Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Informativa urgente del Governo sull'emergenza rifiuti in Campania (ore 15,05).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sull'emergenza rifiuti in Campania.
Secondo quanto stabilito a seguito della Conferenza dei presidenti di gruppo del 7 gennaio 2008, avverto che, dopo l'intervento del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per dieci minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo misto.
(Intervento del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, signori deputati, innanzitutto voglio sottolineare che le critiche avanzate per l'assenza del Presidente Prodi alla seduta odierna non sono né giuste, né fondate. Il Presidente è impegnato in prima persona nell'emergenza che si è determinata e in questo momento sta presiedendo una riunione operativa ed urgente con i rappresentanti delle regioni e delle amministrazioni locali per definire... (Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia).
Pag. 2TEODORO BUONTEMPO. Non accettiamo questo Ministro.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, lasciate parlare il Ministro... c'è il Ministro per i rapporti con il Parlamento, che rappresenta il Governo.
TEODORO BUONTEMPO. Vogliamo il Ministro dell'ambiente (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la prego di lasciar parlare il Ministro.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. I presidenti dei gruppi hanno chiesto un'informativa al Governo e il Governo la sta dando. Se lei è interessato bene, se vuol fare solamente strumentalizzazione politica la faccia.
TEODORO BUONTEMPO. O il Presidente del Consiglio o il Ministro competente. Prodi dov'è?
MARCO BOATO. Perché Buontempo fa il peripatetico in aula?
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, le ha appena risposto il Ministro per i rapporti con il Parlamento. Onorevoli colleghi, lasciate parlare il Ministro (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale e del deputato Buontempo).
Onorevole Buontempo, la prego di accomodarsi. È competenza del Ministro rappresentare il Governo e questa è un'informativa del Governo. Tutti i membri del Governo rappresentano il Governo, e i colleghi lo sanno molto bene.
Ministro Chiti, la prego di proseguire.
RICCARDO PEDRIZZI. Prodi dov'è, sulla neve?
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Forse se ci ascoltiamo si può anche, successivamente, polemizzare nel merito. Stavo dicendo che il Presidente del Consiglio è impegnato in prima persona in ordine all'emergenza che si è determinata, e in questo momento sta presiedendo una riunione operativa ed urgente con i rappresentanti delle regioni e delle amministrazioni locali per definire i termini del contributo che su base volontaria queste istituzioni potranno assicurare. Non vi è, quindi, nessuna sottovalutazione del ruolo del Parlamento (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
CARLO CICCIOLI. Sospendiamo!
PRESIDENTE. Onorevole Ciccioli, la prego di lasciar parlare il Ministro. Il Ministro è venuto a seguito della Conferenza dei presidenti di gruppo, nella quale è stata chiesta un'informativa urgente. Il Governo, inoltre, è rappresentato dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo ha, invece, immediatamente e doverosamente accolto la richiesta di informativa e non ha ritenuto di chiedere alcun rinvio in relazione agli impegni ineludibili di questi giorni, alcuni dei quali legati a questa stessa vicenda.
Si può polemizzare su tutto, ma non mi sembra sostenibile che il Presidente del Consiglio non si sia assunto in prima persona la responsabilità di decisioni in merito alla vicenda: tali decisioni ci sembrano forti e giuste. Naturalmente, è confermata la disponibilità dei Ministri competenti e dello stesso Presidente del Consiglio - qualora se ne ravvisi la necessità - a informare il Parlamento sugli sviluppi della situazione, già nel corso delle prossime settimane. Lo stesso Commissario De Gennaro, ovviamente dopo un certo periodo dall'assunzione del suo incarico, potrà riferire alle Commissioni competenti.
MICHELE TUCCI. Dov'è il Governo? Dov'è il Ministro Pecoraro Scanio?
Pag. 3
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Ribadisco, pertanto, che, a mio avviso, non è questo il momento delle polemiche: il Governo non intende sottovalutare la gravità di quanto sta avvenendo in Campania, ma proprio per tale motivo ciò che adesso conta è agire, con l'obiettivo immediato di risolvere il problema. Le misure assunte con l'ordinanza del Presidente del Consiglio realizzano le condizioni affinché ciò possa avvenire.
Verrà poi il momento, fuori dall'emergenza, di valutare le responsabilità, anche quelle oggettive, che - sono convinto - in politica debbono valere, diversamente che in campo penale. Ciascuna forza politica sarà chiamata a questo esame, ma ora deve prevalere la coesione di tutti: i cittadini della Campania e l'intero Paese devono vedere con chiarezza che il Governo e il Parlamento, insieme alle istituzioni locali, sono uniti nell'affrontare una situazione inaccettabile, in primo luogo per chi vive in Campania e, in secondo luogo, per l'immagine dell'Italia nel mondo.
Per una classe dirigente politica...
TEODORO BUONTEMPO. Il Ministro Pecoraro Scanio è venuto alla Camera...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la prego: lei è segretario di Presidenza e dovrebbe sentire la responsabilità di aiutare la Presidenza a favorire - e non a disturbare - lo svolgimento dei lavori. Signor Ministro, prosegua il suo intervento (Commenti del deputato Buontempo).
MARCO BOATO. Ma smettila!
TEODORO BUONTEMPO. Ma cosa vuoi? Non rompere! Falla finita! La responsabilità è del Presidente del Consiglio e del Ministro Pecoraro Scanio, che dovevano venire in Aula!
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Per una classe dirigente politica che, sia come maggioranza sia come opposizione, voglia avere credibilità e autorevolezza, questo è il tempo delle decisioni, dell'impegno rigoroso e delle convergenze, ovunque ciò sia possibile. È questo l'invito, non retorico né di comodo, che rivolgo a tutti noi. L'emergenza rifiuti in Campania colpisce in modo pesante la vita dei cittadini di un'importante regione italiana: questo è un primo motivo di attenzione e di iniziativa doverosa. Al tempo stesso - come ho già affermato - quel cumulo di immondizie che soffoca Napoli e le altre città campane ha dato un serio colpo all'immagine del nostro Paese (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia): dobbiamo misurarci noi stessi, dunque, in un impegno fermo e determinato per assicurare in pochi mesi la fine della drammatica emergenza.
Contestualmente, dobbiamo assumere l'obiettivo che in ogni area del Paese, nessuna esclusa, funzioni un ciclo completo del trattamento dei rifiuti, dalla raccolta differenziata al riuso, ai termovalorizzatori e alle discariche. Accanto a tali scelte - non rinviabili né in Campania né altrove - è indispensabile intervenire con politiche che si riferiscano ai processi di produzione e di consumo, così da ridurre le quantità di rifiuti, politiche che si perseguono nei Paesi più avanzati e anche in molte parti dell'Italia, che non sono tra loro alternative e che devono essere generalizzate.
Non starò a ripercorrere le fasi - lunghe oltre un decennio - che hanno condotto all'attuale disastro: le abbiamo esaminate in Parlamento in altre occasioni. La Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le Commissioni ambiente di Camera e Senato hanno anche svolto un prezioso lavoro di approfondimento, che è a disposizione del nuovo Commissario.
In questa occasione, intendo riferirmi agli eventi che hanno determinato il precipitare della situazione legata all'emergenza rifiuti in Campania, sintetizzabili nei seguenti punti. Innanzitutto, la difficoltà ad utilizzare gli unici due polmoni che danno respiro al sistema di smaltimento dei rifiuti in Campania: la discaricaPag. 4regionale di Serre-Macchia Soprana e il sito per lo stoccaggio delle cosiddette ecoballe di Giugliano-Taverna del Re. Le soluzioni apportate in questi ultimi mesi hanno consentito di mantenere la discarica aperta, ma con un livello di efficienza a fasi alterne.
TEODORO BUONTEMPO. Giugliano doveva essere chiusa già quattro mesi fa!
MARCO BOATO. Smettila! Basta!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, lei è iscritto a parlare e avrà la possibilità di esprimere le sue opinioni quando sarà il suo turno (Commenti del deputato Buontempo)... è iscritto a parlare, pertanto lasci parlare il Ministro e avrà tutta la possibilità di svolgere le sue osservazioni quando sarà il suo turno. Non disturbi lo svolgimento dei lavori dell'Assemblea. Prego, signor Ministro.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. È la pratica della democrazia, onorevole Buontempo...
Le soluzioni apportate in questi ultimi mesi hanno consentito di mantenere la discarica aperta, ma con un livello di efficienza a fasi alterne. Il che significa che, ogni volta che la capacità di smaltimento di Macchia Soprana si riduce, vi è un corrispondente quantitativo di rifiuti non smaltito.
Il secondo e più grave problema riguarda lo stoccaggio delle cosiddette ecoballe. I cittadini di Giugliano chiedevano la chiusura entro il 31 ottobre di Taverna del Re, che rappresenta l'unico sito di stoccaggio provvisorio in funzione in Campania, ove vengono accatastate le ecoballe prodotte da sei impianti di trattamento della regione, che non sono in condizione di produrre combustibile da rifiuti a norma né FOS. La chiusura è stata stabilita al 31 dicembre scorso.
A fronte dell'imminente chiusura del sito di stoccaggio di Taverna del Re, il Commissario delegato decise di costruire cinque-sei nuove piazzole per lo stoccaggio delle ecoballe in tutta la regione. Per l'individuazione dei siti fu espressamente richiesta la collaborazione delle province, i cui presidenti furono convocati, in qualità di subcommissari all'emergenza rifiuti nella regione secondo il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 2007, n. 87, anche a Palazzo Chigi. Tale collaborazione, come emerge dalla relazione del Commissario Pansa, non ha prodotto i risultati sperati. Le scelte furono così adottate quasi tutte dalla sola struttura commissariale. Il piano predisposto dalla struttura commissariale è stato in gran parte vanificato dalle opposizioni dei sindaci e delle popolazioni dei comuni interessati.
Il risultato è stato un sito di stoccaggio realizzato in provincia di Benevento, uno in fase di avvio in provincia di Caserta e un altro, di piccole dimensioni, in provincia di Napoli. Né risultano attivati siti di stoccaggio temporaneo, nonostante l'invito ai sindaci con la circolare del Commissario delegato del 17 dicembre scorso. Il sequestro, il 20 novembre scorso, della discarica di Lo Uttaro a Caserta da parte dell'autorità giudiziaria ha fatto sì che anche nell'unica provincia che si era resa autonoma si determinasse una paralisi totale del sistema dello smaltimento dei rifiuti.
Come sottolineato dal prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, si è diffusa poi la tendenza da parte dei soggetti interessati all'emergenza rifiuti ad evitare la cessazione della gestione straordinaria. La relazione commissariale evidenzia come man mano che questa sensazione di uscita dalla precarietà andava diffondendosi, specie dopo la presentazione del piano regionale dei rifiuti, che si attendeva da parecchi anni, si incominciavano a percepire i primi segnali di una manovra articolata ad opera dei soggetti interessati all'emergenza rifiuti, che in tutti i modi volevano evitare che cessasse questa situazione di straordinarietà per continuare a disporre di finanziamenti pubblici. Infine, vi è stata l'azione non sottovalutabile della criminalità organizzata, che contrasta ilPag. 5sistema di smaltimento legale dei rifiuti, in quanto ostacolo alla perpetuazione di guadagni illeciti.
Nonostante le difficoltà di contesto, organizzative e operative, il Commissario delegato ha avviato una procedura ristretta accelerata per l'affidamento, nel primo e più importante lotto, della gestione del termovalorizzatore e dei tre impianti di ex CDR (Caivano, Giuliano in Campania e Tufino) ubicati nella provincia di Napoli per chiudere il ciclo dei rifiuti.
All'inasprirsi della situazione di emergenza nelle scorse settimane, il Commissario delegato, in sede di incontri con i presidenti della regione e della provincia di Napoli e con il sindaco del capoluogo campano, ha valutato l'ipotesi di riaprire la vecchia discarica di Pianura al servizio della città di Napoli. Come sottolineato dal Commissario, pur con valutazioni contrastanti, tutti i vertici istituzionali locali e il Commissario stabilirono come ineludibile l'ipotesi di apertura della discarica di Pianura, consapevoli degli alti rischi sotto l'aspetto della legalità e dell'ordine pubblico.
Per quanto riguarda la legalità, poiché si trattava di una discarica appartenente a una società colpita da interdittiva antimafia con molteplici interessi nella zona, sono state adottate tutte le precauzioni possibili, d'intesa con le forze dell'ordine.
Per quanto concerne l'ordine pubblico, è stato attuato un dispositivo che, a fronte della presenza tra la popolazione che protesta anche di soggetti infiltrati dalla criminalità, avesse come obiettivo quello di evitare scontri generalizzati e ingestibili.
Di fronte alla situazione descritta, il Presidente del Consiglio, d'intesa con i Ministri competenti, nelle riunioni che si sono tenute a Palazzo Chigi tra il 7 e l'8 gennaio scorso, al fine di superare in modo definitivo il problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania, ha individuato un percorso che definisse obiettivi di breve e medio termine.
Nel breve termine l'obiettivo è quello di fronteggiare l'emergenza che è sotto gli occhi di tutti. A tal fine si è deciso di predisporre un piano operativo per assicurare lo smaltimento dei rifiuti (normali e speciali) facendo ricorso sia ai siti immediatamente utilizzabili fra quelli individuati dalla legge n. 87 del 2007 di conversione del decreto-legge n. 61 del 2007 sia ad altri ritenuti necessari dalle autorità competenti per fronteggiare l'emergenza; l'utilizzazione del concorso qualificato delle Forze armate per quanto riguarda situazioni di straordinaria necessità ed urgenza; il contributo su base volontaria, limitato nel tempo e nelle quantità, da parte di altre regioni italiane, i cui vertici, insieme all'ANCI e all'UPI, vengono incontrati in queste ore dal Governo per definire i dettagli tecnici.
Nel medio termine, gli obiettivi cui si punta sono: ridare la responsabilità del ciclo di smaltimento dei rifiuti alle istituzioni locali, uscendo definitivamente dalla logica del commissariamento; nuovo raccordo tra i diversi livelli istituzionali (comuni campani, provincia e la stessa regione), così come auspicato anche dalla Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti; ridare al Paese una completa autosufficienza in termini di smaltimento, evitando il ricorso all'esportazione onerosa di rifiuti; dotare la regione Campania di almeno tre termodistruttori (ad Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno) e di un numero sufficiente di discariche tali da consentire l'autosufficienza regionale, a medio termine, nella gestione dei rifiuti.
Dal punto di vista organizzativo e degli uomini che saranno impegnati nella realizzazione degli obiettivi che il Governo si è posto, si è deciso che per un periodo di centoventi giorni le funzioni di Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti siano affidate al prefetto Gianni De Gennaro al quale si affiancherà, con il ruolo di vicario con responsabilità operative e di logistica, il generale di divisione Franco Giannini. Essi subentrano all'attuale Commissario. Colgo questa occasione per confermare il ringraziamento per l'impegno profuso agli ultimi tre Commissari, Guido Bertolaso, Alessandro Pansa e Umberto Cimino.
Per quanto riguarda i 18 consorzi bacino, secondo la proposta trasmessa dalPag. 6prefetto Pansa al presidente della regione Campania il 26 dicembre scorso, nove consorzi dovrebbero essere sciolti immediatamente, in particolare quelli afferenti alla provincia di Napoli (cinque) e alla provincia di Caserta (quattro). Il Governo ritiene necessario procedere secondo quanto suggerito dal prefetto in considerazione delle inadempienze e degli scarsi risultati, in termini di raccolta differenziata, conseguiti dagli stessi.
Per quanto si riferisce alla predisposizione delle misure necessarie per la raccolta differenziata dei rifiuti, i comuni campani dovranno elaborare il piano relativo nei prossimi due mesi. Avranno poi a disposizione sessanta giorni per la realizzazione dello stesso piano. La mancata attuazione da parte delle amministrazioni comunali di queste misure nei termini temporali stabiliti determinerà l'immediato commissariamento dei comuni inadempienti.
Voglio concludere il mio intervento rivolgendo un appello alla popolazione della Campania, certo di trovare sensibilità e ascolto nella sua stragrande maggioranza, che è vittima di quanto sta accadendo e ne subisce le conseguenze più dirette. Anche se non è facile, occorre avere fiducia e rimboccarsi le maniche. È indispensabile collaborare con le istituzioni, in primo luogo con il Commissario, prefetto De Gennaro. È assolutamente necessario che vengano isolati quanti non cercano il dialogo e che si faccia il vuoto intorno a coloro che rifiutano l'assunzione di responsabilità e praticano violenza e illegalità (Commenti del deputato La Russa). Lo Stato, in tutte le sue articolazioni, non può consentire tutto questo: chi opera violenza deve essere assicurato alla giustizia e punito nei tempi più rapidi possibili.
I cittadini della Campania, le organizzazioni della società civile e le istituzioni sono chiamati ad una prova grande e seria di assunzione di responsabilità. Senza questo loro impegno e senza questa loro disponibilità gli obiettivi di uscita dall'emergenza diverrebbero più complessi e più difficili, ma, prima di tutto, è interesse dei cittadini della Campania raggiungere al più presto questo risultato. L'intervento delle forze dell'ordine, il concorso qualificato delle forze armate - quando sarà necessario - è, in uno Stato democratico, l'indispensabile ausilio operativo per affrontare gravi situazioni di emergenza. Di questo si tratta, questo oggi è il nostro compito, questo ci impegniamo a fare per uscire quanto prima dall'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - L'Ulivo).
ROBERTO SALERNO. Vergognati!
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà (Commenti).
Chiedo ai colleghi di consentire l'intervento degli iscritti a parlare. Prego, onorevole Realacci.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, la relazione esposta dal Ministro Chiti per conto del Governo presenta indubbi elementi di novità, a cominciare da un impegno forte dello Stato attraverso due figure autorevoli come quelle del prefetto De Gennaro e del generale Giannini.
Tuttavia, la gravità della situazione ed il fatto che fosse ampiamente prevedibile che tale situazione si sarebbe realizzata impongono a tutti noi una riflessione ed una certa onestà intellettuale nell'affrontare questa vicenda che è essenziale, perché anche questo impegno da parte dello Stato vada a buon fine.
Sappiamo da tempo che il commissariamento in Campania è fallito. È quanto emerge da un'ottima relazione condotta e approvata - praticamente all'unanimità - dalla Commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti. È quanto si afferma anche in documenti della passata legislatura. Il commissariamento ha comportato un enorme esborso di denaro pubblico (circa due miliardi di euro) senza risolvere nessuno dei problemi che erano stati affrontati.Pag. 7
Per essere onesti, colleghi, non penso che tutto ciò possa essere oggi fatto risalire solo alla presenza della malavita organizzata e della camorra. In che senso? È chiaro - lo ha detto bene Saviano in questi giorni - che, nell'incapacità della politica, nella debolezza dello Stato e nella confusione delle scelte la camorra, trova un alimento favorevole. Sappiamo inoltre che in quella regione, nel passato, grandi flussi di rifiuti pericolosi, provenienti anche da altre regioni, hanno avvelenato interi territori. Almeno dieci clan sono coinvolti negli affari collegati ai rifiuti. I loro nomi sono sinistri: parliamo degli Alfieri, dei Casalesi, dei Galasso e dei Nuvoletta.
Tuttavia, oggi il problema non è solo la presenza della camorra, contro la quale è necessario non abbassare mai la guardia, ma l'incapacità della politica e delle istituzioni di fare fronte a questa situazione. È chiaro che questa incapacità - l'abbiamo già detto in altre occasioni, in quest'Aula, colleghi - riguarda tutti, ma in primo luogo chi ha governato di più in quella regione, quindi in primo luogo il centrosinistra. Sappiamo che il centrosinistra - lo hanno detto con coraggio i parlamentari campani che si sono riuniti l'altro giorno - ha responsabilità prevalenti in questa situazione, non perché altri non siano stati responsabili, in quanto vi sono stati vari passaggi di commissariamenti e vari Governi che si sono succeduti, ma perché chi ha più potere ha più responsabilità. Tuttavia, sarebbe uno sbaglio oggi se non considerassimo in generale - come ha chiesto di fare anche il Ministro Chiti nella sua relazione - la questione in esame come una vicenda che interessa tutto il Paese. Da questo punto di vista, colleghi, voglio essere molto franco. Consideriamo ad esempio una questione chiave come quella di Acerra. L'inceneritore di Acerra, che deve essere realizzato, va ad insistere su un'area molto delicata. I cittadini hanno ragione ad essere preoccupati; infatti, in quell'area migliaia di capi di bestiame sono stati abbattuti tra la provincia di Caserta e quella di Napoli, perché il loro latte presentava una percentuale di diossina tale da dover essere considerato un rifiuto industriale. Si tratta di un'area in cui è necessario intervenire con bonifiche per dare certezza del diritto ai cittadini, e per conferire forza all'azione dello Stato. Ma questo inquinamento non dipende da un impianto che non c'è, bensì da una camorra che c'è. In quella zona tutti si sono battuti contro tale impianto. Si batte adesso il sindaco esponente di Rifondazione comunista, come lo ha fatto prima il sindaco appartenente ad AN, e tutte le forze politiche locali.
L'unica innocente è la Lega, che non è presente in quella zona, e, anzi, approfitto per ringraziare il collega Maroni per le parole di responsabilità che ho sentito da lui in questi giorni, anche rispetto alla possibilità di aiuto da parte di altre regioni nei confronti della Campania per quanto riguarda questa difficile situazione.
Tutti si sono opposti a quell'inceneritore e, quindi, tutti, in qualche misura, hanno scelto di essere corresponsabili della non scelta.
Lo stesso ragionamento vale per molte forze della società civile. Ho molto apprezzato le parole, anche di autocritica, di monsignor Nogaro espresse qualche giorno fa su un giornale, perché negli ultimi mesi e negli ultimi anni vi è stato un abuso dell'uso della paura: paure reali e paure evocate. La paura in politica non è una buona consigliera; non lo è in alcuna politica. Non lo è nella politica dell'ordine pubblico né in quella dell'immigrazione e nemmeno nelle politiche ambientali: se non si capisce quali sono i pericoli reali e quelli fittizi, se si tende solo a spaventare la gente, a metterle ansia, se la politica non assume le sue responsabilità per l'oggi e non dà speranza per il futuro non assolve ai suoi compiti.
È questo il punto di svolta cui siamo chiamati a rispondere. Tutto sommato, ciò che abbiamo detto oggi non è molto diverso da quanto detto quando nominammo Bertolaso commissario. In seguito, Bertolaso è «saltato», perché a fronte delle parole dette, che si riferivano all'ultimo commissariamento, ad un ritorno all'ordinarietà, ad un ruolo conferito nuovamentePag. 8alle province e ai comuni, è mancata la responsabilità di seguire le scelte che il commissariato proponeva.
Per tale motivo, il primo compito che abbiamo oggi è di dare a De Gennaro e al generale Giannini la certezza che saremo al loro fianco e che non vi saranno sbandamenti a livello istituzionale, di forze politiche locali né di forze sociali. Certo, discuteremo nel merito tecnico e avanzeremo proposte, ma saremo al loro fianco in quest'azione che, altrimenti, non può avere successo.
Vorrei affermare che la ricerca delle responsabilità è giusta e legittima - e noi dobbiamo assumerci le nostre - ma non ha nulla a che vedere con il macabro rito dei manichini impiccati per le strade di Napoli, perché significa aizzare la folla e dare spazio all'anti-Stato. In questi giorni, ho sentito qualcuno dichiarare in televisione che fra lo Stato e l'anti-Stato, fra lo Stato e la camorra quest'ultima è più vicina alle esigenze dei cittadini. Questo è un veleno e lo è non solo per chi governa oggi, ma anche per chi governerà domani; è un veleno per lo Stato e per il Paese.
Nell'ordinanza vi è un elemento di novità che vorrei sottolineare: la questione della raccolta differenziata. Sottolineo ciò non per un motivo ideologico: anche in questo caso, vorrei affermare con chiarezza che si può avere l'ambizione alle tecnologie più avanzate e al «rifiuto zero», ma oggi è necessario fare i conti con la realtà. Tuttavia, ciò non significa abbandonare un terreno importantissimo come quello della raccolta differenziata, che può sottrarre almeno un quarto dei rifiuti dal ciclo dei rifiuti e che può rendere utilizzabili nell'inceneritore di Acerra anche quelli raccolti. Come sapete, infatti, colleghi, se oggi l'inceneritore di Acerra fosse in funzione non saprebbe cosa bruciare, perché le ecoballe, prodotte male e con una tecnologia arretrata, non possono esservi bruciate.
Vi è, pertanto, anche l'impegno a responsabilizzare le istituzioni locali, prevedendo un tempo certo per i comuni, che dia modo anche alle istituzioni migliori di ricevere un premio per ciò che hanno fatto.
In Campania vi sono comuni che non hanno fatto niente (inclusi i grandi comuni) o che hanno fatto poco (mi riferisco a Napoli, a Salerno e alla gran parte dei comuni campani). Tuttavia, vi sono almeno 50 comuni che hanno superato il 50 per cento della raccolta differenziata, anche a distanza di pochi chilometri. L'altra sera, Gian Antonio Stella ha ricordato che, in provincia di Salerno, vi sono due comuni, entrambi amministrati dal centrodestra: Mercato San Severino e Sarno. A Sarno non vi è la raccolta differenziata, mentre Mercato San Severino è un comune pilota che realizza oltre il 50 per cento di raccolta differenziata.
Vogliamo dare un premio a queste amministrazioni? Vogliamo dare il segno a questi cittadini, che hanno visto eroso il proprio capitale di fiducia nello Stato, del fatto che si può amministrare bene anche al sud (perché vi è un problema relativo alla buona amministrazione del sud che riguarda la questione della Campania e altre questioni)? Vogliamo soprattutto - e concludo - dare la certezza ai cittadini campani del fatto che sappiamo bene che quanto sta accadendo in Campania non è un problema della sola Campania? È difficile spiegare in altre parti d'Italia cosa accade; pensate quanto è difficile in Brasile, negli Stati Uniti o in Cina distinguere tra la Campania e il resto di questo nostro piccolo, ma meraviglioso Paese!
Si tratta, pertanto, di un'assunzione di responsabilità da parte di tutti: il Partito Democratico farà la sua parte, ma essa deve provenire anche da tutte le forze del centrosinistra. Chiediamo ciò anche alle forze del centrodestra, perché in gioco non vi è questa o quella rivincita politica (quella vi sarà: vi saranno le elezioni e il migliore vincerà).
Tuttavia, in gioco vi è un interesse superiore: permettere ai cittadini di vivere in un Paese civile, di avere garanzie per l'ambiente e per la salute e di restituirePag. 9onore e orgoglio alla Campania e all'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bondi. Ne ha facoltà.
SANDRO BONDI. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro Chiti: signor Ministro, lei sa che la stimiamo, ma sa anche che l'importanza e la drammaticità della questione che stiamo discutendo oggi in Parlamento avrebbe richiesto la presenza del Presidente del Consiglio dei ministri e degli altri Ministri interessati alla questione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Misto-La Destra). Le riunioni si potevano tenere prima e dopo e si poteva altresì rispettare il Parlamento se l'appello alla collaborazione - rivolto anche alle forze politiche dell'opposizione - non è soltanto formale.
Quello che sta avvenendo a Napoli e in Campania, onorevoli colleghi, è una vera e propria tragedia, come ha tristemente ammesso il Presidente della Repubblica. Non ci troviamo più di fronte soltanto ad un'emergenza rifiuti, ma ad una vera e propria questione politica nazionale.
Onorevole Realacci, abbiamo apprezzato il tono e la sostanza del suo intervento, anche se - mi consenta di dirlo - non oso immaginare cosa avrebbero detto molti dei suoi colleghi se fossimo stati noi ad avere queste responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
Le immagini del dramma di Napoli e della Campania hanno fatto il giro del mondo e chiamano in causa l'intero Paese, la sua dignità, se ci consideriamo ancora una sola nazione e non un agglomerato di regioni divise da un solco sempre più grande. I grandi padri del meridionalismo italiano oggi sarebbero increduli ed affranti di fronte ad uno spettacolo così allarmante.
Le conseguenze sono incalcolabili sul piano economico. Abbiamo l'idea dei danni causati soltanto al turismo per la Campania, per l'intero Mezzogiorno e per l'Italia nel suo complesso, ma le conseguenze sono gravissime anche per la salute pubblica. Secondo un rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità e dell'Istituto superiore della sanità (di cui ha parlato oggi un quotidiano), nei comuni dell'ottagono campano, negli ultimi quindici anni, alcuni tumori sono cresciuti dell'84 per cento. Per non parlare dell'ordine pubblico: tutti abbiamo visto le scene di guerriglia che sembrano provenire da altri Paesi e non dall'Italia e speriamo soltanto che la situazione non debba peggiorare ulteriormente.
Perché siamo giunti a questa situazione? Siamo arrivati a questo punto per le responsabilità evidenti degli amministratori locali, i quali, nonostante le ingenti risorse di cui hanno beneficiato in questi anni, si sono dimostrati incapaci di garantire perfino il normale funzionamento di servizi pubblici fondamentali. È fin troppo scontato e semplice chiedere le dimissioni del presidente della regione, il quale avrebbe dovuto avvertire il dovere morale di chiedere scusa e di farsi da parte senza che nessuno glielo dovesse chiedere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)), anche soltanto per dimostrare di avere coscienza della drammaticità della situazione e per consentire di aprire davvero una fase nuova, completamente nuova.
So bene che Bassolino non ha tutte le responsabilità di quanto è accaduto, lo so bene! Bassolino almeno ha avuto il decoro di ammettere i propri errori, diversamente da chi scarica su altri le proprie responsabilità. Bassolino è quasi una figura tragica, perché aveva davvero rappresentato una speranza di rinascita per Napoli e perfino per l'intero sud. Il suo fallimento ed il disastro a cui la sua gestione ha condotto rappresentano la fine di un sogno, di una speranza, di un'epoca perfino per la vita politica del nostro Paese.
Le responsabilità sono, però, indubbiamente anche del Governo, come ha denunciatoPag. 10lo stesso sindaco di Napoli, ed è vero, cari colleghi, perché il giorno 11 gennaio 2007 l'allora capo del dipartimento della protezione civile, dottor Bertolaso, illustrò proprio al Presidente del Consiglio dei Ministri e ad altri autorevoli membri del Governo, del Parlamento e della regione Campania un piano di iniziative urgenti di breve, medio e lungo periodo per fronteggiare la grave situazione emergenziale nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Campania.
Il primo obiettivo, come sapete, consisteva nello svuotamento dei siti di stoccaggio provvisorio sparsi sull'intero territorio regionale e degli impianti di selezione gravati da centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti in eccesso, proprio per fronteggiare il rischio di insorgenza di epidemie e di incendi. A tal fine si rese necessario individuare un sito in cui realizzare una discarica di grandi dimensioni in tempi molto rapidi: l'apertura della discarica avrebbe consentito di azzerare la situazione pregressa e, sulla base di una rigorosa analisi del territorio, la soluzione ottimale fu individuata nella ex cava in località Valle della Masseria nel comune di Serre, in provincia di Salerno.
La dimensione originaria del sito di smaltimento doveva essere - come lei sa, onorevole Realacci - di circa due milioni e cinquecento metri cubi, successivamente ridimensionata a settecento metri cubi a seguito dell'intervento del Ministro dell'ambiente, onorevole Pecoraro Scanio.
La realizzazione del detto piano avrebbe consentito di rendere operative le discariche provinciali delineate nel decreto-legge n. 61 del 2007 e di conseguire gli obiettivi di ripristino funzionale dei citati impianti di selezione e la provincializzazione, appunto, dello smaltimento dei rifiuti, creando così una fase intermedia per la gestione della fase post-commissariale.
Questo piano avrebbe trovato completamento nella realizzazione e messa in esercizio in tempi rapidi, successivi a quei emergenziali, dei due termovalorizzatori, già previsti dalle precedenti pianificazioni regionali, nei comuni di Acerra e di Santa Maria La Fossa.
L'applicazione di questo piano, onorevoli colleghi, è stata resa impossibile ed il dottor Bertolaso, come sappiamo, è stato costretto alle dimissioni così che gli ultimi sei mesi di commissariamento sono stati di pressoché totale inerzia! Non risultano realizzate nuove discariche o riaperti i vecchi impianti tranne per ciò che riguarda l'utilizzo di un sito difficilmente accessibile e di capacità limitate ovvero quello di Macchia Soprana, nel comune di Serre, scelto dal Ministro dell'ambiente.
Nessun impianto di compostaggio risulta completato e nessun progetto di raccolta differenziata è stato avviato, neppure in forma sperimentale. Per quanto riguarda la discarica di Pianura è il caso di ricordare che l'utilizzo del sito richiede almeno due mesi di lavoro continuativo ed ininterrotto.
Di fronte alla nuova emergenza dei rifiuti di questi giorni il Governo ha ripreso sostanzialmente il piano presentato dal dottor Bertolaso che - lo voglio ricordare - si è dimesso a causa delle responsabilità, in particolare del Ministro dell'ambiente. A tal proposito, permettetemi di dire che le dichiarazioni rese oggi da Pecoraro Scanio sono gravissime e confermano che questo Ministro non può restare un minuto di più al suo posto! (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Misto-La Destra)
In accordo con il presidente del mio gruppo e con i parlamentari di Forza Italia annuncio che, al termine di questa seduta, presenteremo una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro dell'ambiente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Misto-La Destra)!
Per il futuro il problema, onorevole Chiti, è che il Governo sta di nuovo illudendo i cittadini della Campania e l'opinione pubblica italiana, in quanto non si dice perché sarebbe possibile attuare ora questo piano - che è stato bocciato nel passato - e non si dice che si tratta di un piano che richiede tempo per esserePag. 11realizzato, sia per quanto riguarda l'apertura delle nuove discariche previste (alcune delle quali, lo sapete bene, non sono utilizzabili) sia riguardo la costruzione degli inceneritori che per quanto riguarda l'applicazione del piano della raccolta differenziata.
Le uniche certezze sono che il Governo cercherà di convincere, in questo momento, le altre regioni italiane a smaltire i rifiuti della Campania e che, con la nomina del prefetto De Gennaro, si dà una risposta essenzialmente...
PRESIDENTE. Onorevole Bondi deve concludere.
SANDRO BONDI. Concludo, Presidente... sul piano dell'ordine pubblico e della sicurezza.
Ma il problema non è questo ed è inutile chiedere, su questa base, una retorica collaborazione all'opposizione.
In Campania, come in altre regioni del sud - ho terminato, signor Presidente -, non si vuole prendere atto della crisi di un'intera classe politica, che si deve fare da parte, ricercando soluzioni nuove, capaci di dare una risposta alla crisi della società e al degrado civile che si registra in molte aree del Mezzogiorno a causa della malapolitica, della malaamministrazione e della malavita.
La risposta non può consistere nella nomina di un nuovo prefetto, sia pure nella persona autorevole del dottor De Gennaro, ma nel trovare una strada nuova, per mettere insieme le forze sane della società, del mondo dell'impresa e della politica, al di là delle stesse tradizionali divisioni politiche.
Per questo motivo, penso da tempo ad un governo di emergenza e di salute pubblica, che chiami le personalità migliori e più capaci della Campania e del Mezzogiorno ad un impegno di rinnovamento morale e di buona amministrazione della cosa pubblica, che nelle regioni del sud - lo sappiamo - è un'opera rivoluzionaria. Ma garantire una pubblica amministrazione morale ed efficiente è un'opera rivoluzionaria perché richiede moralità, onestà, competenza e passione politica nel senso più alto della parola (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Landolfi. Ne ha facoltà.
MARIO LANDOLFI. Signor Ministro, mi rendo conto che a chi ricopre il suo ruolo tocca spesso cantare e portare la croce, ma oggi le hanno affidato un compito particolarmente spinoso e gravoso, che se da un lato fa rifulgere il suo spirito di servizio, dall'altro evidenzia il senso di smarrimento, se non addirittura di paura, che attraversa il Governo di cui lei fa parte.
Senza tanti giri di parole, signor Ministro, oggi a riferire alla Camera su quanto sta accadendo a Napoli e in Campania non ci dovrebbe essere lei, ma il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale), quello stesso Presidente del Consiglio che in questi giorni terribili, non solo per Napoli e per la sua regione, ma per l'immagine e il prestigio della nazione intera, non ha trovato il tempo e - mi consenta - neanche il coraggio per recarsi sul posto, rendersi conto di persona e toccare con mano il livello di insofferenza che ormai anima i cittadini della Campania.
Comincio da qui, Ministro Chiti, non per fare della facile polemica, ma perché resti nella memoria dell'Aula e, attraverso essa, del Paese, la consapevolezza che quanto sta accadendo in Campania non è una delle tante storie di ordinaria emergenza. Non è una mera questione di ordine pubblico, non è la solita rivolta dei lazzari napoletani, ma è la metafora di un fossato incolmabile che si sta scavando tra i cittadini (non solo quelli di Pianura o di Quarto) e le istituzioni.
Ieri, insieme ai massimi dirigenti di Alleanza Nazionale, ho accompagnato il presidente Fini a fare quello che avrebbe dovuto fare Prodi e che non ha fatto: rendersi conto di persona, parlare con laPag. 12gente, guardare i cumuli di immondizia in uno dei quartieri storici della Napoli popolare.
Abbiamo registrato le parole, gli sguardi, gli atteggiamenti che solitamente precedono la fine di un regime. La gente che dai balconi e dai lati delle strade invocava le dimissioni di Bassolino non lo faceva solo per rispondere ad un astratto principio di alternanza politica, ma perché ha fiutato e capito che quei cumuli di immondizia non sono lì per caso. Non sono lì per un imperscrutabile disegno della provvidenza e neppure per colpa di un destino cinico e baro: non è il vibrione del colera sbarcato clandestinamente nel porto di Napoli da una nave straniera. La cosiddetta emergenza dei rifiuti era già emersa da tempo in tutta la sua maleodorante virulenza.
Anche il Governo nazionale ne era consapevole: non lo dico io, non lo dice Alleanza Nazionale, ma lo ha dichiarato pubblicamente il sindaco di Napoli. È per questo, Ministro «Cireneo» Chiti, che ci saremmo aspettati da parte sua, a nome dell'intero Governo, un cenno di sincera e costruttiva autocritica.
Oggi invece lei si è presentato qui a riferire di un piano presentato e spacciato come la soluzione di tutti i problemi, che per un verso è la riproposizione di quanto già contenuto nel decreto convertito in legge dal Parlamento e non attuato, e per un altro è la solita litania di buone intenzioni che si possono raccogliere in poche parole: vi rimettete alla clemenza di quelle regioni, molte delle quali non hanno risolto i propri problemi e che dovrebbero risolvere quelli della Campania.
Avete fatto la solita operazione di marketing mediatico sostituendo, dopo appena dieci giorni, il prefetto Cimmino con il dottor De Gennaro ed è questo l'unico dato di rilievo dell'operazione: passare da una situazione di basso profilo alla nomina di un leale e capace servitore dello Stato. Spero, però, che l'ex capo della Polizia abbia chiesto ed ottenuto garanzie serie in merito ai poteri e alle decisioni, perché la storia è recente e la memoria corta non aiuta.
Vede, signor Ministro, se c'è qualcosa che danneggia in misura irreversibile la politica è la fuga dalle proprie responsabilità. Noi abbiamo governato per cinque anni nella passata legislatura e proprio Alleanza Nazionale ha avuto in quegli anni responsabilità dirette. La differenza tra noi e voi è che noi ci siamo assunti e ci siamo fatti carico delle nostre responsabilità. Innanzitutto, esiste la disponibilità del termovalorizzatore di Acerra perché fu il nostro Governo, anzi, il nostro Ministro, dopo un'attenta valutazione di impatto ambientale seguita ad importanti modifiche impiantistiche, a dare il via libera; così come fu il nostro Governo a dare il primo «sì» a quello di Santa Maria la Fossa. Tutto l'intervento era stato stabilito tenendo d'occhio l'incremento della raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti, attraverso un approccio graduale e realistico, non l'approccio ideologico «rifiuti zero» che ha indotto Bassolino a chiudere le discariche senza avviare gli impianti, con i risultati che oggi tutti siamo costretti a registrare [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Ma quello che ha contraddistinto il nostro atteggiamento rispetto al vostro è che noi non abbiamo mai delegittimato il commissario di Governo: voi lo avete fatto. Infatti, se oggi siamo in questa condizione è anche perché nella primavera scorsa non siete stati capaci, non avete voluto, non avete potuto difendere Bertolaso: lo avete costretto alle dimissioni perché avete pensato che era molto più conveniente, redditizio e facile conservare una unità di facciata all'interno del Governo piuttosto che risolvere un problema che stava esplodendo [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], che voi conoscevate e che avete lasciato esplodere in ragione di una unità di potere.
Perché il Presidente del Consiglio non si impose allora, onorevole Chiti, richiamando Pecoraro Scanio a smettere i panni del veteroambientalismo parolaio e inconcludentePag. 13e a vestire finalmente quelli di un Ministro responsabile? Allora, Pecoraro Scanio spiegò il suo diniego all'utilizzo della discarica di Serre, che era utile, dicendo che era troppo vicina all'oasi del WWF. Peccato che oggi lo stesso Ministro avalli politicamente quella di Pianura, che insiste sotto il Parco degli Astroni, ad un passo dalle zone vulcaniche della zona flegrea: il Ministro ha sbagliato prima o sbaglia adesso?
Signor Ministro Chiti, la ricerca delle responsabilità è indispensabile non solo per il calcolo politico, pur legittimo, ma soprattutto per ridurre quel fossato politico che separa i cittadini dalle istituzioni. In quale nazione del mondo un governatore, commissario straordinario di Governo per quattro anni all'emergenza rifiuti, tuttora commissario straordinario di Governo alle bonifiche ambientali, resterebbe tenacemente incollato alla poltrona nel momento in cui il suo territorio, la sua regione sprofonda sotto il peso dell'immondizia? Avrebbe o no il dovere quanto meno di prendere in considerazione l'idea di passare la mano?
Noi non vogliamo un capro espiatorio, ma questi sono i gesti - gli unici! - in grado di dare ai cittadini la certezza che qualcosa sta cambiando. Per questo, abbiamo chiesto a Prodi di chiedere scusa ai napoletani e ai campani e di licenziare i responsabili; lo abbiamo esortato a ristorare in qualche modo, attraverso la TARSU, i contribuenti privati di un servizio vitale per evitare che finiscano «cornuti e mazziati».
Sono queste le azioni che chi ha la responsabilità del Governo ha il dovere di compiere se vuole recuperare i cittadini alle istituzioni.
Ma la verità è molto più prosaica. Essa si trova accennata su taluni articoli dei quotidiani di oggi ed è esposta anche nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse: una relazione ottima - sono d'accordo con lei, onorevole Realacci - ma che costituisce un atto di accusa implacabile nei confronti del Governo nazionale e dell'istituto commissariale.
La realtà, dicevo, è più prosaica: Napoli e la Campania rappresentano molto. Come è stato efficacemente scritto oggi, esse rappresentano un grumo importante di un sistema di potere della sinistra italiana e in questo grumo un ruolo importante ha avuto l'istituto commissariale.
Cito solo qualche cifra: si è passati da una spesa di 18 mila euro nel 1998 della gestione Rastrelli, a una spesa di 1 milione 140 mila euro nel 2003 della gestione Bassolino. Voi avete guardato più a questi interessi che all'emergenza rifiuti; avete bruciato i soldi ma non l'immondizia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)); come siete soliti fare, vi siete limitati a gestire il problema, ma vi siete guardati bene dal risolverlo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO LANDOLFI. Oggi ci venite a dire che i termovalorizzatori, tanto esecrati dal Ministro dell'ambiente, divengono addirittura tre; che l'esercito, che una parte non trascurabile della vostra maggioranza vorrebbe ritirare da tutto il mondo, si armerà di ramazza per pulire le strade; che il «super-poliziotto», che una parte di voi voleva processare per i fatti di Genova, diviene il salvatore della patria [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. E ci propinate tutto questo senza farlo precedere da un'assunzione chiara e netta di responsabilità: senza cioè tentare di riannodare quel filo spezzato nel rapporto con la pubblica opinione.
Così, non ci siamo. Noi riteniamo che questa assunzione di responsabilità sia ineludibile e non rinviabile: quel che è accaduto e che sta accadendo non può essere archiviato con un piano o una soluzione burocratica. Perché quando - come a Napoli e in Campania - la gente si dice disposta anche a mettere a repentaglioPag. 14la propria vita in nome della difesa dei propri diritti, a cominciare dal diritto alla salute, la politica ha il dovere di dare risposte adeguate al livello di una simile crisi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO LANDOLFI. Concludo, signor Presidente, mi lasci però svolgere un'ultima considerazione sulla questione della camorra e della criminalità organizzata. In proposito, occorre essere molto netti, partendo da un dato: la camorra è un cancro da estirpare senza se e senza ma e occorre rifuggire dai facili giustificazionismi.
Molte volte nel sud si dice che c'è la camorra perché non c'è il lavoro; noi dobbiamo invertire questa affermazione: dobbiamo dire che non c'è il lavoro perché c'è la camorra, questa sanguisuga. Detto questo, però, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, perché se c'è la 'ndrangheta in Calabria e la mafia in Sicilia, non si capisce perché l'immondizia si trova per le strade solo a Napoli. Questo è un alibi che non può servire più a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, oggi - attraverso la penna di Pierluigi Battista - il Corriere della Sera fa finire sui cumuli di immondizia di Napoli la seconda Repubblica. Non sappiamo se sia così, ma un dato è certo: da una crisi come questa si esce solo con il linguaggio della chiarezza e con gli atti conseguenti. Il Governo deve chiedere scusa: deve individuare e allontanare i responsabili di una situazione che fa soffrire i napoletani agli occhi degli italiani, ma fa anche arrossire gli italiani agli occhi dell'Europa e del mondo [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Cristofaro. Ne ha facoltà.
PEPPE DE CRISTOFARO. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signori del Governo, come tutti sappiamo, non è la prima volta che questa Camera affronta l'enorme e drammatico problema della cosiddetta emergenza rifiuti in Campania. Non è la prima volta, peraltro, che lo fa nel pieno dell'emergenza, con le strade invase dai sacchetti dell'immondizia, con la rabbia dei cittadini, con il senso di impotenza e di frustrazione per una vicenda che sembra non finire mai.
È però forse la prima volta che questa Camera affronta il tema dei rifiuti sotto i riflettori accesi dell'opinione pubblica di tutto il Paese e addirittura di tutto il mondo, a dimostrazione del fatto che ormai una cosa è chiara, anche se purtroppo lo è tardivamente: questa vicenda non è e non può essere soltanto un problema dei cittadini della Campania; essa è una gigantesca questione nazionale ed è la faccia forse più drammatica e più devastante di quella questione meridionale che non è mai stata risolta dalla storia antica e recente del nostro Paese.
Noi di Rifondazione Comunista abbiamo detto più volte - proprio in questa sede, ma anche in tante altre occasioni - che un disastro come quello attuale merita una risposta definitiva e strutturale, non episodica né di tampone, come è stato fatto troppe volte nel corso di tutti questi anni. Abbiamo detto più volte delle responsabilità gravi dell'azione di Governo, a partire da quelle locali per finire a quelle nazionali. Le responsabilità dei governi locali portarono Rifondazione Comunista, nel lontano 2004, a produrre una crisi di Governo esattamente su tale punto, e cioè sulla mancata condivisione del piano rifiuti regionale.
Le responsabilità, però, nel corso di questi anni si sono estese, perché da quattro anni almeno a questa parte il commissariato di Governo è alle dipendenze dirette del Governo del Paese. Certo, sappiamo tutti - ed anche ciò è stato sostenuto tante volte in questa sede - che la Campania è stata per decenni una terra martoriata, nella quale sono stati sversati i rifiuti tossici illegali provenienti dal nord Italia; la terraPag. 15dove la camorra ha gestito e continua a gestire un affare che ormai è più redditizio anche del mercato della droga: lo ha fatto con la complicità di imprenditori senza scrupolo e di politici corrotti, riempiendo discariche, utilizzando cave e rendendo il territorio di questa regione il luogo con la maggiore incidenza tumorale dell'intero nostro Paese.
Eppure, pensiamo che oggi non basta richiamare questi elementi, che pure, come è evidente, hanno una centralità, ma che bisogna ammettere e riconoscere gli errori di tutti questi anni. Se qualcuno pensa, nella politica locale e in quella nazionale - lo voglio dire con grande chiarezza -, che le responsabilità di tale disastro vadano addossate a quei movimenti ambientalisti di donne e di uomini che hanno avuto come unico obiettivo in questi anni il diritto alla salute, ciò è falso. Lo dico con una battuta: l'inceneritore di Acerra è stato bloccato per tre mesi dai manifestanti e per quattro anni dalla magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
Noi continuiamo a ritenere che il vero errore, spesso dimenticato e di cui si parla poco (e purtroppo se ne parla poco anche nel dibattito di oggi), prima compiuto da Rastrelli e poi da Bassolino, ma anche dal Governo nazionale, sia stato quello di affidare a un soggetto privato totalmente inaffidabile e interessato al proprio profitto la gestione del ciclo dei rifiuti. Questo soggetto privato ha un nome e un cognome: si chiama gruppo Fibe-Impregilo ed è anch'esso oggi sotto inchiesta della magistratura.
Continuiamo a pensare, inoltre, che se si fossero ascoltate nel corso di questi anni le voci di chi parlava di raccolta differenziata, di impianti di compostaggio e di CDR di qualità, oggi non ci troveremmo in questa situazione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 16,05)
PEPPE DE CRISTOFARO. Pensiamo che, come è evidente, si debba parlare di ciò, ossia delle responsabilità dei problemi, anche per non commetterli nuovamente. Questo è infatti il momento di tentare di risolvere i problemi, non quello della demagogia, cercando quindi di dare risposte strutturali e definitive, mettendo da parte gli interessi particolari e cercando di contribuire tutti alla prima esigenza, quella di ripulire le strade della città, della provincia di Napoli e degli altri comuni della regione, anche mandando in queste ore i rifiuti fuori dalla regione, perché la solidarietà è verso la popolazione e non verso le istituzioni. Come è evidente, tale solidarietà non dovrà mancare all'azione politica delle prossime ore.
Dobbiamo ridare fiato ad un'intera comunità e colpire drasticamente i poteri criminali che si annidano dietro questa vicenda, ai quali il caos, l'emergenza e la crisi strutturale convengono economicamente. Faremo e stiamo già facendo la nostra parte, a partire dalle scelte difficili di queste ore: la riapertura di vecchie e nuove discariche, anche nell'attesa che siano operative quelle individuate ieri dal Governo, rappresenta un sacrificio non indolore che si chiede alle popolazioni, a quella di Pianura innanzitutto, ai cittadini della quale deve andare la nostra solidarietà. Quella terra è stata martoriata per quattro decenni, è stato lo sversatoio di rifiuti legali e illegali e, se si chiede oggi un sacrificio, si deve sapere che esso non può durare a lungo, che devono essere assicurate garanzie precise e che deve essere presentato un piano credibile, complessivo, strutturale e definitivo.
A quei cittadini, a coloro che manifestano pacificamente e civilmente deve andare la solidarietà della politica; ma non certamente agli altri. Le scene di teppismo e gli episodi di squadrismo che anche ieri si sono visti a Pianura e che hanno coinvolto, tra gli altri, una persona, il presidente della municipalità e militante di rifondazione comunista, non c'entrano niente con la disperazione in cui vive la popolazione, ma c'entrano purtroppo con la camorra, con gli interessi economici delle famiglie criminali che operano ePag. 16sono presenti in quella zona. Per tale ragione non vanno né giustificati, né tollerati.
Proprio per tali motivi abbiamo condiviso alcune delle scelte adottate ieri dal Governo, a partire dall'idea che l'ulteriore regime di commissariamento debba durare il meno possibile per ritornare, al più presto, al ripristino dei poteri ordinari.
Vorrei chiarire tale concetto. Per troppi anni è stato utilizzato l'istituto del commissariamento e dobbiamo prendere atto, oggi, del suo fallimento, esattamente come dobbiamo dire con chiarezza che l'idea di utilizzare l'esercito è condivisibile, ma non lo è più se si pensa di farlo per ragioni di ordine pubblico. Come è stato detto, si può utilizzare l'esercito per affrontare il problema serissimo del trasporto dell'immondizia, anche perché sappiamo che proprio nel trasporto dei rifiuti si annida uno dei meccanismi di arricchimento della criminalità organizzata. Abbiamo chiesto che fosse il genio militare a sostituire il trasporto operato dalle ditte private, perché con il commissariamento, che affida tali compiti a trattativa privata e senza gara, in esso si annida la camorra. Così dovremo pensare a come bonificare tale settore anche dopo i quattro mesi di commissariamento di De Gennaro.
Dobbiamo tentare, insomma, di dare una risposta e una svolta definitiva. Per fare ciò dobbiamo puntare con grande forza sulla raccolta differenziata - cosa che purtroppo non è avvenuta nel corso degli ultimi anni - come del resto accade in ogni paese d'Italia e in ogni parte del mondo. Il decollo della raccolta differenziata, pure previsto giustamente con meccanismi punitivi verso i comuni che non la attuano, è centrale e può determinarsi solo se essa viene effettuata con il sistema della raccolta porta a porta dei due sacchi, quello del secco e quello dell'organico. Ma per determinare tale decollo è necessario svuotare e riconvertire i capannoni presenti presso gli impianti di ex CDR regionali e, soprattutto, bloccare la produzione delle balle. Infatti, le cosiddette ecoballe - come abbiamo imparato nel corso di questi anni - non possono essere bruciate, anche se esistesse l'inceneritore di Acerra.
Pertanto, vorrei dire al Governo proprio in ordine a tale punto specifico (faccio notare che su tale aspetto marchiamo ancora un elemento di dissenso) di non iniziare la sua opera dalla fine, ossia di non fare come tutti i vari Governi che si sono succeduti in questi anni e che hanno vagheggiato, anche semplicemente e solo con l'immaginazione, la risposta da dare alla crisi rifiuti considerando la questione dalla fine e non dall'inizio.
La Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti ha dimostrato, carte alla mano, come in Campania sia sufficiente un solo termovalorizzatore. Siamo convinti, numeri alla mano, che, se si investisse sulla raccolta differenziata, la necessità di costruire altri due termovalorizzatori sul territorio diventerebbe superflua, anche perché qualora dovessero essere già pronti potrebbero incenerire solo una parte dei rifiuti urbani prodotti quotidianamente e perché comunque, come insegna il caso Acerra, non sarebbero pronti prima di alcuni anni.
Credo che anche su tale punto si debba, in maniera definitiva, uscire dall'ideologia e dall'ideologismo che per troppi anni ha caratterizzato questo dibattito.
In conclusione, dico al prefetto De Gennaro che vigileremo profondamente sul suo lavoro, sull'efficacia del mandato che gli è stato conferito e sull'effettivo termine del commissariamento straordinario. Non abbassiamo la guardia, non scambiamo le esigenze di sicurezza ambientale con quella di contrasto alla criminalità organizzata. Questa è probabilmente l'ultima occasione per dimostrare che lo Stato italiano esiste (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, devo ammettere che ritenevo scontate le assenze del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro Pecoraro Scanio.Pag. 17Sono sempre stati assenti quando vi è stata la necessità di assumere impegni e le volte in cui sono stati presenti hanno fatto più danni. Forse è quasi preferibile che non siano presenti nemmeno in questo momento a raccontare di fatti che sono assolutamente inaccettabili.
Nella spaventosa vicenda che stanno vivendo la nostra regione e l'intero Paese sono mancati, infatti, da sempre, e continuano ad essere assenti, quei caratteri che, dal nostro punto di vista, dovrebbero essere essenziali per l'esercizio della vera politica. Non si è mai vista la responsabilità delle istituzioni. Dal presidente della regione al Presidente del Consiglio, passando per il Ministro dell'ambiente, tutti saldamente aggrappati alle loro posizioni, con toni fintamente accorati continuano a fare annunci di vario genere, ma confermano un'unica volontà sulla quale convergono: la loro indisponibilità a fare un passo indietro.
I cittadini, le vere vittime di questo disastro già annunciato da tempo, cercano di difendere la propria esistenza e vengono fatti passare dai signori del Governo e dallo stesso Prodi come facinorosi, violenti, «scriteriati». Credo che l'unica vera forma di inciviltà, Ministro Chiti, sia quella di un Presidente del Consiglio che risponde alle sollecitazioni che vengono da un territorio che ha passato le festività natalizie per strada presentandosi in tuta sui campi da sci. Questa è la vera forma di inciviltà!
L'etica è ormai da un'altra parte, è una parola archiviata. Il disastro è davanti agli occhi di tutti. Le cifre di 14 anni di mala amministrazione sono incontrovertibili, però le coscienze dei poteri rimangono imperturbate. Basti dire che il Presidente Prodi, oltre a tutto ciò che ho già detto, si è reso conto, come ha dichiarato, di quanto accadeva in Campania solo perché sensibilizzato dall'immagine che il suo Paese trasmetteva all'esterno e non certo perché una regione così importante come la Campania viveva in uno stato di degrado assoluto e di inciviltà totale [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
La trasparenza delle azioni e degli atti è ormai completamente sommersa dal fumo fetido che copre l'intero territorio, a cominciare dai palazzi dove questi imbelli continuano ad esercitare il loro potere. È vero che non è il momento delle accuse e della ricerca dei colpevoli, come hanno affermato molti colleghi, ma ritengo che non sia il momento perché oramai è inutile. Infatti, tutto quello che c'era da accertare è stato accertato. Tutti i colpevoli che dovevano essere individuati sono stati individuati.
Quattordici anni di poteri straordinari; 2 miliardi di euro il totale uscito dalle casse nazionali; 251 milioni approdati da Bruxelles; 600 milioni annui circa il contributo che hanno dato i cittadini della Campania e che continuano a fornire. I risultati prodotti? Rischio di un disastro ambientale, ipotesi di inquinamento ambientale con ripercussioni sulla salute dei cittadini, come risulta dalle indagini scientifiche che sono state raccolte sulla crescita della mortalità per talune patologie; quaranta procedimenti giudiziari in corso tra i quali un maxiprocesso con ventitré indagati (spiccano i nomi di Bassolino, Impregilo, Fibe, Fisia); condanna della Corte dei Conti per la vicenda Pan, il call-center fantasma che ha assunto tante persone, ma non ha mai lavorato; cinquecento consulenti nominati e pagati per fare cosa? Per non fare nulla, come afferma lo stesso presidente Bassolino nella sua lettera a la Repubblica, dove ricorda che nei tre anni e mezzo di gestione commissariale, oltre a nominare cinquecento consulenti e ad assumere tante persone, non ha fatto altro - è quanto dichiara - che firmare per l'avvio dei lavori di un piano elaborato dalla giunta Rastrelli ed una gara espletata ed aggiudicata alla Impregilo dalla giunta Losco. Non ha fatto altro che pagare consulenze inutili!
È altrettanto vero, signor Ministro, che non è neanche più il tempo della propaganda. La soluzione del Governo non è ePag. 18non può essere la nomina di un ennesimo commissario, anche se lo chiamiamo «super-commissario». I contenuti, purtroppo, cedono il passo all'effetto taumaturgico della nomina di un commissario che, indubbiamente, incontra il gradimento di tutti, un gradimento super partes; infatti, non abbiamo nulla da dire sulla nomina di De Gennaro, ma mi permetto di aggiungere che non avevamo nulla da dire neanche sulla nomina di Bertolaso, di Catenacci, di Pansa, dello stesso povero Cimmino che è durato solo sette giorni ed è caduto sotto la falcidia della insulsaggine dell'azione di questo Governo.
Per il resto, purtroppo, quella che Prodi chiama «la soluzione» è solamente una sintesi poco chiara di numeri mortificanti, di parole vuote ed offensive e di promesse insopportabili.
Quattro mesi è il tempo messo a disposizione. Come al solito, per questo Governo il fattore tempo è un concetto relativo, così come lo erano i dieci giorni affidati all'epoca a Bertolaso o i tre mesi contemplati nel provvedimento successivo, poi diventati dodici, o i sei mesi poi assegnati al prefetto Pansa, o i dodici mesi assegnati al prefetto Cimmino, che poi sono diventati quattro mesi con il prefetto De Gennaro a distanza di soli sette giorni. È proprio un concetto molto relativo. Come possiamo credere che sia anche vero?
Vi sono da realizzare tre impianti di termovalorizzazione e vanno realizzati tutti, perché sappiamo bene che anche l'impianto di Acerra è praticamente all'anno zero. È possibile presentare questa come un'indicazione nuova, come una parte di un progetto di medio periodo, come l'ha definita lei, Ministro Chiti, leggendo la relazione? In realtà, questo è il refuso del piano Rastrelli del 1997 e di quel piano boicottato dallo stesso Ministro Pecoraro Scanio, che Bertolaso ha rivisto e ripresentato non più tardi di qualche mese fa.
Come la mettiamo con il Ministro Pecoraro Scanio che non vuole i termovalorizzatori e che ha costretto Bertolaso alle dimissioni proprio perché li voleva realizzare? Come la mettiamo con un Ministro che, quando nel 1996 cercavamo di promuovere il piano - all'epoca ero in consiglio regionale e ricordo bene il lavoro che abbiamo svolto -, era in piazza a manifestare contro i termovalorizzatori e contro qualunque tipo di soluzione sana ad un problema che oggi esiste in maniera forte, perché è davanti agli occhi di tutti? Anche nel 1998 e nel 2003 era sempre in piazza a manifestare anche contro il termovalorizzatore di Acerra!
Oggi questo Governo, che non lo sfiducia e che lo tiene seduto nella sua poltrona, dice che vuole realizzare i termovalorizzatori: l'esatto contrario di quello che vorrebbe il Ministro che continua a godere della fiducia del Governo. Oltre a quella di Pianura, si prevedono quattro discariche, che non possono essere indicate tra le soluzioni di breve periodo. Lei, Ministro Chiti, sa che queste quattro discariche, oltre a quella di Pianura, erano già previste nel provvedimento approvato qualche mese fa e non sono immediatamente utilizzabili. In questi mesi, da quando sono state individuate, non è stato fatto nulla. Quindi, i rifiuti non possono essere assolutamente portati in tali discariche.
L'utilizzo dell'esercito è stato richiesto a più riprese. Il problema è che, come lei ha ricordato, vi è una criminalità da affrontare e occorre recuperare la funzione iniziale del commissariato per l'emergenza dei rifiuti - ossia evitare la collusione con la criminalità così presente all'interno della regione Campania - che si è persa nel corso degli anni.
Invece, questo Governo prevede l'utilizzo dell'esercito facendolo addirittura rientrare in maniera strutturale nell'organizzazione commissariale per raccogliere i sacchetti di immondizia, non per presidiare le discariche di notte, non per dare aiuto ai cittadini che subiscono la violenza della criminalità, che continua a beneficiare dell'inefficienza del Governo regionale e nazionale.
In Campania vi sono molte più unità di operatori ecologici per abitante di quante ve ne siano in tutte le altre regioni d'Italia.Pag. 19Inoltre, per quanto concerne la raccolta differenziata nei comuni, la gran parte delle somme che ho citato prima in questi anni sono state spese proprio per formare il personale, per informare le comunità e per realizzare isole ecologiche. Eppure con riferimento alla raccolta differenziata siamo ad una cifra che oscilla tra il 7 e il 12 per cento. In sessanta giorni volete realizzare in ciascun comune una raccolta differenziata che arrivi al 35 per cento: ma perché si continuano ad offendere le intelligenze? Perché si continuano ad ingannare i cittadini? La gestione commissariale - creata nel 1993, come ho detto - era nata per combattere la criminalità, ed oggi la criminalità la fa, invece, da padrone.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, dovrebbe concludere.
ERMINIA MAZZONI. L'unico piano vero approvato fu quello realizzato dall'allora giunta Rastrelli. Tale piano fu definito dal dirigente dell'ambiente di Bruxelles come un piano perfetto. Non c'è mai più stato un altro piano. I sette impianti di CDR non sono compatibili con la proposta di soluzione oggi presentata dal Governo e non sono a norma, così come non lo sono le ecoballe, che non possono essere smaltite da nessuna parte.
La filiera istituzionale - che pure era prevista in quel piano Rastrelli al fine di realizzare un sistema efficiente attraverso consorzi, aziende pubbliche locali come Conai, Corepla, Comieco, azienda rifiuti comunali, consorzi sovracomunali - era stata immaginata proprio per realizzare un ciclo chiuso anche nei confronti delle aggressioni della criminalità. Quello che è stato realizzato, invece, è un sistema di potere, un sistema clientelare, dove non vi è nessun controllo di spese, di esborsi, di operatività e di efficienza.
Concludo con due piccole osservazioni. Al commissario De Gennaro viene assegnato tutt'altro compito: gli viene affidato il compito di ricognire i siti dove portare i rifiuti che si trovano in questo momento in mezzo alla strada e che non consentono una vivibilità normale; deve riuscire a stabilire dove portare le balle che non sono utilizzabili perché non a norma; deve riuscire a realizzare, individuando prima i siti...
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, la invito a concludere, per cortesia.
ERMINIA MAZZONI. ...i termovalorizzatori. A Venezia questi termovalorizzatori sono stati realizzati in dodici mesi; se veramente vi è determinazione anche nella nostra regione si può fare altrettanto.
Concludo dicendo che noi daremo la massima collaborazione, raccolgo l'invito del collega Realacci, e mi rivolgo in particolare a tutti i parlamentari della Campania per creare immediatamente un'unità di supporto al Commissariato, perché la storia del governo di salute pubblica è assolutamente irrealizzabile, dato che ne vedrebbe comunque a capo il più grande responsabile di questo disastro, il presidente Bassolino.
Sullo scioglimento del consiglio...
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, per cortesia, deve concludere davvero.
ERMINIA MAZZONI. Mi consenta solamente di dire: sullo scioglimento del consiglio provveda il Presidente della Repubblica.
Sulla mozione di sfiducia, noi dell'UDC la abbiamo già annunciata al Senato. Oggi più che una mozione di sfiducia al Ministro, che la fiducia l'ha già persa, noi vorremmo presentare una mozione di sfratto dalla poltrona [Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale]!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maroni. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Signor Presidente, devo riconoscere al Ministro Chiti il coraggio di mettere la propria faccia quando ci sono da affrontare situazioniPag. 20critiche, coraggio che molti suoi colleghi responsabili per la materia non hanno.
Userò poche parole per descrivere la vergogna e l'indignazione che tutti i cittadini italiani, e non solo, provano di fronte a quanto sta succedendo; servono poche parole, sono molto più efficaci le immagini che quotidianamente i telegiornali trasmettono in giro per il mondo.
Si tratta di una tragedia annunciata, non è un'emergenza dovuta a un fatto naturale, come un'inondazione o un terremoto. Si tratta di una tragedia annunciata e probabilmente anche voluta nelle sue conseguenze; chi non si è mosso, avendo le informazioni adeguate, non ha voluto farlo. Non possiamo pensare che tecnici, esperti e politici di lungo corso non abbiano intuito o saputo capire e prevedere, un anno fa, quello che sarebbe successo. Il sospetto è che si sia voluto arrivare a questo punto per una serie di motivi che mi auguro che la magistratura possa presto accertare.
Noi siamo preoccupati di questa situazione e temiamo che la soluzione a questa grave crisi possa essere quella che già venne tentata qualche anno fa, vale a dire prendere i rifiuti e nottetempo, con un blitz, portarli da qualche altra parte in giro per l'Italia, magari nelle regioni del nord. Questo non deve avvenire, signor Ministro, mi auguro che il Governo non lo faccia. Nulla in contrario se il Governo riesce a trovare la disponibilità di siti (in molte regioni ce ne sono) che hanno una capacità distruttiva dei rifiuti superiore alla loro produzione - ad esempio in Lombardia, in Veneto, in Piemonte e in Emilia - ma non può che essere un'operazione negoziata.
Non pensi il Governo di tentare qualche operazione strana, anche perché la sensibilità dei cittadini di fronte alle immagini che abbiamo visto è tale da generare istintivamente una reazione negativa nei confronti di quanto avviene. Da quanto mi risulta, già in alcune regioni del nord, nelle sedi istituzionali come i consigli regionali, si stanno proponendo e discutendo mozioni per impegnare i governi locali a non accettare l'ennesima operazione di smaltimento di rifiuti a favore di una realtà come la Campania che in dieci anni non è riuscita, non dico a risolvere, ma neppure ad affrontare il problema.
Caro Ministro, se questo dovesse avvenire (e sta già avvenendo), credo che sarà davvero difficile risolvere il problema dell'emergenza dello smaltimento dei rifiuti. Noi pensiamo che il principio fondamentale a cui ispirarsi debba essere quello dell'autosufficienza regionale. Gli stessi problemi che la Campania ha affrontato in questi dieci anni sono stati affrontati nelle altre regioni; non è che in Lombardia, nel Veneto, in Piemonte o in Emilia-Romagna la gestione del ciclo dei rifiuti sia stata una cosa normale, naturale, alla quale i cittadini hanno aderito spontaneamente: non è stato così! Chi ha amministrato quelle regioni negli ultimi dieci anni sa bene che anche lì vi sono state proteste e manifestazioni, anche se non così violente come quelle di Napoli. Ebbene, la politica e la gestione saggia in quelle regioni hanno consentito negli ultimi quindici anni di attrezzare il ciclo completo dei rifiuti attraverso tutte le sue componenti, ossia i termovalorizzatori, le discariche, i siti di compostaggio e di trattamento meccanico, nonché di investire molto sulla raccolta differenziata, in modo tale da portare - faccio l'esempio della mia regione, che ha dieci milioni di abitanti - non solo all'autosufficienza, ma addirittura ad una potenzialità superiore alla quantità di rifiuti prodotti.
Negli ultimi dieci anni la Lombardia ha costruito tredici termovalorizzatori, ha attrezzato cinquanta siti di compostaggio e dieci siti di trattamento meccanico e ha ridotto le discariche a otto; questo ciclo consente non solo di distruggere tutti i rifiuti prodotti, ma di fornire anche dei vantaggi alla popolazione, attraverso l'energia prodotta dai termovalorizzatori. Accanto a ciò si è investito molto sulla cultura del recupero; vi sono livelli di eccellenza in tutte le città del Nord: cito solo quelle in cima alla classifica che, guarda caso, sono quasi tutte amministrate dalla Lega, ossia Treviso, Lecco, Novara e Como, che hanno percentuali diPag. 21recupero dei rifiuti superiori all'80 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Se su cento quintali o tonnellate di rifiuti prodotti ottanta vengono recuperati, il problema dello smaltimento è già risolto.
Non è mia intenzione né mio compito individuare le responsabilità, ci penseranno la magistratura e la politica, né abbiamo chiesto le dimissioni di alcuno; siamo solo preoccupati - rinnovo, a tal riguardo, il monito al Governo - di ciò che può accadere. Siamo stati abituati a interventi che risolvono le emergenze create ad arte, anche negli anni passati e in Campania, ma voglio davvero sperare che ciò non avvenga con riferimento allo smaltimento dei rifiuti che oggi sono per le strade della città della Campania. Lo ripeto: il Governo non pensi di compiere l'operazione che leggendo qualche giornale pare sia già stata ipotizzata, perché vorrebbe dire trasferire in altre regioni la reazione popolare che oggi si verifica e si constata quotidianamente per le strade di Napoli e di altri comuni della Campania.
Immagino che il Governo abbia intenzione di prevedere un'ennesima norma di finanziamento per la soluzione dell'emergenza: non credo che anche questo rappresenti una buona politica; la regione deve trovare le risorse, perché la gestione dei rifiuti e del territorio è uno dei compiti fondamentali del governatore della regione, di qualunque regione si tratti, altrimenti cosa ci sta a fare!
L'unica nota positiva di questa brutta, anzi bruttissima vicenda, è la nomina del nuovo commissario, Gianni De Gennaro, una persona che tutti stimano e al quale oggi tutti riconoscono le capacità e le possibilità di gestire questa emergenza, anche coloro che, signor Ministro, dalla sua parte politica, fino a poche settimane fa, lo consideravano poco più che un criminale, per i fatti di Genova.
È singolare vedere come per risolvere l'emergenza rifiuti la sinistra e il Governo della sinistra chiedano addirittura l'invio dell'esercito e della forza pubblica contro la gente che protesta in piazza. Noi pensiamo, invece, che l'emergenza possa e debba essere risolta attraverso la responsabilizzazione della regione Campania, dei suoi cittadini e delle sue istituzioni, senza trovare scorciatoie o soluzioni che sembrano facili, ma che tali non sono.
Pensiamo, inoltre, che dopo gli ennesimi quattro mesi di commissariamento qualunque risultato l'ottimo prefetto Gianni De Gennaro riesca ad ottenere sia necessario porre fine ad un periodo troppo lungo di commissariamento, e affidare finalmente la responsabilità (con tutto ciò che ne consegue, nel bene e nel male) della gestione di questo aspetto fondamentale nell'amministrazione di ogni regione a chi ne ha la titolarità, ovvero al presidente della regione e alle istituzioni regionali.
Tanti si riempiono la bocca di federalismo, di responsabilità e di autonomia, persino l'ex Ministro Bassolino, che spesso è intervenuto al riguardo, qualche volta addirittura per insegnare alla Lega Nord che cosa significa federalismo: questa è l'occasione che egli ha a disposizione per assumersi le sue responsabilità, e per dimostrare che federalismo e responsabilità non sono solo vuote parole (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Nuovo PSI e di deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bandoli. Ne ha facoltà.
FULVIA BANDOLI. Signor Presidente, cari colleghi, sono circa dieci volte (forse anche di più) che il Parlamento si riunisce in ordine alla cosiddetta emergenza Campania. Il fatto che da tredici anni si parli di emergenza già ci mostra che stiamo adoperando una parola assurda: un'emergenza che dura tredici anni è una normalità, e questa normalità senza governo ha generato una sfiducia totale e un'esasperazione enorme.
Vorrei che alcuni colleghi intervenuti precedentemente prestassero interesse ad un elemento che risulta finora un po' fuori dall'attenzione del dibattito e, purtroppo, anche delle misure proposte dal Governo.Pag. 22Perché i cittadini della Campania sono così arrabbiati, e perché sono così contrari a qualsiasi tipo di impianto? Perché sono trent'anni che convivono con alcune centinaia di discariche illegali, che hanno avvelenato il territorio e ucciso di tumore, in alcune aree, almeno una persona in quasi ogni famiglia. In quel territorio si ha un'incidenza del 28 per cento in più rispetto ad altre regioni d'Italia.
I cittadini della Campania sono arrabbiati, in quanto dopo quindici anni alla vergogna del trasferimento dei rifiuti tossico-nocivi da tante imprese del centro-nord al sud - tali rifiuti erano conferiti direttamente nelle mani della camorra da molte imprese, che così risparmiavano sui costi - si è aggiunto il disastro di un ciclo dei rifiuti inesistente in ordine ai rifiuti solidi urbani.
I cittadini non accettano nessun impianto normale, in quanto da trent'anni li facciamo convivere con impianti illegali. Dobbiamo, dunque, rendere loro sicurezza, salute e bonifica, se vogliamo che riescano a farsi carico in modo civile, aperto e democratico dei loro compiti, rispetto ai rifiuti che essi stessi producono e al loro smaltimento.
Il territorio campano - soprattutto la provincia di Napoli - è diventato un cimitero avvelenato che uccide i suoi abitanti, e vorrei che tale aspetto fosse posto maggiormente al centro anche del provvedimento che adotterà il Governo nei prossimi giorni.
Come Sinistra Democratica non ci vogliamo nascondere i problemi politici e non vogliamo tacere sulle responsabilità.
Onorevole Bondi, ho apprezzato alcuni toni - non tutti - dell'intervento suo e di quelli degli onorevoli Maroni e Mazzoni, perché ho l'abitudine di cercare il dialogo. Quando si sostiene che in Campania sono fallite intere classi politiche, ora di centrosinistra e prima di centrodestra, non credo che si stia compiendo una forzatura: si afferma la verità. Se siamo di fronte a venticinque-trent'anni di ingovernabilità di un intero ciclo e di un intero sistema, non possiamo concentrarci sull'ultimo provvedimento, sull'ultima discarica, sull'ultimo Ministro dell'ambiente e sull'ultimo presidente della regione, che pure ritengo molto responsabile di quanto sta accadendo. Ritengo responsabile, però, anche la magistratura, che, dopo venticinque anni di denunce di molti sindaci, non ha chiuso neppure una discarica abusiva; ritengo responsabile l'Impregilo di Romiti, la FIAT e la Fibe, che non è stata capace di imbastire nemmeno una parvenza di ciclo integrato dei rifiuti; ritengo responsabili molti sindaci, che non hanno svolto il loro dovere. Chiedere le dimissioni solo di questo o di quell'amministratore - oppure di tutti - oggi non sembra prioritario, ma, soprattutto, a nostro parere non è risolutivo.
Quelle classi politiche, in queste ore, stanno già facendo i conti con le loro responsabilità. I cittadini campani stanno maturando il loro giudizio: con il passare delle settimane, ritengo che ciò sarà sempre più evidente, e che tutti coloro che hanno fallito faranno fatica a non prenderne atto.
A noi, oggi, spetta un altro compito: indicare ipotesi, soluzioni e strade percorribili per fornire a quel territorio risposte rapide nel breve, nel medio e nel lungo periodo. Il Governo ha formulato alcune proposte condivisibili: iniziare subito la raccolta differenziata è una proposta seria, così come ipotizzare il commissariamento dei comuni che non lo faranno; ha ragione l'onorevole Mazzoni ad affermare che la raccolta differenziata non si realizza in quindici giorni, che almeno si cominci a farla. È importante prevedere anche una sanzione. Mi pare inevitabile inviare il Genio civile (che interviene anche per le alluvioni e per i terremoti) - e non l'esercito in armi - a sgomberare le strade, così come è inevitabile chiedere uno sforzo solidale a quei comuni e a quelle regioni che saranno disponibili a compierlo, in un'ottica - come diceva l'onorevole Maroni - di cooperazione, di consenso e di discussione con le regioni e i comuni stessi, senza alcun atto di imposizione.
Dovrebbero essere meglio precisati, inoltre, i siti delle discariche, che sonoPag. 23ancora una volta molto generici, e dovrebbe essere posto l'accento sul ruolo più importante delle province, che non sono state neppure citate dal Ministro Chiti nel suo intervento.
Onorevole Bondi, lei, se non sbaglio, è stato sindaco, e non avrebbe mai pensato - come me, che sono stata amministratrice locale - di realizzare una discarica in un'oasi del WWF, come Serre, o in una discarica esaurita come quella di Pianura, che è stata aperta per quarant'anni ed è stata chiusa da Bassolino, dicendo che era una discarica esaurita. Bisogna scegliere con competenza i luoghi delle discariche, che devono avere le caratteristiche adatte. Non passerebbe mai per la testa ad alcun sindaco - né in Lombardia, né in Veneto, né in Emilia-Romagna - di realizzare una discarica in un parco naturale o in un'oasi del WWF. Perché i campani dovrebbero accettare di raccogliere l'immondizia in un'oasi naturale? Non lo capisco! Molti cittadini hanno protestato per questa ragione. I siti devono essere individuati bene e devono avere caratteristiche determinate.
Dovremmo cominciare a chiedere ai presidenti di provincia di individuare nella loro provincia i siti più adatti (come avviene in molte province del centro-nord, attraverso i piani provinciali dei rifiuti), indicandoli con il consenso dei cittadini.
Vorrei tornare brevemente sulla bonifica: è positivo che nelle misure predisposte dal Governo sia previsto un piano urgente e preciso di bonifica delle discariche abusive e dei rifiuti tossico-nocivi, gestito non dal Commissario per i rifiuti ma da un Ministro del Governo o dalla Protezione civile. Peraltro, senza niente in cambio, anche questo piano del Governo non avrà alcuna possibilità di riuscita. I cittadini della Campania devono capire che chiediamo loro un patto, e che il Governo è disponibile e si fa garante della bonifica del territorio di quella regione.
Non credo, come ha affermato qualcuno, che si stia abusando della paura delle popolazioni, dicendo che gli impianti fanno male. Credo che le popolazioni campane abbiano vissuto sulla loro pelle una realtà troppo lunga di abusi, di dissesti e di avvelenamenti territoriali e che, rispetto a quell'elemento, oggi lo Stato debba cercare di recuperare la fiducia dei cittadini nei suoi confronti. La fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni si è, infatti, incrinata pesantemente in tutti. Non la si è cercata, e non si è mai interrotta la catena di criminalità, pesantemente attiva ancora in queste ore. Non è vero, infatti, come hanno affermato alcuni colleghi in quest'Aula, che nelle discariche di rifiuti tossici, in questi giorni e in queste ore, non sta arrivando più nulla dal nord. Purtroppo, arrivano ancora carichi incontrollati e velenosi, che continuano ad avvelenare quel territorio. Per ripristinare quella fiducia bisogna, dunque, iniziare subito la bonifica.
Vorrei aggiungere, infine, una considerazione abbastanza scontata, ma che a volte per alcuni non lo è, ossia che i rifiuti sono fatti di tante materie diverse: sono secchi o umidi, comprendono carta, vetro, plastica. Sono i centri di compostaggio la prima condizione per differenziare la raccolta, per riciclare i materiali e per ridurre la quantità di rifiuti alla fine del ciclo. Limitarsi a urlare a gran voce che occorrono gli inceneritori e tante discariche può sembrare la soluzione più rapida, ma, in realtà, non è così. Il ciclo comincia dalla differenziazione e dal compostaggio e finisce nella termovalorizzazione della parte restante, che, se si effettua una buona differenziazione, naturalmente diminuisce.
I rifiuti tal quali non si possono bruciare. È vietato dalla legge italiana e dalla normativa europea, quindi non facciano pensare ai cittadini italiani che si possa prendere un sacco di rifiuti e tirarlo nell'inceneritore per risolvere il problema, perché racconteremmo loro delle frottole, a meno che non si intenda scegliere la strada sciagurata della regione Sicilia, che incenerisce tutto con un piano regionale, che mi auguro - abbiamo buone speranze - sarà bocciato dall'Unione europea.
Concludo dicendo che ho sentito in quest'Aula accenti durissimi non solo contro il Ministro dell'ambiente, ma contro laPag. 24cultura ecologista, che è la mia e di molti, Verdi e non, che fanno parte della sinistra plurale e unitaria che si sta formando in questo Paese.
Non ci siamo mai opposti a impianti che sostenessero un ciclo serio dei rifiuti. Incolpare gli ambientalisti di quel che accade...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FULVIA BANDOLI. Mi avvio alla conclusione, ha concesso un breve tempo aggiuntivo ad alcuni colleghi, e le chiedo di fare altrettanto con me.
Incolpare gli ambientalisti di ciò che accade in Campania è sbagliato: è un bersaglio in totale malafede. In tante regioni del centro, del nord e anche del sud, le associazioni ambientaliste e gli ecologisti di varie aree politiche si sono adoperati in prima persona per costruire cicli funzionanti e per salvaguardare l'ambiente. Su molte questioni siamo noi ecologisti, cari colleghi, che, circa trent'anni or sono, abbiamo cominciato a spiegarvi alcuni paradigmi dello sviluppo.
Non siamo retrogradi, come affermate voi, ma abbiamo gli occhi ben aperti, forse più di quanto voi li avete avuti su alcuni temi, come, per esempio, l'energia e l'inquinamento. Non guardiamo indietro, al medioevo; intendiamo guardare avanti, ma salvaguardando la salute dei cittadini, la scienza, la ricerca e una cultura politica avanzata, che non faccia strame di qualsiasi regola (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Partito Democratico - L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Ministro, noi socialisti vogliamo certamente assumerci le responsabilità di forza politica che governa all'interno della regione Campania. Vogliamo essere chiari nel dibattito di oggi, assumendoci le nostre responsabilità da un punto di vista politico, ma vorremmo anche che gli altri si assumessero le proprie. Il problema dei rifiuti della Campania non è un problema di oggi; è una questione che, come hanno spiegato con chiarezza molti colleghi, viene da lontano. È un problema che, probabilmente, è stato sottovalutato sia dai governi regionali di centrodestra e di centrosinistra, sia dai Governi nazionali di centrodestra e centrosinistra. Mi consentirete di ricordare a me stesso - ma vorrei ricordarlo anche a tutti i colleghi del centrodestra - che questo dibattito è stato affrontato anche nella scorsa legislatura. In quel dibattito, anche alla luce delle relazioni della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti dell'epoca, si ponevano problemi, interrogativi e scelte; si chiedeva quindi di intervenire.
Tutto ciò non è accaduto ed oggi ci troviamo di fronte ad una situazione di grave crisi di carattere istituzionale. Si tratta di una crisi profonda, di una situazione intollerabile, di un problema che non investe semplicemente la Campania, ma l'intera nazione e che purtroppo fornisce, a livello internazionale, un'immagine estremamente deficitaria della Campania e della nazione. Come socialisti riteniamo che sia stato sbagliato - lo abbiamo detto in tempi non sospetti e lo vogliamo ripetere oggi con altrettanta chiarezza - prorogare il commissariamento, così com'è sbagliato oggi continuare in questa scelta. Come socialisti, infatti, riteniamo che bisognava arrivare ad un regime ordinario in grado di responsabilizzare gli enti locali e consentire una condizione di governabilità e responsabilità che potesse comportare una verifica complessiva dei problemi del sistema generale dei rifiuti. Tutto ciò lo abbiamo ripetuto anche in questi giorni ed in queste ore. Lo ha ripetuto il nostro segretario nazionale, Enrico Boselli, che ha sottolineato con grande chiarezza che non è possibile pensare di inviare l'esercito per garantire l'ordine pubblico. L'impiego dell'esercito serve soprattutto a determinare una condizione di stabilità all'interno di un sistema dei rifiuti estremamente delicato. È giusto che l'esercito vada anche aPag. 25garantire il trasporto dei rifiuti perché abbiamo sempre sostenuto e verificato - anche la Commissione d'inchiesta l'ha sottolineato - che nel sistema dei trasporti vi è sempre più una condizione di difficoltà e una forte ingerenza e penetrazione della criminalità organizzata. Riteniamo che tutto ciò sia necessario; è necessario arrivare ad un sistema ordinario.
Noi riteniamo necessario arrivare ad un sistema ordinario e credo che non sia nemmeno opportuno - lo dico con chiarezza, senza evitare il riferimento a facili situazioni - esaltare anche quest'oggi la nomina del «sub grande commissario». Non è così! Non è affatto così!
I commissariamenti hanno fallito, e ciò è accaduto sicuramente a causa delle difficili situazioni che si sono determinate in quella realtà, ma hanno fallito anche perché non sono stati in grado di risolvere i problemi. A tal proposito vorrei ricordare, per evitare di enfatizzare situazioni che non esistono, che lo stesso commissario Bertolaso - vogliamo forse dimenticarlo? - cui è andato il plauso da parte di tutti quanti noi, ha individuato discariche che in quel momento erano state sequestrate dalla magistratura. Ricordo un esempio per tutti, quello relativo alla discarica di Ariano Irpino. Vedete, è facile enfatizzare le questioni, mentre è difficile invece gestirle e governarle. Dobbiamo costruire un sistema di governo in quella realtà campana. Dobbiamo discutere con la gente. Dobbiamo fare in modo che si recuperi quella credibilità che le istituzioni hanno perso a causa di interventi che si sono rivelati fallimentari, di interventi diretti alla costruzione di consorzi, di interventi non diretti ad attivare il ciclo integrale dei rifiuti, di interventi che hanno fatto perdere - come giustamente sottolineava, qualche secondo fa, la collega Bandoli - quella dignità che una regione deve avere.
Più volte abbiamo avanzato delle proposte - lo vogliamo fare anche oggi, lo abbiamo affermato come socialisti e lo ha ripetuto con chiarezza anche il presidente della Commissione bicamerale sui rifiuti - dirette al Governo, sostenendo con chiarezza che vi era la necessità di costruire un patto nuovo, in altre parole di costruire un'intesa istituzionale o un accordo di programma tra tutti gli enti locali, la regione e il Governo centrale.
Abbiamo anche indicato le strade, affermando che non era possibile pensare di riaprire le discariche senza un piano preciso e chiaro diretto a definire la bonifica dei siti e all'individuazione degli interventi industriali, che in buona sostanza avrebbe recuperato una credibilità e un rapporto serio con la popolazione della Campania e soprattutto della provincia di Napoli.
Lo abbiamo sostenuto ma siamo stati inascoltati, ed oggi ci troviamo in questa sede per discutere di questo problema, che comunque non può certamente consistere nel considerare le parti in contrapposizione. La Campania è parte importante del nostro territorio; quindi dobbiamo, insieme, trovare le giuste soluzioni al problema in esame. Noi crediamo, come socialisti e radicali della Rosa nel pugno, che il piano che il Governo ha posto alla nostra attenzione con l'informativa urgente in esame può fornire delle risposte anche in tempi immediati. Bisogna individuare chiaramente i nuovi siti di discarica ed occorre fare in modo che si giunga rapidamente ad un'intensificazione della raccolta differenziata. Vogliamo plaudire - è stato uno dei nostri chiari intendimenti - al fatto che finalmente si sciolgono questi consorzi. Finalmente siamo arrivati a mettere la parola fine al processo di chiusura di questi consorzi, che sicuramente hanno determinato una situazione di grande difficoltà per l'intero sistema della Campania.
Siamo d'accordo sul fatto che occorra coinvolgere anche altri soggetti e credo che da parte di molte regioni del Mezzogiorno d'Italia vi sarà una grande disponibilità e solidarietà, in particolare tra quelle confinanti, nei confronti di questa emergenza, che non è semplicemente campana bensì di dimensione nazionale.
Vi è questa grande disponibilità; tuttavia, vi è anche consapevolezza dei problemi e per questo motivo invitiamo il Governo ad intervenire rapidamente; c'èPag. 26bisogno di rapide decisioni. Se assumiamo rapide decisioni - e con ciò concludo - riusciremo sicuramente a risolvere i problemi della terra di Campania (Applausi dei deputati dei gruppi Socialisti e Radicali-RNP e Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Angelis. Ne ha facoltà.
GIACOMO DE ANGELIS. Signor Presidente, vorrei partire da una considerazione di carattere generale. Ritengo che siamo giunti ad un punto di non ritorno e anche gli interventi che sono stati svolti lo dimostrano. Ci saremmo aspettati - mi rivolgo al Governo - che il 31 dicembre si completasse definitivamente l'esperienza del commissariato straordinario e che si potessero individuare altri strumenti per tentare un raccordo con le realtà locali e provinciali e per trovare una soluzione, anche se in tempi medi. Si è voluto continuare ancora con tale commissariamento. Al Governo chiedo cosa dobbiamo più attenderci da questa situazione, se non la riproposizione chiara - com'è emerso in tutto questo periodo - del fallimento totale di tale esperienza.
Ho svolto questa premessa, perché anche le scelte del Governo vanno apprezzate, poiché sono state veloci. Ritengo, tuttavia, che al riguardo sia necessario un chiarimento e tenterò molto velocemente di esprimere come la pensiamo in merito. Al Governo vorrei dire, come premessa, che non riteniamo che il problema della Campania sia di ordine pubblico, perché se commettiamo, se il Governo commette questo errore, si crea ancora di più un clima di instabilità e, soprattutto, un clima pericoloso dal punto di vista sociale.
In merito a ciò vorremmo porre al Ministro ed a questo Governo alcuni interrogativi.
Quale mente scellerata ha pensato di riaprire il sito di Pianura? Qual è stato il criterio in base al quale è stata individuata di nuovo una discarica che, nel 1994, dopo battaglie condotte anche con i cittadini di Pianura, riuscimmo a far chiudere? Com'è possibile pensare di riaprire il sito di Pianura - viste le stesse immagini che le televisioni ci hanno mostrato in questi giorni, ma chi è del posto conosce la situazione - in cui vi sono rischi concreti legati alla presenza nel territorio, in quella conca, anche di certe situazioni di natura idrogeologica, con possibilità di frane, come hanno dimostrato molti tecnici indipendenti? Come avete fatto - e come hanno fatto - a pensare a Pianura?
Questo ragionamento può essere allargato anche a molte altre realtà che noi stiamo vivendo e che abbiamo vissuto in questi giorni, caro Ministro. Quale mente ha partorito Pignataro Maggiore? Quale mente ha partorito Carinola nel casertano? Questa è la domanda che mi pongo tutti i giorni e alla quale non trovo risposte! L'ho chiesto anche a Pansa in Commissione: qual è il criterio di fondo per il quale i tecnici del commissariato straordinario individuano una discarica rispetto ad un'altra, un sito rispetto ad un altro?
Non possiamo farci prendere dalla necessità di fare presto, caro Ministro. Dobbiamo ponderare le cose e voi, come Governo, dovete ponderare le scelte per trovare anche un consenso dei cittadini campani.
Infatti, se ciò non avviene, la lacerazione - come qualcuno affermava poc'anzi - sarà sempre più forte su questo territorio. Esiste un problema vero, un problema di fiducia che, sempre di più, viene meno nei confronti della classe dirigente campana e sul quale dobbiamo tornare con forza.
Inoltre, il secondo aspetto (che non viene mai citato) riguarda la questione delle bonifiche, caro signor Ministro. Pianura aspetta ancora la bonifica. Pianura - chiusa quattordici anni fa! - è stata messa solo in sicurezza e si è pensato di riempirla di rifiuti. Vi sono aree intere delle province casertane e napoletane che aspettano una bonifica.
Questa mattina qualche giornale - in verità uno napoletano, il Corriere del Mezzogiorno - riportava un'analisi attenta sul problema dei rifiuti e delle bonifiche: suPag. 27quarantotto siti in cui doveva iniziare questa benedetta bonifica, nessun sito è stato ancora bonificato.
Pensate forse che sia possibile continuare in questo modo? Io ritengo che, anche per quanto riguarda questo aspetto, debba essere compiuta - questo sì! - repentinamente una scelta (che prima veniva suggerita) da parte del Governo, in merito a chi debba continuare ad avere la responsabilità diretta (a mio parere, centrale) sul problema delle bonifiche in Campania; costui non può essere, ancora una volta, il governatore della regione Campania.
Infine, vorrei sottolineare un altro aspetto di merito. Avrei preferito che fosse presente il Presidente del Consiglio dei ministri; tuttavia, voglio dire che non si possono fare annunci senza ponderare le cose che si affermano. Come è possibile, caro signor Ministro, affermare di voler aprire tre termovalorizzatori in Campania? Come è possibile affermare ancora - a mio avviso per testardaggine - di continuare a insistere con Santa Maria La Fossa? Come è possibile questo? Come è possibile pensare, ancora, di martoriare un territorio che, di per sé, già è martoriato e dove lo sviluppo economico verrebbe dissanguato dalla presenza di un ennesimo termovalorizzatore? Voi dovete dire la verità! Dovete dire che vi è una pressione della FIBE, perché essa ha già acquistato i terreni, li ha già affittati e vuole - per una questione di business economico - che si realizzi, ad ogni costo, il termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa! Poi, se verrà aperto (come qualcuno penserà), si vedrà tutto il resto. Dunque, ponderiamo le cose!
Vi è una condizione preliminare per compiere qualsiasi ragionamento e mi rivolgo al centrodestra: oltre ad affermare quello che ho ascoltato ed oltre alle minacce (a mio avviso esplicite) fatte dalla Lega Nord Padania sulla solidarietà di ritorno, noi abbiamo un problema, sia come campani, ma anche, complessivamente, come classe politica generale di questo Paese.
Il problema all'ordine del giorno, caro Governo, è la richiesta che proviene non solo dal cittadino di Pianura, ma anche da quello del casertano e del beneventano. Costoro, oggi, ci chiedono una cosa sola: liberateci dall'immondizia! Ci chiedono questo! Io al Governo dico: troviamo e trovate gli strumenti idonei per pulire la regione Campania! Si è chiesto un atto di solidarietà alla regione: bene, è un passaggio importante. Bisogna continuare su questa strada, per mettere in moto il processo virtuoso della filiera dei rifiuti.
Inoltre, da questa discussione che abbiamo svolto, ma anche da tutto ciò che abbiamo ascoltato in questi giorni in televisione, manca un soggetto importante della discussione (tranne qualche collega che si è premurato di ricordarcelo), ossia la FIBE. Nessuno cita i guai che questa impresa ha compiuto nella regione Campania.
Essa ha costruito impianti di CDR che non servono a niente! Ha messo in costruzione un inceneritore che per due volte il Governo è stato costretto a modificare per renderlo agibile ed utilizzabile per il piano!
Quanto paga? Quali sono queste responsabilità? Perché non emergono? Aspettiamo che, ancora una volta, la magistratura possa risolvere i problemi della politica?
PRESIDENTE. Onorevole De Angelis, concluda.
GIACOMO DE ANGELIS. Concludo, Presidente. Credo che, invece, tutto ciò vada messo in conto!
Infine, citavo la necessità impellente di ripulire le nostre città della regione Campania e di costruire le condizioni per un rapporto, in questo senso, fiduciario fra il Governo centrale e le province che devono tornare ad avere un ruolo centrale nella costruzione di ipotesi alternative.
In conclusione, voglio chiedere con molta chiarezza al centrosinistra campano: pensate che possiamo continuare a vivere in queste condizioni? Guardate che questa situazione sta diventando insostenibile!Pag. 28Non possiamo continuare a pagare anche per responsabilità non nostre! Abbiamo bisogno di una svolta in questa regione e di un senso di responsabilità della classe politica campana per costruire un futuro migliore, che ci chiede la stessa regione!
Ritengo che il nostro impegno come partito - concludo, Presidente, mi scusi - è quello di aiutare questo percorso, ossia di uscire da una situazione di stallo e di costruire con il Governo centrale le condizioni per trovare tutte le soluzioni possibili per uscire dall'emergenza (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signori del Governo, le origini del disastro campano in campo ambientale, a mio parere, vanno ricercate anche in un deficit culturale della sua classe dirigente. Questo dei rifiuti è il tipico caso in cui tutti diventano esperti nel volgere di un mattino: questo vezzo ha invaso la società e, quindi, anche la politica. Gli amministratori, invece di ascoltare coloro che dedicano la vita allo studio, alla ricerca e all'insegnamento della materia, si circondano di cosiddetti esperti, che garantiscono il politico senza conoscere a fondo quello che affermano. Purtroppo, questo modo di fare è diffuso in tutto il Paese, ma a Napoli e in Campania ha trovato un terreno fertilissimo che ha portato dritto alla tragedia di questi giorni.
A Napoli e a Salerno ci sono almeno tre centri universitari di ottimo livello dai quali è possibile attingere esperti veri cui demandare le scelte tecniche più idonee, licenziando la pletora di consiglieri ignoranti della disciplina che improvvisano discorsi truculenti e senza senso logico. Questo vale per il futuro anche prossimo, ma oggi va affrontato il dramma del presente e va utilizzato ogni mezzo lecito per porre fine allo scempio.
Il 28 dicembre avevamo espresso non solo rammarico, ma anche contrarietà al rinnovo del commissariamento straordinario e avevamo parlato esplicitamente di «cattivi consiglieri» del Presidente Prodi. Noi, infatti, come gruppo di Italia dei Valori riteniamo che il commissariamento sia fallito in tutto il Paese. In Campania tutta la responsabilità, tutto l'onere e anche tutti gli effetti positivi sono stati affidati ad un gruppo privato che, nell'aprile del 1999, ha vinto una gara su cui occorrerebbe indagare approfonditamente.
Oggi, finalmente, questo Governo ha cambiato rotta: ha ascoltato il Parlamento che, attraverso la commissione bicamerale di indagine sui rifiuti, aveva proposto misure molto simili a quelle deliberate dal Consiglio dei Ministri.
Dopo queste decisioni, però, occorre uno scatto di dignità da parte di coloro che hanno fallito nel loro compito, riconoscendo le proprie responsabilità e dimettendosi dai loro incarichi istituzionali. Le scelte del Governo sono da noi condivise e spero lo siano dall'intero Parlamento, anche per dare al mondo esterno la certezza che nei momenti difficili l'Italia trova l'unità e la forza di decidere.
Queste scelte del Governo tendono a porre fine certa al regime commissariale, per ridare la responsabilità agli enti locali, che la hanno per legge; a smantellare l'inutile e costoso apparato di intermediazione burocratica rappresentato dai consorzi; a realizzare impianti per mettere in grado anche la Campania di avviare un ciclo industriale integrato nel trattamento dei rifiuti solidi urbani. Per fare ciò è necessario un tempo non breve, certo, ma bisogna cominciare e in un triennio si dovrebbe arrivare alla definitiva soluzione. Per questo, è necessario approfondire le cause dell'attuale disastro, in modo da poter giungere a cambiamenti strutturali.
La città di Napoli, come Roma, Milano, Torino, Venezia e Bologna, dovrà essere in grado di trattare i suoi rifiuti nel proprio territorio e il suo sindaco non può affermare che Napoli ha già dato solo perché fino a dieci o quattordici anni fa ha accettato in una propria discarica, più oPag. 29meno controllata, i rifiuti della regione. È troppo facile! Non solo non è ragionevole, ma rasenta la non responsabilità.
Gli enti locali, invece, devono provvedere allo smaltimento: Milano, caro De Angelis, ha nel centro della città l'impianto di incenerimento e non se ne lamenta; Brescia e Vienna lo stesso!
Gli enti locali devono quindi provvedere allo smaltimento sulla base di un piano regionale approvato dalla regione, qualunque sia, in quel momento, il colore che governa la regione. Questo piano c'era: quel piano, sostanzialmente, oggi va realizzato.
Va incentivata il più possibile una buona raccolta separata, compatibilmente con i costi e con il mercato; vanno ristrutturati gli impianti di produzione del combustibile da rifiuti, per produrre idoneo CDR (combustibile da rifiuto); vanno recuperati i materiali, specialmente quelli ferrosi, da fornire all'industria; vanno terminati rapidamente i lavori nell'inceneritore di Acerra e vanno avviati quelli per gli altri inceneritori, che nel giro di due anni-due anni e mezzo potrebbero essere completati, con recupero di energia; vanno messe a punto, infine, le discariche controllate, che devono accogliere, alla fine della fase transitoria, soltanto residui di lavorazione.
Questo sistema, se ben gestito, darà soddisfazioni anche alla popolazione che oggi si ribella. Perché si ribella? Si ribella perché è stata raggiunta da messaggi errati, ma anche perché le discariche mal gestite o gli impianti per le cosiddette ecoballe e i depositi stessi si sono sempre trasformati in luoghi infernali di inquinamento ambientale.
Ha avuto così buon gioco la camorra, che sfrutta sempre il vuoto istituzionale - se non, qualche volta, le oggettive complicità - e si impadronisce di quel territorio. Una gestione moderna e razionale è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per sconfiggere definitivamente la malavita organizzata nella gestione dei rifiuti.
A De Gennaro, quindi, va il nostro augurio, ma va anche il riconoscimento al prefetto di Napoli, a tutti coloro che senza avere il compito istituzionale si sono prodigati per supplire a deficienze istituzionali locali. A De Gennaro, quindi, servitore dello Stato e uomo del sud, auguro di riuscire dove altri hanno fallito e in quattro mesi di riportare Napoli e la Campania ad un avvio di normalità della vita civile. Nessuno però deve pensare di ostacolarlo, come è stato fatto in passato. Il Parlamento, il Paese e gli uomini più avveduti della Campania dovranno vigilare...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
AURELIO SALVATORE MISITI. ...per sconfiggere definitivamente la politica del «no». Auguri, quindi, a De Gennaro! Il gruppo dell'Italia dei Valori formula gli auguri a De Gennaro e anche un affettuoso saluto ai fratelli campani (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, purtroppo ancora una volta parliamo di emergenza rifiuti in Campania.
Dobbiamo dire con grande dispiacere e rammarico che proprio noi Verdi abbiamo fortemente contestato il piano rifiuti della regione Campania che prevedeva l'affidamento alla FIBE-Impregilo, che, come noi dicevamo qualche anno fa, rappresentava una truffa ai danni della Campania e dei cittadini campani e che oggi ci ha portato a questa grave emergenza. Ancora una volta noi Verdi abbiamo dimostrato un grande senso di responsabilità non partecipando al teatrino di quella politica che è capace di chiedere, quali uniche proposte, le dimissioni di qualcuno, utilizzando questo momento di difficoltà della Campania per fare una squallida demagogia politica.
Questo senso di responsabilità ha portato i Verdi, il Ministro Pecoraro Scanio e il Governo Prodi a preoccuparsi di come togliere i rifiuti dalle strade di Napoli e della Campania, piuttosto che di alimentarePag. 30inutili polemiche. Per questo, noi Verdi vogliamo ringraziare il Governo Prodi e il Ministro Pecoraro Scanio per aver dato finalmente una programmazione seria e concreta con il giusto rigore, che possa finalmente far intravedere una soluzione al problema dei rifiuti nelle nostre regioni.
Tuttavia, riteniamo indispensabili alcune precisazioni, viste le diverse strumentalizzazioni alle quali stiamo assistendo in questi giorni. In politica il confronto leale rappresenta una fondamentale e importante forma di democrazia, ma l'utilizzo del confronto politico con la menzogna e con l'infamia rappresenta il livello più basso e becero della politica.
Siamo tutti d'accordo nell'affermare che l'emergenza di oggi sia dovuta ad una serie di errori, di malgoverno e di pessima amministrazione che si sono accumulati in questi quattordici anni di commissariamento. Noi - e penso anche molti cittadini italiani - oggi vorremmo sapere da chi chiede le dimissioni del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Pecoraro Scanio che cosa è stato fatto nei cinque anni di Governo di centrodestra per evitare questi errori, per evitare questo malgoverno, per evitare le infiltrazioni della camorra, per arrivare al superamento del commissariamento.
Onorevole Fini, mi risulta che per quasi sei anni dei quattordici di commissariamento il Ministro dell'ambiente era il senatore Matteoli, esponente di Alleanza Nazionale.
Mi risulta che il primo piano dei rifiuti che ha previsto l'affidamento alla FIBE è stato predisposto da una giunta di centrodestra guidata dal presidente Rastrelli, esponente di Alleanza Nazionale, anche se certamente è anche responsabile quel centrosinistra che ha portato avanti questo piano, contro il volere dei Verdi. Oggi - è vero - vi è una responsabilità del Ministro Pecoraro Scanio e del Governo Prodi, quella di assumersi la piena responsabilità per far uscire la Campania dall'emergenza, cosa non fatta in passato da altri.
Si è detto che uno dei motivi dell'emergenza in Campania è la mancata realizzazione del termovalorizzatore di Acerra a causa dei veti dei Verdi. Vorrei però ricordare che quel termovalorizzatore è stato bloccato dalla magistratura, che evidentemente ha ritenuto quell'affidamento illegittimo, confermando che si stava perpetuando una truffa ai danni dei cittadini campani.
Ancora, vorrei ricordare che nel giugno del 2007 è stato proprio il Ministro Pecoraro Scanio a firmare la valutazione di impatto ambientale per il secondo termovalorizzatore campano. Affermiamo con forza che il nostro ambientalismo certamente non è quello che vuole tutelare le lobby industriali a scapito dei cittadini, ma è quello che tende a favorire anche uno sviluppo industriale capace di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini, non quello che, onorevole Casini, risponde agli interessi di parte.
Va detto poi che se oggi non vi sono ulteriori scempi sui nostri territori, lo dobbiamo molte volte alla tenacia dei Verdi. Taluni esempi si trovano proprio in Campania: penso a Casalnuovo, a Sant'Antimo, a Bacoli e a tanti altri comuni.
In questi giorni, inoltre, si è molto parlato del modello della provincia di Venezia, il cui piano dei rifiuti prevede una serie di tecnologie avanzate: molti probabilmente ignorano - o fingono di ignorare - che tale piano è stato realizzato da un assessore provinciale dei Verdi. Inoltre, si deve osservare che i comuni in cui si svolge concretamente la raccolta differenziata in questi giorni di crisi non hanno avuto cumuli di spazzatura: ebbene, in molti di questi comuni gli assessori all'ambiente sono esponenti dei Verdi (penso a Portici, Grumonevano e a tanti altri comuni del salernitano e delle altre province).
Dobbiamo poi ricordare che l'unica discarica realizzata in Campania, con il consenso delle comunità locali e senza che vi sia stato alcun tipo di guerriglia, è quella di Serre, realizzata dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Pecoraro Scanio, andando anche oltre le competenze che spettano al suo Ministero.Pag. 31
Oggi il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Governo Prodi hanno per la prima volta avviato un programma per le bonifiche delle aree inquinate e per la riqualificazione dei nostri territori (sono stati avviati 300 cantieri per il dissesto idrogeologico). Non dimentichiamo, infine, che presto sarà legge dello Stato il testo sui crimini ambientali, che consentirà di arrestare camorristi e trafficanti di rifiuti: è una legge fortemente voluta dal Ministro Pecoraro Scanio.
Altro che ambientalismo del «no»! Altro che fondamentalismo ambientale! In uno Stato di diritto, è questo il vero ambientalismo pragmatico, capace di essere riformatore ed innovatore in modo concreto.
Da sempre, noi Verdi abbiamo espresso una posizione univoca in tema di smaltimento dei rifiuti: una posizione sempre e solo propositiva (altro che ostativa!), che prevede la riduzione della produzione di rifiuti (in materia abbiamo anche presentato delle proposte di legge) e la raccolta differenziata (che deve rappresentare il punto centrale in una corretta gestione dei rifiuti); una posizione che richiede che sia favorita l'industria del riciclo (che, fra le altre cose, rappresenta una possibilità occupazionale per tanti giovani: altro che le assunzioni clientelari dei consorzi!), che si attui l'inertizzazione dei rifiuti (che possono anche diventare utili strumenti per bonificare e chiudere le tante cave sequestrate alla camorra e che sono presenti sul territorio campano) e che si attivino impianti tecnologicamente avanzati con un basso impatto ambientale. Questo è ciò che hanno fatto vari amministratori dei Verdi laddove ciò è stato loro consentito e questo rappresenta la concretezza del fare e dell'agire del nostro ambientalismo.
Veniamo alle iniziative che il Governo ha assunto per superare questa grave crisi. In primo luogo, riteniamo importante che si arrivi finalmente al superamento del commissariato sui rifiuti. In proposito, desidero ricordare l'ottimo lavoro svolto dalla Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, presieduta dal senatore Barbieri, nella cui relazione viene espresso in modo chiaro ed inequivocabile un giudizio decisamente negativo sull'apparato commissariale: molte, tante, troppe sono infatti le risorse utilizzate per l'autosussistenza del commissariato, che è passato pericolosamente da un ente inutile ad un ente dannoso.
A dimostrazione di tutto ciò, esprimiamo anche il nostro apprezzamento al prefetto Pansa per il lavoro svolto in questi mesi, il quale ha cercato anche di agire sulla macchina commissariale per tentare di ripristinare una situazione di legalità, adottando anche decisioni drastiche.
Contemporaneamente vogliamo esprimere il nostro apprezzamento al nuovo commissario, dottor Gianni De Gennaro, che ha il compito in questa fase di transizione di portare la Campania ad una gestione ordinaria e di ripristinare una situazione di legalità.
Altro aspetto che sosteniamo è il deciso intervento relativo agli obblighi dei comuni inadempienti ad assumersi la responsabilità di realizzare la raccolta differenziata sino ad arrivare al commissariamento dei comuni, quella stessa raccolta differenziata di cui fino a qualche mese fa solo i Verdi continuavano a parlare come di una delle soluzioni più importanti al problema dei rifiuti in Campania, e di cui oggi vediamo finalmente che tutti in modo unanime hanno capito l'importanza.
Il nostro auspicio è che si arrivi finalmente anche ad un meccanismo di premialità dei comuni che raggiungono percentuali alte di raccolta differenziata, per evitare scelte come quella di realizzare un sito di stoccaggio delle ecoballe in un comune come Atena Lucana, in provincia di Salerno, che realizza più del 90 per cento di raccolta differenziata ed è al riguardo tra i primi comuni in Italia (scelta evitata grazie proprio al Ministro Pecoraro Scanio e ai Verdi, ancora una volta a dimostrazione di un ambientalismo serio e razionale che tende a far prevalere la logica del merito e dell'interesse solo ed esclusivamente dei cittadini).Pag. 32
Va ricordato che per anni tanti sono stati i rifiuti tossici portati in Campania da tutta Italia, e che anche quando Milano si è trovata in una situazione di grave crisi la solidarietà delle altre regioni non è mancata (e tante volte proprio la Campania è stata tra le regioni più generose).
Di certo, la situazione di emergenza ha notevolmente favorito gli interessi della camorra, con grave responsabilità anche della parte politica, e guai a cercare di occultare tali responsabilità! Riteniamo che le indagini giudiziarie, da una parte, e le verifiche di carattere politico, dall'altra, vadano sostenute ed approfondite, ma con orgoglio constatiamo che nessun esponente dei Verdi è stato mai inquisito.
Il tentativo di questi giorni da parte di alcuni esponenti politici di sminuire il ruolo della camorra è decisamente preoccupante. A tale proposito mi fa piacere ricordare l'importante ruolo che stanno svolgendo le forze di polizia e la direzione distrettuale antimafia di Napoli, alle quali dobbiamo dare il massimo sostegno. Quando noi Verdi abbiamo parlato di un clientelismo diffuso che si stava determinando nelle assunzioni dei diversi consorzi campani, siamo stati accusati di voler bloccare un processo occupazionale in Campania. Oggi, nei consorzi campani deputati allo smaltimento dei rifiuti si registra una pletora di persone che percepiscono uno stipendio senza fare assolutamente nulla, e ciò non per colpa loro ma per l'irresponsabilità di chi ha preferito assumere le persone in modo clientelare, piuttosto che preoccuparsi di togliere la spazzatura dalle strade.
Una volta per tutte vogliamo dire che bisogna porre fine a tali forme di clientelismo e di affari, ma certamente non accettiamo né accetteremo mai nessuna gogna mediatica per avere ancora la convinzione che chi fa politica deve farlo solo nell'interesse delle esigenze e dei bisogni della gente.
PRESIDENTE. Onorevole Pellegrino, la invito a concludere.
TOMMASO PELLEGRINO. Esprimiamo la nostra condanna verso tutti quegli episodi di violenza di persone che non hanno nulla a che fare con la protesta legittima di tanti cittadini nel territorio di Pianura a Napoli. Il nostro auspicio è che la decisione del Governo rappresenti il primo ed importante passo - e concludo signor Presidente - per riacquisire quell'autorevolezza istituzionale capace di recuperare il rapporto con i cittadini campani. Siamo certi che vada ridata dignità ai cittadini campani, perché essi questa meritano e non un simile trattamento (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Partito Democratico-L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuditta. Ne ha facoltà.
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, signor Ministro Chiti, onorevoli colleghi, oggi il Governo - anche dopo gli ultimi provvedimenti adottati - offre l'occasione per avviare una riflessione sulla grave emergenza nel settore dei rifiuti in Campania che in quest'ultimo periodo ha assunto proporzioni allarmanti, determinando il collasso operativo e mettendo a serio rischio la salute dei cittadini.
Gli scontri, le tensioni e la confusione generale di questi giorni sono la dimostrazione evidente di una situazione non più sostenibile, che ha assolutamente bisogno di essere risolta in tempi brevi, con scelte chiare e definite.
Purtroppo, occorre prendere atto con rammarico che in Campania da anni è mancata una politica organica per la realizzazione e la messa a regime del ciclo integrato dei rifiuti. Questa situazione di grave emergenza non nasce oggi.
Essa viene da lontano ed è frutto di una politica inadeguata e inefficiente, priva di qualsiasi programmazione e di organicità negli interventi, che per anni ha costretto la nostra popolazione a vivere nel malessere.
I quattordici anni della gestione commissariale non sono serviti a determinare un effettivo superamento della crisi, anzi si sono rivelati uno strumento inefficace e costoso (con sperpero enorme di denaroPag. 33pubblico), nonché di ostacolo alla gestione ordinaria con duplicazioni e sovrapposizioni politiche-amministrative. Il Commissario ha anche offerto, purtroppo, un forte alibi alle istituzioni locali facendole rifuggire dalle proprie responsabilità e contribuendo ad accentuare l'inefficienza e la confusione nella predisposizione delle attività. Sono venuti meno gli ordinari circuiti decisionali e spesso si sono creati degli ingorghi istituzionali, a causa dell'incertezza sulla titolarità delle competenze.
Anche le ultime decisioni del Commissario Pansa si sono dimostrate non adeguate ed hanno creato ulteriore sconcerto e disorientamento tra i cittadini campani, che vivono ormai di angoscia, sfiducia e grandi preoccupazioni a causa del rischio ambientale. Vi è assolutamente bisogno di una nuova strategia che miri a restituire la pienezza decisionale alle istituzioni locali. È da tempo che riteniamo sia superata la fase dei commissariamenti che riguardano in Campania - è bene ricordarlo - anche altri settori importanti come le acque, le bonifiche, il dissesto idro-geologico e la sicurezza del territorio.
I commissariamenti sono efficaci quando in maniera tempestiva sanno superare le fasi di crisi. Viceversa, la loro eccessiva durata contraddice la funzione straordinaria per la quale sono stati istituiti dimostrandosi addirittura dannosi per il territorio. A tale proposito mi auguro che il dottor De Gennaro, di cui apprezzo le capacità, nei quattro mesi del suo mandato sappia dare un giusto contributo per il superamento dell'attuale fase critica.
Le inefficienze, dunque, sono così ampie e complesse che, a mio avviso, appare inutile affannarsi nella continua polemica e nella ricerca di responsabili. Occorre piuttosto il massimo impegno per superare tale grave paralisi istituzionale e gestionale.
Vorrei ricordare ad alcuni esponenti politici del nord che la nostra regione è stata utilizzata per anni come sversatoio dei rifiuti tossici dei loro territori. Pertanto, vi è bisogno - lo ricordo anche al Ministro Di Pietro in ordine alle sue iniziative in Campania - di una sfiducia costruttiva, non di una distruttiva. Sicuramente egli genera, con la sua azione, più confusione e sfiducia nei confronti dei cittadini.
È giunto il momento che ognuno faccia la sua parte per dare un concreto contributo finalizzato al superamento del dramma che i cittadini campani sono costretti a subire vivendo in una situazione sempre più intollerabile. Tale vicenda penalizza ed espone tutto il territorio campano a severe e dure critiche da parte della stampa e dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale che ormai definiscono la nostra regione come incivile e corrotta.
Le conclusioni della relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, che abbiamo ultimamente sottoposto al Governo e al Parlamento, rappresentano un utile contributo per il superamento di tale fase, perché sono scaturite anche da un'intensa e approfondita attività conoscitiva.
Personalmente, da cittadino della regione Campania, avverto un senso di profondo disagio perché, pur consapevole delle forti potenzialità che la mia regione ha sempre espresso quale terra ricca di cultura, storia ed eccellenti risorse, a causa della situazione drammatica che sta vivendo negli ultimi giorni, essa è quasi diventata un motivo di vergogna per il nostro Paese.
Pertanto, alla luce di tali considerazioni occorre al più presto intraprendere un'azione congiunta fra le istituzioni locali, che si sviluppi lungo due direttrici: nell'immediato è necessario individuare siti che consentano l'autosufficienza regionale a medio termine nella gestione dei rifiuti; successivamente, invece, deve iniziare una seconda fase che rappresenti l'inizio di una strategica programmazione che metta a regime il ciclo dei rifiuti, cominciando da un adeguamento legislativo regionale con una revisione del piano regionale dei rifiuti che recepisca piani provinciali coerenti e porti all'adozione di scelte innovative e di moderna concezione, nel completo rispetto delle matrici ambientali,Pag. 34della salute pubblica e delle nuove esigenze delle popolazioni, anche attraverso una distinzione fra zone virtuose e quelle ad alta criticità.
Un raccordo istituzionale si rende necessario per gestire in modo industriale il ciclo dei rifiuti, affinché diventi fonte di energia compatibile, di occupazione, di abbattimento dei costi per i cittadini che, pure in questo disastro, continuano a pagare un canone molto alto per un servizio inadeguato.
Occorre introdurre strumenti incisivi per l'allontanamento della malavita organizzata per la quale il settore dei rifiuti è diventato fonte di proficui guadagni tanto da condizionare ed aver esercitato un'azione frenante in questi ultimi anni per il rientro alla gestione ordinaria.
Certamente non è sufficiente la sola azione del Governo. Occorre, a nostro avviso, uno scatto d'orgoglio da parte dell'intera classe dirigente campana attraverso una totale assunzione di responsabilità, immaginando uno scenario post-commissariato che individui soluzioni ed interventi difficili e impopolari, ma urgenti e doverosi.
Dobbiamo saper decidere e fare da soli senza demandare più ad altri. Il mancato superamento di questa fase mette a rischio la crescita del nostro territorio. Una regione che vuole porre al centro della propria azione politica sviluppo e progresso deve assolutamente raggiungere questo obiettivo. Prestigio e dignità devono ritornare a caratterizzare il nostro territorio. Unità, collaborazione e dialogo sono, infatti, indispensabili per il nostro percorso.
Condividiamo l'azione intrapresa dal Governo e riteniamo che sia necessaria per dare il giusto impulso al superamento di questa grave emergenza anche attraverso la previsione della progressiva restituzione di tutti i poteri e di tutte le competenze alle istituzioni locali.
Concludendo, ho il dovere di ricordare a quest'Aula che, anche se attualmente l'attenzione è esclusivamente focalizzata sulla Campania, per quanto concerne il ciclo dei rifiuti emergono lacune in tutto il territorio nazionale. Si tratta di un problema che deve essere affrontato con la massima urgenza in particolar modo per quanto riguarda i rifiuti speciali e tossici (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur, Verdi e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirino Pomicino. Ne ha facoltà.
PAOLO CIRINO POMICINO. Signor Presidente, dinanzi al disastro ambientale (con i suoi effetti economici e sociali) dell'area napoletana l'indignazione è alta e forte, ma per nostra cultura l'indignazione senza proposte alternative scivola nella rissa o nel parlarsi addosso, come in parte è avvenuto nel dibattito di oggi.
Le responsabilità sono tutte, rispetto ad un disastro che non ha precedenti né in Italia né in Europa, sulle spalle di Bassolino, del presidente della provincia (il Verde Di Palma), del sindaco di Napoli e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. La vistosità dei loro errori, Ministro Chiti, negli ultimi quindici anni, ci esime dall'illustrare tali responsabilità in maniera dettagliata. Resta il fatto, politicamente grave, che chi ha simili responsabilità non ha ancora tratto le conseguenze delle sue dimissioni.
Le sarei grato se riferisse al Presidente del Consiglio alcuni avvenimenti storici. Nel 1977 fuggì dall'ospedale militare del Celio il colonnello Kappler e il Ministro della difesa si dimise. Nel 1978, dopo due mesi di prigionia brigatista, fu ucciso Aldo Moro e il Ministro dell'interno Francesco Cossiga si dimise. In entrambi i casi non vi erano responsabilità personali, ma da che mondo è mondo la politica ha sulle proprie spalle anche la responsabilità oggettiva di ciò che accade, e deve essere pronta a trarne le conseguenze in ogni momento (Applausi del deputato La Malfa).
È questa la serietà della politica che sembra ormai un valore smarrito ascoltando le parole - mi dispiace dirlo - del Ministro Pecoraro Scanio che parla come un signore del bar all'angolo, il quale assiste impotente ad un disastro annunciato commentandolo e spiegando cosa si sarebbe dovuto fare. Insomma, secondoPag. 35Pecoraro Scanio la politica e il Governo da lui rappresentati nulla avrebbero potuto fare e, quindi, a nulla servirebbero. È veramente incenso per l'antipolitica che soffia sul Paese!
Il Ministro Pecoraro Scanio, come Bassolino, ha non solo quella responsabilità politica oggettiva per la quale, in altri tempi, i Ministri della Repubblica si dimettevano, ma anche responsabilità specifiche personali ed amministrative - farò alcune considerazioni in proposito tra qualche minuto - peraltro unanimemente riconosciute.
Tali responsabilità sono gravi, Ministro Chiti. Mi dispiace che l'onorevole Realacci adesso sia scomparso (forse l'onorevole Ranieri glielo potrà riferire), ma lui e il Partito Democratico hanno dimenticato di rivendicare con orgoglio anche la diversa qualità dell'amministrazione nella città di Salerno, guidata da un deputato del Partito Democratico. Ciò peraltro dimostra - se vuole poi le consegno i documenti - come il sindaco di Salerno, onorevole Vincenzo De Luca, aveva già nel 2006 presentato un'istanza anche al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per poter collaborare nell'affrontare l'emergenza rifiuti di Napoli anche con un termovalorizzatore.
Quindi, occorre intendersi, in quanto su tale versante il vento dell'antipolitica può essere veramente sconfitto solo se la politica assume la responsabilità di quanto accade nel Paese. Ecco perché non chiediamo le dimissioni di Pecoraro Scanio, ma aspettiamo che esse siano rassegnate autonomamente, se il Ministro condivide tale idea alta della politica.
Vorrei che lei riferisse al Presidente del Consiglio che il suo predecessore, il Presidente Berlusconi, chiese ed ottenne le dimissioni dei Ministri Scajola e Calderoli per fatti che giustamente richiesero tale gesto, ma che sono certamente meno gravi del disastro ambientale, sociale ed economico di Napoli e della Campania. Ecco perché spero che le dimissioni di Pecoraro Scanio siano una sua iniziativa autonoma. In altre sedi saranno discusse le dimissioni di Bassolino e della Jervolino. In questa sede, aspettiamo l'onore alto che la politica deve avere con le dimissioni del Ministro Pecoraro Scanio.
Veniamo al piano del Governo, perché noi non ci nascondiamo soltanto dietro il discorso generico. Condividiamo alcune misure, come l'aumento del numero dei termovalorizzatori, e mi dispiace se i colleghi comunisti pensano una cosa diversa. Condividiamo, inoltre, la fine del commissariamento straordinario, che rappresenta un voltar pagina rispetto alle decisioni di venti giorni fa (non di venti mesi fa) o il ripristino degli enti locali. Tuttavia, se mi consente, dovreste fornire ai sindaci, in particolare per la realizzazione dei termovalorizzatori, anche risorse e poteri speciali per costruirli in dodici mesi come hanno fatto in altre parti d'Italia. Diversamente, tali proposte rischiano di essere soltanto un flatus vocis.
Credo che, invece, sia ancora insufficiente e piena di ambiguità l'uscita dall'emergenza. Mi rendo conto che avete in qualche maniera trasferito le responsabilità del commissario, ma lasciatemi dire con molta sincerità che il dato che vi sfugge è che oggi in Campania, a causa della scarsa credibilità delle istituzioni, nessuno è più disponibile a divenire l'immondezzaio dell'intera regione o di parte rilevante di essa. Ciò significa, con riferimento all'emergenza, che non dovrete in poche settimane costruire e attrezzare tre, quattro o cinque discariche, ma molte di più. Dovreste, cioè, organizzare discariche per ambiti di popolazione tra i 250 e 350 mila abitanti, affinché ciascuno possa accettare un più ridotto impatto ambientale per un breve tempo limitato. Faccio un esempio anche rispetto a Pianura. Nel dibattito mi è sembrato che nessuno la ricordasse, ma anche la giusta e legittima protesta di Pianura sarebbe ridotta se, dinanzi ad un tempo predeterminato di 10 o 12 mesi, necessario per avviare e completare il ciclo di smaltimento dei rifiuti, tale discarica ricevesse soltanto i rifiuti della propria area e dell'area occidentale di Napoli, senza diventare di nuovo l'immondezzaio dell'intera città o dell'intera provincia di Napoli.Pag. 36
Questo è il discorso che è stato definito della «provincializzazione» che definisco meglio «zonizzazione». Dobbiamo, cioè, avere la possibilità di chiedere agli enti locali e alle popolazioni un sacrificio diffuso, ma molto ridotto nel tempo e nell'impatto ambientale. Ecco perché vi chiedo di poter riflettere su una cosa di tal genere.
Allo stesso modo, condivido l'aumento delle quantità da trasferire, per un breve periodo, in altre regioni o in altri impianti di smaltimento, in Italia e all'estero: ciò serve ad uscire dall'emergenza. Desidero sottolineare questo aspetto ai colleghi presenti, anche se siamo rimasti in pochissimi: la differenza in politica non la fanno gli obiettivi, ma gli strumenti. Tutti siamo d'accordo perché si esca dall'emergenza, ma come farlo nessuno lo dice, nessuno offre proposte flessibili, atteggiandosi anche in maniera culturalmente flessibile rispetto alle varie soluzioni.
Aggiungo che ci identifichiamo nella relazione della Commissione Barbieri e chiediamo al Governo di dare impulso affinché l'intera relazione possa essere integralmente attuata. Così come condividiamo l'eliminazione dell'obbligo di consorziarsi per i comuni: i consorzi hanno rappresentato la fonte maggiore di inefficienza, di clientelismo di massa e di spreco finanziario, oltre che la chiave per aprire le porte alla criminalità organizzata.
Ciò che ci sembra totalmente assente dalle proposte del Governo, Ministro Chiti, è la consapevolezza dell'emergenza sanitaria, che pure è stata citata, e dell'inquinamento ambientale di parte del territorio, in particolare di quello tra la provincia di Napoli e la provincia di Caserta. È un dramma al quale bisogna rispondere con immediate opere di bonifica del territorio stesso.
Un'ultima considerazione: la crisi dell'area napoletana e di quella campana è anche la crisi dei partiti. Il silenzio dei partiti in Campania è la testimonianza di uno sfacelo della politica e del suo primato che ha consentito di rendere possibile quello che ormai è sotto gli occhi di tutti, e in queste settimane dovremo recuperare. L'amico Giuditta parlava di uno scatto d'orgoglio, ma serve qualcosa di più di uno scatto d'orgoglio: la politica deve assumersi la responsabilità di aiutare il Commissario del Governo, perché non è possibile che dinanzi al disastro generale si pensi che un ex Capo della polizia o un prefetto qualsiasi possa risolvere il problema nel silenzio e nella distanza della politica tutta. Di qui la nostra proposta: accanto al Commissario straordinario ci deve essere una delegazione ristrettissima del Parlamento, guidata dal presidente della Commissione bicamerale sui rifiuti, al fine di affrontare e governare politicamente le decisioni che il Commissario prenderà e di consentire la transizione semplice e rapida dal commissariamento dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani al ripristino dei poteri ordinari degli enti locali. Se questo non faremo, usciremo dall'emergenza ma il disastro politico della mia provincia, della mia città e della mia regione sarà purtroppo inevitabile (Applausi dei deputati dei gruppi DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nei tre minuti a disposizione della Destra, anche a nome dei colleghi Pezzella e Salerno, voglio gridare forte tutto il nostro sdegno. Non siamo d'accordo con questo disegno perverso della criminalizzazione dei cittadini che protestano. È come dire che le vittime devono applaudire i vampiri che di notte succhiano loro il sangue. I cittadini protestano perché per anni hanno chiesto alla regione, al comune e allo Stato di smaltire in maniera corretta e nel rispetto dell'ambiente i rifiuti urbani. La pubblica amministrazione ha creato situazioni di emergenza nelle aree di stoccaggio come quella di Giugliano, che è stata chiusa a dicembre - doveva essere chiusa a ottobre - grazie alla protesta di cittadini, e che non si può riaprire. Io stesso parteciperei a quei picchetti, di notte e di giorno, se siPag. 37volesse far pagare ancora a quei cittadini il disastro nel trattamento dei rifiuti compiuto dalla pubblica amministrazione.
Onorevole Ministro, quando lei ha iniziato a parlare abbiamo chiesto che fosse il Ministro dell'ambiente a farlo: non si tratta di mancanza di rispetto verso la sua persona, ma è una vergogna! Il Ministro Pecoraro Scanio, rispondendo a una mia interrogazione durante il question time, il 21 novembre in quest'Aula (la invito a consultare il resoconto stenografico della seduta), aveva promesso che entro dicembre sarebbe partito il piano di emergenza, mentendo al Parlamento e ai cittadini. Allora il cittadino esasperato, che vede aumentare le percentuali dei tumori, che colpiscono specialmente i minori, e le strade intasate di rifiuti, e che ascolta le autorità affermare di predisporre aree di stoccaggio nel rispetto dell'ambiente, che poi diventano permanenti e inquinano il sottosuolo, si sente assolutamente indifeso!
Il Governo doveva intervenire sulla regione, che non ha messo in pratica il piano regionale dei rifiuti, e sui comuni e sui consorzi, per controllare come sono state impiegate le risorse stanziate sia dall'Unione europea sia dallo stesso Governo nazionale...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Non è stato fatto nulla, ma aggiungo qualcosa di più: credo che questo Governo abbia voluto fare dell'emergenza la sua ragione di esistenza! Si è verificata l'emergenza immigrati, e allora sono state predisposte norme confuse e arrangiate all'ultimo minuto pur di rimanere in piedi; si è presentata l'emergenza tifosi, e allora si è fatto ricorso all'ultimo minuto a norme severissime senza aver fatto alcunché prima; infine, è scoppiata l'emergenza rifiuti: che bel successo per la sinistra, che governa Napoli da alcuni decenni e la regione Campania da moltissimi anni! Alla fine questa politica ambientalista finisce con il ricorrere a un generale e a un supercommissario! Ma cosa potranno fare il supercommissario o l'esercito se non vi sono discariche né sistemi di smaltimento? Non mentite agli italiani: se non vi è la separazione a monte dei rifiuti, a valle essi non possono essere bruciati, e coloro che si oppongono a fare incenerire i rifiuti non separati che sprigionano diossina, non possono e non devono essere criminalizzati!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Quindi, non condivido neppure la criminalizzazione da parte dei cosiddetti ambientalisti: vi sono ambientalisti coperti dai rifiuti fino alla cima dei capelli con i loro amici, a cominciare dal Ministro, che ha fatto nominare un personaggio finito in galera dopo due mesi dalla nomina e che non viene a rispondere al Parlamento! Non si può criminalizzare ogni forma di protesta! Il Governo ha varato un piano assolutamente irrealizzabile, non si può scaricare...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, per cortesia...
TEODORO BUONTEMPO. Sto concludendo, signor Presidente, e la ringrazio.
Non si può consentire che mentre è in atto uno scontro tra forze dell'ordine e cittadini il Governo se ne lavi le mani! L'Esecutivo è responsabile, il Ministro si dimetta e si sciolgano il comune di Napoli e la regione Campania, perché se è vero...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la prego davvero...
TEODORO BUONTEMPO. Ho terminato, signor Presidente. Se è vero che sulla gestione dei rifiuti ci guadagnano la mafia e la camorra, allora significa che quegli enti locali sono collusi con la malavita organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-La Destra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.
Pag. 38
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, nei due minuti che ho a disposizione non posso svolgere molte considerazioni, ma proverò a esporne alcune.
La direzione nazionale del Partito repubblicano proprio l'altro ieri ha invitato l'onorevole Pecoraro Scanio a rassegnare le dimissioni, perché così darebbe meno problemi al Governo. Credo che se la situazione è così tragica - come in effetti lo è, al di là di quanto ha affermato il rappresentante dei Verdi - le responsabilità debbono essere larghe, diffuse e anche lontane nel tempo, poiché riguardano il Governo precedente e quello precedente ancora; quindi, occorre farsi carico di tali responsabilità politiche.
Il Ministro Chiti, che ringraziamo per ciò che ha potuto fare, ci ha fornito una relazione di ciò che si farà, ma non ci ha detto di chi sono le responsabilità di quello che si sta verificando oggi.
Le ordinanze di protezione civile sono ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro dell'ambiente. Vi è, quindi, una corresponsabilità, anche se il primo responsabile è il Ministro dell'ambiente, il quale in questi giorni ci ha snocciolato una teoria di responsabilità non sue. Ha cominciato, infatti, con la camorra, poi ci ha riferito che si trattava della corruzione di un ragioniere che lavorava nel Commissariato, mentre questa mattina ci ha detto che la responsabilità totale è di Cesare Romiti.
Ricordo che l'appalto si è realizzato sulla base di un progetto approvato dalle autorità locali e dal Ministero dell'ambiente nel 1999. Quindi, sulla base del progetto approvato da tutti gli organi competenti l'Impregilo realizzò l'impianto di Acerra. Successivamente, fu Pecoraro Scanio a guidare la protesta contro la realizzazione dell'impianto, con l'accordo del sindaco di Rifondazione comunista.
Vi sono, quindi, delle responsabilità, e mi auguro per il bene del Governo, del Paese e della Campania che il Ministro Pecoraro Scanio rassegni spontaneamente le dimissioni, come abbiamo chiesto attraverso la direzione del Partito repubblicano. Se ciò non dovesse avvenire - considerato quello che abbiamo sentito dire dall'onorevole Misiti, dall'onorevole Realacci e dall'onorevole De Angelis - noi firmeremo la mozione preannunciata dal collega Bondi, e attiveremo, attraverso tutti gli strumenti e tutte le sedi istituzionali, le condizioni affinché Pecoraro Scanio in primis esca dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, mi dispiace ma noi socialisti non riusciamo veramente a capire come all'interno di un Governo di 103 componenti ( il più numeroso della storia della Repubblica) non si riesca a trovare una personalità che si assuma la responsabilità di ricoprire la carica di commissario in una situazione così difficile. Ciò avrebbe rappresentato anche un colpo di coda, e l'unica possibilità di tornare di fronte al Paese in una situazione di dignità.
Ciò non significa mancanza di stima - la nutro da tantissimo tempo nei confronti del dottor De Gennaro, che ringrazio per essersi assunto questa difficile responsabilità - ma credo che il Governo non abbia colto, in questa occasione, l'opportunità politica di assumersi direttamente la responsabilità e di riprendere peso e prestigio nei confronti dell'opinione pubblica.
Noi socialisti pensiamo che questo centrosinistra possa e debba dare di più. Di conseguenza, senza causare crisi o quant'altro (che sarebbe irresponsabile), chiediamo un altro Governo. Il centrosinistra, infatti, può darci qualcosa di più e di meglio, sia a Roma, sia a livello regionale e locale. Credo, inoltre, che sia giusto porre questo problema, e spero che non si facciano orecchie da mercante.
Vi è, inoltre, il tema delle istituzioni, di un malinteso federalismo, e via dicendo. Non è casuale che proprio oggi abbia assunto l'iniziativa di domandare la ragione per cui si parla così bene del sistema istituzionale francese, ma non si ha ilPag. 39coraggio di presentarlo con forza in Parlamento e presso la Camera.
Anche questa doppia verità non ci convince, e credo che proprio una vicenda di tal genere, insieme ad una vicenda del nord a cui l'accostiamo (ovvero i sette morti delle acciaierie di Torino ThyssenKrupp), rappresenti un episodio da Terzo mondo, e non da Europa.
Si deve prendere atto che il tema del funzionamento delle nostre istituzioni non si risolve con «pecette» elettorali, ma necessita di una grande rifondazione. Vorrei concludere il dibattito chiedendo una presa di coscienza e di responsabilità molto seria in tale ambito, in quanto siamo di fronte a qualcosa che ci ha rappresentato negativamente in tutto il mondo, e la nostra nazione e il nostro popolo non lo meritano (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti per la Costituente e Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.