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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli.
(Cessione dell'arsenale militare dell'isola La Maddalena - n. 3-00366)
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00366, per un minuto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, signor Vicepresidente Rutelli, l'annunciata cessione dell'arsenale militare della Maddalena alla regione Sardegna, che va ad aggiungersi al definitivo addio della base NATO americana, apre una svolta a dir poco epocale per il futuro dell'isola e del suo arcipelago. Il nuovo scenario è ormai pienamente condiviso dall'intera popolazione isolana. Questo non toglie, però, che dalle nuove decisioni scaturiscano problemi seri e preoccupanti per quanto riguarda il futuro dei dipendenti. Sono in discussione 325 posti di lavoro, per i quali, al di là di una speranza, non viene garantita alcuna certezza per il loro futuro, almeno finora.
Signor Vicepresidente, le chiedo quali iniziative il Governo intenda assumere in merito ai 150 dipendenti pubblici del Ministero della difesa impiegati nell'arsenale della Maddalena e se non intenda ricollocare gli stessi nell'ambito di enti dello stesso Ministero, ovviamente sempre nella stessa isola di La Maddalena.
Inoltre, le chiedo se il Governo, per quanto riguarda...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANTONIO SATTA. ...i 175 dipendenti della base americana di Santo Stefano, intenda estendere i benefici della legge n. 98 del 1971, per garantire loro stabilità occupazionale.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
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FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio l'interpellante, onorevole Satta. Il tema è molto importante e sentito, non soltanto in Sardegna. Si tratta di governare la chiusura della base statunitense di Santo Stefano e la prospettiva della possibile cessione dell'arsenale militare di La Maddalena, soprattutto sul piano occupazionale e del lavoro.
Si stanno rivedendo, in piena collaborazione con la regione Sardegna, da parte del Ministero della difesa, tutte le questioni riguardanti le servitù militari, che gravano in misura molto significativa sull'isola e si stanno affrontando insieme, con vero spirito di cooperazione. Vi è un gruppo di lavoro che il ministro della difesa, Parisi, ha instaurato con il presidente Soru, proprio per armonizzare le esigenze della sicurezza, della difesa con quelle del territorio, portando a crescita economica anziché a situazioni di crisi.
Già il 25 ottobre scorso, il Governo ha avviato il tavolo di coordinamento interministeriale (lo fa presente il ministro del lavoro e della previdenza sociale) per fronteggiare con tutte le possibilità consentite i rischi che da questa attesa soluzione riguardante La Maddalena potrebbero derivare, anche non escludendo la possibilità di riattualizzare i benefici della legge n. 98 del 1971, cioè l'accesso di questi lavoratori ai trattamenti speciali di disoccupazione o all'indennità di mobilità, per cui è al lavoro il ministro competente.
Per quanto riguarda l'arsenale, si tratta di verificare che l'assegnazione all'agenzia industria e difesa consenta di recuperarne competitività economica e capacità produttiva. Anche in questo caso si sta studiando, d'intesa tra il Governo e la regione Sardegna, la possibilità di rilasciare la struttura alla regione.
Ricordo che la base di Santo Stefano sarà rilasciata entro il primo semestre del 2008. Come noto, il personale italiano impiegatovi è dipendente dal Governo degli Stati Uniti, assunto direttamente dal comando americano con un contratto di natura privatistica. Tuttavia, signor Presidente, la nostra dichiarazione è volta a chiarire con estrema precisione che il Governo italiano non intende che la dismissione certa e quella possibile, riguardante l'arsenale, si traducano in perdite di posti di lavoro, poiché vi sono tutte le potenzialità nel territorio (se si lavora assieme, Governo, regione ed enti locali) affinché tutte le posizioni lavorative siano tutelate.
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di replicare.
Ricordo al deputato Satta che ha due minuti di tempo a disposizione.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, le affermazioni espresse poc'anzi dal ministro, nonché Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Rutelli, danno sicuramente una grande speranza: che i 325 lavoratori dipendenti della base americana e dell'arsenale abbiano un futuro tranquillo.
Credo che ciò sia fondamentale. La popolazione de La Maddalena, la cui situazione economica da decenni è legata alla base militare americana e all'arsenale, guarda con grande attenzione ad un futuro diverso. Ma quest'ultimo può concretizzarsi solo se poniamo le basi per rendere sicuro ciò che già esiste: la stabilità dei posti di lavoro.
Credo che la garanzia offerta oggi in Parlamento dal Vicepresidente del Consiglio Rutelli sia ben accolta dalla popolazione dell'isola de La Maddalena, dai lavoratori e anche da chi vi parla, che si dichiara soddisfatto per la risposta.
(Investimenti programmati per sostenere la scuola, la formazione e la ricerca - n. 3-00367)
PRESIDENTE. Il deputato Mancini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00367 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
GIACOMO MANCINI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, vorrei citare due fatti. Il primo: durante una visita a Locri, in Calabria, il ministroPag. 22della pubblica istruzione è stato fermato da un giovane studente che gli ha detto: «ministro, nella mia scuola mancano i riscaldamenti». Il secondo: il rapporto della Commissione OCSE sullo stato delle politiche per l'istruzione nei paesi membri ha espresso un giudizio negativo sulla scuola italiana.
Sono due istantanee che fotografano il più grande ostacolo dinanzi a un futuro più prospero per il nostro paese. Noi vogliamo che l'Italia superi questo ostacolo. Per farlo, esiste un solo modo: investire in istruzione, formazione e ricerca. È questa l'unica ricetta per essere competitivi nella nuova economia basata sulla conoscenza.
Il Governo ha detto tante volte di condividere questa missione. Adesso, le chiedo quali siano i provvedimenti concreti che intende adottare per vincere questa sfida.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, cercherò di fornire alcuni dati molto sintetici per dare conto dell'impegno e della determinazione del Governo, in particolare del ministro Fioroni, non solo per ottemperare agli impegni del Governo stesso, ma anche per raccogliere le tante preoccupazioni che il collega Mancini ha richiamato.
Gli impegni in materia di scuola previsti nella manovra economica per il 2007 hanno un carattere strategico. La manovra vuole rilanciare la scuola pubblica, rendere più efficace e incisivo il supporto all'autonomia scolastica, e ciò corrisponde alla strategia di Lisbona sull'economia della conoscenza. È stato definito un sistema di semplificazione e immediatezza nel trasferimento di risorse dal Ministero alle scuole autonome con l'attribuzione diretta di circa 2 miliardi e 700 milioni di euro, che serviranno a far camminare le scuole autonome con le proprie gambe, consentendo un esercizio concreto dell'autonomia didattica (che finora non è stato assolutamente possibile).
L'obbligo scolastico viene elevato a 16 anni con l'istituzione di un biennio unitario e il conseguente innalzamento dell'età per l'accesso al lavoro da 15 a 16 anni; si estendono le agevolazioni sull'acquisto dei libri di testo dalle medie inferiori anche al biennio delle superiori; il sistema dell'istruzione e formazione tecnica superiore è riorganizzato potenziando l'alta formazione professionale non accademica; l'educazione degli adulti entrerà a far parte dell'ordinamento nazionale dell'istruzione, rafforzando l'offerta per il recupero scolastico degli adulti, l'alfabetizzazione degli stranieri e la formazione lungo tutto l'arco della vita.
Signor Presidente, nel disegno di legge finanziaria ci sono molte misure volte a valorizzare il ruolo del personale della scuola e, in particolare, a dare stabilità ai docenti. In tre anni si assumeranno 150 mila docenti precari e 20 mila amministrativi, tecnici ed ausiliari, modificando anche le regole di reclutamento del personale docente, affinché non si formi nuovo precariato.
Sono stati stanziati 250 milioni di euro in tre anni per rifinanziare i piani per l'edilizia scolastica, dei quali il 50 per cento è destinato all'adeguamento e alla messa in sicurezza degli edifici da parte dei competenti enti locali. Chiaramente, dovranno intervenire anche le regioni e gli enti locali.
Per fornire sostegno al servizio pubblico svolto dalle scuole paritarie non solo sono stati ripristinati gli stanziamenti tagliati ma complessivamente essi sono stati incrementati di 100 milioni di euro e per le tecnologie informatiche destinate alla didattica sono stati stanziati 30 milioni di euro l'anno, introducendo la defiscalizzazione di mille euro per l'acquisto di personal computer da parte degli insegnanti, compresi i precari.
Avrei molto da aggiungere per evidenziare che si sta lavorando, anche se molto resta da fare.
PRESIDENTE. Il deputato Mancini ha facoltà di replicare.
GIACOMO MANCINI. Onorevole Rutelli, ritengo che il Governo possa fare molto di più e molto di meglio. Fin da subito. Fin dalla legge finanziaria. Proprio per questo Enrico Boselli, insieme allo SDI e alla Rosa nel Pugno, ha rivolto al Governo una proposta molto chiara. Destiniamo un miliardo di euro in più per maggiori investimenti in istruzione, formazione e ricerca.
Le nostre idee sono quelle che hanno ispirato l'Agenda di Lisbona, tante volte osannata e troppe volte disattesa. Quindi, basta con i tagli agli stipendi dei ricercatori e dei docenti, basta con i tagli alle università, più incentivi per le nuove borse di studio per le eccellenze, più investimenti per la ricerca scientifica e tecnologica. Ancora, occorre finanziare il fondo per la competitività e lo sviluppo, sostenere la ricerca sulle biotecnologie in agricoltura, incrementare i finanziamenti per l'edilizia scolastica pubblica, favorire l'acquisto dei libri per le famiglie che non ce la fanno.
Lei, onorevole Rutelli, mi dirà: belle parole, ma dove troviamo i soldi? Le rispondo io: basta eliminare la spesa troppo frammentata che si perde in mille rivoli e che non risolve alcun problema.
Il messaggio che ha permesso all'Inghilterra di raggiungere i livelli di eccellenza e che ha regalato a Blair tre vittorie consecutive, è stato: education, education, education! È giunto il tempo che anche l'Italia segua questa rotta. La posta in gioco è alta, riguarda il futuro del nostro paese. Investiamo sui nostri ragazzi, liberiamo i nostri giovani talenti, rimettiamo in moto l'Italia!
Il Governo, se crede in questa sfida, ha davanti a sé una sola strada: accogliere e sostenere le proposte del nostro gruppo e porre le basi per una nuova scuola di qualità. Mi auguro che il suo Governo, onorevole Rutelli, che il nostro Governo intenda percorrerla (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Verdi)!
(Dichiarazioni del sottosegretario Luigi Manconi sulla pratica dell'eutanasia negli ospedali italiani - n. 3-00368)
PRESIDENTE. Il deputato Giovanardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00368 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, il 27 settembre, nel corso della trasmissione Omnibus, in mia presenza, un autorevole membro di questo Governo, il sottosegretario Luigi Manconi, ha affermato che nelle cliniche e negli ospedali italiani è diffusa la pratica dell'eutanasia: si tratterebbe - secondo Manconi - di una pratica largamente applicata.
Mi dispiace che sia trascorso più di un mese, ma il Governo è sempre stato indisponibile a fornire una risposta in proposito nel corso del question time. Chiediamo dunque come, quando e dove risultino al Governo ospedali e cliniche italiane, pubbliche o private, dove medici e infermieri pongono fine volontariamente alla vita dei loro pazienti sopprimendoli, così come pubblicamente dichiarato dal sottosegretario Manconi.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, potrei rispondere leggendo la nota trasmessami dal Ministero della salute. Secondo tale nota, nell'ambito delle funzioni istituzionali del Ministero, non sono mai emersi né stanno emergendo notizie o elementi riconducibili all'esistenza della pratica dell'eutanasia da parte di medici e infermieri di ospedali e cliniche del Servizio sanitario nazionale.
Ciò detto, mi fermo in quanto è chiaro che il collega Giovanardi mi chiede una risposta sostanziale, oltre che una rassicurazione formale.
La posizione del Governo è scritta con chiarezza nel programma dell'Unione delPag. 24centrosinistra, che si rifà alla posizione unanime assunta dal Comitato nazionale di bioetica, riguardante le cosiddette dichiarazioni anticipate di trattamento. Questa è la posizione a cui noi siamo favorevoli e per la quale siamo impegnati a perseguire uno strumento legislativo, di intesa con il Parlamento, in questa legislatura. Non si tratta e non si tratterà in alcun caso, quali che siano le posizioni espresse da singoli - in entrambi gli schieramenti politici si evidenziano sensibilità diverse su questa materia -, di aprire la strada all'eutanasia, perché siamo contrari. Voglio ricordare che l'eutanasia è l'azione o l'omissione che porta anticipatamente alla morte allo scopo di alleviare le sofferenze. Non dobbiamo confondere questa pratica - cui il Governo è contrario e per cui non si presterà ad alcuna interpretazione né legislativa né applicativa - con la rinuncia all'accanimento terapeutico, ossia a tutti quegli interventi sproporzionati e inutili rispetto alla possibilità di arrestare il processo della morte del paziente nel tentativo di prolungare la vita ad ogni costo, che procura un'insistenza sproporzionata e futile rispetto al raggiungimento di ogni obiettivo terapeutico: dunque, non è una pratica terapeutica.
Questo è il punto di differenza: combattere l'accanimento terapeutico e contrastare qualunque idea secondo cui l'uomo ha il diritto di togliere la vita ad una persona che abbia ancora una speranza di conservarla.
PRESIDENTE. Il deputato Giovanardi ha facoltà di replicare.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, avrei sperato che il Vicepresidente del Consiglio avesse trovato anche il tempo per censurare queste dichiarazioni rese da un esponente del Governo. Tutti conosciamo il metodo di diffusione delle notizie che, a quanto pare, sono false e infondate. Il ragionamento fatto non da un parlamentare, ma da un membro del Governo è che in Italia si uccidono già i pazienti negli ospedali pubblici e privati, l'eutanasia è una realtà di fatto e, quindi, tanto vale legalizzarla: questo è ciò che sconcerta. Un Governo che manda in piazza i sottosegretari a contestare l'azione del Governo stesso e il ministro del lavoro in manifestazioni di piazza non è un precedente che abbiamo già visto; ma in questo caso siamo in una materia ancora più delicata perché un autorevole membro del Governo ha diffuso una convinzione, propedeutica ad arrivare al risultato parlamentare della legalizzazione dell'eutanasia.
Mi sarei quindi aspettato una censura di queste avventate dichiarazioni ed anche un invito a non ripeterle più. Poi, concordo sull'esigenza di trovare una misura sull'accanimento terapeutico, che vogliamo contrastare, ma senza arrivare in maniera surrettizia a legalizzare la pratica dell'eutanasia, che vuol dire togliere volontariamente la vita ad una persona malata, cosa che noi contrastiamo decisamente. Contrastiamo altresì l'attività di alcuni membri del Governo che, scorrettamente, diffondono notizie false e tendenziose, offendendo anche il lavoro degli operatori sanitari, degli infermieri e dei medici negli ospedali e nelle cliniche private o pubbliche italiane. Ho piacere che il Vicepresidente del Consiglio abbia detto che, comunque, al Ministero della salute non risulta in Italia alcun caso concreto di applicazione dell'eutanasia.
(Rispetto della legalità nella gestione dei centri di prima accoglienza - n. 3-00369)
PRESIDENTE. Il deputato Lomaglio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00369 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Signor Presidente, Vicepresidente del Consiglio, abbiamo appreso dalle pagine della stampa, in maniera particolare dal quotidiano la Repubblica, che nelle settimane scorse alcuni immigrati nordafricani hanno denunciato, dichiarando i propri nomi e le proprie identità, di esserePag. 25stati insieme testimoni e vittime di abusi e reati che sarebbero stati perpetrati nella struttura per l'accoglienza degli immigrati di Pian del Lago a Caltanissetta.
Tali abusi avrebbero coinvolto anche la responsabilità di chi gestisce il campo e, addirittura, di singoli agenti delle forze dell'ordine. Inoltre, in tale struttura convivono, con molti servizi in comune, nell'area di una ex caserma dell'esercito, un centro di prima accoglienza ed un centro di permanenza temporanea, che hanno finalità e caratteristiche che appaiono profondamente diverse e, probabilmente, incompatibili. Risulta, inoltre, che riguardo a tali fatti la magistratura di Caltanissetta abbia aperto un'indagine.
Chiediamo al Vicepresidente del Consiglio quali iniziative abbia assunto per verificare ed accertare i fatti che sono accaduti nel centro di Caltanissetta e se il Governo intenda promuovere, anche per rassicurare l'opinione pubblica, un monitoraggio per verificare il rispetto della legalità nella gestione dei centri di prima accoglienza.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, si tratta di un caso certamente grave. Risultano violazioni sulla base di un articolo apparso su un quotidiano nazionale il 21 ottobre scorso. Il ministro dell'interno ha disposto immediatamente un'inchiesta amministrativa sulla gestione del centro di accoglienza di Caltanissetta e l'acquisizione di testimonianze presso il centro per i rifugiati di Agrigento.
Dalle testimonianze riportate apparivano soprattutto discriminazioni a danno di immigrati centro-africani da parte di immigrati di altri paesi e, in alcuni casi, dagli stessi operatori del centro, soprattutto mediatori culturali e traduttori.
Dopo una prima verifica, l'associazione di volontariato Albatros 1973, che gestisce il centro di Caltanissetta, ha respinto con fermezza come false queste accuse e tale circostanza va sottolineata, perché non sempre le critiche ai centri di permanenza e di accoglienza tengono conto del fatto che la gestione è affidata ad associazioni di volontariato.
Ricordo che gli ospiti dei CPA possono allontanarsi dalla struttura previa autorizzazione delle forze dell'ordine, perché è diverso il regime rispetto a chi è ospite dei CPTA (in quel caso, è destinatario di provvedimento di espulsione e, dunque, non può lasciare la struttura e deve essere obbligatoriamente rintracciato dalla polizia).
A proposito di questo episodio, due persone di nazionalità somala hanno formalizzato l'istanza di asilo politico e sono state ospitate nel centro di identificazione nella stessa area del centro di accoglienza, anch'essa separata da quella dedicata al CPTA e con autonomi servizi di vigilanza e di assistenza. Le altre otto persone di nazionalità eritrea sono titolari di permesso di soggiorno per protezione umanitaria e attualmente tutte sono ospitate presso il centro Acuarinto di Agrigento. Non risultano essere stati effettuati fermi di polizia nei confronti degli stranieri in questione, ma risulta invece che il 21 ottobre il personale di polizia abbia ascoltato i cittadini stranieri nei locali di questo centro nell'ambito dell'attività di indagine. Il 23 ottobre gli stessi sono stati condotti dinanzi all'autorità giudiziaria per un'ulteriore escussione richiesta dal magistrato.
Concludo ricordando che i centri di accoglienza localizzati in Sicilia sono inseriti nel programma di visita della commissione presieduta dall'ambasciatore dell'ONU, Staffan de Mistura, nel quadro delle indagini che il ministro dell'interno ha disposto per verificare il rispetto dei diritti umani e le condizioni di vivibilità dei centri per immigrati. Al termine di questa attività, la commissione presenterà una relazione con i risultati, che permetterà di definire strategie in grado di migliorare stabilmente questo sistema.
Devo aggiungere, Presidente, che l'autorità giudiziaria, il procuratore della Repubblica di Caltanissetta, ha chiesto di non fornire comunicazioni sulle indagini chePag. 26sono in corso, essendo queste indagini toccate da segreto, poiché occorre tutelare le parti.
PRESIDENTE. Il deputato Piro, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, ringrazio il Vicepresidente del Consiglio, anche se consideriamo questa come una prima risposta, prendendo atto delle affermazioni che per ultimo il Vicepresidente ha reso sulle indagini e, quindi, sulla necessità di fornire ulteriori informazioni.
Prendiamo atto della condivisione della gravità di quanto denunciato da alcuni immigrati. Sono state dichiarazioni puntuali e dirette che, peraltro, hanno fatto seguito a precedenti anche gravi che, purtroppo, si sono registrati nei centri di permanenza temporanea. Vi è la necessità di un accertamento puntuale dei fatti, anche a tutela degli stessi operatori che, in gran parte, fanno sicuramente il loro dovere, spesso con passione e dedizione.
Insistiamo tuttavia, signor Vicepresidente del Consiglio, affinché a Pian del Lago, a Caltanissetta, si proceda ad una separazione effettiva tra le due strutture, le quali hanno finalità e modalità di trattamento completamente diverse e la cui permeabilità spesso può produrre fatti certamente spiacevoli.
(Iniziative normative volte alla riduzione dei costi della politica e della pubblica amministrazione - n. 3-00370)
PRESIDENTE. Il deputato Leoluca Orlando ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00370 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, la mia interrogazione è volta a conoscere le eventuali intenzioni del Governo di predisporre una proposta organica di normativa che affronti il tema della riduzione dei costi della politica, della razionalizzazione della spesa connessa al funzionamento degli organismi elettivi e amministrativi centrali e periferici e della cancellazione degli enti inutili.
Il quesito si collega all'opera meritoria, anche se difficile, che il Governo sta portando avanti per il risanamento della finanza pubblica; un'opera che certamente deve consistere nella revisione di prelievi - aliquote da una parte e battaglia all'evasione fiscale dall'altra -, ma che deve soprattutto combattere i costi della politica, di enti amministrativi locali, periferici e centrali che aggravano notevolmente la finanza pubblica. Grazie.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, è materialmente impossibile per me leggere - e quindi li farò avere al collega Orlando - tutti i documenti che mi sono stati trasmessi dai ministeri per documentare un grande sforzo che si sta facendo da parte del Governo per ridurre i costi delle amministrazioni pubbliche e quelli della politica.
È evidente che questo è un compito anche del Parlamento e delle altre istituzioni di rilievo costituzionale. Credo che delle cose giuste siano state avviate anche nell'ultima legislatura, con alcuni tagli e ridimensionamenti. Penso al taglio del 10 per cento dell'indennità per i parlamentari, cui si è aggiunta, da parte del Governo Prodi, una riduzione del 30 per cento delle indennità dei ministri e dei sottosegretari.
Lo dico difendendo questi provvedimenti in tempi di restrizione della finanza pubblica, ma non per dire che lo Stato debba dichiarare la propria ritirata. Le responsabilità pubbliche sono molto importanti ed io credo che noi dobbiamo essere in grado di fare degli sforzi di ridimensionamento, soprattutto con riferimento agli sprechi e alle inefficienze. Mi permetta l'onorevole Orlando di ricordare che non è una circostanza sana quella perPag. 27cui, in un paese come il nostro, l'amministratore di un grande ente pubblico abbia uno stipendio di venti volte superiore ad un deputato; ovvero che, quando viene mandato via, magari per cattivo rendimento, la sua liquidazione sia tale che, probabilmente, per un ministro di una Repubblica - in astratto - ci vorrebbero trent'anni di lavoro per ricevere quello che ottiene come benservito chi magari non ha ben servito le istituzioni pubbliche.
Voglio dire questo perché dobbiamo avere uno sguardo d'insieme ed in questo vi è sicuramente la necessità di ridimensionare i costi delle situazioni che sono venute proliferando a livello territoriale. Dunque, il Governo ha fatto una parte importante con il taglio dei trasferimenti ai ministeri e con un'imposizione molto precisa dei tagli a ciascun dicastero.
Per quanto riguarda la Presidenza del Consiglio dei ministri, segnalo che soltanto nel periodo maggio-dicembre vi è stato un risparmio di oltre due milioni di euro (e parlo solo della Presidenza del Consiglio).
Il censimento operato ha fatto emergere 738 organismi dell'amministrazione centrale che debbono essere ridimensionati. Il decreto Bersani ha previsto la riduzione del 30 per cento della spesa complessiva sostenuta dalle amministrazioni pubbliche e già nel 2006 si registra, alla fine dell'anno, un taglio del 15 per cento di queste spese.
Come si vede - e riservandomi, signor Presidente, di dare agli interroganti tutti gli atti che documentano un impegno molto forte e determinato del Governo - ribadisco: in tempi difficili, tutti debbono fare la propria parte. La deve fare la politica, come anche le regioni e gli enti locali, riducendo molti organismi che sono venuti crescendo negli ultimi anni; la deve fare il Governo, così come le pubbliche amministrazioni.
È giusto monitorare nel mentre si chiede agli italiani di fare la loro parte per rimettere i conti in ordine.
PRESIDENTE. Il deputato Leoluca Orlando ha facoltà di replicare.
LEOLUCA ORLANDO. Signor Vicepresidente del Consiglio, ho difficoltà ad esprimere gratitudine per la sua risposta poiché lei ha espresso esattamente la nostra posizione, che condividiamo e sosteniamo. Certamente non è la riduzione simbolica, ancorché significativa, delle indennità dei ministri e dei sottosegretari a risolvere il problema che abbiamo sollevato.
Ci paiono scandalosi sprechi e liquidazioni, a livello centrale e periferico, di strutture che vengono ricondotte ai costi della politica in senso stretto, ma che in realtà finiscono per costituire un costo d'immagine.
Apprezzando la sua risposta ed i documenti che intende fornirci, vorrei sottolineare che la nostra iniziativa è stata originata da un evento interno ed esterno ai palazzi della politica. L'evento esterno è dato dalla presentazione di un referendum abrogativo della legge elettorale e l'evento interno dalla legge finanziaria che sta per essere esaminata dalle due Camere.
Noi vogliamo seguire queste vicende per stimolare il Parlamento e, come rappresentanti dell'Italia dei Valori, abbiamo deliberato, laddove ve ne fosse bisogno, di far ricorso ad un'iniziativa legislativa e ad un referendum popolare affinché possano essere eliminate norme inaccettabili che appesantiscono la finanza pubblica. Infatti, personaggi magari sconosciuti ricevono compensi senza alcun controllo circa la loro corrispondenza con l'efficienza dei compiti da essi svolti; sembra quasi che chi si comporta male vada via prima prendendo di più.
(Introduzione di un codice etico di responsabilità sociale delle imprese - n. 3-00371)
PRESIDENTE. Il deputato Camillo Piazza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00371 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
CAMILLO PIAZZA. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, il codicePag. 28etico è uno strumento che vuole garantire, nella sottoscrizione di accordi commerciali, il rispetto dei diritti umani e sindacali, la tutela dei minori, la conservazione delle risorse naturali, l'assenza di pirateria di materiale biologico e la lotta alla corruzione. Si tratta di un percorso fondamentale in materia di responsabilità sociale delle imprese e di diminuzione sociale della globalizzazione.
Chiediamo al Governo in che modo intenda intervenire presso la Comunità europea e gli organismi internazionali per introdurre in Europa il pieno e assoluto rispetto dei diritti fondamentali delle persone e delle comunità, la protezione dell'ambiente e degli ecosistemi in tutto il mondo.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, mi consentirà di richiamare l'accordo sulla direttiva «Servizi», raggiunto a fine maggio di quest'anno in seno al Consiglio europeo e che ha ripreso gli elementi essenziali del compromesso - approvato a larga maggioranza dal Parlamento europeo - e della successiva proposta riveduta presentata dalla Commissione europea.
Il testo finale del Consiglio europeo rappresenta un buon punto di approdo, per quanto riguarda la direttiva «Servizi», che consente di equilibrare e risolvere alcune delle preoccupazioni riguardanti il principio del paese d'origine e tutta una serie di materie che avevano sollevato tante preoccupazioni in campo sociale.
L'interrogazione del collega Camillo Piazza solleva un tema molto serio ed importante sul codice etico di responsabilità sociale delle imprese contenuto nel programma di Governo.
Ricordo che il sistema delle camere di commercio sta osservando il cosiddetto bilancio sociale per la certificazione dell'attività imprenditoriale e il controllo delle politiche di impresa e che si sta anche provvedendo alla prevenzione di atteggiamenti non corretti o illeciti da parte delle imprese.
Voglio assicurare che tutto il processo, in linea con il Libro verde «Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese» del luglio del 2001, approvato dalla Commissione Prodi, tocca molto da vicino l'impegno del nostro Governo. Si tratta di definire, a livello internazionale e di ISO, regole di orientamento destinate a tutti i tipi di organizzazione e non solo per le imprese di grandi dimensioni, finalizzate a fornire linee di salvaguardia per lo sviluppo compatibile e l'approccio etico (questa è la ISO 26000). È un cammino complesso, che avviene per gradi diversi, dall'ente locale al livello internazionale, e posso confermare la grande attenzione del Governo sul tema, in linea con quanto sollecitato dal collega Piazza.
PRESIDENTE. Il deputato Camillo Piazza ha facoltà di replicare.
CAMILLO PIAZZA. Ringrazio il Vicepresidente del Consiglio per l'impegno che il Governo sta mettendo in questo percorso. È del tutto evidente che occorre fare molto, molto di più. Spero che la questione della responsabilità sociale dell'impresa diventi un elemento della competitività delle imprese italiane. Credo sia sbagliato che le nostre imprese, che sottoscrivono accordi, anche volontari, sulla difesa dell'ambiente, sul lavoro minorile, sulle questioni legate all'ecosistema, vengano poi, in qualche modo, superate sul piano economico da imprese, in giro per il mondo, che di questi argomenti non hanno nemmeno preso visione. L'impegno non può essere soltanto dell'Italia, ma deve essere condiviso dalla Comunità europea.
Credo, però, che il Governo italiano debba giocare un ruolo importante, facendo in modo che le nostre imprese, che hanno un valore aggiunto davvero importante e che sono di qualità, possano avere veramente un interlocutore serio nel nostro Governo. Ritengo sia sbagliato andare sul mercato globale, quando qualcuno gioca in maniera sporca. L'impegno daPag. 29parte dei Verdi e, credo, di tutto il Parlamento, deve andare in questa direzione: fare in modo che, in Italia, le imprese che lavorano seriamente per l'ambiente e i diritti verso i minori possano avere veramente un interlocutore certo nel nostro Governo sui temi della globalizzazione internazionale.
(Iniziative per risanare la spesa sanitaria della regione Campania e per garantire il contenimento della spesa di tutte le regioni - n. 3-00372)
PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00372 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
MARCELLO TAGLIALATELA. La Campania vive una situazione veramente strana, in quanto ha maturato nel 2005 il deficit più elevato (oltre un miliardo e mezzo di euro, che corrispondono a più del 30 per cento di tutto il deficit della sanità pubblica in Italia) e, contemporaneamente, non riesce a spendere, dal lontano 2000, per un accordo di programma, circa mille miliardi di euro, quindi 2 mila miliardi delle vecchie lire, per i fondi nazionali per l'edilizia ospedaliera (ex articolo 20). È come se avesse soldi per ristrutturare e mettere a norma le proprie strutture pubbliche, ma decidesse di continuare a spendere soldi per capitoli non compresi nei bilanci di prevenzione. Tenendo conto che si tratta di una responsabilità dell'attuale assessore Montemarano, che è stato direttore dell'azienda sanitaria locale Napoli 1, la quale ha prodotto, nel corso di quegli anni, il maggior deficit possibile...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARCELLO TAGLIALATELA. ...le chiedo, signor Vicepresidente, quali sono i provvedimenti che il Governo intende assumere per porre fine a questa situazione veramente incresciosa e pericolosa per la sanità dei cittadini in Campania.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Lei sa che questa è una materia di intera responsabilità gestionale delle regioni. Tuttavia, già il precedente Governo è intervenuto con un criterio rigido, con il decreto del ministro della salute del 12 maggio 2006, che individua meccanismi estremamente stringenti, resi ulteriormente stringenti dal nostro Governo.
Per quanto riguarda la regione Campania, cui va riconosciuto un quadro delle risorse non commisurato, per ciò che concerne la popolazione, ai trasferimenti - ciò deve essere riconosciuto perché in termini di cifre di partenza è un elemento importante da considerare -, il nostro Governo ha già disposto la revoca degli interventi per i quali non sono pervenute le istanze di finanziamento entro i termini prescritti. Si tratta di 705 milioni di euro ed oltre. La regione ha chiesto la limitazione della revoca; ha avanzato le sue proposte; il ministro della salute ha fatto le sue controdeduzioni.
In questo momento, nell'ambito del protocollo firmato dal ministro dell'economia e delle finanze, dal ministro della salute e dalle regioni e province autonome, si sta negoziando un obiettivo per migliorare l'efficienza e l'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, riconducendo la dinamica della spesa entro i vincoli della finanza pubblica. Il ministro della salute è impegnato a fare tale verifica con la regione Campania e con le altre regioni che hanno formulato piani di rientro, secondo le previsioni delle norme in vigore, e non vi è dubbio che se ciò si traducesse in un mancato rispetto degli obiettivi intermedi, la regione interessata potrebbe proporre misure che dovranno essere sottoposte all'attenzione dei ministri competenti.
Non ci nascondiamo che la situazione è difficile, onorevole Taglialatela. SappiamoPag. 30che ciò lo si deve alla serie storica dei bilanci della sanità in alcune regioni e, in particolare, in Campania. Colgo una piena consapevolezza del fatto che bisogna rendere il servizio ancora migliore e far tornare i conti pubblici. Decisione del Governo è che in questa legislatura ciò debba avvenire.
PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di replicare.
MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Vicepresidente del Consiglio Rutelli, purtroppo la situazione in Campania è ancora peggiore di quella che le è stata, evidentemente, illustrata. Ci troviamo di fronte ad un già proclamato sciopero, per i giorni 27, 28 e 29 di questo mese, di tutte le strutture convenzionate, perché, a prescindere dai debiti pregressi, nell'anno 2006 nessuna struttura convenzionata ha ancora ricevuto un euro rispetto alle prestazioni rese e ciò dimostra come il problema non sia stato ancora affrontato. Infatti, parliamo di bilancio corrente.
È vero che questo è un problema che riguarda le regioni, ma quando è messa in discussione la possibilità delle prestazioni sanitarie a favore dei cittadini vi è un problema di carattere complessivo generale e penso che il Governo se ne debba fare carico, tenendo altresì conto che la regione Campania ha ulteriori elementi di negatività: è l'unica regione ad avere avuto una ASL sciolta per infiltrazioni camorristiche; è l'unica regione ad avere un'altra ASL (anch'essa della provincia di Napoli) messa sotto monitoraggio dal Ministero, sempre per infiltrazioni camorristiche; ed è anche una regione che ha elaborato un programma di pagamento dei debiti attraverso la creazione di una società che è ancora al vaglio, per quanto io sappia, della legittimità sia del Ministero dell'economia e delle finanze sia del Ministero della salute. Infatti, si tratta di un ulteriore indebitamento e non di un programma di risanamento.
Il problema è che fin quando non verrà approvato il piano di rientro non vi sono da parte di nessuno, nemmeno del Governo, certezze. Mi auguro che si possa stabilire, con un termine preciso, il momento in cui il piano di rientro, firmato dal Governo e dalla regione, imponga alla regione stessa le misure di monitoraggio e di controllo che evidentemente sono mancate. Altrimenti, non si riuscirebbe infatti a spiegare come mai nel 2004 un miliardo e 300 milioni di euro e nel 2005 un miliardo e 500 milioni di euro siano stati il frutto di una attività dissennata della finanza della sanità in Campania da parte di chi oggi ne ha la responsabilità.
(Iniziative per contrastare la criminalità organizzata e la microcriminalità a Napoli - n. 3-00373)
PRESIDENTE. Il deputato Elio Vito ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00373 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
ELIO VITO. Signor Presidente, prima di parlare della criminalità a Napoli mi permetta di cogliere l'occasione per denunciare un fatto e chiedere alla Presidenza della Camera, ma anche al Vicepresidente Rutelli, che il Parlamento sia rapidamente informato su quanto sta accadendo di gravissimo a Venezia, in questi minuti, con l'occupazione da parte di alcuni manifestanti del palazzo della giunta regionale. Tali manifestanti hanno sfondato le porte di ingresso, vi sono due agenti contusi e l'occupazione è ancora in corso, impedendo la normale attività della regione e, soprattutto, creando gravi disagi ai dipendenti.
Ciò, purtroppo, si inserisce in un clima di violenza politica che in questi giorni colpisce Venezia, Padova e, in generale, la regione Veneto. Tutto ciò ci preoccupa molto e, conseguentemente, chiediamo al Governo che venga a riferire in Parlamento su tali vicende.
Per quanto concerne poi la nostra interrogazione, il Presidente Prodi e il ministro Amato si sono recati nei giorni scorsi a Napoli e, finalmente, si sono accorti della gravità di quella situazione.Pag. 31Napoli si è risvegliata da un sogno - si trattava, invece, di un incubo -, quello del «Rinascimento» di Bassolino e della Jervolino e di tutta la sinistra che avevano promesso ai napoletani di risolvere tutti i problemi, quali il traffico, l'immondizia e la criminalità che, invece, sono rimasti tali.
Noi abbiamo la sensazione che le misure annunciate nei giorni scorsi siano del tutto insufficienti. Per tale motivo, chiediamo al Governo se intenda assumerne altre e più radicali.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la situazione della città di Napoli ha conosciuto degli importanti cambiamenti e miglioramenti nel corso degli ultimi dieci anni. Dal punto di vista della sicurezza e dell'ordine pubblico, tutti siamo a conoscenza della gravità e della drammaticità di una situazione che, in molti casi, è legata alla capacità della camorra di incunearsi nelle difficoltà sociali, nella mancanza di lavoro, nell'incertezza di molti giovani e, dunque, di attirare tante e troppe persone nelle sue spire.
È evidente che quello assunto dal Governo è un impegno in primissima linea, d'intesa con il sindaco Jervolino, con il presidente della regione, Bassolino, e con la provincia. A questo fine è stata dedicata l'azione che il ministro dell'interno ha assunto in prima persona già dal mese di settembre insieme al viceministro Minniti, fino a firmare un patto, venerdì scorso, in prefettura a Napoli, ventiquattro ore dopo la visita in città del Presidente Prodi. Tale intesa non riguarda provvedimenti-«pannicelli caldi» che troppe volte sono stati adottati per cercare di risolvere una situazione tanto difficile, ma, al contrario, perseguono obiettivi strutturali.
Per contrastare la criminalità e sviluppare una cultura della legalità ci vuole tempo e l'impegno di tutti. Si deve superare la logica dell'emergenza che, con l'adozione di provvedimenti tampone e con «pannicelli caldi», non è riuscita a risolvere la situazione alla radice.
Le direttrici di intervento prevedono, in primo luogo, un rafforzamento e la riorganizzazione permanente delle attività di investigazione e di controllo del territorio; in secondo luogo, progetti concreti di riqualificazione urbana che vanno dalla videosorveglianza all'illuminazione; infine, in terzo luogo, una maggiore collaborazione tra tutte le istituzioni anche sul piano finanziario. In termini pratici, ci saranno circa mille agenti in più tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e guardie forestali, in parte provenienti da fuori città, in parte recuperati da compiti amministrativi, i quali saranno destinati al controllo del territorio e allo svolgimento di attività di investigazione. Quattrocento di essi costituiranno una forza di intervento rapida destinata a svolgere azioni straordinarie. Aumenteranno le pattuglie: settantanove in città e trentanove in provincia. Sarà costituita, inoltre, su mia richiesta, una squadra di controllo degli itinerari turistici. A questo fine, occorre che vi siano forze di polizia specializzate che conoscano quei territori e quei tragitti turistici. È necessario, in particolare, che tali forze di polizia conoscano quei territori e quei tragitti in permanenza perché se esse sono cambiate in continuazione non potranno avere quel controllo del territorio tale da rassicurare i turisti. Infatti, noi vogliamo che il numero dei turisti aumenti, perché non possiamo chiedere interventi strutturali per l'economia a Napoli se non potenziamo anche, d'intesa con gli enti territoriali, la capacità di offerta turistica e culturale.
Ci saranno, inoltre, più veicoli e più di cento motociclette con cui presidiare più efficacemente i vicoli. Al finanziamento di questi interventi concorreranno anche le istituzioni locali.
PRESIDENTE. Signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, deve concludere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Presidente, utilizzoPag. 32venti secondi in più, che recupererò successivamente, per concludere il mio intervento. Saranno potenziati i presidi dei carabinieri su tutta l'area e verrà istituito un nuovo reparto territoriale nel sud-est della provincia.
PRESIDENTE. Signor Vicepresidente del Consiglio dei ministri, deve concludere: non si può accogliere la sua proposta di recuperare il tempo nel prosieguo dello svolgimento del question time.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Concludo, Presidente. Infine, Napoli e la provincia saranno la prima area interamente videosorvegliata ventiquattro ore su ventiquattro con un sistema di telecamere che riguarderà strade e scuole. Anche in questo caso, tutto ciò sarà realizzato d'intesa con la regione e la provincia.
Inoltre è previsto il potenziamento dell'illuminazione...
PRESIDENTE. Grazie, vicepresidente Rutelli: ha esaurito il suo tempo da oltre un minuto.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, mi accingo a concludere. Il viceministro Minniti ogni sei mesi farà un preciso rapporto perché si tratta non di agire solo nell'emergenza, ma di un impegno di legislatura.
PRESIDENTE. Il deputato Elio Vito ha facoltà di replicare.
ELIO VITO. Signor Presidente, mi dispiace, ma non è ammissibile che il question time si trasformi in una sede dove il Governo viene a fare i suoi spot oltre i tempi previsti dal regolamento.
PRESIDENTE. Anche a lei ho concesso un po' di tempo in più rispetto a quello previsto dal regolamento.
ELIO VITO. Signor Presidente, se permette, ho richiamato l'attenzione della Presidenza sui fatti gravissimi accaduti a Venezia...
PRESIDENTE. Tale richiamo poteva essere fatto in un'altra fase della seduta e lei lo sa.
ELIO VITO. Signor Presidente, mi dispiace questo suo modo di reagire e di rispondere. Non fa onore alla funzione che lei svolge, che deve essere imparziale nei confronti del Governo.
Vengo alla replica, che vorrei articolare in due punti, quello del Governo e quello degli enti locali. Gli annunci da lei fatti in questa sede, Vicepresidente Rutelli, non sono credibili per due ragioni. Intanto, contemporaneamente a tali annunci, il Governo non ha concesso gli aumenti richiesti e dovuti alle forze dell'ordine, creando con la legge finanziaria gravi turbamenti, disagi, malcontenti e proteste da parte delle forze dell'ordine stesse. Come pensate di annunciare aumenti delle forze dell'ordine, nuove macchine e nuove sedi quando contemporaneamente, con la legge finanziaria, non date i soldi che spettano, chiudendo caserme e commissariati di polizia anche in Campania e in provincia di Napoli? Inoltre, non siete credibili perché anche su questo siete vittime del ricatto delle forze estreme. Quando era stata avanzata la proposta di inviare l'esercito a Napoli, che avrebbe avuto un valore altamente simbolico, subito le forze estreme della vostra maggioranza ve lo hanno impedito.
Infine, quanto al punto relativo agli enti locali, faccio presente che la situazione a Napoli nel corso di questi dieci anni è solo peggiorata e che l'annunciato «Rinascimento» napoletano è stata solo propaganda per coprire il più violento, arrogante e protervo sistema di potere clientelare che mai si sia riscontrato a Napoli e in Campania. Il «sistema della sinistra» ha fatto sì che oggi Napoli e la Campania siano diventati peggio di una regione «rossa», dove non si lavora, non si guadagna, non si vincono appalti e nonPag. 33si entra nelle ASL se non si appartiene a quel sistema di potere clientelare. Questo è servito anche a distrarre l'attenzione del sistema pubblico dalla lotta alla criminalità che così ha potuto prosperare sino a giungere al dramma e alla tragedia dei giorni nostri di cui, finalmente, anche i ma|$$|Ax|fitre à penser della sinistra si sono accorti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
(Misure volte a garantire la legalità e la sicurezza dei cittadini nel Mezzogiorno - n. 3-00374)
PRESIDENTE. Il deputato Neri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00374 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, ho ascoltato allibito la risposta fornita dal Governo all'interrogazione precedente. In questi giorni, Napoli si è trasformata in uno spot nazionale, dimenticando quello che il procuratore nazionale antimafia ha affermato, ovvero che l'emergenza criminalità non riguarda solo Napoli, ma tutto il sud. Gli omicidi e l'immanenza della delinquenza organizzata riguardano la vita di Napoli come quella di Catania, Palermo, Bari e di ogni grande centro dell'Italia meridionale.
La nostra interrogazione mira a conoscere quali impegni strutturali il Governo intenda assumere al riguardo. Infatti, ci troviamo di fronte non ad un'emergenza, ma ad una tragica quotidianità che non richiede misure straordinarie, bensì strutturali e permanenti, per assicurare un normale livello di civiltà e di sicurezza.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la risposta che ho cercato di dare è stata fortemente compressa dal tempo a disposizione. Quindi, ho potuto riferire solo alcune delle misure decise dal Governo ed è giusto che il Parlamento le controlli. Infatti, esso chiederà al viceministro Minniti e al ministro dell'interno Amato di riferire sull'andamento di tale impegni.
Perché allora questa risposta viene trattata come uno spot elettorale? Cosa c'entra? Vorrei rivolgermi in maniera molto amichevole ai colleghi interroganti. È evidente che abbiamo a che fare con una situazione molto difficile. Il caso sollevato con l'interrogazione, e relativo alla città di Catania, è molto serio ed il ministro della giustizia è intervenuto per ripristinare alcune risorse tagliate nel bilancio dell'anno in corso. Vorrei farle notare che stiamo gestendo il bilancio del Governo precedente e che i tagli da lei lamentati sono frutto del precedente Governo.
Io non sono venuto qui a fare una polemica con la destra che era al Governo nella passata legislatura, ma ho fatto lo sforzo di proporre, come è avvenuto, non una parata, come si sarebbe potuto dire se avessimo proposto di mettere agli angoli delle strade, dei soldati incompetenti (non conoscendo la problematica di un territorio complesso e difficile come, ad esempio, è quello di Napoli, citato nella interrogazione precedente), ma una serie di misure estremamente precise, come la videosorveglianza. Alla successiva interrogazione cercherò di rispondere indicando le misure di carattere sociale.
Ho parlato anche del tema del turismo. È chiaro che Napoli deve crescere, rassicurando i milioni di potenziali turisti che stimoleranno la creazione di imprese e di attività economiche permanenti.
Questa è la risposta che dobbiamo dare, oltre alle misure, cui ho già fatto riferimento, di aumento dei mezzi, degli uomini, delle capacità investigative e di un più forte coordinamento tra le istituzioni.
Mi è parso di dare una risposta onesta, non retorica o propagandistica. Spero che su un tema di questo genere si possa riscontrare una convergenza di tutti, perché è interesse di tutti contrastare ePag. 34sconfiggere la camorra, la mafia, la 'ndrangheta. Non parliamo poi della Calabria, della situazione che c'è in Puglia, in alcune parti di quella regione e, in generale, in troppi territori del nostro paese: è interesse della nazione che siano restituiti al rispetto della legalità e al buon funzionamento delle istituzioni.
Il Governo conosce queste situazioni problematiche, conosce la ristrettezza delle risorse, ma è fortemente determinato, d'intesa con chi è presente nel territorio, a voltare pagina.
PRESIDENTE. L'onorevole Neri ha facoltà di replicare.
SEBASTIANO NERI. Vicepresidente del Consiglio dei ministri, le soluzioni che lei ha prospettato rispetto alla precedente interrogazione e ribadite in risposta al nostro atto di sindacato ispettivo sono emergenziali, guardano alla contingenza. Esse non hanno una visione organica e strutturale del problema. Non si tratta di una emergenza, ma di una quotidianità che siamo costretti a registrare in tutte le città del Mezzogiorno.
Come si risponde? Noi abbiamo risposto con senso di responsabilità, presentando un emendamento alla finanziaria a costo zero, compatibile con i vostri saldi, che chiede l'impegno formale, per legge, della destinazione della maggior parte delle risorse in termini di nuove assunzioni nelle forze dell'ordine nel Mezzogiorno d'Italia. Aspettiamo di vedere cosa farà il Governo di questo nostro emendamento.
Noi proporremo una riforma dell'organizzazione degli uffici giudiziari sul territorio, perché le scellerate riforme degli ultimi anni, che hanno portato alla burocratizzazione dell'amministrazione della giustizia, con l'accentramento degli uffici, hanno spogliato il territorio di un presidio importante. Non esiste alcuna validità determinata e definitiva dell'azione delle forze dell'ordine se non c'è l'azione dell'amministrazione della giustizia che renda effettivi gli impegni delle stesse forze dell'ordine.
Abbiamo allontanato le istituzioni dal territorio. Ora bisogna riportarle nel territorio. Noi intendiamo questo quando parliamo di interventi strutturali che possano dare risposte definitive a queste emergenze.
Abbiamo anche sollevato un problema in più occasioni, che c'entra anche con questo tema, ossia quello della denunzia della sottrazione degli interventi per le infrastrutture nel Mezzogiorno. Infatti, finché si continua a sottrarre risorse al Mezzogiorno, impoverendolo ancora di più, si crea il terreno di coltura ideale per fare sviluppare le attività della criminalità organizzata. Disconoscere tutto questo e difendere le scelte scellerate che fin qui sono state fatte, mortificando il Mezzogiorno, significa perpetuare una situazione di degrado insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
(Misure volte a potenziare i finanziamenti per le politiche sociali e per contrastare la povertà a Napoli - n. 3-00375)
PRESIDENTE. L'onorevole De Cristofaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00375 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
PEPPE DE CRISTOFARO. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, non c'è dubbio che la situazione di difficoltà della città di Napoli necessiterebbe innanzitutto un dibattito quanto più serio possibile e non strumentale come, purtroppo, viene fatto e come è stato fatto anche questa mattina.
Ritengo che questo elemento di difficoltà, come è stato richiamato giustamente, non si risolva semplicemente con misure di ordine pubblico. Certo, l'ordine pubblico è necessario e l'attività di coordinamento e di maggiore investigazione delle forze dell'ordine va sicuramente privilegiata, ma credo che questo elemento di difficoltà si risolva soprattutto intervenendo sul terreno sociale.Pag. 35
Chiedo al Governo quali misure intenda predisporre per contrastare fortemente quella povertà e quel disagio sociale che, in qualche modo, sono l'acqua melmosa nella quale la camorra vive e si riproduce, generando, purtroppo, le gravi difficoltà in cui vive la città.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'onorevole De Cristofaro ha ragione, e sottoscrivo ciò che egli afferma. Evidentemente, se parliamo di misure strutturali ci riferiamo a interventi che avranno un impatto con il tempo. Siamo convinti che una serie di misure contenute nel disegno di legge finanziaria e nella manovra economica in discussione questa settimana vadano nella direzione giusta. Si tratta di interventi che recheranno beneficio al Mezzogiorno e, dunque, alla nazione. Infatti, il recupero, anche produttivo, del lavoro, della capacità e del tasso di produttività, oltreché del tasso di occupazione, del Mezzogiorno, rappresenta un beneficio per l'intero paese, senza eccezioni. È chiaro che la situazione nel Sud è quella che lei descrive: il 4,5 per cento delle famiglie povere italiane è censito nel nord, il 6 per cento al centro e ben il 24 per cento nel Mezzogiorno, dove risiede il 70 per cento delle famiglie povere del nostro paese.
Il disegno di legge finanziaria prevede una serie di interventi in diversi ambiti. Prioritario è lo sviluppo delle imprese ed il sostegno all'occupazione. L'intervento differenziato sul cosiddetto cuneo fiscale per le imprese del sud mi pare la scelta più decisa. Infatti, la riduzione del costo del lavoro, che non colpisce il lavoratore ma è a carico della fiscalità generale, sarà di 10 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato, rispetto ai 5 mila euro previsti per le imprese del resto del paese. Inoltre, sono previsti un credito di imposta per nuovi investimenti nelle aree svantaggiate e provvedimenti di incentivo ad hoc per l'occupazione femminile rivolti alle imprese che assumano donne, con una riduzione del costo del lavoro. In altri termini, nelle zone del Mezzogiorno, assumere una donna consentirà un risparmio ulteriore compreso tra i 150 e 170 euro al mese.
Inoltre, per promuovere lo sviluppo sono stati previsti interventi di recupero urbano delle aree e dei quartieri degradati delle città del Mezzogiorno, identificate come zone franche urbane, e si è istituito un fondo (si tratta di una innovazione da sperimentare), in cofinanziamento con i programmi regionali e d'intesa con l'Unione europea e con le regioni competenti, che riguarda le aree che si trovino in particolare situazione di degrado e di esclusione sociale.
Ho citato soltanto questi provvedimenti, onorevole De Cristofaro, proprio per dimostrare che intendiamo affrontare non con gli strumenti dell'emergenza i gravi problemi emersi, che riguardano la sanità, l'ordine pubblico e il lavoro, ma con misure che ci permettano, di qui alla fine della legislatura, di affermare, di intesa con le regioni e gli enti locali, che si è voltato pagina.
PRESIDENTE. Il deputato De Cristofaro ha facoltà di replicare.
PEPPE DE CRISTOFARO. Signor Presidente, prendo atto positivamente delle affermazioni rese dal Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Vorrei aggiungere che, già partire dalla manovra di bilancio e, certamente, nei mesi che verranno, il Governo effettivamente dovrà tentare di fare qualcosa in più. Nel corso di questi anni, c'è stata una vera difficoltà sul terreno sociale e anche dello sviluppo, dovuta al fatto che soprattutto il precedente Governo ha lasciato il Mezzogiorno e la città di Napoli in uno stato di autentico abbandono. Credo si debba voltare radicalmente pagina, intervenendo con misure concrete.
Ha fatto bene il Presidente del Consiglio dei ministri a recarsi a Napoli. Credo che adesso si debba ridiscutere, ad esempio,Pag. 36di come rimettere in piedi un piano come quello che fu denominato quale piano del reddito di inserimento. Se fosse possibile, si dovrebbe immaginare un cofinanziamento anche da parte del Governo centrale, oltreché degli enti locali, del reddito di cittadinanza. Insomma, sono necessarie quelle varie misure a sostegno del reddito che, in qualche modo, possano rappresentare un effettivo contrasto alla povertà.
Oggi, c'è un nesso molto forte tra la precarietà e la camorra e tra la precarietà e la violenza. La violenza e la camorra esistono esattamente perché esiste la precarietà.
Credo che dovremo prestare molta attenzione per ascoltare la voce di chi oggi combatte la precarietà, come qualche giorno fa lei ha ricordato in occasione di una grande manifestazione di piazza che si è svolta a Roma (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
(Iniziative volte a garantire l'uniformità delle posizioni delle prefetture italiane sulla normativa che vieta il travisamento in pubblico delle persone - n. 3-00376)
PRESIDENTE. Il deputato Garavaglia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00376 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmatario.
MASSIMO GARAVAGLIA. Grazie, Presidente. Secondo la prefettura di Treviso, non vi sono norme che vietano l'occultamento dei tratti somatici delle persone, se non in situazioni particolari di pregiudizio dell'ordine pubblico. In realtà, le norme vi sono e sono tante. In particolare, la norma che vieta il mascheramento risale ai cosiddetti anni di piombo, quando persone con il volto coperto da passamontagna hanno ucciso altre persone.
Ora, dato che è accertata la presenza di cellule terroristiche islamiche in Italia, la Lega Nord chiede se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti nell'interrogazione e quali provvedimenti intenda adottare al fine di uniformare le posizioni delle prefetture in merito alla normativa vigente, che inequivocabilmente vieta il travisamento in pubblico delle persone.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, credo che i colleghi si riferiscano alla copertura integrale del volto delle donne attraverso il burqa. Con molta chiarezza, voglio affermare che noi non riteniamo si debba concedere il riconoscimento del diritto all'espressione a tale tipo di abbigliamento. Se è pur vero che dal punto di vista formale si può affermare che né la normativa prevista nella cosiddetta legge Mancino - quella riguardante la copertura del volto attraverso caschi o altre modalità finalizzate all'occultamento dell'identità delle persone - né il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che all'articolo 85 vieta di comparire mascherati in pubblico, possano assorbire questa fattispecie, la posizione del Governo è stata espressa con molta chiarezza dal Presidente del Consiglio Prodi. È giusto riconoscere, come avviene nella storia - anche il ministro dell'interno Amato ha ricordato che la figura religiosa femminile più cara a tutti noi porta il velo: Maria infatti ha un copricapo che però non nasconde il suo volto - che il velo può essere una scelta della donna per corrispondere ad una propria convinzione religiosa. Altra cosa è il nascondimento del viso. Non solo ciò non è consentito per quanto riguarda l'identificazione - voglio ricordare che non è consentito nemmeno per quanto riguarda le fotografie e le immagini da riportare sulla carta d'identità - ma a me sembra che, più che un problema di ordine pubblico, qui sia in gioco la dignità della donna.
Dunque, la risposta che può essere data, magari in modo sbrigativo, da un funzionario addetto all'ordine pubblico, si riferisce alle leggi in vigore, ma la sostanzaPag. 37del problema ci deve spingere, qualora le leggi in vigore non fossero giudicate sufficienti, ad adottare una normativa chiara e precisa che indichi la distinzione tra il diritto di manifestare le proprie convinzioni religiose, anche attraverso la decisione di indossare il velo, e la scelta, che non può essere giudicata accettabile nella nostra società, di un nascondimento totale della fisionomia della persona sia per rispetto della dignità della donna sia per motivazioni sociali più generali ed anche di sicurezza.
Se si valuterà che le norme vigenti non sono sufficienti, penso che si renderà opportuna una normativa che ci permetta di risolvere il problema, stabilendo che il nascondimento del viso non è consentito nel nostro paese.
PRESIDENTE. Il deputato Garavaglia ha facoltà di replicare.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Rutelli, la sua risposta non ci soddisfa pienamente per un motivo molto semplice. Secondo la Lega Nord non è possibile modificare le regole per andare incontro sempre e comunque alle istanze del mondo islamico. Sulle regole e sui valori non si tratta e non si può trattare.
Rammento la formula che deve recitare la persona che vuole diventare cittadino italiano: «Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato». Questa formula ricalca sostanzialmente l'articolo 54, articolo fondamentale della nostra Costituzione, posto al termine della parte prima della Costituzione, quella sui diritti ed i doveri dei cittadini. Appunto: non si tratta solo diritti, ma anche di doveri. Ci domandiamo se tutte le nuove persone che volete far diventare cittadini in soli cinque anni - e non si capisce bene perché - abbiano letto la nostra Costituzione. Ricordo solo alcuni articoli: l'articolo 3 stabilisce che tutti i cittadini hanno uguale dignità, quindi donne e uomini sono uguali; l'articolo 29 stabilisce che il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza giuridica e morale dei coniugi; l'articolo 37 riguarda il lavoro e dice sostanzialmente che se il tuo capo è una donna devi accettare gli ordini che la donna ti dà come sottoposto; l'articolo 33 stabilisce che l'educazione anche in scuole paritarie deve essere equipollente, cioè avere gli stessi contenuti ed essere approvata dallo Stato. Potrei fare altri esempi, ma mi fermo qui.
Il problema è il seguente: se davvero i nuovi cittadini accettano tutte le nostre regole ed i nostri valori sono benvenuti, altrimenti è meglio che tornino al loro paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.
La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15,40.