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Allegato B
Seduta n. 154 del 9/5/2007
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta scritta:
COTA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la legge 24 dicembre 2004, n. 313 riconosce l'apicoltura come una attività di interesse nazionale utile per la conservazione dell'ambiente naturale, dell'ecosistema e dell'agricoltura in genere;
in Italia, la produzione di miele, ancorché ampiamente diffusa su tutto il territorio nazionale, evidenzia i suoi valori più significativi in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana, ove si concentrano, rispettivamente, il 39 per cento degli alveari ed il 48 per cento delle quantità prodotte;
la stagione in corso è fortemente condizionata dalle temperature elevate e dalla carenza di pioggia che, interagendo, hanno, a loro volta, determinato anticipi nella fioritura delle principali specie mellifere e scarsità di nettare;
l'anomalo andamento stagionale sta, prevalentemente, incidendo sulle rese di miele di acacia, le cui produzioni sono particolarmente diffuse nella regione Piemonte;
l'apicoltura piemontese che, giova evidenziarlo, incide per circa il 12 per cento su quella nazionale, oltre a risentire dei problemi di cui sopra sta, in talune aree, patendo gravi danni a causa della peste europea che ha colpito numerosi alveari;
nelle ultime settimane le difficoltà dell'apicoltura piemontese si sono aggravate a seguito del manifestarsi, sia di alcune anomalie nel comportamento delle api, sia di numerosi episodi di morìa, registrati, rispettivamente, nelle province di Torino e di Novara;
le cronache, anche nazionali, hanno reso conto di ben 5 episodi, verificatisi a Torino tra il 23 ed il 24 aprile 2007 e che hanno visti protagonisti sciami di api «impazzite»; mentre la stampa locale rende conto, con crescente frequenza, di casi di morìa di api che, in molti allevamenti della provincia di Novara, stanno, di fatto, distruggendo gli alveari, le cui popolazioni hanno registrato perdite anche superiori al 60 per cento;
gli anomali comportamenti ed i gravi episodi di morìa e di cui sopra sarebbero direttamente riconducibili all'andamento climatico e, in specie, agli effetti del caldo e della ridotta umidità che avrebbero determinato la concentrazione di talune sostanze inquinanti su livelli dannosi - e finanche letali - per le api -:
se e quali interventi si ritiene di attuare per fare fronte alle emergenze sanitarie ed ambientali che stanno così pesantemente condizionando l'apicoltura nazionale e, in specie, se non si ritenga di prevedere, in accordo con le regioni interessate, l'adozione di specifiche misure a sostegno degli apicoltori direttamente colpiti;
se non si ritenga di accrescere l'impegno finanziario in favore del documento programmatico per il settore apistico di cui alla legge 24 dicembre 2004, n. 313.
(4-03559)
CATANOSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nel periodo che va dal dicembre 2005 al gennaio-febbraio 2006, gran parte del territorio della provincia di Catania e, segnatamente, quello delle «Aci» è stato oggetto di piogge persistenti, venti e basse temperature che hanno determinato vasti fenomeni di marsciscenza di frutta e ortaggi;
come prevede la normativa, i fatti sono formalmente segnati all'Agenzia del
Territorio e all'Ispettorato Agrario per l'applicazione delle provvidenze in materia tributaria e previdenziale;
l'Ispettorato provinciale, operati i controlli di rito, ha inviato una nota alla Regione Siciliana che, forte degli ordini del giorno votati da numerosi Comuni interessati, ha acclarato la dichiarazione dello stato di calamità naturale con delibera di giunta regionale n. 133 del 21 marzo 2006;
l'Assessorato all'Agricoltura ha inoltrato il fascicolo al Ministero delle politiche agricole per l'emanazione del provvedimento consequenziale;
il Ministero delle politiche agricole - con decreto 3 aprile 2007 - ha dichiarato l'esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi verificatisi nella regione Sicilia;
nella Provincia di Catania sono state dichiarate eccezionali le piogge alluvionali avvenute dal 13 dicembre 2005 al 14 dicembre 2005, nel territorio dei comuni di Catania, Licodia Eubea, Militello in Val di Catania, Mineo, Palagonia, Ramacca, Scordia, Vizzini -:
per quali motivi non siano stati inseriti nel decreto i comuni di Acireale, Aci Castello e Aci Sant'Antonio, nel cui territorio le piogge torrenziali si sono abbattute per diversi giorni con gravissimi danni alle colture agricole;
se non ritenga opportuno intervenire da un punto di vista normativo integrando il suddetto decreto con i comuni delle «Aci» e individuando ulteriori risorse finanziarie per far fronte alle necessità delle aziende agricole, già duramente colpite.
(4-03572)