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Allegato A
Seduta n. 162 del 31/5/2007
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[(Sezione 5 - Presunta esistenza di un «conflitto di interessi» nell'ambito delle recenti elezioni amministrative svoltesi a Pontremoli (Massa Carrara)]
BARANI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nelle recenti elezioni amministrative, a Pontremoli, in provincia di Massa Carrara, si è nuovamente verificato un singolare caso di coinvolgimento, nella politica, di un'intera famiglia;
nella locale lista civica Enrico Ferri, ex Ministro passato alla storia per il limite dei 110 chilometri orari sulle autostrade, ambiva alla carica di sindaco della città;
tra i candidati alla carica di consigliere comunale è stato presentato, nella stessa lista, pure il figlio, Jacopo Ferri, consigliere della regione Toscana;
secondo quanto consta all'interrogante, durante la campagna elettorale un altro figlio, Cosimo Ferri, magistrato nella stessa provincia di Massa Carrara e giudice nei processi che interessano i cittadini del luogo, membro del Consiglio superiore della magistratura, avrebbe svolto numerosi interventi di «pressione psicologica», secondo il comune sentire dei cittadini, attraverso incontri con elettori, telefonate, attività promozionali nelle piazze della città e presenza costante, nei due giorni delle votazioni, presso le aree antistanti ai sei;
in questo ultimo caso potremmo parlare di «conflitto di interessi» tra le aspirazioni politiche dei cittadini, la libertà di voto e la magistratura, trovando singolare e preoccupante che, da anni, nell'ambito della stessa provincia ci siano permanentemente un giudice e due politici, tutti familiari, a svolgere attività istituzionali che dovrebbero essere ben separate, ma che immancabilmente finiscono
per essere in perenne rapporto agli occhi dell'opinione pubblica -:
quali iniziative intenda avviare il Ministro interrogato, intervenendo su questo caso, forse unico in Italia, al fine di ristabilire, anche attraverso la segnalazione al Consiglio superiore della magistratura e con una norma chiarificatrice, le opportune distanze tra magistratura e politica, restituendo in questo modo serenità alla più alta espressione democratica che è il diritto alla libertà di voto.
(3-00912)
(30 maggio 2007)