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Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 16,16).
(Attività di ordine pubblico svolta dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco - n. 2-00251)
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00251, concernente l'attività di ordine pubblico svolta dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 3).
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi,Pag. 9se possibile, con l'autorizzazione del Presidente, utilizzerei qualche minuto non per esprimermi sul tema specifico dell'interpellanza, ma su ciò che il Presidente Bertinotti, all'inizio della seduta, ha annunciato mestamente: mi riferisco alla morte di tre nostri ex colleghi parlamentari, tra i quali l'onorevole Bemporad, che non ho conosciuto personalmente, ed in modo particolare gli onorevoli Franco Foschi e Bruno Trentin. Colgo questa occasione, dopo avere anche riflettuto su queste due morti quando si sono verificate nel corso dell'estate, per associarmi alle condoglianze e al rammarico per la loro scomparsa che il Presidente Bertinotti ha espresso all'inizio della seduta. Vorrei associarmi anche alle belle, pacate e condivisibili riflessioni che, dopo l'annuncio della morte di Franco Foschi, il collega Forlani ha espresso in quest'aula autorizzato dal Presidente. Non ripeto le considerazioni del collega Forlani: anche se ho una collocazione e una storia politica diversa, condivido quanto ha espresso in memoria del collega Franco Foschi. Del resto, nel corso di tre delle sette legislature, nelle quali è stato componente di questa Camera, ho avuto occasione di essere suo collega, di apprezzarlo come deputato e anche come rappresentante del Governo, in particolare come Ministro del lavoro. Inoltre, ho avuto anche occasione di far parte del movimento delle ACLI (Associazioni cristiane lavoratori italiani), di cui Franco Foschi era un esponente nazionale.
Infine, signor Presidente, ho conosciuto molti anni fa Bruno Trentin (non come deputato, perché è stato membro della IV legislatura quando io ero troppo piccolo), prima come esponente sindacale della FIOM-CGIL, poi come dirigente politico della CGIL, e che è stato, del resto, anche europarlamentare: ho avuto occasione più volte, nell'arco di quarant'anni, di conoscerlo, apprezzarlo e stimarlo. Concludendo questa riflessione fuori dall'ordinato svolgimento dell'illustrazione della mia interpellanza, vorrei associarmi al cordoglio per la sua morte e all'apprezzamento e alla stima per ciò che egli ha rappresentato per il mondo politico e sindacale italiano ed anche europeo.
Illustro brevemente la mia interpellanza e ringrazio il sottosegretario Ettore Rosato per la sua presenza e per la sua attenzione. Signor Presidente, l'interpellanza da lei annunciata poco fa - come accade anche per altri atti di sindacato ispettivo - purtroppo, viene discussa in quest'aula a distanza di molti mesi dalla sua presentazione, che risale al 30 novembre 2006.
L'estate di quest'anno è stata terribile anche per altri aspetti, ma, in particolare, per quanto riguarda la vicenda degli incendi, della quale il sottosegretario Rosato ha dato conto all'Assemblea in una delle ultime sedute (se non ricordo male, il 27 luglio), parlando degli incendi in Puglia, a Peschici e altrove. Tutta l'estate è stata attraversata dagli incendi e, ovviamente, in questa vicenda vengono chiamati in causa, in particolare, i vigili del fuoco, il Corpo forestale dello Stato e tutte le strutture della Protezione civile. L'estate non è ancora trascorsa interamente, ma i terribili mesi di luglio e di agosto hanno evidenziato a tutti quanto sia preziosa, importante, utile e necessaria l'attività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
La mia interpellanza, ovviamente, non insisteva su questo aspetto - perché è stata presentata il 30 novembre 2006, ma, comunque, è una domanda che rivolgo al Governo, di cui ascolterò con attenzione la risposta - ma su una preoccupazione espressa da alcune organizzazioni sindacali. Non ho timore di affermare che questo fenomeno non è di mia conoscenza, se non per alcuni articoli di giornale che ho letto: sono stato interessato a porre la questione a livello parlamentare da organizzazioni interne al mondo dei vigili del fuoco. La mia interpellanza riguarda la preoccupazione di un frequente coinvolgimento di questi ultimi in vicende che riguardano la lotta contro la criminalità e, più in generale, l'ordine pubblico, che non sono propriamente compiti istituzionali dei vigili del fuoco, i quali hanno competenzePag. 10più importanti e prioritarie in ordine al soccorso pubblico e alla difesa e alla protezione civile.
La seconda domanda che ho rivolto al Ministro dell'interno - oggi rappresentato dal sottosegretario Ettore Rosato - riguarda la connessa questione di quali iniziative e indirizzi il Ministero intenda assumere - lo scrivevo il 30 novembre, ma credo che, nel frattempo, vi siano state alcune novità - riguardo al rafforzamento delle assunzioni del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al fine di per superare le gravi carenze di personale che dallo stesso Governo sono state più volte evidenziate, sia in aula sia in Commissione.
Dal mio punto di vista, per l'esperienza regionale e provinciale dalla quale provengo - mi riferisco alla regione Trentino-Alto Adige e alla provincia autonoma di Trento - auspicherei che per il futuro, oltre all'organico del Corpo ufficiale dei vigili del fuoco, si arrivasse in Italia a diffondere e moltiplicare esperienze proprie della mia regione e delle due province autonome di Trento e di Bolzano. Mi riferisco ad una forte utilizzazione e promozione della componente volontaria dei vigili del fuoco (che ha origini storiche in queste due province e, in parte, anche in Valle d'Aosta), ma che potrebbe rappresentare una risposta importante ed efficace per il resto del nostro territorio nazionale.
Questa non è una discussione sulla legge di riforma del Corpo dei vigili del fuoco (quindi, ne parlo incidentalmente), tuttavia mi rendo conto che, spesso, un'organizzazione territoriale che preveda un mix tra il Corpo dei vigili del fuoco e il volontariato rende molto più efficace non solo l'attività di intervento, ma anche quelle di controllo del territorio e di prevenzione.
Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, i due aspetti che intendo sollecitare sono quindi i seguenti: in primo luogo, l'opportunità, a mio parere, di non utilizzare, a meno che non si agisca in modo oculato, puntuale e concordato con le stesse organizzazioni di settore, i vigili del fuoco in compiti di ordine pubblico; in secondo luogo, di rafforzare l'organico del personale dei vigili del fuoco soprattutto per lo svolgimento delle loro finalità di istituto: quando si verificano emergenze, come quelle di questa estate, tali finalità emergono per importanza anche di fronte a chi non le volesse vedere.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Ettore Rosato, ha facoltà di rispondere.
ETTORE ROSATO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, in merito all'interpellanza in esame cercherò di fornire le informazioni che sono state richieste in maniera specifica, in particolare sul punto relativo all'impiego del personale dei vigili del fuoco in compiti di ordine pubblico.
Come ricordava l'onorevole interpellante, i compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono definiti dal decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, e sono, nello specifico, la prevenzione incendi, il soccorso pubblico, la protezione e la difesa civile. Tuttavia, al personale del Corpo è attribuita, anche nell'ambito dell'esercizio delle funzioni di istituto, la qualifica di agente di pubblica sicurezza, nonché la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria che ne consentono perciò, ove ne ricorrano le condizioni, l'impiego da parte dell'autorità di pubblica sicurezza e dell'autorità giudiziaria nell'ambito delle rispettive attribuzioni.
La diretta connessione tra i compiti istituzionali e le funzioni di polizia giudiziaria emerge anche nelle previsioni contenute, peraltro, nell'articolo 2 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, relativo al nuovo ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ciò si inserisce nel contesto del dispositivo della legge 13 maggio 1961, n. 469, che prevede la possibilità che i prefetti affidino ai comandi provinciali dei vigili del fuoco, in via eccezionale, particolari servizi di carattere tecnico per i quali il personale abbia attitudine in dipendenza dei compiti di istituto.
Questa è la cornice legislativa in cui, in un clima di doverosa collaborazione istituzionale,Pag. 11il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco può essere coinvolto in operazioni congiunte con le forze di polizia su disposizione dell'autorità giudiziaria. Tale coinvolgimento si inquadra, comunque, solo nell'ambito di quelle operazioni di polizia che richiedono specifiche e qualificate competenze tecniche, strettamente connesse ai compiti istituzionali ed al ruolo che riveste lo stesso personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nell'ottica di un'interoperatività che assicuri il migliore e il più completo servizio possibile a tutela del cittadino.
In particolare, le problematiche delle condizioni e dei termini di impiego del personale del Corpo nazionale in attività di polizia particolarmente complesse e tali da richiedere l'apporto di speciali professionalità tecniche quali quelle dei vigili del fuoco si è posto in special modo in occasione di operazioni specifiche delle forze dell'ordine contro la criminalità sul territorio napoletano. Su ciò le organizzazioni sindacali - come giustamente rammentava l'onorevole Boato - hanno chiesto un loro maggior coinvolgimento in ordine alla predisposizione delle direttive di impiego del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. In quell'occasione mi sono recato personalmente a Napoli a confrontarmi con le organizzazioni sindacali. È stata adottata una specifica direttiva indirizzata alle autorità periferiche di pubblica sicurezza, con la quale si è evidenziata l'opportunità di pianificare l'impiego dei vigili del fuoco, con un più congruo e possibile anticipo, nelle attività connesse alla tutela dell'ordine pubblico, in accordo con i responsabili provinciali del Corpo e, quindi, con uno stretto collegamento con la catena di comando all'interno del Corpo, precisando che deve trattarsi sempre di interventi rientranti nel compito di istituto. Con la stessa direttiva è stata raccomandata anche l'adozione delle necessarie cautele operative a protezione dell'incolumità dei vigili impegnati.
Dopo il confronto molto utile sia con le organizzazioni sindacali, in particolare dopo l'applicazione (effettuata con grande attenzione) della nuova direttiva, sia con i prefetti del territorio napoletano, la situazione si è andata appianandosi. Anche le forze di polizia hanno tentato di far sì che alcune tipologie di interventi, su cui prima i vigili del fuoco erano impegnati, venissero svolte da operai delle squadre comunali, soprattutto a causa del gravoso impegno che ciò comportava per i vigili del fuoco in termini di uomini e di orari di servizio che, rispetto ad un organico - come veniva ricordato - già di per sé scarso, appesantiva ancora di più il loro lavoro.
Devo dire - e lo dico con grande serenità, perché è un aspetto che è sotto gli occhi di tutti e che è stato fatto rilevare in più occasioni dallo stesso personale dei vigili del fuoco e dalle organizzazioni sindacali - che la loro preoccupazione era più spesso indirizzata alle operazioni che normalmente i vigili del fuoco dovevano svolgere in occasione di interventi ordinari, come lo spegnimento di incendi di cassonetti o di cumuli di immondizia, durante i quali essi spesso sono stati aggrediti (anche nel napoletano), piuttosto che alle operazioni in cui, accompagnati dalle forze dell'ordine, assolvevano funzioni di carattere tecnico, come la rimozione di ostacoli o altre cose di questo tipo, su cui naturalmente c'era un presidio di sicurezza anche intorno alla loro attività.
Il richiamo alla normativa e l'emanazione della direttiva hanno posto fine anche a questi problemi che potevano essere stati causati forse da un'interpretazione della norma che alcuni volevano più ampia di quanto fosse possibile.
In relazione, poi, al secondo aspetto che è stato evidenziato dall'onorevole Boato, cioè le difficoltà in termini di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ricordo - l'interpellanza risale al novembre 2006 - che la legge finanziaria per il 2007 ha previsto l'assunzione di seicento vigili del fuoco che hanno iniziato nel mese di luglio il corso di formazione, che si concluderà a gennaio, ed essi saranno assegnati ai rispettivi comandi subito dopo le prossime festività natalizie.Pag. 12
Nel mese di agosto, inoltre, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro Amato con il quale sono state definite le procedure per la stabilizzazione del personale volontario. Tali procedure stanno andando avanti; oggi è stato pubblicato il facsimile per la presentazione della domanda di stabilizzazione, mentre i requisiti richiesti sono stati fissati insieme alle organizzazioni sindacali. Entro 30 giorni dalla presentazione, le domande saranno raccolte. Otterremo così una graduatoria di personale professionalmente preparato, che ha già lavorato da lungo tempo all'interno del Corpo e che utilmente, nelle dimensioni che la legge finanziaria vorrà stabilire, potrà essere inserito all'interno del Corpo stesso.
Noi su ciò contiamo moltissimo. In particolare, contiamo sulla necessità di rinforzare un Corpo che oggi sopporta con grande difficoltà problemi di organico su tutto il territorio nazionale: tra impieghi negli aeroporti, di carattere amministrativo ed interventi legati alla prevenzione incendi, il Corpo dei vigili del fuoco spesso non è in grado di garantire i soccorsi in tempi rapidi come sarebbe auspicabile.
Aggiungo anche - perché l'onorevole Boato lo ha citato e mi sembra importante riprenderlo - il ragionamento sul volontariato. Tale orientamento lo condivido anche perché credo che il modello più funzionale sia quello misto: accanto alla quota di personale permanente, destinato a coprire gli interventi relativi alle aree urbane e metropolitane che richiedono sempre più personale in possesso di specializzazioni adeguate, vi deve essere un forte Corpo volontario che garantisca una copertura capillare del territorio.
Quella del Trentino, a questo riguardo, è un'esperienza molto interessante, efficace ed efficiente, sebbene relativa ad un territorio molto diverso dal resto del Paese, non solo per cultura ed altro. Vi sono, però, tante altre esperienze fatte non solo nella vicina Belluno, ma anche in Piemonte, dove, nel solo comando di Torino, vi sono quarantaquattro distaccamenti di volontari dei vigili del fuoco. Stiamo operando per diffondere l'esperienza del volontariato anche nel resto del Paese.
Quando qualcuno si chiede se ciò sia conciliabile con un Corpo permanente dei vigili del fuoco, io la spiego in questi termini: nel 1976, quando il terremoto colpì la mia regione, il Friuli, si aprirono le porte delle caserme e migliaia di soldati di leva prestarono soccorso alla popolazione in tutte quelle operazioni per le quali, come sappiamo, è indispensabile oltre ad un Corpo che abbia una catena di comando, anche rapidità di intervento.
Oggi ciò non sarebbe possibile perché nel nostro Paese i militari di leva non ci sono più, quindi dobbiamo sostituirli con un sistema di volontariato efficace ed efficiente che affianchi il coordinamento affidato al dipartimento nazionale di protezione civile.
Ritengo che l'attuale Governo stia investendo sui vigili del fuoco, e lo ha fatto anche con un'iniziativa parlamentare, nata proprio in questo ramo del Parlamento, relativa alla distribuzione, nell'ultimo provvedimento di carattere finanziario, del cosiddetto «tesoretto», grazie al quale 20 milioni di euro sono stati assegnati per far fronte alle esigenze del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Vi è da fare ancora molto, ma sono convinto che abbiamo impresso una forte inversione di tendenza rispetto agli anni passati. Sono convinto che ciò servirà per rilanciare le funzioni del Corpo, in collaborazione stretta e con una forte coesione anche con le organizzazioni sindacali, nello spirito di concertazione che da sempre ci anima.
PRESIDENTE. Il deputato Boato ha facoltà di replicare.
MARCO BOATO. Signor Presidente, ringrazio vivamente il sottosegretario Rosato perché - non è la prima volta che mi succede interloquendo politicamente e istituzionalmente con lui - non ha dato una risposta di routine, per così dire «burocratica», come a volte avviene in risposta a interpellanze e interrogazioni, e anchePag. 13perché, avendo io tra l'altro arricchito nell'illustrazione la mia interpellanza anche di una qualche «attualizzazione» (considerato che l'atto di sindacato ispettivo in questione risaliva al novembre scorso) il rappresentante del Governo ha puntualmente e opportunamente interloquito anche in merito agli aspetti da me sottolineati, non nel testo scritto ma nell'esposizione verbale in risposta all'interpellanza. Pertanto, mi dichiaro soddisfatto della risposta fornita dal sottosegretario Rosato. Affermo ciò con soddisfazione perché le interpellanze non sono un gioco delle parti. Poco fa abbiamo ascoltato alcune riflessioni di un collega dell'opposizione, in cui sembrava che quasi pregiudizialmente occorresse contrapporsi al Governo.
Se io avessi motivi di contrapposizione nei confronti del Governo, della cui maggioranza pur faccio parte, in sede di sindacato ispettivo, li esprimerei (non ho mai mancato di farlo).
Tuttavia, credo che le osservazioni, le precisazioni e le risposte che sono state date, anche esplicitando un percorso che dal novembre scorso è stato realizzato, siano, anche nella loro gradualità e nella complessità della situazione che abbiamo di fronte da molti anni per quanto riguarda i vigili del fuoco, condivisibili e positive.
Ha fatto bene il sottosegretario Rosato, nella parte iniziale, illustrativa anche della normativa vigente - da quella più recente del decreto legislativo n. 139 del 2006, del decreto legislativo n. 217 del 2005, risalendo fino alla legge n. 469 del 1961 - a ricordare che la possibilità di un eventuale utilizzo, direi residuale, in interventi di ordine pubblico o di lotta alla criminalità, di appartenenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco deve essere assolutamente eccezionale. Lei ha usato proprio l'espressione «in via eccezionale».
Convengo con tutto ciò e credo che sia certo che in determinate situazioni la sola professionalità dei vigili del fuoco può risolvere certi problemi di carattere tecnico, ma in altre situazioni può essere sostituita da squadre di esperti comunali, come lei ha poco fa ricordato forse in riferimento proprio all'esperienza napoletana che ha rappresentato, per altri aspetti, nei mesi scorsi un'altra emergenza e lo è ancora in questo periodo.
La preoccupazione che in me è stata più volte sollecitata riguarda il rischio che, nell'ambito di interventi che coinvolgano la peculiarità professionale dei vigili del fuoco ma che siano inseriti nel contesto della lotta contro la criminalità, vi sia la possibilità che l'incolumità degli operatori e dei vigili del fuoco sia messa in pericolo. È vero che i vigili del fuoco in quei casi hanno alle loro spalle agenti di polizia o carabinieri armati adeguatamente per garantire loro, ma sono in quei casi impiegati in prima linea, ad esempio per sfondare una porta o per intervenire in un contesto difficile dal punto di vista operativo. I vigili del fuoco non sono pronti né preparati - ovviamente lo sono invece per aprire una porta - a rispondere ad un'eventuale aggressione armata.
Tuttavia, trovo nelle parole del sottosegretario Rosato, che rappresenta il Governo, consapevolezza di questi problemi.
Il richiamo alla specifica direttiva che è stata emanata dopo l'incontro svoltosi a Napoli con le organizzazioni sindacali mi pare sia rassicurante anche sotto questo profilo.
Ho già detto, ricordando che l'interpellanza risale al novembre 2006, che sapevo che nel frattempo sono stati effettuati degli interventi per quanto riguarda l'altro aspetto, quello dell'organico dei vigili del fuoco. A tale riguardo, il sottosegretario Rosato ha ricordato che la legge finanziaria per il 2007 ha dato il via alle procedure per l'assunzione di seicento vigili del fuoco. Inoltre, il recente decreto del Ministro Amato prevede la stabilizzazione del personale volontario.
Vi è solo da augurarsi, ma questo è un impegno comune del Governo e del Parlamento, che nella legge finanziaria per il 2008 possano essere inserite misure di carattere finanziario con le quali superare le difficoltà relative all'organico del personale del Corpo e ai debiti pregressi (se non sbaglio, tali debiti ammontano a 82Pag. 14milioni di euro). Ciò è stato già fatto in parte - ha fatto bene a ricordarlo il sottosegretario - inserendo una norma - mi pare all'articolo 4-bis - nel decreto-legge sul cosiddetto «tesoretto» con il quale sono stati stanziati 20 milioni di euro per i vigili del fuoco, come era già avvenuto per altri Corpi dello Stato.
Infine, apprezzo enormemente le ultime considerazioni fatte dal sottosegretario Rosato sulla valorizzazione di questo modello misto di un Corpo dei vigili del fuoco permanente e volontario.
Mi ha fatto piacere, altresì, il richiamo alla tragedia del terremoto in Friuli del 1976, non solo per quello che lei ha detto sul ruolo svolto dai militari di leva ma perché io, un po' più giovane di quanto lo sia oggi, nel 1976 partii dalla mia Trento e per alcune settimane feci il volontario - non soltanto io ma anche molti altri amici che conoscevo - in Friuli; ma questa è una nota autobiografica che mi ha suscitato il ricordo del sottosegretario Rosato.
Sono perfettamente d'accordo sulla difficoltà anche culturale di questa esperienza perché la storia in alcune regioni del nord Italia ha una sua peculiarità, radici e connessioni anche con il modello austriaco, con il modello tedesco e così via, ma, d'altra parte, vi è anche l'importanza di valorizzare questo modello misto come lei lo ha giustamente definito.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.