Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,46).
(Progetto di costruzione di un sacrario in onore dei bambini mai nati nel comune di San Martino Valle Caudina (Avellino) - n. 2-00745)
PRESIDENTE. L'onorevole Aurisicchio ha facoltà di illustrare l'interpellanza Pettinari n. 2-00745, concernente il progetto di costruzione di un sacrario in onore dei bambini mai nati nel comune di San Martino Valle Caudina (Avellino) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5), di cui è cofirmatario.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, da diverso tempo, nel nostro Paese, è in atto un'intensa campagna contro la legge n. 194 del 1978 - che disciplina l'aborto - al fine di chiederne la modifica: si vuole limitare fortemente il diritto delle donne a decidere in autonomia e in piena responsabilità. A capo di tale campagna si è posta la gerarchia ecclesiastica e, in particolare, il cardinale Ruini, almeno fino a quando lo stesso è rimasto alla guida della Conferenza episcopale italiana. Proprio nelle scorse settimane, il cardinale Ruini ha rivolto ai cattolici presenti nelle istituzioni un nuovo appello ad essere coerenti e ad agire per affermare il diritto alla vita.
Nel clima che si è generato nel Paese a seguito di questa campagna, deve essere valutato ciò che è accaduto nel comune di San Martino Valle Caudina in provincia di Avellino, dove la giunta comunale, il 23 agosto 2007, ha deliberato l'assegnazione alla locale parrocchia di uno spazio nel cimitero comunale «per erigere un sacrario in onore di tutti bambini mai nati, per cause naturali o violente». La costruzione di un sacrario in onore di bambini mai nati per cause violente equivale a sostenere che si vogliono celebrare le cosiddette vittime dell'aborto, che sarebbero, appunto, i feti concepiti ma non nati a causa di ogni caso di aborto. Tutto ciò senza nemmeno distinguere rispetto alle cause che hanno potuto determinare l'interruzione volontaria della gravidanza. In tal senso, dunque, la richiesta di erigere il sacrario altro non è che un atto di prevaricazione e di intimidazione nell'ambito della richiamata propaganda. Che una parte del mondo cattolico e la parrocchia di San Martino Valle Caudina ritengano necessario assumere iniziative per testimoniare il proprio pensiero e il proprio impegno nel quadro dei dettami provenienti dalla gerarchia, è questione che non assume una rilevanza pubblica e, quindi, non merita alcuna attenzione istituzionale. Assume, invece, una rilevanza pubblica l'atto della giunta comunale, che concede il suolo per l'erezione del sacrario in onore dei bambini mai nati per cause naturali o violente e rilascia l'autorizzazione per la sua costruzione.
Ciò è dovuto a diversi motivi. Innanzitutto, il cimitero è uno spazio pubblico votato alla celebrazione dei morti (persone nate, vissute e decedute) e, in quanto tale, non può esser luogo per simboli di propaganda. In secondo luogo, all'interno di uno spazio pubblico, si concede di realizzare un monumento che va contro le donne, offende la loro dignità e richiama in continuazione la loro sofferenza, per avere le stesse attraversato la drammatica vicenda dell'aborto. In terzo luogo, l'azione di un organismo civico deve sempre agire in accordo con la Costituzione repubblicana, che, agli articoli 2 e 32, tutela il diritto alla salute della donna e con le leggi della Repubblica, compresa la legge n. 194 del 1978. Per tale motivo, ci pare necessario evitare la diffusione di analoghi comportamenti tenuti da parte delle amministrazioniPag. 46civiche, che sono completamente titolari della competenza in materia.
Il senso della presente interpellanza urgente è, perciò, di rivolgere al Governo la richiesta di considerare l'opportunità di regolare tale materia con l'emanazione di alcune indicazioni di principio, finalizzate a fare modo che si determinino comportamenti assolutamente omogenei su tutto il territorio nazionale, evitando il verificarsi di spiacevoli episodi, come quelli, già richiamati, di San Martino Valle Caudina.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, tutta la materia di cui si tratta è disciplinata dal testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e dal regolamento di polizia mortuaria, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285. Inoltre, i cimiteri sono assoggettati al regime dei beni demaniali e possono formare oggetto di diritti a favore di terzi, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano. Il comune può disporre delle aree cimiteriali solo nel rispetto delle norme contenute negli articoli da 90 a 95 del regolamento di polizia mortuaria. Il citato regolamento sembra solo contemplare le concessioni per la costruzione delle sepolture, mentre nulla dice per quanto riguarda l'erezione di sacrari.
Nel caso in cui tale costruzione dovesse servire alla tumulazione dei nati morti, ricorrerebbe la fattispecie di cui all'articolo 7, commi 2 e 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990, riferita alla sepoltura dei prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle venti alle ventotto settimane complete e dei feti che abbiano, presumibilmente, compiuto ventotto settimane di età intrauterina, ovvero dei prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle venti settimane. In particolare, si precisa che allo stato, la domanda prodotta dal parroco e corredata dalle firme di centocinquantasei cittadini, volta ad ottenere l'autorizzazione alla costruzione del sacrario, sembra riferirsi a un «piccolo monumento» e non sarebbe destinata alla sepoltura.
Infatti, con una petizione, in data 16 luglio 2007, indirizzata al sindaco del comune di San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino, il sacerdote titolare della parrocchia Santi Giovanni Battista e Martino ha chiesto alla civica amministrazione di destinare uno spazio per la costruzione del monumento in onore di tutti i bambini non nati, per cause naturali o violente. La giunta municipale, con atto n. 147, in data 25 agosto 2007, ha deliberato nel senso richiesto, evidenziando all'interno del cimitero un'area da destinare alla realizzazione del monumento, i cui oneri finanziari saranno posti a carico dell'ente ecclesiastico.
Nel ribadire che la verifica di legittimità non rientra nelle competenze statali, si ritiene, tuttavia, che l'utilizzo degli spazi cimiteriali nel rispetto delle leggi vigenti possa essere rimesso alla libera determinazione dell'ente. Tale attività, in assenza di specifici divieti e non potendo essere sottoposta a valutazione di merito, deve quindi ritenersi consentita. Si fa presente, infine, che la pratica relativa alla concessione di uno spazio nel civico cimitero per erigere un sacrario in onore di tutti i bambini non nati, per cause naturali o violente, è, comunque, tuttora ferma, in attesa della presentazione del relativo progetto da parte del sacerdote, per cui la prevista inaugurazione annunciata dai quotidiani locali non avrà luogo.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti, cofirmataria dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, dobbiamo dichiarare la nostra insoddisfazione rispetto alla risposta fornita dal Governo, rappresentato in questa sede dal sottosegretario Naccarato. Siamo insoddisfatti,Pag. 47signor sottosegretario, perché il tema è delicato. Lei ha fatto riferimento al regolamento di polizia mortuaria, che naturalmente conoscevamo. Conosciamo bene le competenze dello Stato e dei comuni, ma non avevamo bisogno di una risposta burocratica alla nostra interpellanza; tale, infatti, consideriamo la risposta del sottosegretario e la riteniamo, pertanto, insoddisfacente. Crediamo che il tema meritasse maggiore attenzione da parte del Governo. Si tratta di un luogo pubblico, quale il cimitero, di uno spazio di raccoglimento e di memoria che appartiene a tutti, indipendentemente dalle convinzioni religiose, dai principi etici e dai valori morali, cui tutti gli uomini e le donne di San Martino fanno riferimento.
Anche sul piano dei simboli - perché tale è il predetto sacrario in onore di tutti i bambini mai nati, per cause naturali o per cause violente - il cimitero, comunque, dovrebbe essere uno spazio e un luogo in cui tutti dovrebbero potersi riconoscere. La scelta che è stata compiuta dal comune di San Martino Valle Caudina la consideriamo singolare anche dal punto procedurale (anche se è evidente che ogni comune può decidere): se si decide con una delibera di giunta, su un tema così delicato, non vi è alcuna intenzione di coinvolgere la popolazione locale, gli uomini e le donne e non si pensa neppure necessario costruire consenso attorno alla proposta ricordata, al di là delle firme dei centocinquantasei giovani che, attraverso il parroco, hanno inoltrato richiesta al comune; non si pensa e non si ritiene che proprio su un tema siffatto, che rischia di dividere - nel comune di San Martino Valle Caudina vi sono dissensi molto forti all'idea della costruzione del sacrario - l'amministrazione civica debba spendersi in una pratica di coinvolgimento e di partecipazione. Al contrario, si assume di imperio la decisione, con atto di giunta.
Intendevamo chiedere al Governo se ritenesse appunto legittimo che un luogo pubblico, anche sul piano simbolico, rischiasse di diventare luogo di parte o in cui una sola parte si riconosce, semplicemente perché è del tutto evidente che il predetto monumento, con il titolo ricordato, - lo affermava con molta chiarezza l'onorevole Aurisicchio - ha un obiettivo molto preciso: tale obiettivo - si parla di morti violente di bambini mai nati - è la legge n. 194 del 1978. Si tratta di una legge dello Stato, varata negli anni Settanta con una mediazione alta del Parlamento, che tutte le donne del nostro Paese apprezzano, perché ogni donna sa che abortire è una questione di dolore e di difficile scelta e nessuna donna, in Italia, pensa che l'aborto sia un diritto e che la legge n. 194 del 1978 riconosca un diritto; al contrario: tale legge ha consentito semplicemente di liberarsi dalla piaga dell'aborto clandestino - che ha debellato -, è riuscita persino a ridurre in modo significativo le interruzioni di gravidanza e, addirittura, ad agire sulla prevenzione, evitando appunto che, per diverse ragioni, le donne siano costrette a ricorrere all'aborto. Del resto, sono dati recentissimi ad affermare che in trenta anni di applicazione della legge n. 194 del 1978, il risultato è di straordinaria rilevanza.
Il comune di San Martino Valle Caudina, con il monumento di cui si è detto e con il relativo sacrario, ha deciso di far sì che ogni donna che frequenta i viottoli e i luoghi del cimitero comunale, si trovi di fronte ad un simbolo che, comunque, è sicuramente una rappresentazione di dolore e di sofferenza, per ogni donna che è stata magari costretta ad abortire.
Dal Governo ci aspettavamo maggiore sensibilità e maggiore attenzione. Conosciamo la normativa e sappiamo, lo ripeto, quali sono le competenze dei comuni e dello Stato. Sappiamo, tuttavia, che era possibile - mi auguro sia ancora possibile - agendo sulla normativa di polizia mortuaria in materia funeraria, che lo Stato e il Governo possono determinare, sul piano dei principi, riguardo appunto ai monumenti e ai sacrari - poiché giustamente, come affermava il sottosegretario, nessun regolamento dispone e contiene indicazioni al riguardo - dare un segnale di attenzione ai temi oggetto di questa interpellanza. Ciò in nome, lo ripeto, di un concetto molto semplice: di una laicitàPag. 48dello Stato che prevede che qualsiasi spazio pubblico offra le condizioni affinché tutti, indipendentemente dai propri orientamenti, possano riconoscersi, onde evitare che vi sia una convinzione o un'etica, una morale o un sistema di valori che prevalga sugli altri, ma affinché tutti possano esservi ricompresi.
Mi auguro che, nonostante la risposta non soddisfacente, il tema rimanga all'attenzione del Governo affinché si produca una normativa che possa diventare omogenea su tutto il territorio dello Stato per evitare che di volta in volta, caso per caso, magari attraverso l'unico strumento a disposizione del sindacato ispettivo, si debba rilevare la presenza di una questione di principio molto alta, che non è liquidabile. Ritengo davvero che almeno da questo punto di vista l'interpellanza sia servita a richiamare un tema di particolare significato e mi auguro che possa servire al comune di San Martino Valle Caudina per rivedere le modalità e i percorsi istituzionali con i quali si è addivenuti a tali decisioni.