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Allegato B
Seduta n. 160 del 29/5/2007
...
GIUSTIZIA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
su richiesta del Procuratore di Larino dottor Nicola Magrone sono in carcere da
martedì 14 maggio, il Colonnello, Comandante dei Carabinieri di Campobasso e numerosi ufficiali di polizia giudiziaria che prestavano servizio presso la stessa Procura;
sul giornale on line Primonumero.it-Termoli in rete sono apparese interviste dello stesso Procuratore con quelle che l'interpellante ritiene pittoresche e stravaganti descrizioni dei metodi di lavoro presso quella Procura;
dai primi interrogatori in carcere nulla sembra emergere di così grave da giustificare l'arresto degli indagati contro i quali precedentemente malgrado i pesanti rilievi mossi nell'intervista del Procuratore nessun addebito era stato mai sollevato -:
se non ritenga anche sulla base delle suddette dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Larino di attivare i propri poteri ispettivi ai fini dell'esercizio di poteri di sua competenza.
(2-00550) «Giovanardi».
Interrogazioni a risposta orale:
CARTA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge 31 luglio 2005, n. 155, nel varare provvedimenti urgenti di contrasto al pericolo del terrorismo internazionale ha ritenuto, fra l'altro, di alleggerire la polizia giudiziaria dal gravoso compito delle notificazioni, disponendo che essa è tenuta ad eseguirle nella fase delle indagini preliminari per i soli atti a cui è delegata o, che comunque è tenuta ad eseguire (articolo 17);
alcune procure della Repubblica hanno di fatto ignorato la normativa in questione incaricando la polizia giudiziaria a svolgere notificazioni di atti non previsti, sebbene relativi alla fase delle indagini preliminari, perché rientranti nella competenza dell'ufficiale giudiziario (avvisi di deposito, di liquidazione, citazioni a giudizio, citazioni di testi, consulenti e parti offese, escluso i verbalizzanti, eccetera);
in alcuni casi sono delegate alla polizia giudiziaria ricerca di indagati ai sensi dell'articolo 159 del codice di procedura penale (notificazioni all'imputato in caso di irreperibilità) a cui si aggiunge la notifica di atti non di competenza della polizia giudiziaria, in palese violazione della legge;
in altre circostanze si cerca di far rientrare come motivi d'urgenza le carenze (o l'inerzia) dell'U.N.E.P. (ufficio notifiche esecuzioni e protesti) presente presso ogni, Corte di Appello;
qualche procura ritiene minata la propria autorevolezza quando la polizia giudiziaria, in ossequio alla legge, restituisce le notificazioni. Numerose e pressanti sono le sollecitazioni a compierle da parte della magistratura e si registra almeno un caso in cui è stato inviato un avviso di garanzia, ad un ufficiale di polizia giudiziaria che aveva restituito atti di notifica che, per legge, non era tenuto a compiere;
l'articolo 17 comma 3o della legge citata, ha inoltre modificato l'articolo 59 del codice di procedura penale destinando la polizia giudiziaria ai soli compiti previsti dall'articolo 55 comma 1 del codice di procedura penale L'intento è evidentemente quello di utilizzare la polizia giudiziaria nelle sole mansioni istituzionali. Accade tuttavia che presso numerose Procure della Repubblica la maggior parte degli appartenenti alle sezioni di polizia giudiziaria siano impiegati in servizi di cancelleria e segreteria ed in lavori del pubblico ministero che non hanno nulla a che vedere con le funzioni di cui all'articolo 55 comma 1 del codice di procedura penale -:
se e quanto sia effettivamente calato l'onere delle notificazioni a carico della polizia giudiziaria;
quanto sia esteso il fenomeno che vede la magistratura investire impropriamente
la polizia giudiziaria di notificazioni non di competenza, in evidente difformità delle disposizioni della legge;
se alla luce di quanto segnalato in premessa consti al Ministro interrogato che le sezioni di polizia giudiziaria continuano ad essere impiegate in compiti impropri.
(3-00903)
PEDRIZZI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 27 aprile 2006, con decreto dell'ex Ministro della Giustizia Roberto Castelli, sono state individuate le Province in cui avrebbero dovuto trovare sede le tre Scuole Superiori della Magistratura: la sede centrale di Latina e le due sedi decentrate nelle Province di Bergamo e Catanzaro. Per la realizzazione della struttura che avrebbe ospitato la Scuola Superiore della Magistratura, il Comune di Latina aveva messo a disposizione un'area nei pressi del nuovo «Polo giudiziario»;
il Ministro della Giustizia Mastella, contrariamente a quanto stabilito dal suo predecessore, ha firmato un nuovo decreto che modifica le sedi individuate e che boccia la città di Latina in favore della città di Firenze; tale decisione ha provocato un notevole danno al capoluogo pontino, sia dal punto di vista dell'immagine, sia da quello economico, per gli impegni assunti in termini di contratti sottoscritti ed investimenti già effettuati;
nel question time del 13 dicembre 2006, rispondendo all'interrogazione presentata dal sottoscritto interrogante, il Ministro Mastella, nell'illustrare le ragioni che lo avevano indotto a trasferire la Scuola Superiore della Magistratura da Latina a Firenze, ha manifestato la sua disponibilità ad individuare il capoluogo pontino come una delle possibili sedi di attività rilevanti nell'amministrazione della giustizia;
lo scorso 25 gennaio, l'interrogante ha provveduto a presentare, unitamente agli onorevoli Amici e Conte, una proposta di legge per «l'istituzione in Latina di una sezione distaccata della Corte di Appello di Roma e di una Corte di Assise di Appello», questione fortemente sostenuta da autorità, istituzioni, sindaci ed amministrazioni interessate, nonché dagli ordini professionali e dalle categorie socio-economiche che costituiscono il tessuto connettivo della Provincia di Latina;
tra le ragioni che rendono necessaria tale istituzione, emerge quella relativa alla disfunzione dell'Amministrazione della giustizia, che, con riferimento al territorio pontino, richiede di essere potenziata anche al fine di contrastare in modo più efficace il fenomeno della criminalità organizzata assai presente in questa area della Regione Lazio;
inoltre, lo scorso 20 febbraio, l'interrogante ha inviato al Ministro Mastella una lettera in cui comunicava l'avvenuta presentazione della proposta di legge, perché riteneva quanto mai necessario coinvolgerlo in una iniziativa bipartisan, visto che lo stesso, tra l'altro, in sede di risposta al question time, era di parere favorevole e aveva dichiarato che si sarebbe adoperato in tal senso;
a tutt'oggi non ci sono state risposte da parte del Ministro interrogato -:
quali siano le motivazioni che hanno indotto il Ministro a non fornire alcuna risposta alle problematiche esposte in premessa;
quali iniziative intenda adottare anche per mantenere fede a quanto promesso durante il question time dello scorso 13 dicembre 2006.
(3-00904)
Interrogazioni a risposta scritta:
CIRIELLI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
durante la seduta del Consiglio comunale di Cava dei Tirreni del 16 marzo 2006 l'assessore alla sicurezza avvocato Alfonso Senatore ha dichiarato di aver
presentato, congiuntamente con il sindaco, un esposto alla Direzione investigativa antimafia avente ad oggetto problematiche attinenti alla gestione dei beni di pertinenza della fondazione «Pastore Salsano Onlus» (già «Ente Asilo Infantile Pastore Salsano», IPAB);
in particolare i dubbi si concentrerebbero sull'identità degli effettivi possessori dei beni immobili situati nel comune di Nocera Superiore e di porzioni site nel comune di Cava dei Tirreni alienati dalla Fondazione nell'anno 2006 (Autorizzazione regionale n. 1196 del 2006);
nella medesima seduta l'assessore Senatore ha fatto presente che la DIA starebbe già indagando sulla vicenda, e su eventuali reati ad essa connessi, alludendo anche ad interventi che la medesima Direzione distrettuale antimafia sarebbe stata in procinto di effettuare;
appare all'interrogante assai grave che notizie così delicate, come quelle relative all'avvio ed allo sviluppo di indagini di tale portata - che dovrebbero essere coperte da segreto - siano già note all'assessore Senatore che addirittura preannuncia future iniziative della DIA delle quali è evidentemente a conoscenza -:
se il Ministro, alla luce di tali dichiarazioni dalle quali sembra evincersi una violazione del segreto istruttorio, intenda assumere le opportune iniziative ispettive per accertare le responsabilità disciplinari connesse alla citata vicenda.
(4-03750)
SALERNO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
che su segnalazione dell'OSAPP, in vari istituti piemontesi continuano a verificarsi casi di tensione tra gli Agenti e le Direzioni di istituto relativamente ai rapporti sindacali spesso violati e smentiti da comportamenti non conformi da parte delle Direzioni;
che in particolare, presso la Casa Circondariale di ASTI sarebbero all'ordine del giorno episodi che testimonierebbero comportamenti di questo tipo di cui sarebbero stati fatti oggetto gli agenti di servizio come quello della partita di calcio fra detenuti svoltasi in questi giorni in cui gli Agenti sarebbero stati obbligati ad espletare servizio sotto la pioggia battente, senza alcuna forma di protezione, senza la presenza di dispositivi di sicurezza e senza un sicuro riparo, al punto tale che quando il citato Personale, ovvero un solo Agente, si è sentito male, non è stato nemmeno avvicendato con grave disagio dello stesso e dei suoi colleghi;
che basterebbe questo soltanto per far sorgere legittima la domanda su quanta attenzione abbia il Dirigente dell'Istituto per, le problematiche del Corpo di Polizia Penitenziaria;
che altri malesseri sarebbero vissuti dai Poliziotti Penitenziari per colpa della cattiva, incauta e poco rispettosa gestione del Direttore dell'Istituto che, sommata alla grave carenza di organico, diventa fonte di condizioni di vita e di lavoro impossibili per la Polizia Penitenziaria -:
se corrisponda al vero la dinamica dell'evento sportivo gestito sotto la pioggia e in condizioni di assoluto rischio e precarietà;
se intenda aprire un procedimento di verifica generale sulla conduzione dell'Istituto.
(4-03775)
SALERNO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
su segnalazione dell'OSAPP, la Casa Circondariale di Ivrea risulterebbe dotata di ambiti di lavoro fatiscenti, con pavimentazioni logore, scivolose e sconnesse, con impianti elettrici ormai obsoleti, formati più da cavi penzolanti dai soffitti che da altro, con quadri elettrici di comando delle varie funzioni, spesso guasti, proprio per la loro usura ed anche i Servizi igienici, gli aeratori, gli allarmi ed i dispositivi di sicurezza, sono assenti o sono in condizioni di non affidabilità;
l'intera Casa Circondariale è invasa da copiose infiltrazioni d'acqua e la Caserma è nelle stesse condizioni dell'Istituto;
sussisterebbe inoltre una completa paralisi amministrativa dovuta alla totale assenza di personale di ragioneria e di segreteria con inevitabile conseguenza di gravissimi disagi economici ed amministrativi per il personale -:
se sia a conoscenza dei gravi disagi di servizio a cui è sottoposto il personale che opera presso la struttura di Ivrea gravemente priva a quanto sembra di impianti a norma di legge;
se non ritenga il Ministro della giustizia, una volta presa conoscenza della drammatica situazione in cui si trova la Casa Circondariale di Ivrea e le ancora più disastrose, disagiate, dannose e pericolose condizioni in cui lavora la Polizia Penitenziaria, specie nei locali block house-portineria, di intervenire in merito, disponendo anche una accurata ispezione ministeriale dei fabbricati e degli Uffici attinenti tutto l'Istituto eporediese, al fine di procedere, da subito alle necessarie ristrutturazioni ed anche alla assegnazione dell'indispensabile personale, sia di Polizia Penitenziaria che del Comparto Ministeri, ovvero di chiudere l'Istituito per ristrutturalo e quindi assegnare i citati organici.
(4-03779)