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Svolgimento di una interrogazione e di una interpellanza (ore 17,40).
(Codice predisposto dal Ministero delle comunicazioni per la tutela dei minori in relazione ai servizi Internet - n. 3-01139)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Acerbo n. 3-01139, concernente il codice predisposto dal Ministero delle comunicazioni per la tutela dei minori in relazione ai servizi Internet (Vedi l'allegato A - Interrogazione ed interpellanza sezione 1).
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali.
Signor Presidente, in merito a quanto rappresentato dall'onorevole interrogante si ritiene opportuno precisare che già dal 2002 è operativo il Codice di autoregolamentazione TV e minori, mentre nel 2004 è stato adottato il Codice di autoregolamentazione Internet e minori.
In considerazione dello sviluppo delle nuove tecnologie e della convergenza dei settori delle telecomunicazioni, della televisione e della rete Internet che hanno superato la loro tradizionale distinzione, nonché del conseguente ampliamento delle possibilità di circolazione dei contenuti (programmi televisivi, immagini, audiovideo, chat, giochi e simili) accessibili a Pag. 2ragazzi e adolescenti minorenni, è sorta la necessità di unificare in un unico codice di autoregolamentazione i differenti codici già esistenti (TV e minori, Internet e minori, Codice di condotta per l'offerta dei servizi a sovrapprezzo e la tutela dei minori).
Con il decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 72, infatti, il comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione TV e minori, di cui agli articoli 9 e 35 del testo unico della radiotelevisione (decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177) è stato ridenominato «comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori».
In considerazione, inoltre, di quanto previsto dall'articolo 34, comma 3, del citato testo unico della radiotelevisione, è prevista, in una fase successiva, l'adozione del Codice di autoregolamentazione media e minori con decreto del Ministro delle comunicazioni, previo parere della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui alla legge 23 dicembre 1997, n. 451.
Sulla base di tali disposizioni il nuovo schema di codice di autoregolamentazione amplia notevolmente le tipologie di operatori firmatari, che includono emittenti televisive, fornitori di contenuti, produttori di software per la comunicazione sulle reti telematiche, fornitori di servizi di comunicazione elettronica (tra cui gli Internet service provider), produttori ed editori di videogiochi, online ed offline.
In particolare, la parte del codice dedicata alla tutela dei minori prevede l'impegno degli Internet service provider che sottoscriveranno il codice stesso a rispettare specifici obblighi e ad implementare idonei strumenti per un accesso sicuro ad Internet da parte dei minori.
Il nuovo codice, in corso di approvazione, si basa sul principio che un sano, equilibrato e completo sviluppo mentale è un diritto del minore riconosciuto dall'ordinamento giuridico nazionale e internazionale, come sottolineato dall'articolo 31 della Costituzione italiana e dall'articolo 17 della Convenzione sui diritti del fanciullo.
Il documento, redatto in bozza, è attualmente all'esame degli operatori economici interessati e delle associazioni che operano a sostegno delle famiglie e a tutela dei minori e dei consumatori, che stanno facendo pervenire le proprie osservazioni.
Quanto alla natura giuridica del codice di autoregolamentazione ed alla necessità, evidenziata dall'interrogante, che esso sia predisposto nella totale autonomia dei soggetti interessati, si sottolinea che il Codice di autoregolamentazione media e minori rappresenta un impegno da parte dei firmatari a rispettare degli obblighi, ulteriori e complementari rispetto a quelli già previsti dalla normativa di settore, individuati liberamente dagli stessi, nell'interesse del minore.
La predisposizione dello schema di Codice di autoregolamentazione media e minori che, come già precisato, è in via di definizione, costituirà il risultato del lavoro dei rappresentanti delle diverse tipologie di operatori e delle associazioni degli utenti, mentre il ruolo svolto dal Ministero delle comunicazioni è stato esclusivamente quello di coordinamento e di indirizzo, in linea con le indicazioni comunitarie sulla materia.
L'Unione europea, infatti, riconoscendo nella protezione dei minori da contenuti nocivi per il loro sviluppo psichico o morale equilibrato un interesse pubblico fondamentale, ha richiesto l'impegno congiunto degli Stati membri e degli operatori dei diversi settori, affinché adottino azioni concrete che agevolino l'approccio dei minori alle nuove tecnologie e nel contempo prevengano eventuali rischi derivanti dal loro utilizzo.
In particolare, per quanto riguarda Internet e le tecnologie on line, la Commissione europea già nel 1999 ha lanciato il Safer Internet Action Plan i cui obiettivi principali riguardano la creazione di un ambiente Internet più sicuro, incoraggiando interventi di autoregolamentazione e la stesura di codici di condotta, lo sviluppo di sistemi di filtraggio e la sensibilizzazione dei genitori, degli insegnanti e dei bambini in merito alle potenzialità, Pag. 3anche negative, insite nella rete, nonché dei rischi collegati allo scambio di posta elettronica.
PRESIDENTE. Il deputato Acerbo ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, non posso dichiararmi soddisfatto per la risposta pur molto completa nella ricostruzione, perché il Governo pare non chiarire fino in fondo i limiti effettivi dell'intervento sulle imprese di telecomunicazioni. Soprattutto, non è stato chiarito il tema posto da questa mia interrogazione relativo alla questione se i codici di autoregolamentazione siano effettivamente tali o se siano redatti scavalcando il Parlamento, considerando che se il Governo vuole intervenire sulla materia può varare un decreto o predisporre un disegno di legge. Si dimentica che l'articolo 15 della Costituzione repubblicana stabilisce: «La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge». Troppo spesso, invece, l'adozione di codici di autoregolamentazione rispondono alla logica di sostituire procedure che assicurerebbero maggiore trasparenza e che soprattutto consentirebbero al Parlamento di dibattere e di intervenire sulla materia in tempi e modi adeguati.
Voglio sottolineare che il 20 giugno 2006 presentai un'interrogazione, che non ha avuto ancora risposta, al Ministro Rutelli sul cosiddetto «patto di Sanremo». Anche in quel caso il precedente Governo aveva compiuto un tentativo di imporre un'autoregolamentazione - autoregolamentazione sempre da intendersi tra virgolette - volta a reprimere il file sharing ovvero la condivisione dei contenuti sulla rete. Con affetto vorrei rivolgere, quindi, pochissime parole al Governo: auspico che questi codici siano davvero codici di autoregolamentazione e che il Ministero possa svolgere un ruolo di controllo di legalità a posteriori sul testo finale predisposto in piena autonomia dalle strutture rappresentative degli operatori e più in generale che il Governo abbandoni atteggiamenti che troppo spesso - lo dico con amarezza - hanno visto il Governo stesso entrare in conflitto con la moltitudine dei frequentatori di Internet.
Fortunatamente non siamo in Cina e la rete andrebbe vista come un grande spazio pubblico, un luogo di democrazia, di scambio e di creatività. Purtroppo, in questo campo, invece, abbiamo registrato molti episodi incresciosi come la sciagurata proposta liberticida di Levi sui blog, su cui si è fatta parzialmente marcia indietro o come il persistere - in uno strano Paese dove desta allarme sociale persino il ragazzino che scarica i film o la musica da Internet - della criminalizzazione del file sharing o come l'incredibile vicenda delle vicende Wi-Max su cui in rete è in atto una petizione polemica nei confronti del Ministro Gentiloni.
Tutto questo non fa onore a una politica che si riempie continuamente la bocca di parole come libertà e innovazione. Ripeto, tutto questo ovviamente non significa che non poniamo l'attenzione sulla tutela dei minori, tema oggetto del codice di autoregolamentazione di cui parlavamo, ma l'invito al Governo è quello di fare una riflessione affinché questi codici di autoregolamentazione e questi temi importanti non diventino strumenti per recintare uno spazio libero quale è oggi Internet.