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Deliberazione sulla richiesta di stralcio relativa ai progetti di legge nn. 2169, 1249, 2101 e 2066 (ore 17,12).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione su una richiesta di stralcio.
La II Commissione (Giustizia), nel corso dell'esame dei progetti di legge C. 950 e abbinati, recanti disposizioni in materia di violenza sessuale e introduzione nell'ordinamento del delitto di molestia insistente, ha deliberato di chiedere all'Assemblea lo stralcio delle seguenti disposizioni: gli articoli 13 e 18 del disegno di legge n. 2169; l'articolo 7 della proposta di legge Bianchi ed altri n. 1249; gli articoli 12 e 13 della proposta di legge Mura ed altri n. 2101; l'articolo 3 della proposta di legge Incostante n. 2066.
Poiché sono state avanzate alla Presidenza numerose richieste di intervento, ai sensi degli articoli 41 e 45 del Regolamento, darò la parola ad un rappresentante per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, colleghi, la Lega Nord Padania voterà con grande amarezza, con rammarico, per le modalità con cui la proposta di stralcio è arrivata in Assemblea, contro la proposta che viene formulata dalla Commissione.Pag. 30
Ministro Pollastrini, la violenza sulle donne è un fenomeno che nel mondo - ma, purtroppo, anche al nostro Paese - continua ad assumere una rilevanza drammatica e allarmante. I dati ISTAT denunciano che in Italia il 31,9 per cento delle donne, fra i 16 e i 70 anni, ha subìto una violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Cinque milioni di donne hanno subìto violenze sessuali e di queste il 18,8 per cento è stato più fortunato, sopportando solo violenze fisiche: dalla minaccia lieve a quella con le armi, dagli schiaffi al tentativo di strangolamento.
I più raffinati giuristi nel nostro Paese, ormai, parlano di «femminicidio», un reato gravissimo che colpisce le donne. Spesso tali episodi di violenza prendono avvio dalle cosiddette molestie insistenti - il cosiddetto reato di stalking - e, quindi, da vere e proprie persecuzioni che le donne subiscono ad opera di ex mariti, di ex fidanzati. Esse si concretizzano, magari, con la richiesta di un appuntamento, con le persecuzioni telefoniche, con una ricerca assillante, appunto, dell'ex fidanzata, dell'ex moglie che, purtroppo, spesso terminano con violenze fortissime nei confronti della donna, arrivando, addirittura, all'omicidio.
Non vorrei citare l'ultimo caso che, tuttavia, ha sconvolto il Paese la scorsa estate: si tratta del caso della ragazza di Sanremo; tutti ricordiamo il grido di dolore della mamma. La ragazza è stata uccisa da un ex fidanzato, che aveva già ucciso una ragazza e, tornato in libertà, ha commesso il reato nonostante vi fosse un rapporto della polizia che evidenziava che si trattasse di un individuo pericoloso. Il nostro codice penale, purtroppo, non ci consente di intervenire in via cautelare nei confronti delle molestie assillanti e di questi atti persecutori.
Signor Ministro, sa bene che il Parlamento è impegnato da un anno e mezzo nella discussione di una proposta di legge sulla violenza sessuale. La Lega Nord Padania, a mia prima firma, ne ha presentata una già nel luglio del 2006, alla quale è seguita anche una petizione popolare.
Tuttavia, signor Ministro, lei ha presentato un disegno di legge, operando una scelta - a mio parere - inopportuna: non si è limitata a presentarci alcune norme per prevenire la violenza e contrastare la violenza sessuale (come il rito immediato o quello direttissimo), per colmare la lacuna per cui, ancora oggi, in flagranza di reato non è previsto l'arresto obbligatorio, ma facoltativo; lei ha presentato un provvedimento più ampio, in cui si parla anche di truffa nei confronti degli anziani.
Signor Ministro, ho evidenziato che in questo provvedimento vi sono delle luci - le campagne di prevenzione, di formazione, una tutela assicurativa e previdenziale nei confronti, ad esempio, delle donne lavoratrici autonome che subiscono violenza sessuale - ma l'ampiezza sta portando, purtroppo, lentezza ai nostri lavori. Le donne di questo Paese, le madri che restano private delle loro figlie ci chiedono di intervenire, ma noi stiamo discutendo da un anno e mezzo e non siamo ancora stati capaci di addivenire ad una soluzione.
L'intera Commissione giustizia, tuttavia, condivideva che si potesse procedere in fretta, almeno in merito allo stalking e colmare la lacuna presente nel nostro ordinamento giudiziario. Avremmo potuto esaminarlo in sede legislativa, perché su ciò eravamo tutti d'accordo e avevamo avanzato una richiesta di stralcio. Tuttavia, ecco - è questo che noi denunciamo in quest'aula, magari resteremo soli, ma abbiamo il coraggio di farlo - che è arrivato il ricatto da parte di qualcuno. Sì, signor Ministro: da parte del collega Grillini e da parte del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea! Essi hanno affermato di voler realizzare una corsia accelerata per lo stalking (sul quale vi è l'accordo di tutti), ma tale corsia accelerata, per le donne che chiedono giustizia e che chiedono di essere tutelate, è stata avvelenata da una bella polpetta, signor Ministro, da un bel ricatto! La polpetta avvelenata consiste nell'unire al tema dello stalking l'articolo 18, che modifica la cosiddetta legge Mancino. Si tratta di una legge che noi, come gruppo Lega NordPag. 31Padania, non condividiamo perché reintroduce e mantiene nel nostro Paese reati di opinione e che - lo ricordo ai colleghi - è una legge di ratifica di una convenzione internazionale. Non si comprende, pertanto, come la si voglia modificare, legandola sic et simpliciter al reato di stalking. I due temi non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro; noi contestiamo ciò dal punto di vista della tecnica giuridica: si tratta di due argomenti completamente diversi. Si tratta semplicemente, appunto, del ricatto da parte di qualcuno nel senso di voler modificare questa legge ed inserire nel reato di opinione anche la discriminazione per l'orientamento sessuale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CAROLINA LUSSANA. Concludo, signor Presidente, ma il passaggio è importante. Abbiamo già visto un uso scellerato della legge Mancino, che colpisce il sindaco di Verona - eletto con oltre il 60 per cento dei consensi - perché distribuisce volantini contro un campo nomadi abusivo.
Non vorremmo che con la suddetta modifica alla legge Mancino si incolpasse o si incriminasse la Chiesa quando afferma che l'omosessualità è contro natura, o, magari, si colpissero le associazioni familiari che si oppongono alle adozioni da parte di coppie omosessuali o lesbiche.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
CAROLINA LUSSANA. Anche questo - attraverso un uso fuorviato della modifica della legge Mancino - vorrebbe dire discriminazione!
Per tale motivo chiediamo che si torni in Commissione e che si disponga lo stralcio, ma solamente per quanto riguarda il reato di stalking. Mi sembrerebbe una proposta ragionata rispondente all'esigenza presente nel Paese; pertanto dovremmo subito manifestare la disponibilità ad approvarlo in sede legislativa. In una settimana lo possiamo fare. In questo modo, invece, il provvedimento non andrà mai in porto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Capotosti. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, mi associo alle considerazioni espresse dalla collega della Lega Nord Padania e penso a nome di tutta la Camera...
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. L'ha firmata Mastella!
GINO CAPOTOSTI. ...rispetto alla preoccupazione che si manifesta in ordine all'emergenza di una certa tipologia di reati nei confronti delle donne.
Tuttavia, non condivido l'impostazione così radicale e, quindi, a nome del mio gruppo Popolari-Udeur, non potrò che pronunciarmi favorevolmente rispetto allo stralcio. Tale stralcio, infatti, ha una sua valenza, così come proposto dalla Commissione che ringrazio ancora per l'intenso lavoro svolto, e consentirà finalmente, in tempi brevi, di portare a casa un risultato che buona parte della società italiana sta aspettando.
Ritengo che le leggi, oltre ad essere scritte, vadano applicate ed anche interpretate cum grano salis. Quindi, l'estensione alla discriminazione sull'orientamento sessuale certamente non è paranoica, né rappresenta una radicalizzazione della posizione, ma è il riconoscimento di un altro fenomeno emergenziale che pure esiste. È evidente che la grandezza delle problematiche sociali ci pone innanzi al dovere di provvedere in modo intelligente. Sono certo che stiamo facendo quanto possibile nel rispetto di tutti e credo sia venuto il momento di chiudere, definitivamente, questo dibattito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellillo. Ne ha facoltà.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, dobbiamo essere sinceri: questa decisione per noi è abbastanza deludente e delude anche l'aspettativaPag. 32delle donne e degli uomini di questo Paese, che hanno ancora la speranza che si possa costruire un futuro democratico e alternativo con norme che definiscono pratiche quotidiane e democratiche, a partire dalla cancellazione delle tante ingiustizie e discriminazioni che subiscono le donne italiane.
Si avverte l'esigenza di affrontare il problema della violenza sulle donne perché è un problema sociale! Signor Ministro, forte è la sollecitazione nei confronti dell'Italia da parte degli organismi internazionali, affinché vengano applicate le convenzioni che pure abbiamo sottoscritto; in primo luogo, quella relativa all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne. Purtroppo, invece, ancora una volta, abbiamo scelto la via più breve, ossia la più facile: l'emergenza e la sanzione.
Signor Ministro, riteniamo inutile ogni forma di inasprimento delle pene, anche perché l'attuale disciplina delle pene, se veramente attuata, può essere più che sufficiente! Tuttavia, andiamo ancora nella direzione opposta, anche rispetto alla raccomandazione n. 5/2002 del Consiglio europeo, la quale afferma chiaramente che non serve - riporto quanto è stato scritto nelle raccomandazione - un piano di azione straordinario contro le violenze sulle donne.
Esistono già norme penali sufficientemente repressive: quello che manca è un'ampia campagna di prevenzione e di educazione per rendere effettivi gli strumenti di tutela disponibili ed evitare - perché oggi accade ciò - che al momento della denuncia oppure della cura, la violenza di genere non venga riconosciuta.
Non esistono, infatti, le condizioni strutturali perché ciò avvenga, in quanto non c'è alcuna facoltà universitaria che forma coloro che poi dovranno operare: penso ai giudici, ai dirigenti delle forze dell'ordine ed alle forze dell'ordine stesse.
Occorre evitare che si verifichino ingiustizie al momento dell'applicazione della legge perché i soggetti giudicanti mancano di prospettiva di genere: è ciò che ci scrive nella raccomandazione il Consiglio europeo.
Occorre, inoltre, riconoscere che la violenza maschile contro le donne è il maggior problema strutturale della società (che si basa sull'ineguale distribuzione di potere nelle relazioni tra uomo e donna) e occorre inoltre incoraggiare la partecipazione attiva degli uomini nelle azioni volte a contrastare la violenza sulle donne.
È necessario, poi, riconoscere che lo Stato ha l'obbligo di esercitare la dovuta diligenza nel prevenire, investigare e punire gli atti di violenza (sia che siano esercitati dallo Stato stesso, sia che siano perpetrati da privati cittadini) e di provvedere alla protezione delle vittime.
Noi ci battiamo perché il Governo eserciti il suo potere rispetto anche al progetto di legge che il Governo stesso ha presentato. Abbiamo bisogno di discutere in modo celere in Commissione perché - lo sa bene, signor Ministro - il Comitato sull'applicazione della Cedaw il 25 gennaio 2005 ha evidenziato una lunga serie di preoccupazioni e di inadempienze e noi abbiamo sottoscritto tale protocollo.
È stato chiesto lo stralcio che introduce anche la questione dell'omofobia e noi del gruppo dei Comunisti Italiani, ovviamente, dopo l'intervento così velenoso (mi riferisco a quello della collega Lussana)....
PRESIDENTE. Onorevole Bellillo, concluda.
KATIA BELLILLO. ...a questo punto, nonostante le perplessità e la delusione, voteremo a favore. Lo faremo, però, con l'impegno - e concludo, Presidente - che la Commissione lavori, così che finalmente riusciremo ad avere anche noi - come Italia - una legge contro la violenza di genere, contro ogni tipo di violenza, che le direttive europee ci invocano. La ringrazio, signor Presidente, per la cortesia accordatami (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bongiorno. Ne ha facoltà.
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GIULIA BONGIORNO. Signor Presidente il gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore dello stralcio, ma dico subito, per massima chiarezza, che questo voto non significa affatto condivisione dei testi così formulati. Da un punto di vista tecnico, infatti, i testi, per come sono formulati, mancano di una caratteristica essenziale che deve avere la norma penale e cioè la tassatività.
Quando il legislatore dice ad un soggetto ciò che può o non può fare, come prima cosa deve essere chiaro, preciso e tassativo nel descrivere le condotte. Da un punto di vista tecnico, i testi non soddisfano le esigenze di tassatività: ove, quindi, venissero approvati i testi così come formulati attualmente, si creerebbe un gravissimo problema di incertezza. Voteremo, però, a favore, perché oggi dobbiamo votare per la priorità e se esiste una priorità assoluta è quella di focalizzare l'attenzione del legislatore su tale problema.
Signor Ministro, la definisco una priorità assoluta, perché lo stato attuale della legislazione non prevede sostanzialmente la tutela in un momento anteriore alla vera e propria violenza. Infatti, è vero che oggi in Italia esiste il reato di molestie, ma si tratta, in primo luogo, di una mera contravvenzione ed in quanto tale è sanzionata con una pena lievissima e, quindi, non costituisce un vero e proprio deterrente e poi, in secondo luogo, perché la molestia è punita soltanto se avviene in luogo pubblico.
Pertanto, in tale contesto, è vero che è necessario introdurre una nuova figura di reato. Tale figura di reato, che viene denominata con il nome di stalking, a mio avviso è essenziale per una ragione: è esperienza comune di tutti che lo stalker è un soggetto pericolosissimo.
Si tratta di un soggetto che, di fatto, si cela dietro la figura dell'innamorato che scrive soltanto un sms che sembra offensivo. Nei fatti, dal mero sms si passa alla telefonata, al pedinamento, all'ingiuria, alle percosse e poi alla violenza brutale.
Sia chiaro: con l'introduzione di questa norma non risolveremo il problema comunque di anticipare la tutela penale e di avere risposte immediate, perché dobbiamo ricordarci che in Italia, anche se introducessimo la migliore figura di reato, resta il problema che definisco dell'«imbuto». Qualsiasi denuncia, cioè, è destinata a non produrre processi, perché in Italia abbiamo processi che durano dieci anni. Questo significa che, di fatto, il soggetto che fa una denuncia è costretto poi a convivere con la controparte processuale per dieci anni.
Premesso, quindi, che siamo consapevoli che le norme mancano di tassatività e che ciò di cui si discute non rappresenterà una soluzione ai problemi delle donne - finché la giustizia non diventerà celere, le donne dovranno convivere decenni con i loro aggressori - siamo comunque favorevoli all'introduzione di questo sistema, sebbene con delle modifiche. Una per tutte - già la segnalo al Ministro - è la previsione di un sistema di anticipazione da parte dello Stato del proprio intervento con una diffida, come previsto nel sistema americano. Quando le molestie da mero fastidio diventano qualcosa di più, è necessario inviare una diffida ed avvisare lo stalker.
Inoltre, è indispensabile corredare questi disegni di legge, che mi sembrano piuttosto privi di norme che entrino nel concreto di quella che è la posizione dell'aggressore, con una serie di previsioni dirette anche a verificare le condizioni del soggetto aggressore, che a volte ha anche necessità di un trattamento sanitario.
Detto ciò, è indispensabile comunque modificare i testi così come sono allo stato formulati. È necessario che siano molto più tassativi e che il cittadino sappia quel che si può fare e quello che non si deve fare.
Tuttavia, il fatto che non ci piaccia il testo non ci impedisce di votare a favore, perché oggi votiamo per la priorità. La violenza nei confronti della donna è una priorità ed il primo passo della violenza è la molestia. Questo è il motivo per cui Alleanza Nazionale intende sanzionare le molestie sessuali ed anticipare la tutela penale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, occorre fare chiarezza su alcuni aspetti. Da un lato, non si intende affatto abbandonare il testo complessivo che riguarda la violenza sessuale - si tratta di un testo complesso che merita un esame ed una trattazione approfondita - e dall'altro non si condividono necessariamente le modalità con cui sono state scritte le norme che saranno esaminate in Commissione.
Vi è, tuttavia, un aspetto da considerare: abbiamo tutti la responsabilità di far sì che lo stalking venga colpito presto e severamente. Non possiamo assumere una posizione tale per cui, domani o fra qualche giorno, una donna vittima dello stalking non viene tutelata, perché questo Parlamento, per il fatto che la discussione si inserisce nell'ambito di un tema molto più ampio o addirittura per non voler trattare quello della discriminazione razziale, finisce per non affrontare una questione della massima urgenza.
Questo è il motivo, che a me pare assolutamente di buonsenso, al di là delle divisioni politiche, per cui abbiamo il dovere di affrontare in Commissione, possibilmente anche in sede legislativa, il tema dello stalking.
Per quanto riguarda la discriminazione sessuale, anch'esso un tema delicato, ma certo non altrettanto urgente, la Commissione lo deve affrontare perché è stato richiesto come condizione.
Non condivido che si pongano tali condizioni, mettendo a rischio, invece, l'integrità fisica e morale delle donne, pur di affrontare questo tema, ma ci è stato imposto: lo accettiamo proprio nel nome della tutela della donna e nel nome di un Parlamento responsabile.
Per tale motivo, Forza Italia voterà a favore dello stralcio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanotti. Ne ha facoltà.
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, il gruppo di Sinistra Democratica per il Socialismo europeo è favorevole allo stralcio del reato di stalking dal complesso del testo, anche con riferimento alla modifica della legge Mancino che considera reati di violenza quelli motivati dall'orientamento sessuale.
Ciò detto in modo convinto e senza remore, vorrei, tuttavia, non tacere le nostre preoccupazioni. Alla più importante di esse ha cercato di rispondere, volendoci tranquillizzare, l'onorevole Pecorella: considereremmo sbagliato che il resto del testo della legge finisse su un binario morto. Sottolineo con preoccupazione questo rischio a nome del mio gruppo, perché penso (vorrei che a tale proposito il Ministro Pollastrini, se può, ci tranquillizzasse) che, se si rispondesse all'allarme sociale provocato dall'aumento delle violenze e degli stupri solo con la configurazione di nuove fattispecie di reato o con l'aumento delle pene, sceglieremmo una soluzione riduttiva e parziale. Il Ministro Pollastrini è assente, ma so che è d'accordo con questa valutazione.
Lo dico perché, a 10 anni dall'approvazione della legge contro la violenza sessuale, frutto di 17 anni (lo sappiamo bene) di discussioni e anche di differenziazioni fra le donne di questo Paese, mi chiedo se il deficit da colmare, il punto urgente da cui partire, il segnale prevalente da dare sia la produzione di nuove norme penali. Penso, al contrario, che contro la violenza e il dramma dell'aumento dei «femminicidi» in questo Paese vi sia bisogno di un progetto organico di intervento, che contenga sia norme che riguardano la formazione all'eguaglianza dei generi fin dalla scuola primaria (la legge spagnola in questo senso ci insegna molto), sia la costruzione di una grande e vasta rete di servizi. Tutti i soggetti pubblici, dall'ordine pubblico al Servizio sanitario, dovrebbero coordinarsi e concentrare forze e investimenti per rispondere a questa piaga così drammatica.
Penso, inoltre, che affidare alla esemplarità della pena soltanto una asimmetria dei rapporti fra uomo e donna non sia sufficiente: lo sottolineo, Ministro Pollastrini, perché so che facciamo bene aPag. 35stralciare ed a dare un segnale in termini di intervento sulle persecuzioni, le molestie e l'omofobia. È utile, lo ripeto, perché è un segnale necessario di civiltà per il nostro Paese; tuttavia, vorrei ribadire che non potremmo accettare e consideriamo irricevibile - lo diciamo già in quest'aula - l'idea che il resto della legge, che ha tutta l'organicità a cui facevo riferimento, purtroppo rapidamente in ragione del poco tempo disponibile, finisca magari in Commissione su un binario morto. Sarebbero le donne di questo paese le prime a risentirsi fortemente a fronte di una risposta totalmente inadeguata del Parlamento rispetto all'aggiornamento di una legge assolutamente necessario (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Assiste ai nostri lavori una delegazione dell'Assemblea Nazionale del Popolo cinese, guidata dal Presidente Chen Guangyi e dal Vicepresidente Yang Guoliang, che si trovano a Roma per partecipare alla seconda riunione della Commissione di cooperazione parlamentare italo-cinese. La Presidenza e l'Aula li salutano (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grillini. Ne ha facoltà.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 17,40)
FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, approfitto della presenza della delegazione dell'Assemblea del popolo cinese per rivolgere un appello ai deputati di quel Paese affinché anche in Cina siano garantiti i diritti umani, compresi i diritti delle persone omosessuali (Applausi).
Vorrei adoperare il poco tempo che ho a disposizione per smentire - nel modo più pacato possibile - quel che è stato detto dall'onorevole Lussana, e cioè che vi sia stato un ricatto. Semplicemente, in Commissione vi è stata una diversa valutazione sul termine emergenza e su quel che è da considerare tale. L'opinione mia e di vari gruppi politici componenti la Commissione è nel senso che esiste un'emergenza riguardante le molestie insistenti e che, dunque, è bene che il testo relativo sia discusso e possibilmente approvato nel suo complesso nel più breve tempo possibile: al contempo, si è anche ritenuto che, se vi è un'emergenza, questa riguarda anche i reati di violenza motivati dall'orientamento sessuale.
Dunque, onorevole Lussana, discutiamo se siamo d'accordo sul merito, ma evitiamo di parlare di ricatti. Soprattutto, evitiamo di parlare di reati d'opinione, anche perché gli amici della Lega sanno benissimo che i reati d'opinione sono stati praticamente abrogati, su loro iniziativa e, se in Italia non esistono più reati d'opinione, non si può certamente riproporli con questa iniziativa.
Esistono, invece, reati di violenza fisica che vengono perpetrati ogni giorno. Ricordo il dato più eclatante: centocinquanta morti a Roma nel giro di 15 anni. Ma ricordo anche un dato drammatico: il suicidio del ragazzo sedicenne di Torino. Onorevole Lussana, è giusto che un ragazzo di 16 anni debba buttarsi dalla finestra perché gli viene detto che è gay? Non è giusto morire in questo modo a 16 anni.
Giudico, dunque, molto positivo che il Parlamento affronti contemporaneamente i testi relativi a tali reati poiché sulla loro gravità non può esservi una graduatoria: i reati e le violenze sono tutti egualmente gravi. Esaminiamo allora rapidamente questo testo: in Commissione, sarà poi possibile discuterne e migliorarlo per precisarlo maggiormente.
Devo dire in conclusione che, da questo punto di vista, sono molto contento per il senso di responsabilità che hanno mostrato in questa vicenda i gruppi dell'opposizione, e vorrei pertanto di ciò ringraziarli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Simone. Ne ha facoltà.
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, lo stralcio dei reati di stalking e di omofobiaPag. 36dal pacchetto in materia di violenza sessuale è un risultato importante ottenuto grazie al lavoro dei movimenti e della battaglia parlamentare di cui Rifondazione Comunista in primis, in queste settimane, si è fatta promotrice in Commissione giustizia. D'altra parte, la necessità e l'urgenza di procedere con questi due stralci, al fine di accelerare l'iter di approvazione del provvedimento, è stata sin dall'inizio la nostra posizione, che abbiamo formulato al presidente Pisicchio e alla Commissione. I contrasti e le resistenze iniziali sono stati superati con il voto unanime della Commissione e sarebbe importante che anche oggi si manifestasse in Assemblea un tale consenso.
Lo stalking, cioè la molestia ripetuta ed insistente, è a tutti gli effetti violenza contro le donne e come tale va affrontata anche dal nostro codice. In proposito, mi affido alla sapienza e all'esperienza delle donne dei centri antiviolenza, che svolgono un lavoro straordinario che va maggiormente riconosciuto e sostenuto: costoro, da Palermo a Milano, chiedono che venga introdotto questo nuovo istituto perché si disponga di maggiori tutele per le donne maltrattate.
Le questioni di merito saranno affrontate in seguito in Commissione. Oggi, ci auguriamo semplicemente che essa possa procedere per giungere in tempi rapidi all'approvazione di questi due testi: quello sullo stalking e quello sull'estensione della legge Mancino ai reati motivati dall'odio omofobico, che rende per noi particolarmente importante ed impegnativo questo nostro pronunciamento. Ciò ci permette infatti di dare una importante risposta anzitutto simbolica, una risposta di condanna sociale, pubblica e giuridica contro uno dei peggiori atti di violenza che si possono esercitare verso donne e uomini, quello motivato dal diverso orientamento sessuale.
L'omofobia - ovvero l'odio, l'offesa, la discriminazione e la violenza nei confronti di gay, lesbiche e transessuali - è basata sul pregiudizio ed è analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo.
Una società davvero civile non può tollerare che ciò avvenga senza una forte censura. Si tratta di determinare tutti quegli antidoti culturali e sociali in grado di spezzare il filo nero che produce violenza, lì dove c'è sessuofobia, oppressione, dominio di un genere sull'altro. È una questione sociale: non si può più oggi sostenere che la secolare battaglia giocata sul corpo della donna sia una questione solo di diritti individuali.
La critica femminista ci ha insegnato che proprio sul corpo della donna si è sempre giocato, ed ancora oggi si gioca, l'intero assetto sociale: ieri, come oggi, l'impero - qualunque esso sia - lo si domina dominando il corpo delle donne e tutte le forme di sessualità libera e responsabile che rompono con il dominio e trasgrediscono la norma precostituita.
La libertà sessuale e l'autodeterminazione sono un vero film dell'orrore per il dominio maschile che si manifesta in varie e morbose forme, anche con la violenza più profonda. Ed è per questo che, mentre cresce la visibilità sociale della vita degli omosessuali, aumentano i casi di violenza, se non si interviene nel corpo della società, a partire dalla scuola, con un'azione di prevenzione culturale.
Ciò che vogliamo ottenere con l'estensione della legge Mancino ai reati commessi per omofobia è rompere le mille solitudini, le mortificazioni, farci carico collettivamente delle ferite fisiche e psicologiche che troppi omosessuali e transessuali hanno subito.
Voglio dire all'Assemblea che, quando un ragazzino di dodici anni ha paura di andare a scuola perché i compagni lo deridono, o quando una ragazza viene stuprata perché lesbica, vi è il dovere morale di reagire.
Scriveva Pier Paolo Pasolini che il nostro sarà un Paese normale quando due ragazzi o due ragazze potranno tenersi liberamente per mano: noi vogliamo questo Paese normale, perché non possiamo più accettare che vi siano ragazze e ragazzi che debbano soffrire, e persino morire, a causa dell'omofobia.Pag. 37
Il 27 settembre scorso, il Senato statunitense - che ha una maggioranza conservatrice - malgrado il dissenso del presidente Bush ha approvato una legge che si chiama Matthew Shepard, dal nome di uno studente torturato ed ucciso nel 1998 a causa della sua omosessualità. Quello studente è diventato un simbolo per tutti gli omosessuali del mondo, anche in Italia dove da una dozzina di anni la nostra comunità lotta senza sosta per la condanna dei crimini motivati dall'odio.
Ci auguriamo che oggi, con questo voto, si avvii un percorso che porti a tale risultato storico, non solo per la vita e la cittadinanza delle persone omosessuali e transessuali, ma per tutti noi, per il nostro vivere civile, per costruire quel Paese normale (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, grazie al lavoro della Commissione giustizia oggi siamo arrivati ad un punto fermo ed importante: l'accordo di tutti - maggioranza ed opposizione - sulla priorità relativa a due tematiche molto importanti, esigenza che la collettività ci richiede.
Mi riferisco, in primo luogo, allo stalking (in italiano, molestie insistenti e ripetute), perché dobbiamo dare immediatamente una risposta a tutte le donne che chiedono aiuto, ed aiuto non hanno, dal momento che non vi è una fattispecie che le tuteli. Sappiamo tutte quante vicende vivono negli ultimi tempi le donne italiane e spesso l'epilogo di tali vicende, solo perché sporgendo denuncia ad un qualsiasi commissariato esse non ricevono risposta perché non è prevista la fattispecie delle molestie insistenti. Per tale motivo, ritengo che questo sia un grande passo avanti.
Il secondo passo avanti molto importante, che metterei sullo stesso piano, concerne l'omofobia. Per la prima volta, la nostra Commissione, senza differenza tra maggioranza ed opposizione (e credo che questo sia un momento importante), ha valutato la possibilità di chiedere lo stralcio di due fattispecie che non hanno riconoscimento nel nostro ordinamento penale: le molestie insistenti e l'omofobia.
Credo che oggi sia una giornata importante e che il consenso ottenuto in Commissione giustizia debba essere ripetuto in Assemblea. Aggiungo che ciò non toglie - siamo tutti d'accordo e noi membri della Commissione giustizia ne assumiamo la responsabilità - che il testo egregiamente predisposto dal Ministro Pollastrini sia portato avanti con estrema urgenza e attenzione, perché esso è molto importante.
Tuttavia, credo che chiedere oggi lo stralcio dello stalking e dell'omofobia dia un segnale alla popolazione che finalmente ottiene una risposta su questi reati così gravi e preoccupanti (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nel rispetto della persona e delle scelte che ogni soggetto compie, anche in campo sessuale, contrariamente ai colleghi che hanno parlato, non auspico una società in cui un bambino abbia una madre e un padre di uno stesso sesso. Si tratta di un modello di società che La Destra combatte e mi meraviglio non poco, lo ribadisco, che non si capisca cosa significa lo stralcio.
Noi vogliamo una legge severa contro ogni violenza e intolleranza, ma tale provvedimento deve essere approvato dall'Assemblea, perché ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Poiché con tale legge entriamo in situazioni delicatissime relative ai rapporti tra le persone e al modello di società, essa non può essere adottata nel «chiuso» di una Commissione parlamentare.
Per tali motivi, a nome della Destra, sono contrario ad ogni tipo di stralcio. Auspico di arrivare a creare una corsia privilegiata per affrontare la discussione e la votazione di tali norme, ma approvandoPag. 38il provvedimento in Assemblea, cari colleghi, perché occorre prestare attenzione in quanto si rischia che le violenze restino impunite e che la cosiddetta legge Mancino colpisca chi non compie atti di violenza.
In conclusione, voto contro lo stralcio e chi si esprime a favore di esso, evidentemente nel chiuso di una Commissione vuole raggiungere obiettivi che sa, a priori, che in Assemblea non verrebbero raggiunti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, anche noi socialisti e radicali della Rosa nel Pugno siamo favorevoli alla scelta della Commissione di circoscrivere l'ambito della problematica, per affrontare in maniera più tempestiva ed efficace la predisposizione di una normativa che colmi un vuoto di cui tutti siamo coscienti.
La questione è particolarmente delicata. È necessario un equilibrio nella norma, ma di tale argomento parleremo in sede di merito. Credo che vada anche evidenziato il fatto che vi sono situazioni che derivano da scelte compiute nel passato e da mancate scelte che sono oggi all'ordine del giorno, perché spesso vi sono circostanze che cagionano anche comportamenti gravi.
È di oggi la notizia che, presso il tribunale di Reggio Emilia, è avvenuto un fatto di particolare gravità: la morte di tre persone con ferimento di altre due, tra cui un poliziotto, perché si discuteva di una vicenda di divorzio e la via crucis prevista nel nostro ordinamento, a proposito della separazione legale o del divorzio, rappresenta molto spesso il luogo in cui violenze persistenti e gravi si manifestano. Oltre ai rapporti esterni alle coppie consolidate, che sono sicuramente la questione di maggiore preoccupazione nella normativa in esame, esistono situazioni particolarmente gravi che emergono nelle coppie consolidate, in cui vi sono vincoli giuridici, che si vogliano scindere perché non vi è più la possibilità di convivere.
Quindi richiamo l'attenzione dell'Assemblea, ed in particolare della maggioranza, affinché si affronti con una certa rapidità la questione dell'accelerazione dei tempi della separazione e del divorzio, perché non basta soltanto difendere la famiglia in termini di intoccabilità dell'istituto, ma bisogna difendere anche gli esseri umani dalle violenze che da una simile intoccabilità possono derivare.
Tornando alla questione specifica, confermiamo la disponibilità ad affrontare rapidamente la problematica in esame. Sicuramente, nelle attività e nelle molestie persistenti e particolarmente invasive della dignità della persona, si allocano non soltanto reati che hanno bisogno di una nuova dimensione normativa, ma da queste possono derivare reati ancor più gravi fino all'omicidio, come spesso accade (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anche il gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI voterà a favore dello stralcio, ma «tappandosi il naso». Non si sarebbe dovuti arrivare a chiedere al Parlamento lo stralcio, ma bisognava avere il coraggio di portare avanti le proposte nel loro complesso.
È lungi da noi far sì che vi siano vittime di stalking e che le donne non vengano tutelate, ma certamente le motivazioni che alcuni hanno condotto in Assemblea, come i colleghi Lussana, Capotosti e Buemi, ci devono far riflettere che la materia è molto più complessa e tocca anche la modifica della legge Mancino che per noi socialisti è una legge da cancellare, assolutamente superata e che deve essere rivista nel suo complesso.
Non vorremmo cadere, invece di fare prevenzione e realizzare un salto culturale su ciò che hanno subito le donne, nell'eccesso opposto e cioè che ad essere vittima, questa volta, finisca per essere chi rivolge un semplice complimento, considerato come una violenza.
Per questo, in sede di diritto daremo il nostro contributo e cercheremo di modificarePag. 39cum grano salis il provvedimento con il giusto equilibrio, realizzando veramente un salto culturale di prevenzione e di emergenza, ma in modo che non si approvi una mera legge sanzionatoria e obsoleta, cadendo quindi nell'eccesso opposto.
È ovvio che alcune considerazioni svolte dai colleghi non sono assolutamente condivisibili. Qualcuno ha citato Pasolini, ma credo che egli stesso abbia, diciamo così, toccato con mano e con la vita l'aver preso per mano una persona dello stesso sesso. Pertanto, bisogna riflettere molto di più e meglio sulla discriminazione sessuale e sul contenuto dei provvedimenti in esame, che è profondo e che ci deve vedere coinvolti nel senso di realizzare la vera prevenzione e non un eccesso di giustizialismo sommario che non porta da nessuna parte.
Pertanto termino il mio intervento affermando che daremo il nostro voto favorevole allo stralcio, ma niente di più. Sul contenuto della legge vogliamo dire la nostra, affinché sia giusta, equa, equilibrata e non si ecceda nel campo opposto perché, altrimenti, non faremmo sicuramente un atto di diritto e di giustizia, ma commetteremmo l'ennesimo errore di una legge scritta sull'onda di questioni emozionali che, in questo momento, sarebbero dannose al Paese.
Lo ripeto: la legge Mancino deve essere veramente modificata perché è una brutta legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.
MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, questa mattina sono state uccise tre persone in un'aula di tribunale a Reggio Emilia: un uomo ha ammazzato la moglie e il cognato mentre si stava trattando la causa di separazione tra i due coniugi.
Da circa dieci mesi, la moglie era seguita, nella sua triste causa di separazione tra violenze e minacce, dal centro antiviolenza di Reggio Emilia, ma ciò non è stato sufficiente per impedire l'omicidio. È l'ultima delle tante morti annunciate, a cui ormai assistiamo quasi costantemente e - oserei direi - quotidianamente.
Ecco perché oggi, in quest'aula, ci troviamo ad affrontare la necessità di uno stralcio, proprio per accelerare la copertura di un vuoto normativo non più tollerabile. C'è stata un'ampia convergenza da parte di tutti i gruppi del centrodestra e del centrosinistra sulla necessità di porre un rimedio e prevedere come fattispecie di reato le molestie persistenti. Ormai, tali molestie danno vita quasi sempre ad atti più gravi e abbiamo l'obbligo di porre urgentemente fine a tale situazione.
Il disegno di legge presentato dal Governo è articolato e complesso. Esso prevede l'integrazione di tre livelli di intervento: misure di sensibilizzazione e di prevenzione contro la violenza in famiglia, di genere e contro le discriminazioni; il riconoscimento dei diritti alle vittime di violenza; la tutela penale di tali vittime e l'ampliamento della tutela processuale, sia penale che civile. Si tratta, quindi, di un ottimo disegno di legge, finalmente compiuto e completo.
Ciò non significa che tale disegno di legge non approderà in Parlamento, anzi la Commissione giustizia si è impegnata ad accelerare i tempi del suo esame. Tuttavia, il disegno di legge è complesso e ha bisogno di approfondimenti: da dicembre è in discussione presso la Commissione giustizia. Oggi abbiamo un'urgenza, una responsabilità cui non ci possiamo sottrarre. Vi è l'unanimità di tutti i gruppi e spero che il gruppo della Lega Nord, di fronte al dibattito che si è svolto oggi in Assemblea, possa ripensarci e ritornare sulle sue decisioni.
Speriamo che in sede legislativa sia possibile approvare rapidamente queste due fattispecie - lo stalking e l'omofobia - in modo da poter fornire una risposta a chi, per i diversi orientamenti sessuali o perché vittima di una cultura ancora oggi maschilista e sopraffattrice, paga costantemente e quotidianamente colpe non proprie.
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.
Pag. 40PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, intervengo molto brevemente, perché credo che tutti gli interventi abbiano fatto riferimento a questioni fondamentali, riferite al merito di ciò che ci apprestiamo a discutere in Commissione.
Ma, per un momento ancora, vorrei che le colleghe e i colleghi avessero ben presente il gesto che stiamo per compiere. Noi non stiamo discutendo nel merito, ma stiamo decidendo di operare uno stralcio. Stiamo valutando, nell'ambito del disegno di legge articolato e complesso presentato dal Governo - un buon provvedimento, Ministro Pollastrini, che a me personalmente piace - se esistano degli aspetti che impongono una particolarissima urgenza di delibazione e di decisione in ragione dei pericoli concreti che sono presenti nel Paese.
Questa è la ragione per cui ci stiamo muovendo insieme a tutti i gruppi in Commissione. Mi dispiace soltanto che l'onorevole Lussana abbia manifestato un elemento di dissonanza rispetto alla scelta compiuta dalla Commissione, lei che pure è protagonista su questi temi, avendo presentato una proposta di legge che, insieme ad altre diciassette presentate da altri colleghi, convergono su tematiche che hanno a che fare con la violenza sessuale.
Pertanto, stiamo decidendo di velocizzare un percorso in ragione di un allarme sociale molto forte. Qual è l'allarme sociale? Esso veniva ricordato sia dalla collega Samperi, sia in precedenza dall'onorevole Pecorella. Mi sia consentito: desidero ringraziare i colleghi dell'opposizione, perché hanno mantenuto in questa vicenda in Commissione un atteggiamento assolutamente corretto, aperto e disponibile, non viziato da pregiudizialità ideologiche. Stiamo parlando della necessità dell'approvazione di norme in materia di stalking, ossia la molestia insistente che si traduce in atteggiamento persecutorio.
Voglio ricordare che almeno il 10 per cento degli omicidi volontari ha un prologo che si chiama stalking e che almeno il 50 per cento delle donne che hanno subito una violenza fisica e sessuale ha un precedente di stalking: di questo stiamo parlando. Tale comportamento, però, non è oggi configurato come reato. Esistono altri modi di approcciare questo tipo di problema, questo dramma, ma non c'è una specifica norma. Dunque, diventa fondamentale, sotto questo profilo, esercitare tutta la nostra azione affinché si giunga ad una decisione.
Un'altra questione rispetto al quale esiste un vuoto normativo è quella relativa all'omofobia.
Questi sono i motivi che hanno sostenuto la scelta che, in una dimensione corale, ha compiuto la Commissione giustizia, vale a dire di velocizzare tali percorsi. Ciò non significa che gli altri aspetti contenuti nel disegno di legge governativo, ma anche nelle proposte di legge di iniziativa parlamentare - relativi alla violenza sessuale propriamente detta, alla prevenzione di questo drammatico fenomeno, alla violenza che si verifica in alcuni ambiti specifici e anche ad alcune tipologie di reato che possono essere perpetrate nei confronti degli anziani (il provvedimento, come ricordavo, è complesso) - non debbano seguire un loro percorso con un impegno preciso nella Commissione giustizia. Questa è la volontà di tutti i commissari, che voglio ringraziare. Spero che questa volontà sia confermata anche dall'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi.....
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente! Chiedo la registrazione dei nomi!
PRESIDENTE. ... la richiesta di stralcio relativa ai progetti di legge nn. 2169, 1249, 2101 e 2066.
(È approvata).
La Camera approva per 388 voti di differenza.
Pag. 41Onorevole La Russa, ai sensi del Regolamento, non era possibile su questo tema chiedere la registrazione dei nomi, perché si tratta di una votazione di natura procedurale.
L'assegnazione dei progetti di legge, risultanti dallo stralcio dei suddetti articoli a cui è stato attribuito un nuovo titolo, sarà comunicata nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.