Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,05).
(Celebrazioni in occasione del cinquantesimo anniversario dell'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione Sovietica - n. 3-00030)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Famiano Crucianelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Migliori n. 3-00030 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).
FAMIANO CRUCIANELLI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, la rivoluzione del 1956, di cui quest'anno ricorre il cinquantenario, costituisce un evento di fondamentale importanza per l'identità democratica nazionale del popolo ungherese. Per questo la recentissima visita del signor Presidente della Repubblica a Budapest, lo scorso 26 settembre, ha costituito un momento di alto valore simbolico, che ha contribuito a rinsaldare i nostri legami con l'Ungheria, anche attraverso l'onore reso ai martiri dei moti del 1956.
In occasione del suo discorso all'Accademia ungherese delle scienze, il Capo dello Stato ha sottolineato come anche tra quanti non compresero l'autentica natura della rivoluzione ungherese nel momento in cui veniva sopraffatta dalla violenza dell'intervento sovietico, vi fu chi giunse poi - rivedendo radicalmente le proprie posizioni - alla chiara consapevolezza del significato di quello storico evento.
Deponendo corone di fiori al monumento dei martiri del 1956 e alla tomba di Imre Nagy, il signor Presidente della Repubblica ha rinnovato l'omaggio ai combattenti e alle vittime di un moto generoso, condannato all'isolamento e alla sconfitta in un mondo percorso dalle tensioni e dalle logiche di blocco della guerra fredda. Si trattava di un generoso moto di popolo che costituì, tuttavia, uno straordinario momento precursore della storica riunificazione del nostro continente nello spazio unitario di civiltà dell'Unione europea.
Per commemorare il cinquantesimo anniversario della rivoluzione ungherese, l'Istituto italiano di cultura di Budapest ha ospitato nei giorni 28-29 settembre 2006 una conferenza internazionale intitolata: «Il 1956 e l'Ungheria nelle memorie dei protagonisti. Alla ricerca della libertà e della democrazia». A margine della conferenza è stata allestita un'esposizione di libri e fotografie relative alla rivoluzione del 1956 nonché una retrospettiva cinematografica.
La manifestazione è stata organizzata dall'Ambasciata di Italia a Budapest in collaborazione con le locali rappresentanze diplomatiche di Australia, Canada, Francia, Svezia, Svizzera e Stati Uniti, il Centro Internazionale per la Transizione Democratica, l'UNHCR e la Croce Rossa internazionale. Lo scorso 26 settembre il signor Presidente della Repubblica, nel corso della sua visita a Budapest, ha visitato l'esposizione. Lo stesso ministro per gli affari esteri D'Alema parteciperà poi in veste ufficiale alle commemorazioni del cinquantenario della rivoluzione ungherese, che si terranno a Budapest il 22 e il 23 ottobre prossimi.
Desidero poi segnalare che, in occasione della visita in Italia del Presidente della Repubblica di Ungheria Làszlò Sòlyom, il prossimo 7 novembre l'Università La Sapienza ha organizzato una conferenza a Roma sul tema della rivoluzione del 1956. A tale evento è prevista la partecipazione di alcune tra le più alte cariche dello Stato. Segnalo infine che il Ministero degli affari esteri ha concesso il suo patrocinio alle manifestazioni celebrative del cinquantenario della rivoluzione ungherese, organizzate dall'associazione culturale italo-ungherese del Friuli-Venezia Giulia «Pier Paolo Vergerio» a Trieste il 31 marzo, a Duinio il 1o aprile e ancora a Trieste il 12 maggio e il 24 ottobre del 2006.
PRESIDENTE. L'onorevole Migliori ha facoltà di replicare.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, insieme al collega Menia, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, abbiamo presentato questa interrogazione per comprendere se il Governo italiano avesse l'intenzione di organizzare iniziative autonome, non di mero ricordo o meramente celebrative, bensì di riflessione, circa gli eventi del 1956 e l'invasione sovietica dell'Ungheria. La risposta del sottosegretario Crucianelli a nome del Governo, se fa coincidere le nostre riflessioni in premessa con quelle che egli ha svolto, arriva però a conclusioni operative che non possono lasciare soddisfatti.
Voglio dire che, se, come diciamo noi nella interrogazione - e Crucianelli conferma nella sua risposta -, gli eventi di Budapest del 1956 sono stati precursori delle esigenze di unità concreta dei popoli europei, che solamente quarant'anni dopo poterono vedere concretizzazione con la caduta del Muro di Berlino e se è vero che si trattò, come egli ha detto, di un generoso moto di popolo teso a sottolineare l'identità nazionale e democratica dell'Ungheria, quindi se quegli avvenimenti non possono essere circoscritti unicamente ad un popolo europeo, bensì appartengono alla memoria, a questo riguardo condivisa, di tutti i popoli europei, trovo allora che le iniziative che il Governo italiano ha assunto in merito siano francamente marginali.
Ho apprezzato, come tutti gli italiani, la serietà e la solennità con la quale il Presidente della Repubblica si è recato a Budapest la settimana scorsa. Non è un caso che nessun tipo di polemica culturale o politica si sia aperta sul suo atteggiamento, tenuto in quella sede a nome, io ritengo, di tutto il nostro paese. Ma, oggettivamente, se escludiamo questa pur significativa e solenne partecipazione del Presidente Napolitano a Budapest la settimana scorsa, a me pare francamente marginale l'impegno concreto del Governo per sottolineare questa ricorrenza, che, lo ripeto, non può essere semplicemente di natura celebrativa.
Che senso può avere una pur significativa iniziativa di carattere multilaterale, sostenuta dall'istituto culturale di Budapest, la presenza - aggiungo doverosa - del ministro degli affari esteri a Budapest i prossimi 22 e 23 ottobre, il patrocinio ad iniziative di carattere culturale in Friuli-Venezia Giulia o la partecipazione del Governo all'organizzazione di una mostra dell'Università romana, alla quale prenderà poi parte nel suo viaggio in Italia il presidente ungherese?
Noi, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, avevamo sollecitato iniziative di ben più ampio significato e respiro, capaci sul serio di rapportare gli avvenimenti del 1956 al contributo italiano, già da allora espresso, ai fini dell'Unione europea e ai fini della riunificazione, anche politica, dei popoli europei dopo la divisione del mondo in due blocchi.
In ciò, signor Presidente, consiste l'insoddisfazione - mia personale e del nostro gruppo - rispetto alla risposta avuta da parte del sottosegretario. Aggiungo anche che sia il Governo sia il Parlamento non possono considerare esaustiva della partecipazione italiana al cinquantesimo anniversario di Budapest la pur autorevole e significativa presenza del Presidente Napolitano, la settimana scorsa, proprio a Budapest. Chiederemo anche al Presidente della Camera dei deputati, onorevole Bertinotti, di assumere iniziative, congiuntamente al Parlamento ungherese, che reputo possano e debbano essere adottate per sottolineare seriamente - ripeto, non in modo celebrativo - la partecipazione vera, autentica del popolo italiano al dramma ungherese del 1956, che fu non solo il dramma dell'Ungheria, ma anche il dramma dell'Europa e della ricerca disperata dell'identità nazionale e della libertà del popolo magiaro.