Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,46).
(Compatibilità ambientale del progetto di realizzazione di un porto turistico in località Grotte (Messina) - n. 2-00692)
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00692, concernente la compatibilità ambientale del progetto di realizzazione di un porto turistico in località Grotte (Messina) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
Pag. 36GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, rinuncio ad illustrarla.
PRESIDENTE. Sta bene.
Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Giampaolo Vittorio D'Andrea, ha facoltà di rispondere.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, per conto del Ministero dell'ambiente rispondo all'interpellanza urgente relativa alle opere previste nel PRUSST di Messina, al porticciolo turistico e all'incompatibilità con le norme di tutela vigenti.
In riferimento all'interpellanza urgente n. 2-00692, presentata dagli onorevoli D'Alia e Volontè, avente ad oggetto la realizzazione di un porticciolo turistico in località Grotte, lungo la costa tra Messina e Ganzirri, si fa presente che, in data 27 settembre 1998, la società Tourist Ferry Boat e, successivamente la società Marina dello Stretto Spa, con sede in Messina, subentrata alla prima, ha presentato istanza di concessione di una zona demaniale marittima della superficie complessiva di 67.716 metri quadrati, costituita da arenile e spiaggia, e di 131 mila metri quadrati di specchio d'acque, situata in località Pace-Sant'Agata del comune di Messina, per la realizzazione di un porto turistico.
Il 14 settembre 1999, presso la capitaneria di porto, si è svolta una conferenza di servizi, nel corso della quale tutti gli enti intervenuti hanno espresso preliminare parere favorevole alla realizzazione dell'opera, subordinandola alla presentazione del progetto definitivo. In data 12 giugno 2002 la società Nettuno Spa, società mista avente come principale attore la provincia di Messina, presentava istanza di concessione in concorrenza con quella della società Marina dello Stretto. Successivamente, la Regione Sicilia, con nota n. 5488 del 27 gennaio 2003, autorizzava l'istruttoria dell'istanza presentata dalla società Nettuno, specificando, tra l'altro, che l'iter istruttorio per l'istanza della società Marina dello Stretto non poteva considerarsi concluso poiché mancante della valutazione di impatto ambientale.
Sempre nel 2002, la società Marina dello Stretto presentò un progetto di variante, con due bacini portuali denominati Porto sud e Porto nord anziché un unico bacino, finalizzato a salvaguardare la prateria di poseidonia che risulterebbe essere collocata sui fondali dello specchio acqueo interessato al progetto. L'istruttoria sul progetto di variante, avviata il 24 settembre 2002 con nota n. 5/28096, ha ottenuto il rilascio dei pareri favorevoli dagli enti interessati.
In data 15 novembre 2004, la società Nettuno rinunciava alla richiesta di concessione avanzata il 12 giugno 2002 ed in pari data la società Marina dello Stretto comunicava di aver sottoscritto un accordo con la predetta società per la cointestazione della rilascianda concessione.
L'intervento di cui trattasi rientra nel programma PRUSST «Messina per il 2000» approvato e finanziato dal Ministero dei lavori pubblici con decreto ministeriale n. 1169 dell'8 ottobre 1998 ed ammesso a finanziamento nel 2001; la documentazione inerente l'opera, depositata presso gli uffici comunali dal partner privato, è solo una bozza di progetto. Nel 2003 il consiglio comunale ha deliberato la predisposizione delle varianti al piano regolatore, sia correlate all'intervento in questione che ad altri quindici interventi. Alla fine del 2004 tali proposte hanno ottenuto in conferenza di servizi le approvazioni degli enti interessati. Le varianti, prima di essere trasmesse all'assessorato regionale territorio ed ambiente per l'approvazione, dovranno essere adottate dal consiglio comunale. Solo dopo detta eventuale approvazione da parte della regione, sarà richiesto alle ditte di presentare i progetti definitivi provvisti di tutte le approvazioni richieste dalla normativa vigente.
Appare opportuno evidenziare che l'intervento, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, deve essere preventivamente sottoposto aPag. 37VIA sul progetto definitivo. Giova fare presente che, in merito, non risulta pervenuta al Ministero dell'ambiente alcuna istanza di VIA; in particolare, i porti turistici, che non rientrano nell'ambito più ampio di un porto commerciale, non sono soggetti a procedura di VIA di livello nazionale, bensì rientrano tra le competenze delle regioni ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996.
Poiché l'opera di cui trattasi insiste in una zona a protezione speciale (ZPS), prima di concedere l'autorizzazione ai suddetti interventi, la direzione per la protezione della natura del Ministero dell'ambiente ha chiesto alle autorità competenti di procedere all'espletamento dello studio di valutazione di incidenza, secondo i contenuti di cui all'allegato G del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, al fine di identificare e quantificare i possibili effetti impattanti di tali opere nei confronti di habitat naturali, in particolare delle specie floro-faunistiche presenti nelle aree interessate.
La stessa direzione, inoltre, ha rappresentato che, ai sensi della normativa nazionale vigente in materia di tutela ambientale, in caso di incidenza negativa, possono essere realizzati solo interventi necessari per la tutela della salute pubblica, per la tutela ambientale o altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, dopo aver valutato attentamente la possibilità di adottare adeguate soluzioni alternative, comprese una diversa ubicazione del progetto o anche, se necessario, l'opzione zero.
La direzione assicura l'impegno ad esercitare ogni azione prevista riguardante il rispetto delle direttive europee 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, e 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, in materia di valutazione di incidenza.
Per quanto concerne il problema correlato all'erosione della costa, la capitaneria di porto ha evidenziato che tale aspetto è stato valutato dal Genio civile opere marittime. In merito si rammenta che tutte le competenze in materia di difesa del suolo, anche per quanto riguarda gli aspetti relativi alla prevenzione e riduzione del rischio idrogeologico, sono di competenza delle regioni; a tale proposito, si segnala che i piani per l'assetto idrogeologico (PAI) dei bacini idrografici siciliani sono in via di approvazione da parte della regione che ha, altresì, proceduto ad individuare le aree a rischio idrogeologico su tutto il territorio siciliano.
Da ultimo, si evidenzia che nello specchio d'acqua interessato dalla realizzazione del porto turistico, su richiesta della soprintendenza del mare, che ha accertato la presenza di beni di interesse archeologico, il comando della capitaneria di porto ha emanato l'ordinanza n. 59/07 del 12 luglio 2007 per la regolamentazione marina della zona, con particolare divieto di ogni attività finalizzata al danneggiamento dei beni di interesse archeologico e all'asportazione di essi.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia ha facoltà di replicare.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, mi dichiaro assolutamente insoddisfatto - lo dico nonostante il garbo e la cortesia consueta del sottosegretario D'Andrea - perché le notizie che, per il suo tramite, il Ministro Pecoraro Scanio ci ha fornito sono note, ovvie e scontate.
Il senso della nostra interpellanza è diverso: essa si riferisce a un intervento che interessa la parte più importante e più bella, dal punto di vista paesaggistico, della città di Messina e dello stretto di Messina. Tale zona è interessata da una mega-operazione speculativa che - come correttamente ha affermato il sottosegretario D'Andrea - riguarda 131 mila metri quadrati di specchio d'acqua e 67.716 metri quadrati di superficie terrestre, che corrispondono ad un intervento che, per la dimensione della città di Messina, riguarda un intero quartiere.
Non vi è alcun dubbio che su tali materie vi sia una preliminare competenza della regione, e quindi anche della capitaneriaPag. 38di porto di Messina, la cui istruttoria mi sembra, ad un primo esame e per le affermazioni fatte, assolutamente carente ed insufficiente; non voglio dire che punti a favorire il privato, ma certamente è sospetta, molto sospetta.
Inoltre, tutti gli atti citati sono precedenti al decreto assessoriale della regione siciliana del 2005 che ha istituito le ZPS, zone a protezione speciale, in attuazione di una normativa comunitaria su cui, almeno a parole, il Ministro Pecoraro Scanio appare particolarmente solerte. Tale disciplina comunitaria, recepita con ritardo dalla regione siciliana, esclude interventi di tali dimensioni nelle zone a protezione speciale. Questo è il punto: a prescindere da una valutazione tecnica (che comunque non potrà che condurre all'esclusione di un intervento di tali dimensioni) già la disciplina prevede che gli interventi che possono essere realizzati in tali zone siano funzionali solo ed esclusivamente alla tutela della salute pubblica.
Pertanto l'opzione zero, signor sottosegretario, non è l'eccezione, ma la regola, e ci saremmo aspettati dal Ministro Pecoraro Scanio una dichiarazione più ricca di contenuti rispetto a tali indicazioni, poiché è evidente che il mancato rispetto della tutela nelle zone a protezione speciale comporta la possibilità di una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea.
Inoltre, vorrei segnalarle - e le chiedo, abusando della sua cortesia, di riferirlo al Ministro Pecoraro Scanio - che il WWF Sicilia, non più tardi di una settimana fa, ha denunciato, credo anche alla magistratura, il sacco edilizio che si sta consumando nella città di Messina nelle zone a protezione speciale.
Il WWF non può essere tacciato di partigianeria, e ritengo sia necessaria maggiore attenzione su questi problemi. Infatti, l'ex sindaco di Messina - come lei sa, l'elezione è stata annullata, e quindi si tornerà presto a votare - nonché neoeletto segretario regionale del Partito Democratico - il suo partito - è anche socio, casualmente, della società privata che sta facendo questo intervento. Credo che il Ministro Pecoraro Scanio, che pure aveva un assessore, come rappresentante dei Verdi o presunti tali, in questa sorta di amministrazione, che fortunatamente è andata a casa, dovrebbe, anziché scomodare lei e la sua cortesia, farsi carico di fare l'ambientalista non a chiacchiere e non con i deboli, cioè con i piccoli operatori economici, ma con i forti, soprattutto quando i forti sono tali perché sono esponenti autorevoli di un partito, che è nato da poco.
Pertanto, credo che questa vicenda non possa finire qua, signor Presidente: credo che sia molto, molto più grave di quanto non si immagini e di quanto venga minimizzata da quattro «cartuccelle» che il Ministero dell'ambiente ha cercato di tirare fuori con grande fatica - nonostante questa interpellanza sia stata presentata da tempo - e ritengo che il volerla occultare sia immorale da parte del Ministro Pecoraro Scanio. Mi auguro che egli abbia il coraggio e l'onestà intellettuale di occuparsene personalmente, anche intervenendo sull'assessorato regionale al territorio e all'ambiente, affinché faccia rispettare la normativa comunitaria (infatti, non è che sarà solo la regione siciliana ad essere sottoposta a procedura di infrazione, ma anche il Governo e lo Stato italiano).
In ogni caso, questo intervento, che realizza una città nella città, stravolge totalmente, con un processo costante di erosione delle coste, il territorio della città di Messina, trasformandolo, magari, in una grande convention del Partito Democratico.