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Allegato B
Seduta n. 103 del 5/2/2007
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
LATTERI e PISCITELLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la leggefinanziaria 2007, all'articolo 1, comma 430, ha disposto la soppressione delle direzioni interregionali della Polizia di Stato a decorrere dal 1o dicembre 2007, con la finalità di conseguire economie di spesa, garantendo comunque la piena funzionalità dell'amministrazione della pubblica sicurezza;
il decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 2001, n. 208, istitutivo delle direzioni interregionali, aveva individuato nella città di Catania la sede della struttura periferica per la Sicilia e la Calabria;
per la costituzione dell'ufficio di Catania sono state spese ingenti risorse finanziarie, in particolare per l'adeguamento e la ristrutturazione della sede allocata in piazza Teatro Massimo; oltre alle funzioni di supporto logistico, a tale struttura erano stati conferiti altri compiti, specie in materia sanitaria e di prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro;
sulla base della modifica normativa apportata dalla legge finanziaria, le funzioni finora svolte dalle direzioni interregionali, tra cui rientrano anche quelle di competenza dell'ufficio di Catania, saranno ripartite tra le strutture centrali e periferiche della stessa amministrazione, assicurando il decentramento di quelle attinenti al supporto tecnico-logistico. Le direzioni interregionali saranno sostituite da uffici regionali con analoghe attribuzioni, la cui organizzazione è tuttora in corso di definizione e si ipotizza inoltre la costituzione di un ispettorato in sede diversa da Catania;
qualunque scelta di rideterminazione delle strutture periferiche dell'amministrazione centrale in favore di una città diversa da Catania, sarebbe, per gli interroganti, dannosa non solo per la città di Catania ma per la Sicilia orientale, oltre a non essere congrua rispetto alla finalità di contenimento della spesa pubblica, poiché sarebbe necessario trovare una sede ed adeguarla alle esigenze di espletamento di nuove attribuzioni -:
se non ritenga opportuno, in sede di attuazione di riordino della disposizione su citata e ai fini della riorganizzazione e allocazione della nuova struttura degli uffici regionali, tenere nella giusta considerazione le caratteristiche logistiche e organizzative che rendono la città di Catania la sede più adatta a svolgere anche per il futuro le funzioni tipiche dei presidi territoriali della Polizia di Stato.
(4-02440)
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 4 dicembre 2006, il Prefetto di Trieste ha emesso un decreto di espulsione nei confronti di un cittadino ghanese, tale Makyairi Nouha, attualmente trattenuto presso il CPT di Lamezia Terme;
un giovane avvocato di Lamezia Terme, ha immediatamente proposto ricorso contro il primo decreto di espulsione dinanzi al Giudice di Pace di Trieste il quale, ravvisando la fondatezza dei motivi dedotti, il 4 gennaio 2007 ha disposto la sospensione del decreto espulsivo, fissando per il prosieguo l'udienza del 19 gennaio 2007;
a seguito di tale sospensione, il cittadino ghanese doveva essere rimesso in libertà, ma non solo ciò non è avvenuto, addirittura nonostante il primo provvedimento di espulsione fosse stato sospeso in attesa di giudizio, il Prefetto di Catanzaro il 18 gennaio 2007 ha stranamente emesso un nuovo decreto di espulsione «per evitare che lo straniero si sottragga alla esecuzione del provvedimento»;
secondo l'interrogante il Prefetto di Catanzaro ha violato i più elementari diritti di tale soggetto, posto che durante la sospensione del primo provvedimento, ed in attesa di un vaglio giurisdizionale, ne ha emesso un altro, per giunta fondato sugli stessi presupposti già precedentemente smontati;
il Giudice di Pace di Trieste in data 23 gennaio 2007 ha annullato il primo provvedimento di espulsione, deve ritenersi che anche il secondo sia venuto meno, posto che era ad esso strumentale;
in data 27 gennaio 2007, l'avvocato lametino propone nuovamente ricorso presso il Giudice di Pace di Catanzaro, avverso il secondo decreto di espulsione
nei confronti del cittadino ghanese che già dal 4 gennaio scorso avrebbe dovuto trovarsi a casa sua ad Udine;
alle 14,30 del 29 gennaio 2007 il Giudice di Pace di Catanzaro ha sospeso il secondo provvedimento di espulsione, provvedendo alla relativa notifica a Questura e Prefettura di Catanzaro;
il Prefetto di Catanzaro, secondo l'interrogante, assurdamente e illegittimamente alle ore 19,00 del 29 gennaio 2007 ha emesso il terzo decreto di espulsione e in data 30 gennaio 2007 l'avvocato lametino presentava l'ennesimo ricorso per ottenere la sospensiva -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto sia avvenuto nei confronti del cittadino ghanese Makyairi Nouha;
se non ritenga necessario, con estrema urgenza, intervenire per mettere fine a ciò che pare essere un atto illegittimo del Prefetto di Catanzaro, che ha emesso un provvedimento in contrasto con i diritti di difesa di cui anche gli extracomunitari sono titolari;
se non ritenga necessario, con urgenza, aprire un'indagine per conoscere i dettagli e le reali motivazioni che hanno imprudentemente spinto il Prefetto di Catanzaro a persistere in atteggiamenti che secondo l'interrogante violano ogni logica ed ogni regola del vivere civile.
(4-02449)
MASCIA e FALOMI. - Al Ministro dell'interno, Al Ministro della giustizia, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
in seguito a denunce di alcuni imprenditori agricoli della Piana Lametina, la Procura Antimafia di Catanzaro avvierebbe nei prossimi giorni un'inchiesta, così come si apprende da notizie di stampa, che dovrebbe occuparsi della massiccia compravendita di terreni agricoli nella Piana da parte di clan della `ndrangheta provenienti dalla provincia di Reggio Calabria;
tale fenomeno veniva già denunciato due anni fa attraverso un dossier preparato dalla Fondazione Cesar dell'Unipol Assicurazioni e consegnato negli anni scorsi all'allora Procuratore Nazionale Antimafia, Dr. Pier Luigi Vigna;
parrebbe che la situazione sopradescritta sarebbe stata già ampiamente oggetto di un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro nel 2002;
lo scopo di tale disegno criminale sarebbe ascrivibile alla necessità delle cosche calabresi di ripulire i proventi illeciti provenienti dal narcotraffico, dal traffico di armi e dal giro delle estorsioni;
dalle denunce emergerebbe un altro fenomeno inquietante che riguarda il sistema denominato di «copertura patrimoniale», sistema questo che si alimenterebbe dall'accaparramento da parte delle 'ndrine di sostanziosi flussi di finanziamenti elargiti dalla Comunità europea, la cui politica cerca di stimolare lo sviluppo del settore agricolo, in particolare modo quello olivicolo;
sembrerebbe che la fruizione dei fondi comunitari da parte delle cosche sia possibile grazie alla complicità di alcuni dirigenti degli Enti erogatori;
le associazioni di categoria hanno più volte espresso serissime preoccupazioni in merito ai ritardi delle indagini che sarebbero dovuti alla carenza di strumenti tecnici e alla carenza di personale nella magistratura e nei locali presidi delle forze dell'ordine;
il quadro appena delineato si è maggiormente plasmato nonostante nel corso degli anni ci siano stati ripetuti allarmi lanciati dagli organismi competenti sulla massiccia pervasività dei poteri criminali nella Piana Lametina. Vale la pena ricordare la 13o seduta della Commissione Parlamentare Antimafia del 6 maggio 2002 in cui il Dr. Mariano Lombardi, Procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, delineava un quadro assai allarmante del carattere «drogato»
della ricchezza circolante nel territorio lametino e, sottolineava, il formidabile condizionamento mafioso dei circuiti economici locali. Dalla 50a relazione sulla Politica Informativa e della Sicurezza del Ministero dell'Interno emergeva, tra l'altro, che la 'ndrangheta coltiva a tutt'oggi specifici interessi nella produzione e nell'imbottigliamento di acque minerali ed inoltre nei progetti di industrializzazione dell'area ex SIR di Lamezia Terme (Catanzaro);
è in questo contesto che la città di Lamezia è interessata da anni da una preoccupante recrudescenza dell'attività delle organizzazioni mafiose, come dimostrano i 41 omicidi verificatisi in città dal 2000 ad oggi;
la situazione della Piana Lametina racconta, dunque, di un clima di illegalità diffusa a diversi livelli. Come la presenza sempre maggiore dei poteri criminali nella «economia legale» che indicano la necessità da parte dello Stato di mettere in campo maggiori risorse investigative capaci di colpire massicciamente i patrimoni illeciti oltre che la rete di complicità con le organizzazioni criminali, che si anniderebbe anche ai vertici della pubblica amministrazione;
si rende necessario e improcrastinabile un maggior controllo da parte degli enti competenti, quali i Ministeri, sul flusso di denaro pubblico erogato col fine di stimolare nuove e sane politiche nel settore industriale, agricolo e delle opere pubbliche -:
se i Ministri interrogati nell'ambito delle relative competenze, non intendano attivare un preciso monitoraggio sui finanziamenti pubblici alle imprese e soprattutto sulle effettive finalità degli stessi e, specificatamente, fornire all'interrogante i dati sui finanziamenti pubblici erogati a vario titolo alle imprese lametine negli ultimi dieci anni;
quali iniziative il Ministro della Giustizia intenda adottare per consentire un rafforzamento degli organici nell'ambito della magistratura antimafia;
quali azioni di contrasto il Ministro dell'Interno intenda porre in essere al fine di limitare massicciamente la capacità pervasiva della 'ndrangheta e, se non si ritenga prioritario rafforzare i presidi locali delle forze di polizia.
(4-02452)