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Si riprende lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,20).
(Inquinamento presso l'area dell'ex gasometro di Bari - n. 2-00038)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Cagno Abbrescia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00038 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Signor Presidente, la mia interpellanza è rivolta ai ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e della salute, a causa del silenzio e della sordità degli organi locali, i quali avrebbero dovuto attivarsi in merito a due beni essenziali: la salute dei cittadini e la bonifica del territorio.
L'area dell'ex gasometro di Bari, come tutte le aree di impianti dismessi in cui si svolgeva tale attività, è caratterizzata da una serie di problematiche ambientali che interessano la salute pubblica. Sotto questo profilo, l'assenza degli organi locali sul piano della ricerca di una soluzione per la bonifica e la messa in sicurezza dell'area, mi ha spinto a rivolgermi alle massime autorità di tutela della salute e del territorio.
L'area dell'ex gasometro si trova in una zona centralissima della città di Bari: è contornata da edifici condominiali di sette o otto piani in cui abitano persone; c'è un mercato rionale; ci sono aree destinate a parcheggi a pagamento; ci sono scuole; insomma, c'è una vita che pulsa per ventiquattr'ore al giorno e per 365 giorni.
L'area è attualmente caratterizzata dalla presenza sia di sostanze inquinanti e pericolose, quali metalli pesanti, composti aromatici, idrocarburi leggeri e pesanti, presenti nel e, conseguentemente, nella falda sottostante, sia di esalazioni continue (le relative indicazioni sono contenute nel decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471, che stabilisce i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza dei siti ed il ripristino ambientale degli stessi).
Il livello di pericolosità di tali sostanze inquinanti è costituito anche dai vapori del suolo e dall'inquinamento della falda, come ho già detto. A fine ottobre 2004, venne consegnato all'amministrazione comunale, assieme al progetto preliminare per la bonifica dell'area, il documento di analisi di rischio redatto dal professor ingegner La Forgia e dal professor ingegner Ficarella. In tale documento, in base ad un'attenta analisi svolta sia secondo i criteri richiesti dalla normativa in vigore nel 2004, ossia il decreto ministeriale n. 471 del 1999 - come ho ricordato in precedenza -, sia dalla normativa attualmente in vigore, ossia il decreto legislativo n. 152 del 2006, nelle conclusioni veniva dichiarato molto chiaramente che i contaminanti presenti nell'area hanno concentrazioni che - leggo testualmente - «provocano rischi non accettabili per i residenti, adulti e bambini, e per chi accede alle zone limitrofe all'area in esame, con pericoli per la salute, quali quello di cancerogenesi, correlati alla presenzaPag. 6di composti aromatici, e la qualità della risorsa idrica» - ossia ciò che è sottostante - «è compromessa».
Sintetizzo ora rapidamente ciò che affermano gli allegati circa gli organi bersaglio sui quali le sostanze incidono e quali sono tali sostanze. Esse sono il benzoantracene, la cui concentrazione è 6 volte superiore al limite di rischio previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006, il benzopirene, la cui concentrazione è 39 volte superiore al limite di rischio oggi accettabile in base allo stesso decreto legislativo n. 152, il dibenzoantracene, con una concentrazione 8 volte superiore e gli idrocarburi, con una concentrazione 56 volte superiore, al limite di rischio. Nello stesso documento pertanto è stato evidenziato - in grassetto e sottolineato - che «risulta pertanto necessario e urgente un intervento di bonifica o messa in sicurezza del sito in esame». Alla pagina 152 del medesimo documento sono riportate non solo la tabella di sintesi, che ho letto, ma anche altre sostanze pericolose che pongono i residenti a rischio di cancro. Per tutte le sostanze cancerogene segnalate, il livello di rischio cui sono sottoposti i residenti era, in base alla legge precedentemente in vigore, ossia il decreto ministeriale n. 471 del 1999, da 560 a 17 volte maggiore di quello ritenuto accettabile. Oggi, dal 2006, con la nuova normativa ambientale prevista dal citato decreto legislativo n. 152 il livello di rischio accettabile si è attenuato, ma le concentrazione presenti nell'area sono sempre da 58 ad 1,7 volte superiori al massimo ritenuto ammissibile, così come ho rilevato.
È stata posta una particolare attenzione da parte di coloro che si sono interessati al fine di elaborare il progetto preliminare per la bonifica ed allegare allo stesso le analisi di rischio, anche in considerazione della particolarità della natura del suolo e del sottosuolo, che è carbonatica e carsica, ovvero crea molte caranfolature e grotte sotterranee e, quindi, condizioni molto particolari che richiedono approfondimenti. In altri termini, il sottosuolo di Bari è particolare rispetto a quelli di altre zone d'Italia, d'Europa e del mondo. Alla luce di tale considerazione, l'amministrazione dell'epoca, che avevo l'onore di guidare, nominò un consulente esperto in materia, che ha apportato modifiche al progetto ed una taratura del progetto stesso mediante un campo di prova.
Allo stato, dall'ottobre 2004, tutto è totalmente fermo, pur essendo presenti tutte le condizioni per poter dar luogo alle procedure per la messa in sicurezza e la bonifica del sito.
Non si tratta di sollevare polemiche, poiché la politica deve interessarsi positivamente della salute, soprattutto con riferimento al problema in questione, che vede una quantità enorme di cittadini esposta a pericoli.
Attraverso la mia interpellanza, desidero sapere cosa intendano fare i ministri competenti per attivare, per accelerare il processo e per, eventualmente, sovrapporsi alle inerti autorità locali.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti, ha facoltà di rispondere.
GIANNI PIATTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in merito a quanto indicato nell'interpellanza n. 2-00038, presentata dall'onorevole Di Cagno Abbrescia, relativa alla bonifica dell'area ex gazometro di Bari, anche sulla scorta di quanto comunicato dalla provincia e dal comune di Bari, preliminarmente occorre precisare che l'ex gazometro di Bari, di proprietà comunale, la cui attività è iniziata nel 1865 con la produzione di gas di distillazione del carbon fossile e convertita, poi, nel 1968 per la distribuzione del metano, non ricade all'interno del sito di interesse nazionale da bonificare «Bari Fibronit».
L'area del suddetto impianto, dismesso intorno alla metà degli anni ottanta, occupa un'estensione di oltre 13 mila metri quadrati nel pieno centro urbano di Bari, in prossimità del bacino portuale.
Successivamente ai lavori di demolizione dei manufatti e dei serbatoi presentiPag. 7nell'area, sono state condotte, nel dicembre 1996 e nel febbraio 1999, le prime indagini sul suolo.
A seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale n. 471 del 1999, che stabilisce i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, nel maggio 2001 è stato approvato in sede di Conferenza di servizi il piano di caratterizzazione dell'area in questione. Le attività di caratterizzazione, svolte nel periodo 2002-2003 mediante indagini su campioni di terreno e di acqua di falda, hanno evidenziato la presenza di un'elevata contaminazione del sottosuolo con idrocarburi policiclici aromatici.
Nell'ottobre del 2004, il comune di Bari ha elaborato un primo progetto preliminare che per le attività di bonifica prevedeva un importo pari a oltre 17 milioni di euro.
Nell'escludere, successivamente, tale progetto dal programma triennale delle opere pubbliche, sia in ragione delle soluzioni tecniche in esso contenute sia per l'indisponibilità della somma necessaria per la bonifica, il comune di Bari, nell'ottobre 2005, sottoponeva all'esame della direzione qualità della vita del ministero che rappresento il progetto preliminare di bonifica revisionato.
A seguito del parere reso nel novembre 2005 dalla predetta direzione sugli interventi di messa in sicurezza e di emergenza da porre in essere, sulle indicazioni da seguire per la predisposizione del piano di caratterizzazione e sugli interventi da prevedere nel progetto bonifica e in considerazione della ripartizione finanziaria delle risorse ex delibera CIPE n. 35 del 27 maggio 2005, approvata con delibera regionale n. 451 del 4 aprile 2006, in cui venivano stanziati 10 milioni di euro per la bonifica dell'area dell' ex gazometro, il comune di Bari ha ritenuto necessario disporre la rimodulazione della progettazione dell'intervento di bonifica.
Con il secondo atto integrativo dell'accordo di programma quadro in materia di «tutela e risanamento ambientale per il territorio della regione Puglia», sottoscritto il 27 giugno 2006 dal Ministero dell'economia e delle finanze, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dalla regione Puglia, sono stati dettati i criteri e le modalità per l'utilizzo della suddetta somma per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente del sito inquinato dell' ex gazometro di Bari.
L'intervento programmato prevede lo scavo e l'asportazione delle principali fonti di contaminazione, con destinazione a smaltimento dei materiali estratti, trattamento delle acque di falda, inertizzazione del suolo con la tecnica del jet grouting, che serve ad isolare le parti contaminate, e l'isolamento dell'intera area inquinata al fine di eliminare la preoccupante situazione di rischio ambientale-sanitario in un'area ad elevata intensità abitativa e determinare le condizioni di base per la restituibilità dell'area ad usi consentiti.
In sostanza, il processo di bonifica ha avuto l'iter e le difficoltà sopra descritti e richiamati anche nell'interpellanza. Negli ultimi mesi le novità richiamate possono produrre l'operatività sollecitata dall'onorevole interpellante.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Cagno Abbrescia ha facoltà di replicare.
SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario perché ha detto qualcosa che in sede locale è difficile sapere dato che le autorità non parlano. Non posso ritenermi soddisfatto non per quanto il sottosegretario ha detto, ma perchè trattandosi di un bene primario quale la salute, dovrebbe esservi una priorità da parte degli organismi a ciò preposti.
Cito solo un episodio: quando le persone che hanno svolto delle attività in quell'area tornano nei propri uffici, l'odore che si spande dai soprabiti che hanno indossato è tale che si può immaginare quale sia la fuoriuscita di vapori da parte del suolo in oggetto. La questione, dunque, non può essere soggetta ad una burocrazia ordinaria. Si tratta di una situazione di importanza primaria e, unaPag. 8volta conosciuti i rischi ai quali la popolazione è esposta, credo si debba abbandonare qualsiasi altra attività ed operare gli interventi descritti dal sottosegretario, consistenti nella messa in sicurezza e nelle prime attività di bonifica. Sappiamo che, per quanto riguarda le acque di falda o di sottosuolo, sono necessari dei tempi anche dovuti alla speciale caratteristica del terreno.
La mia interpellanza era rivolta non solo al Ministero dell'ambiente, ma anche al Ministero della salute, che non vedo rappresentato in questa sede. Chiedo al sottosegretario presente di far intervenire anche il Ministero della salute perché si tratta di una situazione nella quale la salute dei cittadini è stata compromessa e può venire ulteriormente compromessa. È necessario un intervento importante nell'interesse dei cittadini di Bari.