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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Trasmissione di notizie riguardanti Thomas Kram, in relazione al suo presunto coinvolgimento nella strage di Bologna - n. 2-00766)
PRESIDENTE. Il deputato Raisi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00766, concernente la trasmissione di notizie riguardanti Thomas Kram, in relazione al suo presunto coinvolgimento nella strage di Bologna (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
ENZO RAISI. Signor Presidente, spero che il rappresentante del Governo, questa volta, si attenga alle domande che sono state poste perché, nei numerosi atti di sindacato ispettivo che sto presentando sulla strage di Bologna, spesso mi sento riproporre vecchie risposte; mi è successo anche tre o quattro settimane fa, come se nulla si fosse mosso negli ultimi tempi grazie alle indagini approfondite che sono state realizzate, prima grazie alla Commissione Mitrokhin e, successivamente, anche ad alcuni documenti da me portati, anche in questa sede, sul caso Kram.
Credo che il sottosegretario sappia benissimo chi è Kram: è l'unico terrorista accertato presente quel giorno a Bologna, sul quale non si è mai indagato, fino a che, nel dicembre scorso, si è consegnato alle autorità tedesche dopo 26 anni di latitanza, proprio dal 2 agosto 1980.
Kram si è consegnato e su di lui si è iniziato a creare un alibi. Vi è un'indagine in corso da parte della magistratura di Bologna; peraltro, adesso, è stata chiesta semplicemente una rogatoria internazionale per poter ascoltare Kram come persona informata sui fatti ed è già incredibile il fatto che vi sia questo capo di imputazione o, meglio, questa richiesta (magari fosse un capo di imputazione!).
Dunque, cosa sta succedendo? Si sta creando un alibi intorno a questo Kram, cercando di capire e di motivare la sua presenza quel giorno a Bologna, dato che essa è innegabile e accertata.
In una precedente interpellanza urgente ho ricevuto - mi sembra proprio da parte sua, signor sottosegretario - una risposta errata (di cui non attribuisco, ovviamente, la colpa a lei, ma a chi prepara questi documenti) e l'ho scritto nell'interpellanza urgente di oggi. Mi è stato detto, allora, che Kram era arrivato a Chiasso, dove fu fermato, ad un orario che non coincide con quello reale. Infatti, come le abbiamo spiegato nell'interpellanzaPag. 20urgente, siamo andati a rivedere gli orari dei treni di quel giorno: l'unico treno che poteva arrivare, quel giorno, da Karlsruhe, partiva da Amsterdam e arrivava alle 10,20 e non alle 12,08 come è stato sostenuto, in modo erroneo, nella risposta che mi è stata data precedentemente.
Addirittura, in quella risposta, si diceva che Kram aveva preso da Karlsruhe il treno delle ore 10,30 ed era arrivato alle ore 12,08: 450 chilometri percorsi in due ore, penso che sia una cosa fantastica: Non è possibile oggi, figuriamoci nel 1980!
Ma, attenzione: questo non è un dato da poco, perché crea un alibi al signor Kram, il quale dice di essere stato fermato alle 12,08 - proprio perché è arrivato alle 12,08! Quindi, allunga di due ore rispetto alle 10,20 - dopo di che viene fermato, la cosa si prolunga ed arriva tardi all'obiettivo che si era posto - cioè Firenze - e si ferma a Bologna e, casualmente, a Bologna succede quello che succede!
Kram dice ciò in un'intervista rilasciata questa estate a Il Manifesto. Si tratta di un'intervista in cui cerca di crearsi un alibi e che - guarda caso - riprende questa tesi per la quale sarebbe arrivato alle 12,08 e non alle 10,20. La stessa tesi è inserita anche in una relazione dell'allora minoranza della Commissione Mitrokhin: si sbagliano anche loro, indicando questo orario errato. Lo ha fatto anche il Governo nella risposta alla mia precedente interpellanza urgente e lo riprende questo signor Kram, che cita il dato della Commissione Mitrokhin (non so come sia venuto in possesso del testo della Commissione, sarebbe interessante appurarlo) in questa intervista, dove, tra l'altro, dice una serie di stupidaggini. Per chi è bolognese come me e conosce Bologna, è talmente chiaro che quando l'ho letta ho sorriso.
Cosa dice Kram? Egli afferma testualmente: «Mi svegliai tardi, feci colazione in qualche caffè vicino a piazza Maggiore. Poi mi incamminai verso la stazione su una grande strada, forse via dell'indipendenza». Ci sono due grandi strade che da piazza Maggiore portano alla stazione: via dell'indipendenza, appunto, e via Marconi. Quindi, Kram prosegue: «Le sirene tranciavano l'aria. Da lontano vidi sul piazzale della stazione il lampeggiante di ambulanze e mezzi dei pompieri. Si capiva che era successo qualcosa di grave. Non mi avvicinai». Prosegue Kram nell'intervista a Il Manifesto: «Dopo l'esperienza del giorno prima a Chiasso - dove era stato fermato dalla polizia su indicazione della polizia tedesca - non volevo incappare in nuovi controlli di polizia. Un taxi mi portò alla stazione delle autocorriere» e da qui arrivò a Firenze.
Chi conosce Bologna sa bene che da via dell'indipendenza e da via Marconi, che sono le uniche due grandi arterie che portano da piazza Maggiore alla stazione, non si vede il piazzale di quest'ultima. Quindi, da un qualsiasi punto di via dell'indipendenza è impossibile vedere il piazzale della stazione.
Ma, attenzione! La barzelletta è: «Un taxi mi portò alla stazione delle autocorriere». La stazione delle autocorriere a Bologna si trova accanto a quella ferroviaria. Quindi, Kram per fuggire dalla polizia avrebbe preso un taxi per giungere dove già si trovava!
Allora, è importante capire quale sia l'alibi, cioè è importante capire perché qualcuno abbia manipolato l'arrivo di Kram quel giorno a Chiasso, in quanto non corrisponde esattamente a quello che mi è stato detto precedentemente dal Governo.
Pertanto, ho appositamente formulato quesiti molto chiari e spero che mi venga data una risposta punto per punto. Vorrei ricordarli al signor sottosegretario, leggendoli testualmente affinché rimangano agli atti. Ho chiesto di conoscere: «su quali elementi e informazioni il sottosegretario Scotti abbia basato la sua risposta all'interpellanza urgente n. 2-00324 resa durante la seduta della Camera dei deputati del 25 gennaio 2007; a che ora Kram Thomas Michael, cittadino tedesco, nato a Berlino il 18 luglio 1948, risulta - sulla base delle informazioni agli atti della pubblica sicurezza - aver varcato il confine italiano a Chiasso, la mattina del 1o agosto 1980, proveniente da Karlsruhe con treno 201; se risulta - agli atti della pubblicaPag. 21sicurezza - che Kram, così come da esito della perquisizione subita la mattina del 1o agosto 1980, avesse al seguito uno o più bagagli (borse, valigie, eccetera); a che ora Thomas Kram risulta aver preso il treno diretto 307 Chiasso-Milano, sempre il 1o agosto 1980, secondo gli atti della pubblica sicurezza (polizia di frontiera di Ponte Chiasso); a che ora del 1o agosto 1980 venne inoltrato alle competenti articolazioni del Ministero dell'interno il telex predisposto dal dirigente dell'ufficio sicurezza di Chiasso Frontiera, dottor Emanuele Marotta, in ordine all'arrivo di Thomas Kram in territorio italiano; se risulti al Governo che, all'epoca delle indagini sulla strage di Bologna, gli organi inquirenti ebbero modo di raccogliere le testimonianze scritte dei tassisti in servizio nei pressi della stazione ferroviaria la mattina del 2 agosto 1980 e se, fra queste testimonianze, vi sia qualcuno che abbia riferito, a verbale, di aver preso a bordo, quella mattina, un turista tedesco diretto al terminal delle autocorriere; se agli atti della pubblica sicurezza risulti che Thomas Kram abbia soggiornato a Firenze il 2 agosto 1980 e i giorni seguenti; se, più in generale, vi siano tracce di Thomas Kram a Firenze prima e dopo la strage di Bologna».
Infatti, si parla dell'alibi di Kram che, come ho già dimostrato, ha già detto una serie di stupidaggini. L'alibi rappresenta, quindi, un elemento molto importante.
Vorrei citare, non a caso, una frase della corte d'appello di Bologna relativa al processo per la strage di Bologna a carico di Luigi Ciavardini. La corte d'appello di Bologna afferma che l'alibi che fornisce una persona accusata di un grave crimine, ancor di più se è consapevole, è una mossa processuale importantissima, che non deriva dal caso. Sagge parole!
Pertanto, cerchiamo di capire qual è l'alibi di Kram. Fino ad ora vi sono state delle manipolazioni circa il suo orario di arrivo. Inoltre - come ho già detto - Kram, in un'intervista, ha affermato stupidaggini che non corrispondono a verità. Ma per chi, non conoscendo Bologna, ha letto questa intervista, probabilmente, non era facile rendersene conto.
Adesso cerchiamo di capire dal Governo se, finalmente, sia possibile ricevere notizie chiare sulle domande precise, secche e nette che ho formulato con l'interpellanza urgente che ho presentato insieme agli altri colleghi.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Scotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, vorrei ringraziare l'interpellante anche per la pazienza nella riproposizione dell'interpellanza in discussione, questa volta scandita nella formulazione dei diversi quesiti.
Cercherò di rispondere con altrettanta chiarezza premettendo che la mia risposta si fonda sulle acquisizioni operate dal Ministero dell'interno e dagli atti processuali, tenendo presente che, purtroppo, alcuni fra questi ultimi non sono più reperibili, considerati gli anni trascorsi.
L'onorevole interpellante è tornato sulla vicenda che ha già formato oggetto di altre risposte da parte del Governo e, in particolare, sull'ultima risposta fornita il 25 gennaio 2007, evidenziando - lo ha ripetuto anche ora - come non potesse corrispondere al vero quanto affermato relativamente al fatto che «in una nota trasmessa alla polizia di frontiera di Chiasso, si segnalava che Kram, partito da Karlsruhe alle ore 10,30 del 1o agosto 1980 con il treno 201, risulta essere entrato in Italia alle 12,08 diretto a Milano, dal valico di frontiera di Chiasso».
Tale informazione non corrisponde alla realtà - osserva l'interpellante - essendo impossibile che un treno partito da Karlsruhe, città sita nella Repubblica federale tedesca, potesse giungere a Chiasso dopo solo un'ora e mezzo di viaggio e non risultando alcun treno 201 con arrivo a Chiasso alle 12,08.
In tali termini do ragione all'interpellante: il fatto è - e di ciò mi scuso - chePag. 22forse c'è stata una non precisa indicazione nella precedente risposta; ma veniamo al punto.
Premetto che nella risposta del 25 gennaio 2007 l'informativa resa era in parte diversa da quella riportata come testuale dall'onorevole interrogante, in quanto il passo indicato era il seguente: «In una nota trasmessa dalla polizia di frontiera di Chiasso si segnalava - o si segnala - che Kram, partito da Karlsruhe alle ore 10,30 del 1o agosto 1980 con il treno 201, risulta essere entrato in Italia alle ore 12,08 con il treno 307 - l'equivoco riguarda i due treni: 201 e 307 - diretto a Milano dal valico di frontiera di Chiasso».
Era già questa la risposta: probabilmente c'è stata una superficialità, che forse posso attribuire anche a me stesso, nel non avere evidenziato che i treni sono due: 201 e 307.
Da tale frase risulta testualmente che il treno con il quale Kram si stava recando da Chiasso a Milano e sul quale venne identificato e perquisito è il 307, non il 201 come riferito nell'interpellanza, e che di conseguenza non si è mai affermata l'esistenza di un unico treno 201 che avrebbe collegato Chiasso a Milano.
Passerò ora alle singole domande. Come precisato dal Ministero dell'interno nel telegramma trasmesso all'ufficio di polizia di frontiera di Chiasso il 1o agosto 1980 alle ore 17,20 (o 17,26, non essendo tale ultima cifra chiaramente leggibile nel brogliaccio della polizia) acquisito a protocollo dallo stesso Ministero alle ore 18,20 del medesimo giorno, risulta che il Kram è entrato in Italia alle ore 12,08 a bordo del treno 307 diretto da Chiasso a Milano, essendo stato identificato su tale treno come Thomas Michael Kram, nato a Berlino il 18 luglio 1948 e residente a Bochum, attraverso carta d'identità rilasciata a Bochum il 25 marzo 1975, e sottoposto a perquisizione personale. Ci risulta, inoltre, che lo stesso era giunto a Chiasso alle ore 10,30 con treno 201 proveniente da Karlsruhe. Quindi, parte da Karlsruhe con il treno 201, giunge a Chiasso e prende l'altro treno, il 307.
L'errore è derivato dal fatto che nella prima comunicazione della procura di Bologna si diceva che il Kram era partito da Karlsruhe con il treno 201 alle ore 10,30, mentre egli era giunto a Chiasso alle ore 10,30 proveniente da Karlsruhe. Ecco spiegato da cosa nasce l'equivoco, ma l'equivoco, secondo me, può essere senz'altro risolto considerando i due treni (quindi, il primo collegamento con un treno e il secondo collegamento con l'altro treno).
Per quanto riguarda la richiesta di conoscere quali effetti personali fossero nella disponibilità del Kram all'atto della perquisizione, il Ministero dell'interno ha evidenziato che le uniche informazioni disponibili sul punto consistono nell'indicazione che venne sequestrata soltanto una lettera manoscritta.
Ulteriori notizie non sono più reperibili - comunica il Ministero dell'interno - in quanto il fascicolo relativo a Thomas Kram venne distrutto nel 1997 in seguito all'entrata in vigore dell'Accordo di Schengen, considerandolo semplicemente uno straniero entrato in Italia, ormai non più sottoposto a determinati vincoli di identificazione, in quanto cittadino dell'Unione europea.
Dalle informazioni fornite dalla procura della Repubblica di Bologna è emerso, inoltre, che nessuna delle persone presenti nei pressi della stazione, immediatamente prima o dopo l'attentato, sentite come testimoni, ha fornito riferimenti precisi relativi al trasporto di un turista tedesco diretto al terminal delle autocorriere di Bologna. Non abbiamo, quindi, elementi attraverso queste testimonianze per quanto riguarda specificamente quella indicazione.
Per quanto attiene alla presenza in Italia del Kram, come già si è detto in una precedente risposta, il Ministero dell'interno ha accertato il suo pernottamento in una stanza singola dell'albergo Centrale di Bologna la notte del 1o agosto, precisamente la stanza n. 21, con annotazione riportata alla pagina 130, numero progressivo 1481 del registro delle presenze, in cui risulta annotato anche il documento diPag. 23riconoscimento esibito, cioè la patente di guida n. 20344, rilasciata in data 11 novembre 1970.
Da tale registro risulta, inoltre, che la stanza venne assegnata al solo Kram, mentre non sono state rinvenute tracce di un suo pernottamento nella città di Firenze, né sono state rinvenute ulteriori tracce della presenza in Italia del Kram nei giorni successivi al 1o agosto 1980.
Spero in questo modo di aver risposto alle singole domande.
PRESIDENTE. Il deputato Raisi ha facoltà di replicare.
ENZO RAISI. Innanzitutto ringrazio il sottosegretario, perché la sua risposta mi dà ragione: qualcuno si è sbagliato. Posso poi essere malizioso e dire che qualcuno si è sbagliato apposta, perché mi sembra assurdo che la procura di Bologna faccia un errore così grossolano quando il telex originale della polizia è così facile da interpretare. Glielo leggo: «Con treno 307 delle ore 2:08 legali odierne entrata Italia diretto Milano cittadino tedesco Kram Thomas Michael, nato 18/07/48 a Berlino [...], rilasciato a Bochum. Predetto iscritto a formula 5 et 6.3, est stato sottoposto a perquisizione sotto aspetto doganale con esito negativo. Medesimo est qui giunto a Chiasso con treno numero 201 delle ore 10:30». Non può una procura fare un errore del genere, in primo luogo; in secondo luogo, come mai lo stesso errore viene fatto anche dalla relazione della minoranza nella Commissione Mitrockhin? È molto strana questa coincidenza!
Sa come ho scoperto tutto ciò? La cosa fa ridere: i misteri d'Italia ogni tanto hanno anche un po' di fortuna. L'ho scoperto attraverso un blog di alcuni cittadini bolognesi che, verificando la sua precedente risposta e gli orari dei treni, mi hanno dato queste informazioni, che sono corrette: non stava in piedi quello che è stato detto perché era impossibile che da Karlsruhe il Kram ci mettesse due ore per arrivare a Chiasso. Che questa risposta sia data da una procura che, in teoria, sta indagando, dovrebbe indagare (io ci credo, per carità), è un fatto molto grave.
È anche grave l'episodio dei fascicoli. Thomas Kram non è un cittadino qualunque: era segnalato anche nel 1994 nell'archivio della Polizia come un terrorista ricercato! I fascicoli spariscono: come è possibile? Si tratta di un soggetto che è stato latitante per 26 anni ed era nell'elenco della Polizia come terrorista ricercato da altre polizie!
Quando con la Commissione Mitrockhin siamo andati a verificare al SISMI il fascicolo di Kram, abbiamo scoperto che egli ha un fascicolo voluminosissimo, però si tratta di un fascicolo che si ferma a poche settimane prima del 1o agosto 1980, dopodiché di lui non si sa più nulla: anche questo è molto strano. Egli era già controllato quando studiava a Perugia, arrivano tutte le informazioni della Polizia tedesca su di lui e sul fatto che è membro componente delle cellule rivoluzionarie, collegate con Carlos.
Eppure, da poche settimane prima del 1980, quel fascicolo non contiene più nulla su Kram. Ciò è davvero molto strano: si dice che il fascicolo è stato mandato al macero perché, grazie al trattato di Schengen, non aveva alcun valore; eppure, nella lista della polizia del 1994 Kram era considerato un pericoloso terrorista internazionale. Dunque, o non si parlano fra loro oppure sono fatti strani. È strano che, nel fascicolo del SISMI, i documenti su questo personaggio, da poche settimane prima della strage, spariscono tutti. Non c'è più nulla: il fascicolo su Kram è enorme e poi non c'è più nulla. Sono molte le coincidenze che fanno pensare. Intanto, l'alibi del signor Kram, per le notizie che ci sono state rese finora, crolla, poiché nulla coincide. Egli afferma di essere andato a Firenze, ma della sua presenza in tale città non vi è traccia: a Bologna, dorme in albergo; a Firenze, invece, non si sa dove sia andato. Afferma inoltre di essersi recato a Milano perché doveva incontrare una persona: e non dico altro, poiché la prossima settimana - probabilmente - sapremo se davvero doveva incontrarla, considerato che la predettaPag. 24persona è stata interrogata dalla polizia di Bologna (nulla è stato ancora detto). Constateremo dunque se effettivamente tale testimonianza, che costituisce un altro pezzo dell'alibi, è vera o meno.
Certo, devo dire che oggi uscirò da quest'Aula soddisfatto. Non vi è traccia di Kram a Firenze; gli orari, poi, erano quelli che dicevamo noi: egli arriva a Chiasso alle 10,20 e prende il treno per Milano in tempo per arrivare a Bologna. O per arrivare a Firenze, se voleva effettivamente andare a Firenze: perché aveva tutto il tempo per arrivare quella notte a Firenze, prendendo i treni che sono indicati in questo telex. Sono poi stupidaggini quelle che egli dice su Bologna: su via dell'Indipendenza e sulla stazione delle autocorriere, che sono di fianco (mi sembra evidente); nessun tassista, poi, ricorda di aver trasportato quel giorno un turista tedesco e a Firenze - lo ripeto - non c'è traccia. Diciamo dunque che, fino a questo momento, l'alibi di Kram non c'è. Credo che questo sia un punto a favore di coloro che credono che, quel giorno, a Bologna Kram non si trovasse casualmente.