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Allegato B
Seduta n. 158 del 16/5/2007
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
SAGLIA. - Al Ministro del'interno. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Bresciaoggi del 7 aprile 2007 (pagina 15) ha denunciato i ritardi nel trasferimento della stazione Carabinieri di Lamarmora presso un nuovo edificio sito in via Bianchi a Brescia;
la nuova struttura di via Bianchi, in cui già da tempo avrebbe dovuto esser trasferita la vecchia stazione di Lamarmora, consta di 1.500 metri quadrati di superficie utile, nuovi alloggi, palestra e ha visto una spesa per il Comune di Brescia pari a 2 milioni 184 mila euro;
l'articolo succitato parla di un «parere favorevole per la nuova caserma» da parte del Ministro degli interni ma aggiunge che lo stesso «vuole sapere quanto pagherà d'affitto»;
l'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Brescia rende noto che la Giunta ha deliberato per i prossimi sei anni il comodato gratuito, come peraltro già avviene per un distaccamento di Polizia della città;
questo dilatamento dei tempi di trasferimento sta producendo l'oneroso pagamento dell'affitto da parte dello Stato per la vecchia caserma Lamarmora di cui è proprietario un privato cittadino;
l'urgenza del suindicato trasferimento si rende oggi ancor più urgente per i cambiamenti nella disposizione territoriale delle circoscrizioni della città, in particolare per la Sesta Circoscrizione di competenza appunto del Comando Carabinieri di Lamarmora, che aumenterà di oltre trentamila unità il numero di residenti -:
se non ritenga, anche alla luce dell'ultimo punto in premessa, velocizzare l'iter burocratico della pratica di trasferimento; in caso negativo, quale sia la cifra che lo Stato è tenuto a versare mensilmente come canone d'affitto al proprietario dell'attuale edificio ospitante la Caserma.
(4-03670)
ROSSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gravi sono i problemi dei Vigili del Fuoco Volontari della Provincia di Vercelli
che costituiscono il 50 per cento del totale dei Vigili del Fuoco presenti sul territorio;
i problemi rilevati anche a livello nazionale sono molteplici: dalle strutture obsolete, al mancato rinnovo del parco macchine, alle procedure di arruolamento per gli aspiranti Vigili, all'indennità previdenziale non ancora ben definita. Tutto ciò comporta una ricaduta negativa sul lavoro dei Vigili del Fuoco e sulla loro professionalità;
in particolare, la situazione nella Provincia di Vercelli è oltremodo difficile e solo grazie all'impegno dell'amministrazione comunale di Santhià è stato possibile intervenire per potenziare le strutture necessarie affinché i Vigili del Fuoco potessero adempiere al meglio il loro lavoro e garantire un servizio efficiente ed efficace a favore delle popolazioni locali;
è, quindi, necessario che si intervenga urgentemente per poter migliorare i mezzi e le strutture di cui si avvalgono i Vigili del Fuoco Volontari, in particolare della Provincia di Vercelli, al fine di assicurare un servizio adeguato a favore della sicurezza dei cittadini;
è necessario, inoltre, evidenziare come sia opportuno realizzare dei centri polifunzionali ove si possa includere anche personale sanitario e personale della protezione civile, come accade in molte Regioni del nostro Paese -:
quali iniziative urgenti intenda adottare per migliorare i mezzi e le strutture a disposizione dei Vigili del Fuoco della Provincia di Vercelli affinché possano svolgere al meglio il loro lavoro al servizio della collettività;
se non si ritenga altresì necessario creare, nella Provincia di Vercelli, dei centri polifunzionali in grado di garantire forme adeguate di prevenzione e di soccorso alla popolazione in caso di calamità.
(4-03674)
ALLASIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 14 maggio 2007, l'Università di Torino è stata teatro di due contrapposte manifestazioni, una promossa dal Fuan, che intendeva procedere ad un volantinaggio elettorale in vista delle imminenti consultazioni d'Ateneo, e l'altra dal Collettivo Universitario Autonomo, tesa ad impedire lo svolgimento della predetta attività propagandistica;
nell'intento di evitare scontri, le forze dell'ordine hanno provveduto ad interporsi tra i due gruppi;
secondo quanto riportato dalla stampa, per scongiurare il verificarsi di violenze sarebbero state altresì intavolate trattative tra le organizzazioni dei manifestanti e la Digos;
a dispetto dello sforzo, alla fine la situazione è precipitata, obbligando le forze dell'ordine a caricare i dimostranti;
in seguito a quanto accaduto, gli esponenti del Collettivo Universitario Autonomo hanno accusato le forze dell'ordine di aver caricato soltanto i propri manifestanti, sostenendo inoltre che nell'università non debba esser più permessa alcuna manifestazione da parte del Fuan;
di contro, la dirigenza del Fuan accusa il Collettivo Universitario Autonomo di aver generato un clima intimidatorio nell'Ateneo torinese -:
l'opinione del Governo sui fatti descritti nella premessa e le misure che ritenga di dover assumere per garantire all'interno dell'Ateneo torinese il diritto di manifestare senza subire intimidazioni di alcun genere.
(4-03675)
ZANELLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il giorno 26 aprile 2007, al suo rientro a Oriolo (Cosenza), suo paese natale, per far visita alla famiglia, il signor Francesco Brancaccio è stato immediatamente convocato dai Carabinieri di Corigliano Calabro Scalo (Cosenza) dove il Capitano
dello stesso Comando, in delega del Questore di Cosenza, ha proceduto alla notifica dell'avviso orale, secondo quanto previsto dall'articolo 1 della legge 423 del 1956 poi modificata dalla successiva legge 327 del 1988;
Francesco Brancaccio è uno studente fuorisede iscritto alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università La Sapienza di Roma, ricopre la carica di rappresentante degli studenti al Consiglio della stessa facoltà ed è membro del Senato Accademico dello stesso ateneo; attivista nell'ambito dei collettivi e delle organizzazioni universitarie a livello cittadino e nazionale; noto per il suo impegno politico e non per atti delittuosi o condotte delinquenziali, come testimonia la sua fedina penale non macchiata da alcuna condanna;
la notifica dell'Avviso Orale non prevede il coinvolgimento e il parere della magistratura ma viene applicata per decisione diretta della questura di residenza sulla base della presunta pericolosità sociale del soggetto;
tale provvedimento può comportare, nell'arco dei tre anni dalla data della notifica, l'applicazione di ulteriori misure di controllo e limitazione della libertà personale, in questo caso la misura di sorveglianza speciale;
tale misura, normalmente applicata a chi si fa responsabile di atti e condotte delittuose di natura comune particolarmente rilevanti, pone problemi di correttezza di applicazione e di garanzia democratica qualora, come in questo caso, venga applicata per ragioni riguardanti l'impegno politico del soggetto interessato -:
se il Governo ritenga appropriata e proporzionata al soggetto in questione l'applicazione di tale misura, tenuta presente la non sussistenza dei motivi che per legge la giustificano;
se il Governo non reputi necessario intervenire affinché tali misure non vengano usate impropriamente;
se il Governo non ritenga l'applicazione di tale misura vessatoria e lesiva delle garanzie democratiche e dei diritti costituzionali di libertà, qualora applicata a chi in modo pubblico ed esplicito svolge attività politica.
(4-03678)
GRILLINI, DE SIMONE, GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA, FIANO, BUFFO, ZANOTTI, BALDUCCI e BANDOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi tempi il clima intimidatorio nei confronti degli omosessuali raggiunge sfumature persecutorie;
tale è il caso occorso a Pistoia a Matteo Marliani, presidente di Arcigay Pistoia e candidato alle elezioni amministrative, riportato da Il Tirreno, il 14 maggio 2007: «Tre volantini dal contenuto intimidatorio sono stati fatti trovare sulla soglia di casa del dirigente dell Arcigay di Pistoia Matteo Marliani, candidato al consiglio comunale per le prossime elezioni amministrative tra le file di Rifondazione Comunista. Nessuna firma in calce nei tre volantini, già sequestrati dalla polizia, ma soltanto una croce celtica. Al centro delle offese e delle intimidazioni, nel nome di una ipotetica difesa della famiglia tradizionale, la contrarietà al fatto che Marliani possa eventualmente far parte del consiglio comunale della nostra città»;
tale è anche il caso occorso a Milano a Paolo Ferigo, presidente di Arcigay Milano, riportato dall'ANSA, il 16 maggio 2007: «L'esponente dell'associazione durante una cena in pizzeria in via Cadore è stato aggredito con pugni e schiaffi e minacce di morte dopo che, insieme ad altre sette persone, era stato oggetto di pesanti battute e parole di scherno da parte di due avventori del locale nel corso della cena». Una nota di Arcigay Milano osserva come «il tutto si sia svolto nella totale indifferenza degli altri clienti» della pizzeria;
apparirebbe evidente nel primo caso la matrice dell'atto intimidatorio, visto che
il volantino riportava queste scritte: «Fuori i pervertiti da Pistoia, mai un finocchio in comune, difendiamo la famiglia tradizionale» con a firma una croce celtica, così come accaduto a Milano, dove settimane orsono sono comparse sulla vetrina di una libreria scritte omofobe che recitavano: «Gay pedofili», «Gay raus», «Fr.... al muro» è una svastica, erano state vergate con vernice spray di colore nero con l'aggiunta di una croce celtica e della sigla «FN», come riporta una agenzia stampa Ansa del 2 maggio 2007;
apparirebbe evidente nel secondo episodio, ultimo solo in ordine di tempo, che l'omofobia è un fenomeno ben presente nelle nostre città. È il frutto della martellante campagna di discriminazione condotta nei confronti di lesbiche, gay e trans, per cui non si è al sicuro nemmeno andando a mangiare in un locale pubblico. Tutto questo è triste ed estremamente preoccupante;
tutta la comunità gay italiana si sente minacciata e quotidianamente registriamo casi di violenza, minacce, discriminazione e persecuzione. È il caso, sempre del 14 maggio 2007, riportato da «Il Tirreno» occorso a Torre del Lago «È bastato un bacio, scambiato nel parcheggio davanti al ristorante «Europa», per ritrovarsi picchiato e insultato da tre uomini che parlavano in arabo. È la brutta storia raccontata da un ventisettenne pisano arrivato sabato sera al «Mama Mia» con amici e fidanzato».
ancora a Udine, l'11 maggio scorso, come riportato dal «Corriere Veneto» dove il vicepresidente di Arcigay Udine Guerrino Dipierro ha subito un pestaggio: «Circa una quindicina di giorni fa, mentre si trovava con degli amici in un bar in provincia di Padova, è stato oggetto di pestaggio da parte di due sconosciuti che hanno aggredito lui e un suo amico». Poi a Roma il 7 maggio 2007 come riportato da «La Repubblica - Roma»: «È stato malmenato da quattro giovani fuori da una discoteca di Testaccio perché omosessuale. La reazione violenta di un gruppo di ventenni nei confronti di Francesco P., uno studente di 22 anni»;
le Polizie di alcuni paesi europei e nordamericani hanno sviluppato iniziative e sezioni di polizia dedicate, volte sia a prevenire il fenomeno della violenza ai danni degli omosessuali, con attività più tradizionali di prevenzione e di messa in allerta della comunità gay locale con piccole campagne di comunicazione realizzate insieme all'associazionismo omosessuale, sia a farlo emergere nella sua interezza, con inviti a denunciare i delitti commessi attraverso linee dedicate e campagne di comunicazione che sottolineano il carattere gay-friendly delle forze di polizia, sia a reprimerlo, con attività investigative nelle quali è spesso coinvolto personale di polizia che abbia un orientamento sessuale di tipo gay e lesbico -:
se il Ministro interrogato non intenda offrire una scorta a Matteo Marliani e Paolo Ferigo;
quali iniziative intenda intraprendere per garantire la sicurezza e la serenità della comunità gay italiana;
se il Ministero intenda assumere iniziative anche sperimentali come quelle sopra illustrate, anche dopo averne verificato l'efficacia nell'ambito delle relazioni che il Ministero normalmente tesse con le polizie estere;
se il Ministero intenda attivare uno specifico monitoraggio dei crimini d'odio e in particolare di quelli dettati dall'odio omofobico, come avviene in molti paesi esteri (vedasi tra tutti l'esempio della F.B.I. statunitense).
(4-03679)