Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 109 del 14/2/2007
...
DIFESA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:
DURANTI, SGOBIO e DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
i docenti civili di materie non militari delle Scuole Sottufficiali di Taranto e La Maddalena della marina militare, degli Istituti di formazione di Pratica di Mare,
di Caserta, di Chiavari e di altri centri appartenenti all'aeronautica militare, sono legati all'Amministrazione della Difesa senza soluzione di continuità, da tantissimi anni, per mezzo di convenzioni annuali ai sensi della legge 15 dicembre 1969 n. 1023, del decreto interministeriale 20 dicembre 1971, integrato dal decreto ministeriale 3 gennaio 1995 n. 167, emanati dal Ministero della difesa;
nonostante i tantissimi anni di servizio che legano gli insegnanti in oggetto all'Amministrazione dello Stato (per alcuni anche più di trenta), hanno sempre vissuto in una condizione di precarietà storica che non trova eguali in nessuna categoria di dipendenti pubblici. A questa ingiustizia sociale si è aggiunto anche il danno economico che gli insegnanti hanno subito con il trascorrere degli anni, in quanto il continuo rinnovo delle convenzioni non ha permesso loro di poter godere di alcuna progressione retributiva derivante dall'anzianità di servizio, che viene normalmente riconosciuta a qualsiasi lavoratore dipendente, sia in ambito privato, sia in ambito pubblico. In virtù di questa situazione i docenti delle scuole delle FF.AA. risultano sempre di prima nomina e pertanto anche le retribuzioni sono commisurate a quelle di un insegnante precario della pubblica istruzione;
il Governo italiano ha recentemente recepito una direttiva della Comunità Europea (1998/70/CEE) che limita fortemente il ricorso all'utilizzo immotivato di contratti di lavoro a termine. Questa novità normativa ha fatto ben sperare gli insegnanti delle FF.AA. che hanno visto la possibilità che i loro contratti di lavoro potessero essere trasformati in contratti a tempo indeterminato. Ma l'Amministrazione ha ritenuto che ciò non dovesse investire anche il personale docente che presta il proprio servizio all'interno degli istituti di formazione militari. Anzi, per far fronte alle mutate esigenze formative, negli ultimi anni ha fatto ricorso sempre più a forme di esternalizzazione del servizio che, inevitabilmente hanno creato una condizione di ulteriore preoccupazione per il corpo docente che stabilmente per tanti anni ha insegnato all'interno degli istituti di formazione della Difesa. Tutto ciò ha anche determinato una fuga di professionalità molto qualificate e specificatamente finalizzate alle esigenze delle FF.AA., difficilmente reperibili sul mercato del lavoro e che, se continuasse, produrrebbe la perdita di quelle competenze di cui le forze armate hanno bisogno, soprattutto in virtù di quel processo di professionalizzazione verso cui la nostra Difesa si sta orientando;
alla fine del 2005 presso le scuole della Marina di Taranto e La Maddalena, si è verificato ciò che gli insegnanti da tempo paventano. A causa dei tagli agli stanziamenti destinati alla Difesa dal Governo precedente (governo Berlusconi), è stato prospettato il mancato rinnovo delle convenzioni ad alcuni docenti. Si tenga presente che si tratta di personale che per ovvi motivi di età (50-60 anni) difficilmente potrebbe trovare una collocazione nel mondo del lavoro e che, per questa categoria di lavoratori, non esistono forme di tutela che prevedono un sostegno di tipo economico. Per cui si sarebbero trovati da un giorno all'altro senza alcun sostentamento per se e per le proprie famiglie. Occorre rammentare che questi docenti sono stati al servizio dello Stato per tantissimi anni ed ora, per motivi del tutto transitori e temporanei, l'Amministrazione Difesa intende liberarsene senza tanti complimenti. Per scongiurare il licenziamento i lavoratori affiancati da alcune organizzazioni sindacali, sono riusciti ad ottenere una equa distribuzione del monte ore di lavoro che ha determinato una sensibile riduzione delle retribuzioni. Attualmente percepiscono una retribuzione compresa tra i 700 e gli 800 euro mensili, evidentemente insufficienti a dare sostentamento alle famiglie dei lavoratori. Appare evidente che il disagio in cui vivono gli insegnanti è gravissimo, sia per quanto attiene la sfera della dignità personale, sia per quanto attiene la sfera puramente economica;
la scorsa legislatura, al fine di sanare un'analoga situazione di precariato pluriennale, è stata approvata la legge n. 79 del 29 febbraio 2006, che prevede l'immissione negli organici del personale civile della Difesa, degli insegnanti in servizio presso la scuola di lingue estere dell'esercito di Perugia, determinando così una inspiegabile disparità di trattamento tra lavoratori dello Stato con analoghe mansioni;
l'ordine del giorno n. 9/01746-bis/238, accolto dal Governo come raccomandazione in data 18 novembre 2006, impegna il Governo a risolvere il problema della precarietà di detti insegnanti;
la legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Legge finanziaria 2007) stabilisce nel comma n. 519 dell'articolo 1 che il personale in servizio nelle pubbliche amministrazioni a tempo determinato, in possesso di determinati requisiti, riscontrabili nella situazione lavorativa degli insegnanti in questione, sia destinato alla stabilizzazione;
la risposta fornita all'interpellanza urgente n. 2-00265 in data 18 gennaio 2007 dal sottosegretario Mario Verzaschi risulta non pienamente esaustiva circa la reale volontà del Governo di affrontare e risolvere definitivamente la questione del precariato degli insegnanti civili, anche se prendiamo atto che ci sono tutte le migliori intenzioni -:
se il Ministro intenda attivarsi concretamente, affinché sia promosso un intervento che miri alla stabilizzazione del personale docente civile delle scuole militari, così come più volte affermato dai suoi rappresentanti, restituendo ai docenti in questione condizioni lavorative certe e dignitose. Tale intervento potrebbe realizzarsi attraverso un atto amministrativo che riconosca l'attività svolta finora dal personale docente in questione dando stabilità al rapporto di lavoro come previsto dal comma n. 519 della legge n. 298 del 2006, o attraverso un provvedimento legislativo di iniziativa governativa, così come previsto per la scuole dell'esercito di Perugia o, ancor più semplicemente, estendendo gli effetti della summenzionata legge n. 79 del 2006 a tutti i docenti civili precari delle scuole militari delle forze armate italiane, tenendo conto delle specificità maturate dagli insegnanti che operano nei diversi centri di formazione della Difesa per ciò che riguarda il servizio da valutare.
(5-00731)
DE ZULUETA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Libero di domenica 28 gennaio 2007 a pagina 15 in un articolo di Francesco Ruggeri dal titolo «Le atomiche americane nascoste in Europa» pubblica alcune immagini che «immortalano una recente esercitazione all'ispezione sulla sicurezza nazionale, che si svolge nelle basi Usa dove sono dispiegate bombe atomiche allo scopo di certificarne operatività e stoccaggio»;
queste foto, scattate in basi situate sul territorio italiano, confermerebbero la presenza, più volte denunciata di 90 ordigni nucleari di tipo B61 sul nostro territorio, in particolare 50 nella base di Aviano (Pordenone) e 40 a Ghedi (Brescia);
con la legge n. 131 del 1975 l'Italia ha ratificato il Trattato di Non Proliferazione che all'articolo II recita: «Ciascuno degli Stati non nucleari si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi né il controllo su di essi, direttamente o indirettamente»;
l'esistenza e la rigida implementazione del Trattato di non proliferazione sono indispensabili per la pace e la sicurezza internazionale;
il processo di disarmo nucleare è essenziale per assicurare l'implementazione continua del Trattato di non proliferazione;
nel 1991 gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si accordarono sul progressivo ritiro di tali armi dall'Europa, ma più di
quindici anni dopo la fine della Guerra Fredda gli Stati uniti e la Russia continuano a mantenere arsenali di armi nucleari tattiche sul suolo europeo;
alla luce delle mutate minacce alla sicurezza internazionale la capacità d'impiego delle armi nucleari tattiche dal territorio italiano ed europeo non è più determinante per le strategie della NATO -:
se non ritenga opportuno chiedere formalmente al Governo degli Stati Uniti di ritirare le armi nucleari tattiche presenti sul territorio italiano, per rafforzare il regime di non proliferazione edimostrare che l'obiettivo del disarmo nucleare da parte delle potenze nucleari viene perseguito con determinazione e promuovere presso l'Unione europea, gli Stati Uniti e la Russia tutti i possibili passi per la stesura di un accordo volto all'eliminazione di tutte le armi nucleari presenti in Europa.
(5-00732)
COSSIGA e RUGGHIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Ministero della difesa e le organizzazioni sindacali di categoria hanno svolto un serrato confronto sulla erogazione di risorse relative ai servizi di manovalanza resi in forma di appalto presso enti, basi militari e caserme del Ministero della difesa;
ciò ha portato alla sottoscrizione di un accordo con cui il Ministero della difesa si è impegnato a mantenere le medesime risorse erogate nel 2006;
risulta allo scrivente che per i bandi di gara relativi ai predetti servizi il citato dicastero ha stanziato risorse inferiori del 35 per cento rispetto a quelle stanziate nel 2006 -:
se effettivamente le risorse destinate ai predetti servizi siano state decurtate dal Ministero della difesa rispetto al 2006 e in caso affermativo quali iniziative intenda intraprendere per salvaguardare i livelli occupazionali delle imprese che erogano i servizi medesimi.
(5-00733)