Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 125 del 13/3/2007
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
FORMISANO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 6 dicembre 2006, il Ministro della Giustizia è stato interrogato in ordine alle iniziative che si intendevano adottare rispetto alla scadenza dei 31 dicembre 2006, prevista dalla legge 149 del 2001, riguardante la chiusura degli istituti di accoglienza per i minori ed il loro collocamento in affido familiare o, in subordine, in casa famiglia o in comunità;
in particolare, rispetto ai timori sollevati dagli interroganti circa il rischio di veder realizzate operazioni di puro maquillage - riferito ai muri, alle pareti - attraverso le quali, alzando pareti divisorie all'interno di una camerata, rientrare negli standard previsti per i modelli di casa famiglia, il Ministro aveva garantito il massimo controllo, invitando gli interroganti a verificare «se le mie parole hanno esclusivamente un valore lessicale o il valore di pietre angolari di riferimento»;
ad oggi, a due mesi e mezzo dalla scadenza predetta, secondo il quotidiano Il Messaggero di sabato 10 marzo, sarebbero ancora 35 mila circa i minori in situazione di semi-abbandono permanente e condannati ad un destino di solitudine ed incertezza, tenuto conto che l'alternativa alla casa famiglia è l'affido;
a differenza dell'adozione, l'affido, tuttavia, non sembra riscuotere molto successo tra le famiglie italiane che difficilmente accettano l'idea di una accoglienza limitata dei bambini che devono restare legati ai genitori originari e possono e devono tornare da essi una volta cessati i presupposti del semi-abbandono, in qualunque momento della loro vita;
purtroppo se da una parte non vi sono gli strumenti giuridici per dichiarare lo stato di abbandono, le possibilità di rientro nella famiglia sono, dati alla mano, quasi nulle, sicché questi minori si trovano in quello che molti definiscono un vero e proprio limbo -:
quali siano i risultati dei controlli attivati al fine di verificare l'adeguatezza delle nuove strutture sorte in seguito alla chiusura degli istituti di accoglienza e se non ritenga opportuno assumere iniziative normative per prevedere nuove forme di affidamento familiare, magari istituendo forme attenuate di adozione legittima, per agevolare quelli che sono due interessi convergenti: avere una famiglia da una parte ed il desiderio di genitorialità dall'altra.
(3-00715)