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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative in merito ai test di ammissione alle facoltà universitarie - n. 2-00778)
PRESIDENTE. Il deputato Napoletano ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00778, concernente iniziative in merito ai test di ammissione alle facoltà universitarie (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, signor sottosegretario, il rettore dell'università di Bari ha annullato, con proprio decreto, la prova d'ingresso alle facoltà di medicina ed odontoiatria tenutasi il 4 e 5 settembre ultimi scorsi, fissando nel contempo una nuova prova per i giorni 17 e 18 ottobre prossimi venturi. Ciò in conseguenza di un'indagine della magistratura barese che ha accertato una serie di irregolarità e di gravi ipotesi di reato commesse da un ampio numero di candidati in concorso con soggetti esterni e personale interno (amministrativo e docente) dell'ateneo pugliese. L'autonoma decisione del rettore è apparsa del tutto inopportuna ed errata, in contrasto con quanto asserito dallo stesso Ministro interpellato e dall'Avvocatura dello Stato, che ha ritenuto non valide le prove solo per coloro che sono stati - per così dire - scoperti, senza che fosse quindi necessario procedere all'annullamento dell'intera procedura selettiva. Gli studenti, defraudati da tale l'annullamento, si sono rivolti al TAR, che, proprio nella giornata di ieri, ha sospeso le nuove prove già fissate per il 17 e 18 ottobre, in attesa di acquisire - nei prossimi giorni - un'idonea documentazione per la valutazione del caso.
Sono dunque apparsi del tutto inconsistenti gli elementi probatori offerti dall'università per dimostrare l'asserita diffusività del fenomeno nell'ambito della prova selettiva de qua. Sta di fatto che l'annullamento della prova ha prodotto un'ingiustizia per coloro che si sono comportati correttamente, un danno per chi - avendo saputo di aver superato la prova - non ha partecipato ad altre prove selettive presso altre università, una discriminazione sul territorio nazionale fra coloro che hanno superato la prova a Bari e se la sono vista annullare e coloro che hanno superato la prova in altri atenei sospettati per gli stessi reati (Messina, Chieti, Ancona) e se la sono vista invece giustamente convalidare.
Ancora, vi è una ripercussione negativa sull'inizio dell'anno accademico - causando pertanto un danno agli studenti - e un ulteriore spesa per le famiglie degli studenti che hanno dovuto ricorrere al TAR.
Credo che la necessaria opera di moralizzazione per la quale incoraggiamo le stesse autorità accademiche non possa svolgersi in danno degli studenti onesti: l'onestà deve essere, infatti, motivo di apprezzamento e non di penalizzazione. Pertanto, si chiede al Ministro interpellato, in coerenza con quanto dallo stesso affermato, quali iniziative intenda adottare il Governo, nell'ambito dei propri poteri, perPag. 25contrastare un'evidente ingiustizia per tutti coloro che si sono comportati correttamente e se non voglia considerare i limiti della prova selettiva per test che, oltretutto, vanno anche al di là della preparazione specifica richiesta dalle discipline di studio previste dei corsi di laurea.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca, Luciano Modica, ha facoltà di rispondere.
LUCIANO MODICA, Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca. Signor Presidente, l'Università di Bari ha fornito un'ampia informazione in merito ai motivi che hanno indotto l'Ateneo all'annullamento delle prove scritte del 4 e 5 settembre scorso per l'ammissione ai corsi di laurea in medicina e odontoiatria. L'Università cita, in particolare, i decreti di sequestro probatorio notificati all'Ateneo, in base ai quali risultano accertati fatti di rilevanza penale che dimostrano i contatti avuti dagli studenti indagati con una articolata organizzazione esterna dotata di sofisticate apparecchiature elettroniche, attraverso le quali sono state fornite le risposte ai test. L'Ateneo cita, altresì, la nota con la quale è stato informato dalla procura della Repubblica di Bari dell'esistenza attuale di ulteriori e complesse indagini, dell'ampliamento progressivo del numero degli indagati e della natura tendenzialmente diffusiva del fenomeno (così dice la procura della Repubblica di Bari).
A seguito di tali comunicazioni, l'Università di Bari ha ritenuto che sussistessero elementi sufficienti per considerare compromessa la corretta modalità di svolgimento delle prove di ammissione ai suddetti corsi di laurea e che le circostanze di fatto, anche indipendentemente dal loro definitivo accertamento da parte dell'autorità giudiziaria, costituissero di per sé violazione di tutti i principi inerenti lo svolgimento di prove concorsuali (così scrive l'Ateneo di Bari). L'Ateneo sostiene, inoltre, l'irrilevanza dell'accertamento in concreto del contatto dei candidati con l'esterno, essendo sufficiente, ai fini della valutazione della legittimità o no delle procedure, la semplice possibilità che i candidati abbiano potuto comunicare con soggetti operanti fuori dalle aule.
Per quanto sopra, ritenuto che le prove in parola siano risultate espletate in violazione delle regole stabilite dalla normativa vigente, il rettore ha emanato il provvedimento di annullamento degli atti concorsuali per l'ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia ed in odontoiatria e protesi dentaria, ed ha disposto la ripetizione delle prove stesse per i giorni 17 e 18 ottobre, escludendo dalla partecipazione oltre quaranta candidati, perché indagati. È da sottolineare che il rettore dell'Università di Bari, con decreto del 19 settembre, ha annullato le prove predette nell'ambito dei propri poteri, riconosciuti ai sensi della normativa vigente in materia di autonomia universitaria. A seguito di tale decisione del rettore, il Ministero ha quindi provveduto ad organizzare la ripetizione delle prove. Come ha già comunicato l'interpellante, avverso il provvedimento rettorale sono stati presentati numerosi ricorsi da oltre duecento studenti ed è di queste ultime ore - è stato già riferito - la notizia che il TAR della Puglia ha ordinato la sospensione delle nuove prove di selezione fino all'esito della camera di consiglio del 26 ottobre prossimo. Come ricordato dagli onorevoli interpellanti, il Ministro, sulla base del parere espresso dall'Avvocatura dello Stato, ha ritenuto di non annullare su tutto il territorio nazionale le prove di ammissione ai corsi di laurea in medicina e in odontoiatria, disponendo l'esclusione dalle graduatorie degli studenti coinvolti nei reati sui quali le procure hanno condotto indagini.
Alle indicazioni del Ministro hanno ritenuto di adeguarsi, nella loro autonomia, gli altri atenei presso i quali si sospettano reati analoghi.
In merito alla questione delle errate formulazioni di alcune domande dei test, si fa presente che anche negli anni accademici 1999/2000 e 2004/2005 si verificarono analoghi problemi, ma non si ebbero conseguenze sulla legittimità delle prove,Pag. 26in quanto le graduatorie furono predisposte, come quest'anno, non tenendo conto delle domande di dubbia interpretazione. Si ricorda, infine, come già riferito in occasione della discussione di altri atti di sindacato ispettivo su analoghe problematiche, che il Ministro Mussi, nel corso di una conferenza stampa presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha fatto presente che sono già allo studio metodologie attraverso cui, il prossimo anno, potranno essere svolte con maggiore sicurezza di trasparenza e di imparzialità le prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato a livello nazionale. Il Ministro ha altresì sostenuto l'opportunità di una complessiva riforma del sistema del numero chiuso ricordando, però, i vincoli europei sui parametri standard di formazione per le professioni per le quali è prevista la programmazione nazionale ed ha osservato che la riduzione dei corsi a numero chiuso deve essere correlata con i mezzi necessari agli atenei per fornire percorsi didattici adeguati.
Si rende pertanto necessaria una rivisitazione ex novo della legge n. 264 del 1999 e del sistema dei test di ingresso. A tale proposito, è già all'attenzione delle Camere un provvedimento, di concerto con il Ministro della pubblica istruzione, nel quale si stabilisce che le prossime prove dovrebbero prevedere un punteggio totale di 105 punti, dei quali 80 determinati dal test e 25 in base ai risultati medi degli ultimi tre anni di scuola secondaria e a quello di maturità, in modo da valorizzare anche il curriculum scolastico degli aspiranti.
PRESIDENTE. Il deputato Napoletano ha facoltà di replicare.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, relativamente alle affermazioni esposte dal rappresentante del Governo, in primo luogo, devo apprezzare la posizione che l'Esecutivo ha mantenuto nel caso di specie poiché il Ministro Mussi è stato esplicito nel dichiarare - al tempo della presa di posizione del rettore di Bari - e anche sulla scorta del parere dell'Avvocatura, che non vi fossero elementi giuridici per poter procedere all'annullamento delle prove. Però, è chiaro che abbiamo una legislazione che conferisce alcuni poteri - riconosciuti, dunque - alla scuola, al rettore. Il rettore ha proceduto, quindi, autonomamente all'annullamento delle prove, con una decisione che non esito a definire sconcertante, in presenza di una posizione del Governo e dell'Avvocatura dello Stato, non degli avvocati di fiducia di Tizio o di Caio all'interno dell'Ateneo. Naturalmente, siamo convinti assertori dell'autonomia scolastica, signor sottosegretario. Tuttavia, non vi possono essere difformità di vedute nell'ambito del territorio nazionale su interpretazione di fatti e di norme che possono creare ingiustizie e discriminazioni, perché altrimenti se parliamo di federalismo e di autonomie e ognuno si comporta diversamente non so dove vada a finire il concetto di unità nazionale, se dovremo subire gli arbitrii dei soggetti che non sempre mostrano un equilibrio nelle decisioni, dopo l'acquisizione, ovviamente, anche delle valutazioni tecniche. In buona sostanza, nella pubblica amministrazione, nello Stato, non possono esservi due pesi e due misure. Non si possono penalizzare gli studenti che credono fermamente nei valori dello studio e nel rispetto delle regole. Pertanto, non possiamo affidarci soltanto alla pur necessaria opera della magistratura amministrativa che, come abbiamo constatato, ha già fatto presente all'Ateneo barese che i documenti offerti a supporto delle sue tesi non erano sufficienti e, di conseguenza, ha chiesto alla procura della Repubblica di fornire la documentazione in suo possesso, perché quella prodotta in giudizio dall'Ateneo era incompleta, per verificare, alla luce della nuova documentazione, se effettivamente la diffusione delle irregolarità colpisse anche quei 200 o 300 su 1.500-1.800 che hanno superato il test e che magari hanno consumato l'estate per prepararsi e che ora vengono penalizzati perché a certi disonesti, compresi alcuni indagati tra cui non solo studenti, ma anche personale all'internoPag. 27degli atenei, sono state contestate ipotesi di associazione a delinquere, corruzione e truffa ai danni dello Stato.
Quindi, non possiamo affidare solo alla magistratura un'opera di moralizzazione, ma dobbiamo assumerla in prima persona. Pertanto, se è vero che le procedure per test (non solo quest'anno, ma anche negli anni scorsi) cominciano a produrre falle, a creare crepe, a creare violazioni di legge, a generare corruzione e corruttele (le più generalizzate), credo che il Governo, in relazione a quanto avvenuto e segnatamente alle irregolarità accertate e alla inidoneità dei test cui faceva riferimento il sottosegretario, nel suo intervento, debba approfondire e rivedere la materia al fine di impedire che quanto accaduto possa ripetersi.
Rivediamo, quindi, anche le norme che possono aver generato questi mostri e facciamo in modo che i test siano effettivamente rispondenti, se proprio è necessario farli, alle discipline che quelle facoltà universitarie effettivamente richiedono altrimenti diventa un terno al lotto che finisce per penalizzare gli studenti che sono stati onesti e rispettosi delle regole e le loro famiglie, che dovranno sopportare i costi delle procedure di diritto amministrativo per chiedere una giustizia che, a questo punto, la sede politica deve assicurare ridisciplinando la materia.