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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,08).
(Progetto di trasferimento dei voli internazionali da Malpensa a Fiumicino - n. 2-00142)
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00142 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, intervengo brevemente per illustrare la nostra interpellanza urgente, riservandomi di intervenire in maniera più dettagliata in sede di replica.
Lo svolgimento odierno della nostra interpellanza urgente viene, per così dire, a puntino, dopo l'audizione svoltasi ieri in Commissione dell'amministratore delegato di Alitalia, Gianfranco Cimoli. L'aver ascoltato quanto ci ha detto Cimoli ha, infatti, accresciuto le nostre preoccupazioni. La nostra interpellanza urgente ha per oggetto lo sviluppo e, quindi, il futuro dell'aeroporto di Malpensa; futuro legato sia a quello del vettore principale del nostro paese, Alitalia, sia a quello dell'altro grande aeroporto esistente nel nostro paese, Fiumicino.
Il nostro atto di sindacato ispettivo prende spunto da un articolo pubblicato da Il Giornale, da cui si apprende che il Governo avrebbe predisposto un piano politico ed economico per tornare sui suoi passi in ordine a decisioni assunte nel lontano 1998 con le quali, lo ricordo, si intendeva sviluppare un hub importante in quel di Malpensa. Da tale piano, in particolare, emergerebbe la volontà del Governo di spostare i voli internazionali da Malpensa a Fiumicino, in tal modo vanificando non solo gli investimenti realizzati, ma anche il progetto di ulteriore internazionalizzazione del sistema aeroportuale italiano.
Le nostre preoccupazioni sono cresciute ulteriormente quando si è appreso, al di là di questo progetto che potrebbe essere anche legittimo e sul quale si potrebbe discutere e confrontarsi, che tale piano sarebbe stato elaborato - e in ciò risiede il difetto maggiore - non direttamente dall'esecutivo ma addirittura dall'attuale amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Maurizio Basile; Aeroporti di Roma, in condizioni di libero mercato, è tendenzialmente e teoricamente un concorrente, sia pure nell'ambito di un sistema integrato, di Malpensa. Inoltre, e ciò desta altre preoccupazioni, si è appreso che Maurizio Basile sarebbe candidato - usiamo il condizionale, e per questo motivo ci siamo rivolti con urgenza al Governo per avere dei chiarimenti - a sostituire l'attuale amministratore delegato di Alitalia, Gianfranco Cimoli.
Le nostre preoccupazioni sono diventate enormi nel momento in cui si è appreso, da un autorevole organo di stampa economico, che vi sarebbe in progetto, questa volta ad opera del Governo, in particolare del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri onorevole e amico Enrico Letta, un piano con il quale realizzare un'integrazione tra Aeroporti di Roma e Alitalia, con l'entrata di Aeroporti di Roma nel capitale della compagniaPag. 7di bandiera italiana. A tale proposito ricordo che Aeroporti di Roma è una società che è stata privatizzata e, come tale, è gestita, giustamente, in prevalenza da privati.
Al Governo chiediamo, quindi, chiarimenti per fugare innanzitutto i dubbi che emergono e che credo siano palesi anche per il ministro dei trasporti Bianchi, che ringrazio per essere qui presente a rispondere personalmente alla nostra interpellanza urgente.
È vero, in primo luogo, che esiste questo piano di studio? E se anche non esistesse, il Governo condivide le tesi indicate in questo studio?
Inoltre, è notizia recente che, anche con decreto della Presidenza del Consiglio, si è insediato nella nostra città un tavolo istituzionale per Milano tra Governo, regione, provincia e comune, proprio riconoscendo il ruolo che Milano riveste nel sistema paese. Ebbene, questo tavolo, o meglio la volontà espressa attraverso l'insediamento di questo tavolo, non è in contraddizione con gli atti concreti legati ad una delle questioni più strategiche del nostro paese?
L'ultima domanda è in positivo, riguardando le preoccupazioni che credo tutti noi abbiamo rispetto alla situazione di Alitalia e al possibile sviluppo di questo settore. Quali sono le iniziative che il Governo intende attuare affinché il sistema aeroportuale milanese non solo rimanga, ma si sviluppi ulteriormente e complessivamente, perché il nostro paese in questo settore, che è fondamentale, possa svolgere sul mercato e sullo scenario internazionale il suo ruolo?
Questi, Presidente, sono i contenuti nella nostra interpellanza urgente.
PRESIDENTE. Il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, onorevole Lupi, cercherò di rispondere dapprima ai quesiti posti in maniera formale; successivamente, ritengo possa essere utile una considerazione generale sull'ultima parte del suo intervento.
I quesiti posti sono sostanzialmente tre. Il primo si riferisce all'esistenza di un piano politico ed economico di spostamento dei voli internazionali da Malpensa a Fiumicino e al fatto che tale piano sarebbe stato elaborato dall'amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Maurizio Basile.
In proposito si chiede se il Governo condivida tale studio. Debbo rispondere che il Governo non è in grado né di condividerlo, né di non condividerlo, semplicemente perché ne ignora l'esistenza. Non risulta al Governo che sia stato elaborato un piano del genere e men che meno per sua iniziativa, né che sia stato elaborato dall'amministratore di Aeroporti di Roma. Ove questo dovesse esistere, il Governo ne è all'oscuro e sarebbe stata una libera iniziativa del dottor Basile.
Il secondo quesito riguarda l'esistenza di iniziative governative che supporterebbero l'ingresso di Aeroporti di Roma nel capitale di Alitalia. Su questa ipotesi vi sarebbe la condivisione del sindaco di Roma Veltroni, del presidente della provincia di Roma Gasbarra, del presidente della regione Lazio Marrazzo e del Vicepresidente del Consiglio Rutelli, che si sarebbero espressi in tal senso.
Anche per questo aspetto, devo dire che assolutamente nulla risulta al ministro dei trasporti circa un'ipotesi del genere. Quindi, ciò non fa assolutamente parte dell'azione che mi riservo adesso di illustrare succintamente e delle iniziative che, invece, il Governo ha intrapreso in queste settimane in merito alla complessiva organizzazione del trasporto aereo e di Alitalia in particolare. Non ci risultano esistere iniziative in questo senso.
Alla domanda se il Governo non ritenga contraddittoria l'istituzione di un tavolo per Milano con questa strategia, debbo rispondere che, ovviamente, noi la riterremmo in contraddizione ove questa strategia fosse effettiva e fosse stata avviata dal Governo. Tuttavia, non esistendo, nonPag. 8riteniamo che sia in contraddizione, mentre consideriamo molto utile l'esistenza di questo tavolo.
Posso così venire all'ultimo quesito: quali iniziative il Governo intenda attuare per supportare Milano e la Lombardia nel caso in cui le premesse si realizzassero. Escludiamo l'ipotesi contenuta nell'espressione «nel caso in cui le premesse si realizzassero», perché - lo ripeto - ciò non fa parte delle iniziative governative.
Viceversa, proprio in questi giorni, nell'ambito del più generale quadro del tavolo per la Lombardia, stiamo concordando con il presidente Formigoni un tavolo di discussione che si riferisce esattamente al ruolo che deve svolgere e che dovrà svolgere in futuro non solo l'aeroporto di Malpensa, ma anche quello di Linate ed in generale il sistema portuale lombardo.
Se posso esprimere una considerazione più generale, onorevole Lupi, da circa dieci giorni il Presidente del Consiglio ha inteso assumere personalmente l'iniziativa della predisposizione di un piano generale complessivo riguardante il trasporto aereo del nostro paese e, all'interno di questo, il ruolo rivestito da Alitalia.
Sono stati presi impegni precisi che verranno a scadenza il prossimo martedì, giorno in cui il Presidente del Consiglio si è impegnato a presentare alcune linee guida riguardo al trasporto aereo e ad Alitalia e lungo le quali intende indirizzare l'azione del Governo per il riassetto di questo importante sistema di trasporto.
Inoltre, il Presidente del Consiglio annuncerà nella stessa occasione che le suddette linee guida - da sottoporre alla discussione di tutti i soggetti interessati -, ove condivise, diventeranno effettivi criteri di operatività; in tal caso il Governo chiederà tre mesi di tempo per presentare un vero e proprio piano compiuto per il trasporto aereo e l'Alitalia.
Mi accorgo di aver saltato il quesito relativo alla sostituzione del presidente Cimoli; ebbene, tale problema non è stato mai posto. Nel piano complessivo che il Governo si impegna a presentare si parlerà di tutti gli aspetti del problema, ovvero di quelli a carattere economico-finanziario, di quelli a carattere industriale ed anche di quelli relativi al management della compagnia.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, non solo non sono soddisfatto, ma aumenta anche la mia preoccupazione, con particolare riferimento all'ultima dichiarazione resa dal ministro dei trasporti. Se ho ben capito, egli afferma che non vi è alcuna intenzione di sostituire l'amministratore delegato di Alitalia. Ne prendiamo atto, ma abbiamo anche preso atto che l'amministratore delegato di Alitalia è stato commissariato. Di solito, quando si commissaria, alla fine si sostituisce.
Tuttavia, il mio particolare interesse - così come quello di tutti - non è rivolto alla sostituzione di una persona piuttosto che di un'altra, bensì è quello di capire e di confrontarsi seriamente sul futuro dello sviluppo del sistema aeroportuale italiano e sui ruoli che giocherà all'interno di tale sviluppo il suo patrimonio infrastrutturale, di cui fanno parte Malpensa, Fiumicino, il comparto milanese, quello romano e quello complessivo dei tanti aeroporti italiani. Infatti, siamo un paese che vanta un'innumerevole presenza di aeroporti sul proprio territorio.
Ebbene, la mia preoccupazione viene oggi confermata. Infatti, abbiamo anche noi letto la notizia secondo cui, con grande soddisfazione dei sindacati, il Presidente del Consiglio ha avocato a sé il problema del rilancio del settore. Oggi è stato ribadito che l'amministratore delegato Cimoli non gode della fiducia del Governo e la richiesta di accentramento in capo alla Presidenza del Consiglio su questi temi equivale a un commissariamento vero e proprio.
Entrando nel merito delle questioni, ribadisco la mia insoddisfazione e anche una forte preoccupazione; in proposito, mi auguro che verrà svolto un confronto serio e diretto sul contenuto di questo piano, non solo ad un doveroso livello istituzionale, ma anche a livello parlamentare in sede di Commissioni competenti.Pag. 9
Innanzitutto, vorrei ricordare che il sistema aeroportuale europeo è vivo. Purtroppo noi sappiamo - e lei, signor ministro, conosce i dati molto meglio di me - che Londra è il principale hub europeo, con 67 milioni di passeggeri all'anno. Le posizioni dei nostri singoli aeroporti sono molto arretrate: Fiumicino ha 28 milioni di passeggeri all'anno e Malpensa 20 milioni. La nostra preoccupazione consiste nel fatto che non si guarda con soddisfazione e non si sottolinea sufficientemente l'importanza di questi numeri e di quanto accaduto nel nostro paese; infatti, se si sommano i 28 milioni di passeggeri di Fiumicino, i 20 milioni di Malpensa e i 9 milioni di Linate, la somma arriva a circa 58 milioni di passeggeri.
Nel 1998, quando si aprì Malpensa, il sistema milanese non aveva 29 milioni di passeggeri l'anno. Ne aveva a malapena 11 milioni. Ciò significa - lo dico per il dibattito complessivo ed anche per i tanti campanilismi a cui purtroppo continuamente assisto ed assistiamo - che quell'investimento che, a torto o a ragione, fu effettuato e nacque dall'intuizione di sviluppare l'aeroportualità in un settore strategico e fondamentale del nostro paese come Milano (per l'asse che essa rappresenta, non verso il nord od il sud, bensì verso il mercato vero, che è quello europeo), fu un investimento giusto. Chiunque la ebbe, quella fu un'intuizione giusta, a tal punto che abbiamo visto aumentare i passeggeri nel nostro paese, peraltro in maniera non indifferente. Infatti, se Fiumicino non li ha persi e se Milano è passata, nel suo sistema complessivo - lei conosce, signor ministro, questi temi, pur non essendo all'epoca direttamente responsabile, ma essendosi comunque sempre occupato di questi problemi -, da 11 a 29 milioni di passeggeri (per non parlare poi di Bergamo, che appartiene sempre al nostro sistema e che sta avendo un ulteriore sviluppo), peraltro in un periodo, quello di questi ultimi anni, di crisi complessiva del sistema, ciò vuol dire che il numero dei passeggeri è cresciuto più del doppio.
Vi è inoltre un dato importantissimo, che spero il Governo non sottovaluti: nonostante le speculazioni, nonostante le campagne politiche o i campanilismi vari, Malpensa è l'aeroporto che nel 2006 cresce più di tutti gli altri aeroporti di Europa. La media di crescita degli aeroporti europei è del 5 per cento, mentre Malpensa cresce dell'11 per cento.
Pertanto, al di là della propria appartenenza territoriale - io sono di Milano, un altro di Roma, e così via - noi dobbiamo guardare alla realtà: spero che questo sia il tema di riflessione del Governo e di quel piano. Me lo auguro anche per il buon presidente Marrazzo, per il buon presidente Gasbarra, per il sindaco Veltroni, al quale ricordo che le elezioni sono finite. È stato confermato per altri cinque anni: dunque smettetela di fare del campanilismo e di pensare che il problema sia Malpensa contro Roma o contro Fiumicino!
Il problema vero è se il paese vuole giocare la sua partita strategica. E quando si deve giocare una partita strategica, occorre individuare gli assi di forza presenti sul territorio! D'altronde, non è una colpa se l'asse di forza è Milano; anzi, questo è un patrimonio per il paese. È sbagliato pensare che nel nostro paese il problema sia sempre quello della rivincita di una città rispetto ad un'altra! Constatiamolo!
Se il mercato vero, per così dire, quello del business e degli affari - non perché l'altro mercato, quello che oggi gira su Fiumicino, non sia vero, ma perché evidentemente sarà differente, con tipologie diverse e vocazioni diverse -, gira sull'area milanese, non possiamo non capire cosa si possa fare perché quell'area si sviluppi. Ciò infatti costituisce un beneficio non solo per Malpensa o per Milano, bensì per tutto il sistema paese. Questa è la prima considerazione.
Al riguardo, mi stupisce che il Governo non sappia nulla di questi piani. Benissimo, ne prendo atto. Peraltro, avrei gradito una smentita anche ufficiale, perché quando vengono pubblicate le notizie e queste poi non sono smentite, c'è sempre una sorta di connivenza. Vedremo poiPag. 10quali scelte saranno assunte a breve. Vedremo se saranno veri le preoccupazioni, i nomi pubblicati o quant'altro. Tuttavia, la questione che a noi interessa, e che ci ha spinti a presentare questa interpellanza rivolta al ministro dei trasporti, riguarda il primo punto che abbiamo sottolineato: bisogna stare attenti - perché oggi il problema è lo sviluppo - a non tagliare le risorse.
La seconda considerazione concerne la situazione di Alitalia. Credo che chiunque abbia ascoltato i dati che ho riferito si ponga una domanda: com'è possibile, in un sistema in cui addirittura il traffico aereo cresce - e non vorrei essere smentito, perché i dati sono dati: complessivamente il traffico aereo aumenta nel nostro paese, addirittura con tassi di crescita superiori alla media europea; ciò vuol dire che siamo tornati ad essere attrattivi e competitivi -, che il nostro vettore principale invece versi in una situazione di crisi complessiva e generale? Come è possibile che non sappia interpretare il mercato? Questa è la domanda che chiunque conosca il mercato, anche uno studente al primo anno di economia, si porrebbe! Se ci fosse un mercato in crisi, bisognerebbe attrezzarsi; ma se in un mercato che, pur nella crisi complessiva, fornisce segnali positivi ad un sistema che va sviluppato non si è capaci di cogliere queste opportunità, allora la questione è ben diversa.
Quali sono i fattori complessivi che determinano questa debolezza? Noi li conosciamo e ne abbiamo già discusso; anche se non rappresentano l'oggetto dell'interpellanza di oggi, una riflessione vera andrebbe fatta.
Ultima considerazione: il grande alibi del rapporto Linate-Malpensa. Ministro, lei lo conosce sicuramente. Il nostro vettore nazionale ha sempre affermato di non poter investire sull'hub di Malpensa perché permaneva la presenza ingombrante dell'aeroporto di Linate, che doveva essere chiuso o almeno ridotto nella sua capacità. Ciò che vogliamo segnalare è che, in presenza di un aumento del traffico su Malpensa, vi è stato un aumento del traffico anche su Linate, che, infatti, è passato dagli 8 milioni di passeggeri del 1998 ai 9 milioni odierni attraverso un processo di diversificazione. Se poi guardiamo all'intelligenza con cui si è sviluppata la politica del trasporto low cost su Orio al Serio, direi che il quadro complessivo che abbiamo davanti è importante e positivo. È su questo quadro che chiediamo al Governo di fare chiarezza e di non prendere parte al confronto territoriale o al confronto politico, ma di interessarsi allo sviluppo del paese, tema sul quale vogliamo confrontarci.