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Discussione della mozione Bondi n. 1-00005: Iniziative volte alla definizione dei requisiti per l'accesso a cariche istituzionali.
PRESIDENTE. Avverte che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al calendario dei lavori dell'Assemblea.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
ANTONIO LEONE (FI). Illustra la mozione Bondi n. 1-00005, osservando che l'elezione alla carica di segretario di Presidenza del deputato D'Elia, condannato per concorso in omicidio dell'agente di polizia Fausto Dionisi, ha offeso le coscienze di molti familiari delle vittime del terrorismo, nonché di numerosissimi cittadini. Rilevato che la mozione in discussione intende impegnare alla definizione, su proposta delle forze politiche di maggioranza, di un codice di autoregolamentazione, che potrebbe essere sostenuto anche dall'opposizione, volto ad escludere dalle cariche istituzionali i condannati per gravi reati contro la persona e le istituzioni democratiche, sottolinea che tale richiesta attiene ad un profilo di opportunità politica e non ha nulla a che vedere con il fatto che costoro abbiano già saldato i conti con la giustizia penale.
PEPPE DE CRISTOFARO (RC-SE). Ritiene che la presentazione della mozione in discussione sia un fatto di assoluta gravità, che rivela il carattere profondamente illiberale e strumentale dell'impostazione alla quale si richiamano forze politiche propugnatrici di un garantismo indirizzato in realtà a tutelare i soli esponenti dell'attuale opposizione. Sottolineata inoltre la necessità di non penalizzare i percorsi riabilitativi autentici dei protagonisti dei cosiddetti anni di piombo, preannunzia voto contrario sul documento di indirizzo in esame.
DANIELE CAPEZZONE (RosanelPugno). Nel giudicare la mozione in discussione «irricevibile», ritiene si debba tener conto del percorso di riabilitazione e di impegno civile del deputato D'Elia. Nel riconoscere che è sacro il dolore per le vittime di ogni atto di violenza, invita tuttavia a non fare un uso politico di tale sentimento e a non cavalcare un incontrollato giustizialismo. Auspica infine chePag. IVnessuno tenti di trasformare il Parlamento in una sorta di «tribunale delle coscienze» contro tutti i principi del diritto.
CARLO GIOVANARDI (UDC). Nel ricordare le numerose vittime, tra gli inermi cittadini e gli appartenenti alle forze dell'ordine, degli episodi di sangue verificatisi nel corso dei cosiddetti anni di piombo, che mai hanno avuto voce in Parlamento, invita ad utilizzare toni più sobri e a non chiamare in causa principi costituzionali che nessuno vuole ledere: ritiene invece che si debba tenere conto di un criterio di opportunità politica derivante dalla necessità che il Parlamento sappia interpretare i sentimenti di tutti i cittadini.
SILVANO MOFFA (AN). Nel rilevare che la mozione in discussione pone il problema di individuare nuove regole per evitare che chi si è macchiato di gravi reati contro la persona ricopra cariche istituzionali, respinge l'accusa mossa al centrodestra di voler compiere un'operazione strumentale di tipo giustizialista. Nell'auspicare quindi l'avvio di un approfondito dibattito sui cosiddetti anni di piombo, invita i deputati della maggioranza a valutare con equilibrio le motivazioni della mozione in esame, che giudica pienamente condivisibile.
ROBERTO ZACCARIA (Ulivo). Giudicato inappropriato il contenuto del dispositivo della mozione in discussione, che evoca un tema coperto da riserva di legge assoluta, riterrebbe più congrua e coerente l'assunzione di iniziative legislative volte a disciplinare in modo puntuale i casi di ineleggibilità ed incompatibilità; preannunzia, pertanto, che esprimerà un orientamento contrario al predetto atto di indirizzo.
GABRIELLA CARLUCCI (FI). Manifestata piena condivisione per il contenuto della mozione Bondi n. 1-00005 per un'esigenza di sensibilità e di rispetto nei confronti dei familiari delle vittime del terrorismo, riterrebbe peraltro opportuno che i deputati D'Elia e Daniele Farina rinunziassero agli incarichi ad essi conferiti.
MASSIMO NARDI (DC-PS). Nel condividere il contenuto della mozione in esame, ritiene che in ogni caso il deputato D'Elia, con un atto di sensibilità, dovrebbe rassegnare le dimissioni dalla carica di segretario di Presidenza della Camera, atteso il forte disappunto che tale elezione ha suscitato nell'opinione pubblica.
MARCO BELTRANDI (RosanelPugno). Giudica errata e pericolosa la mozione in esame, che mette in discussione il godimento dei diritti civili e politici dei cittadini e contraddice la funzione rieducativa della pena.
MAURIZIO TURCO (RosanelPugno). Ritiene improprio il ricorso ad un atto di indirizzo per stabilire eventuali requisiti di accesso a cariche istituzionali, stigmatizzando altresì l'utilizzo abusivo del dolore dei familiari delle vittime del terrorismo.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Avverte che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Sospende la seduta.
La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 18,15.