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Allegato B
Seduta n. 108 del 13/2/2007
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SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
siamo ormai giunti al termine del 1o mese di sperimentazione dell'introduzione dei ticket sanitari nei Pronto soccorso e, nella Provincia di Padova, arrivano quotidianamente segnalazioni alla CGIL di utenti infuriati per la gravità della situazione;
con l'articolo 1 della legge finanziaria 2007, comma 796, sono state introdotte nuove tariffe sui ticket per le prestazioni sanitarie: fermo restando il tetto di 36 euro e 15 centesimi per prestazione specialistica e diagnostica di laboratorio, per un massimo di otto prestazioni, si introduce inoltre un ticket di 10 euro per ricetta, applicata a tutte le ricette o modulistica anche se relative alla stessa patologia di cui soffre il paziente o se comunque ad essa strettamente collegate;
la stessa legge prevede, inoltre, una quota fissa pari a 25,00 euro, da erogarsi in caso di ricorso al pronto soccorso ospedaliero senza ricovero, qualora la condizione sia stata codificata dai sanitari come «codice bianco»;
le liste d'attesa sono le medesime di sempre (ci pervengono segnalazioni ripetute di parecchie ore, anche 10 ore, soprattutto nei giorni festivi e prefestivi);
molti casi sono classificati come codici bianchi, anche quando è richiesto e sollecitato con urgenza una serie di esami approfonditi (sospetti infarti, radiografie per lesioni articolari, invio allo specialista per un consulto, eccetera) oppure anche in casi di interventi d'urgenza, con autolettiga medicalizzata di tipo A;
il pagamento della cosiddetta «compartecipazione alla spesa sanitaria» da parte dell'utente è così rilevante da raggiungere in molti casi una cifra superiore ai 100 euro;
presso il Pronto soccorso dell'Azienda Ospedaliera di Padova il 13 gennaio 2007, un uomo con una diagnosi di «sospetto infarto in corso» dopo uno svenimento dovuto a una forte fitta al cuore, redatto da due medici della Croce
Verde, dopo gli esami di rito svolti con urgenza, si è visto presentare lo scampato pericolo e il conto di 31 euro trattandosi a dire del medico di Pronto Soccorso di «codice bianco»;
l'applicazione delle disposizioni nei servizi sanitari per quanto attiene i pagamenti sta generando molta confusione negli utenti: sembra che ognuno si regoli come ritiene più opportuno rispetto alla norma, generando situazioni diverse anche nella stessa Ulss, con la conseguenza che le stesse esenzioni siano oggetto di differenti, arbitrarie interpretazioni;
si ricorda che l'articolo 32 della Costituzione al comma 1 così recita: «La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo, e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti» -:
se il Governo non intenda assumere iniziative normative per rivedere il pagamento della cosiddetta «compartecipazione alla spesa sanitaria» da parte dell'utente in modo da evitare che raggiunga le cifre dei casi succitati che sono decisamente in contrasto con la fruizione di un servizio pubblico;
se il Governo non ritenga necessario attivarsi per rivedere le disposizioni nella classificazione del codice verde e bianco e la loro giusta applicazione, in modo che i casi di traumi, situazioni di rischio, eccetera, che il medico del Pronto soccorso non si fida di trattare e gira con urgenza allo specialista per degli esami o un consulto o un intervento, non siano alla fine catalogati come codici bianchi;
se il Governo non ritenga opportuno di elaborare delle campagne di informazione e monitoraggio per migliorare la gestione del sistema sanitario in modo che le disposizioni sulla classificazione dei codici vengano applicate in modo uniforme in tutti i centri di Pronto Soccorso.
(4-02580)