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TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE TOMMASO PADOA SCHIOPPA IN SEDE DI REPLICA SUI DISEGNI DI LEGGE N. 3256-A E N. 3257-A
TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevoli deputati, all'inizio dei lavori della Commissione bilancio, lo scorso 21 novembre, ho ribadito quanto il Governo ritenga importante il passaggio parlamentare della manovra di bilancio, come spazio per la discussione e il miglioramento di quella che costituisce la maggior sintesi delle politiche del Paese. Ringrazio il presidente Duilio, il relatore sul disegno di legge di bilancio Andrea Ricci e quello sul disegno di legge finanziaria Ventura per l'impegno profuso in queste settimane e per aver favorito un ampio dibattito.
Accogliendo le osservazioni dei più alti vertici istituzionali, il Governo si era impegnato quest'anno a licenziare una finanziaria snella e più leggibile, di limitare il numero degli emendamenti e di sottoporli al Parlamento in maniera più ordinata. Tali impegni sono stati rispettati e chi ha avuto responsabilità di Governo sa quanto ciò possa essere stato difficile. Anche grazie alla disciplina che i Ministri si sono imposti, il testo della finanziaria e del bilancio arrivano in quest'aula dopo che la Commissione competente ha potuto esprimere un voto.
Ho seguito con interesse la discussione, anche se la giornata di lavoro non mi ha permesso la stabile presenza nell'aula. La mia replica toccherà alcuni aspetti generali per poi riprendere alcune questioni più puntuali sorte durante il dibattito.
Debbo iniziare ricordando il notevole sforzo dal lato dei conti pubblici compiuto dal Governo da quando è in carica.
Nel 2005 l'Italia, dopo anni di finanza indulgente e creativa era stata posta sotto procedura di deficit eccessivo dal Consiglio dei Ministri economici e finanziari dell'Unione europea. Addirittura, da Bruxelles veniva evidenziato come avessimo avuto per tutta la scorsa legislatura, eccetto un anno, un deficit superiore al 3 per cento del PIL.
Il debito pubblico aveva ripreso a salire dopo un decennio, l'avanzo primario era stato azzerato, la spesa primaria corrente era cresciuta di 2,4 punti di PIL durante i cinque anni precedenti, raggiungendo il livello record del 40 per cento del PIL. Neanche nei primi anni novanta la spesa primaria corrente aveva toccato tali livelli.
Queste erano le condizioni quando il Governo si insediò. Vi era un'emergenza che occorreva affrontare in maniera risoluta, per non penalizzare ulteriormente le giovani generazioni e dare prospettive di stabilità all'intera economia. Ringrazio l'onorevole Vannucci per aver posto l'accento sulle future generazioni, che considero riferimento costante dell'azione di politica economica in cui il Governo è impegnato.
Ora, a distanza di meno di due anni, il deficit pubblico è stato riportato ampiamente sotto la soglia del Trattato di Maastricht, e senza ricorrere a misure temporanee. Misure temporanee che, voglio ricordarlo, nel periodo 2002-2005 erano state pari a 64 miliardi di euro, più di quattro punti di PIL. Lo ricordo soprattutto all'onorevole Della Vedova e all'onorevole Ceroni che oggi hanno l'ardire di criticare una politica economica (la nostra) che ha ridotto in due anni il deficit strutturale (al netto degli effetti del ciclo economico e delle una tantum) dal 4,1 per cento del 2005 al 2,3 per cento stimato per quest'anno.
Il debito pubblico è ora in discesa. L'avanzo primario, un tempo azzerato, ora viene ricostituito. Ciò è il risultato di più fattori: una crescita economica maggiore che nel passato più recente; un ritorno di disciplina da parte dei contribuenti indotto anche dalle politiche del Governo; una attenzione alla spesa corrente che ha rallentato - non ancora fermato - il treno in corsa della spesa pubblica.Pag. 137
La legge finanziaria dello scorso anno e quella oggi in discussione vanno guardate in prospettiva, inserite cioè nella realtà dei conti pubblici che abbiamo dovuto affrontare e degli obiettivi che si impongono per i prossimi anni. Non daremo nessun futuro ai giovani se non abbatteremo il debito e se non libereremo risorse per più e migliori beni e servizi pubblici: migliori strade, miglior insegnamento, migliore ricerca, maggiore sicurezza, giustizia più rapida, migliori mezzi di trasporto. La crescita e la maggiore equità sociale che il Governo ha perseguito con le sue scelte di politica economica si stanno progressivamente materializzando anche grazie alla decisione di portare il bilancio in pareggio entro la fine della legislatura.
L'opera non è compiuta. Un compito nello stesso tempo arduo ed entusiasmante ci attende per i tre anni che rimangono di questa legislatura: portare a termine il risanamento strutturale della finanza pubblica e il rilancio della crescita in un contesto di progressiva riduzione dell'ineguaglianza sociale. Il buon andamento delle entrate e il controllo sulla spesa pubblica ci fanno essere ottimisti, e il 2007 potrebbe chiudere anche meglio di quanto previsto nella Relazione previsionale e programmatica di fine settembre. Ma non ci saranno risorse aggiuntive da distribuire: le risorse dovremo trovarle senza ingrossare il bilancio. Sulla base delle valutazioni in corso, nel triennio 2009-2011 dovremo fare correzioni strutturali del saldo dei conti pubblici per circa 8-10 miliardi l'anno rispetto al suo andamento tendenziale. Tale correzione dovrà avvenire dal lato della spesa corrente attraverso un progressivo adeguamento di tutta la pubblica amministrazione alle realtà migliori che già esistono nel Paese. Ciò imporrà un forte impulso all'ammodernamento degli uffici pubblici, concentrando risorse umane e finanziarie lì dove c'è maggiore carenza e promuovendo l'efficienza.
Vengo ora alla finanziaria in discussione.
Essa è stata predisposta tenendo presente la molteplicità di esigenze di cui questo Governo ha inteso farsi carico: carenza di capitale materiale e immateriale, enorme debito, eccessiva ineguaglianza sociale e territoriale. A questi si è aggiunta con forza la questione dei cosiddetti costi della politica e la necessità di semplificare il rapporto tra il cittadino ed il fisco.
La manovra di bilancio - che quest'anno comprendeva anche un decreto-legge con alcune misure urgenti e il disegno di legge delega su previdenza e lavoro - si propone di tenere insieme questi elementi in un quadro strategico che favorisca crescita, stabilità macroeconomica, uguaglianza sociale.
La manovra conferma e rafforza gli obiettivi posti per il 2008: un deficit al 2,2 per cento del PIL; un debito in discesa dal 105 al 103,5 per cento; la stabilizzazione della pressione fiscale.
Posta entro questi argini, la manovra prevede un'importante riqualificazione della spesa pubblica, contiene un piano di razionalizzazione dell'utilizzo degli immobili pubblici e una revisione dei criteri per il mantenimento di alcune tipologie di residui nel bilancio dello Stato. Inoltre, i Ministeri hanno iniziato un riesame dei propri bilanci, mentre sono in via di completamento l'analisi e la revisione della spesa pubblica avviate in seguito alle norme contenute nella finanziaria dello scorso anno. Viene potenziata l'opera di riqualificazione della scuola e dell'università. Pur con accenti diversi, la finanziaria introduce il principio che l'efficienza vada premiata: nell'università subordinando parte delle risorse al raggiungimento di certi livelli di eccellenza nella didattica e nella ricerca; nella scuola avviando un'importante sperimentazione organizzativa che, attraverso la cooperazione di livelli di governo diversi, mira ad una diversa allocazione delle risorse pubbliche e al conseguente miglioramento della qualità del servizio.
Sui costi della politica si interviene su diversi fronti, coinvolgendo le amministrazioni centrali e locali. Credo sia ormai forte nei cittadini e nella classe politica la consapevolezza della necessità di procederePag. 138in questa direzione, non con interventi di pura facciata ma agendo in profondità per riportare sobrietà nell'azione di rappresentatività politica.
Si inizia la restituzione fiscale tramite la riduzione dell'ICI e delle imposte sugli affitti. Si attua una consistente semplificazione d'imposta per le imprese, soprattutto quelle piccole.
Viene data certezza finanziaria agli interventi su pensioni e mercato del lavoro. La complessità delle norme e della discussione ha richiesto un intervento normativo specifico, la cui attuazione è resa possibile dalle risorse reperite con questa finanziaria.
Vi è un consistente gruppo di norme a tutela dell'ambiente, che è stato potenziato e migliorato in sede di discussione al Senato. Continua l'azione di ricapitalizzazione del Paese, come sottolineato anche dall'onorevole Misiti. Risorse nuove e modalità più efficienti sono previste per lo sviluppo del Mezzogiorno. L'onorevole Piro ha ricordato come per il prossimo triennio vi siano 44 miliardi di euro immediatamente spendibili (erano 33 miliardi nel triennio precedente).
Mi soffermo ora brevemente su alcune delle modifiche apportate meritevolmente dalla Commissione bilancio, alcune, come ha sottolineato l'onorevole Piro, anche con l'apporto dell'opposizione.
Un'importante innovazione riguarda il trasporto pubblico locale. Già in Commissione il 21 novembre avevo sottolineato come un'azione in questo campo avrebbe potuto qualificare il passaggio alla Camera della manovra finanziaria. La norma che arriva in aula dà attuazione al Titolo V della Costituzione riconoscendo alle regioni a statuto ordinario la compartecipazione al gettito per l'accisa sul gasolio per autotrazione. Ciò non avviene solo per un anno, ma diventa una condizione permanente che permetterà alle amministrazioni locali di programmare i necessari interventi di sviluppo del settore.
L'intervento tocca la dotazione infrastrutturale a favore della mobilità locale, ma anche aspetti di tipo sociale ed ambientale perché permetterà di sostenere la mobilità dei cittadini meno abbienti e di favorire l'utilizzo del trasporto pubblico a scapito di quello privato.
Un'altra importante novità, ricordata in quest'aula dall'onorevole Iacovino, riguarda il fisco. Nella formulazione modificata in Commissione dell'articolo 1, comma 4, si destinano alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente le maggiori entrate strutturali, non solo quelle derivanti dalla lotta all'evasione fiscale. Questa nuova formulazione dà garanzia ai cittadini e al Parlamento che non solo non aumenteranno le tasse sul lavoro dipendente, ma che si ridurranno conseguentemente le spese pubbliche. Solo così infatti sarà possibile ridurre la pressione fiscale e al contempo il deficit pubblico.
Desidero citare almeno altri due contributi della Commissione, che meglio qualificano la manovra di bilancio di quest'anno. Diventano permanenti le disposizioni a favore dei soggetti danneggiati in ambito sanitario, dando così una risposta certa e definitiva a quei cittadini che hanno instaurato un'azione di risarcimento.
Si potenziano le dotazioni della Polizia e del Corpo dei Vigili del fuoco con ulteriori risorse oltre a quelle già previste nel testo licenziato al Senato, come ricordato dall'onorevole Incostante e dall'onorevole D'Elpidio. Credo, onorevole Santelli, che le sue critiche siano legittime, ma poco informate. Il Governo pone la questione della sicurezza al centro della sua azione, sia aumentando le dotazioni umane e strumentali delle forze dell'ordine, sia puntando alla maggiore efficienza. Lei sa che il Ministero dell'Interno è uno dei cinque ministeri - insieme, onorevole Mazzoni, al Ministero della giustizia - scelti dal Presidente del Consiglio per l'analisi e la revisione della spesa, proprio per migliorare il servizio ai cittadini. Lei poi ci ricorda i debiti della Polizia di Stato. Dovrebbe chiedere a chi ha preceduto il sottoscritto e il Ministro Amato come e quando si siano formati questi debiti.
Vi sono poi molti - purtroppo ancora troppi - micro interventi che non dovrebberoPag. 139essere presenti in una Legge finanziaria. Auspico per i prossimi anni che si possa continuare nel percorso intrapreso di maggiore utilizzo del disegno di legge di bilancio o delle vie amministrative per individuare le risorse necessarie a soddisfare richieste di tipo particolaristico.
Le iniziative della Commissione Bilancio non alterano l'impianto della manovra impostata dal Governo. Come ho più volte sottolineato, il dibattito parlamentare ha permesso di porre l'accento su istanze sociali ed economiche cui il Governo, nella prima stesura del documento, non aveva forse posto l'adeguata attenzione.
Tra queste, avrei voluto vi fosse anche una estensione al 2010 delle risorse necessarie per finanziare il 5 per mille. Il testo della Finanziaria approvato dal Consiglio dei Ministri prevedeva l'aumento da 250 milioni a 400 milioni dello stanziamento per l'anno 2008, adeguando sostanzialmente l'importo a quello già previsto per l'anno 2007 dopo che tali risorse erano state azzerate dal Governo precedente. Con uno sforzo finanziario rilevante, un emendamento del Governo presentato in Commissione bilancio del Senato stanziava 100 milioni di euro per il 2009. Credo sia necessaria una riflessione se vi siano interventi a cui si può rinunciare per finanziare anche il 2010 e dare stabilità alle risorse per il 5 per mille.
La manovra di bilancio uscita dalla Commissione è coerente con gli obiettivi di finanza pubblica. Il rigore dei conti pubblici ed il rispetto delle regole del gioco sono le condizioni sine qua non della discussione parlamentare e rappresentano un compito fondamentale del Ministro dell'economia. A questo proposito, come sottolineato dal Sottosegretario Sartor in Commissione, il Governo si riserva - nel corso dei lavori in Assemblea - una valutazione sulla correttezza della stima degli oneri e dell'adeguatezza delle coperture e delle compensazioni relativamente ad alcune disposizioni su cui l'esame della Commissione non è stato sufficientemente approfondito per mancanza di tempo.
Mi soffermo infine su alcune questioni specifiche sollevate durante il dibattito.
All'onorevole Verro, che suggerisce una modifica dei Regolamenti parlamentari disciplinanti la sessione di bilancio, non posso che confermare la mia personale disponibilità. Mi permetto di rinviare al mio intervento alla Commissione Bilancio (di cui egli è autorevole membro) del 13 febbraio 2007: da allora il Governo ha operato la riclassificazione del bilancio, ha presentato un bilancio e una finanziaria per missioni, ha avviato la spending review, ha pubblicato il Libro verde sulla spesa pubblica. Sulla modifica dei Regolamenti - materia di esclusiva competenza del Parlamento - passi avanti sarebbero utilissimi e sono ormai maturi.
L'onorevole Milana lamenta che alla riduzione dei costi della politica contribuiscano solo i consiglieri comunali. Mi permetta di non essere d'accordo: le norme sono molte e complesse, hanno superato resistenze burocratiche e chiamano tutti - amministratori locali e del Governo centrale - a contribuire al contenimento dei costi.
L'onorevole La Malfa si chiede che cosa faccia la finanziaria per lo sviluppo. Una domanda forse retorica, a cui risponderei così: in primo luogo, non è una finanziaria che può risolvere un problema strutturale di bassa crescita, problema per la cui soluzione il ruolo della politica economica è comunque centrale ma non risolutivo. In secondo luogo ricordo quattro linee di fondo messe in atto dal Governo: liberalizzazioni, semplificazione fiscale, investimenti infrastrutturali, riduzione dell'aliquota marginale di prelievo sulle imprese. Se solo si fosse proceduto seriamente lungo queste linee nella passata legislatura, forse non soffriremmo oggi di un divario di crescita rispetto agli altri partners europei.
L'onorevole Schietroma non è soddisfatto di ciò che la finanziaria prevede per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro dei collaboratori a progetto. Ricordo però che proprio la Commissione bilancio ha introdotto un sistema sperimentale per riqualificare tali lavoratori. Auspico che vi siano seri controlli e valutazioni del programma per poter poiPag. 140decidere, con dati fattuali, se estendere o meno la sperimentazione. In questo campo il confine tra lo spreco di risorse e l'effettiva efficacia dell'intervento non è ancora marcato con chiarezza.
L'onorevole Pelino critica questa finanziaria per essere «contro le donne». Mi sembra una estremizzazione ingenerosa. Ricordo l'importante norma che equipara il figlio adottivo a quello biologico per ciò che concerne il diritto al congedo di maternità e la destinazione di ingenti risorse per asili nido stabilita dalla Commissione bilancio.
L'onorevole Garavaglia teme che il rallentamento del ciclo economico e gli effetti sulle entrate siano sottovalutati. Assicuro che il Governo ha tenuto conto di tutti gli elementi disponibili e ha fatto stime prudenti del tasso di crescita dell'economia per il prossimo anno. A fronte del peggioramento del contesto internazionale - relativamente all'andamento del prezzo del petrolio, del cambio dollaro/euro e delle turbolenze sui mercati finanziari - le stime contenute nel DPEF per il 2008 sono state prudenzialmente riviste al ribasso (dall' 1,9 per cento del DPEF all' 1,5 per cento della nota di aggiornamento al DPEF a fine settembre). Le previsioni della Commissione europea per il 2008 - basate su un set informativo maggiore in quanto rese disponibili un mese dopo la Relazione previsionale e programmatica - confermano sostanzialmente le nostre.
All'onorevole Giudice, che auspica la fine della legge finanziaria, ricordo i miei interventi presso la Commissione di cui egli è membro. Lo invito a lavorare con noi nei prossimi mesi per porre nuovamente al centro della politica economica il Bilancio dello Stato.
Signor Presidente, onorevoli deputati, la legge finanziaria quest'anno non si discosta dal destino delle precedenti: quello di essere criticata nella fase della discussione parlamentare. Quest'anno ho sentito più voci: c'è chi la considera di eccessivo rigore e chi invece la considera poco attenta alla tenuta dei conti pubblici. In quest'aula ho sentito molti interventi dell'opposizione chiedere al contempo più spese, meno tasse ed un risanamento più rapido. Devo però deludervi: al mio arrivo al Ministero dell'economia non ho trovato, dimenticata da qualche mio predecessore, nessuna bacchetta magica. Ho rinvenuto soltanto un deficit pubblico superiore al 4 per cento del PIL ed un debito in aumento.
Il fatto che vi siano critiche ed opinioni così divergenti fa supporre che sia stata almeno tentata una corretta sintesi delle diverse istanze ed esigenze del Paese. La politica economica di un Governo va valutata nel medio lungo periodo: il percorso di legislatura delineato nel primo DPEF presentato da questo Governo compie, con questa legge finanziaria, un ulteriore, importante passo.