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Allegato B
Seduta n. 103 del 5/2/2007
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INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
dopo circa 5 anni dall'approvazione del cosiddetto «progetto definitivo» e mentre si procede con i lavori già finanziati del Mose, come reso noto dalla stampa locale, cerniere e connettori subacquei sono ancora allo studio a dimostrazione che il progetto definitivo dell'opera, ovvero la parte tecnologica che riguarda il sistema di chiusura delle bocche di porto, non esiste;
il 26 gennaio 2007 il Comitato tecnico di magistratura, presieduto dalla presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva, ha approvato un pacchetto di studi e progetti sul Mose tra i quali anche il prototipo della nuova cerniera delle paratoie messa a punto dal Consorzio Venezia Nuova;
in 480 giorni dovranno essere sperimentati e dunque presentati i delicati meccanismi che sostengono e che fanno funzionare l'intero sistema: le cerniere che legano le paratoie alla base e ai cassoni in calcestruzzo ed i connettori, tubi che devono immettere l'aria compressa dentro i 79 cassoni di acciaio per farli sollevare dal fondo delle tre bocche di porto in caso di necessità;
i connettori sconnettibili sono componenti fondamentali per la sicurezza e l'affidabilità delle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere, e rappresentano l'unica garanzia di sicurezza ed affidabilità dell'intero sistema nel tempo per questo progetto, pertanto sarebbe assolutamente grave se anche su questi requisiti di progetto si dovessero accettare compromessi e giustificazioni;
è stato approvato dal Comitato tecnico anche il proseguimento dei lavori di consolidamento del campanile di San Marco: la ditta Sacaim, incaricata dei lavori, è stata autorizzata a utilizzare moderni sistemi di tiranti in titanio, più affidabili e resistenti. La base del campanile, che aveva fatto registrare preoccupanti cedimenti, sarà ingabbiata e incernierata con le aste in titanio;
per progetti tecnologicamente avanzati, è assolutamente indispensabile risolvere tutti gli aspetti critici del progetto prima di passare alla fase di progetto definitivo, soprattutto quando si utilizzano componenti del tutto nuovi per dimensioni
e applicazione, essenziali al funzionamento e all'affidabilità del sistema nel tempo, senza che questi ultimi non siano stati prima studiati, progettati, provati e qualificati e quindi in assenza di dati di affidabilità riscontrabili da esperienze similari. Neppure un progetto di massima, se contiene componenti nuovi e dei quali non si conosce l'affidabilità, può definirsi tale, in questi casi si parla solo di progetto preliminare di fattibilità che è condizionato alla verifica di fattibilità di questi componenti per poter passare alla fase di progetto di massima e/o definitivo;
in attesa delle decisioni del Cipe sui finanziamenti del 2007, il Consorzio Venezia Nuova può contare sui residui dei 1.500 milioni di euro (tremila miliardi di ex lire) stanziati dal Cipe negli ultimi tre anni grazie alla Legge Obiettivo -:
se il Governo sia a conoscenza della paradossale situazione di un'opera che è già costata moltissimo al nostro paese e della quale, invece, ancora non esiste un progetto definitivo completo;
se il Governo non ritenga necessario fare chiarezza su tale situazione attivando al più presto, come già richiesto da più parti, un organismo terzo e imparziale di controllo ai lavori;
cosa pensi di fare il Governo nel caso in cui le prove di qualifica del componente fondamentale del sistema non raggiungessero i risultati richiesti;
se, di fronte a tutti questi problemi, non ultima la necessità di imbrigliare il campanile di San Marco, il Governo non ritenga necessario sospendere i lavori del Mose, almeno fino a quando l'iter dei ricorsi all'Unione europea e alla magistratura di Wwf, Lipu e Italia Nostra non sia concluso.
(4-02444)
EVANGELISTI. - Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
Pieve a Nievole (Pistoia) è un Comune di circa 12 chilometri quadrati di superficie che si estende ad est della Valdinievole e ne costituisce a tutti gli effetti la porta di accesso da e per il capoluogo pistoiese;
la popolazione, di 9.500 abitanti circa, è concentrata per il 60 per cento a nord nella fascia pedecollinare, che corrisponde al 50 per cento del territorio del Comune, e per il restante 40 per cento nella zona sud, a ridosso della zona centrale. A sud-est c'è l'Area Industriale, adiacente ed in rapporto di continuità con l'Area Industriale del Comune di Monsummano Terme. A sud c'è il Padule di Fucecchio e ad ovest il tessuto urbano di Pieve si innesta in quello di Montecatini Terme;
nel mezzo all'area più densamente abitata, in senso longitudinale, passa tutta una serie di infrastrutture sovracomunali complessivamente definite in gergo tecnico «passante tecnologico»: l'autostrada A11, con relativo casello, due ex statali oggi provinciali n. 435 e 436, la ferrovia Firenze-Lucca-Viareggio e i due passaggi a livello in pieno centro, che spaccano letteralmente il territorio comunale in due, e che costituiscono gli unici due varchi che uniscono il paese, rendendo impraticabili i collegamenti fra il nord di Pieve, dov'è il centro storico e il cuore istituzionale della Comunità e il sud, che ospita l'area produttiva ed i più recenti insediamenti abitativi;
in anni passati indubbiamente Pieve ha tratto vantaggio da questa sua particolare ubicazione, tant'è che la popolazione in pochi decenni si è triplicata anche grazie all'apporto di numerosi cittadini immigrati, inizialmente interessati alla prestazione d'opera nelle industrie del comprensorio e successivamente imprenditori essi stessi;
in questi ultimi anni, però, l'incremento esponenziale del traffico e la mancanza di infrastrutture alternative adeguate hanno trasformato in handicap ciò che prima era ritenuta una risorsa, con la conseguenza di una semiparalisi della mobilità locale e comprensoriale, che non
solo rende impraticabile il paese, ma crea danni gravissimi anche alla qualità della vita dei cittadini in termini d'inquinamento e d'impatto ambientale;
verso la fine della precedente legislatura, parve che si aprissero nuove prospettive nell'ambito dell'Accordo Quadro Stato-Regione-RFI già sottoscritto il 15 febbraio 2001, con la presentazione del Protocollo d'intesa per il potenziamento della tratta ferroviaria Pistoia-Lucca, sottoscritto il 17 marzo 2003, in virtù del quale veniva inserito in programmazione l'interramento della ferrovia nella tratta di Montecatini, conformemente al disposto del PTC provinciale. La firma del Protocollo sopra citato era stata preceduta dalla Conferenza programmatica della Valdinievole del 13 marzo 2003, nelle cui conclusioni il Presidente della Provincia di Pistoia si premurò di precisare, su sollecitazione dei Sindaci di Pieve a Nievole e di Massa e Cozzile, che il riferimento all'interramento della ferrovia per il sottoattraversamento di Montecatini era da intendersi inclusivo dei Comuni di Pieve a Nievole e di Massa e Cozzile, come del resto previsto e stabilito dall'articolo 64 delle Norme di Attuazione del PTC provinciale approvate da tutti i Comuni. Ad ogni buon conto, a quella data il Sindaco di Pieve allora in carica aveva già inviato alla Regione Toscana le proprie osservazioni con nota del 12 marzo 2003 nella quale, con motivazioni incontestabili, subordinava formalmente la sottoscrizione del Protocollo stesso all'estensione dell'interramento della ferrovia anche nell'area urbana di Pieve a Nievole; il tutto dopo aver manifestato le stesse valutazioni anche sulla stampa locale;
in data 10 novembre 2003, presso la sede di RFI aveva avuto luogo un incontro fra la regione Toscana, le Province di Lucca e di Pistoia ed i rappresentanti delle Amministrazioni di alcuni Comuni delle due Province presenti con lo scopo di consentire alle diverse Amministrazioni di esporre le rispettive, eventuali osservazioni. A quell'incontro erano assenti tutti i Comuni della Valdinievole ad eccezione del Comune di Montecatini Terme. Si fa presente che, come risulta dal verbale allegato, in quella riunione l'Ing. Pezzati di RFI pur dichiarandosi «non certo del buon esito della richiesta d'inserimento del Progetto nella Legge Obiettivo» per i 150 milioni di euro necessari alla realizzazione dell'opera, propose «di proseguire, con le risorse finanziarie disponibili, lo sviluppo della progettazione definitiva di una prima fase di interventi» fra i quali il sotto attraversamento di Montecatini Terme, assumendo l'onere aggiuntivo nella misura del 50 per cento del maggior costo conseguente. Questa proposta fu accolta ed approvata nelle sedi istituzionali competenti. A quel punto, contro ogni assicurazione ricevuta, non solo Pieve veniva esclusa dalle opere richieste e previste nel PTC, ma addirittura veniva tagliata in due dalla trincea necessaria per garantire le pendenze utili all'interramento della vicina stazione di Montecatini;
nella consapevolezza che l'intervento suddetto avrebbe comportato una gravissima, ulteriore spaccatura del tessuto urbano nel proprio Comune, questa Amministrazione chiese l'estensione dell'interramento anche a Pieve a Nievole, pur limitatamente ad uno dei due passaggi a livello, ma la richiesta fu respinta in Conferenza dei Servizi con la motivazione che l'intervento non era tecnicamente fattibile;
considerata l'importanza e la complessità inerenti sia il raddoppio della linea ferroviaria, sia il superamento delle interferenze stradali costituite dai passaggi a livello, dal casello dell'A 11 e dalle due ex statali n. 435 e 436, l'Amministrazione comunale di Pieve a Fievole, con delibera della Giunta Comunale dell'agosto 2004, sospese ogni parere in merito a tutte le opere programmate sul territorio e conferì al Dipartimento d'Ingegneria civile dell'Università di Pisa l'incarico di elaborare uno studio d'insieme di tutte le opere necessarie per il riordino della viabilità ferroviaria e stradale urbana e suburbana nel Comune e di verifica della fattibilità tecnica dell'interramento anche a Pieve.
Contestualmente chiese ed ottenne l'approvazione della delibera stessa da parte di tutti i componenti del Consiglio Comunale, che espressero parere favorevole ad eccezione del gruppo di riferimento di AN «Polo per Pieve»;
poiché lo studio del Dipartimento d'Ingegneria civile dell'Università di Pisa dimostrò che non esisteva alcun impedimento di carattere tecnico all'interramento richiesto, l'Amministrazione aprì un tavolo di confronto con tutti gli enti interessati ed accettò di sottoporre gli esiti dello studio conferito al vaglio di una Commissione tecnica, costituita da Provincia, RFI, dai Tecnici incaricati dell'Università di Pisa e dal Responsabile tecnico dell'Uff. Urbanistica del Comune, al fine di ricercare insieme una soluzione integrata e condivisa ai problemi sopra esposti. La Commissione esaurì il suo compito e nella Relazione finale confermò sia la fattibilità dell'opera sia i grandi vantaggi che da essa sarebbero derivati;
ad oggi l'unico, impedimento sembra essere costituito dall'impegno economico conseguente; l'Amministrazione di Pieve ha più volte formalmente ma inutilmente richiamato l'attenzione della Provincia sui gravissimi problemi che i Cittadini sono costretti a subire quotidianamente a causa delle disfunzioni del Casello autostradale, dei passaggi a livello, dell'intasamento e della mancanza di collegamenti delle due ex statali, oggi provinciali, n. 435 e 436, precisando che il costo che essi, loro malgrado, hanno pagato fino ad oggi in termini di disagio e di deterioramento della qualità della vita è infinitamente maggiore degli oneri che le varie Amministrazioni dovranno assumersi per risolvere i problemi ancora irrisolti -:
se il Ministro non ritenga opportuno offrire al Comune di Pieve di Nievole una più sensibile attenzione al problema ed una giusta risposta, almeno sul piano progettuale;
se non ritenga ragionevole ed opportuno che questo tempo di vacanza economica venga utilizzato per procedere rapidamente ad una integrazione della progettazione esistente, includendo l'interramento della ferrovia anche a Pieve di Nievole in modo da poter successivamente predisporre un piano finanziario adeguato alla realizzazione di tutte le altre opere conseguenti, al fine di superare la frammentazione del territorio comunale restituendolo alla sua naturale continuità;
se non ritenga necessario, nell'ambito di una reciproca e costruttiva collaborazione, richiedere con urgenza un confronto ed un approfondimento che per ora, a distanza di diversi mesi, non ha ottenuto riscontro alcuno e se, considerato che alcune delle opere previste nelle diverse soluzioni prospettate possono essere sviluppate e realizzate senza interferire sul raddoppio e l'interramento della Ferrovia, sia opportuno sollecitare la Provincia e la Regione ad attivarsi nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di risolvere anche con gli Enti interessati, Soc. Autostrade ed RFI, tutti i problemi in essere di loro competenza sia sul piano progettuale che su quello del recepimento dei finanziamenti necessari, precisando e sottolineando l'evidenza che dalla soluzione degli stessi non trarranno vantaggio solo i Cittadini del Comune di Pieve a Nievole, ma dell'intera Valdinievole, di cui Pieve è passaggio obbligato.
(4-02451)