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Allegato A
Seduta n. 10 del 13/6/2006
...
(Sezione 3 - Recenti dichiarazioni del Ministro della salute sulla sperimentazione della pillola abortiva RU 486)
C) Interpellanza ed interrogazione
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
la Food and drug administration ha organizzato l'11 maggio 2006 ad Atlanta un convegno sul clostridium sordellii, il batterio che ha già ucciso cinque donne statunitensi, più una canadese, che avevano scelto di abortire col metodo chimico;
le cause delle morti delle donne californiane sono venute alla luce perché sono state ricercate volutamente, tanto che in un caso, per arrivare alla verità, nonostante il parere contrario del giudice e dei medici, un marito ha fatto privatamente un'autopsia, facendo venire a galla un caso taciuto o negato che nessuno aveva messo in relazione con la RU 486;
lo stesso «padre» della RU 486 Etienne-Emile Baulieu ha fatto presente il rischio dell'assunzione del farmaco, con una lettera ufficiale al New England Journal of Medicine, in cui afferma che l'aborto chimico ha tassi di mortalità dieci volte più alti di quello chirurgico;
lo stesso Bealieu avrebbe indicato quale soluzione contro il rischio di infezioni, causa delle morti, l'assunzione di antibiotici di routine, ma secondo il New England Journal of Medicine, l'assunzione di antibiotici porterebbe con se nuovi effetti collaterali, né la certezza che questo possa bastare a scongiurare il rischio di morte per aborto chimico;
dopo una battaglia legale durata cinque anni, si è accertato che la decisione della Food and drug administration di immettere nel mercato la RU 486 fu forzata dalle pressioni esercitate dall'allora Presidente Clinton;
in Italia la pillola abortiva RU 486 è considerata sicura ed in grado, con un atto semplice ed indolore, di interrompere una gravidanza; tuttavia, il farmaco, facilitando il distacco dell'embrione, inibendo l'ormone della gravidanza e favorendo le contrazioni, ha delle pericolose complicazioni, quali la continua perdita di sangue, la necessità di un raschiamento o la malformazione del feto;
alcuni ospedali italiani stanno da tempo sperimentando la pillola, anche se l'azienda che produce la pillola RU 486 non ha ancora avviato la procedura di commercializzazione in Italia e, qualora lo facesse, dovrebbe corredarla di dati scientifici riguardanti la sua sperimentazione;
la legge n. 194 del 1978, sull'interruzione volontaria della gravidanza, nacque per prevenire l'aborto e non solo per legalizzarlo e risulta, ad oggi, fortemente inapplicata proprio nel suo articolo 1, che stabilisce: «Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza,
di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite»;
l'articolo 8 della legge n. 194 del 1978 stabilisce che: «L'interruzione della gravidanza è praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale generale tra quelli indicati nell'articolo 20 della legge 12 febbraio 1968, n. 132, il quale verifica anche l'inesistenza di controindicazioni sanitarie» -:
se sia a conoscenza dei recenti rilievi, esclusivamente medici e scientifici, sollevati da istituzioni e istituti di ricerca riconosciuti a livello internazionale nei confronti dell'assunzione di quella che negli Stati Uniti chiamano kill pill;
se non ritenga affrettate, prive di cautela e avventate le sue recenti dichiarazioni su una materia così delicata, quando nessuna novità scientifica è arrivata riguardo ad un farmaco che da abortivo si può facilmente trasformare per le sue caratteristiche in contraccettivo;
se ritenga sufficiente assicurare che la sperimentazione avverrà nello spirito della legge n. 194 del 1978, per garantire una sua corretta applicazione e l'assenza di rischio per la salute delle donne.
(2-00004) «Volontè, Capitanio Santolini, Ronconi, Lucchese».
(30 maggio 2006)
MIGLIORI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
si apprende dalla stampa che il Ministro interrogato sarebbe intenzionato a «liberalizzare» la sperimentazione della pillola abortiva RU 486, così da annullare di fatto ogni procedura autorizzativa che ne ravvisa i criteri di cauto sperimentalismo necessari per limitati casi specifici e per medicinali comunque provenienti dall'estero e, quindi, necessitanti di particolare attenzione, al fine di tutelare la salute delle donne e rispettare lo spirito e la lettera della legge n. 194 sull'interruzione volontaria della gravidanza -:
se non si reputi opportuno ed urgente rendere note le reali intenzioni e le conseguenti misure del Governo in merito.
(3-00004)
(23 maggio 2006)