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Nel terzo anniversario dell'attentato di Nassiriya.
PRESIDENTE
(Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Signori deputati, in quest'aula, come nel paese, ci si è divisi sui conflitti in Iraq e persino sul giudizio sulla loro natura, ma oggi qui, come in altre occasioni, l'Assemblea si ritrova unita nel lutto e nella commemorazione degli italiani morti a Nassiriya.
Il 12 novembre di tre anni fa 19 nostri concittadini, 12 appartenenti all'Arma dei carabinieri, 5 militari dell'esercito e due civili, hanno perso la vita, uccisi nel tragico attentato di Nassiriya.
Si è trattato di una tragedia umana e nazionale che ha scosso il paese.
Ricordiamo il senso di incredulità e di sgomento che ha attraversato l'Italia.
Ricordiamo, soprattutto, il dolore dei familiari delle vittime che ne ha travolto drammaticamente le esistenze e che, pure, si è manifestato con una compostezza ed una sobrietà straordinaria che resteranno impresse nella memoria collettiva del paese. Un paese che si è unito in un lutto, espressione dell'intera comunità.
Oggi, a fronte delle domande che salgono dai familiari dei morti di Nassiriya, si rinnova in modo pressante nelle istituzioni la responsabilità dell'ascolto e dell'attenzione.
Oggi l'intera Camera dei deputati manifesta loro la sua solidale e partecipe vicinanza.
La memoria della barbara strage ci richiama anche a ribadire la condanna di tutte le forme di violenza e ad agire per estirpare dal mondo ogni atto portatore di morte.
Dalle vittime di Nassiriya viene in questo senso un monito forte e severo adPag. 2operare contro ogni violenza e per la pace, a costruire una convivenza civile, in cui le ragioni del dialogo prevalgano su quelle dell'odio, nel solco dei grandi valori di democrazia, solidarietà e libertà costituiti dalla nostra Costituzione repubblicana.
Nel ricordo commosso dei caduti ed in segno di intensa vicinanza ai loro familiari, invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi).