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Discussione del disegno di legge: S. 1772 - Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione (Approvato dal Senato) (A.C. 3044) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 19).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, giàPag. 58approvato dal Senato: Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione.
(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le questioni pregiudiziali Leone ed altri n. 1 e Moffa ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3044 sezione 1).
A norma dei commi 3 e 4 dell'articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, purché appartenenti a gruppi diversi, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
Il deputato Leone ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, il provvedimento nei confronti del quale abbiamo presentato la questione pregiudiziale è relativo alle modifiche del codice della strada per l'incremento dei livelli di sicurezza della circolazione.
La questione da noi posta, e sottoposta all'attenzione dell'Assemblea, mette in rilievo una anomalia kafkiana nel modo di legiferare da parte del Governo in carica e dell'attuale maggioranza. I requisiti di necessità ed urgenza, previsti tassativamente dall'articolo 77 della Costituzione, sembrano essere messi sotto i piedi - dico sembrano perché voglio lasciare la valutazione ai colleghi - dal fatto che tutto ciò che è nel decreto-legge al nostro esame è stato recepito in un disegno di legge sottoposto all'attenzione prima della Camera e poi del Senato.
Il Senato ne ha concluso l'iter e, addirittura, è tornato al nostro esame per le modifiche apportate presso l'altro ramo del Parlamento. Tutto ciò mette in luce come, in effetti, la necessità ed urgenza non ci siano, perché altrimenti quale ragion d'essere avrebbe un disegno di legge che prevede le stesse norme previste all'interno del decreto-legge di cui ci stiamo occupando e ci occuperemo nei prossimi giorni, dopo l'eventuale diniego da parte dell'Assemblea della questione pregiudiziale?
La verità è che ci troviamo innanzi ad un modo di legiferare che lascia perplessi. Infatti, come si può pensare di portare all'attenzione del Parlamento italiano problemi di natura urgente legati alla sicurezza sulla strada solo sulla scorta dell'emozione e dell'emotività, a seconda di quanti incidenti stradali vi sono sulle nostre strade? È un modo di legiferare sottoposto ad un'emotività che non ha mai portato buoni frutti in materia di legislazione, tanto è vero che tale comparto necessiterebbe di una sorta di testo unico. Tuttavia, a causa dell'attenzione del Governo, la relativa normativa viene approvata a sprazzi, a seconda di quanto si richiede da parte dell'opinione pubblica, che pure è necessario tenere in debita considerazione, ma che, con la fretta, non ha mai dato buoni frutti. Infatti, nel decreto-legge in esame c'è una norma molto strana che rinvia ad un decreto interministeriale la definizione di alcune caratteristiche dei cartelli e dei dispositivi di segnalazione luminosa che debbono indicare le postazioni del rilevamento della velocità. Ove mai fosse approvata tale norma, nel momento in cui c'è una sorta di delega che non verrebbe recepita con il provvedimento in esame, si rischierebbe che tutte le multe comminate per eccesso di velocità prima della pubblicazione del suddetto decreto interministeriale siano considerate nulle. Quindi, il Governo, prima di produrre norme che possono essere poste nel ridicolo, deve pensare a ciò che fa e cercare di rimandare nell'alveo naturale del Parlamento la predisposizione o l'approvazione di un disegno di legge organico, senza portare alla nostra attenzione una serie di provvedimentiPag. 59che, a seconda del momento, possono o no trovare accoglimento o discussione in questo frangente.
Voglio ricordare che il decreto-legge al nostro esame, che scade la prossima settimana, potrebbe essere tranquillamente ritirato dal Governo, in quanto le relative norme - lo ripeto - sono state già recepite all'interno del disegno di legge approvato dal Senato e che è stato già trasmesso a questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Insomma, signor Presidente, ci troviamo dinanzi alla seguente anomalia: vi sono un decreto-legge di cui si chiede la conversione e un disegno di legge già tornato in questa Camera dopo due esami (uno di questo ramo del Parlamento e l'altro del Senato) e stiamo discutendo sull'urgenza e la necessità del presente provvedimento, quando è all'esame delle nostre Commissioni competenti, lo ripeto, il disegno di legge contenente tutto ciò che oggi ci si chiede di approvare.
Mi sembra che non sia un modo corretto di legiferare, o quanto meno che sia schizofrenico.
La nostra questione pregiudiziale è supportata da tali motivazioni, ma anche da altre ragioni legate ad una serie di squilibri che vengono posti in essere a proposito del tasso alcolemico; basti pensare, infatti, che chi supera il tasso alcolemico di 1,5 grammi per litro può addirittura tramutare la sanzione, sia quella dell'arresto sia quella pecuniaria, in una sorta di volontariato, con lo svolgimento per sei mesi di un'attività sociale in un centro traumatologico. Ciò, invece, non può avvenire tout court per chi, purtroppo, è legato ai tassi bassi - come voi stessi li avete già previsti - e non può beneficiare di tale conversione.
Torno a ripetere: ritengo che vi siano una serie di follie legislative che non possiamo recepire, per cui chiediamo che la Camera deliberi di non passare all'esame del decreto-legge in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Moffa ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, colleghi, con riferimento al problema che veniva evidenziato poco fa anche dal collega Leone, ritengo che non si tratti soltanto di schizofrenia legislativa; ciò che è stato appena denunciato risponde al vero, e attraverso la nostra questione pregiudiziale lo portiamo anche all'attenzione del Parlamento.
È vero, cioè, che ci siamo trovati incredibilmente di fronte a un doppio binario; a una Camera che nel mese di luglio ha svolto un dibattito molto approfondito sul tema della sicurezza stradale, anche rispetto alle sollecitazioni derivanti dalla concomitanza con la giornata mondiale dedicata alla sicurezza. In quell'occasione anche da parte dell'opposizione vi è stato un atteggiamento molto collaborativo, proprio perché ci rendevamo conto della necessità obiettiva di affrontare il tema in una prospettiva molto più ampia, che non fosse soltanto quella meramente sanzionatrice, ma che affrontasse il tema della sicurezza nella sua globalità.
Contemporaneamente, vi è stata l'iniziativa ascrivibile al Ministero dell'interno che ha proposto un decreto-legge, con le caratteristiche dell'urgenza e della necessità proprie di tale atto normativo, il quale ha ripreso alcune norme inasprendo il livello sanzionatorio.
Sostanzialmente oggi ci troviamo in una sorta di impasse per cui vi è un decreto-legge che deve essere convertito entro il 3 ottobre e vi è un disegno di legge, che torna alla Camera in quanto modificato dal Senato, che è stato iscritto all'ordine del giorno della giornata di oggi. Ci troviamo davvero di fronte ad un'assoluta confusione da parte del Governo e della maggioranza.
Nella nostra questione pregiudiziale abbiamo voluto porre in evidenza un argomento che tornerà fortemente in rilievo, nonostante la conversione in legge del provvedimento, che riguarda la sostanziale discrasia temporale tra il decreto-legge chePag. 60è stato varato ed è entrato in vigore (ossia il 3 e il 4 agosto) e il decreto ministeriale, attuativo del decreto-legge stesso, che è stato emanato giorni dopo (il 23 di agosto). Tra l'altro, non si tratta di un decreto ministeriale che possiamo definire di poco conto, perché è un provvedimento al quale è attribuito un particolare valore.
In quel decreto, infatti, dovevano essere fissati - come effettivamente dopo è stato fatto, a distanza di ventitré giorni - alcuni interventi strutturali per rendere operativo il provvedimento. Dovevano essere previste, infatti, le postazioni di controllo per il rilevamento della velocità con segnali stradali di indicazione temporanei o permanenti, realizzati con un pannello rettangolare di dimensioni e colore di fondo propri del tipo di strada sul quale saranno installati. Sul pannello, inoltre, deve essere riportata l'iscrizione «controllo elettronico della velocità», ovvero «rilevamento elettronico della velocità», eventualmente integrata con il simbolo o la denominazione dell'organo di polizia stradale che attua il controllo; inoltre, dovevano essere previsti segnali stradali luminosi a messaggio variabile, quelli già installati sulla rete stradale, ovvero quelli di successiva installazione che hanno un'architettura che consente di riportare sugli stessi le medesime iscrizioni di cui sopra, con dispositivi di segnalazione installati su veicoli in dotazione agli organi di polizia. Il decreto prevede, inoltre, che i segnali stradali e i dispositivi di segnalazione luminosi siano installati con adeguato anticipo rispetto al luogo in cui viene effettuato il rilevamento della velocità. Inoltre, dovevano essere previsti altri aspetti che riguardano anche la conformazione architettonica del segnale e lo stesso colore distintivo per quanto riguarda, soprattutto, i tratti autostradali e extraurbani.
Tutto ciò è avvenuto in costanza di un'assenza di un quadro dispositivo, il che ha comportato un problema di non facile soluzione, in quanto nel frattempo ci domandiamo che fine faranno le oltre ottantamila contravvenzioni effettuate nel periodo che intercorre tra il 3 e il 23 di agosto. Si tratta, infatti, di contravvenzioni che hanno aperto un grande contenzioso, rispetto al quale non si è in condizione di affermare che le stesse possono avere il crisma della legittimità. Ci troviamo di fronte, infatti, ad una situazione davvero anomala, che non viene sanata neanche dalla conversione in legge di questo decreto-legge. Ecco perché, nel corso del dibattito in Senato, tra l'altro da parte della stessa relatrice di maggioranza, la senatrice Donati, è stato affermato che l'accordo prevedeva un decreto-legge a scadenza, ovvero un decreto-legge che dovesse in qualche modo venir meno per far posto ad un disegno di legge.
La verità, dunque, è un'altra, ovvero che si è voluto ricorrere, durante il periodo di agosto - quando c'erano il grande dibattito sulla sicurezza, i morti in aumento e, soprattutto, un'emotività nel corpo sociale del Paese - ad uno spot propagandistico, adottando un decreto-legge che mortifica anche la capacità del Parlamento di pensare in modo più «arioso» - e riterrei anche più efficace - rispetto al problema della sicurezza stradale.
Per tali motivi, proponiamo la questione pregiudiziale che, di fatto, consentirebbe di tornare ad un iter corretto, obbligando il Parlamento ad accelerare i suoi tempi per concludere un disegno di legge che, questa volta, possa affrontare globalmente e in maniera concreta il tema della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, utilizzerò i minuti a disposizione per replicare alle richieste pregiudiziali che provengono dall'opposizione, affermando che esprimiamo voto contrario sulle questioni pregiudiziali in esame, muovendo da una necessità di urgenza - che è facile ricordare rileggendo la cronaca degli ultimi mesi - relativa ai provvedimenti in esame.
Ricordo che la Camera ha approvato il 27 giugno scorso il disegno di legge recante le disposizioni in materia di circolazione ePag. 61sicurezza stradale, trasmettendolo successivamente al Senato, il quale non ha potuto completare l'esame prima dell'inizio della pausa estiva dei lavori. Questo è il primo dato di fatto che i colleghi non hanno ricordato.
Conseguentemente - e direi anche responsabilmente - il Governo, il 3 agosto, ha ritenuto sussistenti le ragioni di necessità ed urgenza per l'emanazione di un decreto-legge, proprio al fine di consentire l'immediata entrata in vigore delle disposizioni recate dal predetto provvedimento, che si ritenevano - dalla maggioranza, ma non solo, - idonee a fronteggiare la questione degli incidenti stradali, proprio anche in considerazione - come da voi stessi citato - del periodo estivo e dell'agosto che stavano arrivando, in considerazione, evidentemente, dell'aumento del traffico previsto per quel periodo.
Il disegno di legge di conversione del decreto-legge, quindi, è stato presentato al Senato, che lo ha approvato senza modifiche. Sussistevano, pertanto, tutti i requisiti di necessità e di urgenza per i quali il Governo si è mosso, in una situazione nella quale l'altro ramo del Parlamento, il Senato, non aveva potuto approvare il disegno di legge a causa della pausa estiva. Tuttavia, gli innumerevoli problemi che dovevano essere risolti e la questione complessiva dell'incidentalità stradale rimanevano nella loro drammaticità, aumentata nel periodo estivo. Il Governo, perciò, ha promosso la conversione in legge del decreto-legge, che in questo momento stiamo esaminando.
Signor Presidente, il collega Moffa ha operato un riferimento alla discrasia temporale tra l'entrata in vigore del decreto di attuazione e l'entrata in vigore del decreto-legge in esame. Domando (e questa è la ragione della nostra opinione contraria sulla questione pregiudiziale presentata): porre una questione pregiudiziale e non convertire in legge il decreto-legge in esame sanerebbe il contenzioso di cui lei ha parlato e le multe comminate in quell'arco di tempo? Niente affatto! Nessun avvocato potrebbe affermare che questa sua soluzione risolverebbe il problema del contenzioso: intanto - e innanzitutto - vogliamo convertire in legge il decreto-legge al nostro esame. Avremo poi tempo (come è noto e come sapete voi che appartenete alla medesima Commissione), nel corso dell'esame del disegno di legge, di approfondire molte questioni poste e di migliorarle. Intanto, per i motivi che ho esposto, consideriamo prive di validità le questioni pregiudiziali presentate ed annunciamo il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capotosti. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, utilizzo pochi minuti per ricordare a me stesso e a tutti noi la reale portata del provvedimento che ci accingiamo ad esaminare.
Ho una cartella in cui sono riportate le cronache, a partire da giugno, di decine di morti violente e terribili, lutti familiari e sociali indescrivibili, consumatisi nella nostra civile nazione in pochi mesi. Non si tratta di argomentare e cavillare sulle questioni di necessità e di urgenza: si tratta, piuttosto, di interrogarsi seriamente sul perché si verifichino situazioni così incresciose e drammatiche e su quali possano essere le risposte.
Bene ha fatto il Governo a porre la questione di urgenza e necessità e a ricorrere alla decretazione, per dare un segnale in un momento difficile. Male ha fatto, a mio avviso, chi ha presentato le questioni pregiudiziali, perché, ancora una volta, ha dimostrato la pochezza dell'argomentazione politica, per nascondersi dietro a una volontà di «contestazioncina», di «polemicuccia», non tenendo conto, invece, del fatto che ragioniamo di morti, lutti, famiglie e persone dalla vita distrutta, parzialmente o anche definitivamente.
Metterò a disposizione di tutti un campionario: per la verità, penso che non ci sia molto da interrogarsi. È il momento di fornire una risposta: non mi pare opportuno cavillare in termini di legittimità e diPag. 62merito del provvedimento. Certo, la tecnica normativa, che ci costringerà a considerare il decreto-legge come ad un «provvedimento ponte» (nel quale confluiranno le nuove osservazioni, in corso di esame, sul disegno di legge in esame alla Camera), prevede modalità di normazione un po' singolari, causate dalla situazione difficile, dall'urgenza e dalla pausa estiva.
Tuttavia, credo sia veramente poco nobile questionare sotto i profili della legittimità e del merito, tenuto conto che alla base di questo provvedimento vi è un sangue innocente, che chiede una risposta. Non si tratta di ricorrere alla retorica, ma semplicemente di dare una risposta più compiuta, più definitiva e più matura. Faccio appello alle coscienze, ricordando a tutti noi che, laddove questo decreto-legge non fosse convertito, tornerebbe in vigore un codice della strada più blando. Le emergenze sociali della scorsa estate ed anche di questi giorni non ci consentono più di far ricorso a un codice così blando.
A chi parla sempre di distinzione tra prevenzione e repressione, dico che qui siamo oltre, cioè non si tratta né di prevenzione né di repressione, ma semplicemente di porre finalmente la giusta attenzione a un bene della vita che viene messo in discussione per motivi veramente futili.
Infine, preannunzio per le motivazioni già illustrate il voto contrario sulle pregiudiziali. Mi auguro che tutti possiamo fare un esame di coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, intervenendo in ordine oltre alla prima questione pregiudiziale, sollevata dall'onorevole Leone, riteniamo che nessuno dei profili sollevati possa trovare accoglimento da parte della Camera. Con riguardo alla ritenuta assenza dei requisiti di necessità e urgenza del provvedimento in esame, ritengo sia sufficiente, come è stato già affermato da altri colleghi, rammentare che esso è stato emanato a seguito di incidenti stradali particolarmente gravi che si erano verificati nel periodo precedente alla sua adozione, tali da suscitare un particolare allarme sociale e una giustificata preoccupazione da parte del Governo.
Né va dimenticato che il decreto-legge è stato approvato nell'imminenza dell'esodo di agosto, in cui tradizionalmente si spostano milioni di italiani sulle strade. Era perciò necessario affrontare con urgenza e rigore la materia della sicurezza sulle strade, attraverso l'introduzione di adeguati provvedimenti diretti a prevenire e scoraggiare comportamenti pericolosi di chi si pone alla guida. Mi riferisco in particolare a chi lo fa in stato di ebbrezza e ai soggetti che violano i limiti di velocità.
Sussistevano, quindi, i requisiti della necessità e dell'urgenza. Quanto all'aspetto di presunta disorganicità della normativa introdotta, credo che anche tale rilievo sia infondato, dovendosi sottolineare la sussistenza di un filo conduttore fra le diverse norme contenute nel decreto. Il Governo si è, infatti, attivato al fine di assicurare maggiori controlli sul piano dei comportamenti stradali, ma anche un adeguato livello di deterrenza delle sanzioni amministrative e penali.
Con riferimento alla presunta incongruità del rinvio operato dal comma 1, lettera b), dell'articolo 3, a un decreto ministeriale per le modalità di impiego di cartelli o di dispositivi luminosi, appare del tutto ovvio che l'eventuale ritardo nell'adozione del decreto attuativo non sia addebitabile alla disposizione di legge. Questi ultimi rilievi vanno, peraltro, ribaditi anche per l'altra questione pregiudiziale, sollevata dall'onorevole Moffa.
La prima questione pregiudiziale focalizza, infine, l'attenzione su un presunto squilibrio sanzionatorio tra le diverse ipotesi di tasso alcolemico rilevato nel sangue del conducente, ma sosteniamo che in realtà le ipotesi siano proporzionate, essendo state calibrate in modo da assicurare una graduazione verso l'alto della pena, in rapporto al crescere del tasso alcolemico. Infine - e concludo - per quanto concerne la concedibilità della sostituzionePag. 63della pena con un'attività sociale anche per le ipotesi più gravi, va rilevato che non si tratta di un beneficio automatico, perché la pena «può» essere sostituita. È un'espressione che richiama il potere discrezionale del giudice, il quale dovrà valutare in concreto anche la pericolosità del soggetto.
Per questi motivi, e per quelli sostenuti dai colleghi che mi hanno preceduto, come gruppo dei Verdi riteniamo che le questioni pregiudiziali non possano trovare accoglimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, il nostro gruppo sosterrà le questioni pregiudiziali, bene illustrate dai colleghi Leone e Moffa. Riteniamo che questa Camera non possa fare l'avvocato difensore del Senato: se c'è stata una lungaggine, è una questione che riguarda quel ramo del Parlamento, non certamente noi. Le richieste provengono dal Paese, dagli automobilisti, dalla sicurezza stradale, perché il provvedimento non deve contenere modifiche parziali e disorganiche del codice della strada, ma interventi mirati, seri, con misure precise, non dettate dall'emozione, ma che derivano dalla consapevolezza di ciò che stiamo facendo. Sapete che, grazie a voi, chi viene sorpreso con un tasso alcolemico da 0,5 a 0,8 grammi per litro - si tratta, quindi, di un bicchiere di birra in più! - è punito con il ritiro della patente per sei mesi? E chi, invece, ha un tasso alcolemico dell'1,8-2 grammi per litro (stiamo parlando, quindi, veramente di un folle) non è sanzionato né con la pena pecuniaria, né con l'arresto, ma basta che svolga un'attività sociale di sei mesi?
Esiste, pertanto, un vero squilibrio fra le sanzioni in relazione alle gravità; vi invito a riflettere su ciò, altrimenti, è inutile che ci confrontiamo con i paesi dell'Europa. Voglio citarne uno per tutti: in Francia dal 2003 è stata registrata una diminuzione degli incidenti e dei morti del 42 per cento, grazie ai 19 milioni e mezzo di controlli, mentre in Italia, grazie alla vostra decretazione d'urgenza, abbiamo scelto una politica da «spaventapasseri».
Non lo sostiene il sottoscritto, ma Biserni dell'ASAPS, l'associazione degli amici della polizia stradale, che da anni si occupa del tema della sicurezza. Lo sostiene, altresì, lo stesso Ministro in un'intervista al quotidiano La Repubblica: o non sa quello che dice o deve controllarsi, le parole devono essere collegate al cervello! Il nostro Ministro, infatti, non può affermare che lo strumento della patente a punti ha avuto una grande efficacia grazie a Lunardi, ma che oggi, grazie a questa maggioranza, sta mostrando tutti i suoi limiti e che gli automobilisti, ormai, sono smaliziati e hanno capito che è fin troppo facile recuperare i punti persi. Inoltre, non c'è razionalità nella sottrazione dei punti, fra infrazioni gravissime e altre meno gravi. Modificheremo, pertanto, il meccanismo, introducendo molti mesi di sequestro sia dell'auto, sia della stessa patente per i reati più gravi. Mi sembra, questa, una sanzione ad hoc per il governatore della Liguria Burlando e non per tutti gli automobilisti, che in questo momento trovano solo repressione e provvedimenti, che sono realizzati in modo emotivo e non hanno nulla di razionale.
Per questi motivi, crediamo di dovervi dire che quanto è stato fatto, anche in ritardo di diciotto giorni, dipende dall'incapacità di questo Governo di emettere decreti attuativi. Vi invitiamo a riflettere e a realizzare un iter: anche se impiegheremo un mese in più, facciamo una legge vera e non modifichiamola continuamente, in base a chi fa l'incidente e a chi viene coinvolto! Per questo motivo, voteremo le due questioni pregiudiziali, ben illustrate dai due primi firmatari (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Ricordo ai colleghi che dopo questa votazione, ne seguirà un'altra sull'assegnazione a Commissione in sede legislativaPag. 64della proposta di legge n. 2689 ed abbinata.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Leone ed altri n. 1 e Moffa ed altri n. 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 245).
Avverto che la discussione sulle linee generali di questo provvedimento avrà luogo nella seduta odierna, dopo la successiva votazione.