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Sull'ordine dei lavori.
GERARDO BIANCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, credo che sia veramente un tratto di originalità convocare la Camera dei deputati alle 10,40, considerando quel tratto di precisione che la Camera dovrebbe assumere. Tuttavia, ritengo che al di là di questa sottigliezza, che dovrebbe richiamare sul senso di serietà degli orari, dei comportamenti ed altro, sarebbe necessaria qualche altra iniziativa per dare un nuovo slancio all'istituzione.
Quindi, mi permetto di suggerire, considerato che non abbiamo potuto utilizzare seriamente il momento del dibattito sul bilancio interno di questo ramo del Parlamento, che il Presidente della Camera potrebbe organizzare una giornata nella quale si discuta di noi parlamentari. Come lei avrà letto dai giornali, purtroppo,Pag. 2l'istituzione che dovrebbe avere il maggior tasso di fiducia da parte dei cittadini si trova, invece, ad avere un tasso di sfiducia perfino superiore a quello del Governo. Dunque, sarebbe opportuno, invece di ascoltare dichiarazioni che ci riguardano provenienti dall'esterno, ragionare all'interno dell'Assemblea con una giornata dedicata alla nostra vita interna e alle soluzioni che devono essere adottate.
Avvertiamo, ad esempio, che si ripropongono di volta in volta discussioni sul trattamento cosiddetto speciale dei parlamentari, sul fatto che il Governo assume l'iniziativa di ridurre il numero dei parlamentari o, comunque, di «fiancheggiare» tale ipotesi - iniziativa che, peraltro, lei, signor Presidente, ricorderà prendemmo perfino negli anni Ottanta - mentre il Presidente sostiene che si tratta di decisioni che devono essere assunte dai parlamentari.
Ritengo che, forse, sarebbe opportuno, anziché considerare la questione di riflesso, sulle pagine dei giornali, dando la sensazione che tutto si discuta al di fuori della Camera dei deputati, prevedere un momento per discutere queste tematiche all'interno dell'Assemblea, approfondirle e prendere con serietà una direttrice volta a restituire alla Camera il suo ruolo, la sua funzione e, mi permetto di dire, anche la sua dignità politica (Applausi dei deputati Sposetti e Fugatti).
PRESIDENTE. Per quanto riguarda l'apparente stranezza dell'inizio dei lavori dell'Assemblea fissato per la giornata di mercoledì alle 10,40, lei sa che si sta sperimentando un nuovo calendario deciso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, al fine di consentire un più adeguato funzionamento anche dei lavori delle Commissioni e perseguire, quindi, un'armonizzazione tra i lavori delle Commissioni e i lavori dell'Assemblea. A lei, onorevole Gerardo Bianco, sicuramente non è sfuggito che l'orario delle 10,40 significa la possibilità di iniziare a votare dalle 11. Il tempo, quindi, è esattamente quello necessario per consentire dalle 11 un'effettiva possibilità di procedere anche con le votazioni.
La seconda osservazione che lei ha svolto in ordine alla mancata opportunità di discutere della condizione dei parlamentari durante l'esame del bilancio interno, è una mancata opportunità accettata dai parlamentari.
La responsabilità, infatti, è nostra, perché il tempo c'era e, in effetti, c'è stato: si è discusso dell'argomento per un paio di giorni e quella era l'occasione opportuna. Ricordo bene che lei, onorevole Gerardo Bianco, l'ha utilizzata, mentre altri hanno ritenuto di non farlo e di non partecipare al dibattito sul bilancio, che è il dibattito più solenne e adeguato per discutere di tali problemi. Personalmente, non credo di poter esprimere un'opinione, ma mi sia consentito sostenere che il Parlamento ha la necessità di portare al suo interno una discussione che oggi si sviluppa, in modo molto approssimativo e strumentale, al di fuori dello stesso. Della sua richiesta, tuttavia, darò immediatamente notizia al Presidente della Camera, come lei ha inteso proporre.
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, segnalo due gravi emergenze, affinché l'Assemblea ne prenda atto e ne prenda atto lei, in quanto Presidente di turno. La prima emergenza riguarda il carcere di Cuneo, che in questi giorni è stato oggetto di incontri...
PRESIDENTE. Onorevole Salerno, normalmente queste segnalazioni sono effettuate a fine seduta. Le consento eccezionalmente di svilupparle, perché lei ha già iniziato l'intervento e perché è necessario il decorso del termine di venti minuti per le votazioni: sappia, però, che interventi di tal genere devono essere effettuati a fine seduta.
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ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, la ringrazio, ma la bontà dell'argomento merita questo respiro. In questi giorni il carcere di Cuneo è stato oggetto di manifestazioni imponenti e partecipate da parte di tutto il personale del carcere: gli incontri con il provveditore regionale hanno prodotto, ahimè, un'ammissione piena e completa sulle disfunzioni nella gestione e nella direzione del carcere medesimo, ma purtroppo, in dieci giorni, il Ministero della giustizia e gli organi preposti non hanno ancora emanato alcun tipo di provvedimento.
Ciò sta esponendo a gravi rischi tutto il personale del carcere di Cuneo: non vorrei che, come si è abituati in Italia, si arrivi dapprima al danno compiuto e verificato e poi si corra ai ripari. Non vorrei che ci scappi di nuovo - spero di no - una vittima, affinché poi ci si svegli. Chiedo che sia rappresentata al Presidente della Camera tale drammatica emergenza del carcere di Cuneo, che oggi è oggetto di gravissima tensione all'interno dell'istituto.
Signor Presidente, la seconda emergenza che segnalo, altrettanto meritevole, riguarda l'enorme ritardo con il quale i fondi per le vittime dell'usura sono oggi erogati dopo lunghissime pratiche burocratiche e periodi di tempo altrettanto lunghi: le commissioni di valutazione, infatti, non si convocano, non si riuniscono e non deliberano alcunché. Le rappresento la situazione di Torino, dove centinaia di imprenditori, ridotti praticamente sul lastrico e senza alcun tipo di sostentamento, aspettano da mesi che il comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura dia un po' di sollievo alla loro situazione: tale comitato, però, da mesi non si è riunito, prima perché vi erano le vacanze di luglio, poi perché vi erano quelle di settembre... Mi chiedo, pertanto, a cosa serva un Fondo per le vittime dell'usura, se poi gli interventi a favore delle medesime continuano a rimanere totalmente assenti: dopo mesi e mesi, infatti, non le abbiamo aiutate in alcun modo. In tale situazione si trovano imprenditori che non hanno alcun tipo di possibilità e capacità operativa, tant'è che, appunto, sono stati considerati vittime dell'usura.
Signor Presidente, concludo: vorrei che anche la suddetta realtà venisse da lei rappresentata al Ministro competente, ossia il Ministro dell'interno Amato, affinché sia sbloccata, almeno per quanto di mia conoscenza, dalla prefettura di Torino.
PRESIDENTE. Onorevole Salerno, la Presidenza riferirà al Governo la situazione da lei delineata. Non le sfugga, però, la possibilità di utilizzare gli ordinari strumenti di sindacato ispettivo per rivolgersi direttamente al Governo.