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Informativa urgente del Governo sugli episodi di violenza occorsi durante una manifestazione di protesta di lavoratori del petrolchimico di Porto Marghera presso la sede della Regione Veneto.
(Intervento del sottosegretario per lo sviluppo economico)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario per lo sviluppo economico, Paolo Giaretta.
PAOLO GIARETTA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, i fatti su cui è stata chiesta la comunicazione del Governo si inquadrano nella vicenda occupazionale e produttiva del petrolchimico di Porto Marghera. Nella mattinata di ieri si è tenuta la preannunciata manifestazione delle segreterie territoriali di Filcem-CGIL, Femca-CISL e Uilcem-UIL per protestare contro la mancanza di una valutazione positiva della giunta regionale sul testo di un protocollo di intesa sulle prospettive di Porto Marghera, predisposto tra le aziende, i sindacati e gli altri livelli istituzionali.
La manifestazione prevedeva che i lavoratori del petrolchimico si radunasseroPag. 52alle 8 a Porto Marghera, per poi muoversi verso la città per svolgere un presidio presso la sede del consiglio regionale a palazzo Ferro Fini. Per ogni evenienza, le Forze di polizia avevano comunque predisposto servizi di vigilanza, anche presso palazzo Balbi, sede della giunta regionale.
Nel corso dello svolgimento della manifestazione, alcuni manifestanti, circa una ventina, si sono staccati dal gruppo principale, composto da circa 200 persone, e si sono diretti verso la sede della giunta regionale. Qui, sono riusciti ad introdursi all'interno da una porta secondaria, forzando il blocco assicurato dalle forze dell'ordine, per poi essere fermati dalle stesse nell'androne. Nell'azione rimanevano contuse tre unità di Polizia, cui va naturalmente la solidarietà del Governo.
I manifestanti presenti all'interno di palazzo Baldi, intanto raggiunti all'esterno da tutti gli altri lavoratori, hanno chiesto di incontrare il presidente della regione. In considerazione del fatto che il presidente non era presente in sede, è stata dichiarata una disponibilità a ricevere i manifestanti da parte del capo di gabinetto della regione, proposta però rifiutata. Successivamente, i manifestanti hanno accettato la proposta di incontrare l'assessore regionale alle politiche del territorio.
Durante il colloquio, che si è così svolto senza problemi nelle prime ore del pomeriggio, si è giunti all'intesa di una cessazione delle manifestazioni in corso, dietro assicurazione di essere ricevuti nei prossimi giorni dal presidente della regione. In particolare, oggi si dovrebbe tenere un incontro di una delegazione dei lavoratori con una delegazione della giunta regionale.
È doveroso evidenziare, comunque, che quanto accaduto non ha determinato una occupazione della sede regionale, né ha interrotto in alcun modo i lavori degli uffici, atteso che i manifestanti, dopo essere entrati in contatto con le Forze di polizia, al momento della forzatura del blocco agli ingressi sono sempre stati tenuti sotto il diretto e il pieno controllo del dispositivo di sicurezza.
Si tratta, quindi, di un episodio che va censurato, ma che in nessun modo può essere accostato, come è stato fatto anche in alcune dichiarazioni di esponenti politici, all'episodio che ha visto aggredire a Padova, nei giorni scorsi, il deputato Filippo Ascierto e il padre di Matteo Vanzan, caduto in Iraq, ai quali va tutta la solidarietà del Governo, oltre alla ferma condanna di un atto criminale, che non ha alcuna giustificazione.
Ricordo, piuttosto, che la manifestazione di ieri a Venezia si inserisce in un quadro che vede da tempo una forte preoccupazione e la tensione sociale per l'incertezza delle prospettive della chimica a Marghera, che ancora costituisce un rilevante polo occupazionale e produttivo nell'area del Nord-Est.
Già nel luglio scorso, il Governo aveva aperto un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico per verificare le condizioni di un rilancio della chimica in Italia che vedesse nel polo di Marghera un sito produttivo strategico. In agosto veniva annunciata la chiusura definitiva dello stabilimento Dow di Marghera, con forti preoccupazioni non solo per l'occupazione diretta (circa 180 unità) ma anche per un possibile «effetto domino» su tutto il ciclo del cloro e, più largamente, sull'intero comparto della chimica a Marghera.
L'iniziativa del Governo, in stretto raccordo con le istituzioni territoriali - comune, provincia e regione - si è sviluppata per poter proseguire in condizioni di sicurezza, nonostante la chiusura dello stabilimento Dow, le attività relative al ciclo del cloro, coinvolgendo le aziende disponibili ed arrivando, dopo un lavoro intenso, alla condivisione di un protocollo finale, accettato da tutte le parti in causa, istituzioni locali, imprese e lavoratori. La regione Veneto, pur avendo collaborato per tutto il percorso di predisposizione del protocollo, ha comunicato il giorno della possibile sottoscrizione di non aver ancora potuto completare l'analisi in modo soddisfacente.
Il Governo si augura che la regione possa concludere con urgenza le proprie valutazioni in modo positivo. Il Governo ha fatto fino in fondo la propria parte per dare una prospettiva, occupazionale e produttiva,Pag. 53a questo importante polo produttivo del Paese, in una logica industriale. Ci auguriamo che tutti gli altri livelli istituzionali si assumano la responsabilità per poter concludere in modo positivo tale vicenda. La mancata sottoscrizione di un'intesa da parte della regione avrebbe conseguenze gravissime, non solo sui lavoratori della Dow Poliuretani Italia, ma anche su quelli dell'intero settore della chimica a Marghera e nel Paese, creando un inaccettabile clima di tensione nell'intera area veneziana.
ELIO VITO. Vergogna!