Governo ha preferito evitare, fino ad oggi, di confrontarsi con serenità nella Commissione competente per riportare la legalità laddove essa manca. Alcuni miei colleghi, giorni fa, al Senato hanno ricordato come, a differenza di altre vicende che hanno visto illustri esponenti della maggioranza ergersi a paladini della legalità, in questo caso non abbiamo visto scioperi della fame, né soggetti che abbiano evocato, con grande enfasi, il ripristino di una situazione che è illegale, per il fatto che, anziché cinque membri, ve ne sono due e i due che vi sono si limitano a fare politica e sono attori politici che vogliono governare un mercato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Nessuno parla di questi aspetti, che pure sono importanti, perché non si può ridurre, lo ripeto, la discussione di un provvedimento così importante al penultimo giorno prima delle vacanze estive, nell'ultima mezz'ora, con la pretesa che qualcuno poi chieda la pubblicazione in calce al resoconto stenografico del proprio intervento. Si tratta di un testo blindato per il quale non c'è stata discussione in Commissione e per il quale abbiamo visto respingere tutti gli emendamenti da noi proposti, mentre in Commissione, con la solita onestà intellettuale, il relatore è arrivato perfino a dire, oggi, che diversi emendamenti erano condivisibili e che egli avrebbe avuto piacere venissero recepiti nella fase di approvazione del disegno di legge sull'energia in corso di esame al Senato, ma che alla Camera non si poteva procedere diversamente, perché siamo in ritardo! Ma non siamo certo in ritardo per colpa nostra o per colpa mia: se questo Parlamento ha dei ritardi non possono essere addebitati alla minoranza o all'opposizione, perché alla Camera nessuno ha nemmeno tentato di fare l'ostruzionismo.
Se ci sono ritardi nell'approvazione del provvedimento al nostro esame sono tutti imputabili ad una maggioranza che non riesce mai e su nulla a trovare la quadratura del cerchio. Non solo non ci riesce, ma non riesce a dare risposte al Paese: non si può infatti spacciare, lo ripeto, un mezzo provvedimento come quello che ci accingiamo a votare per qualcosa di risolutivo. Avete illuso i cittadiniPag. 110italiani che dal 1o di luglio le bollette avrebbero subito un miglioramento epocale, una sorta di rivoluzione copernicana. Ma qualcuno se ne è accorto che dal 1o di luglio è stata liberalizzata l'energia elettrica, qualcuno ha capito qual è la portata del provvedimento? Ma soprattutto, qualcuno ha avuto l'onestà morale ed intellettuale di spiegare realmente ai cittadini di cosa stiamo parlando, in un sistema nel quale il trasporto sulle reti è blindato e non si riesce ad estinguere il monopolismo storico? In un sistema di questo tipo, cosa abbiamo liberalizzato, di fatto?
Oltretutto, sono stati anche commoventi i due tentativi (ormai di due si tratta) dell'onorevole Quartiani di venire a sparigliare il tavolo in Commissione, proponendo, difendendo con caparbietà e votando da solo un emendamento rispetto ad una maggioranza ed un Governo che ne imploravano il ritiro! Ma di cosa stiamo discutendo? Ma quest'aula è ancora un'Assemblea legislativa, oppure no? Di cosa stiamo parlando, di cosa abbiamo discusso in queste settimane? Questi temi vanno al di là della portata del singolo provvedimento, bisogna affrontarli con serietà e di essi si deve far carico, necessariamente, la Presidenza della Camera. Diversamente, dobbiamo riconoscere con onestà che aspettiamo regolarmente di sentirci dire dal Senato ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è faticosamente riuscito a passare e ciò che, invece, non passerà mai!
Evitiamo di continuare ad illuderci con le promesse - il sottosegretario Bubbico ne ha appena fatte alcune - che le istanze di questa Camera possano essere recepite nell'ambito di un provvedimento diverso all'esame dell'altra Camera. Siamo al demenziale! Che tipo di autorevolezza abbiamo, qual è la nostra autorità, di cosa stiamo parlando? Abbiamo perso, forse, il senso della nostra appartenenza e delle nostre possibilità e capacità sancite dalla Costituzione.
Lo abbiamo talmente perso che di fronte a tali vicende nessuno grida allo scandalo perché sono tutti troppo impegnati ad organizzare le vacanze prossime venture, che auguro ad ognuno essere le migliori possibili. L'interesse dell'Assemblea si limita a vicende che possono finire sui giornali, tutto il resto non interessa più. L'attività legislativa è morta. La Camera, in questo modo, sta celebrando un de profundis al quale vogliamo sottrarci. Abbiamo scelto di non chiedere l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto del testo della dichiarazione di voto perché volevamo lanciare questo appello. Ci ostiniamo a voler discutere all'interno del luogo consono per il dibattito sul provvedimento legislativo, con i mezzi a noi concessi e vogliamo continuare a tenere alta l'attenzione del Paese rispetto ad una Camera che, non solo non lavora, ma quel poco di lavoro che svolge è eterocondotto e telecomandato a distanza da altri poteri che non sono il potere legislativo che ci è attribuito.
Pertanto, per tali motivi il gruppo della Lega Nord si appresta a votare contro il provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, colleghi, le politiche energetiche del Paese dovrebbero avere la stessa valenza della politica estera. Sappiamo perfettamente che in politica estera vi è una dimensione di accordo che, in qualche modo, mette insieme le valutazioni di maggioranza ed opposizione. Tale circostanza ha un significato profondo, perché determina le grandi prospettive delle alleanze, delle convergenze sui grandi temi di politica internazionale. Credo che anche il tema dell'energia possieda tale valenza, perché per il nostro Paese si tratta di un bene vitale, del quale, purtroppo, siamo privi e che dobbiamo perciò importare da Paesi stranieri. Su tale base vi è la preoccupazione della decretazione d'urgenza, che rivolgiamo alla maggioranza. Inoltre, vi è un'altra preoccupazione: non mi è parso che lo spirito di convergenza sia provenuto con grande effettività da parte della maggioranza stessa. Se controllo le dichiarazioniPag. 111espresse durante la discussione sulle linee generali, mi accorgo che il relatore, ma anche i colleghi Baratella e Tomaselli, si sono riferiti a colpe specifiche, affermando che il ritardo con cui il decreto-legge è giunto all'esame del Parlamento non è imputabile alla maggioranza, ma al Governo precedente, perché quest'ultimo sapeva perfettamente che vi era il termine del 2007 per arrivare alla liberalizzazione del mercato dell'energia anche per le utenze domestiche. Tale circostanza indica che lo spirito di convergenza viene meno. Si tratta di un errore fondamentalmente, perché se è vero che si poteva liberalizzare già dal 2003, vi sono responsabilità forti, dal 2006 ad oggi, dell'attuale Governo che, celandosi dietro il disegno di legge del riordino del sistema elettrico italiano, si è soffermato a «gigioneggiare» piuttosto che a controllare le scadenze che, più alcune volte, abbiamo avvertito, sia in Commissione sia in Assemblea. Si è arrivati, quindi, ad emanare un decreto-legge che, in qualche modo, oggi viene convertito, ad un mese esatto di distanza dall'effettiva valenza della liberalizzazione prevista dalla Comunità europea.
Un ritardo su questo tema è importante per affermare che è mancata una strategia di fondo da parte del Governo, che ha dato poca importanza alla data del 1o luglio 2007, cioè al termine dell'ultima liberalizzazione importante dal progetto, che è iniziato nel 1999. Tale circostanza mi suggerisce che vi sono alcune preoccupazioni in più che vorrei rimarcare, non solo mia, ma - mi sembra - anche dei soggetti istituzionali che, in qualche modo, governano il processo. Non si tratta della preoccupazione di un parlamentare dell'opposizione.
È la preoccupazione di soggetti che, in qualche modo, vedono nel decreto-legge in esame non un riordino, ma una pezza, non una strategia, ma soltanto un avvenimento legato al dover approdare a un decreto-legge per scadenza di termini.
Svolgo solo tre considerazioni e poi concludo. Il decreto-legge in esame è riuscito a mettere l'uno contro l'altro addirittura l'Authority per l'energia elettrica ed il gas e l'Antitrust. Ciò è assolutamente inconcepibile (ma è riuscito a farlo) e significa che gli aspetti regolatori previsti nel decreto-legge sono assolutamente impropri e non capaci di definire una linea di strategia. Ciò è dovuto al fatto che se da una parte l'Authority è dell'avviso che siamo in un mercato in caduta libera, cioè senza capacità di avere, in qualche modo, un punto di appoggio, soprattutto per le utenze deboli, che sappiamo essere le più esposte al principio della liberalizzazione, dall'altra parte con il provvedimento in esame si dice che tenere in piedi l'acquirente unico e, nello stesso tempo, anche fare in modo che vi sia l'asticella della... (Applausi dei deputati Saglia e D'Alia) Sono molto contento, capisco perfettamente che le cose importanti molte volte vengono sollecitate tramite un applauso.
Se si dice che ci vuole il prezzo di riferimento e che non è pensabile che ciò avvenga in un mercato effettivamente libero, è una contraddizione che purtroppo il decreto-legge non ha assolutamente superato. Vi è tale realtà, che non può essere determinata esclusivamente dal fatto che si è estrapolato dal disegno di legge e si è inserito nel decreto-legge qualcosa che, peraltro, non era compiuto nella propria interezza e nel collegamento con gli aspetti istituzionali che tale decreto-legge comporta.
Vorrei concludere su questo punto. C'è soltanto un passaggio dell'intervento della collega Provera che mi ha incuriosito, che la dice lunga sulle diversità esistenti in materia energetica all'interno della maggioranza e che preludono anche ai ritardi con cui il Governo è arrivato all'adozione del provvedimento. Con molta onestà intellettuale e molta capacità, la collega Provera si è domandata se tali liberalizzazioni, in beni necessari e quotidiani, producano effettivamente vantaggi. Lei sostiene di no. Vorrei ricordare che effettivamente, dall'inizio della liberalizzazione, dal 1999 ad oggi, i gap di differenza, anche nei costi di energia di alcune utenze, si sono notevolmente ridotti per le famiglie rispetto all'ambito europeo. Il problema è in ciò e risiede nel capire in cosa consistaPag. 112la liberalizzazione e che cosa essa significhi fino in fondo. Probabilmente, ancora non abbiamo fatto in modo, ad esempio, di rendere comprensibile il principio della liberalizzazione agli utenti. Il decreto-legge in esame non rende ciò comprensibile. Di fatto, nessuna attività di promozione è intervenuta dalle grandi e piccole società, eccetto ENI ed Enel, che tendono a rimarcare la loro regia di mercato dominante. Il resto non si è ancora azzardato a fare la promozione sul mercato. Anche ciò dovrebbe rimarcare che, di fatto, il decreto-legge in esame non è assolutamente appetibile, nemmeno per le società che dovrebbero entrare nel mercato. A maggior ragione, allora, l'utente familiare è il più debole, così come è più debole anche quella fascia sociale che il decreto-legge non definisce. Cos'è la fascia sociale e come dovremo tutelarla? C'è stato il principio del precedente dibattito, avvenuto anche in sede di approvazione della legge finanziaria, che impegnava il Governo a definire la fascia sociale e quali erano gli utenti di tale fascia sociale.
L'ultimo aspetto riguarda la critica al decreto-legge in esame. Ci sono alcune possibilità di far valere prezzi diversi in conformità all'energia pulita e no. Credo e spero che il Governo non abbia preso un abbaglio. Infatti, quando l'energia va in rete, osservare la tracciabilità dell'energia stessa e capire se viene dalle fonti rinnovabili o da quelle tradizionali credo sia quasi impossibile.
Vorrei vedere il Governo dirci questo! Non vorrei che ciò fosse un sotterfugio, perché qualcuno, quando andrà ad offrire l'energia pulita (cosa che sarà impossibile), alla fine vada effettivamente a saccheggiare ancora le tasche degli italiani. Drammaticamente questo decreto-legge, invece di aprire effettivamente il mercato, probabilmente non ha fatto del bene a quelle famiglie per le quali era stato costruito, e per le quali, da anni, ci battevamo affinché ciò si realizzasse nella compiutezza di un percorso, che aveva anche un significato profondo di liberalizzazione vera e propria. Per tale motivo e con rammarico, è impossibile da parte del nostro gruppo, esprimere un voto favorevole [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baratella. Ne ha facoltà.
FABIO BARATELLA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Baratella, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, intervengo solamente per alcuni minuti per spiegare le ragioni che portano il nostro gruppo a esprimere un voto contrario sul provvedimento in esame (Commenti)...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, vi invito a evitare sia i commenti sia le conversazioni ad alta voce perché è quasi impossibile continuare. Per favore, colleghi... inviterei l'Assemblea ad una maggiore compostezza anche in questa fase finale.
Prego, deputato Bernardo, prosegua.
MAURIZIO BERNARDO. Grazie, signor Presidente. Intervengo brevemente per spiegare le ragioni del mio voto, rivolgendomi anche al sottosegretario Bubbico, che ha seguito fin dall'inizio l'esame di questo decreto-legge. Certo, ci avrebbe fatto piacere, come abbiamo avuto modo di sottolineare anche in altre occasioni, che al suo fianco fosse presente anche il Ministro Bersani, considerata la delicatezza dell'argomento.
Ieri sera ci siamo dilungati su un argomento estremamente delicato, qual è quello che riguarda la strategia per lePag. 113politiche energetiche del nostro Paese. Oggi, ancora una volta, viene sottoposto al nostro esame un testo blindato, che credo tenda un po' a mortificare il lavoro che avremmo potuto produrre sia in Commissione, sia in Assemblea, forse anche assieme, su un provvedimento così importante. Eppure, ancora oggi, abbiamo ascoltato il Governo accogliere, nelle buone intenzioni, proposte che evidentemente sono condivisibili, anche se poi, per le ragioni che spiegavo in precedenza, non saranno accolte, anche nella sostanza.
Sappiamo bene che si è dovuto attingere ad uno di quei disegni di legge che ben 14 mesi fa furono approvati dal Consiglio dei Ministri - il disegno di legge atto Senato n. 691 in materia di energia - che, purtroppo, è fermo all'esame della Commissione industria dell'altro ramo del Parlamento. Ecco perché sarebbe stato opportuno che fosse presente anche il Ministro Bersani. Il decreto-legge in discussione, in sé considerato, non avrebbe necessitato di molto tempo per la sua discussione ed approvazione (o reiezione), anche perché conosciamo le ragioni che portano, purtroppo, al termine ultimo per la conversione in legge, considerate, da una parte, le sanzioni e, dall'altra, l'apertura al libero mercato per i cosiddetti clienti domestici e per il mondo delle piccole e medie imprese. Se noi avessimo ricevuto una risposta diversa, al Senato, sugli emendamenti che, certamente, avrebbero migliorato il testo in esame, ci saremmo espressi a favore di una posizione diversa, ma ciò non è stato possibile.
Avviandomi alla conclusione, ecco perché avremmo voluto che il Governo raccogliesse, in sede di esame al Senato, non tanto l'aspetto riguardante i consumatori, sul quale la posizione ovviamente è netta ed è favorevole, quanto l'aspetto attinente al ruolo svolto oggi dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che assume nuove funzioni e competenze. Addirittura, il disegno di legge sulle authority, fa riferimento anche a competenze che riguarderebbero il ciclo integrato dell'acqua. Ci troviamo di fronte ad un'authority molto importante e alla stessa attribuiamo nuove competenze, nonostante sia «monca» e per questo motivo, da mesi invitiamo il Ministro a nominarne i componenti, proprio per comporla nel numero di cinque.
Aggiungiamo che condividiamo l'aspetto relativo agli standard di indirizzo gestionale, ma lo condividiamo certamente meno quando si entra nel merito dei prezzi e delle tariffe. Se crediamo, infatti, davvero nel libero mercato - principio sulla base del quale è avvenuta la «bocciatura» di una proposta emendativa presentata da un esponente del centrodestra, in cui si parlava di «transitorio» e noi abbiamo immaginato che potesse coincidere con l'arco di due anni - dobbiamo avere anche fiducia nel mercato e in quello che significhi il ruolo che giocheranno il mondo delle imprese, la Borsa elettrica e l'acquirente unico.
Ecco perché - e concludo - questo è un altro degli aspetti che, ovviamente, ci porta a condividere tale argomento, ma, poi, non capiamo quali saranno le risorse necessarie, come riuscire a individuare le fasce deboli e come quantificare, quindi, non solo l'area di disagio diffuso nel nostro Paese ma anche le risorse necessarie. Ecco perché noi, oggi, diciamo «no» a questo provvedimento che rappresenta una misura tampone rispetto alla politica energetica di cui il Paese ha bisogno. Inoltre, quanto prima, ci auguriamo che il Senato licenzi quel testo e che la Camera possa, forse, dare il contributo necessario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2910)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegnoPag. 114di legge n. 2910, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«S. 1649 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia» (Approvato dal Senato) (2910):
Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 269
Hanno votato no 202
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Prendo atto che il deputato Cota ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.