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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,45).
(Sfruttamento delle cave di marmo di Covelano e relativi problemi legati al trasporto dei blocchi di marmo a valle attraverso l'utilizzo di una strada forestale - n. 2-00836)
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00836, concernente lo sfruttamento delle cave di marmo di Covelano e relativi problemi legati al trasporto dei blocchi di marmo a valle attraverso l'utilizzo di una strada forestale (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti - sezione 5).
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MARCO BOATO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, sottosegretario Gianni Piatti, colleghi deputati, è la seconda volta nel giro di pochi mesi che abbiamo occasione su nostra iniziativa di affrontare in quest'Aula, in sede di sindacato ispettivo, un problema delicato, che riguarda la piena tutela sia dell'ambiente, che della salute dei cittadini, in un territorio rientrante nella competenza del parco nazionale dello Stelvio nel versante della provincia autonoma di Bolzano, l'Alto Adige-Südtirol.
La collega Francescato ed io avevamo presentato la prima interpellanza il 13 luglio 2006, segnalando tempestivamente tale problema concernente l'utilizzo da parte di una cava di marmo, sia pure con l'autorizzazione provvisoria, di una strada forestale anziché di altri strumenti alternativi per il trasporto a valle del marmo. Si tratta di una cava sita nel comune di Silandro, la cosiddetta cava di Covelano.
In quell'occasione abbiamo avuto una risposta attenta e puntuale, ma ancora interlocutoria da parte del Governo, anche in quella circostanza - lo ringrazio - rappresentato dal sottosegretario Gianni Piatti. Oggi, invece, ci troviamo in sede di interpellanza urgente: la prima interpellanza, presentata il 13 luglio 2006, è stata discussa troppi mesi dopo, il 13 febbraio 2007.
In questo caso abbiamo presentato un'interpellanza urgente, questa volta sottoscritta anche da altri trentasei deputati appartenenti a quasi tutti i gruppi del centrosinistra (deputate e colleghi che ringrazio, oltre ai colleghi Verdi che l'hanno tutti sottoscritta), perché le problematiche discusse il 13 febbraio di quest'anno stanno ovviamente maturando e potrebbero maturare in senso positivo o negativo, a seconda delle scelte che verranno fatte sia dall'autorità preposta al parco nazionale dello Stelvio e, per quanto riguarda le proprie competenze, dalla provincia autonoma di Bolzano e dai comuni direttamente interessati (non soltanto il comune di Silandro, ma anche il comune di Lasa).
Come si capisce dai riferimenti istituzionali che ho svolto, si tratta di una materia delicata e complessa che chiama in causa sia la responsabilità, per quanto di competenza, del Governo nazionale, in particolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, oggi qui rappresentato, sia le responsabilità dell'autonomia provinciale sudtirolese e degli enti locali. Di ciò siamo pienamente consapevoli, tanto che in questi giorni anche in consiglio provinciale di Bolzano, da parte del gruppo consiliare trilingue Verdi-Grüne-Vërc, rappresentato dai consiglieri Cristina Kury, Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba (quest'ultimo è anche presidente del consiglio provinciale di Bolzano), sono state presentate due distinte interrogazioni per interpellare la giunta provinciale di Bolzano per quanto di propria competenza.
Il fatto che noi abbiamo deciso di riproporre - infatti, vi sono elementi di novità, che poniamo al Governo per quanto di sua competenza - la questione della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini nel territorio del parco nazionale dello Stelvio, che insiste in particolare in questi comuni della Val Venosta, ha già avuto in questi giorni una notevole eco giornalistica e mediatica, che dà il segno di quanto l'opinione pubblica locale di qualunque orientamento politico (l'ambiente e la tutela della salute dei cittadini sono beni che riguardano tutti) sia interessata a tale problema. Sono usciti articoli sul quotidiano di lingua tedesca Tageszeitung, sull'altro quotidiano in lingua tedesca Dolomiten, sul quotidiano in lingua italiana Alto Adige. Ne ha parlato in questi giorni anche l'edizione in lingua tedesca della Rai, la RAI-Sender Bozen dell'Alto Adige, nella rubrica Mittagsmagazin.
Ne ha parlato qualche giorno fa il periodico Vinschger Wind. Cito i casi che conosco per far capire al rappresentante del Governo quale eco, non a livello nazionale ma a livello locale, abbia questa vicenda che oggi discutiamo in sede parlamentare.
Debbo anche dare atto del lavoro di sensibilizzazione che su questo tema ha fatto e sta facendo il professore FrancoPag. 108Bernard, che è il portavoce provinciale dei Verdi-Grüne-Vërc dell'Alto Adige Südtirol.
Ci sono anche iniziative da parte della società civile (mi riferisco in particolare alla lettera aperta rivolta in questi giorni al presidente del parco nazionale dello Stelvio, dottor Ferruccio Tomasi e al direttore del parco, dottor Wolfgang Platter) ai quali è stata indirizzata su questa tematica una lettera aperta da parte dell'associazione Amici della funivia del piano inclinato, che ha un nome più complesso in tedesco, Freunde der Schrägbahn, il cui presidente è Peter Unterholzner.
Ho voluto citare questi aspetti proprio per far capire l'importanza, l'attenzione e la sensibilità che c'è sulla questione, sulla quale si era diffuso ampiamente, devo dire, il 13 febbraio scorso il sottosegretario Gianni Piatti, a nome del Governo.
Abbiamo voluto, in questa nuova interpellanza, anche per correttezza nei confronti del Governo, citare largamente la risposta che avevamo ottenuto all'epoca. Era una risposta interlocutoria, che si concludeva per noi in modo significativamente positivo. Il sottosegretario Piatti diceva il 13 febbraio scorso: «Anche in sintonia con le sollecitazioni degli interroganti, sarà cura del Ministero che rappresento seguire attentamente la vicenda, anche per le implicazioni e le responsabilità nazionali relative al parco nazionale dello Stelvio, in modo che, nelle scelte da operare da parte dei soggetti competenti, venga privilegiata la strada dell'utilizzo del trasporto su fune, anziché su gomma, in modo da raggiungere una maggiore salvaguardia dell'ambiente».
Noi condividevamo queste conclusioni ed avevo, nella mia replica già allora, sollecitato il Governo ad essere consapevole, per quanto di propria competenza, dei gravi problemi ambientali ma anche di inquinamento, sia in termini di polvere, sia in termini di inquinamento acustico, che si stavano ponendo con questa autorizzazione provvisoria al transito su strada forestale del trasporto del marmo, anziché dell'utilizzo degli impianti funiviari e della ferrovia a scartamento ridotto.
Per questo avevo auspicato nella mia risposta di allora che, né il consorzio del parco nazionale dello Stelvio, né la provincia autonoma di Bolzano, avrebbero dovuto dare alcuna proroga all'utilizzazione di una strada all'interno del parco dello Stelvio ed avevo detto che noi non chiediamo di chiudere o sopprimere questa attività imprenditoriale, ma di renderla compatibile con il rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini tramite impianti a fune, o con quelli già esistenti e potenziati, oppure con uno nuovo utilizzabile da tutte e tre le cave interessate.
Le cave interessate, infatti, sono tre; erano già citate nell'interpellanza di allora, in quella di oggi e anche nella risposta che il rappresentante del Governo ci aveva dato. La prima è la cava Acqua bianca, gestita nel comune di Lasa dalla Lasa marmo, la quale già utilizza il trasporto su teleferica e su ferrovia a scartamento ridotto (a piano inclinato). La cava Jennwand della Lechner Marmor non è attiva, poiché non è in grado di utilizzare questi strumenti di trasporto. La terza cava è quella di Covelano, nel comune di Silandro, ed è stata riaperta nel 2005 dalla Tiroler Marmorwerke, azienda che aveva ottenuto, a mio parere incautamente, l'autorizzazione, seppure provvisoria, per tre anni ad utilizzare una strada forestale per un trasporto che, invece, si sarebbe dovuto fare attraverso gli strumenti che ho poco fa citato.
Tra le novità verificatesi successivamente, ve n'è una, a mio giudizio molto positiva, relativa al fatto che, il 17 maggio 2007, l'amministrazione separata dei beni e usi civici, in sigla Buc Lasa/centro, ha adottato una delibera preliminare (n. 25 del 2007) avente ad oggetto la stipulazione del contratto per l'acquisto della struttura per il trasporto del marmo della Lasa marmo Spa, in modo che, quando sarà realizzato l'acquisto di tale struttura - mi auguro che ciò avvenga tra pochi giorni - renda possibile l'utilizzo del piano inclinato anche da parte di altri operatori economici del settore marmifero a causa della diretta disponibilità della struttura che, dopo l'acquisto, non sarebbe più proprietàPag. 109della Lasa marmo Spa, ma diventerebbe proprietà dell'amministrazione separata dei beni e usi civici di Lasa/centro.
Il 31 maggio 2007 vi è stata una riunione, credo tra il presidente del Parco nazionale, il presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder e i rappresentanti delle tre ditte che ho citato - Tiroler Marmor, Lasa marmo e Lechner - per individuare la possibilità di utilizzare la tradizionale struttura funicolare da parte di tutte e tre le aziende e non soltanto da parte di una, come accade attualmente. Di questo incontro ha riferito anche la rivista Der Vinschger che ha riportato anche le proposte del presidente Durnwalder alle imprese che ho menzionato.
Pochi giorni dopo, il 14 giugno 2007, vi è stato anche un sopralluogo promosso dal titolare della ditta Lechner con vari soggetti, tecnici e amministratori, per verificare la possibilità di modernizzare la tradizionale struttura a fune. Il 26 giugno 2007, nuovamente l'amministrazione separata dei beni e usi civici, Buc Lasa/centro, ha deliberato (delibera n. 35 del 2007) la proroga del contratto di affitto per la fine dell'acquisto della struttura per il trasporto del marmo della Lasa marmo stessa, in modo da rendere possibile l'accesso all'utilizzo della struttura anche alle altre due ditte ricordate, la Tiroler Marmor e la Lechner.
Tuttavia, nel frattempo, il 27 luglio del 2007 - queste sono le novità che sto indicando dopo la discussione che abbiamo svolto a febbraio - la Tiroler Marmor è stata acquistata dall'ingegner Burkhard Polh di Castelbello (Kastelbell in tedesco), che è subentrato ai precedenti proprietari della Tiroler Marmor diventandone il proprietario e cambiandone la denominazione in Göflaner Marmor gmbH. Questo passaggio di proprietà ha portato anche a qualche forma di pressione e di incentivazione, non volta a trovare la soluzione caldeggiata, anche in termini di tutela ambientale, di utilizzazione della struttura funicolare da parte di tutte le tre aziende, tra le quali, la terza, nel frattempo, come ho già ricordato, ha cambiato denominazione e proprietario, ma è quella che ha ottenuto l'autorizzazione provvisoria al transito attraverso la strada forestale. Sembra che sia in atto una forte spinta per un'ulteriore proroga, da noi considerata assolutamente inaccettabile, del trasporto su gomma attraverso la strada forestale, con tutti gli impatti ambientali e sulla salute dei cittadini che ho già citato.
Il 25 ottobre (quindi pochi giorni fa), il quotidiano Dolomiten ha riferito - non so se la notizia abbia fondamento o meno, ma mi auguro che non ce l'abbia - che il presidente del parco nazionale dello Stelvio, Ferruccio Tomasi, avrebbe dichiarato di essere disposto a prorogare i termini del trasporto del marmo su strada e di averne anche parlato col sindaco di Silandro, Johann Wallnöfer.
Crediamo che non sia assolutamente necessario adottare ulteriori proroghe perché, proprio per le deliberazioni assunte dall'amministrazione separata della Buc Lasa/centro, che ho più volte citato, e che possono essere realizzate nel giro di pochi giorni, sarà possibile utilizzare la struttura dell'impianto a fune con gli altri elementi connessi, a disposizione delle tre aziende menzionate, compresa la nuova Göflaner Marmor gmbH, succeduta alla Tiroler Marmor.
Dunque, la ragione per cui interpelliamo il Governo è perché chiediamo, rispettosamente ma fermissimamente, che lo stesso, per quanto di sua competenza - visto che è in ballo il parco nazionale dello Stelvio - si adoperi affinché, come già era stato prospettato il 13 febbraio, sia realizzata non un'ipotesi di proroga dell'autorizzazione provvisoria ad uso della strada forestale, ma, invece, la soluzione dell'impianto a fune da utilizzare da parte di tutte le tre aziende interessate.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti, ha facoltà di rispondere.
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GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in merito a quanto indicato nell'interpellanza urgente illustrata dall'onorevole Boato - che ringrazio per la segnalazione - e concernente l'uso della strada forestale di Monte Tramontana, comune di Silandro, in provincia di Bolzano, si rappresenta quanto segue.
La Direzione per la protezione della natura del Ministero che rappresento, ha confermato quanto riferito in sede di risposta ad altra interpellanza resa in data 13 febbraio 2007, ove si precisava che le competenze autorizzatorie sono a carico della provincia autonoma di Bolzano, dei comuni di Lasa e Silandro, del parco nazionale dello Stelvio e veniva assicurata l'attenzione dell'amministrazione in modo che le scelte dei soggetti competenti potessero indirizzarsi verso l'utilizzo del trasporto dei blocchi di marmo su fune anziché su gomma.
Detto ciò, risulta che in data 31 maggio 2007 il presidente del parco nazionale dello Stelvio ha convocato presso la sede della presidenza della provincia Bolzano - come ricordava anche l'onorevole Boato - i rappresentanti legali delle tre imprese che gestiscono e lavorano le cave di marmo bianco nei comuni di Lasa e Silandro, attingendo ai giacimenti marmiferi della Croda Jenn (Lasa Marmi per la Cava Acqua Bianca, Tiroler Marmorwerke per la Cava di Covelano e Lechner Marmor per la Cava Jenn), i sindaci dei comuni di Lasa e Silandro, i presidenti delle amministrazioni Beni e usi civici di Lasa e Covelano, nonchè il presidente della provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, Luis Durnwalder.
L'obiettivo principale della riunione era quello di fissare una tempistica e un piano di finanziamento per il risanamento della struttura esistente per il trasporto dei blocchi di marmo di tutte le cave in uso, ossia la ristrutturazione della ferrovia esistente a monte e a valle del piano inclinato, come strutture di trasporto ecocompatibili da preferire a qualsiasi altro metodo di trasporto, come quello su gomma.
La riunione era stata convocata anche per fare presente l'imminente scadenza dell'autorizzazione provvisoria e limitata nel tempo (tre anni con scadenza l'8 marzo 2008) all'uso della strada forestale esistente sul Monte Tramontana, in comune di Silandro, per l'asporto temporaneo dei blocchi di marmo dalla cava di Covelano.
A conclusione della citata riunione, i sindaci di Lasa e Silandro ed i presidenti delle amministrazioni Beni e usi civici di Lasa e Covelano si erano impegnati a consegnare, entro il termine di un mese dalla data della riunione, un progetto di risanamento e sull'uso comune della struttura ferroviaria esistente (comprendente anche il piano inclinato) per il trasporto dei blocchi di marmo di tutte e tre le cave e presentando, oltre ad un preciso cronoprogramma sulla progettazione, la richiesta di istruttoria per il rilascio di tutti i pareri ed autorizzazioni necessari, con l'indicazione dei tempi di esecuzione dei lavori di risanamento e di ristrutturazione di detto impianto ferroviario, tuttora funzionante ed in uso. Inoltre, venivano richieste precise indicazioni sui costi ed il finanziamento dell'intervento.
Trascorso il predetto termine senza ricevere alcuna risposta, con nota del 6 settembre 2007 n. 3809, il presidente del parco sollecitava l'invio delle informazioni concordate.
Hanno provveduto a dare risposta il sindaco di Silandro ed il presidente dell'amministrazione Beni e usi civici di Covelano, con la quale segnalavano i ritardi nella trattativa causati, a loro parere, dal comune di Lasa e dall'amministrazioni Beni e usi civici di Lasa e chiedevano una proroga di tre anni per l'uso della strada forestale di Monte Tramontana per il trasporto dei blocchi di marmo dalla Cava di Covelano situata in comune di Silandro.
Il presidente del parco al momento non ha concesso la proroga richiesta e ha confermato che il consorzio del parco nazionale dello Stelvio privilegia il risanamento del sistema ferroviario esistente rispetto a soluzioni di trasporto su gomma. Questo perché il sistema ferroviarioPag. 111esistente è maggiormente rispettoso di un ambiente sensibile, del paesaggio ricompreso nel perimetro del parco nazionale dello Stelvio e perché evita passaggi attraverso paesi abitati.
Riguardo alla prospettata proroga dell'autorizzazione per l'uso provvisorio della strada forestale di Covelano, il presidente del Parco ha rappresentato che la relativa citazione sul quotidiano Dolomiten del 25 ottobre è inesatta e incompleta, essendo vero, invece, che il presidente ha più volte dichiarato, anche nei confronti dei diretti interessati in incontri ufficiali, di essere disposto a prorogare l'uso della strada solo sulla scorta di un progetto di risanamento della struttura ferroviaria avviato in istruttoria e corredato da un cronoprogramma e da un piano di finanziamento.
Tale amministrazione, in sintonia con il presidente del Parco, anche in considerazione della preoccupazione manifestata dagli onorevoli interpellanti - che ringraziamo per la nuova e puntuale segnalazione - condivide la possibilità di proroga unicamente nel caso si giungesse alla definizione del progetto di risanamento della linea di trasporto su fune entro il marzo 2008 (termine di scadenza dell'autorizzazione già rilasciata) e, comunque, solo e unicamente per consentirne l'ultimazione. In tal senso, il Ministero si attiverà e vigilerà con attenzione, producendo le iniziative conseguenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di replicare.
MARCO BOATO. Signor Presidente, rinnovo il ringraziamento al sottosegretario Piatti e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - che lo stesso sottosegretario rappresenta - per la risposta fornita, che conferma, da una parte, le nostre preoccupazioni e, dall'altra, che al tempo stesso vi è la possibilità di praticare, in tempi rapidissimi, la soluzione alternativa all'uso della strada forestale per il trasporto dei blocchi di marmo dalla cava di Covelano. La risposta medesima fa riferimento, direttamente e indirettamente, alla responsabilità - per quanto appunto di competenza del Parco nazionale dello Stelvio - del suo presidente e del suo direttore, nel senso che essi avrebbero privilegiato il risanamento del sistema ferroviario e funiviario del piano inclinato esistente - che è integrato e complesso - rispetto a qualunque altra soluzione di trasporto su gomma.
Devo anche segnalare, in sede di replica, che la risposta puntuale fornita dal sottosegretario conferma la riunione del 31 maggio scorso tra il vertice del Parco dello Stelvio, il presidente della provincia di Bolzano, le diverse autorità istituzionali e le varie imprese coinvolte, che ho già più volte citato. Mi fa molto piacere che si dichiari pubblicamente e solennemente che l'obiettivo principale di quella riunione era quello di fissare una tempistica e un piano di finanziamento per il risanamento della struttura esistente per il trasporto dei blocchi di marmo di tutte le cave in uso, ossia per la ristrutturazione della ferrovia esistente a monte e a valle del piano inclinato (come strutture di trasporto ecocompatibili da preferire a qualsiasi altro mezzo di trasporto, come quello su gomma). Si tratta di finalità e di obiettivi che condividiamo pienamente: per tale motivo, però, riteniamo che non siano e non sarebbero in alcun modo accettabili ulteriori proroghe all'uso della strada nei confronti della cava di Covelano e del suo titolare, che, attualmente utilizza un'autorizzazione che scadrà, come mi sembra lei abbia detto, l'8 marzo 2008, ossia fra pochissimi mesi.
Mi resta qualche perplessità, non riferita al Governo, ma alla sua risposta, riguardante il fatto che gli impegni dovevano essere realizzati a un mese dalla data del 31 maggio (quindi il 30 giugno o il 1o luglio) e, invece, si è aspettato il 6 settembre per sollecitare l'invio delle informazioni concordate che non erano arrivate.
Ancora maggiore perplessità mi suscita il fatto che, secondo quanto il Governo ha correttamente riferito in modo condizionale, secondo il sindaco di Silandro e il presidente dell'amministrazione Beni usi civici di Covelano, la responsabilità starebbe nei ritardi causati, a loro parere -Pag. 112come lei ha giustamente affermato - dal comune di Lasa e dall'amministrazione Beni usi civici di Lasa.
Il comune di Silandro e l'amministrazione Buc di Covelano avrebbero chiesto un'ulteriore proroga di tre anni: ciò sarebbe totalmente inaccettabile. Ho già citato - se il Governo lo ritiene posso fornirgliene una copia - le deliberazioni del comitato di amministrazione dell'amministrazione separata Buc Lasa/centro, quella del 17 maggio, e quella del 26 giugno 2007, che, nel giro di pochi giorni, potrebbero essere perfezionate con il contratto di acquisto degli impianti attualmente in proprietà della Lasa Marmo Spa. Sono deliberazioni che l'amministrazione Buc Lasa/centro ha adottato proprio per consentire l'utilizzo del piano inclinato anche ad altri operatori economici del settore marmifero, a causa della diretta disponibilità della struttura, che verrebbe assunta dalla Buc Lasa/centro.
In questo modo, ci sarebbe un impedimento alla manomissione della natura del territorio tramite vie di trasporto alternative per la salvaguardia dell'ambiente e ci sarebbe la garanzia del trasporto del marmo tramite il piano inclinato, nonché l'esclusione dell'utilizzo della strada da Lasa a Tarnello e viceversa, che è la strada di cui stiamo parlando.
Quindi, il comune, che sta chiedendo un'ulteriore proroga di tre anni, contesta all'amministrazione Beni usi civici di Lasa l'inadempienza, quando quest'ultima è l'unica che si è attivata per acquisire addirittura pubblicamente quell'impianto di trasporto a fune, in modo da renderlo disponibile a tutte le tre cave di marmo.
Siccome credo che dovessero passare quattro mesi dalle deliberazioni di maggio e giugno per completare il contratto di acquisto, considerato che i quattro mesi scadono fra pochi giorni, credo che sia assolutamente necessario che da parte sia del Parco nazionale dello Stelvio sia della provincia autonoma di Bolzano si vada a sostenere questa soluzione, che è la più logica e razionale, come lei, signor sottosegretario, ha del resto affermato.
Mi fa anche piacere che sia smentita come inesatta e incompleta la citazione del 25 ottobre del quotidiano Dolomiten, che avevo riportato qui in modo problematico, che avrebbe attribuito al presidente del Parco un'intenzione di proroga. Mi fa anche piacere ascoltare che il presidente del Parco sarebbe disposto a prorogare l'uso della strada solo sulla scorta di un progetto di risanamento della struttura ferroviaria, avviato in istruttoria e corredato da un cronoprogramma, ossia da una scansione temporale e da un piano di finanziamento.
Il fatto che il Ministero dell'ambiente, in sintonia con il presidente del Parco e in risposta alle nostre preoccupazioni, condivida la possibilità di proroga unicamente nel caso si giungesse alla definizione del progetto di risanamento della linea di trasporto su fune entro marzo 2008, cioè entro pochi mesi, corrispondente al termine di scadenza dell'autorizzazione provvisoria già rilasciata, e comunque solo e unicamente per consentirne l'ultimazione, ci conferma la giustezza delle preoccupazioni che abbiano manifestato - perché noi siamo per risolvere il problema e non per bloccare - e del percorso che noi e la stessa Buc Lasa/centro abbiamo indicato. Si tratta cioè di utilizzare l'impianto a fune esistente, riammodernato e potenziato, per metterlo a disposizione di tutte le tre aziende.
Bisogna assolutamente rispondere negativamente all'ingegnere Burkhard Pohl, rappresentante della nuova Göflaner Marmor, che è succeduta alla precedente Tiroler Marmor, che vorrebbe, invece, assieme al comune di Silandro, ulteriori tre anni di proroga per l'utilizzo della strada. Ciò sarebbe totalmente inaccettabile.
Ci conforta ciò che il Governo ha affermato e ci auguriamo, come del resto il sottosegretario Piatti ha correttamente assicurato, che esso svolga tutta la sua azione di persuasione e di corresponsabilità nei confronti del presidente del Parco nazionale dello Stelvio, affinché non si giunga in alcun modo a ulteriori proroghe di questo tipo, ma semmai a una proroga limitata di alcuni mesi, finalizzata esclusivamentePag. 113alla possibilità di utilizzo dell'impianto a fune, con gli aspetti connessi che abbiamo più volte citato, messo a disposizione di tutte le tre aziende interessate.
Rinnovo il ringraziamento al rappresentante del Governo e al Presidente, che sta presiedendo anche oggi fino a ora tarda, come nella notte scorsa.