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Allegato B
Seduta n. 158 del 16/5/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
il GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in data 10 marzo 2003 emetteva ordinanza di sequestro preventivo di alcune aziende zootecniche del comprensorio di Marcianise sul presupposto dell'accertata presenza di un elevato tasso di diossina negli animali e nel latte;
le autorità veterinarie della regione Campania ordinarono, sulla scorta dell'analisi del rischio effettuata, l'abbattimento di 5.700 capi tra bovini, bufalini ed ovicaprini. Tale azione, complessa ed impressionante sul piano della esecuzione logistica dimostra quale fosse la gravità della situazione igienico-sanitaria ed ambientale per imporre l'adozione di provvedimenti straordinari ed urgenti e che giustificavano il sacrificio di centinaia di posti di lavoro e prospettive di sviluppo che vedevano nella zootecnia un sano equilibrio tra sviluppo economico ed ambiente;
ma proprio la presenza di indicatori biologici formidabili come gli animali ha rivelato l'oscuro pericolo che si annidava nelle viscere del territorio di Marcianise: esattamente a distanza di quattro anni, in uno scenario già visto, i servizi veterinari dell'ASL CE 1 comunicano al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ed ai sindaci del comprensorio che un campione di latte
bufalino prelevato presso un caseificio della zona e proveniente da sette allevamenti locali era risultato positivo per elevato tenore di diossina, chiedendo ed imponendo il sequestro cautelativo di circa 1.400 capi di bestiame e la distruzione del latte prodotto, in attesa di altri approfonditi accertamenti;
appare eccessivamente tardivo come a distanza di circa cinque anni 30.000 quintali di letame e compost pellettato già riscontrato inquinato da elevato tenore di diossina e di furani giace ancora presso la ex azienda Visocchi in attesa di distruzione. È sotto gli occhi di tutti il degrado ambientale, sconfinato in un vero disastro ambientale che da anni affligge il comprensorio. Negligente, costosa e scandalosa, ad avviso dell'interpellante, è la gestione dell'ambiente;
contro questo stato di cose, invano si sono levate voci di cittadini, di comitati civici, di sindaci, di amministratori, di esponenti politici e della stessa Chiesa che hanno spesso protestato, anche in maniera clamorosa, per far sì che si ponesse fine ad una spregiudicata attività di stravolgimento di un territorio che per volontà ed interessi di pochi, si è voluto ridurre a discarica di una intera Regione ed a volte anche di parte dell'Italia. Decine di milioni di euro sono stati spesi ad opera di enti che avrebbero dovuto studiare le cause e fornire soluzioni, e ad oggi risultano inadempienti. Risulta inoltre all'interpellante che enti come l'Agenzia per il Territorio sarebbero stati beneficiari di svariati milioni, mentre l'ARPAC non comunicherebbe i risultati delle analisi sul territorio;
è chiaro che, in assenza di evidenze da parte di chi deve indagare per proteggere il territorio, si verificano con periodicità ciclica gli effetti della patologia ambientale sugli animali da reddito, solo e soltanto perché essi sono gli unici posti doverosamente sotto controllo da parte delle autorità veterinarie. Le iniziative assunte, i provvedimenti emanati, le negligenze verificatesi hanno finito, infatti, con il rendere più drammatico un problema che è stato ignorato per anni, si è trascinato per altri anni senza soluzione ed è sfociato, sempre ad avviso dell'interpellante, nella tragedia di un vero disastro ambientale;
va sul punto fatto notare come sino ad oggi, assai probabilmente, per effetto dell'inquinamento ambientale, si registra in queste aree un elevato indice di mortalità per patologie tumorali, oltre a registrare la nascita di persone ed animali affetti da strane e gravi malformazioni. Non vi è dubbio che la condotta, che ad avviso dell'interpellante è, di fatto, negligente, imprudente ed imperita, di coloro che avrebbero dovuto intervenire e non lo hanno fatto, ha determinato un disastro al quale si chiede di porre rimedio -:
se siano state avviate iniziative per porre fine in concreto al disastro ambientale creato dalla negligente gestione del territorio in questione.
(2-00537) «Zinzi».