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Allegato B
Seduta n. 162 del 31/5/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
sono ormai oltre 6 mesi che è stato inopinatamente accantonato dal Governo Prodi, per quel che consta gli interpellanti su imposizione della sinistra massimalista, il progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, opera fondamentale per lo sviluppo economico e sociale non solo della Sicilia ma di tutto il Mezzogiorno d'Italia;
in tale negativa occasione il Governo assunse dinanzi al Parlamento ed al paese l'impegno di destinare le somme relative ai finanziamenti distolti dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, alla realizzazione di opere di miglioramento delle infrastrutture di trasporto nella regione Sicilia-:
a quanto ammontino le somme accantonate per la realizzazione invece del ponte, delle infrastrutture compensative nella regione Sicilia citate in premessa;
dove siano state appostate nell'ambito del bilancio dello Stato;
quali specifiche opere infrastrutturali si intendano finanziare e realizzare con tali risorse finanziarie in Sicilia;
quali siano i tempi previsti di realizzazione.
(2-00568) «La Loggia, Leone».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la più importante salina marittima oggi esistente ed operante in Europa è quella di Margherita di Savoia, sita in provincia di Foggia, nel basso Tavoliere, sul mare Adriatico, con i suoi 20 chilometri di lunghezza e 5 chilometri di larghezza e con una produzione media annua di circa 5.500.000 quintali di sale;
storicamente la Salina di Margherita di Savoia non ha una precisa data di nascita, vi sono però validi motivi per supporre che intorno al 200 a.C. essa fosse già un insediamento produttivo, reso tale da colonizzatori Illiri, i quali dopo essere approdati su queste terre lagunari presero a sfruttare questa, che era sin da allora una risorsa naturale;
la superficie della salina nel 1910 era di ettari 128, successivi lavori di bonifica la estesero nel 1920 a 500 ettari, fino a raggiungere nel 1926 ettari 1.164. Nel 1934, ultimati i lavori di bonifica della zona Salpi Nuovo, la superficie raggiunse i 2.770 ettari ed infine con la bonifica della zona Alma Dannata nel 1959 si raggiunsero i circa 4.000 ettari di superficie utile, che, uniti ai 500 ettari adibiti a servizi (argini, officine, aie di ammassamento, strade, uffici, alloggi) sommano 4.500 ettari che rappresentano la superficie complessiva oggi asservita alla salina di Margherita di Savoia, interessando in tal modo, oltre il comune di Margherita, quelli di Zapponeta, Trinitapoli e Cerignola;
i sottoscrittori del presente atto hanno volutamente utilizzato le parole che la società acquirente delle saline, l'Atisale,
ha scritto sul proprio sito www.atisale.com per descrivere quanto sia prezioso per le comunità locali il bene che l'Ente Tabacchi Italiano ha privatizzato negli anni 2002-2003 e quale motore abbia costituito e costituisca per l'economia e l'occupazione locale;
il 23 gennaio 2003, rispondendo all'interrogazione 5-01571 in Commissione finanze alla Camera il sottosegretario all'economia e delle finanze, onorevole Armosino confermava che la procedura adottata prevede sia la salvaguardia per un triennio dei livelli di occupazione sia il mantenimento dell'unitarietà aziendale; se gli oneri prospettati dall'advisor a coloro che erano interessati all'acquisto si rivelassero in concreto eludibili, tutta la procedura risulterebbe pretestuosa e strumentale rispetto ad un esito precostituito;
il piano industriale di rilancio è stato eluso, nel più assoluto silenzio dei sindacati e di qualsiasi organo preposto al controllo e già si paventano ricadute occupazionali come ventilato da nota dell'Atisale del 23 gennaio 2007;
il 28 febbraio 2007 il consiglio comunale di Margherita di Savoia ha approvato all'unanimità una delibera in cui si chiede di sospendere qualsiasi procedura di licenziamento, di individuare un tavolo di confronto con le realtà locali, oltre che a mantenere gli accordi di fornitura con le aziende locali;
è francamente inammissibile che le privatizzazioni siano utilizzate per distruggere il bene acquisito ad onta di impegni sottoscritti, per i quali però non c'è alcuna sanzione in caso di non ottemperamento; il Paese rischia l'asfissia economica, quasi come se gli imprenditori si fossero aggiudicati 13.000 anime, piuttosto che una concessione condizionata al rispetto di determinati impegni -:
quali concrete garanzie siano state adottate o si intendano adottare per impedire l'elusione degli impegni da parte della società acquirente delle Saline di Margherita di Savoia;
se non ritenga opportuno sospendere la concessione delle saline di Margherita di Savoia in forza del mancato rispetto degli impegni assunti dalla controparte.
(2-00570) «Leone, Carlucci, Armosino, Azzolini, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Cesaro, Gianfranco Conte, Costa, Crimi, Di Cagno Abbrescia, D'Ippolito Vitale, Fabbri, Fasolino, Floresta, Fratta Pasini, Giudice, Grimaldi, La Loggia, Lazzari, Milanato, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pizzolante, Ponzo, Valentini, Vitali, Zorzato».
Interrogazione a risposta in Commissione:
CRISCI e FASCIANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nei giorni 23, 24 e 25 del mese di gennaio 2003, alcuni comuni della Regione Abruzzo furono interessati da eventi meteorologici a carattere calamitoso che causarono danni rilevanti ai territori colpiti;
in conseguenza di tali eventi il Presidente del Consiglio dei Ministri con ordinanza n. 3281 del 18 aprile 2003 concesse la sospensione, fino al 31 dicembre 2003, dei pagamenti dei contributi di previdenza ed assistenza sociale, compresa la quota dei contributi a carico dei dipendenti, nei confronti dei soggetti residenti o aventi sede legale od operativa nei comuni della Regione Abruzzo interessati dagli eventi;
il 16 aprile 2007 l'Inpdap - Direzione Centrale Entrate - in applicazione del decreto-legge n. 263 del 9 ottobre 2006, convertito nella legge n. 290 del 6 dicembre 2006, ha chiesto il rimborso in unica soluzione o dilazionato fino ad un massimo di 60 mesi, previa richiesta dell'Ente,
dell'esistente credito contributivo relativo alla sospensione dei pagamenti -:
se, in considerazione dell'entità delle somme da pagare e delle difficoltà di bilancio dei comuni, non si ritenga opportuno assumere ogni utile iniziativa tesa a sospendere, almeno per il corrente anno il rimborso degli importi dovuti;
se e quali interventi si ritenga utile assumere per chiedere all'Inpdap una sostanziale riduzione del tasso di interesse del 9,75 per cento praticato sulle somme da rimborsare, che risulta eccessivamente alto e ben superiore al tasso legale.
(5-01087)
Interrogazioni a risposta scritta:
LUCIANO ROSSI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sulla stampa regionale del 16 e del 17 maggio 2007 (Corriere dell'Umbria, il Giornale dell'Umbria, Corriere di Terni) si legge dello scandalo legato all'assessore alla Cultura di Terni, Sonia Berrettini denunciato dai Consiglieri della casa delle Libertà, per commistione di interessi pubblici e privati in relazione al Festival «Cinema & Lavoro», nato nel 2003 con il contributo ed il sostegno della regione Umbria, della Provincia e del Comune di Terni, gestito in esclusiva da un associazione denominata «Capolavoro», che, per dovere di cronaca, avrebbe smentito i fatti ascritti circa l'entità delle erogazioni ma non della loro natura pubblica;
l'assessore Sonia Berrettini, che sarebbe stata una delle ideatrici della manifestazione, si sarebbe dimessa dall'associazione «Capolavoro» in data 8 luglio 2004, concomitantemente alla nomina pubblica, per poi intervenire, grazie alle partecipazioni societarie connesse comunque allo svolgimento dell'evento, nei finanziamenti pubblici a detta manifestazione destinati, da lei stessa fondata, che parrebbe essere stata impegnata anche per iniziative nel 2006 per il centenario della CGIL;
in tale episodio, è coinvolta la società «Fedora», di cui la Berrettini sarebbe bocia al 50 per cento, quale destinataria dell'affitto delle sale in cui si svolge la manifestazione dal 2003 ad oggi;
la Berrettini è anche socia della «Pars Film» che si occupa di casting cinematografico e della scelta dei luoghi di produzione, in cui l'Assessore Berrettini avrebbe per socia paritaria la medesima persona coinvolta nella «Fedora» ed in cui sarebbe socio minoritario (25 per cento) il regista Alessandro Pambianco ed altro socio minoritario - come riportato, il signor Pierluca Neri - che, a sua volta, sarebbe socio assieme alla Berrettini nella «Capolavoro»; talché nell'articolo si legge che questi personaggi vengano ad essere «soci in affari beneficiari di finanziamenti pubblici»;
la delibera di Giunta Comunale del 12 maggio 2005 aveva assegnato a detto Festival - e per esso alla gestione da parte della «Capolavoro» - un contributo pubblico di 40.000,00 euro e precedentemente, l'evento aveva ottenuto per l'edizione 2004 un finanziamento di 160.000,00 euro da parte della Regione, della Provincia e del Comune di Terni, di cui - sempre da notizie si stampa - 20.000,00 euro per l'affitto delle sale, somme convogliati alla «Fedora», ed altre migliaia per pubblicità ufficio stampa, pubbliche relazioni e via dicendo;
nel 2006 sarebbero stati spesi per l'edizione del Festival «Cinema & Lavoro» 161.000,00 euro, sempre finanziati regionalmente unitamente al Comune ed alla Provincia, per un evento che poco o nulla avrebbe di artistico, o perlomeno, visto il palinsesto e lo scarso afflusso di spettatori - si legge finanche di sole 30 persone nella fascia pomeridiana - non atto a giustificare una simile spendita di pubblico danaro, sicché si legge di «un sistema di potere che finanzia sé stesso»;
ai sensi del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 «Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali» e specificatamente, dell'articolo 78. «Doveri
e condizione giuridica»: 1. Il comportamento degli amministratori, nell'esercizio delle proprie funzioni, deve essere improntato all'imparzialità e al principio di buona amministrazione, nel pieno rispetto della distinzione tra le funzioni, competenze e responsabilità degli amministratori di cui all'articolo 77, comma 2, e quelle proprie dei dirigenti delle rispettive amministrazioni, 2. Gli amministratori di cui all'articolo 77, comma 2, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L'obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado. 3. I componenti la Giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall'esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato. 4. (omissis). 5. Al sindaco ed al presidente della provincia, nonché agli assessori ed ai consiglieri comunali e provinciali è vietato ricoprire incarichi e assumere consulenze presso enti ed istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo ed alla vigilanza dei relativi comuni e province. 6. (omissis);
visto e considerato quanto sopra, la fattispecie in esame arrecherebbe gravi danniconsiderato lo sperpero di pubbliche risorse -:
se sia a conoscenza di quanto sopra riportato riguardo al Festival «Cinema & Lavoro» e come il Governo intenda evitare, per il futuro, simili dissipazioni e sprechi di danaro pubblico;
se il Governo non ritenga assolutamente indispensabile ed urgente, alla luce di questi fatti, al fine di evitare che si ripropongano dette vicende, varare, nella prossima Finanziaria 2008, norme più restrittive, per impedire che vengano dispersi in mille rivoli i denari dei contribuenti ed affinché le risorse finanziarie siano impiegate in diretta ed evidente utilità della cittadinanza.
(4-03829)
GIORDANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il signor Francesco Porcaro è un maresciallo aiutante della guardia di finanza, attualmente in servizio a Monza;
le sue vicissitudini iniziano quando, per assistere la moglie che versava in condizioni di salute terminali, dovette insistere con i suoi superiori spiegando le leggi in vigore che garantivano il suo diritto di assisterla;
dopo il decesso della moglie, rientrato in servizio presso la brigata di Cernusco Lombardone, il comandante pro-tempore della compagnia di Lecco, capitano Reda Alberto, gli affiancava in servizio di verifica il futuro comandante della brigata, M.A. Strazzeri Emanuele, parigrado ma più anziano del signor Porcaro con il non dichiarato scopo di istruirlo e controllarlo;
dopo pochi giorni di affiancamento il predetto comandante di compagnia gli comminava, per iscritto e senza contestazione, una sanzione disciplinare di corpo: «richiamo», «per non aver collaborato nel servizio secondo le aspettative»;
l'ufficiale continuava l'azione persecutoria chiedendo giustificazioni per il ritardo circa la restituzione della copia della determinazione punitiva e irroga o, dopo la presentazione delle giustificazioni, senza tener conto delle ragioni rappresentate, «giorni 7 di consegna semplice», con l'obbligo di espiare la punizione presso il proprio domicilio a far data dal giorno di notifica del provvedimento del 26 aprile 2000;
il giorno successivo notificava al Maresciallo altra determinazione, sempre di giorni 7 di consegna, con la stessa motivazione
e con l'obbligo di espiare la punizione dal giorno di notifica del provvedimento;
il signor Porcaro in definitiva, veniva costretto illegittimamente a rimanere a casa per otto giorni e senza ausili di alcun genere, nonostante fosse intervenuto il condono per effetto di disposizione del Comando Generale della guardia di finanza n. 107791/IV del 7 aprile 2000;
quando il signor Porcaro ebbe modo di conoscere che l'espiazione della punizione era stata condonata segnalò all'autorità giudiziaria di Lecco l'accaduto senza indicare alcuna ipotesi di illecito penale;
la Procura della Repubblica di Lecco riscontrava nella suddetta segnalazione una ipotesi di reato di «sequestro di persona» a carico dell'ufficiale, successivamente archiviata dal giudice per le indagini preliminari, in conformità alla richiesta del pubblico ministero;
dopo la suddetta denuncia, la vita del signor Porcaro si è fatta ancora più difficile; veniva infatti ulteriormente raggiunto da una richiesta di giustificazioni per non aver consegnato la tessera di riconoscimento in un periodo di licenza di convalescenza fruito per infermità non dipendente da causa di servizio;
della circostanza il signor Porcaro valutava di dover informare la Procura Militare di Torino, mentre il suo superiore, capitano Reda, denunziava il signor Porcaro alla stessa Procura militare per minaccia, reato poi derubricato, in disobbedienza aggravata;
il Gip presso il tribunale militare di Torino, in conformità alla richiesta del Pm in sede, disponeva l'archiviazione degli atti perché «l'ordine di restituire la tessera personale di riconoscimento era illegittimo»;
vane sono state le istanze di conferimento rivolte dal signor Porcaro alla superiore gerarchia, anche al Ministro delle finanze, con lo scopo di ottenere il riesame degli illegittimi provvedimenti punitivi che hanno comportato, inopinatamente, anche l'abbassamento delle note caratteristiche;
il sottufficiale è stato inoltre punito per essersi rivolto al Presidente della Repubblica;
il signor Porcaro infine è stato trasferito d'autorità, per esigenze di servizio, da Cernusco Lombardone a Monza;
la vicenda, come è facile intuire, è costata all'interessato molto cara, sotto tutti i punti di vista: economico, di salute, morale, e, soprattutto, di qualità della vita -:
se non ritenga che le vicende del maresciallo Porcaro, oltre a costituire un palese discredito dell'immagine pubblica del corpo della guardia di finanza, non si configurino come gravi violazioni dei diritti fondamentali delle persone provocando, in questo caso, gravi pregiudizi alla vita lavorativa e familiare di un pubblico dipendente;
quali iniziative intenda avviare affinché si ristabilisca il riconoscimento dei diritti del maresciallo Porcaro e la conseguente possibilità per lui di poter espletare le proprie mansioni senza subire ulteriori arbitrii;
se non ritenga necessario avviare approfondite indagini conoscitive, per appurare se i comportamenti messi in atto nei confronti del maresciallo da parte dei superiori diretti, non si verifichino anche nei confronti di altri soggetti militari, come più volte denunziato dagli organismi di rappresentanza e dalle diverse associazioni che si sono costituite negli ultimi anni nel mondo militare.
(4-03834)