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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative volte alla sospensione dell'applicazione del trattato di Schengen in relazione alla disciplina sul soggiorno di lungo periodo - n. 3-01402)
PRESIDENTE. Il deputato Alessandri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01402, concernente iniziative volte alla sospensione dell'applicazione del trattato di Schengen in relazione alla disciplina sul soggiorno di lungo periodo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario, per un minuto.
ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, Ministro Amato, credo che sia sotto gli occhi di tutti il fatto che il problema emerso con i fatti incresciosi degli ultimi giorni non costituisce un problema che esplode solo perché è accaduto un certo episodio a Roma: in Padania siamo subissati da questi eventi ormai da troppo tempo, e ciò deve farci riflettere!
Credo però che il compito di un Governo - e di un Ministro dell'interno in particolare - sia quello di fornire risposte certe.
Abbiamo appena letto cosa è uscito dall' «aria fritta» siglata a Palazzo Chigi tra il Primo Ministro rumeno e quello italiano: non ci aspettavamo niente di diverso, ma vi sottopongo una questione molto più concreta.
La gente fuori aspetta risposte concrete e non «aria fritta», nonché di sapere come si applicano le norme. Il trattato di Schengen prevede l'ingresso delle persone all'interno del nostro Paese e di quelli facenti parte della Comunità europea, o comunque dell'area Schengen (e ricordo che dal 21 dicembre ne entreranno a far parte altri nove), attraverso periodi di tre mesi o più lunghi, in base a determinate condizioni. Se però noi in qualche modo non certifichiamo l'ingresso delle persone che entrano (e basterebbe un semplice visto!), credo che in ciò vi sia davvero molta ipocrisia ed anche un paradosso. Altrimenti si fanno le leggi ma poi non vi sono i modi per poterle rispettare!
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, non vi è dubbio che il collega ha sollevato un problema che esiste e di cui sono l'ultimo a negare l'esistenza. Il problema, piuttosto, consiste nelle soluzioni alle quali possiamo pervenire nel contesto delle regole comuni che ci governano.
Tutti coloro che sono presenti in quest'aula sanno meglio di me che il trattato di Schengen - che costituisce ormai acquis comunitario - prevede certe regole, ma anche che si possano sospendere, stabilendo controlli efficaci, esclusivamente per periodi temporanei e per particolari esigenze di ordine o di sicurezza pubblica, cosa che ogni tanto accade e, quando possibile, può essere programmata, ma si ha anche il potere di farlo ex abrupto quando ciò è inevitabile (sebbene ciò porti a periodi di trenta giorni).
Personalmente, connetto il tema che lei solleva al fatto che oggi disponiamo di una norma presente nella direttiva n. 38 del 2004 sui movimenti dei cittadini comunitari, secondo la quale chi proviene anche da un altro Paese comunitario e che soggiorna sul nostro territorio da più di tre mesi deve essere in condizioni di dimostrare che possiede mezzi sufficienti, altrimenti viene allontanato. Abbiamo il problema di questa data certa che il trattato di Schengen aumenta, eliminando qualunque forma di controllo sulla data di ingresso.Pag. 46
Ci troviamo dinnanzi ad un ordinamento comunitario che, da un lato, con il trattato di Schengen abolisce ogni forma di controllo sull'ingresso e, dall'altro, prevede che si possa espellere qualcuno nel caso in cui si sappia che è sul territorio nazionale da più di tre mesi. In tale contesto, le confesso che mi sto domandando - sto facendo istruire la questione dai miei uffici - se non sia possibile prevedere che, in assenza di una data certa di ingresso definita a carico di chi entra, si possa presumere che il soggetto sia nel Paese da più di tre mesi e, in tal caso, in assenza di mezzi leciti di sussistenza, lo si possa allontanare. Forse, possiamo adottare tale soluzione, che è compatibile con l'ordinamento comunitario. Ciò mi sembra fattibile, mi sto già adoprando in tal senso.
PRESIDENTE. Il deputato Alessandri ha facoltà di replicare per due minuti.
ANGELO ALESSANDRI. Signor Ministro, credo che la sua risposta sia abbastanza disarmante. Infatti, se qualcuno sta ascoltando - mi rendo che non la sta ascoltando tutto il Paese, ma sarebbe stato utile - lei ha ammesso che come Ministro, ma in particolare questo Governo, non è in grado di poter gestire il fenomeno.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. No, è Schengen, non è questo Governo!
ANGELO ALESSANDRI. State studiando, lei pensa di poterci riuscire, di poter presumere, dando mandato agli uffici, che forse si troverà una soluzione. Tuttavia, le persone continuano ad entrare e lei ha ammesso pochi giorni fa che è in corso un'invasione. Credo che quello che è scoppiato sia molto grave.
Noi della Lega Nord lo abbiamo sempre detto; cominciamo anche con le amministrazioni, signor Ministro! Facciamo una bella moratoria per i campi nomadi che escono dalle regole e che non potete mai andare a controllare. Reintroduciamo la moratoria, soprattutto con l'ingresso di rumeni e bulgari parificati ad europei, come era già previsto e si poteva fare visto che l'invasione era precedente al primo gennaio del 2007.
Tuttavia, è necessario un Governo che abbia la volontà di mostrare i muscoli nei momenti in cui vi è la necessità di reagire. Credo che non abbiate tale capacità e tale forza. Ascoltate la Lega Nord! Siamo gli unici che vi danno i consigli per tempo. Fate sempre scappare i buoi fuori dalla stalla quando è troppo tardi. Mi auguro e spero che noi, insieme alla nostra gente, chiuderemo alla svelta quella stalla e quella porta e voi rimarrete fuori con quei buoi che continuate a difendere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Bell'intervento!