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Sull'ordine dei lavori (ore 16,43).
ANTONIO SATTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.
Come vede, signor Presidente, sto parlando senza sciarpa, così non le creo alcun problema. Vorrei dirle - il collega Giuditta le sta mandando anche un omaggio - che il fatto di indossare le sciarpe per noi rappresentava semplicemente un gesto di solidarietà nei confronti dei monaci della Birmania. Nessuno voleva assolutamente compiere gesti clamorosi, né di imbavagliamento (non è il nostro stile), né di esposizione.
Credo che il Regolamento non preveda il modo in cui bisogna di vestirsi in quest'aula; tra l'altro, siamo di fronte all'autunno, signor Presidente, e io amo molto le sciarpe e le cravatte. Vorrei sapere se, per caso, intenda prevedere nel Regolamento quale tipo di sciarpa o di cravatta dovrei indossare.
Detto ciò, vorrei parlare dei segni distintivi. Ho notato che il collega Paolo Cacciari indossa tranquillamente il suo foulard rosso, credo che sia un segno distintivo; vedo l'amico Ermete Realacci indossare sempre il suo foulard rosso, forse perché fa parte della sinistra del Partito Democratico; lo stesso dicasi per i leghisti, giustamente; per non parlare poi del collega Barani, che ogni giorno indossa il suo garofano rosso, che compra un giorno sì e l'altro anche (Applausi della deputata Mistrello Destro).
Quindi, francamente, signor Presidente, noi la stimiamo, però proviamo una grande amarezza.
Pertanto, volevo dirle che non siamo abituati a compiere gesti clamorosi, e quello compiuto non era un gesto clamoroso.
Resta il fatto che avremmo preferito - e la invitiamo ad adoperarsi in tal senso - che il Governo, quando si reca in Assemblea per rispondere al question time su problemi specifici, possa fornire risposte, anziché leggere le solite «letterine» preparate prive di contenuto.
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire, visto che «mi ha messo in mezzo», che sono veramente stupefatto di come lei si sia permesso di trattarmi e di trattarci, come gruppo parlamentare, in diretta televisiva. Lei ha un potere abnorme che le deriva dalla carica, che noi rispettiamo; però, in questo senso, non accettiamo più i suoi comportamenti.
Lei può decidere chi far inquadrare e chi non inquadrare, va benissimo! Ci ha fatto passare per scemi davanti a tutta Italia, perché non ha neanche spiegato ciò che stava capitando, neanche ci fossimo denudati in diretta TV!Pag. 71
Lei, in quest'aula e fuori da essa, tollera ben altro, come ha ricordato il collega Satta: c'è gente che ha mostrato disprezzo per il presepe allestito presso la Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur) e c'è gente che pianta la canapa indiana nelle fioriere della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e di deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Signor Presidente, lei viene a fare queste sceneggiate - perché si tratta di sceneggiate televisive, che lei può fare perché ha il «bottone» in mano - facendo passare i colleghi (infatti, sono un suo collega, deputato sono io e deputato è lei) per ciò che non sono.
Io protesto, protesto e protesto ancora, perché dovete cessare di usare diversi pesi e diverse misure. E la Presidenza della Camera deve comportarsi da Presidenza della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur)!
MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo ancora sul Regolamento, visto che la procedura del question time non consente interventi.
Nell'intervento svolto durante il question time dall'onorevole Fabris, in cui si faceva riferimento all'uso degli aerei di Stato, è stato fatto un accenno all'uso, a suo dire vertiginoso, dell'aereo di Stato da parte del Ministro Di Pietro.
Vorrei, innanzitutto, esprimere solidarietà - lo faccio pubblicamente - nei confronti del collega Fabris e anche del Ministro Mastella, perché, come ha detto giustamente qualche giorno fa lo stesso Ministro Mastella, attribuire tutte le colpe del cattivo funzionamento della politica di un Paese al segretario di un partito che ha l'1,5 per cento dei consensi forse dimostra che c'è qualcuno che non vuol dirla tutta.
Credo, però, che il modo peggiore per difendersi da un atteggiamento talvolta anche ingiusto sia quello di attaccare, gettando fango addosso a chi, fino a prova contraria, ha la coscienza ancora più a posto.
Ricordo al collega Fabris e al Vicepremier - il quale non ha avuto evidentemente il tempo e la possibilità di citare tutti i ministri e il modo in cui hanno utilizzato gli aerei di Stato - che il Ministro Di Pietro, in un anno e mezzo, ha usato l'aereo di Stato una sola volta.
PRESIDENTE. Rispetto ad un rilievo sollevato dal deputato Satta, vorrei dare atto a quest'ultimo e al suo gruppo che non hanno certamente un'attitudine ai gesti clamorosi, almeno per ciò che ho potuto riscontrare nel comportamento tenuto sin qui dagli stessi. Dunque, non mi permetterei mai di esprimere un giudizio così in contrasto con la pratica realmente perseguita.
Vorrei far notare al deputato Fabris, invece, che il rispetto del ruolo del Presidente della Camera, al di là della persona che lo riveste in quel momento, risiede essenzialmente e in primo luogo nel raccogliere le sue sollecitazioni a rendere ordinato il lavoro dell'Assemblea.
Nego nel modo più assoluto che questa Presidenza abbia utilizzato, in momenti diversi, diversi pesi e diverse misure.
Le fattispecie indicate dal presidente Fabris sono state oggetto di discussione in sede di Ufficio di Presidenza (Commenti del deputato Fabris)... La prego, la prego di lasciarmi parlare: rispetto vuol dire anche lasciar parlare e ascoltare. Tali fattispecie sono state censurate. Dunque, la Presidenza è intervenuta sempre per determinare un ampio rispetto dell'istituzione parlamentare e di tutti i suoi componenti.
Vorrei, infine, ricordare - come è noto a tutti i deputati, senza eccezione alcuna - che esistono regole di comportamento all'interno dell'aula che sono rivolte non a favorire qualcuno o a punire qualcun altro, ma ad evitare che sia turbato l'ordine delle sedute e a garantire la correttezza dello svolgimento dei procedimenti ePag. 72la parità di condizioni tra i deputati e tra i gruppi. Ciò, lo sottolineo, affinché non sia turbato l'ordine delle sedute e sia garantita la correttezza e la parità di condizioni.
È evidente che queste regole includono - come è davvero di tutta evidenza e persino di buon senso - anche il divieto di ostentare distintivi o altri segni o simboli di particolare evidenza, cioè quell'evidenza che configura tali manifestazioni come atti politici.
MAURO FABRIS. Vale per tutti?
PRESIDENTE. Questa regola deve essere osservata a maggior ragione laddove sia prevista, come nel caso di specie, la ripresa televisiva diretta delle sedute.
Inoltre, a me sembra del tutto evidente che il fatto di tenere quei comportamenti durante la ripresa televisiva, quali che siano le motivazioni (vorrei dire a coloro che hanno sollevato il problema che le motivazioni addotte in questo caso, cioè la solidarietà con i monaci e il popolo birmano, rispondono ad un intento di tutta l'Assemblea e, in ogni caso, della Presidenza, che lo ha potuto manifestare anche pubblicamente e di recente nei confronti di una manifestazione organizzata dall'amministrazione comunale di Roma), finisce per strumentalizzare il procedimento parlamentare per fini diversi da quelli che gli sono propri e si risolve - insisto anche su questo - in una disparità di trattamento tra parlamentari e tra le forze politiche.
La Presidenza si è mossa nel solco di specifici procedimenti, di questa e della scorsa legislatura, che sono a disposizione di chi ha sollevato il problema.
La Presidenza non può che stigmatizzare con fermezza questi comportamenti, ieri come oggi, in funzione di garanzia del procedimento e delle prerogative di ciascun deputato e di ciascun gruppo parlamentare, e ha il dovere di operare perché cessino al più presto le ragioni che possono costituire turbative.
GINO CAPOTOSTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Non sullo stesso argomento, che consideriamo chiuso.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, intervengo appellandomi anch'io, a titolo personale, all'Ufficio di Presidenza e alla Presidenza della Camera per segnalare (evidentemente, a chi ha scritto la replica ciò è sfuggito) che vi sono deputati che, come accaduto anche nel corso dell'odierno question time, fanno ostentazione di quei simboli che lei ha ritenuto di escludere, come il deputato Cacciari con il suo fazzolettino rosso - chiaro richiamo politico - o altri colleghi.
Intervengo, altresì, per ringraziare - e concludo qui per carità cristiana - il presidente del gruppo dell'Italia dei Valori che oggi, finalmente, ci ha detto che anche il Ministro Di Pietro utilizza i voli di Stato. Sapevamo che l'aveva negato, mentre ora è stato detto che almeno uno o due voli, forse, li ha presi. Grazie, abbiamo stabilito anche un principio di verità nuovo.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà con l'esame del disegno di legge di conversione n.3025-A e con immediate votazioni.
La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17,15.