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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno il ministro per i beni e le attività culturali, il ministro dei trasporti, il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, il ministro per l'attuazione del programma di Governo, il ministro dell'università e della ricerca, il ministro delle politiche per la famiglia e il ministro dell'economia e della finanza.
(Rimozione della targa posta all'ingresso di palazzo Barberini in ricordo della scissione della corrente socialdemocratica dal Psiup avvenuta nel 1947 - n. 3-00542)
PRESIDENTE. L'onorevole Schietroma ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00542 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
GIAN FRANCO SCHIETROMA. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, dal 9 al 13 gennaio 1947 avvenne in Roma, a Palazzo Barberini, un importante evento storico, cioè la scissione del Partito socialista italiano (allora denominato Psiup), che portò alla nascita del Partito socialista dei lavoratori italiani, poi Partito socialista democratico italiano. Tale avvenimento - di cui fu protagonista principale uno dei padri della nostra Repubblica, Giuseppe Saragat (in quell'epoca Presidente dell'Assemblea costituente e diventato poi, nel 1964, Capo dello Stato) - ebbe grande rilievo, avendo, tra l'altro, contribuito ad assicurare l'avvenire democratico del nostro paese. Successivamente, proprio in ragione dell'importanza di questo evento, fu posta all'ingresso di Palazzo Barberini una targa in marmo a ricordo della storica scelta politica di Giuseppe Saragat e della corrente socialdemocratica del Partito socialista. Dopo il recente restauro di Palazzo Barberini, la targa risulta incomprensibilmente scomparsa. Chiediamo quindi al ministro di sapere quali siano le cause dello spiacevole accaduto e quali iniziative il Governo intenda porre in essere...
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PRESIDENTE. Grazie, onorevole Schietroma.
Il ministro per i beni e le attività culturali, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Ministro per i beni e le attività culturali. Presidente, vorrei rassicurare l'onorevole Schietroma sul fatto che, in alcun modo, si può presentare questo fatto come un desiderio di rimuovere un avvenimento storico di primaria importanza, giustamente documentato in Palazzo Barberini. Peraltro, ancorché noi viviamo - come si suol dire - nella società della comunicazione, questa interrogazione, tutto sommato, dimostra che non sempre le comunicazioni sono efficaci. Infatti, il Ministero per i beni e le attività culturali ha emesso un comunicato molto preciso, il 27 dicembre scorso, che diceva che la targa in ricordo del discorso tenuto da Giuseppe Saragat a Palazzo Barberini nel gennaio 1947, già posta nel portico di Palazzo Barberini, è stata rimossa, unitamente a tutte le suppellettili collocate in tale spazio, per consentire il completo restauro architettonico del portico, ormai in fase di completamento. Essa è custodita e sarà ricollocata al termine dei lavori di restauro. Le polemiche sono state nuovamente avanzate. Il Ministero ha emesso un ulteriore comunicato sulle agenzie di stampa, il 9 gennaio, che ripeteva esattamente queste cose: la targa è stata rimossa per il restauro ma, dov'era, lì sarà nuovamente posta. Quindi, è del tutto improprio leggervi una motivazione politica, ancorché si tratti di una targa che ricorda un importante avvenimento politico che - lo ripeto - è nostra cura preservare ed è anche mia personale convinzione debba essere preservato nella memoria storico-politica, così come la targa che va posta laddove si è sempre trovata. Lo abbiamo chiarito una volta. Lo abbiamo chiarito due volte. Sono lieto di poterlo chiarire per la terza volta oggi, nell'aula di Montecitorio, confidando che ciò appaia sufficiente anche all'amico e collega interrogante.
PRESIDENTE. L'onorevole Schietroma ha facoltà di replicare.
GIAN FRANCO SCHIETROMA. Signor Presidente, Vicepresidente Rutelli, la ringrazio davvero per questa esauriente risposta che ci rassicura, e per il suo impegno teso a far rispettare la storia politica di Giuseppe Saragat e dei socialisti democratici italiani, partito al quale sono onorato di appartenere.
Saragat e i socialisti democratici, con la decisione politica del gennaio 1947 a Palazzo Barberini, hanno contribuito in maniera determinante ad assicurare al nostro paese sessant'anni di libertà e di democrazia. Senza l'azione di Saragat e dei socialisti democratici l'Italia, quasi certamente, avrebbe avuto lo stesso triste destino di fame e di miseria dei paesi dell'est satelliti della Russia di Stalin.
Tuttavia, vi è un altro aspetto veramente significativo: proprio nel momento in cui Saragat era costretto a dividere la sinistra per difendere la libertà e la democrazia, egli già si preoccupava di prefigurare la vera unità democratica della classe lavoratrice, tant'è che pronunciò nel suo discorso del 1947 la frase che, poi, è stata incisa nella targa in marmo rimossa per il restauro: il partito che oggi sorge ha lo scopo essenziale di creare le premesse per la vera unità democratica della classe lavoratrice.
Due anni fa, in occasione della presentazione, a Palazzo Barberini, del volumetto che raccoglie i discorsi al CSM di Giuseppe Saragat, il segretario nazionale del maggiore partito della sinistra, Piero Fassino, pronunciò un intervento molto apprezzato, attraverso il quale volle sottolineare il fatto che la storia ha dato ragione alla coraggiosa scelta politica compiuta da Saragat nel 1947.
Dunque, anche ora, a sessant'anni dalla storica svolta di Palazzo Barberini, il pensiero di Saragat è quanto mai attuale. Anzi, il successo del Governo Prodi è legato, soprattutto, alla capacità che l'attuale maggioranza saprà esprimere in tema di riforme che abbiano l'obiettivo primario, propugnato da Saragat e dai Pag. 48socialisti democratici, di coniugare al meglio ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIAN FRANCO SCHIETROMA. ...i valori della libertà e della democrazia con quelli della giustizia sociale, con una particolare attenzione per i più deboli.
(Misure per la tutela dei beni archeologici nell'area di Tuvixeddu nella città di Cagliari - n. 3-00543)
PRESIDENTE. Il deputato Cogodi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Folena n. 3-00543 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.
LUIGI COGODI. Signor Presidente, signor ministro per i beni e le attività culturali, nel cuore della città di Cagliari, sul colle denominato Tuvixeddu, esiste e resiste, nonostante tutto, un insediamento archeologico di inestimabile valore storico e culturale, principalmente incentrato sulla necropoli punica. È un bene culturale ritenuto fra i più rilevanti nel suo genere nell'intera area del Mediterraneo. Questo inestimabile bene culturale, già danneggiato nel passato da sconsiderate attività di cava, da sventramenti stradali, da diverse forme di aggressione edilizia, rischia oggi un ulteriore e massiccio attacco distruttivo per via dell'attivazione di nuove incursioni edilizie nella consistenza di centinaia di migliaia di metri cubi.
La regione autonoma della Sardegna, esercitando bene i propri poteri in materia di pianificazione territoriale e paesistica ed anche applicando correttamente i nuovi principi sanciti dal cosiddetto codice Urbani, ha già deliberato sulla salvaguardia ambientale dell'intero compendio archeologico.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUIGI COGODI. Speriamo di ricevere dal Governo una risposta pertinente per cui anche il Governo e l'amministrazione centrale dello Stato...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Il ministro per i beni e le attività culturali Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, l'area denominata Tuvixeddu e Tuvumannu in Cagliari è caratterizzata da reperti di grande interesse storico, archeologico, architettonico, speleologico e naturalistico, e anche da un'importante suggestione paesaggistica, pur trovandosi all'interno dell'ambito urbano di Cagliari.
L'assetto attuale dell'area è anche il risultato di scelte urbanistiche dei decenni trascorsi, assunte dal comune di Cagliari e confermate, a suo tempo, dalla regione Sardegna. Oggi, queste scelte sono totalmente riviste dal nuovo piano paesaggistico regionale, adottato nel 2006, che prevede l'inedificabilità assoluta a distanza di meno di 100 metri da ogni bene paesaggistico. Su quest'area, insistono diversi vincoli archeologici ed architettonici.
Va ribadito, tuttavia, che tutte le istituzioni preposte, a vario titolo e con competenze diverse, alla tutela dei valori culturali e paesaggistici dell'area di Tuvixeddu - comune, regione e sovrintendenze -, nel trentennio trascorso, non hanno assunto un atteggiamento rigorosamente conservativo; piuttosto, hanno privilegiato la salvaguardia puntuale dei singoli elementi di interesse e verificato, al più, la compatibilità degli interventi proposti con le caratteristiche estetiche e panoramiche della zona, piuttosto che con una più opportuna ed aggiornata visione di insieme relativa alla protezione ambientale e paesaggistica. Per questo, credo, a nome del Ministero, che il destino di questa vasta area del colle di Tuvixeddu-Tuvumannu, vada riconsiderato in un'ottica nuova, e più rigorosa.
Sull'area in questione sono state rilasciate dall'organo locale delegato e subdelegato diverse autorizzazioni paesaggistiche (sia dall'ufficio tutela della regione sia dal comune di Cagliari).
Su richiesta del nostro direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici Pag. 49della Sardegna, di intesa con la regione e la sovrintendenza per i beni architettonici e del paesaggio e per il patrimonio storico e artistico, stiamo provvedendo a verificare la legittimità delle concessioni edilizie rilasciate dal comune di Cagliari, in relazione al vincolo paesaggistico, ma anche in coerenza con le norme del nuovo piano paesaggistico regionale del 2006.
Nelle riunioni della commissione regionale per il paesaggio, cui partecipa il direttore regionale con i soprintendenti, si è concordato sull'opportunità di proporre la riforma del vincolo paesaggistico, lasciandone immutato il perimetro, ma evidenziando ulteriormente i valori da tutelare ed introducendo una specifica disciplina degli interventi per una più efficace salvaguardia del paesaggio.
Il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna sta procedendo, di intesa con la soprintendenza, alle verifiche per riformare ed estendere i provvedimenti di tutela, diretta e indiretta, insistenti sull'area, proprio per assicurare una più incisiva ed efficace protezione dell'integrità, della visuale e del decoro dei manufatti, degli elementi e dei reperti culturali nell'area.
A questo fine, è stata convocata la riunione del comitato regionale di coordinamento, organo consultivo regionale, per il prossimo 29 gennaio. Faremo tutto questo nella massima collaborazione con la regione Sardegna.
PRESIDENTE. Ho consentito al presidente Rutelli un lieve superamento dei tempi, perché, nella risposta precedente, aveva economizzato un minuto. Però, lei non ne approfitti, onorevole Cogodi...
L'onorevole Cogodi ha facoltà di replicare.
LUIGI COGODI. Signor Presidente, penso di poter esprimere una moderata soddisfazione (moderata e condizionata) in relazione alla risposta del ministro resa a nome del Governo.
Infatti, la vicenda che illustriamo presenta, oltre alle caratteristiche della delicatezza e della complessità, elementi di urgenza. Il Governo ed il ministro sanno che la regione autonoma della Sardegna ha provveduto a riconsiderare quanto nel passato era stato già fatto in termini di adeguata o meno adeguata tutela ambientale, paesistica, territoriale, archeologica e quant'altro.
La regione autonoma della Sardegna è intervenuta prontamente, anche alla luce della sua nuova pianificazione o della pianificazione che ha approvato con legge, di carattere più positivo che nel passato, per bloccare i cantieri e, quindi, per riconsiderare il sito archeologico di Tuvixeddu come un compendio archeologico, un bene culturale di insieme, e, quindi, ad intervenire positivamente e con urgenza.
Manca, rispetto a questa prontezza e determinazione manifestata dai poteri che può esercitare la regione autonoma, la contestuale corrispondenza e prontezza degli organi ministeriali, che devono agire negli stessi tempi e negli stessi modi, in maniera tale che i volenterosi non si trovino poi in una sorta di incomunicabilità.
Su tale aspetto esprimiamo quindi una soddisfazione moderata e condizionata, sperando che nei prossimi giorni, anzi, già nelle prossime ore, quanto affermato dal ministro possa trovare soluzioni positive, nel senso richiesto non solo dalle istituzioni autonomistiche ma anche dai cittadini.
(Progetto di realizzazione di una struttura alberghiera nel territorio delle Cinque Terre - n. 3-00544)
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00544 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
LUCIO BARANI. Grazie, signor Presidente. I socialisti e i riformisti del nuovo PSI intendo segnalare che nella provincia di La Spezia, nella mia Lunigiana storica, ai confini tra i comuni di Riomaggiore e Vernazza - siamo nelle famose e favolose Cinque Terre - con il parere favorevole Pag. 50della regione Liguria, della provincia di La Spezia e del Parco nazionale delle Cinque Terre si intende costruire, in una zona incontaminata, una struttura di ricezione alberghiera, che occuperà una superficie di ben 8 mila metri cubi, un eco-mostro, che avrà come conseguenza nefasta lo stravolgere il millenario assetto delle Cinque terre, considerato dall'Unesco patrimonio dell'umanità e sito culturale di eminente valore, che rappresenta l'interazione armoniosa tra l'uomo e la natura e produce un paesaggio di eccezionale qualità scientifica e scenografica, rappresentativo di una cultura paesaggistica fra le più famose e splendide del mondo, declamata nei versi resi immortali dal poeta inglese lord Byron.
Una delle ragioni per le quali fu costruito il parco delle Cinque Terre è la tutela della millenaria caratteristica dei luoghi, apprezzati per la loro natura selvaggia e i famosi terrazzamenti. Quali iniziative intende adottare il ministro per conservare questo patrimonio paesaggistico e naturale?
PRESIDENTE. Il ministro per i beni e le attività culturali, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, onorevole Barani, sospetto che lei non abbia avuto visione diretta dell'area cui si riferisce la sua interrogazione, ma che legittimamente abbia ricavato informazioni da qualche organo di stampa. In verità, non si tratta affatto della manomissione di un'area integra, ma al contrario, per una volta, di un progetto che può consentire di migliorarne la situazione, che attualmente è di degrado. Pur trovandosi nell'area delle Cinque Terre, non è un caso il fatto che il parco delle Cinque Terre si sia dichiarato a favore, come la regione Liguria, peraltro come già stabilito dalla precedente amministrazione di centro-destra, confermata da quella attuale del centro-sinistra, confermata dagli enti locali. È un'area degradata, sulla quale incombono gli alti muraglioni di sostegno della ex sede ferroviaria. Non si tratta assolutamente della costruzione di un edificio di 8 mila metri cubi, ma di un'area di 5 mila metri cubi, già esistenti dagli anni sessanta, condonati negli anni ottanta, sui quali finalmente è previsto un progetto di riqualificazione, rispetto al quale posso assicurare che il dipartimento di pianificazione della regione Liguria ha avocato il rilascio definitivo all'autorizzazione paesaggistica e il nostro Ministero reputa di poter dare ulteriori prescrizioni per migliorare il progetto (perché nel frattempo è sopravvenuto l'obbligo di predisporre la relazione paesaggistica di accompagnamento).
Ripeto però che, poiché a tutti noi sta a cuore il parco delle Cinque Terre, uno dei luoghi più belli del mondo, una zona tutelata dall'Unesco, con le sue attività turistiche, culturali, produttive, assicuro i colleghi presenti in aula oggi che non ci troviamo assolutamente di fronte ad un paesaggio incontaminato, ma al contrario di fronte un paesaggio contaminato, che un'opera razionale si ripromette, anche con la vigilanza degli organi di tutela, di migliorare e di rendere coerente con la situazione del territorio.
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente, non sono soddisfatto. Signor ministro, io ci vivo in quelle terre, mentre lei non c'è mai stato. Da circa mille anni, l'uomo è intervenuto su queste montagne, a picco sul mare, che sono le Cinque terre, i piccoli pittoreschi borghi, le suggestive grotte, il felice habitat per svariate specie botaniche e faunistiche, che qui trovano le condizioni ideali per vivere e riprodursi, i terrazzamenti dei vigneti, con il loro miracoloso nettare che è lo Sciacchetrà. Dunque, è un errore, in fatto di scelte ambientali e culturali, la costruzione dell'albergo da 8 mila metri cubi tra Riomaggiore e Vernazza che non riguarderà solo le Cinque Terre, ma si rifletterà necessariamente anche su altri territori che, nella politica di parchi e delle risorse Pag. 51ambientali e culturali, stanno facendo scelte, investimenti e progettazioni soprattutto per il rilancio del turismo e della cultura ambientale. Un mega hotel nel pieno del parco delle Cinque Terre, un mostro di cemento che cambierebbe la fisionomia di un territorio millenario, visto che, se il progetto venisse attuato, le Cinque Terre diventerebbero sei, tra Manarola e Corniglia, proprio sopra la spiaggia, nella sede della vecchia ferrovia, in piena paleofrana, in contrasto con le normative dell'edificabilità sulla costa.
FRANCESCO RUTELLI, Ministro per i beni e le attività culturali. Ma c'è già! Onorevole, che si risponde a fare alle interrogazioni...?
LUCIO BARANI. Che vergogna apprendere che l'iter amministrativo ha ottenuto l'avallo della regione Liguria, della provincia di La Spezia, del comune di Riomaggiore, Vernazza e del parco delle Cinque terre, enti locali tutti amministrati da partiti a lei amici, signor ministro.
La riflessione: c'è un vecchio proverbio che dice che il diavolo si nasconde nei dettagli. In questo caso, parafrasando il titolo di un famoso film Il diavolo veste Prada qui il diavolo sveste l'ambiente e il paesaggio. I diavoli sono quei partiti che permettono questo sfruttamento. Signor ministro, non è così che si tutela l'ambiente, non è così che si aiutano i partiti amici. Credo che, in questo modo, si faccia un errore, che nessuno ci perdonerà mai, un errore contro l'ambiente, a favore di quei partiti a lei amici.
(Condizioni di sicurezza e di viabilità sulla strada statale 106 ionica - n. 3-00545)
PRESIDENTE. L'onorevole Morrone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00545 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
GIUSEPPE MORRONE. Signor Presidente, signor ministro, negli ultimi anni la strada statale 106 ionica, che è lunga oltre 500 chilometri, da Reggio Calabria a Taranto, attraverso la Puglia e la costa ionica dalla Lucania alla Calabria, è diventata una delle strade più pericolose d'Italia. È stata addirittura definita come «la strada della morte», proprio a causa dell'impressionante percentuale di incidenti e scontri, soprattutto nel tratto calabrese. I dati confermano che soltanto nel 2004 sulla statale 106 sono avvenuti 414 incidenti e sono morte più di 40 persone. Ciò significa che orientativamente ci sono stati 0,083 casi di decesso per ogni chilometro. Questo elevatissimo numero di incidenti non è dovuto alla violazione del codice della strada, come qualcuno potrebbe pensare, ma è causato dall'estrema pericolosità del tratto stradale.
Si chiede, signor ministro, che vengano presi provvedimenti urgenti per riportare la statale 106 ionica ad una condizione di efficienza e, soprattutto, di sicurezza indispensabile per offrire un servizio dignitoso agli utenti della strada, che da anni rischiano la vita lungo questa pericolosissima arteria di collegamento.
PRESIDENTE. Il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI. Ministro dei trasporti. Signor Presidente, risponderò anzitutto dicendo che condivido pienamente gli assunti che l'onorevole Morrone ha posto a premessa della sua domanda diretta; che, in particolare, il fatto che la sicurezza stradale rappresenti oggi una delle espressioni maggiori della società moderna è talmente presente, che abbiamo impostato un'intera linea di lavoro in questa finanziaria per sostenere, con misure di carattere normativo e finanziario, proprio la sicurezza in generale dei trasporti, in particolare quella stradale, per la quale nel triennio investiremo 204 milioni e, nell'anno 2007, 68 milioni.
La seconda premessa riguarda la pericolosità della strada statale 106, che è ormai assodata da anni e che deriva dal fatto che si tratta di un'arteria di vecchia costruzione e con pochissimi ammodernamenti. Pag. 52Penso, in particolare, al fatto che non mai stati effettuati interventi sui ponti che attraversano le numerose fiumare e sugli attraversamenti dei centri abitati. Occorre aggiungere che tale strada è insicura e richiede interventi, che riguardano sostanzialmente l'infrastruttura stessa e le tecnologie per la sicurezza.
Mi riferisco, in particolare, al fondo stradale, alla segnaletica, all'illuminazione, all'installazione di dissuasori e di barriere spartitraffico. Si tratta di interventi - lo ripeto - di carattere infrastrutturale, per i quali la responsabilità o, comunque, il compito del Ministero dei trasporti è limitato ad un'azione persuasiva nei confronti di quello che è e che considero il responsabile di questa condizione, che si chiama ANAS.
L'unico intervento urgente, onorevole Morrone, che il ministro dei trasporti può compiere è di reiterare un'azione già fatta molte volte, ossia insistere a sollecitare, ancora una volta, l'ANAS a intraprendere questi interventi urgenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Morrone ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE MORRONE. Signor ministro, la ringrazio e mi ritengo soddisfatto di quanto da lei, che è un tecnico molto conosciuto e molto noto, affermato.
Le sue parole mi fanno sperare che, a breve, su questa strada siano operati interventi, oltre che per la sicurezza, anche infrastrutturali.
Ho molta fiducia che questo Governo segni una forte discontinuità con il precedente, anche se devo dire che in passato membri calabresi del Governo hanno cercato di migliorare la viabilità di quella regione, ma l'attenzione generale del Governo del centrodestra era scarsa nei confronti dei problemi del Sud e della Calabria.
Quindi, sono soddisfatto e spero che questa forte discontinuità si verifichi concretamente per le infrastrutture e per tutto ciò che riguarda lo sviluppo di questa nostra terra.
(Obbligo di evidenziare la sagoma dei mezzi lunghi e pesanti con strisce retroriflettenti - n. 3-00546)
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00546 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
MARIO TASSONE. Signor ministro, rispondendo al collega che mi ha preceduto, ha dato la responsabilità all'ANAS per quanto riguarda la sicurezza della strada statale n. 106. Su questo, ovviamente, potremmo discutere.
L'argomento che evidenzio con la mia interrogazione a risposta immediata riguarda la sua diretta responsabilità, in quanto fa riferimento alle fasce retroriflettenti, la cui obbligatorietà per i TIR è entrata in vigore il 1o gennaio 2007, dopo una serie di proroghe.
C'è stato un suo tentativo, il 20 ottobre 2006, incontrandosi con alcune associazioni di autotrasportatori, di prorogare il termine. In tal senso è stato anche presentato un emendamento alla finanziaria, che però è stato dichiarato inammissibile. Per questo, anche per le dichiarazioni del suo sottosegretario ai trasporti, oggi vi è il pericolo che sia adottata una proroga, certamente con grande nocumento della sicurezza stradale e della difesa della vita umana.
PRESIDENTE. Il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, devo fare una breve aggiunta alla risposta che avevo preparato, perché il riferimento alla riunione del 20 ottobre deve essere precisato, in quanto in quella riunione le associazioni degli autotrasportatori avevano chiesto una proroga dei termini per l'installazione di questi sistemi di sicurezza e, in quell'occasione, dissi che come ministero avremmo esaminato la richiesta stessa, ma non prendemmo alcun impegno.Pag. 53
Viceversa, posso dire con assoluta certezza che, proprio al fine di garantire la sicurezza stradale e considerando l'alto tasso di incidentalità e mortalità sulle strade, di cui siamo ben consapevoli (tanto da avere avviato un discorso complessivo sulla sicurezza stradale, che presenteremo quanto prima sotto forma di atto di indirizzo al Consiglio dei ministri), il ministero non ha presentato proposte di modifica per uno slittamento dei termini dell'entrata in vigore dell'obbligo dell'installazione di strisce retroriflettenti e dei cosiddetti paraspruzzi sui veicoli adibiti al trasporto di cose.
Pertanto, dal 1o gennaio 2007 durante la circolazione è già fatto obbligo agli autoveicoli, ai rimorchi e ai semirimorchi adibiti al trasporto di cose nonché classificati per uso speciale o per trasporti speciali o specifici, immatricolati in Italia, con massa complessiva a pieno carico superiore a 35 tonnellate, di essere equipaggiati con strisce posteriori laterali retroriflettenti.
Analogamente, sempre a partire dal 1o gennaio 2007, gli autoveicoli, i rimorchi, i semirimorchi adibiti al trasporto di cose, di massa complessiva, a pieno carico, superiore a 7,5 tonnellate, immatricolati in Italia, devono essere equipaggiati con dispositivi atti a ridurre la nebulizzazione dell'acqua in caso di precipitazioni.
Credo, quindi, che quanto determinato dal ministero vada nella direzione di rispondere positivamente alle perplessità avanzate dall'onorevole Tassone.
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di replicare.
MARIO TASSONE. Signor ministro, pur prendendo atto della sua risposta, vorrei ricordare che il sottosegretario per i trasporti Annunziata, rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo presentato dal sottoscritto, dall'onorevole Pedrini e dall'onorevole Barbieri, aveva ovviamente escluso che si potesse fare a meno della proroga. Egli, infatti, auspicava che questa venisse disposta; anzi, segnalo che sull'argomento si è svolto un vivace dibattito in sede di Commissione trasporti.
Comunque, prendo sicuramente atto della sua risposta. Auspico che possa essere condotta una politica seria in materia di sicurezza stradale, perché, signor ministro, vi sono stati alcuni segnali dai quali risultava che si voleva dissipare quanto era stato realizzato nella passata legislatura in direzione della difesa della vita umana.
Ritengo molto importante quanto lei ha affermato quest'oggi; ovviamente, lei si riferiva ai TIR, ai camion ed ai mezzi pesanti che superano 3,5 tonnellate, non 35. Ci auguriamo naturalmente che tutto ciò possa essere mantenuto. Ricordo che vi sono alcuni tentativi in senso contrario, ma soprattutto che alcune categorie di autotrasportatori hanno tentato di ottenere che venisse disposta una proroga dei termini.
Vorremmo capire, dunque, se prevarrà l'interesse economico e di parte di alcuni settori molto forti, oppure quello alla tutela della vita umana. Auspico che quanto da lei detto, signor ministro, sia mantenuto nel prosieguo della sua attività, nonché di quella del Governo nel suo complesso (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
(Presunta esistenza di un mercato illegale delle cornee - n. 3-00547)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Virgilio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-00547 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, la ringrazio per la sua presenza, ma non se ne dolga se stigmatizzo l'assenza del ministro della salute.
Ricordo che sia nei giorni scorsi, sia anche oggi, sugli organi di stampa divampa la polemica dopo le dichiarazioni, contenute in un'intervista rilasciata da un noto settimanale, rese dal direttore generale del policlinico Umberto I di Roma circa un Pag. 54abominevole e scandaloso traffico di cornee, che sarebbero state estirpate in maniera fraudolenta alle salme nel passaggio nei sotterranei, tanto da costringere lo stesso direttore generale ad istituire una forza di sorveglianza per accompagnare tali salme.
Questo messaggio ha gravemente compromesso la fiducia dei cittadini italiani verso il citato policlinico e le strutture sanitarie italiane ed ha gettato discredito sui nostri oculisti, che sono noti in tutto il mondo.
Le chiedo, pertanto, quali provvedimenti abbia preso o intenda assumere il ministero interrogato, o il Governo per la sua competenza, per appurare la verità e quali provvedimenti si intendano adottare nei confronti del direttore generale del policlinico Umberto I, che così superficialmente ha lanciato questo messaggio tanto distorcente.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il comando dei NAS di Roma, su segnalazione di un dipendente (come è stato ricordato) dell'azienda Umberto I, in data 14 agosto 2006 ha esaminato numerose cartelle cliniche di pazienti deceduti all'interno della struttura sanitaria per individuare eventuali espianti di cornee o organi non autorizzati, ma non sono state rinvenute anomalie: questa, quindi, è la prima risposta che mi sembra importante fornire.
La seconda risposta che intendo dare è che sono stati ascoltati anche, per sommarie testimonianze, i parenti dei deceduti e le persone indicate dal denunciante, ma anch'essi non hanno riferito notizie utili per il prosieguo dell'indagine; tant'è che, in data 21 novembre 2006, è stata informata la competente procura della Repubblica di Roma.
Per quanto riguarda le presunte dichiarazioni del direttore, cui avete fatto riferimento, si precisa che l'interessato, come voi sapete, ha smentito con fermezza che all'interno del policlinico Umberto I siano avvenuti furti di cornee.
Per quanto concerne gli altri ospedali italiani - assieme al ministro Turco, abbiamo concordato di cogliere anche questa occasione - il ministro della salute ha dato incarico ai NAS di effettuare un'ispezione straordinaria, che si è svolta nelle giornate dell'8 e 9 gennaio. Credo che dobbiamo essere grati ai NAS (e darò ora alcuni riferimenti) poiché l'azione ispettiva è stata straordinaria per la sua unicità, rapidità nell'effettuazione dei controlli ed estensione territoriale. Essa ha riguardato 321 ospedali su un totale di 672 strutture pubbliche italiane, così distribuite: 89 al nord, 113 al centro e 119 nel sud e nelle isole.
È stata ispezionata quasi la metà degli ospedali pubblici italiani, che per dimensioni e per capacità operativa assorbono oltre il 70 per cento del totale delle attività assistenziali ospedaliere. L'esame dei dati fa emergere un quadro complessivamente positivo della sanità in Italia. Il 46,1 per cento delle strutture non ha presentato alcuna irregolarità; il 36,4 ha fatto rilevare violazioni meramente amministrative ed il 17,4 irregolarità per le quali è prevista la segnalazione all'autorità giudiziaria. Non è stata predisposta alcuna chiusura per gravi carenze. In tutte le strutture con irregolarità di qualsivoglia natura è stato verificato, comunque, che non sono pregiudicati i livelli di qualità e di sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate ai cittadini.
Nelle prossime settimane il ministro della salute avvierà, d'intesa con le regioni, un'ulteriore indagine conoscitiva volta a verificare il livello di rispetto delle misure previste dai protocolli di sicurezza igienica (secondo tali protocolli, le strutture sanitarie e le operazioni sanitarie devono garantire un determinato livello di rispetto).
Inoltre, è cominciata una collaborazione con regioni che hanno maggiori difficoltà dal punto di vista della gestione della sanità: con la Calabria, con il Lazio...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, le chiederei la possibilità di avere un altro minuto di tempo per dare ulteriori informazioni, se gli interroganti vogliono.
PRESIDENTE. Signor ministro, un minuto è troppo: lei sa che non si può.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Allora, mi conceda soltanto trenta secondi, signor Presidente.
Per quanto riguarda la situazione del policlinico Umberto I, sono previsti due tipi di interventi, del resto già annunciati. Il primo è un provvedimento normativo urgente, da condividere con le regioni, per dare immediata attuazione all'articolo 2 del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517, per trasformare i policlinici in aziende ospedaliere universitarie integrate con il Servizio sanitario nazionale. Ciò consentirebbe di assumere nella proprietà dell'azienda gli immobili del policlinico, in modo da operare le ristrutturazioni necessarie ad eliminare lo stato di degrado.
PRESIDENTE. Grazie, signor ministro...
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. L'ultima considerazione riguarda altri interventi, sempre a favore del policlinico Umberto I, per 218 milioni di euro, con la compartecipazione della regione Lazio per 103 milioni di euro, per ristrutturazioni...
PRESIDENTE. Sono davvero rammaricato, signor ministro. Grazie.
L'onorevole Di Virgilio, ha facoltà di replicare.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor ministro, sono profondamente deluso dalla sua risposta alla mia interrogazione, nella quale puntavo il dito, prevalentemente, sulle responsabilità degli amministratori locali.
Sappiamo benissimo che i nostri NAS sono bravi : in loro abbiamo ampia fiducia, mentre non ne abbiamo alcuna nei responsabili del grave fatto che abbiamo segnalato. Non dimentichiamo che ci stiamo occupando di un problema che ha profondamente scosso l'opinione pubblica! Ricordo che in Italia il primo trapianto di cornea fu effettuato nel gli anni Cinquanta (lo ricordo perché il donatore fu don Carlo Gnocchi) dopo di che, tra gravi difficoltà e carenze legislative (le donazioni annue erano cinquanta o sessanta) grazie alla perizia dei nostri oculisti si giunse, alla fine degli anni Ottanta, alla costituzione della prima banca degli occhi a Mestre. Nel 1993, grazie all'intervento di grandissimi oculisti (come Mario Stirpe ed altri) furono costituite la seconda banca degli occhi, presso l'ospedale San Giovanni di Roma, quindi altre sette, tanto che i nostri oculisti sono stati considerati all'avanguardia nel mondo. In particolare, Venezia è stata riconosciuta come centro delle banche degli occhi in Europa. Oggi, le nostre banche degli occhi dispongono di oltre quattromila cornee e sono perfettamente idonee a soddisfare tutte le richieste.
La nostra stigmatizzazione riguarda un episodio gravissimo - è stato trasmesso all'opinione pubblica un gravissimo messaggio - che ha screditato profondamente il policlinico Umberto I di Roma ed il direttore generale della struttura, tanto è vero che anche i giornali riportano la notizia di un crollo degli accessi e della cancellazione di molte prenotazioni. Peraltro, i nostri oculisti finiscono per pagare le conseguenze di questa situazione anche all'estero, a causa di una campagna di stampa denigratoria.
È per questo che avevo chiesto quali provvedimenti intendesse prendere il ministro per rimediare al grave danno prodottosi. Grazie.
(Misure per il contenimento delle emissioni di gas serra - n. 3-00548)
PRESIDENTE. L'onorevole Mariani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 56n. 3-00548 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
RAFFAELLA MARIANI. Grazie, signor Presidente.
Signor ministro, non è più in discussione l'urgenza che il fenomeno dei cambiamenti climatici impone all'agenda delle istituzioni: ce la impongono anche i cittadini. Scetticismi e miopi considerazioni sulla possibilità di rinvii per le misure da intraprendere al fine di arginare lo squilibrio tra sviluppo, salvaguardia delle risorse naturali e stili di vita sono stati superati da fatti concreti e da evidenze scientifiche. L'esempio più eclatante è costituito dal fenomeno Kirill, il ciclone abbattutosi sul nord Europa e da numerosi altri eventi estremi che si sono abbattuti sempre più frequentemente sul nostro pianeta, ma bisogna considerare, soprattutto, il comprovato surriscaldamento di quest'ultimo.
A dieci anni dall'adozione del protocollo di Kyoto l'Italia risulta essere, purtroppo, uno dei paesi meno virtuosi nel rispetto degli obiettivi del contenimento delle emissioni di gas serra.
La Commissione europea ha approvato in questi giorni un piano per una nuova politica energetica, che si pone l'obiettivo della riduzione del 20 per cento delle emissioni inquinanti entro il 2020. I principali governi stanno adottando misure per l'organizzazione delle loro politiche. A tal fine, signor ministro, considerando anche che nella prima legge finanziaria del Governo Prodi sono previste significative misure al riguardo, le chiedo quali provvedimenti intenda adottare il Governo stesso, anche in collegamento con i numerosi ministeri interessati.
PRESIDENTE. Il ministro per l'attuazione del programma di Governo, onorevole Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, la sensibilità della coalizione di centrosinistra nei confronti delle tematiche ambientali è testimoniata in più parti del programma di Governo 2006-2011. In particolare, relativamente al protocollo di Kyoto, nel programma si afferma: «Noi crediamo che il Protocollo di Kyoto rappresenti un'opportunità per l'innovazione delle politiche energetiche e per una riduzione della dipendenza dall'importazione di combustibili fossili. Proponiamo, dunque, che il Protocollo di Kyoto venga immediatamente attuato, valorizzando le sue ricadute positive nel nostro paese con misure interne che consentano di raggiungere almeno l'80 cento degli obblighi di riduzione e facendo ricorso, per la parte restante, agli interventi di cooperazione internazionale previsti dal Protocollo stesso».
In sede comunitaria, come ricordato nell'interrogazione, la Commissione ha divulgato un pacchetto di proposte da sottoporre all'approvazione del Consiglio europeo dell'8 e 9 marzo 2007 per rilanciare la politica energetica dell'Unione europea. Accanto all'obiettivo che i paesi più sviluppati, entro il 2020, riducano le emissioni di CO2 del 30 per cento rispetto al 1990, per l'immediato la Commissione propone che l'Unione si impegni, in via unilaterale, a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20 per cento. Si tratta di un obiettivo più che doppio rispetto a quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.
Come correttamente evidenziato nell'interrogazione, dopo anni di sostanziale inerzia - o, sarebbe preferibile parlare di disapplicazione del protocollo, atteso che, con il precedente Governo, le emissioni di gas a effetto serra, invece di ridursi del 6,5 per cento, come previsto dal protocollo, sono aumentate addirittura del 13 per cento - con la legge finanziaria 2007, come è stato ricordato, si è attuata una sostanziale inversione di rotta nella direzione della tutela effettiva dell'ambiente. Accanto e oltre alle misure e alle iniziative già previste nella legge finanziaria citata, il Governo italiano è impegnato soprattutto affinché siano rispettati gli obblighi assunti nel primo periodo di applicazione del protocollo. Il nostro paese deve provvedere Pag. 57a ridurre di circa 98 milioni di tonnellate annue le emissioni di CO2, entro il 2012.
In particolare, il Governo ha approvato diverse misure atte a recuperare il gap accumulato negli ultimi anni. Sono stati ridotti i permessi di emissione di circa 14 milioni di tonnellate annue, passando da un totale di 223 milioni ad una proposta di 209 milioni. Gli interventi nel settore dei trasporti prevedono la promozione di veicoli con emissioni inferiori a 145 grammi di CO2 per chilometro e in tale direzione muovono diversi provvedimenti contenuti nella legge finanziaria 2007. A questo proposito, meritano di essere ricordate anche le misure relative allo sgravio fiscale del 55 per cento per gli interventi di ristrutturazione di edifici e per nuove costruzioni, che riducano i consumi nella misura, almeno, del 50 per cento rispetto agli standard. Dovrei ricordare, molto brevemente, anche le altre iniziative sull'uso delle energie rinnovabili nei nuovi edifici e gli interventi a favore degli enti locali.
Come si vede, si tratta di una sensibilità operativa.
PRESIDENTE. L'onorevole Margiotta, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta puntuale che il signor ministro ha voluto dare all'interrogazione della collega Mariani. Dobbiamo avere la consapevolezza - noi, deputati de L'Ulivo, l'abbiamo - che alla nostra generazione politica spetta in questo momento, qui ed ora, un compito fondamentale, quello di provare a salvare il pianeta; è un compito difficile. Questo è il momento delle determinazioni e delle azioni. Non vi sarà altro tempo per farlo.
Signor ministro, lei ha citato alcuni dati; a mia volta, ne ricorderò altri. Molti studiosi ritengono che nel corso di questo secolo la temperatura media mondiale aumenterà di 5 gradi centigradi. I dieci anni più caldi mai registrati nella storia si sono concentrati tra il 1991 ed oggi. A fronte di tutto ciò, se l'Unione europea non interverrà - come ella ha affermato - in modo serio e mirato sulle politiche energetiche e dei trasporti, anziché assistere ad una riduzione dell'emissione di gas ad effetto serra se ne verificherà un aumento, quantificabile fino al 6,5 per cento.
Gli effetti di tutto ciò iniziano a vedersi; infatti, News Week nel mese di ottobre ha evidenziato che alcune specie animali iniziano a scomparire a causa dell'innalzamento della temperatura.
Non a caso abbiamo interrogato il ministro per l'attuazione del programma; riteniamo, infatti, che su questi argomenti la risposta non possa che essere trasversale rispetto alle politiche dei diversi dicasteri.
Occorrono politiche integrate ed omogenee che agiscano radicalmente e fortemente sull'efficienza energetica e sul risparmio energetico, sull'incremento e sul potenziamento delle fonti rinnovabili, sulle politiche della mobilità e dei trasporti e, in definitiva, sull'innovazione tecnologica e sulla ricerca. Infatti, anche dal mondo scientifico ci aspettiamo un contributo in tale direzione.
Questi punti sono ben chiariti nella risoluzione Realacci approvata dall'VIII Commissione e riteniamo sia importante continuare a vigilare e a lavorare su di essi, nella consapevolezza del ruolo storico che ci è stato affidato all'inizio del terzo millennio.
(Scelte in materia di basi militari straniere ed organizzazione della Conferenza nazionale sulle servitù militari - n. 3-00549)
PRESIDENTE. L'onorevole Venier ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00549 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
IACOPO VENIER. Signor ministro, il programma dell'Unione impegna il Governo a realizzare una Conferenza nazionale sulle basi e le servitù militari, per Pag. 58affrontare anche con le popolazioni locali il grave problema di tanta parte del territorio italiano, consegnato nelle mani degli Stati Uniti.
Il programma ci impegna alla pace e ad una piena discontinuità con le gravi scelte del Governo Berlusconi. La costruzione della nuova base USA a Vicenza è in piena contraddizione con tutto ciò.
A Vicenza verranno le truppe d'assalto della folle guerra scatenata da Bush, a Vicenza obbediamo alle richieste degli Stati Uniti che violentano il territorio, a Vicenza decidiamo contro la volontà della popolazione locale e del popolo dell'Unione.
Signor ministro, le chiedo quando si terrà la Conferenza nazionale sulle basi e se il Governo non intenda riconsiderare la grave decisione assunta sulla base di Vicenza (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
GIORGIO CONTE. Chi te l'ha detto...? vergognati!
PRESIDENTE. Il ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, l'opportuno ma parziale riferimento degli interroganti al programma elettorale dell'Unione mi fornisce l'occasione per ribadire la volontà del Governo di agire secondo una strategia che vede il nostro Paese - leggo dal programma - saldamente inserito in Europa come protagonista delle politiche di integrazione europea nonché come alleato leale degli Stati Uniti. Nell'ambito di questa scelta di fondo, in considerazione di un sostanziale mutamento del quadro geopolitico intervenuto nel corso degli anni Novanta, il programma stesso individua la necessità di una rivisitazione complessiva del sistema di difesa italiano, tenendo nella dovuta considerazione le nuove necessità presenti.
Esattamente su questa linea di condotta, il ministro della difesa, il 25 ottobre scorso, nel corso di un'audizione nell'ambito di un'indagine conoscitiva sulle servitù militari promossa dalla IV Commissione, ha avuto modo di esplicitare gli orientamenti del Governo. Il ministro ha confermato l'intendimento di convocare una Conferenza nazionale a similitudine di quella del 1981. Tale Conferenza dovrà costituire un momento di sintesi e bilancio di tutte le attività che il Ministero della difesa ha già intrapreso per affrontare le situazioni più urgenti.
Nel contempo, si stanno già effettuando i necessari inventari e si sta procedendo a riunioni bilaterali dedicate alle problematiche delle singole regioni. In particolare, si è iniziato con la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia a formare i primi elenchi di beni dismissibili.
Alla stessa linea di condotta devono essere riportate le azioni che hanno definito l'avvenuta cessione di Palazzo Barberini, l'iniziativa relativa alla cessione delle frequenze WiMax e il rilascio da parte della Marina militare statunitense della base militare de La Maddalena. Il Governo, quindi, non ha cambiato idea, ma ha già proceduto e continuerà a svolgere la sua azione secondo le linee indicate dal programma.
Giova ricordare, inoltre, che la legge finanziaria per il 2007, al comma 263, prevede un programma di dismissione dei beni immobili in uso alla Difesa per un valore di 4 miliardi di euro in due anni.
Per quel che riguarda, poi, i punti sollevati dall'interrogante relativi all'unificazione della 173a brigata statunitense presso l'aeroporto Dal Molin di Vicenza, ribadisco quanto è già stato affermato dal Governo nelle sedi parlamentari, ovvero che esistevano, da parte del Governo americano, aspettative consolidate fondate sulla disponibilità del precedente Governo di corrispondere alla richiesta avanzata dagli Stati Uniti.
Il Governo, ritenendo tuttavia non irrilevanti le obiezioni avanzate da parti significative della comunità locale, mentre confermava la compatibilità del progetto con le linee di politica estera e di difesa, aveva ritenuto di dare ad esse seguito solo Pag. 59sulla base di un pronunciamento esplicito della comunità locale fino ad allora non formalizzato. Venivano perciò sollecitati ripetutamente gli organi di rappresentanza competenti, che nello scorso 26 ottobre si pronunciavano favorevolmente sull'ampliamento attraverso un voto del consiglio comunale di Vicenza.
PRESIDENTE. Deve concludere...
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Sollecitato ad una risposta dall'amministrazione americana, il Presidente del Consiglio, muovendo dai deliberati degli organi di rappresentanza locale, ha ritenuto di confermare la posizione del Governo precedente, ha ritenuto, cioè, di dare la disponibilità a corrispondere alla richiesta avanzata dagli Stati Uniti.
Una voce dai banchi del gruppo dei Verdi: Vergogna!
PRESIDENTE. L'onorevole Venier ha facoltà di replicare.
IACOPO VENIER. Signor ministro, sono davvero dispiaciuto ma devo dirle che la sua risposta non ci soddisfa. Noi Comunisti italiani sosteniamo lealmente Prodi ed il suo Governo. Noi abbiamo salutato con gioia il ritiro dall'Iraq e appoggiamo pienamente la missione in Libano. Su Vicenza, però - come sull'Afghanistan, del resto - non stiamo dando attuazione al programma ma stiamo invece contentando gli USA contro ogni ragionevolezza e diritto. Vicenza non si rassegna, la questione non è affatto chiusa. Noi Comunisti non chiediamo al nostro Governo l'uscita dalla NATO, la rottura dell'alleanza con gli Stati Uniti ma semplicemente il rispetto del programma elettorale. Siamo stati eletti per portare in Parlamento la voce del popolo della pace e siamo certi che il nostro Governo saprà saggiamente ascoltarla.
Serve un gesto, signor ministro, di dignità, di ragionevolezza, che corregga tutti gli errori sin qui commessi. In politica si può, si deve poter cambiare opinione e decisione di fronte alla forza dei fatti (Il deputato Venier espone un drappo bianco raffigurante un aereo militare sbarrato da un segnale di divieto e recante la scritta: «NO Dal Molin» - Commenti)...
Signor ministro, guardi questa bandiera. Non è una bandiera di un gruppo di estremisti: è il simbolo di una lotta popolare, che chiede semplicemente all'Italia di essere un paese più libero (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania) più giusto, un paese di pace...
GIORGIO CONTE. Buffone!
FEDERICO BRICOLO. Buffone!
IACOPO VENIER. Dobbiamo rivedere questa decisione, dobbiamo essere in sintonia con il nostro popolo, dobbiamo rivedere la posizione assunta (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Verdi - Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di lasciare terminare l'intervento del collega...
Onorevole Venier, la richiamo all'ordine!
Non è possibile proseguire... Passiamo quindi alla successiva interrogazione (Commenti del deputato Salerno). Onorevole Salerno, la richiamo all'ordine!
ROBERTO ULIVI. Ma richiami lui!
(Correttezza dei concorsi nelle università italiane - n. 3-00550)
PRESIDENTE. L'onorevole Costantini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00550 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
CARLO COSTANTINI. Signor ministro, in questi giorni sono emersi i risultati delle indagini di alcune procure della Repubblica riportati da autorevoli organi di informazione che hanno rivelato una verità Pag. 60per certi versi incontestabile. Oggi, l'accesso alle carriere universitarie è oggettivamente precluso a chi ha deciso di investire esclusivamente in competenza, in conoscenza scientifica ed in preparazione professionale.
In tale contesto, faccio fatica a considerare la possibilità di un'inversione del rapporto con il sistema imprenditoriale privato; faccio, cioè, fatica a pensare che il privato possa considerare soddisfacente e positivo l'investimento nel sistema universitario. Analogamente, faccio fatica a pensare che un incremento dei trasferimenti di fondi a favore dell'università possa da solo portare a risultati positivi se solo si considera come il sistema, in tantissimi casi, selezioni la propria classe dirigente e le persone che ricoprono maggiore responsabilità con questi sistemi.
PRESIDENTE. Deve concludere...
CARLO COSTANTINI. Pertanto, le chiedo, signor ministro, di conoscere il suo parere e di sapere se per lei questi aspetti costituiscano una emergenza e, in caso affermativo, quali iniziative intenda assumere.
PRESIDENTE. Il ministro dell'università e della ricerca, Fabio Mussi, ha facoltà di rispondere.
FABIO MUSSI, Ministro dell'università e della ricerca. Signor Presidente, desidero intanto precisare che quanto affermato nell'interrogazione, secondo la quale in Italia i concorsi universitari e più in generale le carriere universitarie verrebbero rigorosamente riservate a parenti o, in casi eccezionali, a raccomandati, rappresenta certamente un aspetto patologico del problema ma non può essere riferito a tutti ed alla complessiva gestione dei concorsi universitari. Io sono per colpire i vizi e duramente, non per sparare nel mucchio.
È del tutto evidente che nei casi di illegalità il Ministero dell'università e della ricerca non può che sostenere l'accertamento degli organi inquirenti e l'azione della magistratura per la tutela della legalità e del prestigio dell'università italiana e del valore degli studi svolti nel nostro Paese. Proprio per questo, alcuni mesi or sono ho chiesto all'Avvocatura dello Stato di costituire il Ministero dell'università e della ricerca parte civile in ogni eventuale processo penale, a tutela del prestigio dell'università italiana: non era mai successo e credo che sia significativo.
Nel merito, osservo che la legge n. 230 del 2005, approvata nella scorsa legislatura e contenente la delega al Governo in materia di nuovi concorsi a professore universitario, ha introdotto con il decreto legislativo n. 164 del 2006 una procedura alquanto macchinosa, che, basandosi su un giudizio di idoneità nazionale ed una valutazione comparativa presso ciascuna università, pone seri problemi applicativi. Per queste ragioni, ho già avviato lo studio per una revisione accurata delle normativa, per introdurre nuove procedure celeri, trasparenti ed allineate agli standard internazionali, come stabilito, per esempio, in finanziaria relativamente ai concorsi per ricercatore.
Così offriremo giuste opportunità ai giovani di talento, rimuovendo anche il temporaneo blocco dei concorsi per ordinario e associato che si è venuto a creare dopo l'approvazione della legge n. 230 del 2005. Al contempo, all'Agenzia nazionale di valutazione del sistema - che lei, onorevole Costantini, richiama giustamente nell'interrogazione -, al Sistema universitario della ricerca, istituito nello scorso dicembre, sarà devoluta la valutazione dei risultati del reclutamento. Concludo, sottolineando che il turn over universitario non risulta al momento bloccato perché nessuna sospensione è stata operata sui concorsi a ricercatore, cioè sul reclutamento nella fascia di ingresso del personale docente universitario, e sono in via di completamento i concorsi per professori ordinari ed associati già banditi. Tuttavia, mi pare che il problema da affrontare per la docenza sia questo e lo sintetizzo così: ci sono 20 mila ordinari, 19 mila associati, 22 mila ricercatori (una struttura bizzarra della docenza ed un'età media altissima). Occorre ripristinare la piramide, tenere Pag. 61aperti i canali per i nuovi docenti, abbassare rapidamente l'età media, premiare il merito ed il talento: questo è il mio impegno.
PRESIDENTE. L'onorevole Costantini ha facoltà di replicare.
CARLO COSTANTINI. Signor ministro, ovviamente la mia era una provocazione. È evidente che non si può fare di tutta l'erba un fascio. Sono sicuramente soddisfatto della sua presa di posizione, del rigore e dell'energia che ha espresso. Del resto, il gruppo dell'Italia dei Valori ha sostenuto la sua azione fino ad oggi e continuerà a sostenerla. Sono convinto che alcune indicazioni contenute nella legge finanziaria, soprattutto la costituzione dell'Agenzia per la valutazione, nel medio e lungo termine darà delle risposte incisive. Comunque, sono soddisfatto della sua volontà di intervenire immediatamente in maniera radicale lì dove possibile, anche promuovendo la costituzione di parte civile del Governo, per far capire al sistema che qualcosa sta cambiando e per anticipare gli effetti della riforma: anch'io sono convinto che, nel giro di uno, due o tre anni, portata a regime, dovrà produrre sicuramente risultati positivi.
(Posizione del ministro per le politiche per la famiglia sul riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali - n. 3-00541)
PRESIDENTE. L'onorevole Pini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00541 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmatario.
GIANLUCA PINI. Signor ministro, apprendiamo dagli organi di stampa e, a questo punto, anche da comunicazioni ufficiali dell'Esecutivo che vi è la volontà, da parte di questo Governo e di questa maggioranza, di procedere con un disegno di legge finalizzato alla realizzazione dei cosiddetti PACS. Stante che la Lega ritiene questo disegno di legge irragionevole e privo di una logica giuridica, le chiediamo di rispondere ad un quesito molto semplice: se, di fatto, lei vuole equiparare queste relazioni anche di carattere omosessuale alla famiglia tradizionale.
Questo perché abbiamo il timore, da dichiarazioni fatte soprattutto dall'estrema sinistra, che poi la deriva porti sostanzialmente all'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali, oppure all'introduzione eventuale di pratiche e tecniche di procreazione assistita all'interno di queste coppie. Grazie.
PRESIDENTE. Il ministro per le politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, il Governo è impegnato a dare attuazione al proprio programma che sul tema in oggetto si esprime in maniera molto chiara.
Il Governo proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto.
Al fine di definire natura e qualità di una unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi, né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni, sentimentali, assistenziali e di solidarietà, la loro stabilità, e volontarietà.
Siamo impegnati ad attuare questo punto del nostro programma, il che significa che non abbiamo alcuna intenzione di proporre un disegno di legge incostituzionale, che cioè non riconosca il plusvalore che la nostra Carta costituzionale attribuisce alla famiglia fondata sul matrimonio all'articolo 29.
Non abbiamo intenzione di riconoscere le unioni di fatto in quanto tali, ma i diritti delle persone che ne fanno parte, attraverso un sistema giuridico essenziale, che non equipari queste unioni di fatto alla famiglia, ma che d'altra parte non neghi alle persone che ne fanno parte quei diritti fondamentali ai quali ci richiama all'articolo 2 della Costituzione, che estende la garanzia dei diritti inviolabili Pag. 62della persona, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali, così come richiede che siano adempiuti i doveri inderogabili di solidarietà.
In relazione a tale situazione noi intendiamo naturalmente proporre una legislazione che non intende assolutamente discriminare l'orientamento sessuale delle persone che fanno parte delle unioni di fatto, perché ciò sarebbe altrettanto incostituzionale, in quanto la nostra Costituzione ci vieta di discriminare per la tutela dei diritti inviolabili della persona umana qualunque persona.
Diverso è quanto lei riferisce in relazione ai rapporti con i figli, con la generazione.
È evidente che i bambini hanno diritto ad avere un padre e una madre.
Il disegno di legge che il Consiglio dei ministri intenderà proporre alla decisione del Parlamento (sia maggioranza che opposizione, perché su queste materie non ci sono maggioranze precostituite, è il Parlamento che si esprime, auspicando peraltro che nel nostro Paese non si realizzi mai il bipolarismo etico) su questa materia non prevederà, per quello che riguarda i figli, né forme di adozione, né forme surrettizie di ricorso a pratiche di fecondazione assistita.
Penso quindi che l'interrogante possa ritenersi tranquillo su questo punto. Vorremmo essere altrettanto tranquilli che nessuno intende discriminare le persone per l'orientamento sessuale.
PRESIDENTE. L'onorevole Pini ha facoltà di replicare.
GIANLUCA PINI. Ministro, le assicuro che da parte della Lega non vi è nessuna, ma proprio nessuna intenzione di discriminare le persone per quello che riguarda i loro orientamenti sessuali. Ognuno è libero di fare le proprie scelte.
Nessuno invece deve essere libero di scardinare sostanzialmente la base della società, cioè la famiglia. Quindi, rispetto alla sua risposta, noi non possiamo dirci assolutamente contenti, assolutamente soddisfatti.
Siamo anzi un po' preoccupati, più che altro perché, oltre a conoscere il suo pensiero, a questo punto, vorremmo sapere cosa ne pensa la estrema sinistra di questa sua risposta, visto che sta imponendo pesantemente all'agenda politica la questione del riconoscimento delle coppie omosessuali come coppie di fatto, questo sta facendo. Leggo le dichiarazioni più disparate, all'interno della maggioranza. Lei oggi ci dà una risposta, ma io temo (vedo ad esempio l'onorevole Grillini in aula) di leggere fra mezz'ora magari qualche dichiarazione all'Ansa che la smentisce.
Quindi, non soltanto non possiamo ritenerci soddisfatti della sua risposta, ma siamo anche fortemente preoccupati. Infatti, negli altri paesi che hanno adottato la deriva del riconoscimento delle coppie omosessuali è stato compiuto il passo successivo che lei invece ha assicurato non avverrà mai. Forse non avverrà in questo frangente, ma la questione dirimente è proprio questa: se intendete riconoscere legalmente, ed in qualche modo equiparare, le unioni omosessuali alle unioni di fatto, è scontato che accada quanto avvenuto in alcune democrazie deboli, dove il passaggio successivo è stato quello di concedere l'adozione di bambini a coppie omosessuali. Non solo il Cardinale Ruini, ma anche la comunità scientifica più volte ha fatto presente quanto sia pericoloso (I deputati Grillini e De Simone espongono cartelli raffiguranti un triangolo rosa rovesciato)...
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, espongono dei cartelli!
PRESIDENTE. Prego gli onorevoli Grillini e De Simone di ritirare i cartelli. Sanno benissimo che non li possono esporre.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, purtroppo ... Cosa vuole, ognuno esprime le ragioni che ha! Se queste sono le sole ragioni del centrosinistra, non so cosa farci!
Pag. 63PRESIDENTE. Si rivolga al Presidente....
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, infatti mi sono rivolto a lei.
PRESIDENTE. Bene...
GIANLUCA PINI. Un attimo, signor Presidente ...
PRESIDENTE. Onorevole Pini, il suo tempo è già esaurito.
GIANLUCA PINI. Concludo richiamando la pericolosità e la preoccupazione della Lega per il fatto che tale deriva possa prendere avvio immediatamente dopo l'approvazione del progetto di legge. Di tale progetto, peraltro, non si conoscono ancora i contenuti, che non sono stati illustrati dal ministro in maniera dettagliata (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).
(Iniziative per incentivare la rottamazione delle autovetture non adibite al trasporto promiscuo - n. 3-00551)
PRESIDENTE. L'onorevole Trepiccione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00551 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
GIUSEPPE TREPICCIONE. Signor Presidente, signor ministro, l'articolo 1, comma 224, della legge finanziaria per il 2007 prevede un sistema di incentivi per la rottamazione senza sostituzione, fissando il contributo nei limiti di 80 euro ai soli autoveicoli per il trasporto promiscuo, tralasciando la categoria degli autoveicoli adibiti al trasporto privato. Invece, il comma 226, in cui sono specificati gli incentivi per la sostituzione realizzata attraverso la demolizione, fa riferimento anche alle autovetture che possono essere sostituite con autovetture nuove, immatricolate come euro 4 o euro 5, prevedendo un contributo di 800 euro per l'acquisto di detti autoveicoli, nonché l'esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche.
Signor ministro, sembrerebbe trattarsi di un errore materiale. Se così fosse, chiedo come intenda procedere il Governo. Non sarebbe forse opportuno effettuare questa modifica con decreto, già in sede del prossimo Consiglio dei ministri?
PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, Tommaso Padoa Schioppa, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, l'onorevole Trepiccione chiede se non si intendano adottare iniziative volte ad estendere le agevolazioni previste dal comma 224 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 anche alle autovetture non adibite al trasporto promiscuo. Vorrei far presente che le disposizioni della legge finanziaria, nei commi da 224 a 239, già adesso riguardano non solo gli incentivi alla rottamazione delle autovetture non adibite al trasporto promiscuo, ma anche altri interventi in materia, tra i quali: agevolazione ai soggetti che effettuano la rottamazione senza sostituzione del veicolo, a titolo di rimborso dell'abbonamento al trasporto pubblico locale; provvidenze per favorire il rinnovo del parco autocarri circolante mediante la sostituzione di veicoli immatricolati come euro 0 o euro 1 con veicoli nuovi a minore impatto ambientale; agevolazioni per l'acquisto di autovetture e di veicoli nuovi ed omologati dal costruttore per la circolazione, mediante alimentazione del motore con gas metano o GPL; benefici per acquisto di motocicli nuovi di categoria euro 3 con la contestuale sostituzione di motocicli appartenenti alla categoria euro 0.
A queste vanno aggiunte ulteriori provvidenze per l'installazione di impianti GPL o a metano per autotrazione ed un'iniziativa di carattere generale per l'introduzione di un sistema di contabilità e bilancio ambientale nello Stato, nelle regioni e negli enti locali. Infine, aggiungo che la VI Commissione (Finanze) ha invitato la Commissione di merito (Affari costituzionali) ad inserire nel testo del decreto-legge di proroga di termini una disposizione che Pag. 64estende il contributo sulla rottamazione anche ad autovetture private nel senso indicato dal documento parlamentare.
Osservo ancora - e concludo - che un emendamento in questo senso è stato presentato dall'onorevole Tolotti in Commissione affari costituzionali ed è decaduto in quanto il proponente era assente al momento della votazione. Questo emendamento è stato ripresentato in Assemblea e, oggi, il Presidente della Camera ha dichiarato la sua inammissibilità per estraneità di materia.
Sarà cura del Governo assecondare l'ulteriore corso di una modifica normativa che, in linea con quanto auspicato nel documento parlamentare e nel rispetto degli obblighi di copertura, riproduca il contenuto dell'emendamento in questione.
PRESIDENTE. L'onorevole Trepiccione ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE TREPICCIONE. Signor Presidente, signor ministro, credo sia opportuno che il Governo si esprima al riguardo, anche perché, lasciando fuori da questo sistema di incentivi gli autoveicoli ad uso privato, in realtà non si risolve il problema.
Come lei sa, infatti, la categoria degli autoveicoli non adibiti al trasporto promiscuo è la più numerosa e la principale responsabile delle emissioni di CO2 nelle città.
Come Verdi, possiamo ritenerci sicuramente soddisfatti, anche perché l'ultima legge finanziaria ha sicuramente rafforzato le norme in materia di politica ambientale, che si affiancano anche ad altre misure di salvaguardia che il ministro ha recentemente citato, sia per quanto riguarda l'ambiente sia per quanto riguarda la tutela del territorio.
Gli ultimi dati forniti dalla Commissione europea e, soprattutto, la cronaca di questi giorni sicuramente ci lanciano dei moniti. La classe politica e, soprattutto, il Governo di centrosinistra si devono prefiggere un obiettivo prioritario, ossia quello di ridurre drasticamente gli effetti dei gas serra che sono sicuramente nocivi non soltanto per noi, ma anche per i nostri figli e per le generazioni future.
Abbiamo questo compito e spero che il Governo possa proseguire in questa direzione, per contrastare l'inquinamento e per affrontare in modo molto rapido e sostanziale altri temi che possono incidere sulla politica ambientale.
(Applicazione delle disposizioni della finanziaria in materia di agevolazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici - n. 3-00552)
PRESIDENTE. L'onorevole Brugger ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bezzi n. 3-00552 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), di cui è cofirmatario.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, signor ministro, la legge finanziaria per il 2007 ha previsto la possibilità per il cittadino di detrarre le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Tali benefici, entrati in vigore il 1o gennaio, necessitano, però, di un decreto ministeriale che dia piena attuazione alle detrazioni in questione e che dovrà essere emanato entro il 28 febbraio prossimo.
Gli uffici delle entrate ai quali bisogna inviare la documentazione non hanno ancora la nuova modulistica e stanno suggerendo di utilizzare la precedente; ma i cittadini, giustamente, sono preoccupati che la procedura non sia corretta e che, dopo l'emanazione del decreto, tali benefici non vengano loro riconosciuti a causa di errori ad essi non imputabili.
Le chiedo, signor ministro, quali siano i tempi di attesa per il decreto di attuazione e se, in attesa del provvedimento, esistano direttive più precise per coloro che intendano iniziare fin da subito i lavori di riqualificazione energetica.
PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, Tommaso Padoa Schioppa, ha facoltà di rispondere.
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TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, vorrei far presente che le agevolazioni fiscali previste dai commi 344 e seguenti dell'articolo unico della legge finanziaria per il 2007 sono già operative e spettano per le spese documentate e sostenute fino al 31 dicembre 2007.
Le modalità di concessione della detrazione fiscale sono recate dal comma 348 sia attraverso il rinvio all'articolo 1 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e al decreto ministeriale del 18 febbraio 1998 n. 41, sia attraverso la previsione di specifiche condizioni connesse agli aspetti più propriamente tecnici degli interventi per i quali è riconosciuta la detrazione.
Sono già state avviate le procedure per l'adozione del decreto previsto dal comma 349 entro il termine, che ricordava l'oratore, del 28 febbraio 2007.
I contribuenti che non intendano attendere l'emanazione di questo decreto, comunque, possono utilizzare, fin da ora, la modulistica attualmente disponibile per la richiesta della detrazione per le ristrutturazioni edilizie, facendo menzione delle disposizioni introdotte dalla legge finanziaria per il 2007, in base alle quali si effettua la richiesta.
PRESIDENTE. L'onorevole Brugger ha facoltà di replicare.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, replico semplicemente per dichiararmi soddisfatto della risposta che è puntuale e precisa.
(Utilizzazione delle maggiori entrate tributarie verificatesi nell'anno 2006 - n. 3-00553)
PRESIDENTE. L'onorevole Salerno ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00533 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, una delle polemiche che montavano di più da parte dell'opposizione nel corso della precedente legislatura era che il Governo, presentando diversi provvedimenti una tantum, quali il condono fiscale, il rientro dei capitali dall'estero, avrebbe prodotto negli italiani l'uso di non pagare più le tasse.
In realtà, questi provvedimenti, nel 2006 (quando ancora non si sapeva se avrebbe vinto le elezioni il centrodestra o il centrosinistra), hanno prodotto negli italiani un diverso senso di responsabilità nei confronti del fisco, tant'è che, ad aprile, le entrate cosiddette ordinarie, quelle da autotassazione, ossia quelle derivanti dalla spontanea e libera dichiarazione dei contribuenti, avevano già prodotto un incremento intorno ai 13, 14 miliardi.
Questo incremento è lievitato fino ai 35, al 30 novembre...
PRESIDENTE. La prego...
ROBERTO SALERNO. Nonostante ciò, il Governo ha prodotto una legge finanziaria estremamente iniqua, estremamente vessatoria, che non ha tenuto conto di uno straordinario patrimonio di gettito a disposizione.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Salerno.
Il ministro dell'economia e delle finanze, Tommaso Padoa Schioppa, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, la ringrazio anche per i soli tre minuti che ho a disposizione per la risposta. Se disponessi di trenta minuti, potrei fornire spiegazioni molto più esaurienti.
In effetti, il cuore del quesito, per quanto abbia percepito da testo dell'interrogazione, è di sapere come si intendano impiegare le maggiori entrate verificatesi nell'anno 2006. Tuttavia, ciò che abbiamo appreso dall'oratore ci pone, innanzi tutto, la questione di sapere a quanto ammontino queste maggiori entrate e quale affidamento possiamo fare su di esse.Pag. 66
È vero che le entrate, nel 2006, sono state superiori alle previsioni. Sono state molto superiori alle previsioni del Governo della precedente legislatura, che, nella relazione trimestrale di cassa, le aveva stimate in 407 miliardi. Via via che trascorrevano i mesi, ci si è resi conto che le entrate erano più abbondanti: questi 407 miliardi sono diventati 409 con la new diligence, nel DPEF 417, nella relazione previsionale e programmatica 423 (probabilmente, sono aumentati ulteriormente nel consuntivo finale dell'anno).
Tra la prima previsione e l'ultimo consuntivo emerge una differenza dell'ordine del 3 per cento (qualcosa del genere). Dunque, vorrei precisare che si tratta di scostamenti statistici che, molto spesso, vi sono nelle previsioni. Lo ripeto: la prima previsione, che è anche l'ultima del Governo passato, si è rivelata quella più lontana dalla verità.
Sulla questione riguardante l'uso che si intende fare di queste maggiori entrate, bisogna fare due osservazioni.
In primo luogo, si può contare su queste maggiori entrate solo ed esclusivamente in quanto queste diventino maggiori entrate anche nel 2007, nel 2008 e negli anni successivi; per quanto riguarda le maggiori entrate del 2006, l'unico anno in questione, per il momento, queste sono andate semplicemente a riduzione dell'indebitamento netto. Infatti, ci aspettiamo che le cifre finali per il 2006 siano migliori di quelle che davano le previsioni precedenti.
In secondo luogo, nella legge finanziaria esiste già un impegno per destinare ad un certo punto una parte delle maggiori entrate derivanti dal successo alla lotta all'evasione e all'elusione ad una riduzione del carico fiscale. Tutto ciò non potrà accadere di certo nel 2007 o nel 2008, ma nel 2008 si può fare una valutazione di questo tipo, avendo a disposizione un consuntivo.
Concludo con una frase: la parte restante, di cui non siamo in grado di valutare l'entità, andrà in misure che favoriscano lo sviluppo e la crescita...
PRESIDENTE. L'onorevole Salerno ha facoltà di replicare.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, ovviamente non siamo assolutamente soddisfatti, anzi siamo estremamente preoccupati dell'inconsistenza delle tesi del ministro, che ancora un volta dimostra come non si faccia buon uso del senso di responsabilità degli italiani, che hanno versato un 3 per cento - mi sembrava che il ministro volesse minimizzarlo - in più di gettito, quando il PIL aumenta meno dell'1 per cento.
Di questo senso di responsabilità il Governo non sa cosa farsene ed introduce norme vessatorie ed inique, come i ticket sul pronto soccorso, sulle ricette mediche. Al tempo stesso, non interviene sull'ordine pubblico, chiude i grandi cantieri per modernizzare il paese. Non è solo l'opinione di Alleanza Nazionale, anzi, credo che tutte le categorie lavorative siano scese in piazza in più di un'occasione per dire «no» e «basta» ad una mancanza di progetto, di rotta e di capacità di intervenire realmente sull'economia.
Soprattutto, signor ministro, me lo lasci dire, manca qualunque intervento a favore delle famiglie, perché ancora una volta, come interviene la sinistra, ci si dimentica della famiglia, non tanto sui provvedimenti demagogici, ma per dare qualità della vita alle famiglie, attraverso la riduzione delle imposte dirette, per dare maggiore qualità di vita a tutti gli italiani. Confermiamo la grande preoccupazione e la bocciatura di tutti gli interventi che sono stati finora effettuati da questo Governo in economia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.