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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Misure a favore delle imprese della provincia di Ancona danneggiate dalle eccezionali precipitazioni del 16 settembre 2006 - n. 2-00664)
PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00664, concernente misure a favore delle imprese della provincia di Ancona danneggiate dalle eccezionali precipitazioni del 16 settembre 2006 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 8).
CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, quello oggetto della mia interpellanza urgente è un tipico caso di miopia della pubblica amministrazione, dello Stato e dei suoi poteri locali, nei confronti dell'imprenditoria, quindi del bene comune. La vicenda, purtroppo, è legata a eventi imprevedibili che accadono, anche se, a volte, l'imprevedibilità potrebbe essere prevista.
Il 16 settembre 2006, in un'area abbastanza circoscritta della provincia di Ancona, compresa tra Osimo, Castelfidardo e Camerano si è verificata un'eccezionale precipitazione temporalesca, mai avvenutaPag. 67prima. Poiché, ovviamente, il sistema di contenimento idraulico risultò insufficiente, si ingenerò una vera e propria alluvione, per cui tutti i primi piani delle aziende situate in quell'area industriale si allagarono. Per fortuna si trattava di una giornata di sabato, quindi la maggior parte delle maestranze non erano presenti e quelle che lo erano si salvarono salendo ai piani superiori e, nel caso di edifici aventi un solo piano, salendo sul tetto.
Sebbene l'evento meteorologico si sia svolto in poche ore, l'acqua raggiunse in alcuni punti addirittura due metri di altezza, molto più di una persona. La zona industriale colpita era circoscritta; in quell'area, i lavoratori dipendenti o che in qualche modo prestano servizio come esterni nelle varie aziende, sono circa duemila. I danni, alla fine, ammonteranno a circa 200 milioni di euro.
In quel momento gli enti locali, tutti i partiti e i movimenti politici (sia di centrodestra, sia di centrosinistra) si sono seduti attorno ad un tavolo al fine di mettere a punto misure per cercare di far fronte ad un problema, che sicuramente apparteneva a tutti. L'imprenditoria e la stessa prefettura, più volte coinvolta, decisero così di attuare una serie di interventi per far fronte a quella situazione.
In sede di legge finanziaria, all'epoca in discussione, venne inserito un emendamento - sottoscritto da tutti i parlamentari delle Marche appartenenti a tutti i partiti, sia di centrodestra, sia di centrosinistra, con il quale vennero stanziati - attraverso un meccanismo di contributi statali per un importo di un milione e mezzo di euro all'anno per mutui quindicennali - circa 55 milioni di euro netti di contributi. Tale somma rapportata ai 200 milioni di euro di danni subiti dalle aziende, rappresentavano una parte significativa e costituivano il volano che avrebbe permesso all'economia di riprendersi.
Però, in una vicenda, che in fondo vede tutti uniti nel male, succede che si inceppa il meccanismo di erogazione, quindi dalla vicenda meteorologica con gli effetti catastrofici del 16 settembre 2006 arriviamo alla data attuale senza che le aziende abbiano ricevuto ancora una lira (nell'ultima telefonata che ho fatto prima di prendere la parola ho verificato con le aziende, che me lo hanno confermato).
In quel momento, con le aziende distrutte, quindi tutti i materiali, le merci dei magazzini andate perdute, i capannoni inutilizzabili per alcuni mesi, ovviamente la produzione si è bloccata e si sono persi i clienti; quote di mercato già conquistate in una competizione difficile qual è oggi quella globale vengono perse. In tutto ciò accade che un'azienda, anche importante, la Ferro Adriatica, ha portato i libri in tribunale: i soldi teoricamente ci sono, ma i tempi per ricevere i contributi sono lenti e via di seguito. Un'altra impresa di distribuzione alimentare - la Dea market - ha chiuso; era un'azienda che aveva due stabilimenti, ma ne ha chiuso uno; alcuni dipendenti sono andati in pensione e altri sono stati messi in cassa integrazione.
Ci sono altre quattro o cinque aziende che attualmente sopravvivono nella speranza che questi fondi arrivino; hanno firmato cambiali alle banche, che in un primo momento si sono mostrate disponibili, poi hanno affermato di non essere istituti di beneficenza, quindi, dal momento in cui si è constatata la mancanza di una ripresa della riproduzione sufficiente a garantire gli affidamenti, sono arrivate al contenzioso per cercare di recuperare le somme erogate.
In una situazione in cui oggettivamente si poteva affermare che lo Stato attraverso le sue articolazioni aveva agito bene, le aziende non hanno ancora ricevuto una lira per far fronte ad alcune esigenze.
C'è stata anche una difficoltà: sembrava che i fondi dovessero essere erogati in tre annualità, ma alla fine si era trovato il modo per darli tutti in un'unica soluzione per cercare appunto di garantire la ripresa delle attività delle aziende e, pur trattandosi di parte del risarcimento, questo era importante.
Adesso mi è stato riferito che è stata data autorizzazione da parte della Protezione civile (che si era arrogata l'incarico o comunque il Consiglio dei Ministri avevaPag. 68conferito ad essa l'incarico di definire anche la quantificazione dei danni, le perizie giurate e tutto il resto) nel senso che avrebbe espletato gli ultimi atti delegando la regione Marche all'erogazione dei fondi, ma (non si capisce bene dove si sia inceppato il meccanismo) la regione Marche non sta dando una lira e lo Stato ha perso tanto tempo.
Ci sono stati dei tempi morti alla Ragioneria generale dello Stato, che in un primo tempo ha fatto presente che non si poteva fare, poi ha cambiato idea e finalmente è stato dato il benestare, però esisteva un cavillo giuridico.
Di fronte a ciò è evidente che un cittadino qualsiasi, soprattutto un imprenditore che ha un capitale di rischio, perde la fiducia e non è un caso che alcune aziende della zona si siano trasferite altrove, mentre altre pensano di delocalizzarsi nei paesi dell'est europeo dove sicuramente ci sono altre difficoltà, ma esistono condizioni più favorevoli (tutti sanno che il costo del lavoro è molto più basso). Tutto ciò significa un impoverimento forte del territorio.
In questo momento - e concludo, Presidente - quella zona industriale, a parte il caso di alcuni che avevano risorse finanziarie proprie e quindi hanno fatto fronte alle difficoltà, si sta desertificando: ci sono stabilimenti e capannoni abbandonati che non sono stati neanche riparati. Alcuni - come ho detto - sono andati altrove e occorrerà anche pensare ad una sorta di legge obiettivo con sgravi fiscali, e contributivi per rilanciare la zona. Vi lavoravano, infatti, duemila persone mentre oggi tra delocalizzazione in zone limitrofe e scelte di chiusura o di fallimento (ho citato due aziende, ma sono anche stati chiusi negozi, esercizi minori come i bar e tutti quelli di servizio alla zona industriale) esiste un danno forte.
Quella zona del territorio, brillante, vivace, una delle zone produttive importanti della provincia di Ancona, sta diventando invece un ambito nel quale si sta creando disoccupazione; si sono infatti persi beni e alcune quote di mercato sono ormai irrecuperabili. Ciascuno può fare le proprie considerazioni su ciò che avviene quando, come è avvenuto almeno in qualche caso, non si produce per quasi un anno, dal settembre dell'anno scorso.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, com'è noto l'articolo 1, comma 1014 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, la legge finanziaria 2007, ha autorizzato la corresponsione di un contributo quindicennale pari a 1,5 milioni di euro a decorrere da ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, da erogare in base alle modalità e ai criteri determinati con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per l'attuazione degli interventi a sostegno delle popolazioni dei comuni delle Marche colpiti dagli eventi alluvionali del 2006.
In attuazione del predetto disposto normativo, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio ultimo scorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 83 del 10 aprile 2007, sono state assegnate le risorse finanziare sopra citate al presidente della regione Marche, commissario delegato per gli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio regionale nei giorni tra il 14 e 17 settembre 2006, con la contestuale individuazione delle modalità e dei criteri per la concessione delle stesse, nonché i singoli ambiti di intervento per i quali è autorizzato l'utilizzo delle risorse in parola.
Successivamente, con il decreto interministeriale n. 2512 del 23 maggio 2007, è stata autorizzata, a seguito delle opportune verifiche di legge sull'assenza di effetti peggiorativi sul fabbisogno e sull'indebitamento netto della pubblica amministrazione, l'attualizzazione tra l'altro del contributo quindicennale di 1,5 milioni di euro, assegnato alla regione Marche per l'anno 2007 dal già citato articolo 1, comma 1014 della legge finanziaria 2007,Pag. 69mediante operazioni finanziarie con oneri di ammortamento per capitale ed interessi posti a carico del bilancio dello Stato, che la regione interessata è autorizzata a perfezionare, anche con il coordinamento del Dipartimento della protezione civile, e che garantiranno un ricavo netto di circa 16 milioni di euro.
In proposito, l'articolo 3 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3602 del 9 luglio 2007 ha disposto che tali operazioni finanziarie - cito testualmente - «dovranno essere perfezionate previa verifica e raffronto, anche con il coordinamento del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra una pluralità di offerte da parte dei potenziali soggetti finanziatori, al fine di individuare le migliori condizioni finanziarie espresse dal mercato per operazioni a tasso fisso, con oneri di ammortamento per capitale ed interessi posti a carico del bilancio dello Stato».
Inoltre, il medesimo articolo ha previsto che le rate di ammortamento vengano rimborsate direttamente dal Dipartimento della protezione civile mediante rate semestrali posticipate, comprensive di capitale ed interessi, calcolati a partire dal giorno successivo alla data di erogazione, sulla base di apposita richiesta di pagamento delle rate che l'istituto finanziatore farà pervenire al Dipartimento almeno quarantacinque giorni prima della relativa scadenza, specificando le modalità di accredito.
Attualmente, sono in via di completamento le procedure di cui al citato decreto del 23 maggio 2007 per la stipula dei relativi contratti di mutuo, per quanto riguarda le risorse stanziate per l'anno 2007.
Ciò premesso, la regione Marche, con nota del 7 giugno 2007, ha rilevato come l'autorizzazione all'attualizzazione soltanto del contributo quindicennale previsto a decorrere dall'anno 2007 renderebbe disponibile un importo insufficiente ad una effettiva ed immediata ripresa delle attività produttive gravemente danneggiate dagli eventi alluvionali del settembre 2006, nonché a coprire le spese sostenute dai comuni nella fase della prima emergenza per la messa in sicurezza delle infrastrutture pubbliche.
In considerazione delle esigenze sopra rappresentate ed a seguito di apposita richiesta da parte della regione Marche, che ha evidenziato l'insufficienza delle risorse finanziarie ricavate dall'attualizzazione del contributo quindicennale, il Dipartimento della protezione civile ha provveduto a predisporre una norma al fine di consentire l'utilizzo di ulteriori risorse, indispensabili alla ripresa delle attività produttive danneggiate dagli eventi alluvionali del settembre 2006.
Infatti, con l'articolo 4 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3603 del 30 luglio 2007, il commissario delegato - presidente della regione Marche - è stato autorizzato ad utilizzare, nel limite massimo del 25 per cento, le risorse stanziate dall'ordinanza n. 3548 del 2006, per far fronte agli oneri derivanti dall'accesso al credito presso l'istituto finanziatore.
Detto istituto, individuato tramite gara ad invito alle migliori condizioni di mercato, anticiperà le risorse finanziarie corrispondenti a quanto ricavato dall'attualizzazione dei limiti di impegno relativi agli anni 2008 e 2009 previsti dal comma 1014 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006.
Il presidente della regione Marche, a sua volta, provvederà alla restituzione di tali contributi con le risorse finanziarie derivanti dalla predetta attualizzazione dei limiti di impegno relativi agli anni 2008 e 2009 e, contestualmente, sarà autorizzato ad utilizzare parte delle risorse, per il pagamento dei relativi interessi, con gli stanziamenti previsti nell'ordinanza n. 3548 del 2006.
La somma complessiva sarà dunque accreditata direttamente sulla contabilità speciale intestata al commissario delegato, in modo da garantire una celere ed immediata disponibilità della medesima.
PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di replicare.
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CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, ovviamente sono insoddisfatto, non tanto della risposta, perché essa è una ricostruzione, attraverso la citazione di tutti i vari commi, ordinanze e decisioni, della vicenda in esame.
Innanzi tutto vengo ad apprendere che i presunti 55 milioni di euro, su 200 milioni di danni quantificati, diventano un po' di meno cioè 48, trattandosi di 16 milioni per ognuna delle tre annualità. Non so se ciò avvenga per eventuali interessi nell'anticipazione ulteriore dei tre anni tutti contestualmente nell'anno in corso. Però la regione Marche alla data attuale (oggi siamo a giovedì 20 settembre) non ha ricevuto una lira. Il 16 settembre 2006 si verificarono l'alluvione e il danneggiamento: oggi, 20 settembre 2007, si spera in questa erogazione che tarda ad arrivare. È un esempio di inefficienza di pubblica amministrazione, in una vicenda in cui tutti i decisori hanno fatto la loro parte. Voglio chiamare così le forze politiche, la legge finanziaria che è stata pubblicata i primi giorni dell'anno in corso ed è diventata legge ufficiale dello Stato e la burocrazia necessaria per riuscire a determinare l'erogazione. Non è possibile accettare una vicenda del genere. Faccio il medico: quando il paziente non lo soccorri e non lo curi nei tempi contestuali al momento dell'emergenza, o si è salvato da solo o ci ha lasciato la pelle. La stessa cosa vale per l'azienda: un conto è l'assistenza post terremoto, post alluvione della popolazione civile, che pur soffre; per un'azienda, se non si interviene nei tempi dovuti, ci sono le istanze di fallimento ed essa comunque perde mercato. Non ci possono essere dei tempi della vita ordinaria, normale e dei tempi della «vita» dello Stato. Questa è la distanza esistente tra di noi (diciamo noi, voglio usare il pronome plurale) e tutte le persone che sono fuori, che si sentono estranee, non rappresentate, non tutelate e protette dalla pubblica amministrazione.
Lo sottolineo: sono insoddisfatto del fatto che a tutt'oggi la risposta consiste nel dire che sono stati effettuati mille passaggi, ma le imprese non sono state effettivamente aiutate. Dea Market e Ferro Adriatica sono già fuori gioco, sono chiuse; i negozi, i piccoli esercizi che servivano quell'area sono fuori gioco, sono chiusi; ci sono poi le imprese che stanno aspettando un aiuto come si aspetta l'ossigeno, perché tra poco le banche stesse non le sosterranno e le lasceranno affogare. Non sono affogati con l'alluvione del 16 settembre - la vita è salva - ma affogano da un punto di vista sociale ed economico in questi giorni. La mia è quindi un'insoddisfazione forte.