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Sull'ordine dei lavori (ore 12,30).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, colleghi, forse siamo all'ultima seduta di questa legislatura. Non è possibile fare un bilancio di quello che è stato: ognuno la pensa come vuole e come crede. Noi riteniamo che si tratti di un bilancio negativo da un punto di vista politico, magari i colleghi di controparte possono dire il contrario.
Qualche riflessione però va fatta, colleghi. Qualche riflessione va fatta per quello che comunque questi due anni ci hanno insegnato, hanno insegnato alla nostra istituzione, perché siamo in Parlamento e dobbiamo parlare di quello che potrebbe essere il futuro, alla luce di quello che è stato, di questa nostra istituzione. Ci sono stati toni accesi, molti problemi non sono stati risolti, problemi strutturali, problemi del Paese. Ci siamo trovati di fronte a una serie di questioni che sono sorte in questa legislatura all'interno di questa Camera, legate a una gestione a sua volta legata a una politica che è forse troppo vecchia rispetto a quello che i tempi e il Paese richiedono: parlo della proliferazione dei gruppi parlamentari, che ha prodotto «a birillo» tutta una serie di discrepanze e di illusioni e disillusioni di poter portare avanti problematiche che sono state invece interrotte od ostacolate proprio dal numero dei gruppi, da un'amministrazione che si è appesantita, dal fatto che si doveva decidere, si poteva decidere solo in quattordici contro quattro. Tutta una serie di costi, tutta una serie di cose che noi non volevamo ma che, purtroppo, la politica ha portato in questo Parlamento.
Il mio gruppo, ma ritengo anche gli altri gruppi, alleati e non, deve rivolgerePag. 39un ringraziamento all'amministrazione di questa Camera (Applausi), un'amministrazione che nonostante la farraginosità dei nostri regolamenti e la diversità dei regolamenti di questa Camera rispetto al Senato, con tempestività, con professionalità, con capacità ha saputo fornire supporto a tutti, maggioranza e opposizione, rimanendo in una veste distaccata ed istituzionale, che tutti oggi debbono riconoscere. Questo è il senso dell'intervento - mi rivolgo a tutti i colleghi - ed è il senso anche di quello che può essere il futuro di questo Parlamento: una riforma seria dei regolamenti va fatta, noi raccogliamo ed accoglieremo, nel futuro Parlamento, le istanze che sono sorte. Il dispiacere, da parte di chi vi parla, è anche per chi ha aggredito questa istituzione ingiustamente, perché non si può dall'esterno non vedere quanto vale e quanto lavora questa istituzione per gli interessi del Paese, sia la maggioranza che l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Ed è su questo che dobbiamo stringerci oggi, affinché nel futuro Parlamento queste riflessioni vengano tradotte in norme regolamentari e in norme costituzionali, non si facciano gli stessi errori e non si possa essere messi sotto accusa da chi dell'antipolitica vuole fare una politica. Dobbiamo operare in un combinato disposto che è legato alla riduzione dei costi e all'efficienza ma anche ad un altro elemento, che chi verrà dopo di noi, per quanto riguarda la mia parte politica, metterà sicuramente a disposizione dei cittadini e di questo Parlamento, che è la passione politica. Grazie, ed auguri a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, condivido la sostanza dell'intervento del collega Leone, pur non condividendone alcune considerazioni.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, l'onorevole Giachetti sta intervenendo...prego, onorevole Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI. Credo che le cose che non vanno nel funzionamento del Parlamento, in particolare della nostra Camera, si sono accumulate nel tempo e richiedono cambiamenti anche radicali. Vorrei ricordare che il leader del Partito Democratico ha posto, anche nelle settimane prima di arrivare allo scioglimento delle Camere, l'individuazione della riforma dei regolamenti parlamentari come una delle questioni principali per poter raggiungere determinati obiettivi, che sono anche quelli della stabilità. Ma non voglio discutere di questo, non mi interessa, a conclusione della legislatura, discutere delle responsabilità. Credo che tutti siamo consapevoli di quanto le cose non vanno e debbono essere cambiate.
Condivido, invece, la ragione dell'intervento del collega Leone, quella cioè di un ringraziamento reale e profondo alla struttura dell'amministrazione della Camera, dal Segretario generale ai funzionari (basta guardare quanto soltanto ieri sono stati in grado di fare, mentre contemporaneamente arrivavano ed uscivano emendamenti).
Credo che quello che si sente dire ogni tanto, per cui i politici passano e i funzionari rimangono, per la stabilità del nostro ramo del Parlamento, ed anche per la natura e la forma della legislazione del nostro Paese, sia una garanzia. Tutti riteniamo - ed il mio gruppo lo vuole dire non solo senza riserve, ma con grande e profonda riconoscenza - che sia stato un apporto che ci ha consentito, anche in una condizione molto difficile come è stata quella di questa legislatura, di svolgere un buon lavoro. Mi auguro che il prossimo Parlamento, con quelle adeguate modifiche regolamentari e con la stessa professionalità che ci è stata garantita in questi anni, sia in grado di fare meglio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo e Forza Italia).
ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, intervengo anch'io per associarmiPag. 40alle parole di ringraziamento che sono state rivolte al Segretario generale ed agli uffici che hanno accompagnato, con il loro lavoro intenso e competente, questa difficilissima legislatura. Proprio le difficoltà politiche di questa legislatura hanno ancora di più messo in evidenza quanto prezioso sia stato il loro lavoro, quanto preziosa sia stata la loro professionalità, quanto prezioso sia stato per tutti noi il loro punto di vista ed il loro riferimento. Il nostro gruppo si associa quindi a questi ringraziamenti, ed auspica che nel futuro la legislazione possa essere tale per cui si possa con più tranquillità, meno nervosismo e meno ostruzionismo lavorare e svolgere il ruolo che l'elettorato assegnerà a ciascuno di noi e a ciascuna delle forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signora Presidente, colleghi, credo sia bello che anche da parte del gruppo dei Verdi, come credo da parte di tutti i colleghi di qualunque schieramento della Camera dei deputati, sia pure in un momento traumatico di scioglimento anticipato del Parlamento e in un'ultima seduta che stiamo tenendo in regime di prorogatio, vi siano un saluto e un augurio reciproco per quella che sarà la continuazione dell'impegno politico e/o parlamentare, ed un ringraziamento, anche da parte nostra, alla Presidenza della Camera - che in questo momento è rappresentata da lei (e ci fa piacere, perché è il membro più giovane, e le rivolgo anche molti auguri) -, al Segretario generale e al Capo del Servizio Assemblea, che sono presenti in questo momento in aula.
Come hanno fatto altri colleghi - lo condividiamo pienamente, e chi svolge un lavoro parlamentare lo sa - rivolgiamo un ringraziamento a tutti i funzionari, a tutti i dipendenti, agli assistenti e a tutti coloro che hanno contribuito, a maggior ragione in una fase storica e politica così tormentata e difficile, al miglior risultato dei nostri lavori. Questo augurio lo rivolgo anche a tutti i colleghi parlamentari e ai membri del Governo che sono ancora qui presenti con noi, agli stenografi e a tutti coloro che hanno lavorato con noi in questi due anni (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anche il gruppo Democrazia Cristiana per le Autonomie-Nuovo PSI si associa ai ringraziamenti che gli altri gruppi hanno rivolto al Segretario generale della Camera e a tutto il personale per l'aiuto che ci hanno fornito.
Il nostro gruppo esprime un giudizio negativo sulla legislatura e sul Governo (le Camere, infatti, sono state sciolte, e pertanto il nostro giudizio è supportato dai fatti). Ci auguriamo che la prossima legislatura possa giungere a termine ed attuare i programmi, nell'interesse dell'Italia e degli italiani.
Rivolgo un saluto a tutti i colleghi e a tutti i gruppi che comunque hanno cercato di lavorare, pur in condizioni molto difficili.
KHALED FOUAD ALLAM. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
KHALED FOUAD ALLAM. Signor Presidente, nella storia del nostro Paese questa legislatura è stata la prima in cui il Parlamento ha avuto parlamentari provenienti da orizzonti diversi dal punto di vista culturale e, talvolta, linguistico e religioso. Questo è un segno dei tempi. Siamo in pochi, ma facciamo da battistrada per un'Italia che sarà sempre diversa e che annuncia indirettamente il suo rinnovamento, un'Italia che sarà sempre più multietnica. Ritengo che si tratti di un segno positivo: speriamo che si continui in tal senso.
Rivolgo un saluto a tutti: questa legislatura, pur essendo stata molto difficile ePag. 41complessa, comunque è stata un'esperienza di notevole ricchezza. Grazie, e auguri a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, anche da parte del gruppo dell'Italia dei Valori ritengo doveroso esprimere un ringraziamento per l'altissima professionalità dei funzionari, dei dirigenti e di tutto il personale della Camera.
Questa legislatura, interrottasi in modo assurdo, è stata una tra le più brevi. Ho affermato - assumendomi tutta la responsabilità delle mie proposte - che l'articolo 88 della Costituzione prevede la possibilità di sciogliere un solo ramo del Parlamento. Ritengo che tale opzione dovesse essere vagliata dalla Camera dei deputati, perché sarebbe stata una corsia possibile e un'indicazione al Capo dello Stato, il quale si è assunto tutta la responsabilità.
Vediamo le difficoltà enormi nelle quali ci stiamo dibattendo, in un periodo particolarmente virulento della vita economica, politica e sociale del nostro Paese e dell'Europa. In questo momento avremmo avuto bisogno di una guida forte. Certamente, le ripercussioni saranno pagate dalle categorie più deboli, quelle che intendiamo tutelare e proteggere (i lavoratori, coloro che hanno redditi bassi e sono al margine della società), che pagheranno i ritardi e il mancato rinnovamento della politica. Ecco perché la legislatura, a mio avviso, doveva andare avanti: bisognava compiere una scelta forte, netta e, direi - assumendomene tutte le responsabilità -, costituzionalmente coerente. Si erano verificati due casi - nel 1953 e nel 1958 - in cui il Capo dello Stato sciolse solo il Senato della Repubblica, perché non vi era una maggioranza. Questa legislatura, chiusa così prematuramente, non rappresenta certo una lesione che il Paese non registra e una situazione che il Paese non paga!
Quindi, rinnovo il ringraziamento a lei, signor Presidente, come massima autorità di questa Camera, e a tutti i colleghi della Presidenza, nonché, per l'altissima professionalità, ai nostri funzionari e ai nostri dirigenti. Tuttavia, non mi sento in animo di esprimere una valutazione positiva del nostro lavoro. Avremmo dovuto reagire in modo diverso, proponendo una diversa opzione. È stata un'occasione mancata da parte di questa Camera.
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia, le ricordo che lo scioglimento delle Camere è una prerogativa del Capo dello Stato, che, in questa sede, non è dato di sindacare.
ARNOLD CASSOLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARNOLD CASSOLA. Signor Presidente, vorrei anch'io ringraziare tutti i dipendenti della Camera. È grazie a loro che abbiamo potuto lavorare, anche se forse non abbiamo lavorato bene in questi due anni di legislatura, con tutta la confusione che vi è stata. In quanto italiano eletto all'estero, tengo a parlare oggi perché in questa legislatura, per la prima volta, vi sono stati deputati eletti dagli italiani all'estero. Non è stato facile per noi venire qui e scontrarci con la mentalità «italocentrica» di questo Parlamento. Naturalmente, forse è stato difficile anche per i colleghi d'Italia abituarsi ad avere questi dodici deputati con una mentalità un po' diversa. Penso che questa prima esperienza sia stata fruttuosa, e sicuramente anche gli italiani all'estero che verranno a rappresentare i nostri concittadini nella prossima legislatura ne trarranno beneficio.
Raccomanderei, però, che certi regolamenti vigenti in quest'Aula, che sono antiquati, che risalgono a dieci anni fa e che non tengono conto del fatto che ci sono degli italiani all'estero, vengano cambiati. Porto un solo esempio: la maggior parte di noi italiani eletti all'estero non può partecipare al Comitato permanente per gli italiani all'estero. Ci si rifà sempre alla prassi, però la prassi può essere cambiata. Bisogna essere un po' elastici e flessibili e cambiare al passo con i tempi, rivedendoPag. 42le regole per il miglior funzionamento del Parlamento per la prossima legislatura.
Spero anche che gli italiani eleggano deputati che li rappresentino degnamente e che non si ripetano più certe scene cui abbiamo assistito in Parlamento in questa legislatura, specialmente al Senato, che hanno fatto vergognare tanti di noi, italiani all'estero, che abbiamo dovuto affrontare ogni mattina i rimbrotti e gli sfottò dei nostri colleghi tedeschi, francesi o spagnoli. Vogliamo dimostrare al mondo che l'Italia non è quella rappresentata da certi senatori e da certi parlamentari che ci sono stati in questa legislatura.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, intervengo per associarmi brevemente al ringraziamento, a nome del Governo, al Segretario generale e a tutta la struttura della Camera dei deputati, che ci ha accompagnato nel lavoro di questa legislatura, che è stato difficile, come si preannunciava, e che, in qualche modo, ha determinato questa conclusione anticipata.
Mi sia consentito, però, di rivolgere, a nome del Governo ed anche a titolo personale, il più vivo ringraziamento a tutti gli onorevoli deputati, a partire dal Presidente della Camera, dai membri dell'Ufficio di Presidenza, dai presidenti delle Commissioni, dai rappresentanti dei gruppi.
Come Governo, abbiamo cercato il più possibile, pur nella differenza delle valutazioni e delle opinioni, di assecondare un clima di cooperazione istituzionale, che ci ha consentito tutti insieme di lavorare bene in questa legislatura, che ha avuto una breve durata, ma che sicuramente è stata proficua e produttiva dal punto di vista del lavoro parlamentare e delle relazioni interistituzionali.
Credo che di questo bisogna essere grati a tutti. Termino questo mio breve intervento di saluto rivolgendo a tutti gli auguri più sinceri per l'imminente campagna elettorale e per il prosieguo della vita parlamentare, che nella prossima legislatura verrà assicurata anche dalla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Desidero unirmi, anche a nome della Presidenza, alle parole di apprezzamento rivolte dai colleghi nei confronti del Segretario generale e degli uffici tutti.
Consentitemi anche una breve notazione di carattere personale: sono stata chiamata a questo importante incarico nella mia prima legislatura da parlamentare e ho cercato di assolverlo con umiltà, ma anche con l'impegno e con il rigore richiesti dalla funzione.
In quest'ultima seduta voglio ringraziare, a nome della Presidenza, tutti i colleghi per l'appassionata partecipazione ai lavori della Camera, sia pure nella diversità delle posizioni e delle opinioni politiche, e ringraziare in modo particolarmente intenso e sentito gli uffici, per la preziosa assistenza che hanno prestato alla Presidenza.
Mi pare che vi sia una sostanziale intesa tra i gruppi, pertanto, non essendovi obiezioni, concludiamo qui i nostri lavori.