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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame di una questione pregiudiziale - A.C. 3178-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bodega. Ne ha facoltà.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, intervengo sulla questione pregiudiziale illustrata poc'anzi dal deputato Lo Presti per sottolineare che non è un problema indifferente porre tale questione, poiché con essa si mette in evidenza che le previste coperture finanziarie per le disposizioni contenute nel disegno di legge al nostro esame sono subordinate e diventano efficaci solamente dopo l'approvazione della legge finanziaria per il 2008.
Ciò vuol dire che tutte le previsioni in parola sono assoggettate ad una approvazione tout court di un disegno di legge finanziaria che non ha avuto ancora un minuto di discussione in quest'aula parlamentare.
Posso, quindi, pensare che anche la legge finanziaria per il 2008 sarà sicuramente una proposta «blindata» senza possibilità di alcuna modifica e ritengo, di conseguenza, che il lavoro che avrà luogo presso la Commissione bilancio - come del resto, presso tutte le Commissioni competenti per le varie materie - sarà svolto inutilmente.
È, quindi, sorprendente leggere e vedere come nelle relazioni del Governo e delle Commissioni e nelle schede tecniche di lettura al disegno di legge in discussione venga ignorata questa problematica giuridico-costituzionale relativa alla copertura finanziaria.
È evidente che il centrosinistra - scusate se lo dico - improvvisa: improvvisa una riforma sul welfare che nessuno sa come andrà a finire in termini finanziari. Abbiamo detto più di una volta - e lo ripeteremo all'infinito - che la modifica dello «scalone» in «scalini» comporterà sicuramente lunghissimi anni di sofferenza per il sistema previdenziale e che la sua trasformazione costerà certamente alle casse pubbliche una fortuna.
Inoltre, il blocco del mercato del lavoro - lasciatemelo dire - metterà in serie difficoltà prima di tutto quelle categorie sociali in gioco rappresentate dai più deboli in campo, e cioè proprio quelle fasce sociali che il Protocollo sul welfare intende tutelare (i giovani e le donne).
Ecco, dunque, che il quadro alla nostra attenzione non definisce con precisione le previsioni di spesa. Se poi a ciò aggiungiamo il ragionamento sui lavori usuranti, allora apriti cielo!
Nonostante tutto ciò, il disegno di legge finanziaria - che alla Camera, ripeto, non ha ancora avuto un minuto di approfondimento Pag. 26- darà certezza su quella ipotizzata e sottostimata copertura relativa al Protocollo sul welfare.
Ma mi domando dove siamo! Siamo, forse, in un Paese serio che vuole crescere e migliorare la qualità dei suoi concittadini, o siamo in un Paese governato da un centrosinistra e da Prodi che, pur di rimanere in piedi, accontenta i poteri forti e non la povera gente?
Se poi, come ormai hanno già detto tutti, il Governo porrà la questione di fiducia, non si avrà neanche la possibilità di entrare nel merito dei singoli articoli al fine di dimostrare come i conti non tornano.
È un modo di procedere a mio parere improvvisato e frettoloso, che riduce il Parlamento ad una mera funzione notarile, limitando la politica ad una concezione burocratica che si risolve semplicemente in un abbassare o alzare le mani, nel dire «sì» o «no», nel manifestare meccanicamente la propria volontà. Senza entrare nel merito delle spese e delle coperture mancanti, è per questa serie di ragioni che il gruppo Lega Nord Padania esprimerà un voto favorevole sulla questione pregiudiziale illustrata dal collega Lo Presti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Farinone. Ne ha facoltà.
ENRICO FARINONE. Signor Presidente, con riferimento alla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal gruppo di Alleanza Nazionale mi preme innanzitutto ribadire - come del resto già emerso dal dibattito della settimana scorsa in Commissione e da quello svoltosi ieri in Assemblea - l'importanza e la rilevanza del disegno di legge presentato dal Governo in attuazione del Protocollo firmato con le parti sociali lo scorso 23 luglio, sia per le modalità che hanno rilanciato il metodo della concertazione e del confronto con le parti sociali indispensabile, credo, per guidare unitariamente il Paese attraverso i necessari momenti di riforma dei quali necessita, sia per la straordinaria consultazione popolare che ha visto la partecipazione di oltre cinque milioni di lavoratori e pensionati che hanno, in larghissima maggioranza, approvato i contenuti del Protocollo, sia ancora per la rilevanza finanziaria e normativa del disegno di legge che prevede una distribuzione di risorse che andranno, in massima parte, a vantaggio dello Stato sociale e della competitività.
Il disegno di legge tratta temi di assoluto interesse per i lavoratori e per i pensionati italiani. Infatti, si dispone in ordine alla previdenza, ai lavori usuranti, agli ammortizzatori sociali, agli incentivi alla contrattazione decentrata, e sono indicate numerose altre norme nel campo del mercato del lavoro. Pertanto, si tratta di un intervento importante.
Ebbene, analizzando nel merito la questione posta dal gruppo di Alleanza Nazionale, non si può che rilevare come la copertura finanziaria del provvedimento, indicata in un suo apposito articolo, sia garantita puntualmente dall'articolo 113 del disegno di legge finanziaria per il 2008. Per lo stesso 2008 le risorse ivi indicate risultano di ammontare superiore agli oneri recati dal provvedimento. In particolare, a fronte di uno stanziamento di 1.548 milioni di euro la norma determina gli oneri, per il medesimo anno, in 1.264 milioni. Per gli anni successivi al 2008 gli oneri del provvedimento coincidono con la dotazione del fondo. In ogni caso, è esplicitamente previsto che le disposizioni del provvedimento acquistano efficacia solo subordinatamente all'entrata in vigore della predetta legge finanziaria per il 2008.
Del resto, come è ben noto, non è questa la prima volta che si prevede la subordinazione dell'efficacia delle disposizioni onerose alla previa entrata in vigore di provvedimenti legislativi stanzianti le occorrenti risorse finanziarie. Ricordo illustri precedenti degli ultimi anni: la legge n. 53 del 2003, recante la delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione; la legge n. 80 del 2003, recante la delega per la riforma del sistema fiscale; la legge n. 243 del 2004, recante la delega Pag. 27per la riforma pensionistica. Come si vede, si tratta di provvedimenti varati dal precedente Esecutivo di centrodestra.
Non vi è dunque colleghi, in conclusione, alcuna inosservanza delle norme costituzionali nel disegno di legge governativo. È quindi facile giungere alla conclusione di esprimere un voto contrario alla questione pregiudiziale presentata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo in ordine alla pregiudiziale di costituzionalità presentata dai colleghi di Alleanza Nazionale.
L'articolo 81 della Costituzione recita: «Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte». A noi sembra, signor Presidente, che la pregiudiziale presentata dal collega Lo Presti individui degli elementi di criticità in ordine al rispetto di tale articolo della Costituzione, che sappiamo essere fondamentale per la copertura finanziaria dei provvedimenti.
Successivamente entreremo maggiormente nel dettaglio e nel merito degli articoli che secondo noi ...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
SIMONE BALDELLI. Grazie, signor Presidente.
A nostro avviso tali articoli non dispongono di una copertura finanziaria adeguata. Tuttavia, riteniamo che vi sia una questione addirittura preliminare che, in qualche modo, viene assorbita dalla questione di pregiudizialità presentata dal collega Lo Presti. Si tratta del fatto che dobbiamo esaminare, in questo momento, due provvedimenti, ossia il disegno di legge finanziaria e il collegato del welfare. Paradossalmente, questo secondo provvedimento sembra possedere un peso politico superiore viste le tensioni interne alla maggioranza e al Governo. Tali tensioni si sono sollevate in ordine a questo provvedimento e al tradimento, operato in maniera subdola dal Governo, dell'accordo di cui al Protocollo del 23 luglio scorso.
Ebbene, abbiamo la singolarità che questo provvedimento collegato alla finanziaria, signor Presidente, che sembra essere ben più importante della copertura ...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Baldelli. Per favore, colleghi deputati, vorrei invitarvi a tenere un comportamento che ci consenta di ascoltare. Mancano ancora alcuni interventi al voto, quindi non vi è alcuna ragione per assumere un atteggiamento da pre-votazioni.
Prego, deputato Baldelli.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, evidentemente la fibrillazione politica della maggioranza non è legata all'immediatezza del voto, ma costituisce un segnale della tensione che si avverte in questo momento.
Come dicevo, signor Presidente, il disegno di legge collegato alla legge finanziaria, che per assurdo sembra avere nell'opinione pubblica e per le forze sociali un rilevo maggiore della stessa legge finanziaria, paradossalmente prevede una copertura finanziaria legata all'entrata in vigore di quest'ultima.
Ci troveremo, dunque, o rischieremo di trovarci nella situazione paradossale per cui, se il Protocollo dovesse essere approvato alla Camera in questa settimana e la prossima settimana al Senato, avremmo una legge la cui copertura finanziaria sarebbe prevista in un altro provvedimento, ancora non approvato e che, qualora lo fosse, entrerebbe in vigore dal 1o gennaio 2008. Si tratta pertanto di un provvedimento che ha la sua copertura finanziaria in una legge con un'entrata in vigore ben determinata e precisa. È certamente una grave anomalia che deve essere rilevata in questa sede.
Vi sono, inoltre, signor Presidente, ulteriori anomalie. La discussione della questione pregiudiziale in esame - colgo l'occasione per ringraziarla della sua delucidazione relativa alla questione posta dal collega Leone - rappresenta un iter parlamentare che deve essere necessariamente Pag. 28seguito, ma vi sono, oltre a ciò, questioni di merito che possono essere sollevare anche in questa sede soltanto dopo aver visto il testo che il Governo deciderà di presentare all'Aula e sul quale, eventualmente, deciderà di porre la questione di fiducia (se sarà dichiarato ammissibile).
Infatti, vi sono articoli che, da quanto apprendiamo dai quotidiani, dalle agenzie di stampa, dagli organi d'informazione e dalle dichiarazioni, estemporanee ed esterne all'Assemblea, rese da esponenti del Governo e della maggioranza, non dovrebbero essere toccati dalle eventuali modifiche, anche qualora consistessero in un ritorno, completo o parziale, al testo originario del protocollo. Tali articoli, già ora presenti nel provvedimento in esame, dovrebbero permanere anche nella versione che sarà depositata a breve dal Governo.
Non nascondiamoci il fatto che il Governo porrà la questione di fiducia poiché, seppure si tratti di una notizia ancora non ufficializzata in quest'Aula, è ufficializzata dalla presenza del Ministro Chiti.
Nel testo in esame e sul prossimo che sarà presentato permane la norma, ad esempio, dell'articolo 1 sui lavori usuranti, che ha suscitato le perplessità della Commissione bilancio, seppure con la questione del tetto degli orari notturni.
Un ulteriore elemento di criticità è costituito - come abbiamo rilevato anche in sede di discussione sulle linee generali - dall'accorpamento degli enti previdenziali. Infatti, nelle audizioni svolte in Commissione, lo stesso presidente dell'INPS ha affermato che l'accorpamento degli enti previdenziali non comporterà i risparmi previsti e che, anzi, sarà addirittura difficile la sua realizzazione nei tempi immaginati dal Governo e dalle previsioni di copertura.
Inoltre, fa bene il collega Lo Presti a citare, nella questione pregiudiziale, il parere della Ragioneria generale dello Stato...
PRESIDENTE. Deputato Baldelli, la invito a concludere.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, spero di recuperare qualche secondo perso in precedenza, ma concludo subito.
Tale norma prevede che «le eventuali economie derivanti dall'operazione di accorpamento degli enti previdenziali non possono essere utilizzate per la copertura finanziaria di nuove spese, nel senso che gli eventuali risparmi di spesa derivanti da tale operazione non possono essere utilizzati come fonte di copertura per eventuali disposizioni recanti oneri certi ed immediati, derivanti, ad esempio, dal potenziamento delle tutele e dei diritti soggettivi nell'ambito delle prestazioni sociali». Ho presentato un elemento di riflessione, che è uno dei tanti argomenti per cui il gruppo Forza Italia voterà a favore della questione pregiudiziale illustrata dal collega Lo Presti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, credo che anche il brusio che vi è nell'aula faccia parte dell'incomprensione da parte dei parlamentari, sia di maggioranza che di minoranza, di ciò che sta avvenendo.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore...
TEODORO BUONTEMPO. Credo che anche il formalismo dei richiami del Presidente al comportamento in aula sia importante. Tuttavia, signor Presidente, molto più importante sarebbe la sostanza per rispettare l'Assemblea. Se l'Assemblea non è rispettata, anche i nostri comportamenti non possono più essere consoni al nostro ruolo e alla nostra funzione e al luogo in cui ci troviamo.
La pregiudiziale di costituzionalità riguarda un provvedimento che probabilmente fra qualche minuto non esisterà più.
A nome della Destra, signor Presidente, denuncio che si sta piegando il Regolamento della Camera dei deputati ad un'arroganza politica della maggioranza, che Pag. 29vuole escludere il Parlamento dalla sua funzione essenziale, che è quella di legiferare. È chiaro che anche il rispetto tra noi deriva dalla vigenza di un Regolamento che impone dei comportamenti. Nel momento in cui tale Regolamento viene calpestato e violato, anche i nostri comportamenti debbono necessariamente cambiare.
Invito i colleghi dell'opposizione a rompere questo muro di ipocrisia e di omertà. Invito i colleghi dell'opposizione a protestare con grande energia contro questo metodo di gestione della Camera dei deputati! Noi non accettiamo di essere estromessi dalla nostra funzione legislativa! Non possiamo stare a guardare il Ministro Chiti che tra qualche minuto si sentirà un «padre eterno», perché potrà annullare la nostra funzione, con la complicità della Presidenza della Camera dei deputati!
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, dovrebbe concludere...
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, la invito tra prassi, regolamento e buon costume a trovare un punto di sintesi, perché se la Camera sarà condotta in tale maniera, credo che non potremo più sopportare questa «cloroformizzazione»!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il nostro assenso alla questione pregiudiziale presentata da molti colleghi del centrodestra. Tuttavia, signor Presidente, intervengo anche per porre - se sarà possibile discuterne, perché vedo disinteresse generale - una questione di metodo. Il problema, in questo caso, non è conteggiare, caro Presidente Bertinotti, il numero delle questioni di fiducia poste da questo Governo o dal precedente.
Penso, senza timore di sbagliarmi, che questo Governo, in un anno e mezzo di legislatura, abbia dato il meglio di sé, superando di gran lunga i Governi delle legislature dall'inizio della Repubblica ad oggi.
Tuttavia, vorrei sottolineare al Ministro dei rapporti con il Parlamento che in questo ramo del Parlamento sul decreto-legge non si è potuto discutere e ora sul protocollo non si può discutere.
Mi auguro che nella circostanza immediatamente successiva a questo voto, in occasione della legge finanziaria, il Ministro Chiti - che è persona di buon senso, con uno straordinario rispetto nei confronti delle aule parlamentari - possa assicurarci, per quanto gli è possibile, in perfetta buona fede, che non accadrà la stessa cosa. Infatti, sarebbe oltre modo irrispettoso nei confronti del Parlamento, non tanto nei confronti della mia parte politica o di chi oggi si trova temporaneamente al Governo e domani potrebbe stare all'opposizione, o viceversa, che si arrivasse a tre documenti importanti per il futuro del Paese con i limiti che noi possiamo rilevare e con i pregi che, invece, possono essere sottolineati...
PRESIDENTE. Mi scusi. Per favore, vorrei invitare ad avere un comportamento più rispettoso. Aspettiamo che si siano rideterminate le condizioni per poter ascoltare. Invito le deputate e i deputati a sedersi, per favore, e a prendere posto.
Prego, deputato Volontè.
LUCA VOLONTÈ. Proseguo facendo un breve riassunto. Mi rivolgo anche al vicesegretario del Partito Democratico, il collega Franceschini, e al recentemente eletto capogruppo del Partito Democratico, Antonello Soro: il problema non è quello di contare nel primo anno e mezzo quante volte è stata posta la questione di fiducia da Tizio prima e da Caio oggi, e nemmeno quante ne porrà Sempronio domani. Mi sembra che il problema da sottolineare - sulla cui riflessione vorrei, oltre alla buona disponibilità dell'unico attento in quello schieramento, il Ministro Chiti, anche di qualcun altro - è l'emergenza e il possibile e assoluto disprezzo per il Parlamento che potrebbe derivare dal semplice fatto che Pag. 30sul decreto-legge si è proceduto con la fiducia; su questo provvedimento importante (lacunoso, per quanto ci riguarda, ma pubblicamente esaltato da quella parte politica) si pone la questione di fiducia.
Non vorrei che si procedesse con lo stesso sistema con la legge finanziaria. A quel punto si creerebbe un vulnus, caro Presidente, con tutti gli interessi che le parti politiche in quest'Aula e in quella del Senato possono avere (discutere della riforma elettorale, delle riforme costituzionali, delle missioni all'estero). Tutto va bene, ma è chiaro che sulla politica economica e sociale e sulle politiche di welfare e di sviluppo non si può tagliare fuori con una sforbiciata, d'emblée, un ramo del Parlamento. Non lo dico per fare polemica - mi creda, Ministro Chiti - ma con grande rispetto: è paradossale che in questo ramo del Parlamento, dove esiste una maggioranza, non ampia, ma amplissima, si debba ricorrere su questi argomenti allo strumento della questione di fiducia, perché è scontata la polemica, ma non mi interessa farla. Non mi interessa dire pubblicamente ciò che è noto, perché è pubblico - e non c'è bisogno che lo riaffermi -, vale a dire che ci sono dei problemi tra diverse parti politiche che la pensano sullo stesso argomento in maniera difforme. Mi interessa, invece, difendere le prerogative del Parlamento e, se possibile, discutere di politiche economiche e di sviluppo all'interno di questo ramo del Parlamento italiano.
Mi sembra purtroppo che la risposta, indipendentemente dalla sua buona volontà, sia negativa: su questi primi due pilastri del disegno sociale e di sviluppo del Governo non si può nemmeno incidere con una discussione, figuriamoci con l'approvazione di qualche emendamento; noi ne abbiamo presentati ventisette, mentre gli altri gruppi dell'opposizione ne hanno presentati in tutto centodieci, su un disegno di legge che non ha una scadenza immediata. Tuttavia, sarebbe opportuno almeno aprire una discussione e valutare anche con il resto del Parlamento alcuni elementi di sviluppo.
PRESIDENTE. Deputato Volontè, la invito a concludere.
LUCA VOLONTÈ. Sacrificare in questa circostanza la discussione, come avverrà anche presumibilmente con la legge finanziaria - Dio non voglia e lei, onorevole Presidente Bertinotti, spero ce lo dirà -, costituisce un nocumento per lo stesso equilibrio dei poteri. Lo sottolineo perché anche lei, con o senza la moral suasion, faccia presente, come ha fatto il Capo dello Stato, che non è tollerabile proseguire in questa direzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, mi rivolgo a lei, in quanto ho molto apprezzato, pur nella difficoltà di ascoltarla, la risposta che lei ha dato alle questioni preliminarmente poste da me e da altri colleghi. Se ho compreso bene, lei ha effettuato un rinvio...
PRESIDENTE. Torno a chiedervi di consentire l'ascolto, per favore. Faccio notare che davvero è impossibile ascoltare. Ora sta intervenendo il deputato La Malfa e dubito che molti di voi abbiano potuto sentire ciò che ha detto. Come si deve fare per richiamare i deputati a prendere posto e consentire l'intervento? Non mi pare francamente che sia rispettoso nei confronti di chi parla.
Prego, deputato La Malfa.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, ho cercato di ascoltare le sue parole con le stesse difficoltà con cui lei, probabilmente, ascolta le nostre in questo momento.
Mi sembra che lei abbia detto, in risposta, che le questioni pregiudiziali volte ad impedire il passaggio all'esame di una certa materia non sono toccate, se respinte, dall'eventuale proposizione da parte del Governo di un nuovo testo e dalla posizione della questione di fiducia.
Tuttavia, la questione illustrata dall'onorevole Lo Presti non presenta questa Pag. 31natura, in quanto non è una pregiudiziale volta ad impedire il passaggio all'argomento, bensì è una pregiudiziale di costituzionalità che, nel caso specifico, verte sui requisiti di costituzionalità rispetto all'articolo 81 della Costituzione. Quindi, nel momento in cui la Camera verrà investita (come si prevede) da un testo integralmente nuovo rispetto a quello in esame (composto da 37 articoli e da un certo numero di commi) e il nuovo testo avrà una sua configurazione finanziaria, la questione di costituzionalità si applicherà anche al nuovo testo. Altrimenti, sarebbe paradossale che, acquisito il vaglio di costituzionalità su questo testo, successivamente il Governo fosse nelle condizioni di presentarne un altro completamente abnorme sotto il profilo dell'articolo 81 e su quello non ricevere il vaglio di costituzionalità da parte dell'Assemblea.
Capisco che, se sono presentati uno, due, cinque emendamenti ad un testo molto complesso, la Presidenza della Camera possa supplire al vaglio dell'Aula attraverso il suo giudizio di ammissibilità. Tuttavia, se il Ministro per i rapporti con il Parlamento si appresta a sostituire integralmente il testo in esame, le chiedo che la Camera possa essere chiamata ad esaminare la questione di costituzionalità in ordine al testo che ci verrà sottoposto, se ci verrà sottoposto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anche a nome del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI dichiaro che voteremo a favore della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dai colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale. La questione pregiudiziale in esame, infatti, coglie in pieno il problema della mancanza di copertura finanziaria, al punto che la stessa Ragioneria generale dello Stato afferma, con presa di posizione ufficiale, che manca veramente la copertura finanziaria. Se lo sostiene la Ragioneria generale dello Stato, non vi è che da crederci.
Il finanziamento delle maggiori spese è affidato fondamentalmente ai risparmi connessi con la razionalizzazione degli enti di previdenza, da cui dovrebbero scaturire economie per 3,5 miliardi di euro nell'arco del decennio e i cui effetti non sono assolutamente certi, anzi, non vi sono risparmi di spesa, ma solo costi aggiuntivi. La stessa estensione del congedo parentale, la cui attuazione è rimandata ad alcuni decreti delegati, comporta maggiori oneri.
Signor Presidente, a nostro avviso la questione pregiudiziale della mancanza di copertura finanziaria sussiste. Nel constatare la presenza del Ministro Chiti, mi viene spontaneo citare una frase dantesca: o Tosco, che per la città del foco vivo ten vai così parlando onesto, piacciati di consegnare il maxiemendamento al Presidente di questo loco, così questa ipocrisia finisce e finalmente avremo il terzo testo da discutere. La finiremo, così, di esaminare il primo e il secondo testo e ci metteremo a discutere seriamente.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di costituzionalità La Russa ed altri n. 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 470
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 266).
Prendo atto che i deputati Tortoli, Testoni e Drago hanno segnalato che non Pag. 32sono riusciti a votare. Prendo altresì atto che il deputato Mazzaracchio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pedrini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
(Esame degli articoli - A.C. 3178-A)
PRESIDENTE. Essendo stata testè respinta la questione pregiudiziale di costituzionalità La Russa ed altri n. 1, passiamo dunque all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che le Commissioni (Esame degli articoli - A.C. 3178-A) I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (quest'ultimo con condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione) (Vedi l'allegato A - A.C. 3178 sezioni 3 e 4).
Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili in Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea (e - ove ripresentati - non sono pubblicati).
Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione, ma in quella sede ritirati; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa.
Avverto che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla Commissione bilancio nella riunione di oggi, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, non ritiene ammissibili, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: Rocchi 1.8, Barani 1.9, Compagnon 1.23, Di Salvo 1.25, Compagnon 7.2, Di Salvo 9.21, Porcu 10.2, Turco 13.02, Rocchi 30.2 e 30.3 e Lo Presti 35.3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3178 - sezione 2).
Avverto che è stato presentato da parte del relatore di minoranza, deputato Barani, un testo alternativo, stampato in apposito fascicolo unitamente alla relazione.
Come è stato chiarito dalla Presidenza già nelle precedenti legislature (si vedano, in particolare, le sedute del 10 e del 16 novembre 1998, nonché del 7 maggio 2002), con riferimento ai provvedimenti collegati la presentazione dei testi alternativi da parte dei relatori di minoranza è da considerare facoltativa, in ragione della specialità della disciplina del procedimento di esame dei suddetti provvedimenti.
Qualora il testo alternativo sia presentato e venga richiesta la votazione degli articoli da esso recati come emendamenti interamente sostitutivi, ai sensi dell'articolo 87, comma 1-bis del Regolamento, questi ultimi soggiacciono naturalmente alle regole ordinarie in materia di ammissibilità degli emendamenti, nonché al regime speciale vigente per gli emendamenti relativi ai collegati, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 3-bis del Regolamento.
A tal riguardo rilevo che il testo alternativo presentato dal deputato Barani non corrisponde ad emendamenti previamente presentati in Commissione e, pertanto, i suoi articoli - alla luce delle sopra richiamate disposizioni regolamentari - non potranno essere posti in votazione.
Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti). Deputati, vi prego. Aspettiamo che abbiate finito, così il Ministro potrà prendere la parola...
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, consegno alla Presidenza, per l'esame di ammissibilità, l'emendamento del Governo interamente sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo degli articoli da 2 a 37 e delle allegate tabelle del disegno di legge n. 3178-A, concernente le norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007, su cui il Pag. 33Governo ha intenzione di porre la questione di fiducia (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti).
PRESIDENTE. Prendo atto della presentazione, da parte del Governo, dell'emendamento 1.100, sostitutivo dell'articolo 1 del testo e soppressivo dei restanti articoli, da 2 a 37, e delle allegate tabelle, nonché del preannunzio, da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento, dell'intenzione del Governo di porre la questione di fiducia sull'approvazione di tale emendamento.
All'esito di tale vaglio, ove l'emendamento risulti ammissibile, sarà cura della Presidenza trasmettere il testo alla Commissione competente, nonché alla Commissione bilancio, per l'espressione del parere.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio di questa sua ultima comunicazione, che accoglie una richiesta che le avevamo preannunciato, considerata la particolarità della situazione, affinché sia concesso un congruo termine alla Commissione di merito per esaminare il nuovo testo, prima che il Governo ponga la questione di fiducia e, naturalmente, dopo che la Presidenza ne abbia valutata l'ammissibilità; inoltre, considerata anche la particolare situazione delle numerose condizioni poste dalla Commissione bilancio, ci pare corretto che anch'essa possa valutare se nel nuovo testo tali condizioni sono state accolte.
Però, signor Presidente, a parte tali questioni politico-regolamentari, restano intatte le questioni interamente politiche che vogliamo sollevare: la prima riguarda propriamente il rapporto fra Governo e maggioranza e la seconda riguarda, un po' più in generale, il ruolo di questo ramo del Parlamento.
Sulla questione che riguarda il Governo e la maggioranza, signor Presidente, vi è poco da dire: per la prima volta, credo, dall'inizio della legislatura e forse anche da diverse legislature, il Governo, nel preannunciare la questione di fiducia, non ha avuto neanche la necessità di dover utilizzare la classica «foglia di fico» dietro la quale nascondersi, cioè quella di un presunto ostruzionismo delle opposizioni, che rende necessario il ricorso al voto di fiducia.
In questo caso, la «foglia di fico» non avrebbe retto, per varie ragioni, e comunque il buon Ministro Chiti ha avuto il pudore di non ricorrere ad essa.
È evidente, quindi, che il ricorso al voto di fiducia è interamente dovuto alla discrepanza, al contrasto e alla contrapposizione che vi è stata e vi è fra l'intenzione del Governo e le intenzioni e i voti della sua maggioranza parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), il che costituisce un fatto politico del tutto nuovo, che legittima certo il voto di fiducia e la richiesta di fiducia del Governo; ma è chiaramente una richiesta di fiducia che il Governo formula contro la sua stessa maggioranza parlamentare, contro il lavoro che ha svolto la XI Commissione e contro le votazioni e le decisioni che la Commissione lavoro ha assunto. Credo, quindi, che, da questo punto di vista, debba assumere un rilievo particolare, per le valutazioni che richiederà il prosieguo dell'esame del provvedimento sottoposto alla nostra attenzione e, più in generale, per il rapporto che la maggioranza parlamentare vuole mantenere con il proprio Governo.
Infatti, signor Presidente, un fatto del genere non può essere privo di conseguenze politiche.
Certo, si può sostenere che prevale la questione fiduciaria sul merito e, forse, è anche corretto sostenerlo; ma quando un Governo è costretto, dinanzi alla propria maggioranza parlamentare, così ampia qui alla Camera, a far valere la questione...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Vito. Per favore, deputati. Per favore, vorrei che Pag. 34non ci si fermasse nei corridoi: almeno si potrebbe apprezzare l'importanza degli argomenti che vengono trattati!
ELIO VITO. Grazie, signor Presidente.
Quando un Governo è costretto a porre la questione di fiducia contro la sua maggioranza, ad utilizzare in qualche modo contro di essa la minaccia della caduta del Governo e delle elezioni anticipate, mi pare che ciò, da una parte, costituisca una prova di clamorosa debolezza dell'Esecutivo e, dall'altra parte, costringa la maggioranza parlamentare e i gruppi di maggioranza ad una riflessione: essi possono certamente far prevalere il giudizio di fiducia al Governo sul merito del provvedimento in esame e del testo sul quale viene posta la questione di fiducia, ma devono procedere anche ad una riflessione sull'attualità stessa di quel Governo.
Se un Governo ricorre ad una misura così estrema contro la propria maggioranza è evidentemente un Governo che ha perso nella sostanza il rapporto con la propria maggioranza parlamentare. Si tratta di un Governo che potrà eventualmente sostenere di godere del consenso delle parti sociali, del consenso astratto della concertazione e persino del sostegno dei lavoratori che hanno partecipato alla consultazione sull'accordo, ma esso dovrà chiaramente rivedere il suo rapporto con la maggioranza parlamentare. Come potranno la Commissione, la maggioranza parlamentare e i gruppi di maggioranza, che hanno espresso quelle indicazioni, quelle delibere e quei voti da noi non condivisi nel merito, non far assumere una conseguenza politica a questo atto del Governo?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ELIO VITO. Come potranno da domani la Commissione lavoro e i gruppi di maggioranza continuare a svolgere le proprie funzioni senza assumere delle determinazioni rispetto ad uno «schiaffo» così forte inflitto dal Governo.
PRESIDENTE. La prego deve concludere.
ELIO VITO. L'ultima considerazione che vorrei svolgere riguarda il ruolo di questo ramo del Parlamento. La settimana scorsa il Governo ha posto la questione di fiducia sul decreto fiscale contrariamente a quanto avvenuto al Senato, e sappiamo anche che oggi la questione di fiducia non verrà posta al Senato. Il Governo oggi preannunzia la posizione della questione di fiducia sul welfare e non sappiamo cosa farà al Senato. La settimana prossima, quando riprenderemo i lavori parlamentari, con molta probabilità la questione fiducia sarà posta anche sul disegno di legge finanziaria, dopo che non è stata posta al Senato. Dovremmo, inoltre, anche esaminare il provvedimento sulla sicurezza senza magari poter apportare modifiche, stante la ristrettezza dei tempi.
Signor Presidente, tutto ciò pone una questione sulla quale ci battiamo dall'inizio della legislatura: non è possibile che l'indeterminatezza dei rapporti di maggioranza al Senato comporti l'eliminazione di questo ramo del Parlamento. Su un tale aspetto chiediamo anche a lei una riflessione più generale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Vito, non l'ho interrotta per ragioni che mi sembrano del tutto evidenti. Gli interventi successivi dovranno essere comunque sull'ordine del lavori. Inviterei, pertanto, i presidenti di gruppo cui concederò la parola ad attenersi a questa indicazione, considerato che successivamente il Governo si esprimerà sulla questione di fiducia e che vi saranno i relativi interventi su quell'atto politico. Quindi, in questa fase, rivolgo un invito a limitare gli interventi alla questione dell'ordine dei lavori.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori ma anche per una questione regolamentare in Pag. 35relazione all'articolo 40 del nostro Regolamento. Nel merito posso rifarmi interamente gli argomenti usati dal collega Elio Vito con il quale concordo parola per parola; ormai, anche questa è una notizia.
Dal punto di vista regolamentare, signor Presidente, sono a conoscenza che l'articolo 40 del Regolamento, esaminato in maniera semplice, preclude la richiesta che le sto per porgere, ma se lei avrà la cortesia di ascoltarmi, così come anche alcuni dei colleghi presenti in Aula, vedrà che la questione che le sto per illustrare non è del tutto peregrina. Abbiamo avanzato, come Alleanza Nazionale, una questione di legittimità costituzionale sulla quale si è soffermata a lungo l'Assemblea. Vi è stata una discussione di un'ora, avvenuta dopo l'illustrazione del collega Nino Lo Presti appartenenti al gruppo di Alleanza Nazionale, nella quale si sono svolti gli interventi di tutti gli altri gruppi. La questione pregiudiziale è stata posta in votazione ed è stata respinta da quella stessa maggioranza che non è in grado di esprimere una maggioranza e che ha bisogno di un voto di fiducia per manifestarsi. La mia è una valutazione politica; e, comunque, la questione pregiudiziale è stata respinta.
Il Governo si accinge ora a modificare integralmente il testo. Signor Presidente, a tale proposito, le chiedo come possa fare il gruppo di Alleanza Nazionale a riproporre sul nuovo testo la questione di incostituzionalità. Ai sensi del Regolamento sappiamo che ciò non è possibile, essendo scaduto il termine per proporre la questione pregiudiziale di costituzionalità, ma d'altra parte dobbiamo considerare anche l'atteggiamento del Governo che preclude all'Aula la possibilità di valutare pregiudizialmente la costituzionalità del provvedimento in esame.
Credo, signor Presidente, che lei debba affrontare immediatamente tale questione, riunire la Giunta per il Regolamento e verificare quali siano i modi concreti affinché non venga sottratto all'Assemblea, alla minoranza e al gruppo Alleanza Nazionale, che formalmente glielo chiede, il diritto a che il Parlamento esprima un voto sulla legittimità costituzionale in via pregiudiziale del provvedimento che il Governo intende sottoporci.
Altrimenti, si verificherebbe un vulnus, apparentemente «salvato» in termini di Regolamento, ma che - dovrà darmi atto di ciò, signor Presidente - nella sostanza esiste, è forte e diventa inaccettabile nel momento in cui la questione di fiducia non viene posta al termine di un lungo dibattito, non viene posta come stato di necessità, ma viene posta - posso sospettarlo - per sottrarre al Parlamento il giudizio di costituzionalità sul provvedimento in esame.
Altrimenti, ciò significherebbe che la questione di fiducia è stata posta per motivi che dovrebbero comportare, non il voto di fiducia, bensì le dimissioni dell'attuale Governo. Tertium non datur: o la fiducia è posta per evitare tale giudizio di legittimità costituzionale oppure perché il Governo non ha più una maggioranza e, allora, farebbe bene ad andare a casa.
In conclusione, sottopongo al Presidente della Camera la richiesta sopra illustrata, e mi aspetto una risposta non solo formale ma anche sostanziale affinché non sia precluso al Parlamento e al gruppo Alleanza Nazionale questo diritto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Deputato La Russa, ho ascoltato, con l'attenzione che meritava, la sua argomentazione. Vorrei ricordarle, sebbene non ve ne sia bisogno, che non è proprio possibile effettuare questa distinzione, anche dal punto di vista concettuale, tra l'ordinamento, la forma e la sostanza medesima. Lei sa e mi insegna che su questa strada si possono battere vie pericolose, dunque la forma va assolutamente salvaguardata perché si tratta di un elemento di garanzia per tutti.
Del resto lei è stato così corretto da riconoscere che, dal punto di vista letterale, l'interpretazione fornita dalla Presidenza risulta assolutamente incontestabile. L'articolo 40 del Regolamento, che lei ha citato, dice espressamente che la questione pregiudiziale, in questo caso di costituzionalità, Pag. 36è quella secondo cui - in tal modo rispondo anche al deputato La Malfa - un dato argomento non debba discutersi, e perciò è in discussione la pregiudiziale che investe l'intero procedimento proposto; essa non riguarda gli articoli né gli emendamenti, e ricordo che, nella stessa definizione, il maxiemendamento è un emendamento.
Tuttavia, come le ho detto, siccome non sono alieno da considerare la sostanza, pur non essendo possibile agire in opposizione alla forma, penso che la Giunta per il Regolamento debba essere investita in futuro di questa condizione, in modo che, se oggi Regolamento e prassi non consentono che decidere come abbiamo deciso, per il futuro si possa considerare il problema che lei ha posto.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne fa facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, il testo prodotto dal lavoro della XI Commissione deve rappresentare il Parlamento. Non credo che il Governo possa calpestare in questo modo quanto è stato definito da una Commissione parlamentare. Nel momento in cui un testo che giunge in Assemblea annulla quello originariamente presentato dal Governo e quello prodotto dalla Commissione, ritengo che l'onorevole La Russa abbia ragione - lo dico a nome dei deputati de La Destra - quando afferma che deve essere restituita al Parlamento la possibilità di ripresentare una questione pregiudiziale di costituzionalità.
Quanto stiamo affermando, onorevoli colleghi, attiene ad una vita parlamentare normale e ordinaria, ma quando vi è la volontà politica, per consentire al Governo di resistere qualche settimana in più, di delegittimare il Parlamento, credo che ai deputati dell'opposizione si presenti un momento difficile, nel quale devono decidere se continuare a fare le comparse o, invece, richiamare l'opinione pubblica a quanto sta avvenendo in questo ramo del Parlamento. Perché rimanere in Aula nel momento in cui tutto il lavoro dei deputati viene calpestato?
Quando si parla dell'impegno svolto dalla Commissione, si parla dell'esame degli emendamenti, di lavoro, di presenza, di ore e ore che non possono essere cancellate. Perché partecipare ai riti del voto di fiducia, onorevoli colleghi dell'opposizione? Se la votino da soli la questione di fiducia!
Usciamo dall'Aula, perché gli Italiani vedano come questi signori stanno calpestando le regole della democrazia. Perché, in conclusione, l'opposizione non valuta l'ipotesi di lasciare in Aula i soli deputati della maggioranza? Quanto sta avvenendo è vergognoso e indecoroso! Dunque, o vi è un'intesa sotterranea tra la maggioranza e l'opposizione per celebrare tali riti o, altrimenti, l'opposizione deve rompere questo stato di cose.
Credo che sia maturo il tempo di abbandonare l'aula e di lasciare soli i deputati della maggioranza per procedere con questi riti che sono realmente indecenti.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, le volevo rivolgere una domanda in ragione della questione di fiducia che è stata preannunciata. Se ricordo bene, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, il Governo aveva chiesto che sul provvedimento al nostro esame si applicassero le disposizioni dell'articolo 123-bis del Regolamento della Camera, vale a dire le disposizioni che assegnano a un disegno di legge collegato un certo tempo di discussione.
Oggi ci troviamo di fronte ad una condizione che supera una deliberazione precedente voluta dal Governo. Mi riferisco alla definizione, stabilita con una procedura ad hoc che il nostro Regolamento consente per l'esame dei disegni di legge collegati alla legge finanziaria, di un certo Pag. 37periodo di tempo per deliberare sul provvedimento, tempo che il Regolamento prevede sia almeno di tre giorni.
Avevamo discusso se fissare, per la chiusura dell'esame, il giorno 28, il 29 o il 30 e si era deciso per il 29. Inoltre, le ricordo che il mio gruppo aveva chiesto che della questione fosse investita l'Assemblea attraverso l'espressione del voto e non la Conferenza dei presidenti di gruppo con una deliberazione all'unanimità: la Lega Nord Padania, infatti, sarebbe stata assolutamente contraria.
Dunque, la domanda che le sottopongo è come interpreta le disposizioni previste dall'articolo 123-bis che, in questi casi, prevedono un vaglio di ammissibilità in V Commissione per deliberare eventuali stralci delle disposizioni non compatibili con la manovra finanziaria dato che, nel contempo, si versa in una situazione in cui opera la valutazione ordinaria di ammissibilità dell'emendamento sul quale è posta la questione di fiducia.
Quindi, si convoca anche la V Commissione per l'esame di competenza o stabiliamo che prevalga la procedura sull'esame di ammissibilità dell'emendamento sul quale è posta la questione di fiducia? Questa è una deliberazione che riguarda il «contenitore» che ci siamo dati al comma 1 dell'articolo 123-bis, a cui si aggiunge il comma 2 per quanto riguarda le procedure.
Faccio riferimento all'ultimo comma dell'articolo ponendo una questione che si interfaccia con le condizioni di natura politica e pregiudiziale che, comunque, hanno già esposto i colleghi La Russa e Vito; le chiedo, quindi, se attraverso questa combinazione di disposizioni, vi sarà tra qualche ora la valutazione delle ammissibilità anche in ragione dei pronunciamenti che sui disegni di legge collegati alla legge finanziaria deve fare la Commissione bilancio. Ebbene, la sospensione delle attività delle Commissioni in ragione dell'annunciata questione di fiducia, ammetterebbe la convocazione della V Commissione, in ragione di questa disposizione regolamentare che è richiamata all'articolo 123-bis.
Si tratta, a mio avviso, di una forzatura di carattere regolamentare - mi auguro che nelle prassi parlamentari vi sia un dispositivo che offra una risposta - ma denuncia un fatto politico, signor Presidente, perché la responsabilità di questa situazione è nelle sue mani.
Noi non possiamo, per la seconda volta consecutiva, affrontare l'esame in Commissione su un testo che, in maniera assolutamente arbitraria, o non viene discusso o non viene emendato o viene affrontato attraverso la posizione della questione di fiducia che esautora in maniera completa l'Assemblea del Parlamento. Questo è un argomento antico, ma vorrei lasciare agli atti del Parlamento la considerazione per la quale anche le condizioni politiche cui ha fatto riferimento il collega Vito sono comunque soggette alle regole che lei, in ogni caso, deve far rispettare. Inoltre, non può trascurare le dichiarazioni che, ad esempio, oggi pronuncia il segretario dei socialisti Enrico Boselli, ossia che, in ragione di un mancato accordo, da oggi una componente di questa maggioranza si ritiene libera da qualunque mandato politico. Questa, infatti, è una «fiducia» di carattere politico che, ancora una volta, non consente di affrontare nel merito una misura che, dopo avere ricevuto - ed è peraltro discutibile - una legittimazione sul piano popolare e mediatico, viene oggi sconfessata dalla stessa maggioranza in un'Aula parlamentare in quanto detta maggioranza non affronta la materia. La responsabilità politica di queste forzature è sua, Presidente Bertinotti: io pretendo il rispetto delle disposizioni regolamentari senza questa «sommatoria di sottrazioni» ad una procedura parlamentare che, comunque, deve avere il suo corso e la sua praticabilità in concreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Deputato Gibelli, lei ha ragione di pretendere l'applicazione del Regolamento e ciò, infatti, è quanto la Presidenza compie. Inviterei, pur rispettando interamente le considerazioni che vengono svolte, a tenere separati, agli effetti stessi dell'andamento del nostro lavoro e della legittimità delle decisioni che Pag. 38vengono prese, come ho già risposto al presidente La Russa, gli argomenti riguardanti valutazioni politiche e comportamentali da quelli regolamentari. L'articolo 123-bis, da questo punto di vista, è inequivoco e, infatti, la prassi è senza eccezioni.
È la Presidenza che esprime il vaglio di ammissibilità e che stabilisce se siano state introdotte parti estranee rispetto a quelle suscettibili di essere ammesse. Allo stesso modo, è prerogativa del Governo ricorrere alla fiducia che, una volta esercitata, supera le procedure ordinarie, dando luogo ad una specifica forma di procedura prevista per la fiducia medesima. Dunque, siamo nel pieno rispetto dell'applicazione del Regolamento.
Naturalmente vale anche per lei quanto ho già affermato in precedenza: stanno emergendo problemi complessi, che ritengo meritino una riflessione da parte della Presidenza e della Giunta per il Regolamento.
Prima di sospendere la seduta, vorrei salutare gli allievi e gli insegnanti della scuola media Tito Minniti di Napoli, che saluto a nome dell'Assemblea e della Presidenza e che ringrazio per essere presenti nelle tribune (Applausi).
Al fine di procedere al vaglio di ammissibilità del testo, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,30.
La seduta, sospesa alle 15,40 è ripresa alle 16,55.
PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha depositato l'emendamento 1.100 (vedi l'Allegato A - A.C. 3178
sezione 5), sostitutivo dell'articolo 1 del disegno di legge, n. 3178-A, e soppressivo dei restanti articoli (da 2 a 37) e delle allegate tabelle, preannunziando l'intenzione del Governo di porre la fiducia sulla sua approvazione.
La Presidenza ha svolto il vaglio di ammissibilità su tale proposta emendativa, verificando che essa riproduce in larga parte il testo elaborato dalla Commissione recependo le condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, poste dalla Commissione bilancio nel parere reso in data odierna e di cui si è già dato conto.
L'emendamento, pertanto, deve ritenersi ammissibile.
Come preannunciato il testo sarà trasmesso alla Commissione competente, nonché alla Commissione bilancio.
Per consentire un adeguato esame del testo, sospendo la seduta fino alle ore 18,45.
La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 18,55.
PRESIDENTE. Ricordo che il Governo ha presentato l'emendamento 1.100, sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo dei restanti articoli del testo e delle allegate tabelle, preannunziando la volontà di porre la questione di fiducia sull'approvazione di tale emendamento.
Ricordo inoltre che la Presidenza ha ritenuto ammissibile tale testo, che è stato trasmesso alla Commissione lavoro e alla Commissione bilancio, che ha espresso il prescritto parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 3178 sezione 4).
Avverto che a pagina 4 del testo medesimo, al comma 9, quinta riga, in fine, deve leggersi: «al comma 7» in luogo di «al comma 1 dell'articolo 28 della legge 28 dicembre 2001, n. 448».
(Posizione della questione di fiducia - Emendamento 1.100 del Governo - A.C. 3178-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Ne ha facoltà.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, a questo punto, a nome del Governo, a ciò espressamente autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'emendamento del Governo 1.100, interamente sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo degli articoli da 27 a 37 e delle allegate tabelle del disegno di legge n. 3178-A concernente le norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007.
Pag. 39
PRESIDENTE. A seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 19 per l'organizzazione del seguito del dibattito. La seduta dell'Assemblea riprenderà subito dopo la conclusione di tale riunione.
Prima di dare la parola al deputato Crosetto, che l'ha chiesta, a seguito di una serie di interventi che si sono succeduti nella precedente fase del dibattito, vorrei sottoporvi una breve riflessione.
Non vi è dubbio che, alla luce della prassi consolidata, il Governo possa, per prerogativa costituzionale, porre in ogni fase del procedimento legislativo la questione di fiducia, individuandone l'oggetto. Né è contestabile la prassi, anche qui consolidata, di accorpare in un unico emendamento più articoli di un progetto di legge a scopo fiduciario.
Da questo punto di vista l'iniziativa del Governo è dunque legittima e conforme a numerosi precedenti, verificatisi nel corso delle legislature. In tal senso si è pronunciata in passato la Presidenza della Camera e, rispetto a quelle pronunce, non vi è nulla da aggiungere o rettificare.
Devo tuttavia segnalare che la procedura cui ho fatto riferimento, e che il Governo ha inteso percorrere nell'iter del disegno di legge collegato, ripropone una evidente, preoccupante difficoltà nel rapporto tra il Parlamento e l'Esecutivo, inducendo una riflessione sul nostro sistema istituzionale, così come, negli anni, si è andato evolvendo nella prassi.
In questo contesto merita una riflessione attenta anche il tema del rapporto che intercorre - o deve intercorrere - fra le trattative e gli accordi che vedono protagonisti il Governo e le parti sociali ed il ruolo delle Camere, in funzione della salvaguardia del carattere parlamentare della nostra forma di governo.
Nel caso di specie voglio anche ricordare, dal punto di vista del metodo, come nella risoluzione sulla Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria, approvata dalla Camera il 4 ottobre scorso, fosse stato sottolineato, con riferimento ai disegni di legge collegati, «che l'utilizzo di più strumenti (...) può utilmente concorrere ad un più ordinato e più ragionato esame dei provvedimenti che compongono la manovra».
Ritengo quindi di dover rappresentare, in termini generali, quella che appare un'esigenza istituzionale, emersa non da oggi, che postula una adeguata precisazione dei rispettivi ruoli - e prerogative - del Parlamento e del Governo.
Penso che tutti i gruppi parlamentari, al di fuori delle singole contingenze, debbano farsene carico nelle sedi proprie, a partire da quell'opportuna opera di revisione dei Regolamenti, che è da più parti auspicata nel comune obiettivo di restituire agibilità piena al nostro sistema costituzionale e di garantire, in questo contesto, la pienezza delle prerogative parlamentari.
Ha chiesto di parlare il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, desidero anzitutto svolgere una riflessione con riferimento a quanto lei ha appena detto: è la prima volta che il Governo, presentando un maxiemendamento sul quale pone la questione di fiducia, cambia e stravolge il lavoro compiuto in Commissione; questo rischia di essere un precedente che umilia questa Camera ancora di più di quanto sia stato fatto finora.
Desidero però segnalarle anche un'altra questione: umiliazione su umiliazione, in Commissione bilancio, in sede di espressione del parere, ho chiesto in primo luogo al presidente che si procedesse con votazione nominale. Tale richiesta è stata rigettata sulla base di una vecchia circolare di qualche Presidente della Camera, non già sulla base di un articolo del Regolamento. Successivamente, ho chiesto che fosse verificata la presenza del numero legale e mi sono sentito rispondere che non era il caso di perdere tempo, che si trattava di una richiesta pretestuosa e che la seduta della Commissione era chiusa.
È un'umiliazione che si aggiunge all'umiliazione. Una simile richiesta ci era utile perché - come abbiamo avuto modo Pag. 40di dire nel corso del dibattito - questo provvedimento pone a nostro avviso fortissimi problemi di bilancio: desideravamo dunque che vi fosse un'assunzione di responsabilità da parte dei singoli che votavano per l'espressione di un parere favorevole su questa legge, con i nomi di chi la votava. La motivazione era dura, ma volevamo poter dire ai nostri figli i nomi delle persone che avevano detto che questa legge non aveva contenuti finanziari che mettessero in crisi i conti dello Stato.
Non è stato possibile votare nominalmente: per carità, lo abbiamo accettato; ma non ci è stato neppure concesso di verificare il numero legale. Per quanto sia assai meno grave rispetto all'atto compiuto dal Governo con lo stravolgimento del lavoro svolto in Commissione, anche questo mi pare un fatto grave e da segnalare.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per dire che mi spiace che vi siano simili considerazioni. Il comportamento tenuto in Commissione da parte mia si è infatti ispirato - come sempre, peraltro - ad un atteggiamento di rispetto delle regole e delle prassi consolidate, cui ci si richiama nell'ordinare i lavori della Commissione.
In particolare, per quanto concerne la questione della richiesta del voto nominale, ho tenuto a sottolineare la prassi consolidata, che peraltro si rifà ad una circolare del Presidente della Camera, che richiamo espilicitamente: non sono ammesse votazioni per appello nominale, riservate in Commissione per prassi alle sedi nelle quali sono assunte deliberazioni di carattere definitivo, secondo quanto da ultimo affermato dalla lettera del Presidente della Camera del 4 luglio 1996, che ha espressamente escluso il ricorso a tali votazioni «nei procedimenti che, avendo natura e finalità meramente istruttorie, sono connotati da snellezza e libertà di forme e dall'assenza di rigidi vincoli procedurali».
Per quanto attiene invece alla questione della richiesta di verifica del numero legale, non ho detto che era pretestuosa: ho semplicemente detto che era del tutto implicito che vi fosse il numero legale. E l'ho detto anche in considerazione del fatto che, se ci si fosse dovuti attenere alle norme procedurali anche in questo caso, la richiesta avrebbe dovuto essere presentata da quattro deputati, mentre erano presenti solo tre deputati dell'opposizione (fra l'altro, non era presente neanche il capogruppo).
Mi spiace di dover fare questi richiami di carattere formale, che sconfinano nel formalistico, ma se vengono svolte osservazioni che vengono elevate alla dignità di una polemica che attiene al rispetto dell'autorevolezza della sede in cui noi lavoriamo, credo sia da parte mia un dovere far presente queste considerazioni.
PRESIDENTE. Registrate queste precisazioni, saluto gli alunni, le alunne e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale Franco Andrea Bonelli di Cuneo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ricordo che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente al piano aula per l'organizzazione del seguito del dibattito.
Sospendo la seduta, che riprenderà subito dopo la conclusione di tale riunione.
La seduta, sospesa alle 19,05, è ripresa alle 19,30.