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Discussione del disegno di legge: Abrogazione delle norme in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale (A.C. 1041).
PRESIDENTE. Avverte che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al calendario dei lavori dell'Assemblea.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
RUGGERO RUGGERI (Ulivo), Relatore. Osservato che il disegno di legge in discussione si inscrive nel quadro della più complessa politica energetica ed industriale perseguita dall'Esecutivo, rileva che esso, disponendo l'abrogazione dei decreti-legge n. 192 del 2001 e n. 81 del 2005, conforma l'ordinamento italiano alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 2 maggio 2005.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
RUGGERO RUGGERI (Ulivo), Relatore. Sottolinea, in particolare, che le limitazioni ai diritti di voto inerenti ad azioni, possedute da soggetti di altri paesi, di società operanti nei settori dell'elettricità e del gas sono state ritenute incompatibili con l'articolo 56 del Trattato istitutivo dall'Unione europea.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Si associa alle considerazioni svolte dal relatore e si riserva di intervenire in replica.
ROBERTO ROSSO (FI). Richiamate le finalità perseguite dal disegno di legge in discussione, ritiene che il Governo non intenda adottare provvedimenti di carattere strutturale idonei a determinare l'effettiva liberalizzazione del mercato energetico.
GIOVANNI SANGA (Ulivo). Ricordato che la legislazione vigente attribuisce al Governo la facoltà di imporre vincoli alle imprese di altri Stati membri al fine di tutelare la libera concorrenza nel mercato nazionale del gas e dell'energia, ritiene che la sua auspicabile liberalizzazione determinerebbe vantaggi per gli utenti: auspica, a tal fine, che non si perda l'occasione rappresentata dal disegno di legge preannunziato, in materia, dal ministro dello sviluppo economico per intervenire, con la massima determinazione e con il più ampio consenso possibile, per affrontare il tema del futuro energetico del Paese.
MARIO VALDUCCI (FI). Richiamate le ragioni che avevano indotto il precedente Governo ad emanare i decreti-legge n. 192 del 2001 e n. 131 del 2005, di cui il disegno di legge in discussione dispone l'abrogazione, sottolinea la necessità di creare, in ambito internazionale, le condizioni per una corretta competizione tra gli operatori del mercato dell'energia elettrica. Invita inoltre l'Esecutivo ad attivarsi affinché sia garantito, segnatamente da parte del Governo francese, il rispetto del principio di reciprocità in tema di partecipazione al capitale delle società operanti nel settore.
MAURIZIO ZIPPONI (RC-SE). Sottolinea preliminarmente la necessità di garantire il rispetto del principio di reciprocità nel mercato internazionale dell'energia; auspica inoltre che sia sollecitamente definito un piano energetico coinvolgendo le imprese operanti nel settore e promuovendo il ricorso alle fonti alternative, anche in vista di una possibile riduzione delle tariffe, il cui livello particolarmente elevato compromette la competitività delle imprese italiane e determina eccessivi oneri a carico delle famiglie.
STEFANO SAGLIA (AN). Ricordato che il disegno di legge in discussione è volto a conformare la legislazione italiana alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del maggio 2005, invita il Governo ad affrontare con realismo e senza pregiudiziali ideologiche il problema dell'approvvigionamento energetico ed a chiarire le linee direttrici della politica che intende attuare per il settore.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Espresso l'auspicio che i problemi del settore energetico possano essere affrontati partendo dalla predisposizione di una seria politica industriale, preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in discussione.
PAOLO AFFRONTI (Pop-Udeur). Osserva che il disegno di legge in discussione, che si inscrive nel più ampio contesto dei processi di liberalizzazione e in un organico riordino delle politiche energetiche nazionali, è volto ad abrogare norme non compatibili con i vincoli di armonizzazione comunitaria dell'Unione europea. Rilevato altresì che i costi per l'approvvigionamento energetico per le famiglie e per le imprese sono ancora eccessivamente elevati, soprattutto se confrontati con le tariffe applicate negli altri Stati europei, ritiene che i processi di liberalizzazione non siano di per sé sufficienti a garantire la competitività del settore. Invita quindi il Governo ad attuare una rigorosa politica industriale.
MAURIZIO BERNARDO (FI). Osservato che il disegno di legge in discussione si è reso necessario a seguito di una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, auspica che l'azione del Governo si collochi in una linea di continuità con la politica energetica attuata negli ultimi anni.
LUCIO BARANI (DC-PS). Richiamati i termini della sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 2 maggio 2005, ricorda che altri paesi europei hanno sollevato il problema della tutela Pag. XIVdegli interessi vitali dello Stato relativamente al settore dell'energia, rilevando che la situazione di sostanziale duopolio che potrebbe determinarsi comprometterebbe la liberalizzazione del mercato. Sottolineata inoltre la necessità di predisporre una politica energetica comune, preannunzia l'astensione sul disegno di legge in discussione.
LUIGI D'AGRÒ (UDC). Rileva che l'abrogazione delle disposizioni in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale, disposta con il disegno di legge in discussione, rende necessaria una politica energetica che sappia tutelare gli interessi italiani anche nei rapporti bilaterali.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
RUGGERO RUGGERI (Ulivo), Relatore. Rinunzia alla replica.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Osservato che l'abrogazione delle disposizioni in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale si è resa necessaria a seguito di una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, rileva che l'approvazione del disegno di legge in esame rappresenta una sorta di atto dovuto, non pregiudica l'avvio di un'ampia discussione sulla politica energetica del Paese ed è funzionale ad una presenza più attiva delle imprese italiane sul mercato internazionale.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.