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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,08).
(Attentato terroristico contro la caserma Vannucci della Folgore di Livorno - n. 2-00152)
PRESIDENTE. L'onorevole Ulivi ha facoltà di illustrare l'interpellanza Migliori n. 2-00152 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5), di cui è cofirmatario.
ROBERTO ULIVI. Signor Presidente, signor sottosegretario, il 26 settembre 2006, alle 13 circa, veniva fatto brillare un ordigno esplosivo dinanzi alla caserma Vannucci di Livorno che ospita, oltre a due reparti della brigata Folgore, il IX reggimento d'assalto Col. Moschin e il I reggimento Carabinieri paracadutisti Tuscania. Occorre ricordare che proprio la Folgore e gli altri reparti costituisco il fiore all'occhiello delle Forze armate italiane.
Desidero esprimere a nome del gruppo di Alleanza Nazionale la piena solidarietà e il riconoscimento alla Folgore e ai reparti sopra citati per quanto stanno realizzando nel mondo per la pace.
Consideriamo gravissimo l'attentato in oggetto, che sembra ubbidire ad una strategia terroristica in atto sul nostro territorio nei confronti di basi militari italiane, lasciando intendere con ciò l'esistenza o l'avvio di una nuova e preoccupante fase di violenza terroristica e di tensione avente per oggetto e bersaglio le Forze armate maggiormente impegnate nelle missioni internazionali di pace.
Signor sottosegretario, abbiamo interpellato il Governo in quanto vogliamo conoscere: l'effettiva pericolosità dell'attentato e se lo stesso era in grado di provocare vittime; perché non abbia funzionato - vista l'ora in cui è accaduto l'attentato - alcun tipo di controllo esterno della caserma; a quali conclusioni hanno condotto le indagini svolte fin qui.
Inoltre, mi preme sottolineare che i servizi di sicurezza, nella loro relazione al Parlamento, hanno affermato che in Toscana si registra un processo di riorganizzazione delle brigate rosse. Pertanto, signor sottosegretario, le chiedo come le brigate rosse siano organizzate in Toscana, se le stesse sono state rafforzate in uomini e mezzi e se il Governo ha svolto una valutazione per cercare di capire come mai le brigate rosse trovino un terreno estremamente fertile in Toscana.
Signor sottosegretario, attendo le sue risposte e mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella Lucidi, ha facoltà di rispondere.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, è evidente che la risposta del Governo si riferisce ai quesiti posti dall'onorevole Migliori nella sua interpellanza urgente. In particolare, con riferimento al grave episodio avvenuto il 26 settembre scorso, l'onorevole Migliori chiedeva di conoscere quali iniziative il Governo intendesse assumere per evitare il ripetersi di eventi terroristici in Toscana, nonché lo stato delle indagini in corso.
Credo di poter dire, in via preliminare, che il merito della stessa interpellanza esula dalla stima e dal sostegno alle nostre Forze armate, che costituiscono elemento condiviso del Parlamento e che guidano e muovono, altresì, l'azione del Governo; ciò è ben presente sempre a tutti, in ambito istituzionale ed esecutivo.
Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo, lo stesso onorevole interrogante ricordava taluni aspetti dell'accaduto.
Essenzialmente, nel pomeriggio di quel giorno, nella città di Livorno, due militari della brigata Folgore in libera uscita hanno notato in terra, nei giardini prospicienti la caserma Vannucci, sede della stessa brigata, una grossa borsa da cui fuoriusciva del fumo.
Accortisi che la borsa conteneva un rudimentale mortaio rivolto in direzione della caserma, recante ad una estremità una miccia accesa, i due militari hanno tentato di interrompere la combustione e di deviare la traiettoria del tiro dando un calcio alla borsa, che è immediatamente esplosa.Pag. 22
Il proiettile ha colpito un albero situato all'interno della struttura militare senza causare danni. Fortunatamente, i due militari non hanno riportato ferite. Condotti al pronto soccorso perché avevano un forte dolore all'apparato uditivo, sono stati entrambi dimessi con una prognosi di tre giorni.
Gli accertamenti svolti sul luogo dell'esplosione hanno permesso di rinvenire un detonatore a miccia, un tubo in lega metallica fissato alla base di un blocco di cemento ed i residui di una sostanza gelatinosa usata come esplosivo.
Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, la borsa sarebbe stata collocata a terra poco prima dell'esplosione da un giovane, giunto con una bicicletta successivamente rinvenuta poco distante.
L'attentato è stato rivendicato il 27 settembre con un breve comunicato, firmato «Per il Comunismo Brigate Rosse», pervenuto alla sede torinese del quotidiano La Stampa.
Benché il comunicato riprenda alcune tipiche tematiche brigatiste, come i richiami all'antimilitarismo, all'anti-imperialismo e alla lotta di classe, le prime valutazioni degli inquirenti portano a ritenere che esso non sia opera di formazioni terroristiche strutturate. Inducono a questa conclusione sia la forma estremamente elementare dello scritto sia la mancanza di alcuni elementi caratteristici e costanti dei documenti delle brigate rosse, quali, in particolare, le consuete analisi, in chiave marxista-leninista, degli scenari di politica interna e internazionale.
Il documento è tuttora al vaglio degli esperti delle Forze di polizia, mentre sono in corso accertamenti sulla bicicletta verosimilmente utilizzata dall'autore dell'attentato.
Il Governo non ha minimamente sottovalutato l'episodio, che è stato oggetto di esame anche nella seduta del 29 settembre del comitato di analisi strategica antiterrorismo, istituito presso il Ministero dell'interno.
Nei confronti del territorio toscano vi è una particolare attenzione ai fenomeni di terrorismo interno, prevalentemente di natura anarchico insurrezionale, che si sono manifestati più volte negli ultimi anni per lo più con attentati incendiari ed esplosivi di non grande entità, ma nondimeno oggettivamente gravi e pericolosi.
Il più significativo di questi è avvenuto nella città di Pisa, quando il 7 aprile 2006 venne trovato un ordigno inesploso presso gli uffici dello Stato civile del comune di quella città.
Il fallito attentato non è stato rivendicato da nessuna sigla, ma l'esplosione della bomba avrebbe potuto arrecare gravi danni a persone e cose.
Sul fronte dell'attività di contrasto si ricorda, in particolare, che l'8 luglio scorso la Corte di assise di Pisa ha emesso una sentenza di condanna, con pene comprese tra sei anni e tre anni e sei mesi di reclusione, nei confronti di sei aderenti al circolo anarchico pisano «Il Silvestre», accusati di partecipazione all'associazione sovversiva «Cellule di offensiva rivoluzionaria» che rivendicò, tra il 2003 ed il 2004, una serie di attentati incendiari ed esplosivi nei confronti di agenzie di lavoro interinale, di sedi ed esponenti sindacali, politici, della stampa e delle Forze dell'ordine nell'area di Pisa, Massa, Lucca, nonché a Roma e a Milano.
Altri dieci noti militanti anarco-insurrezionalisti, domiciliati nelle province di Pisa e di Lucca, sono stati tratti in arresto il 4 maggio scorso con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico e di altri reati. Gli stessi, tutti frequentatori dello stesso circolo «Il Silvestre», sono ritenuti responsabili, in particolare, di una serie di attentati, tra i quali quello perpetrato il 4 agosto 2005 ai danni dell'agenzia di lavoro interinale Adecco di Pisa e di quello perpetrato il 23 settembre dello stesso anno, nella medesima provincia, ai danni di un traliccio dell'ENEL.
Ricordo, infine, l'arresto avvenuto il 30 maggio scorso a Pietrasanta di altri due noti anarchici versiliesi con l'accusa di essere gli autori di una serie di danneggiamenti a bancomat e a sedi di partiti politici della zona. Da quella data questi ultimi episodi criminosi sono cessati.Pag. 23
Concludendo, l'episodio avvenuto a Livorno lo scorso 25 settembre potrebbe essere inquadrato in una residuale attività delle formazioni estremistiche di matrice marxista-leninista e anarco-insurrezionalista operanti in quella regione. L'attentato rappresenterebbe una sorta di reazione agli arresti che hanno consentito di incidere in modo rilevante sulle progettualità eversive di questi gruppi. Tuttavia, l'area anarchico-insurrezionalista continua a costituire una delle realtà eversive più attive e pericolose, sia per gli strumenti di lotta prescelti, sia per i tentativi di trascinare fenomeni di protesta sociale verso derive eversive e questo non deve mai far sottovalutare la pericolosità di queste forme eversive sempre pronte ad inserirsi nel malessere sociale.
L'esito delle prime indagini, intanto, condotte dal comando provinciale dei Carabinieri di Livorno e coperto dal segreto istruttorio, è stato riferito all'autorità giudiziaria.
PRESIDENTE. L'onorevole Ulivi ha facoltà di replicare.
ROBERTO ULIVI. Il signor sottosegretario ha fatto una giusta elencazione degli attentati avvenuti in Toscana negli ultimi anni, ma si è dimenticato di citare quello dell'ovovia all'Abetone, risalente a due o tre anni fa, di cui sono sospettati gli eco-terroristi e gli anarco-insurrezionalisti. Ella, però, non ci ha detto cosa abbia fatto il Governo nel frattempo per fronteggiare questa problematica. In particolare, se sono state rafforzate nella zona le forze di sicurezza. A questo proposito, mi permetto di far presente al rappresentante del Governo che fra Livorno e Pisa c'è Camp Darby, oggetto spessissimo di contestazioni, anche abbastanza violente. Mi permetto, inoltre, di far notare che l'ordigno, cui facciamo riferimento nella nostra interpellanza urgente, era composto, oltre che da miccia e quant'altro, anche da circa 300 grammi di gelatina da cave. Il sottosegretario sa meglio di me che nelle cave di marmo di Carrara non viene più usata la dinamite, ma si usa, perché nettamente più sicura, questa gelatina. Conseguentemente, Carrara rientra nella zona, intesa in senso largo, a rischio. A fronte di tutto ciò sarebbe opportuno valutare la possibilità di incrementare in Toscana l'organico delle forze di sicurezza e dotarle di mezzi adeguati. Questo significa più uomini ed apposite tecnologie.
Da quanto detto, ritengo non sia possibile dichiararsi soddisfatti della risposta fornita dal sottosegretario anche perché, a mio avviso, va fatta un'ulteriore riflessione. Come sicuramente saprà il rappresentante del Governo, su La Stampa di oggi è riportata la notizia che vi è stata nei giorni passati un'altra rivendicazione dell'attentato di cui noi parlamentari e i cittadini non eravamo venuti a conoscenza. Si tratta della stessa rivendicazione fatta a il Giornale di Milano.
Ciò lascia presupporre o intendere che certamente c'è una volontà di farsi conoscere ancora maggiormente da parte degli esponenti di tali gruppi. Lei sa benissimo anche che non si sono dichiarati appartenenti alle brigate rosse, ma si sono qualificati come «nuclei». Quindi, anche il famoso discorso sulla stella a cinque punte e la diversità, nel volantino, di quella rivendicazione possono essere giustificati se li si considerino come dei gruppi - questo dovrebbe metterci ancora più in allarme - che vogliono qualificarsi ed essere inseriti successivamente tra le brigate rosse stesse.
A noi non rimane che invitare il Governo alla massima attenzione e a predisporre tutti gli strumenti atti a far sì che quella zona e la Toscana, in modo particolare, siano messe in sicurezza anche considerando la serie di attentati che lei ha citato.
Certamente, lei non poteva che rispondermi che le indagini sono state giustamente comunicate alla magistratura, però, avevamo la volontà e il desiderio di sapere se fossero stati fatti dei progressi nelle indagini stesse, senza entrare nei dettagli.