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Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità - OMS - per la lotta al tabagismo, fatta a Ginevra il 21 maggio 2003 (A.C. 2540-A) (ore 15,35).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2540-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Forza Italia ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto altresì che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
La relatrice, deputata Siniscalchi, ha facoltà di svolgere la relazione.
SABINA SINISCALCHI, Relatore. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, viene sottoposto oggi all'Assemblea il disegno di legge di ratifica della Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità per la lotta al tabagismo. Tale ratifica è necessaria ed urgente, poiché riguarda un accordo internazionale che prevede l'adesione del nostro Paese quale membro dell'Unione europea, che lo ha ratificato il 30 giugno 2005: l'Italia è infatti uno dei due Paesi dell'Unione europea - l'altro è la Repubblica Ceca - che non ha ancora ratificato questo importante Trattato. Si tratta di un ritardo ingiustificato, se si pensa che il nostro Paese presenta una legislazione interna che già rispetta - sia pure parzialmente - i principi e gli adempimenti previsti dalla Convenzione.
Il fenomeno del tabagismo costituisce una grave emergenza del nostro tempo: esso è la prima causa curabile di morte e miete ogni anno 5 milioni e mezzo di vittime, la maggioranza nei Paesi in via di sviluppo e in quelli ad economia in transizione. Tale fenomeno è ancora più preoccupante poiché coinvolge giovani e giovanissimi: l'età media dei consumatori di tabacco si sta infatti abbassando. Occorre inoltre ricordare che il fumo danneggia i fumatori ma anche i non fumatori: l'Organizzazione internazionale del lavoro attesta che 200 mila lavoratori muoiono ogni anno a causa dell'esposizione al fumo nei luoghi di lavoro.
La Convenzione è stata adottata il 21 maggio 2003 dalla sessione generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, dopo circa quattro anni di trattative, e costituisce il primo strumento internazionale vincolante sulla salute; essa fornisce agli Stati parte gli strumenti di base per attuare una corretta politica di controllo del tabacco. Le disposizioni fondamentali prevedono infatti: il divieto totale di pubblicizzare, promuovere e sponsorizzare il tabacco; l'obbligo di apporre avvisi sui rischi del tabacco sulle confezioni; il divieto dell'uso di termini fuorvianti ed ingannevoli, come light o mild, che possono creare confusione nel consumatore; la protezione dei cittadini dall'esposizione al fumo nei posti di lavoro, sui mezzi di trasporto pubblico e nei locali pubblici; l'adozione di misure volte ad eliminare la fabbricazione illegale di sigarette e il contrabbando; l'aumento delle tasse sul tabacco.
La Convenzione si articola in un preambolo e in 11 parti, per un complesso di 38 articoli. Nella prima parte si chiarisce che la Convenzione fornisce un quadro di base, ma che gli Stati parte possonoPag. 9adottare, al loro interno, misure più restrittive di quelle in essa contenute, nonché stipulare accordi bilaterali o multilaterali in materia. Nella seconda parte si delinea l'obiettivo della Convenzione, cioè la protezione delle generazioni presenti e future dai rischi derivanti dal consumo o dall'esposizione al tabacco. La terza parte definisce le misure relative alla riduzione della domanda, che possono essere di natura finanziaria, fiscale o non fiscale. La quarta parte contempla le misure relative alla riduzione dell'offerta del tabacco (in particolare, si sottolinea l'importanza di misure per il contrasto del commercio illegale e di un sistema efficace di individuazione e di tracciabilità dei prodotti del tabacco). La quinta parte promuove la tutela dell'ambiente e della salute delle persone in relazione all'attività di coltivazione e di manifattura del tabacco. La sesta parte concerne l'adozione dei provvedimenti legislativi. La settima riguarda la cooperazione scientifica e tecnica e la comunicazione di informazioni fra gli Stati parte. L'ottava contiene le disposizioni di natura istituzionale e relative alle risorse finanziarie. La nona regola le controversie. La decima definisce le procedure emendative. L'undicesima è relativa alla firma e all'entrata in vigore.
Il disegno di legge che viene oggi sottoposto all'attenzione dell'Assemblea consta dei tre articoli già compresi nel disegno di legge governativo e di un articolo aggiuntivo, l'articolo 3, che viene proposto dalla Commissione bilancio, ex articolo 81, comma 4, della Costituzione. Tale articolo mira a precisare che all'attuazione della legge, che comunque non dovrebbe comportare nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato (così afferma il Governo), si provvede con le risorse previste a legislazione vigente.
Concludo, signor Presidente, preannunziando che a questo proposito presenterò un ordine del giorno, allo scopo di individuare nuove risorse da destinare alla lotta al tabagismo, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
VITTORIO CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'Italia è l'ultimo - o uno degli ultimi - tra i Paesi membri dell'Unione europea a ratificare la Convenzione in oggetto, e, dunque, a tale ritardo va immediatamente posto rimedio. Peraltro, le previsioni della Convenzione sono in linea con quanto già stabilito dalla nostra legislazione in materia, una legislazione che viene considerata una delle più avanzate sull'argomento.
In questo caso, la Convenzione dell'OMS per la lotta al tabagismo rappresenta un passo molto importante nella lotta contro la diffusione del tabacco e contro i gravi danni alla salute che sono da esso causati. Questa è la ragione per la quale si raccomanda la celerità e l'immediatezza dell'approvazione del disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Porfidia. Ne ha facoltà.
AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, con il presente disegno di legge il Parlamento è chiamato a ratificare la Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità per la lotta al tabagismo, un male che rappresenta la prima causa di morte evitabile nel mondo. Pertanto, si potrebbe dire che siamo in ritardo perché, tra i 168 Paesi firmatari, solo l'Italia, la Polonia e la Repubblica Ceca non hanno ancora ratificato la Convenzione. Dall'altra parte, però, bisogna dire e riconoscere che il nostro è tra i Paesi in fase più avanzata per quanto riguarda il tabagismo, la lotta contro di esso e la sua prevenzione.
L'utilità della ratifica della Convenzione in discussione risiede, comunque, nel fatto che si innesta una cooperazione tra i Paesi, attraverso uno scambio di informazioni in campo tecnico, scientifico e legale che potrà rafforzare la lotta al consumo del tabacco. Infatti, per quantoPag. 10l'Italia abbia già legiferato sul divieto del fumo in determinati luoghi, in materia di lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco, sul divieto di vendita e somministrazione ai minori, sulla protezione e assistenza alla maternità e all'infanzia, sulla pubblicità e sponsorizzazione, sulla repressione del contrabbando, sull'organizzazione dei servizi di distribuzione e vendita dei generi di monopolio, sulla vendita dei tabacchi lavorati, è necessario che inizi in modo forte ed immediato una cooperazione tra i popoli, che attraverso uno scambio di informazioni si possa arrivare, se possibile, al divieto (ma l'auspicio del mio partito è di ridurre al minimo l'utilizzo del tabacco), aiutando soprattutto i Paesi in via di sviluppo che versano in difficoltà economiche e sociali. Riteniamo, pertanto, che tale Convenzione sia esauriente e speriamo che quanto prima essa possa essere ratificata per il bene dell'Italia e dell'umanità.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Poretti. Ne ha facoltà.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, due minuti per svolgere un intervento a favore della ratifica della Convenzione dell'OMS per la lotta al tabagismo sono davvero pochi e li utilizzerò per offrire uno spunto di riflessione che mi auguro possa essere colto. I morti ogni anno per il tabacco sono 80 mila solo in Italia e circa 4 milioni nel mondo, mentre i morti a livello mondiale per marijuana sono zero. Ma vi è di più: secondo una ricerca dell'Osservatorio sul tabacco dell'Istituto nazionale dei tumori ogni anno sono perse quasi 52 milioni di giornate lavorative per ricoveri e trattamenti di patologie causate dal tabacco che costano, tra l'altro, alle casse dello Stato più di 1,2 miliardi di euro in spesa sanitaria. Quindi, a fronte del danno certificato contro la salute dei cittadini, fa piacere che la Convenzione che ci accingiamo a ratificare non abbia intrapreso la strada del mero divieto: essa non vieta la pianta del tabacco e non interviene in maniera criminalizzatrice e proibizionista in materia di produzione, distribuzione e consumo di tale sostanza. La Convenzione interviene suggerendo, per così dire, politiche di riduzione del danno. Mi auguro - ci auguriamo e, come radicali e come Rosa nel Pugno, lavoreremo in tal senso - che altrettanto venga fatto per altre sostanze e per altre piante (come, ad esempio, quella della marijuana) che, a differenza del tabacco, non creano dipendenza fisica e non uccidono, ma che oggi sono gestite dalle multinazionali del crimine e del narcotraffico.
Occorre informare, rendere consapevole e disincentivare il consumatore, ma non incarcerarlo quando, al massimo, danneggia la propria salute.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Rampi. Ne ha facoltà.
ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la ratifica da parte del nostro Paese della Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità per la lotta al tabagismo permetterà finalmente all'Italia di recuperare il forte ritardo accumulato. L'Italia, infatti, come ha ricordato la relatrice, è tra gli ultimi Paesi in Europa a non aver ancora provveduto alla ratifica della Convenzione. È giunto il momento di sanare questa situazione in palese contraddizione rispetto alla normativa vigente nel Paese, considerata all'avanguardia a livello internazionale.
Alla Convenzione è stata giustamente riconosciuta un'importanza storica per la lotta contro la diffusione del tabacco e i gravissimi effetti che esso provoca sulla salute, sia in termini di consumo, sia in termini di esposizione attiva e passiva al fumo.
Le peculiarità del tabagismo rispetto ad altre dipendenze sono il dato epidemiologico di diffusione percentuale tra tutte le fasce della popolazione e la particolarità della fruizione che coinvolge, loro malgrado e anche per lungo tempo nell'arco della giornata, soggetti estranei al consumo diretto, procurando danni alla salute scientificamente innegabili.Pag. 11
Il tabacco uccide 5 milioni di persone ogni anno, ovvero un adulto su dieci. Nel 2005 si è registrata nel mondo una morte ogni sei secondi, come risulta dai dati forniti dall'Organizzazione mondiale della sanità, a causa di patologie correlate al fumo di tabacco, e nel 2030 si calcola che le vittime saliranno ad 8,3 milioni, se non si riuscirà ad intervenire per invertire l'attuale tendenza.
I Paesi in via di sviluppo saranno i più colpiti; si calcola, infatti, che il 70 per cento delle morti avverranno proprio lì. Ecco perché sono necessarie anche politiche di cooperazione in questo settore. Mentre in molti Stati si stanno introducendo norme che limitano l'uso del tabacco, nei Paesi in via di sviluppo il tabagismo risulta essere in crescita vertiginosa.
Anche i dati che riguardano l'Italia sono allarmanti e registrano ogni anno ben 80 mila vittime; è stato appurato, infatti, che in Italia vi sono oltre 11 milioni di fumatori e nel 26 per cento dei casi la prima sigaretta viene accesa prima dei quindici anni. Questi dati devono far riflettere, soprattutto noi che abbiamo una responsabilità politica verso il Paese e siamo tenuti a promuovere e tutelare la salute dei cittadini.
Sconfinare nel proibizionismo non serve, come dimostra la storia del mondo. Il proibizionismo non risolve i problemi. Tuttavia, se è vero che fumare è una libera scelta, occorre fornire ai cittadini tutti gli strumenti affinché vi sia la piena consapevolezza sui rischi e sui danni che il fumo di sigaretta comporta. È evidente, ad esempio, che un adolescente non può disporre di tali strumenti. Allora, è nostro dovere intervenire a tutela del minore e condividiamo pienamente la linea del Ministero della salute circa l'introduzione del divieto di vendita di sigarette ai minori di diciotto anni.
L'obiettivo della Convenzione è giustamente la protezione delle generazioni, anche future, dai rischi derivanti dal consumo e dal fumo passivo. Occorre, dunque, mettere in atto una serie di misure volte ad un'informazione capillare sui rischi per la salute e sui danni, anche mortali, che il tabagismo comporta. Spesso, soprattutto tra gli adolescenti, la sigaretta costituisce un falso simbolo di emancipazione e di affermazione della propria personalità. Occorre, allora, contrastare i comportamenti a rischio e i falsi miti, cui contribuiscono, tra gli altri, il mondo del cinema e le televisioni, con una massiccia opera di prevenzione e di promozione di corretti stili di vita, contrastando, nel contempo, le strategie della pubblicità indiretta messe in atto dalle multinazionali del tabacco.
Come affermano gli esperti di salute pubblica, la Convenzione rappresenta un forte strumento in grado anche di rafforzare e coordinare gli sforzi dei singoli Paesi per la regolamentazione e il controllo di queste strategie.
La lotta al fumo costituisce una priorità in quanto il fumo, come è stato ricordato, è la prima causa di morte evitabile.
La normativa in vigore nel Paese presenta un bilancio positivo soprattutto, come ci ha recentemente ricordato anche il Ministro della salute, per quanto riguarda la limitazione dei danni per i non fumatori conseguenti ai divieti di fumo nei locali pubblici e negli uffici.
Riconosciamo che la legge in vigore, più conosciuta come legge Sirchia, si è dimostrata efficace nel ridurre i rischi da fumo passivo, ma non ha ridotto in modo significativo il numero dei fumatori, oggi addirittura in leggera ripresa. L'introduzione del divieto ha influito positivamente sulla decisione di smettere nel 7 per cento dei casi e per il 39 per cento dei fumatori ha portato alla diminuzione del numero di sigarette consumate. Ciò dimostra che in Italia le persone che fumano si sono adeguate ai divieti, ma non hanno sostanzialmente abbandonato la sigaretta.
Si stima che i fumatori nel nostro Paese siano il 21,7 per cento della popolazione dai 14 anni in su. Secondo i dati Istat del 2005 i maschi che fumano sono il 27,5 per cento contro il 16,3 per cento delle donne. Prima della legge del 2003 i maschi fumatori erano il 28,7 per cento e le donnePag. 12il 17,4 per cento. Ciò significa che, soprattutto nella fase iniziale, la legge ha dimostrato capacità di dissuasione.
Oggi siamo di fronte ad un'inversione di tendenza e sono aumentati i giovani che iniziano a fumare addirittura prima dei 14 anni. Dobbiamo convenire sulla necessità di una forte ripresa delle iniziative di contrasto e soprattutto di prevenzione, incentivando nel contempo le politiche di disassuefazione, che riteniamo debbano essere a carico del Servizio sanitario nazionale ed inserite nei livelli essenziali di assistenza. Riteniamo, dunque, opportuno aggiornare la legge del 2003 per garantirne un'applicazione più incisiva a partire dal mondo della scuola.
Il gruppo dell'Ulivo condivide la strategia del Governo che mira a rafforzare l'impegno e ad avviare nel contempo politiche nuove per scoraggiare i fumatori, puntando soprattutto sul convincimento stabile del cittadino. Ritiene, inoltre, decisamente apprezzabile aver dedicato gran parte del programma interministeriale «Guadagnare salute» alla lotta contro il fumo con strategie specifiche di intervento, in particolare per proteggere dal fumo passivo, prevenire l'iniziazione al fumo dei giovani e aiutare i fumatori a smettere.
L'approvazione all'unanimità del disegno di legge in discussione è un importante segnale di unità che il Parlamento può offrire al Paese, un'occasione per dimostrare che il bene comune è superiore ad ogni logica di schieramento, e ritengo estremamente positivo rilevare la sostanziale trasversalità delle posizioni emersa già durante i lavori delle Commissioni.
Occorre ricordare che la Convenzione quadro sul controllo del tabacco è il primo strumento internazionale vincolante sulla salute, negoziato sotto gli auspici dell'OMS ed è bene rammentare l'importanza delle disposizioni fondamentali che prevedono: il divieto totale di pubblicizzare, promuovere e sponsorizzare il tabacco; l'obbligo di apporre avvisi sui rischi del tabacco sulle confezioni che coprano almeno il 30 per cento della superficie delle stesse; il divieto dell'uso di termini fuorvianti o ingannevoli come light e mild; la protezione dei cittadini dall'esposizione al fumo nei posti di lavoro, sui mezzi di trasporto pubblico e nei locali pubblici; l'adozione di misure volte ad eliminare la fabbricazione illegale di sigarette ed il contrabbando e, infine, l'aumento delle tasse sul tabacco.
La ratifica della Convenzione rappresenta l'atto finale di un percorso iniziato anni fa e che, oggi, può finalmente trovare il suo naturale epilogo sulla piena condivisione dell'obiettivo generale e degli obiettivi specifici ad esso strumentali.
Crediamo che il nuovo corso della lotta contro il fumo debba essere costellato non tanto da divieti quanto da alleanze strategiche come quelle con il mondo del lavoro e, su questo fronte, ci sono positivi esempi di realtà produttive che hanno messo a disposizione delle maestranze programmi di dissuasione.
Altrettanto importante, come ribadito dal Ministro della salute Livia Turco in occasione della «Giornata mondiale senza tabacco» promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità il 31 maggio scorso, la revisione del decreto legislativo n. 626 del 1994 sulla prevenzione e sicurezza sul lavoro, per inserire il fumo tra gli elementi nocivi alla salute del lavoratore.
L'ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) stima ogni anno almeno 200 mila lavoratori che muoiono a causa dell'esposizione al fumo sul luogo di lavoro. È, dunque, necessario intervenire promuovendo azioni di contrasto unite alla prevenzione con il coinvolgimento del maggior numero di soggetti e sottolineando il ruolo educativo di tutti gli attori coinvolti.
La prevenzione - come ribadito nella Convenzione che il nostro Paese si accinge a ratificare - non può prescindere dalla realizzazione di programmi di informazione e di educazione sui rischi per la salute e sull'importanza dell'adozione di stili di vita più sani. La politica, le amministrazioni, gli operatori sanitari, il mondo della scuola, le famiglie, il mondo del lavoro, della cultura, dell'informazione e dell'associazionismo potranno giocare un ruolo molto importante di stimolo e di collaborazione anche in questo contesto.Pag. 13
Un'efficace politica di contrasto al tabagismo, oltre a tutelare e migliorare la salute dei cittadini, avrà riflessi positivi sulla spesa sanitaria, riducendo i costi derivanti da gravi patologie connesse al fumo, in tal modo liberando risorse che potranno essere impegnate altrove, ad esempio a favore di politiche di riconversione delle colture di tabacco e delle attività occupazionali ad esse connesse. Anche per questo, è auspicabile che il disegno di legge di ratifica della Convenzione in discussione sia approvato il più velocemente possibile.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata De Zulueta. Ne ha facoltà.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, può sembrare abbastanza paradossale il fatto che l'Italia, che indubbiamente è il Paese europeo con la legislazione più avanzata nel campo dei limiti al tabagismo, sia quasi penultima, tra i Paesi dell'Unione europea, a ratificare questa Convenzione. Penso, ad esempio, all'esperienza della Germania, paese che pone la tutela della salute fra le priorità della sua azione di Governo, che però è in ritardo con le politiche di divieto di fumo nei luoghi pubblici e con la piena attuazione della Convenzione in discussione. Io stessa ho partecipato a servizi giornalistici tedeschi in cui si guardava con ammirazione (ed anche sorpresa) all'esperienza italiana di divieto di fumo nei luoghi pubblici. Ben venga, dunque, l'approvazione tempestiva di una ratifica.
Credo che lo strumento internazionale - lo hanno detto i colleghi - sia utile, soprattutto alla luce del fatto che, nonostante un consenso scientifico sulla pericolosità del fumo e del tabacco, il loro consumo si sta incrementando: è molto importante, pertanto, una collaborazione internazionale che metta in azione politiche e definizioni comuni (penso, ad esempio, al traffico illecito del tabacco, problema che ci ha interessato in tempi recenti con riferimento a qualche Paese vicino).
Vi è anche una clausola ambientale, anch'essa importante, perché a tutela sia dei consumatori, sia - soprattutto - dei lavoratori: il tabacco può essere una coltura pericolosa per l'alto tasso di uso di pesticidi.
Sottolineo che vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno che l'onorevole Siniscalchi intende presentare, affinché non siano sottratti fondi alla cooperazione per finanziare la lotta al tabagismo ed al nostro contributo alla Convenzione. La Francia ha una tassa di scopo per tale finanziamento: ritengo che questo sia uno strumento appropriato.
Infine, la coerenza: il mio timore è che, nel momento stesso in cui i colleghi del Parlamento si accingeranno ad approvare - con voto, spero, unanime - il disegno di legge di ratifica in esame, qualche collega, durante la discussione, esca nelle sale adiacenti all'aula per fumare. In queste sale, infatti - in cui abbiamo accesso ai computer per le agenzie di stampa - si fuma: ciò è particolarmente increscioso, alla luce del fatto che il personale che lavora in quei luoghi non può fumare, ma deve raccogliere le cicche dei parlamentari. Ritengo che dovrebbe cessare un simile comportamento - che qui viene regolarmente assunto - in un periodo in cui vi è grande attenzione dell'opinione pubblica al comportamento dei propri parlamentari e una grandissima insofferenza all'idea che qualcuno sia al di sopra della legge.
Faccio questa segnalazione con la speranza che ci saranno atti conseguenti.
PRESIDENTE. Naturalmente, la Presidenza ha recepito la sua segnalazione.
Non vi sono altri iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.