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Allegato B
Seduta n. 108 del 13/2/2007
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DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ
Interrogazione a risposta scritta:
MOTTA. - Al Ministro per i diritti e le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
una ricerca condotta dal Consiglio d'Europa di recente ha indicato nell'aggressività maschile la prima causa di morte violenta e d'invalidità permanente per le donne in tutto il mondo;
in particolare in Italia, secondo rilevazioni condotte in campo nazionale, si è verificato che un omicidio su quattro avviene fra le mura domestiche e il 70 per cento delle vittime sono donne;
la prima causa di morte violenta delle donne tra i 16 e i 44 anni, sia nei paesi ricchi che nei paesi poveri, è la violenza che subiscono in famiglia da uomini con i quali hanno stabilito legami affettivi e gran parte dei maltrattamenti e degli abusi intra familiari non viene denunciato alle autorità giudiziarie;
in Italia le denuncie di violenza sessuale e di maltrattamenti fisici e psicologici nell'ambito familiare sono in continuo incremento a cui occorre aggiungere i moltissimi incidenti con lesioni gravi che vengono denunciati come incidenti domestici ma sono in realtà ulteriori violenze e maltrattamenti nell'ambito familiare;
la violenza sulle donne è un fenomeno in continua crescita in modo diffuso e ha come base una cultura prevaricatrice che può giungere fino alla violenta appropriazione o soppressione sul loro corpo, complice una concezione possessiva e consumistica della sessualità legata ad una visione autoritaria e maschilista del ruolo della donna protagonista delle trasformazioni sociali in atto, sotto ogni profilo;
dal mondo dell'associazionismo e delle comunità locali, sempre più scosso dopo episodi quali gli omicidi di giovani donne a Brescia e a Parma, giunge forte la richiesta di un intervento deciso dello Stato e la domanda di predisporre azioni volte a contrastare la violenza sulle donne, in raccordo con le istituzioni locali, con le forze dell'ordine, con l'associazionismo e il volontariato e con gli operatori sociali e della cultura -:
se il Ministro in indirizzo intenda assumere il contrasto alla violenza sulle donne come una priorità dell'azione politica e istituzionale del suo dicastero e, in tal caso, quali politiche di lotta agli abusi sulle donne e di contrasto alla disuguaglianza fra i due generi intenda definire;
se il Ministro in indirizzo non ritenga, anche alla luce dell'urgenza che il proliferare degli episodi criminosi impone, adottare le iniziative normative volte all'introduzione di una legislazione sulla tutela delle vittime in linea con gli altri Paesi europei e di esemplare severità per i reati di natura sessuale contro le donne, comprese le molestie e le minacce di cui esse sono così estesamente oggetto;
inoltre, se il Ministro in indirizzo non ritenga utile favorire l'attivazione di un maggiore collegamento fra scuola, servizi territoriali e consultori per adolescenti, al fine di intervenire sulle politiche educative, sulla relazione fra uomo e donna e sull'educazione all'uguaglianza e alle pari opportunità -:
quali azioni si intenda intraprendere per una campagna nazionale contro la violenza sulle donne, che coinvolga gli enti locali, le associazioni (delle donne, degli uomini e degli immigrati), le organizzazioni sindacali, i mezzi di informazione,
nonché tutti i Ministeri a vario titolo interessati dai fenomeni segnalati (Ministero per i diritti e le pari opportunità, dell'interno, della pubblica istruzione, per le politiche della famiglia e della solidarietà sociale).
(4-02578)