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TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI FABIO EVANGELISTI, FERDINANDO BENITO PIGNATARO E FABIO BARATELLA SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2910.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Italia dei valori condivide la liberalizzazione del mercato dell'energia e voterà a favore del decreto-legge in esame.
Prima di motivare il nostro voto favorevole, voglio esprimere, però, il mio rammarico sulle condizioni in cui questa Camera è stata costretta ad esaminare un provvedimento rilevante come quello in discussione.
Giungendo in seconda lettura dal Senato a ridosso della chiusura dei lavori per la pausa estiva, la Camera dei deputati è chiamata ad un semplice lavoro di ratifica, direi quasi notarile, che impedisce di apportare qualsiasi contributo migliorativo. Un rammarico confermato dal fatto che da più di un anno è all'esame del Senato un articolato disegno di legge delega finalizzato alla liberalizzazione generalizzata dei mercati dell'energia.
La direttiva della Commissione europea n. 54 del 2003 stabilisce che gli Stati membri mettano in campo misure adeguate per rendere, a partire dal 1o luglio 2007, i clienti domestici del mercato elettrico liberi di scegliere il proprio fornitore. Comprendiamo dunque il ricorso alla decretazione d'urgenza da parte del Governo per evitare di incorre in una procedura d'infrazione da parte di Bruxelles.
Il decreto interviene con misure di tutela per fare in modo che chi vuole muoversi verso nuove offerte nel settore dell'energia elettrica possa farlo liberamente ricercando il prezzo migliore sul mercato. Una misura quanto mai opportuna, dal momento che Bruxelles, con parere motivato del 15 dicembre 2006, ha rilevato un eccesso di tutela regolatoria accordato dallo Stato italiano alle forniture elettriche.
Approvando questo provvedimento si pone un altro tassello nell'opera di liberalizzazione e di apertura dei mercati che fino ad oggi ha costituito una delle priorità perseguite dall'azione di Governo e si compie anche un salto di qualità in quest'opera.
C'è stato chi, per amore di polemica, ha ironizzato sulle liberalizzazioni effettuate, sostenendo che si limitavano a colpire singole categorie come i tassisti, i panificatori, piuttosto che le assicurazioni o i farmacisti, con misure che danneggiavano questi ultimi e non arrecavano vantaggi al resto dei cittadini.
Premesso che nel lungo periodo quelle misure stanno mostrando i loro effetti positivi, come ha avuto modo di spiegare con dati alla mano qualche giorno fa lo stesso Ministro Bersani, ora quest'opera di apertura dei mercati compie un ulteriore salto di qualità avendo come oggetto un settore strategico come quello dell'energia elettrica.
La privatizzazione e la liberalizzazione di settori in cui vigeva il monopolio pubblico ha prodotto fino ad oggi effetti positivi tangibili solo nel settore della telefonia, in particolare quella mobile, dove la concorrenza tra diversi operatori ha determinato un sensibile livellamento verso il basso delle tariffe.
Lo stesso fenomeno non si è verificato nel settore del gas, nel quale già dal 2003 vi è la possibilità da parte dell'utente di scegliere il proprio fornitore, e ancor meno nel settore elettrico dove questa possibilità e stata riconosciuta ai cittadini con l'attuale decreto-legge.
È evidente che il costo dell'energia elettrica è influenzato da una serie di fattori strutturali connessi alla fluttuazione del costo delle materie prime chePag. 120l'Italia è costretta ad importare essendone priva, ma l'apertura di questo settore ad una vera concorrenza contribuirà sicuramente ad arrecare vantaggi al cittadino consumatore.
Della possibilità di affidarsi al fornitore di energia elettrica che offre il miglior prezzo potranno usufruire circa 30 milioni di famiglie. L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha stimato che già nei primi mesi si verificherà un risparmio sul costo delle bollette stimabile in circa 35 euro l'anno. Un risparmio, che oltre ad essere la prima riduzione delle spese per l'energia negli ultimi tre anni, è destinato a divenire più ampio nel corso degli anni.
L'eliminazione dei monopoli e l'apertura dei mercati alla libera concorrenza è lo strumento per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie e per aiutare non solo le fasce di popolazione con un reddito basso, ma anche le tante che, pur disponendo di un reddito nella norma, lo vedono costantemente eroso da rincari eccessivi, ed in alcuni casi immotivati.
Il decreto in esame realizza esattamente questo: permette al cittadino di recedere dal contratto con l'attuale fornitore di energia elettrica e di affidarsi a chi gli offrirà la stessa fornitura al prezzo più vantaggioso. Allo stesso tempo stabilisce una serie di garanzie che tutelano dalle eventuali offerte ingannevoli, nonché chi decide di non avvalersi della facoltà di scegliere un fornitore diverso da quello attuale.
In questo senso è apprezzabile aver attribuito all'Autorità per l'energia elettrica e il gas il compito di fissare condizioni standard di erogazione del servizio indicando in via transitoria i prezzi di riferimento per le forniture di energia elettrica che dovranno essere compresi nelle offerte che le imprese venditrici di energia rivolgeranno ai loro clienti.
Positiva è anche la scelta di imporre una separazione societaria e funzionale tra le imprese che distribuiscono l'energia e quelle che la vendono, facendo corrispondere in tal modo all'apertura del mercato dal lato della domanda una completa apertura dal lato dell'offerta.
La separazione societaria tra attività di distribuzione, che è esercitata in concessione, e attività di vendita di energia elettrica, svolta in regime di libero mercato, garantisce la neutralità nella gestione della rete che è utilizzata da tutti i venditori senza asimmetrie informative e, quindi, favorisce lo sviluppo di una piena concorrenza sul lato dell'offerta.
Tale separazione impedisce, inoltre, che le società di distribuzione trasferiscano alla società di vendita che a loro fa capo il proprio portafoglio clienti: un comportamento che impedirebbe la formazione di una vera concorrenza.
Nell'ottica della tutela del consumatore finale riteniamo molto positive le norme contenute nei commi 5 e 6 del decreto legge che impongono l'adozione di misure per rendere sempre più trasparente la bolletta consentendo una scelta pienamente informata e consapevole, non solo dal punto di vista del prezzo, ma anche dal punto di vista della sicurezza e della tutela ambientale.
In questo senso l'obbligo di rendere noto il mix energetico di approvvigionamento da parte delle aziende che vendono energia elettrica consentirà ai cittadini di prendere coscienza che l'energia non è tutta uguale, dal momento che già esistono aziende in grado di offrire elettricità prodotta in tutto o in gran parte da fonti rinnovabili a prezzi concorrenziali.
Ebbene mettere il consumatore nelle condizioni di poter contribuire nel suo piccolo, con la scelta del proprio fornitore energetico, a ridurre gli effetti nocivi sul mutamento climatico costituisce un progresso nella cultura della tutela dell'ambiente.
Allo stesso modo, prevedere standard minimi di informazione sulla bolletta e sui siti Internet per la pubblicazione di tavole in cui figurino i prezzi di riferimento dell'Autorità per l'energia elettrica ed il gas e i prezzi presenti sul mercato consentirà all'utente di effettuare un confronto vero tra la sua spesa per l'elettricità e le altre offerte, fornendogli in tal modo tutti gli strumenti per effettuare la scelta più vantaggiosa sotto il profilo economico.Pag. 121
Signor Presidente, colleghi, questo decreto-legge consente all'Italia di uniformarsi al resto d'Europa nel settore della vendita dell'energia, liberalizza finalmente un mercato che per troppo tempo è rimasto chiuso alla concorrenza e trasforma il cittadino in soggetto attivo nella scelta del proprio fornitore energetico consentendogli di tutelare il proprio potere d'acquisto ricercando il prezzo migliore.
Per tutti questi motivi Italia dei Valori voterà a favore del decreto-legge in esame.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi deputati, ci accingiamo ad approvare il decreto-legge recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia, già approvato dal Senato. Si tratta contestualmente di un atto dovuto e urgente e di un ulteriore atto e di una scelta di politica energetica del nostro Paese.
È un atto dovuto e urgente perché recepisce una direttiva comunitaria del 2003 e supplisce e recupera una negligenza del Governo di centrodestra che si era limitato a recepire e stabilire la data (1o luglio 2007) di entrata in vigore del processo di liberalizzazione del mercato domestico dell'energia, ma nonostante tre anni di tempo non ha legiferato in materia. In questa legislatura siamo già intervenuti in materia, introducendo scelte di liberalizzazione per le aziende che producono energia. La presente legge, invece, completa la liberalizzazione intervenendo sulla distribuzione e sulla vendita dell'energia sul mercato domestico.
Detto questo, mi preme sottolineare due aspetti critici che richiederanno nel prossimo futuro un impegno serio del Governo, che sollecitiamo con forza.
Il primo giorno è che non ci soddisfa pienamente questo provvedimento, perché non ha considerato i costi rischiando di vanificare gli interventi di incentivazione sul terreno delle tariffe e del risparmio energetico. Inoltre, sempre rispetto alle politiche tariffarie, esso non incide in modo serio nei confronti dei ceti deboli, disoccupati e anziani. Questo elemento rischia di rendere meno efficace il processo di liberalizzazione inteso come apertura dei mercati, più concorrenti, ma soprattutto contenimento di costi e tariffe per un Paese in cui le imprese e le famiglie pagano prezzi più alti per l'energia a livello europeo.
Il secondo aspetto riguarda il fatto che il Governo nel DPEF ha disegnato la nuova politica energetica stabilendo le esigenze per i prossimi anni in termini di domanda, le attuali risorse energetiche, la necessità di nuove infrastrutture e di adeguamento.
Ma, come abbiamo già detto in occasione della discussione sul decreto Bersani, avremmo preferito ragionare in modo organico, in presenza di un piano energetico nazionale, di un quadro di riferimento europeo più chiaro, in modo da lavorare in una logica di strategia complessiva.
Ciò anche rispetto alla questione dell'emergenza assoluta legata ai cambiamenti climatici che impone: l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili; l'incremento delle misure per l'efficienza energetica nell'uso finale; la realizzazione di interventi nel settore dei trasporti; un cambiamento del sistema di incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili; un legame stretto tra fabbisogno energetico, competitività e obiettivi di Kyoto; una conseguente sostituzione delle spese per l'importazione di combustibili fossili e per l'acquisto all'estero dei diritti di emissione.
Pertanto, riteniamo di dover ragionare nei prossimi mesi in modo complessivo sulla natura dell'emergenza e invitiamo il Governo a metterci nelle condizioni di farlo con atti compiuti nella direzione che abbiamo indicato.
Con le osservazioni fatte ed i richiami critici, i Comunisti Italiani voteranno comunque, a favore del provvedimento in discussione.
FABIO BARATELLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, Sinistra Democratica voterà a favore di questoPag. 122decreto-legge, e lo farà convintamente dato che esso copre un vuoto normativo ereditato dal precedente Governo.
Infatti, la legge n. 234 del 2004 ha introdotto la scadenza del 1o luglio senza stabilire regole e tutele per i clienti finali.
Con questo decreto si garantiscono i consumatori finali, domestici e non, impedendo aumenti ingiustificati delle tariffe e mantenendo il livello di tutela previsto dalla normativa comunitaria.
Oggi, infatti, recepiamo appieno la direttiva europea n. 54 del 26 luglio 2003, che obbliga gli Stati membri dal 1o luglio 2007 ad adeguarsi al fine di introdurre misure a tutela del consumatore finale che impediscano l'aumento ingiustificato delle tariffe.
Si prevede inoltre lo sviluppo delle attività di vendita in modo da garantire la piena concorrenza separando le reti di produzione da quelle di vendita.
Si delega inoltre l'Autorità per l'energia elettrica e per il gas a introdurre disposizioni per le società presenti nel mercato attuando direttive e sanzioni tese a tutelare il consumatore sia rispetto alle condizioni contrattuali sia da eventuali, ingiustificati aumenti dei prezzi.
Si tratta di un provvedimento utile ed opportuno anche per evitare le sanzioni previste per il nostro Paese dalle procedure di infrazione già avviate.
Ho già avuto modo di esplicitare in sede di discussione generale la nostra posizione nel dettaglio sui contenuti del decreto. Oggi avviamo un ulteriore processo di liberalizzazione del mercato che oltre a normare, obbliga le aziende ad informare il consumatore sul modo in cui viene prodotta l'energia, anticipando su questo tema, come sugli altri già citati, i contenuti del provvedimento in discussione al Senato, il disegno di legge delega n. 691 in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia e del gas naturale, che mi auguro arrivi alla fine dell'iter ed alla Camera in tempi rapidi.
I colleghi dell'opposizione, in fase di discussione generale, hanno denunciato il ritardo con cui si sta procedendo, dimenticando che stiamo governando il Paese da un anno e che nei cinque anni precedenti nulla o poco è stato fatto, se non due decreti omnibus che trattavano il tema in modo raffazzonato ed insufficiente, con lo sguardo rivolto unicamente agli interessi dei grandi produttori di energia; due decreti omnibus che, fra l'altro, modificando la formazione della Commissione espropriavano il territorio anche dalla sola espressione del parere o autorizzavano le centrali elettriche a produrre in deroga alle leggi ambientali sulle emissioni in atmosfera. Vi è stato inoltre un provvedimento di riordino del sistema elettrico nazionale che ha lasciato le cose come stavano.
Questo decreto-legge continua il percorso delle liberalizzazioni del sistema energetico nazionale, anticipa alcuni punti importanti della legge delega, ma soprattutto risponde ai bisogni dei cittadini.
Sinistra Democratica sostiene quindi questo provvedimento e voterà favorevolmente.