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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1817 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008) (Approvato dal Senato) (A.C. 3256-A) (ore 16,07).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Emendamento 23.1000 del Governo - A.C. 3256-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'emendamento 23.1000 del Governo (Vedi l'allegato A - A.C. 3256
sezione 1), con annesse tabelle, interamente sostitutivo dell'articolo 23 del testo e soppressivo degli articoli da 24 a 134-bis, sulla cui approvazione senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per lasciare agli atti anche la posizione del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, su questo ulteriore maxiemendamento su cui è stata posta la questione di fiducia.
Chiedo quindi che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Barani, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, non consegnerò il mio intervento, ma lo svolgerò in questa sede per la semplice ragione che intendo far sì che anche la voce dei Radicali de La Rosa nel Pugno rimanga agli atti in questa occasione, così importante, del voto di fiducia sul disegno di legge finanziaria (Applausi dei deputati Leone e Volontè).
Intendo subito preannunciare il voto favorevole sulla fiducia dell'intero gruppo de La Rosa nel Pugno su questo secondo maxiemendamento, e i Radicali lo esprimeranno anche a prescindere dal contenuto di questo disegno di legge finanziaria.
Quando abbiamo determinato l'alternanza al Governo, facendo vincere la coalizione guidata da Romano Prodi, e quando abbiamo lavorato per la durata di questo Esecutivo, avevamo compreso che queste erano condizioni essenziali per la scomposizione di un quadro politico basato sulle due grandi coalizioni di centrodestra e di centrosinistra.
È un processo in corso che deve proseguire. Da questa crisi, da questa scomposizione degli schieramenti è possibile che si determini un sistema politico diverso, che consenta di adottare quelle riforme liberali dell'economia, della giustizia, delle istituzioni e delle libertà civili che erano e sono rese impossibili dalla precedente, ingessata configurazione dell'assetto politico, che si sta scompaginando.
Detto questo, non posso né voglio tacere i risultati importanti che, anche grazie all'impegno nostro e del Ministro Emma Bonino, sono stati portati a casa in questo anno e mezzo di legislatura.
Anzitutto, il commercio estero registra segni positivi che non si erano visti in precedenza: dopo la Germania, siamo il Paese che cresce di più nel commercio internazionale, malgrado l'euro forte.
Certamente parte del merito è da attribuirsi all'impresa italiana, che negliPag. 42anni scorsi si è ristrutturata. Ma il merito è anche degli investimenti e delle azioni del Ministro Bonino e dell'Esecutivo tutto, senza scordare che la tempestiva iniziativa di Emma Bonino, prima dell'estate, concernente il Protocollo sul welfare, ha consentito un accordo assai più riformatore di quanto avremmo altrimenti avuto.
Il Governo, nel travagliato iter di questo Protocollo sul welfare, ha costantemente trovato, infatti, nei Radicali de La Rosa nel Pugno e nei Socialisti una sponda autenticamente riformatrice e propositiva, a vantaggio delle categorie neglette del nostro vecchio Welfare State, difeso inspiegabilmente, a nostro avviso, da componenti politiche che si definiscono di sinistra.
A ciò si aggiungono importanti battaglie vinte o che stanno per essere vinte, come quella sulla moratoria universale della pena capitale all'ONU, che vedrà tra qualche giorno una scadenza decisiva.
Non voglio, però, nascondere alcuni elementi di perplessità sul disegno di legge finanziaria, che non si limitano al tanto che non c'è e che avrebbe potuto esserci, come dicono in tanti. Mi riferisco al modo con cui si è svolta e conclusa nei giorni scorsi la vicenda degli autotrasportatori. Radicali e Socialisti de La Rosa nel Pugno sono ben consapevoli che il settore ha bisogno di profondi mutamenti strutturali, essendo dominato da una ormai insostenibile competizione economica al ribasso nei confronti della sicurezza stradale e di quella degli autotrasportatori stessi, in condizioni di assoluta illegalità, cui si cerca malamente di far fronte con contributi economici pubblici.
Come radicale affermo che lo sciopero degli scorsi giorni degli autotrasportatori si è svolto con modalità inaccettabili, che però sembrano essere le sole a portare risultati alle categorie di lavoratori che sono in grado di metterle in pratica, incoraggiando così azioni sempre più dure e illegali. Ma ancora di più a sconcertare è stato il modo con cui la Presidenza del Consiglio dei ministri ha chiuso la vertenza, con almeno 30 milioni di euro, di cui 10 stornati dai fondi per l'emittenza privata. Ricordo che vi è una legge dello Stato, mai modificata dal Parlamento, che assegna alle emittenti private televisive denaro che in parte non è mai stato erogato e quei 10 milioni di euro erano solo una piccola parte di tali fondi, dovuti per compensare gli effetti dell'incredibile e inaccettabile duopolio italiano nel mercato pubblicitario televisivo.
Molte società radiotelevisive private avranno difficoltà a far fronte alle spese e ciò perché non sono in grado, come altre categorie, di scioperare prendendo in ostaggio gli italiani. Inoltre, tale vicenda rafforza ulteriormente il duopolio esistente. Insomma, abbiamo assistito ad una vicenda che non fa bene al Paese.
In ultimo, anche se quest'anno l'iter del disegno di legge finanziaria è stato meglio gestito - fino ad ora - rispetto a quanto avvenuto lo scorso anno, permane immutata l'esigenza e l'urgenza di una riforma delle procedure di bilancio attuali che marginalizzano l'Esecutivo e sembrano fatte apposta per dare molto potere alle lobby, come è accaduto anche quest'anno. È necessario che coloro che sono eletti dagli italiani e soprattutto che sono responsabili delle scelte nei loro confronti riprendano in mano il controllo della sessione di bilancio.
Spero che questa non rimanga solo l'ennesima promessa mancata di ogni legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fitto. Ne ha facoltà.
RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, il mio intervento ha un obiettivo ben preciso e mira a richiamare l'attenzione del Parlamento su un tema che rischia di essere totalmente dimenticato, anche se alcuni organi di informazione fortunatamente nelle ultime ore lo hanno riportato all'attenzione dell'opinione pubblica.
Intendo svolgere alcune considerazioni e richiedere anche l'attenzione di qualche distratto deputato e rappresentante del Governo che svolge la propria azione nel Mezzogiorno d'Italia, in ordine alle azioni e agli interventi che il Governo ha condotto in quell'area.Pag. 43
Desidero citare tre episodi prima di fare alcuni esempi chiari, approfittando anche dell'occasione fortunata di avere in questa sede il Presidente del Consiglio dei ministri. È stato siglato, all'inizio dell'attuale legislatura, un documento fra il Governo e le otto regioni del Mezzogiorno. Vorrei sapere, signor Presidente, quale attuazione concreta abbiano avuto i contenuti di quel documento nell'anno e mezzo abbondante di Governo che lei ha presieduto.
Inoltre, nei giorni appena trascorsi, lei ed alcuni autorevoli rappresentanti del Governo, a Napoli, avete rilanciato il tema del Mezzogiorno, citando ancora una volta l'utilizzo delle risorse comunitarie quale unica opportunità e reclamizzandola come un risultato positivo del Governo, mentre sapete benissimo che non è così.
Lo scorso anno abbiamo discusso, in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria, in ordine all'impatto delle disposizioni sul Mezzogiorno. Abbiamo discusso in merito ad una legge finanziaria (quella dello scorso anno) che prevedeva il credito d'imposta, la riduzione differenziata del cuneo fiscale, l'introduzione delle zone franche, la programmazione settennale del FAS. Questi erano i quattro obiettivi sbandierati dinanzi all'Assemblea.
Dopo aver ridotto in modo drastico le risorse assegnate al Fondo per le aree sottoutilizzate, rinviandolo al 2010, questo Governo a distanza di un anno dalla scorsa legge finanziaria, si presenta con tutte tali questioni puntualmente inattuate. È evidente, infatti, che la riduzione del cuneo fiscale è stata autorizzata dalla Commissione europea solo poche settimane fa, a distanza di un anno dal suo inserimento, e che le zone franche urbane non sono neanche state perimetrate, mentre quest'anno la farsa ripropone la stessa entità finanziaria dello scorso anno.
La stabilizzazione del credito di imposta, la cosiddetta «Visco sud», non è mai partita e non potrà partire prima del 2009, essendosi ancora in attesa del via libera della Commissione europea. Mi si dirà che si attende il parere dell'Unione europea: dopo oltre un anno ancora non sappiamo quali sono gli interventi e, soprattutto, cosa questo Governo ha fatto nei confronti dell'Unione europea per avere una risposta!
Di fronte a tale quadro desolante, emerge in modo molto chiaro che da parte nostra non può che esservi un obiettivo nella presente occasione: far tornare l'attenzione su un tema che rischia di essere sempre più dimenticato.
Abbiamo la necessità che su tali questioni il Governo possa evitare le scelte che in queste ultime ore, anche con il maxiemendamento in discussione, ripropone all'attenzione degli italiani.
Il Governo ha deciso di ridurre di 630 milioni di euro - come riportano importanti quotidiani - la dotazione finanziaria a copertura del credito di imposta e di ridurre ancora una volta il FAS (il Fondo per le aree sottoutilizzate), che è diventato oramai il conto corrente del Governo, utilizzato anche quest'anno come un bancomat, così come accaduto già lo scorso anno.
Se occorrono le risorse per acquistare due Canadair, cosa fa il Governo? Presenta un emendamento che ne stabilisce il prelievo dal FAS. Se serve riproporre la farsa dei 500 milioni di euro già promessi lo scorso anno per le strade della Calabria e della Sicilia, cosa fa il Governo? Ripropone la misura, ricavando le somme dal FAS. Tutti gli interventi che in questa direzione possono essere finalizzati ad un'ipotetica risposta da parte del Governo vengono meno.
Penso che vi sia bisogno in quest'aula di una riflessione serena, ma soprattutto di una riflessione decisa. Questo Governo non ha avuto la capacità di ottenere le risposte necessarie neanche per dare attuazione alle norme previste dalla legge finanziaria dello scorso anno. Questo Governo utilizza gli interventi nel Mezzogiorno come un metodo di composizione delle esigenze in ordine ad altri settori di intervento e ad altri argomenti. Ma soprattutto - ciò che più preoccupa - non esiste alcuna strategia. Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un tour del Ministro Bersani in giro per le regioni del sud, nel corso del quale egli ha raccontato qualiPag. 44potevano essere i benefici e i grandi interventi nel Mezzogiorno. Sono questi gli interventi, e purtroppo temiamo che ancora una volta assisteremo oggi ad alcune assicurazioni da parte del Governo (magari anche infastidite, solo perché qualcuno sta affermando cose ovvie, scontate ed inutili forse per qualcuno), che sicuramente ci porteranno nel prossimo anno - mi auguro con un Governo diverso - a discutere in quest'aula dell'incapacità di attuare le norme previste anche nel disegno di legge finanziaria in discussione.
Mi auguro allora - e concludo - che vi possa essere anche un sussulto da parte dei deputati del Mezzogiorno di quest'Assemblea, anche appartenenti ai partiti politici dell'attuale maggioranza, e che vi possa essere un luogo all'interno del quale potersi confrontare e poter fermare un'azione mirata e tesa ad escludere in modo scientifico dalle misure di intervento e da un minimo di attenzione un'area importante del Paese.
Mi auguro che non vi sia un silenzio imbarazzato da parte di chi oggi deve votare la fiducia, consapevole che il provvedimento e la manovra finanziaria in esame recano un danno al territorio che ognuno di loro rappresenta.
È per questo che noi lanciamo una proposta: il voto non può che essere ancor di più e decisamente contrario a questo metodo e a questo provvedimento. Ma l'augurio è che vi siano altri deputati di altre regioni d'Italia e di altri partiti politici che a partire da gennaio abbiano almeno il coraggio di rappresentare di fronte al Governo su tali questioni - attraverso una mozione o quant'altro l'Aula riterrà opportuno - una situazione che non è più tollerabile, che merita attenzione e per la quale ci attiveremo con forza e decisione per fermare una deriva che è contro il Mezzogiorno d'Italia [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni]!
PRESIDENTE. Domando scusa: è in corso una breve pausa determinata dal fatto che si sta svolgendo un controllo poiché può esservi un errore tipografico nel testo. Procederemo con la votazione fra qualche minuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, intervengo per rinnovare la totale sfiducia per questa manovra e complessivamente per l'azione del Governo in tutti questi 18 mesi di attività. Siamo di fronte ad una situazione a dir poco scandalosa: tre voti di fiducia sul disegno di legge finanziaria. Ciò consegnerebbe un dato straordinario non al guinness dei primati ma, credo, all'indecenza politica.
La sua conduzione, signor Presidente, dovrebbe essere super partes poiché lei è Presidente di tutti i parlamentari: avrebbe dunque il dovere, in questa sua funzione e ruolo, di rilevare l'inconsistenza di questa maggioranza e della capacità del Governo di procedere nelle azioni più rilevanti della sua attività politica, cioè quelle legate alla manovra finanziaria.
Nella nazione vi è un totale disorientamento, non solo dentro quest'Aula ma anche fuori di essa: fuori, vi è una rottura completa del dialogo fra il Governo e le parti sociali (categorie produttive e lavoratori); dentro, assistiamo allo spettacolo indecente di tre voti di fiducia, il che - credo - costituisce un precedente nell'esperienza politica repubblicana che meriterebbe veramente di essere rilevato non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale.
Auspicheremmo che la legislatura e il Parlamento non fossero consegnati all'indignazione generale dei cittadini e della nazione: La Destra chiede dunque a lei, signor Presidente, un sobbalzo di dignità affinché rilevi che non vi sono le condizioni per procedere oltre e torni così finalmente al popolo sovrano la possibilità di votare e perciò di decidere nuovamente dei destini dell'Italia.
Rinnoviamo, quindi, la nostra sfiducia al Governo e chiediamo al Presidente che non faccia semplicemente il notaio, ma rilevi nel merito l'incapacità e l'inconsistenzaPag. 45di questa maggioranza, che si presenta nuovamente in maniera indegna di fronte ai cittadini e alla nazione.
PRESIDENTE. Vale quanto affermato in precedenza (Commenti).
Ho già spiegato, infatti, che c'è un problema tecnico che non sono in condizione di risolvere, neanche con la mia autorevolezza politica. La prego di credermi.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, per un atto di trasparenza assoluta nei riguardi dell'Aula, voglio avvertire che mi è stato riferito che, per un mero errore materiale, non risultano riportate nell'allegato A al resoconto della seduta di ieri alcune correzioni che sono state trasmesse dal Governo, in particolare sul comma 36 del maxiemendamento che stiamo esaminando (Commenti del deputato Elio Vito).
PRESIDENTE. Si tratta di un errore materiale, lo esponga.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. È un mero errore materiale che fa riferimento sostanzialmente alla dizione «di intesa con lo Stato» (Commenti)...
PRESIDENTE. Dica semplicemente dove ieri è saltato il testo.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. L'errore materiale riguarda l'allegato A al resoconto - lo ripeto -, in cui non è riportata la trascrizione delle integrazioni, già distribuite in Commissione, al comma 36 del maxiemendamento, che non modificano assolutamente il contenuto dello stesso.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, ci sono in questo Parlamento, sia alla Camera che al Senato, dei precedenti in base ai quali non è stato possibile correggere degli errori formali dei quali ci si era accorti.
Narro una storia: uno di questi precedenti, ad esempio, Presidente, riguarda la famosa questione dei seggi al Senato, che ha dato luogo a tanti ricorsi: un errore di «taglia e incolla», non dovuto a nessuna volontà politica, che ha creato quello che ha creato. Anche per quanto riguarda le leggi finanziarie e le questioni di fiducia, non è stato mai consentito - ripeto: mai - che nel corso della votazione il Governo apportasse delle correzioni.
Pertanto, ritengo che o il comma 36 è identico a quello sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia ieri oppure, se cambia il comma 36, il Governo pone ora la questione di fiducia sul nuovo testo e la votiamo domani.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Non è così!
ELIO VITO. Ne abbiamo già viste tante, Presidente, per dover ancora subire altri schiaffi e altre vergogne, come quelle alle quali dovremmo assistere adesso (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Lega Nord Padania e Misto-La Destra).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, innanzitutto invidio i colleghi che hanno capito di cosa si tratta. Il presidente della Commissione ha ripetuto tre volte che c'è un errore materiale: sarà un errore di trascrizione, tecnico, non capisco cosa significhi errore materiale. Signor Presidente, ci faccia una cortesia: legga lei il testo e chiarisca cosa diceva il precedente testo, e cosa dice il nuovo, almeno capiamo di cosa si tratta.
Inoltre, sono d'accordo con il collega Elio Vito: se c'è un testo modificato, deve tornare in Commissione e comunque nonPag. 46si può votare in questo momento. Si potrebbe passare al terzo testo su cui è stata posta la fiducia e rinviare questo a quando la Commissione avrà vagliato il contenuto sul quale si sta chiedendo questa modifica.
Signor Presidente, lei è molto severo sul rispetto delle formalità, però poi, nella sostanza, non riprende il Governo, che sta prendendo in giro la Presidenza e tutta la Camera dei deputati (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-La Destra, Forza Italia e Lega Nord Padania)!
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Do ora la parola al deputato Volontè, perché l'aveva chiesta prima; devo dire, però, che si sta discutendo su una questione che è stata mal posta; quindi, dopo l'intervento del presidente Volontè ripeterò la precisazione.
Prego, deputato Volontè, ha facoltà di parlare.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, mal posta o ben posta che sia la questione, ci troviamo di fronte a una modifica in corso d'opera; la definisco così per non ripetere ciò che ha affermato il collega Elio Vito.
Tra l'altro, siamo tutti consapevoli dell'irritualità di questa eventuale correzione materiale, considerato che ieri e l'altro ieri abbiamo trascorso intere giornate ad aspettare l'elaborazione del testo da parte del Governo, sul quale vi deve essere stato una sorta di errore di scrittura.
Signor Presidente, ricordo al Governo (non c'è bisogno di ricordarlo a lei), che più volte si è votato un testo, che poi è stato corretto con il cosiddetto decreto mille proroghe. Così accadrà, per bocca del Ministro Chiti, anche per altri provvedimenti che voteremo successivamente. Considerato che il Governo e noi siamo stati convocati in quest'Aula per votare - è già in corso, infatti, la seconda votazione sui maxiemendamenti relativi al disegno di legge finanziaria - se vi è un errore, verrà corretto con il cosiddetto decreto mille proroghe, fra tre giorni, non fra tre anni!
PAOLO CIRINO POMICINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prima di darle la parola, però, vorrei solo precisare di che si tratta: nella stampa dell'allegato A al resoconto di ieri è saltata un'espressione. Il Governo ha posto la questione di fiducia sul testo corretto ed integrale, che è stato distribuito alla Commissione bilancio e all'Aula. Lo ripeto: il testo su cui il Governo ha posto la questione di fiducia è stato distribuito correttamente alla Commissione e all'Aula. Nella riproduzione tipografica del testo è saltata un'espressione e, per correttezza, il presidente Duilio ha dato atto di questo errore nella trascrizione, che non è nel testo che è a disposizione dell'Aula e della Commissione (Commenti del deputato Elio Vito).
Deputato Cirino Pomicino, è convinto di questa formulazione?
PAOLO CIRINO POMICINO. Signor Presidente, volevo soltanto affermare - essendo fuori da ogni sospetto in ordine alla fiducia al Governo, che sfiducio ancora una volta - che la Commissione bilancio ha esaminato il testo trasmesso dal Governo, che recava le parole: «d'intesa con lo Stato (...) e la soppressione o il riordino». È la trascrizione del testo per l'Aula che manca di questo tipo di verifica, ma la Commissione bilancio si è espressa sul testo presentato dal Governo sul quale lo stesso ha posto la questione di fiducia.
Lo dico, onorevole Elio Vito, onorevole Volontè, soltanto perché la Commissione bilancio si è espressa su tale questione; credo, perciò, che dovremmo rimanere concordi sul lavoro svolto dalla Commissione bilancio. Quindi, la mia proposta è di registrare che è avvenuto un errore meramente materiale nella trascrizione del testo per l'Aula, avendo la Commissione di merito espresso il parere sul testo corretto presentato dal Governo, che naturalmente non merita la fiducia, ma che non merita neanche di rinviare a domani la seconda votazione.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
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PRESIDENTE. Do la parola al deputato Elio Vito per l'ultimo intervento sull'argomento, sul quale poi prenderò una decisione, perché la questione è sufficientemente chiara, considerata anche la precisazione fatta dal deputato Cirino Pomicino, che ringrazio.
Prego, deputato Elio Vito, ha facoltà di parlare.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento. Lei ha chiarito una situazione, ma non ha chiarito la situazione, perché tutti abbiamo un po' di esperienza e sappiamo che anche in passato è accaduto che vi fossero errori di stampa e correzioni formali, anche dopo che era stata posta la questione di fiducia. Tuttavia, signor Presidente, di tali errori formali è sempre stata data lettura all'Aula prima che iniziassero le operazioni di voto, ossia prima che iniziassero le dichiarazioni di voto. In questo caso, le dichiarazioni di voto sono già iniziate e questa fase è ormai unita alle operazioni di voto, per cui dobbiamo votare il testo sul quale sono iniziate le dichiarazioni di voto. Signor Presidente, non troverà alcun precedente della scorsa legislatura in cui di queste correzioni formali non sia stata data lettura prima che iniziassero le operazioni di voto.
La mia seconda osservazione, signor Presidente, è la seguente: visto che lei ha chiarito all'Aula qual è stato il tipo di errore, io spiegherò quali sono le parole che stranamente sono saltate, perché anche noi che stavamo nella Commissione bilancio abbiamo una certa difficoltà a riscontrarci con quanto è stato affermato.
Stiamo parlando di tre parole che nel testo originario non vi erano e che ora, invece, il presidente Duilio aggiunge: «di intesa con le regioni». Riteniamo che queste paroline: «di intesa con le regioni» non siano un mero errore formale.
ANTONIO BORGHESI. Non sai neanche di cosa parli!
PIERLUIGI CASTAGNETTI. C'erano nel testo originale!
ELIO VITO. Allora, sentiamo i colleghi della Commissione! Queste parole comportano, signor Presidente, semplicemente una conseguenza: se la legge è costituzionale o meno, ovvero se si opera di intesa o meno tra lo Stato e le regioni.
Credo, quindi, signor Presidente, che non sia un aspetto meramente formale, ma sostanziale. Comunque, signor Presidente, ripeto che le dichiarazioni di voto erano iniziate e ciò preclude la possibilità che si cambi il testo in corso d'opera. Vogliamo fare iniziare da capo le procedure di voto? Iniziamo di nuovo le dichiarazioni di voto, così da rimettere l'Aula nelle condizioni nelle quali era in passato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Deputato Elio Vito, ha esposto chiaramente la sua tesi, ma insisto a sostenere che tecnicamente non ha fondamento, in quanto si tratta di un errore tipografico. Come è stato detto autorevolmente sia dal presidente della Commissione, sia dal deputato Cirino Pomicino (che cito perché, essendosi espresso ripetutamente per la sfiducia al Governo, non può essere sottoposto a qualche legitima suspicione vi è un evidente parere pro veritate.
Siamo di fronte ad un testo presentato dal Governo alla Commissione, su cui la Commissione ha operato ed è il testo su cui viene chiesta la fiducia. Vi è stato un errore tipografico, ma la Commissione e l'Aula hanno discusso avendo come base il testo precedente.
Lei ha fatto riferimento ai precedenti e le posso dire che nella seduta del 20 luglio 2005, nella stessa condizione, vi sono state le dichiarazioni di voto; successivamente il relatore ha chiesto di effettuare una precisazione, ha fornito la dimostrazione di un errore nello stampato del disegno di legge e su questa base si è prodotta la votazione, esattamente nella stessa condizione di oggi.
Quindi, passiamo alla votazione sulla questione di fiducia. Indico la votazionePag. 48per appello nominale sull'emendamento 23.1000 del Governo, con le annesse tabelle (Commenti)...
ELIO VITO. Ci sono le dichiarazioni di voto!
PRESIDENTE. Naturalmente, vi sono le dichiarazioni di voto. Se chiede di parlare per dichiarazione di voto, può parlare. (I deputati Salerno e Buontempo espongono cartelli recanti rispettivamente la scritta: «Vergogna» e «Ladri di legalità»).
Invito i deputati a togliere i cartelli, altrimenti dovrò chiedere l'intervento dei commessi. Chiedo ai commessi di togliere i cartelli (I commessi ottemperano all'invito del Presidente).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zorzato. Le faccio notare che la dichiarazione di voto è già stata svolta per il gruppo di Forza Italia dal deputato Fitto. Tuttavia, eccezionalmente, le do la parola.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, la ringrazio per il fatto che cortesemente mi dà la parola, visto che durante i lavori della Commissione bilancio, a seguito della richiesta di tutta l'opposizione di avere un incontro con lei (dopo trenta ore che la Commissione non si riuniva, perché la maggioranza era impegnata in incontri informali per trovare accordi sul testo), lei non ci concesse l'incontro. Ricorderà che l'abbiamo chiamata a tarda ora, a mezzanotte e venti dopo una lunga giornata. I suoi uffici lo potranno testimoniare. Lei prima stava dormendo, poi no, ma non ha importanza.
Visto che oggi non ci consente di tornare in Commissione...
PRESIDENTE. Deputato Zorzato, lei sa che tale questione è stata chiarita con reciproca soddisfazione con coloro che mi avevano chiesto di parlare; avevo detto al presidente Duilio di cercarvi. Era semplicemente esplicativo.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, io ero là e devo dirle che non ho constatato questa reciproca soddisfazione. Sono il capogruppo di Forza Italia in Commissione bilancio e quindi, come membro dell'opposizione, ritengo che lei debba chiedere a me - non ad altri - se ho avuto soddisfazione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Misto-La Destra).
Ciò detto, credo sia opportuno, con molto rispetto nei confronti del collega Cirino Pomicino, che sul merito della questione sia la Commissione bilancio a decidere se il testo esaminato sia o meno corrispondente a quello giusto e se si tratti di un errore formale oppure no: non deve essere il collega Cirino Pomicino a dire al Presidente se sia d'accordo o meno sul testo.
Poiché ritengo giusto, al di là dell'ordine dei lavori, tornare in Commissione per verificarne l'opportunità - in merito al Regolamento è già intervenuto il presidente Elio Vito - invito il mio gruppo (se esco da solo, sarebbe poco influente) ad abbandonare i lavori per il secondo voto sulla fiducia: chiedo ai miei colleghi, pertanto, di non votare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Misto-La Destra).
PRESIDENTE. Siccome tutto si può affermare tranne che la Presidenza non sia stata rispettosa dei diritti di tutti i parlamentari, al fine di fugare ogni dubbio, prego il Comitato dei nove di riunirsi per dieci minuti (Commenti) per poter fornire una risposta univoca. Preferisco rallentare i lavori, ma non lasciare a nessuno il sospetto che vi sia un qualche arbitrio.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 20,45, è ripresa alle 21,20.
PRESIDENTE. Come sapete, colleghi, è stato dato modo al Comitato dei nove di riunirsi. Chiedo dunque al presidente Duilio se sia stata verificata la situazione.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Sì, signor Presidente.
MARINO ZORZATO. Chiedo di parlare.
Pag. 49PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, l'opposizione - o quanto meno il mio gruppo - non è soddisfatta dei chiarimenti emersi in sede di Comitato, ma non intendo disturbare i nostri lavori e pertanto non aprirò, al riguardo, una discussione per spiegare i nostri motivi. Credo, tuttavia, che i membri del Comitato, con i quali abbiamo condiviso questi tre quarti d'ora, li abbiano ben compresi.
PRESIDENTE. A fronte di questa posizione ufficiale, di cui la ringrazio, vorrei effettuare una precisazione, che considero definitiva.
Nella seduta di ieri, ho esattamente precisato l'oggetto della discussione allorché ho fatto presente che le correzioni di carattere tecnico ai testi depositati, trasmesse dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, erano state ammesse in conformità ai precedenti e, dunque, dovevano intendersi apportate ai testi depositati. I testi sono stati, quindi, trasmessi alla Commissione bilancio. Su tale oggetto, così definito e conosciuto, il Governo ha posto la questione di fiducia. Essendo saltata, in sede di stampa sull'allegato A al resoconto della seduta di ieri, una parte del testo, come sopra definito, dell'emendamento 23.1000, il presidente Duilio, correttamente, per evitare qualsiasi equivoco, ha inteso precisare tale situazione prima del voto.
La Presidenza, a fronte di proteste, ha chiarito gli esatti termini della situazione, anche citando un precedente della scorsa legislatura, in cui la determinazione di errori tipografici - perché di questo si tratta - è avvenuta tra le dichiarazioni di voto e il voto. A questo punto, non vi è spazio per un ulteriore dibattito, anche perché il Comitato dei nove ha avuto modo di verificare la situazione, come richiesto, con le precisazioni che abbiamo ascoltato.
Non pretendo, dunque, che tutti siano convinti e soddisfatti delle spiegazioni, ma la Presidenza ha agito in modo trasparente e oggettivo, a tutela della chiarezza del procedimento. I testi sono stati regolarmente distribuiti ieri e, dunque, per la Presidenza, la situazione è chiarita.