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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Trattamento giuridico ed economico dei docenti civili di materie non militari delle scuole sottufficiali della Marina militare di Taranto e della Maddalena - n. 2-00265)
PRESIDENTE. L'onorevole Satta ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00265 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3).
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, provo un po' di disagio nell'illustrare questa interpellanza che tocca una categoria, quella dei docenti civili di materie non militari nelle scuole sottufficiali della Marina militare di Taranto e della Maddalena, legata all'amministrazione della difesa, senza soluzione di continuità da tantissimi anni, per mezzo di convenzioni previste dai decreti ministeriali del 20 dicembre 1971 e del 13 gennaio 1995, n. 165, emanati dal Ministero della difesa.
In più occasioni il gruppo dei Popolari-Udeur ha posto con forza questo problema, perché, nonostante i tantissimi anni di servizio alle dipendenze della suddetta amministrazione, questi insegnanti (per alcuni si parla addirittura di più di trent'anni) hanno sempre vissuto in uno stato di precarietà storica che non trova uguali in nessun'altra categoria di dipendenti dello Stato.Pag. 52
A questa condizione di incertezza del lavoro, si è aggiunto il disagio economico derivante dal fatto che gli stessi non hanno maturato alcuna anzianità di servizio, per cui sono sempre stati retribuiti alla stregua degli insegnanti della pubblica istruzione di prima nomina, senza mai nessuno scatto di anzianità o di progressione di carriera.
Con il recepimento da parte del Governo della direttiva europea sul lavoro a tempo determinato si è sperato in una possibilità di conversione delle convenzioni a termine in rapporti a tempo indeterminato, cosa che non si è verificata; pertanto, la tanto attesa stabilizzazione del rapporto di lavoro è rimasta una mera illusione. Inoltre, l'amministrazione ha assunto la decisione, per far fronte alle nuove e mutate esigenze didattiche, di affidare gli incarichi di insegnamento a docenti appartenenti a scuole private che, attraverso gare di appalto, si sono aggiudicate la possibilità di svolgere attività di insegnamento all'interno degli istituti militari. Si tratta di un altro autentico schiaffo.
Lo scorso anno i rispettivi comandanti delle scuole sottoufficiali di Taranto e de La Maddalena hanno comunicato che, a causa della riduzione degli stanziamenti, ad un numero cospicuo di insegnanti (15 su 39 a Taranto e 5 su 17 a La Maddalena) non sarebbe stata rinnovata la convenzione, per cui avrebbero perso il posto di lavoro. Gli insegnanti hanno intrapreso, quindi, alcune iniziative volte ad evitare il licenziamento, ma con conseguente riduzione delle retribuzioni pari ad un terzo dello stipendio, poiché le convenzioni sono state rinnovate per tutti ma a 12 ore, contro le normali 18 ore di lezione settimanali. Attualmente, questi insegnanti percepiscono uno stipendio che si aggira intorno agli 800 euro, che, come si può ben capire, sono assolutamente insufficienti a provvedere al fabbisogno di qualsiasi famiglia.
Il disagio in cui vivono questi insegnanti è gravissimo, per quanto attiene sia alla sfera della dignità personale e professionale, sia a quella puramente economica.
A La Maddalena il comandante ha preso immediatamente in esame la possibilità di distribuire i carichi didattici in maniera equa tra gli incaricati, attivando la direzione degli studi; a Taranto, invece, grazie all'iniziativa congiunta degli insegnanti e di alcune organizzazioni sindacali, si è giunti alla stipula di un accordo con i rappresentanti dell'ente difesa, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e dal comandante delle scuole sottoufficiali di Taranto, in cui, in via del tutto temporanea, si procedeva al rinnovo delle convenzioni a tutti i docenti alle condizioni sopra indicate (12 ore settimanali).
Nel corso della precedente legislatura, per sanare tale situazione di precariato pluriennale è stata approvata la legge 20 febbraio 2006, n. 79, che prevede l'immissione negli organici del personale civile della difesa di detti insegnanti, ma finora non è accaduto nulla.
Pertanto, come gruppo Popolari-Udeur ed interpretando anche il pensiero dell'onorevole Sgobio e dei suoi colleghi di gruppo, intendiamo porre con forza la seguente domanda. Chiediamo al sottosegretario presente se il Governo intenda assumere l'impegno affinché sia promosso un intervento forte e decisivo per risolvere definitivamente il problema della precarietà. Nella legge finanziaria sono stati compiuti sforzi enormi per sistemare migliaia e migliaia di lavoratori precari, ma non si riesce a trovare la soluzione per collocare 50-60 lavoratori che da trent'anni svolgono seriamente il loro lavoro necessario all'interno delle scuole dei sottufficiali della marina, sia a La Maddalena che a Taranto.
Nella legge finanziaria i gruppi dei Popolari-Udeur e dei Comunisti Italiani hanno presentato un emendamento per permettere tale stabilizzazione. Questa proposta emendativa è stata esclusa dal maxiemendamento presentato in prima lettura alla Camera. L'ordine del giorno relativo è stato accolto, anche se comePag. 53raccomandazione, dal Governo. Egualmente, durante la seconda lettura al Senato l'emendamento è stato escluso dal maxiemendamento. Nei giorni scorsi lo abbiamo ripresentato l'interno del cosiddetto provvedimento «mille proroghe». Ebbene, esso è stato già respinto dal Governo e quindi lo riprenderemo in Assemblea.
Signor sottosegretario, chiediamo se sia davvero così difficile trovare una soluzione per questi insegnanti. Ci domandiamo anche se essi non abbiano avuto il torto di servire fedelmente lo Stato con un'attività che non viene ripagata neppure in base alle normali tariffe sindacali previste per i docenti. Pertanto, chiediamo al Governo, in occasione della presentazione di questo emendamento, di assumere l'impegno di accoglierlo ed approvarlo. È vero che le risorse finanziarie sono sempre più esigue, ma non credo che si mandi in rovina lo Stato se, dopo quanto è stato fatto nella legge finanziaria per sistemare migliaia e migliaia di dipendenti precari di tutte le amministrazioni pubbliche, si compia uno sforzo davvero quasi insignificante per stabilizzare questi insegnanti che - ripeto ancora una volta - da trent'anni servono lo Stato gratis et amore Dei.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Marco Verzaschi, ha facoltà di rispondere.
MARCO VERZASCHI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il conferimento degli incarichi a docenti civili per l'insegnamento di materie non militari presso scuole, istituti ed enti della Marina e dell'Aeronautica è stato disciplinato con la legge n. 1023 del 1969. I predetti docenti, incaricati dell'insegnamento, sono scelti tra gli insegnanti di ruolo e non di ruolo abilitati di istituti e di scuole statali, previo nulla osta del Ministero della pubblica istruzione, mediante convenzioni annuali. I criteri e le modalità per la scelta di tali docenti e per la determinazione dei compensi da attribuire in relazione al livello didattico dei corsi di insegnamento sono stabiliti con decreto del ministro della difesa, da emanare di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze e con il ministro della pubblica istruzione.
In virtù di tali previsioni, le scuole sottufficiali di Taranto e de La Maddalena si avvalgono, da tempo, della collaborazione di docenti civili per l'insegnamento di materie non militari, in forza di contratti annuali stipulati sulla base della normativa in vigore e del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola.
Nel corso degli anni, il relativo rapporto negoziale è stato periodicamente rinnovato. Allo scadere del 2005, gli istituti di formazione hanno dovuto esaminare con cura l'esigenza dei presupposti per la conferma dei contratti di cui trattasi alla luce sia della prevista riduzione degli afflussi di personale non direttivo, cioè i volontari in ferma prefissata quadriennale, sia di contingenti restrizioni di natura finanziaria al bilancio dell'amministrazione della difesa. Le riduzioni di stanziamento operate al bilancio della difesa negli anni 2004-2006 - come ampiamente illustrato dal ministro della difesa in sede di audizione sulle linee programmatiche del dicastero, presso le Commissioni difesa riunite di Senato e Camera, nel luglio scorso - hanno avuto ed avranno conseguenze, nel breve e medio termine, sui capitoli di spesa relativi al reclutamento, alla formazione ed all'alloggiamento del personale militare, con possibili riflessi, in prospettiva, anche sulle capacità operative dello strumento militare.
In tale quadro, allo scopo di adeguare la struttura didattica ai nuovi limiti organici e finanziari, i comandi delle scuole hanno avviato una azione di revisione dei piani didattici stessi, prevedendo il ricorso alla docenza civile nella misura consentita, secondo i criteri di cui al citato decreto interministeriale. La scelta del Governo, finalizzata al contenimento della spesa pubblica, implica un'azione amministrativa indirizzata ad ottimizzare il rapporto tra risorse e sviluppo dello strumento militare. In tale contesto, l'amministrazione militare è pienamente consapevolePag. 54della notevole rilevanza che le attività dei docenti civili rivestono per il proprio funzionamento ma, soprattutto, della necessità di produrre il massimo sforzo consentito, al fine di garantirne la continuità. È proprio sulla base di tale consapevolezza che la difesa porrà la massima attenzione nel valutare le possibili azioni da intraprendere per mitigare, compatibilmente con le risorse che la legge finanziaria per il 2007 ha assegnato al bilancio della difesa, i riflessi che le riduzioni di stanziamento degli anni passati hanno prodotto sull'attività di docenza civile nelle scuole militari e per soddisfare, nel contempo, sia le esigenze proprie, sia le aspettative di quanti perseguono la via del legittimo riconoscimento di un rapporto stabile e duraturo di impiego.
Quindi, per quanto riguarda l'ultima sollecitazione rivolta dall'onorevole Satta, è chiaro che vi è una grande attenzione da parte del Ministero della difesa affinché si possa giungere rapidamente ad una stabilizzazione e si possa accettare la proposta che è stata formulata. Tuttavia, essa dovrà essere compendiata nell'ambito della proposta di bilancio che sarà presentata alle Camere.
PRESIDENTE. Il deputato Satta ha facoltà di replicare.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, mi soffermo sulla parte finale della risposta del sottosegretario, dato che la prima parte è ineccepibile, in quanto ricostruisce perfettamente la storia di quanto è avvenuto. Come ripeto, è la parte finale quella che ci riguarda.
Prendo atto dell'impegno del sottosegretario e dell'intero Governo a risolvere definitivamente questo problema attraverso una norma che reperisca le risorse necessarie per assicurare giustizia. Si tratta infatti di una questione di giustizia sociale, di riconoscimento nei confronti di persone che hanno svolto il proprio dovere in una situazione difficile e non riconosciuta.
In ogni caso, ripresenteremo la questione in Assemblea, in occasione della discussione del provvedimento cosiddetto «mille proroghe» e ci proponiamo anche di presentare in Commissione difesa una risoluzione che impegni il Governo in tal senso.
Quello che chiediamo è uno sforzo forte, in quanto si tratta di docenti civili che hanno svolto un ruolo fondamentale nella formazione dei sottufficiali della Marina a La Maddalena e a Taranto. Alcuni addirittura sono andati via, non avendo più alcuna speranza di risolvere la propria situazione lavorativa.
Ringrazio il sottosegretario per questo impegno, che mi auguro sia presto tradotto in una norma che assicuri finalmente giustizia ai lavoratori che hanno atteso trent'anni per ottenere il riconoscimento del lavoro svolto.