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Allegato B
Seduta n. 136 del 28/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 29 MARZO 2007
...
INTERNO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
domenica 25 marzo 2007 il quotidiano Il Secolo XIX pubblicava un articolo dal titolo «Mancano i fondi, la polizia non scorta più le navi»;
detto articolo denuncia la preoccupante situazione in cui versa la Squadra Navale della Questura di Savona stante che, da ormai tre mesi, la motovedetta e la pilotina in dotazione a tale Squadra sono ferme nel porto di Savona perché la Finanziaria ha tagliato i fondi che garantivano il rifornimento di carburante per i natanti della Polizia;
in questa situazione non è più possibile assicurare il servizio di sorveglianza del mare e di controllo delle navi da crociera in entrata e in uscita da porti movimentati come quello di Savona;
ciò costituisce anche inadempimento al Protocollo d'intesa siglato a livello internazionale dopo gli attentati dell'11 settembre 2001;
palesemente gravi sono le ripercussioni negative di tale situazione sulla prevenzione della criminalità, la sicurezza e l'ordine pubblico con inevitabili riflessi sul turismo che, nelle Regioni costiere quali la Liguria, deve essere visto come attività prioritaria sia in funzione dello sviluppo e sia in funzione dei posti di lavoro -:
quali siano gli intendimenti di codesto Ministero per evitare la come sopra esposta pericolosa situazione e se il Governo voglia farsi carico di intervenire urgentemente per interrompere questa situazione che non ha precedenti e che desta forti preoccupazioni.
(2-00443) «Nan».
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
I Commissione:
HOLZMANN, CATANOSO e BOCCHINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il primo marzo scorso il sindacato autonomo Confsal-Vigili del Fuoco ha effettuato lo sciopero nazionale della categoria portando all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale lo stato di grave crisi economica, giuridica e di strutture in cui versa il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco;
recentemente, il Corpo dei Vigili del Fuoco è stato riformato grazie al decreto
legislativo n. 217 del 2005 e, un anno prima, la legge n. 252 del 2004, ha trasformato il rapporto d'impiego da privatistico in pubblico nell'ottica dell'inserimento dei Vigili nel più ampio ed articolato Comparto sicurezza;
questi due provvedimenti, a tutt'oggi non abrogati e, quindi, in vigore, non hanno avuto la necessaria copertura finanziaria se non attraverso alcuni dei 1364 commi dell'ultima legge finanziaria;
negli anni tra il 2006 ed il 2008, tra pensionamenti e mancata utilizzazione del personale ausiliario in servizio di leva, 8 mila unità andranno perse dai Vigili del Fuoco;
per contro le nuove assunzioni e le stabilizzazioni di personale precario non coprono neanche il 10 per cento di quello uscito e questa percentuale non è certa in quanto il comma della Finanziaria che tratta l'argomento, comma 519 dell'articolo 1, non precisa le risorse;
ad aggravare la situazione degli organici abbiamo anche il progetto «Soccorso in 20 minuti» redatto dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco di concerto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative che prevede un incremento di organico di più di 15 mila unità rispetto alla dotazione organica attuale, ferma al 1997;
la conseguenza immediata di questa carenza di personale è la chiusura di alcuni distaccamenti su tutto il territorio nazionale, ben diversamente dagli standard europei di sicurezza;
in base alla normativa vigente, secondo i calcoli della Federazione nazionale dei Vigili del Fuoco della Confsal occorrerebbero circa 100 milioni di euro per garantire le la legittima perequazione giuridica ed economica alle altre forze di polizia e per completare l'applicazione della riforma del 2005 -:
se il ministro interrogato intenda dare corso alle riforme di cui in premessa e quali risorse intenda stanziare per venire incontro alle legittime richieste dei lavoratori dei Vigili del Fuoco italiani.
(5-00888)
ADENTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi mesi, con maggiore o minore evidenza mediatica, si è imposto il tema del problema sociale, della sicurezza e, più in generale, della convivenza e dell'integrazione delle comunità rom stabilitesi nel nord Italia e in particolare nella regione Lombardia;
i rom e i sinti presenti in Lombardia sono stimabili attorno alle 13.000 unità di cui tra i 9.000 e gli 11.000 vivono in insediamenti collettivi di vario tipo (regolari o irregolari, permanenti o temporanei) e che, nonostante si tratti di una comunità numericamente limitata, essa presenta comunque un'alta criticità in termini di integrazione;
più della metà dei rom e dei sinti che vivono in Lombardia sono stranieri di diverse nazionalità (bulgari, macedoni, romeni, kossovari) e che le restanti unità sono cittadini di nazionalità italiana;
in tutto il territorio lombardo sono stimati tra i 290 e i 350 gli insediamenti di rom e sinti e che di tali insediamenti poco meno della metà è regolarmente autorizzato dalle amministrazioni locali e in prevalenza affidato alla gestione di organizzazioni del volontariato;
i restanti insediamenti sono di tipo «irregolare», ovvero vere e proprie baraccopoli prive delle minime condizioni di igiene e sicurezza per chi vi abita;
spesso in questi insediamenti si verificano situazioni per cui donne e minori sono costretti a comportamenti degradanti, come l'accattonaggio, o forzati a compiere azioni illecite come furti;
soprattutto in questo ultimo caso si sono verificati di frequente problemi di ordine pubblico, connessi principalmente con gli interventi di sgombro e smantellamento di tali insediamenti, interventi
che condotti dalle forze dell'ordine difficilmente e solo in pochi casi sono stati efficaci, anche alla luce di oggettive difficoltà nel procedere all'identificazione e all'espulsione degli stranieri irregolari;
tali insediamenti sono concentrati nella città e nella provincia di Milano, ma tutte le principali cittadine lombarde presentano insediamenti di rom e sinti che in alcuni casi hanno carattere «irregolare» con conseguenze significative di carattere sociale e con conseguenti riflessi anche sulla sicurezza del territorio verificandosi spesso episodi di microcriminalità in qualche modo riconducibili ai soggetti che risiedono in questi insediamenti;
rom e sinti, diversamente da quanto diffusamente si ritiene, tendono al contrario a stabilizzarsi nello stesso insediamento per lungo tempo e generalmente lo abbandonano solo in caso di allontanamento forzato dallo stesso;
nel caso dei cittadini romeni si deve tenere in considerazione che dal primo gennaio essi sono divenuti cittadini comunitari e quindi non più espellibili;
la soluzione del campo nomadi ha dimostrato, nel corso degli anni, significativi limiti esponendo il territorio a un doppio rischio: da una parte riservando a queste comunità un trattamento differenziale e suscitando, invece, nei cittadini delle comunità locali reazioni negative, spesso intolleranti, anche per l'assenza di una efficace politica di mediazione e integrazione culturale;
in tal senso è significativo che la legge regionale della Lombardia a favore dei rom non è stata rifinanziata da diversi anni impedendo così di proseguire una indispensabile azione di mediazione culturale;
in Lombardia si registrano da una parte situazioni di grave intolleranza, come nel caso dell'insediamento di Opera alle porte di Milano, dall'altra situazioni di carattere sociale gravissimo, come nel caso di Pavia dove diverse famiglie rom, spesso con figli minori, vivono in un'area industriale dimessa priva di ogni servizio igienico, priva di condizioni di sicurezza trattandosi di una area fortemente inquinata per le produzioni chimiche che vi si lavoravano e per la generale precarietà della struttura e priva degli indispensabili servizi (come acqua, luce eccetera) volti a garantire delle condizioni civili di vita, specie per i soggetti minori;
in entrambi i casi le comunità rom e sinti ospitate sono indotte dalle precarie condizioni di vita anche a compiere atti e attività illecite e il diffondersi di avvenimenti criminosi imputabili a queste comunità rende ancora più difficile la convivenza con le comunità locali e l'integrazione;
di fronte al sostanziale fallimento del modello dei campi nomadi si rende indispensabile affrontare diversamente il problema della presenza delle comunità rom e sinti con particolare attenzione a garantire condizioni di sicurezza per tali comunità e quelle locali e condizioni di vita almeno dignitose per i rom e i sinti -:
se il Ministro interrogato intenda assumere l'iniziativa di promuovere, anche in accordo con il Ministro per le politiche sociali, una legge quadro nazionale che affronti in modo organico e sistematico questa materia, contribuendo a stabilire le competenze dei diversi livelli di governo e che sostenga i comuni ad affrontare in termini amministrativi tali problematiche.
(5-00889)
D'ALIA e RONCONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 27 aprile 2005 il Comune di Perugia firmò un protocollo d'intesa con Prefettura, Questura e Fondazione Cassa di Risparmio, teso ad aumentare i livelli di sicurezza e ordine pubblico anche mediante installazione di telecamere e sistema di videosorveglianza;
negli ultimi anni il fenomeno della sicurezza è sempre più percepito dai perugini come il problema principale da affrontare;
recenti iniziative di sindaci di città metropolitane, Napoli e da ultimo Milano hanno richiamato l'attenzione della pubblica opinione verso questo problema sempre più sentito dai cittadini;
il fenomeno dello spaccio di droga, della microcriminalità, della prostituzione sembra impadronirsi di vere e proprie aree del territorio comunale (vie limitrofe al centro storico, Piazza del Bacio, alcune aree di Ponte San Giovanni, e molte altre ancora);
l'intera regione dell'Umbria è colpita da questo fenomeno sempre più crescente: 6 omicidi, 140 rapine, 12 estorsioni, 35 casi di pedofilia;
ad oggi la legge regionale n. 12 del 2002 tesa a garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini è in forte ritardo nella sua attuazione completa -:
se il protocollo del Comune di Perugia sia mai stato attuato nella sua interezza e quali urgenti misure intenda intraprendere o abbia già intrapreso per fronteggiare questo problema così avvertito dalla comunità di Perugia.
(5-00890)
Interrogazione a risposta in Commissione:
FOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 14 febbraio 2007 il Governo ha fornito risposta alle interrogazioni 5-00021 e 5-00401 relative alla questione di «Via della Chiesa», sita in frazione di Vicobarone del Comune di Ziano Piacentino (Piacenza);
per quanto consta all'interrogante, la risposta resa (sulla base di errate informazioni recepite dal Ministero) contiene diverse inesattezze, tali da condizionare - come hanno condizionato - le conclusioni del Governo e di cui alla predetta risposta;
invero ed in particolare, la causa sulla destinazione d'uso della strada di cui trattasi non è stata promossa da un Comitato di cittadini di Vicobarone - come si legge nella risposta - contro i proprietari del Castello, ma, al contrario, da questi ultimi contro il Parroco e il Presidente del Consiglio parrocchiale;
le opere provvisionali prescritte con ordinanza sindacale del 7 agosto 2006 ben possono essere eseguite servendosi della «Via della Chiesa», solo parzialmente occupata da mesi e mesi da strutture metalliche che avrebbero dovuto servire all'esecuzione di lavori al Castello comunque non iniziati, strutture facilmente smontabili e rimontabili (in mezza giornata);
impraticabile è invece la possibilità di passare sulla proprietà della Parrocchia (richiesta di cui non si comprende comunque il significato, se non strumentale) per eseguire le opere predette;
la «situazione di stallo» rappresentata dal Governo non è assolutamente addebitabile a quanto nella stessa risposta sostenuto;
ad oggi, né il Comune né il Prefetto hanno adottato le iniziative sostitutive di legge per l'adempimento coattivo dell'ordinanza sindacale 7 agosto 2006, ormai da 7 mesi totalmente ignorata dagli ingiunti;
il Prefetto di Piacenza non risulta avere assunto alcuna iniziativa, come preannunciato nella risposta del Governo, e tanto meno risulta avere convocato una conferenza di servizi con la presenza anche di un rappresentante della Soprintendenza, così come si renderebbe invece urgentemente necessario;
paradossalmente perdura, quindi, l'inerzia a provvedere di ogni e qualsiasi autorità competente, dopo mesi e mesi;
con la questione delle opere provvisionali nulla interferisce la sentenza del Tribunale di Piacenza da poco emessa che, per ragioni processuali, ha ritenuto di non poter entrare nel merito dell'uso pubblico o meno della strada;
la violazione dell'articolo 30 del Codice della strada era stata in precedenza segnalata dall'interrogante in altro atto di sindacato ispettivo al fine di sottolineare
che la stessa prevede l'irrogazione di una sanzione ad opera del Prefetto che - anche dopo l'intervento dei Vigili del fuoco - non risulta peraltro irrogata -:
come il Governo e le competenti autorità locali (Prefetto, Comune, Soprintendenza, Vigili del Fuoco) intendano procedere per assicurare la pubblica incolumità relativa al sagrato della Chiesa e, comunque, l'esecuzione delle opere provvisionali, dichiarate urgenti mesi e mesi fa, ma che nessuno a tutt'oggi si è paradossalmente curato di erigere in via diretta (Sindaco) o in via surrogatoria (Prefetto).
(5-00895)
Interrogazioni a risposta scritta:
NESPOLI e CASTIELLO. - Al ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
non è stata data ancora risposta alla precedente Interrogazione a risposta orale n. 3/00502 del 20 dicembre 2006 mediante la quale si richiamava l'attenzione del Ministro dell'Interno sulla recrudescenza dei fenomeni criminali nell'area metropolitana di Napoli;
a distanza di mesi, si riscontrano quotidianamente ulteriori impennate di fenomeni delinquenziali nei confronti dei quali è venuto meno ogni risultato legato ai «Piani Sicurezza» per Napoli promessi e, di fatto, mai pienamente attuati;
oltre alle soppressioni dei posti di Polizia presso i più grandi ospedali cittadini, si sono aggiunti quelli di numerosi Commissariati;
al piano di razionalizzazione messo in atto dal Ministero dell'Interno che secondo gli interroganti ha, appunto, comportato un indebolimento della presenza delle Forze dell'Ordine sul territorio si aggiunge, oggi, anche la chiusura del Commissariato di Chiaiano che ha creato non poche proteste tra la popolazione e le vibranti prese di posizione di molteplici movimenti politici;
l'attivismo di alcune di queste all'interno degli Enti Locali è finanche sfociato nell'unanime approvazione di un ordine del giorno in seno al Consiglio della 8a Municipalità di Napoli dal quale si evince la netta contrarietà alla dismissione del Commissariato di P.S. di Chiaiano -:
quali celeri iniziative si intendano adottare al fine di ripristinare concretamente le giuste condizioni di sicurezza a tutela dei cittadini e se non sia opportuno derogare alla chiusura degli storici presidi di Polizia presenti sul territorio e presso tutti gli altri punti nevralgici della città e del suo interland.
(4-03099)
CARUSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Lucca da ormai troppo tempo si consumano nella più totale impunità minacce e violenze politiche di chiara matrice fascista, senza che le istituzioni preposte riescano minimamente a porre un freno o un argine a queste azioni deprecabili;
in particolare si fa riferimento a una serie di azioni, violenze e intimidazioni che dimostrano come Lucca sia teatro ormai di un vera e propria escalation e di una strategia sistematica di intolleranza e violenza politica, di cui, di seguito, elenchiamo alcuni dei più significativi:
a) nel novembre 2002, in occasione di una iniziativa di Forza Nuova contro l'immigrazione a Lucca, i muri della città vengono imbrattati con scritte xenofobe, razziste e inneggianti al fascismo, in via Beccheria accanto alla vetrina di un negozio compare la scritta «gay raus» preceduta dal nome del titolare dell'esercizio e una croce celtica. Poco dopo il negozio chiude;
b) in data 4 aprile 2003 manifesti e scritte di stampo fascista ricoprono la sede della CGIL in via Fillungo. Negli stessi giorni viene danneggiata la moschea del
centro cittadino e una svastica compare sul portone dell'Istituto Storico della Resistenza;
c) in data 27 agosto 2003 viene infranta a sprangate la vetrina della libreria Baroni in via S. Paolino, dove era stato presentato un libro dall'associazione «Altro Volto». Scritte naziste e omofobe sui muri attorno;
d) in data 8 aprile 2004: nella discoteca KuKu di Antraccoli viene aggredito un giovane del Collettivo Studentesco per il Diritto allo Studio. Riporta la frattura del setto nasale ed altre ferite alla testa;
e) in data 18 aprile 2004 avviene uno degli episodi più gravi e drammatici dell'escalation della violenza fascista nella città di Lucca: due individui rimasti sconosciuti, dopo aver offeso verbalmente una ragazza con minacce e frasi di chiaro stampo fascista, la struprano a scopo «punitivo» perchè lesbica;
f) in data 15 agosto 2004, nei pressi di via Garibaldi viene aggredito e picchiato da cinque nazifascisti un membro dell'Assemblea Spazi Autogestiti. Il giovane subisce un'operazione maxillofacciale per la riduzione delle fratture e l'applicazione di una placca metallica al padiglione orbitale;
g) in 29 ottobre 2005, una ventina di nazifascisti si presentano davanti allo Ska Sankara di S. Anna. I cinque militanti presenti si chiudono all'interno e sono costretti a chiamare la polizia che si presenta solo dopo 45 minuti, quando ormai il gruppo di aggressori si è dileguato;
h) in data 10 dicembre 2005, intorno alla mezzanotte, viene lanciato un mattone contro la finestra del Sankara mentre si sta svolgendo una festa. Il vetro si infrange e i frammenti colpiscono alcune persone li vicino. Poche ore dopo vengono lanciate due bottiglie molotov;
i) nel febbraio 2006, al carnevale di Viareggio un giovane lucchese di sinistra viene aggredito con un tirapugni da due estremisti di destra. Il giovane riporta una ferita alla fronte;
l) in data 26 agosto 2006, intorno alle 18, in piazzale Aldo Moro a S. Concordio, si presenta un gruppo di circa 25 estremisti di destra in assetto da battaglia (catene, cinture e bottiglie rotte), per impedire con la violenza l'inaugurazione del torneo di calcio interetnico «Asì es mi futbol». Dopo una ventina di minuti giunge sul posto un'auto delle forze dell'ordine. Alla richiesta di identificare gli aggressori gli agenti, come hanno dichiarato i presenti, lasciano trascorrere alcuni minuti e i nazifascisti si allontanano lentamente in gruppo, indisturbati;
m) in data 8 dicembre 2006, intorno alle 4 di notte, un gruppo di nazifascista sfonda il vetro di un'auto parcheggiata sotto la casa di un ragazzo di sinistra a S. Alessio e tentano di incendiarla;
n) in data 15 gennaio 2007, durante le ore di autogestione, si presentano all'entrata del Liceo Artistico quattro individui di estrema destra cercando di introdursi nella scuola. I professori sbarrano il portone che i quattro tentano, a forza, di aprire. Si allontanano dopo circa 20 minuti;
o) in data 27 gennaio 2007, in occasione del «Giorno della Memoria», le istituzioni e le forze dell'ordine, pur avvertite con largo anticipo, consentono lo svolgimento di un concerto naziskin a Nozzano che richiama estremisti di destra di tutta la Toscana;
p) in data 23 febbraio 2007, all'udienza del processo per il pestaggio del 15 agosto 2004, sono presenti una ventina di naziskin di scorta agli imputati, che all'interno del tribunale, indisturbati, provocano ed intimidiscono sia il ragazzo vittima del pestaggio che i presenti;
q) in data 24 febbraio 2007, verso le tre di notte, un ragazzo appartenente al Cantiere Resistente, neonato soggetto politico impegnato nell'autogestione del territorio, viene inseguito per alcuni chilometri
da due macchine piene di estremisti di destra. Il ragazzo perde il controllo dell'auto e si schianta contro altre macchine in sosta davanti al bar Tambellini a S. Alessio. Sceso dall'auto si da alla fuga ma, braccato da dieci, quindici fascisti, viene atterrato, accoltellato, coperto di calci, pugni, offese e sputi finché stremato non perde i sensi. Alcune persone sopravvenute danno l'allarme, scongiurando un infausto finale. Il ragazzo si sveglia in ospedale dove oltre ai numerosi punti di sutura, gli verrà impiantata una placca per la riduzione della frattura al malleolo del piede destro e nello stesso intervento gli verranno ricollegati alcuni legamenti della caviglia danneggiati durante il pestaggio -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali misure il Ministro intenda adottare affinché cessi il clima di violenza e di intolleranza che alcune frange d'estrema destra hanno instaurato nella città di Lucca;
se non ritenga opportuno, stante quanto sopra esposto, porre in atto ispezioni ministeriali o qualsiasi altro genere di provvedimento affinché le locali autorità preposte provvedano a contrastare con maggior efficacia il dilagare della violenza fascista nella città.
(4-03114)